La figlia della compagna 3

Le giornate proseguivano tranquille.
Non c'erano provocazioni di nessun tipo.
Mancavano pochi giorni alla partenza di Giulia, e nella mia testa rigiravano le sue parole di quella mattina (vedi racconto 2).
Non volevo essere io a fare il primo passo, ma speravo che ci fosse un saluto.
Il giorno prima della partenza, a metà mattina mi arriva una sua chiamata.
"Dove sei? Mi dai una mano per la valigia?"
"Tra una mezz'oretta sarò li" le risposi.
Mi liberai di quello che stavo facendo e tornai a casa.
Entrai e la trovai nella sua camera, realmente indaffarata a fare la valigia.
Mi sorrise.
Era scalza e indossava uno dei suoi top di colore rosso ed una gonnellina bianca plissettata. Sembrava una cheerleader.
Parlammo un poco della valigia e dell'orario di partenza.
Mi fece vedere cosa doveva ancora mettere in valigia.
Poi ad un tratto capii del perchè aveva una gonnellina.
Si girò dandomi le spalle e si abbassò per prendere qualcosa .
La gonna si alzò e resto con il culo in aria.
Non aveva le mutande, la figa era semiaperta, già umida, e nel culo aveva un dildo anale con un gioiello di colore blu.
Restando con il culo in aria, girò la testa verso di me e mi disse: "Ti piace il mio nuovo gioiello?"
"Bellissimo" le dissi.
"Prova a prenderlo" ribattè lei.
Mi avvicinai e provai a tirarlo. Lei lo lasciò un po' andare e poi se lo risucchiò dentro il culo, con un piccolo gemito.
Era questo il gioco che voleva fare.
Iniziammo questo simpatico tira e molla, ed ogni volta che lo spingevo lei si dimenava.
La sua figa si bagnava e tra un tira e molla le infilavo dentro qualche dito.
Poi mi prese la mano e mi portò sul letto.
Si allargò la figa e si sedette sulla mia faccia .
Si strusciò un po' e poi mi disse di non tralasciare il gioiello.
Iniziai a leccare tutto quello che usciva dalla sua figa. Grondava umori.
La leccavo e le succhiavo il clitoride e contemporaneamente muovevo il gioiello.
Poi lei si abbasso sul mio arnese.
Iniziò a lavorare di bocca. Lo leccava, lo succhiava.
Se lo infilava fino in gola e nel frattempo gemeva delle mie leccate.
Poi si alzò e si mise a cavalcioni sul mio cazzo.
Iniziò a cavalcare con il dildo nel culo.
Muoveva i fianchi, li roteava ed io giocavo con il suo culo.
Mi piaceva quella visione, quel culo che sobbalzava.
Il culo era bellissimo. Perfettamente tondo e tosto. Ai lati abbronzatissimo ed al centro bianco. E in quel bianco spiccava il blu del gioiello.
Poi si alzò, si distese a pancia in giù, si sfilò il dildo e mi disse ... "Inculami tu adesso. È già bello largo. Lo voglio tutto dentro. "
Non esitai.
Mi distesi sopra di lei, puntai il mio arnese sul suo buco ed entrai.
Non ci fu bisogno di spingere.
Era bello largo ed entrò tutto. Fino alle palle.
Lei urlò di piacere .
Iniziai a stantuffarla. Lo uscivo e lo rientravo tutto. Lei gemeva.
Poi la tirai un po' verso di me, la feci mettere a pecora e continuai a scoparla nel culo. Le acchiappai le tette. I capezzoli erano durissimi.
La guardavo dallo specchio. Aveva gli occhi chiusi ed il viso rilassato di una donna che gode.
Mentre lei aveva il suo ennesimo orgasmo le dissi che stavo per venire.
"Vienimi dentro il culo. Voglio sentire il tuo schizzo dentro di me".
Diedi altri due colpi, infilai tutto il cazzo dentro, e le riversai tutto il mio sperma nel suo culo.
Appena venni, sempre con il cazzo dentro, mi accasciai sopra di lei, e così restammo per alcuni minuti.
Dopo un po ci alzammo e mi disse: "Mi spiace ripartire. Ci avevo preso gusto ad essere scopata da te".
Mi diede un bacio casto sulla guancia e andò via a fare una doccia.