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La suocera tettona 2


di Membro VIP di Annunci69.it andsic
08.08.2022    |    41.911    |    5 9.7
"Mercoledì mattina ricevetti un messaggio verso le 9..."
Quell’esperienza con la suocera era stata un caso isolato.
Non si presentò più nessuna occasione ed entrambi non cercammo nulla per farle ripresentare.
C’era di tanto in tanto qualche stuzzicata da entrambe le parti.

Ogni tanto lei indossava qualche maglietta più leggera. Le indossava senza reggiseno e appena aveva i capezzoli dritti mi chiedeva qualcosa per attirare la mia attenzione e poi si ricomponeva.
Io da parte mia ogni tanto mi facevo indurire il pisello e glielo mostravo attraverso i pantaloni.
Quando capitava di fare qualche doccia, sentivo che sbirciava dal buco della serratura e mi mettevo in bella mostra.
Un giorno eravamo al mare e mentre eravamo in acqua a badare a mio figlio, lei si strusciò dappertutto, facendomi sentire le tette e la figa, e io ricambiai facendole sentire il mio cazzo in tiro.
In un movimento sott’acqua glielo puntai nel culo e le acchiappai le tette.
Poi non ci fu più nessun contatto.

Passarono gli anni. Io mi separai da sua figlia. Il burbero mi salutava a malapena, lei di tanto in tanto mi chiamava per sapere come stavo o per farmi gli auguri di compleanno.
Un giorno ricevetti una sua telefonata. Mi disse: “ Ciao Andrea, ho sistemato la cantina ed ho trovato delle tue cose. Perché non passi a prenderle mercoledì mattina? Mio marito non ci sarà, lo sai che lui non è molto contento di vederti”.
“Ciao, Barbara. Va bene, mercoledì verrò a prendere le mie cose”.
A questa richiesta mi si drizzò l’uccello.
Mercoledì mattina ricevetti un messaggio verso le 9.30. “Se vuoi puoi venire. Mio marito è uscito e tornerà per pranzo. Ti aspetto”.
Ero già pronto e andai.

Bussai alla porta e lei mi aprì.
“Scusami, sono ancora in déshabillé” mi disse.
Aveva una vestaglietta di raso corta di colore rosa antico e sotto una camicia da notte di colore bianco molto sottile.
Mi fece strada ed io la seguii. Scendemmo in cantina per vedere le cose che aveva trovato. Le dissi che avrei avvicinato la macchina per caricare il tutto.
“Aspetta”, mi disse. “Ti preparo un caffè e poi carichi la macchina”.
Mentre saliva le scale notai che non portava le mutande.
Andammo in cucina e mi preparò un caffè.
Parlammo del più e del meno. Tra un movimento e un altro la vestaglietta di raso iniziò ad aprirsi, lasciando intravedere la camicia da notte e in trasparenza quello che c’era sotto.
Lei non fece nulla per chiuderla.
Dopo un po’, mentre era girata aprì del tutto la vestaglia. Si girò e la camicia trasparente mi mostrò il suo corpo seminudo.
Il seno era sempre enorme e i capezzoli erano poggiati sulla stoffa. Traspariva il pelo, che non era più nero come quando lo avevo visto anni prima, ma con qualche ciuffetto bianco.
Si fermò così, davanti a me mentre sorseggiava il caffè, e mi sorrise.
Ci guardammo con gli occhi pieni di voglia.
“Me lo rifai il massaggio di qualche anno fa?” mi disse.
“Con vero piacere” risposi.

Andammo in camera. Si tolse la vestaglia e la camicia da notte e si distese.
Rimasi vestito e inizia a massaggiarla, stavolta senza nessuna vergogna e senza nessun limite.
Presi l’olio e Iniziai come sempre dalle spalle. Poi scesi lungo la schiena. Accarezzai le tette che fuoriuscivano ai lati, poi passai alle natiche. Le massaggiai con calma. Lei allargò le gambe. Scesi alle gambe e risalii. Mi soffermai sul sedere. Poi le misi una mano fra le cosce. Era in un lago. Le toccai il buchino e ci passai dell’olio. Poi scesi nella figa. Infilai un dito dentro e lei sussultò e iniziò a lamentarsi.

La feci girare inizia a dedicarmi al suo seno. Era ancora molto interessante. Mentre le palpavo il seno, lei allungò una mano e mi toccò il pisello.
“Che fai ancora vestito? Spogliati” mi disse.
Mi tolsi tutto e il mio cazzo rimase dritto, perpendicolare al mio corpo.
Lei lo acchiappò. Gli diede due o tre colpi con la mano. Si spostò e se lo mise in bocca. Chiuse gli occhi come ad assaporare qualcosa di gustoso.
“Ti piace?” le chiesi.
“Si è da quel giorno che te lo volevo succhiare”mi disse.
Io le acchiappai il seno e poi mi spostai sulla figa, mentre lei si divertiva a ciucciarlo.
Succhiava con gusto e con ardore. Non so se faceva i pompini al marito, ma sicuramente se lo stava gustando.

Mi spostai per leccarle la figa e iniziammo un sessantanove rovesciato. Lei sotto ed io sopra.
Appena misi la lingua tra le labbra, lei mugugnò, anche perché aveva il mio cazzo in bocca. Arrivai a darle due o tre leccate ed ebbe un orgasmo che mi schizzò in bocca i suoi umori. Continuai a leccarle la figa e a succhiarle il clitoride, mentre lei ingoiava letteralmente il mio pisello.
Poi le stimolai il buchetto e iniziai a infilarle un dito nel culo.
“Fai piano” disse. Ma le mie intenzioni erano chiare, infatti prima un pezzetto e, poi le infilai tutto il dito. E iniziai ad allargarle il buco.

Scesi dal 69, mi distesi sopra di lei e glielo infilai dentro la figa.
Appena iniziai a scoparla, lei iniziò a dimenarsi. Si lamentava. Iniziai con degli affondi ed iniziò ad urlare.
Poi lo uscii, mi distesi e la feci mettere sopra di me. Volevo vedere sobbalzare le tette.
E così fece. Iniziò a cavalcare. Le tette erano enormi. I capezzoli erano duri. Iniziarono a sobbalzare e lei si gustava la mia mazza dentro la sua figa. Uno spettacolo.
Poi le acchiappai le chiappe. Le diedi due sculacciate. Le allargai il buchino e infilai un dito dentro.
“Non sono abituata” mi disse. “Non lo faccio da quando ero ragazza”. “A mio marito non piacciono tutti questi giochini”.
“Adesso ti faccio ringiovanire” le dissi.

La feci scendere da quella posizione, la feci mettere a novanta gradi sul letto, presi l’olio ed iniziai a lubrificarle il buco.
Infilai un dito e delicatamente iniziai a lubrificare anche l’interno. Poi infilai due dita ed iniziai ad allargare.
Lei si rilassò. Continuavo nella lubrificazione. Presi la bottiglietta dell’olio che era stretta e tondeggiante e gliela infilai dentro. Sussultò.

Mi spostai per farmi succhiare il cazzo e nel frattempo la scopavo nel culo con la bottiglia.
Lei iniziò a perdere gli ultimi freni che aveva.

Dopo qualche leccata il mio cazzo tornò di marmo.
Girai, estrassi la bottiglia e le infilai il mio cazzo nel culo.
In quel momento pensai … “Mi sto inculando la mia ex suocera”.

Le diedi una serie di stantuffate quasi a farla cadere.
Le sue tette sobbalzavano ovunque. Senza uscire il cazzo mi misi a cavalcioni sopra di lei, le acchiappai le tette ed iniziai ad incularla fino in fondo. Iniziò ad urlare. Più urlava e più affondavo.
Non mi trattenni più e con un urlo le riempii il culo della mia sborra.
Senza uscire il cazzo, mi distesi sopra di lei, ansimante.
“Mi hai sventrato il culo, ma non godevo così da anni” disse.
Dopo un po’ si alzò, mi prese la mano e mi portò in bagno.
Entrammo in doccia, mi sciacquò e mi disse “Tu non te ne vai se prima non mi vieni in bocca”, “Quello stronzo non se lo fa succhiare mai”
Iniziò un lavoro di bocca veramente intrigante.
Leccava l’asta, poi le palle e si spingeva fino al buco del culo e poi risaliva. Quando non lo aveva in bocca lo smanettava.
L’operazione durò pochi minuti, tra succhiate e smanettate le riversai la mia sborra in bocca.
Succhiò e leccò tutto avidamente, fino all’ultima goccia
Un rivolo di sborra le colava dalle labbra. Lo prese con un dito, lo mise in bocca e inghiottì tutto.
Poi mi disse “Adesso rivestiti e vai. Si è fatto tardi. Tra un po’ torna mio marito”
“E le cose in cantina?” le chiesi.
“Lasciale li, tornerai un'altra volta a prenderle” mi disse con un sorriso malizioso.
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