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Vacanza al mare con mio cugino


di passeradisandra
28.11.2013    |    50.650    |    6 9.1
"Finora siamo rimasti vestiti, ora gli tolgo la polo e gli accarezzo il petto muscoloso e con pochi peli, prendo a leccargli i capezzoli che gli diventano..."

Ho 44 anni, dicono molto ben portati, mal sposata e con due figli, quadro direttivo in una nota azienda genovese, a Roma.
Finalmente vado una settimana in vacanza, al mare, in un villaggio turistico di Silvi Marina, sull’Adriatico.
Partiamo un sabato di fine luglio, di primo pomeriggio, con l’auto di Melania, una mia collega/amica, perché la mia utilitaria è troppo piccola per quattro persone e relativo bagaglio. Con noi suo figlio Marco e mia figlia Alba, ambedue dodicenni.

Dopo poco più di due ore di macchina dalla capitale, arriviamo in tempo per prendere possesso del bungalow, scaricare l’auto, fare un po’ di spesa e provvedere alla cena.
Ho soltanto una settimana di ferie ma voglio proprio godermela.
A Dedo, il mio amante, ho detto di non raggiungermi quest’anno, perché Alba ormai è grandicella e non saprei che scuse accampare per allontanarmi qualche ora. In fondo una settimana passa in fretta; e poi quando lui va in ferie, con quella che definisce la sua concubina, io forse non resto sola come una stronza a Roma, arrovellandomi il cervello? Stavolta stacco la spina anche da lui: qualche messaggio, al massimo una telefonata al giorno e basta!
Per quanto riguarda mio marito, Sebastiano, spero che non mi chiami assolutamente; si limiti a chiamare la figlia.

Lunedì mattina una telefonata di papà, in vacanza con mamma nella casa in montagna: “chiama Torquato e congratulati con lui, perché ieri ha vinto la Giostra!”
Così chiamo Torquato, tanto avevo in programma di farlo per magari vederci una sera a cena e trascorrere qualche ora tutti insieme, col mio cuginetto (dieci anni più di me) del cuore, figlio di una sorella di mia mamma, che vive a Sulmona ed è capo Sestiere. Uno dei sestieri che partecipa alla storica Giostra Cavalleresca che ha contribuito, insieme alla secolare tradizione nella produzione dei confetti, a rendere Sulmona famosa nel mondo.
“Ciao Torchio - lo chiamo così da quand’ero piccola - papà mi ha detto che avete vinto la Giostra, complimenti!... io sono a Silvi Marina, se vuoi una sera di queste ci vediamo, magari veniamo noi a Sulmona, ed andiamo a cenare da qualche parte” “Certo, con piacere, speravo proprio che mi chiamassi; mi organizzo e ti faccio sapere, Ciao Sandra”

Martedì Torchio mi chiama:
“Ciao cuginetta, giovedì sera Sandra (la moglie si chiama come me) ha una cena con delle amiche, i miei figli sono per cazzi loro, così io ti raggiungo a Silvi. Sistema tutti lì al villaggio e ti passo a prendere verso le nove”
“sistema tutti e ti passo a prendere…” chissà cosa avrà da dirmi…
Questa frase mi incuriosisce, tanto quanto mi lascia perplessa. Non è da Torquato.

Ovviamente la distanza dal mio amante ci spinge ad uno scambio di sms “spinti” che non fanno che tenere alto il nostro livello di eccitazione…

Giovedì pomeriggio Torchio mi richiama ribadendo “…così li sistemi…”
Mando un sms a Dedo, il mio uomo, che mi risponde
-avrà qualcosa di cui parlare… anche se io un’idea ce l’ho…-
-cioè-
-Non c’è cosa più divina che… e poi è il tuo cugino preferito…!-
-dai smettila, non oso pensare-
-qualche dubbio, però, ce l’hai anche tu…- -comunque da quando lo incontrerai fino a domattina non ti messaggerò…-
-ti picchio!-
-ti capirò. E poi perché dovresti evitare ciò che, inconsciamente, desideri da sempre? Non mi sentirò tradito, non preoccuparti- -non parliamone più fino a domani quando, se vorrai, mi dirai!-
-io ti scriverò stasera, non ho nulla da nascondere-
-promettimi che sarai te stessa- -e poi la tua vanità di femmina non devi reprimerla. Fa sempre piacere sapere di piacere ad uno uomo, specie se un cugino, quello preferito…- -la verità non deve farti male. Sii te stessa, sii donna, passa una bella e diversa serata…-
-il solo pensiero mi da ansia, non riuscirei a fare sesso con mio cugino- -e se facessi sesso con mio cugino, la cosa non ti lascerebbe indifferente-
nel frattempo sto in spiaggia, a distanza da Melania e i bambini, l’ansia si sta impossessando di me, malgrado gli sms di Dedo.
-non ci crederai, ma non sarei affatto geloso!- -è chiaro che, sapendo del tuo rapporto finito con Jerry (così Dedo chiama Sebastiano, mio marito), un tarlo gli è entrato nel cervello e qualcosa gli è scattato…- -poi magari siamo fuori strada…-
-non sa del mio rapporto finito con il tuo amico!-
-non ha capito niente? Mica è cretino… e quelle battute sulle scopate senza innamorarsi?-
-sono battute che fate voi maschi-
-non le vedo nel suo stile… poi con te!-
Poco più di mezz’ora ed un sms di Dedo illumina il display del mio iPhone
-com’è eccitante avere l’amante concupita da un altro uomo…-
con -ti prego amore…- tradisco la mia ansiosa curiosità, senza rendermene conto…
Ancora un’ora e lui, che mal trattiene la sua agitazione, tradisce le sue emozioni con
-che strana sensazione l’eccitazione mista alla tensione- sia mia che sua!
Dopo un’altra mezz’ora con un sms che questa stavolta tradisce il mio turbamento, aggiorno Dedo:
-mi ha chiamato Torquato, fra circa mezz’ora è qui, non ha detto nulla alla moglie!-
-gatta ci cova!- è la sua risposta -Comunque la doccia l’hai fatta…-
-ho messo la crema profumata, nell’eventualità…- ma quale eventualità?
-brava. Si vede che ormai sei pronta a tutte le evenienze!- incalza quello stronzo… -pensa a trascorrere una bella serata…-
-ma smettila….-
-sono fiducioso…-
-mi lavo anche i denti…-
-brava- -onestamente stasera invidio Torquato. Da morire…- Certo Dedo è proprio stronzo! -a prescindere da tutto, al suo posto, sarei molto eccitato!- -averti con lui, abbronzata e certamente elegante, ai suoi occhi (e non solo) arrapante- -truccata come sai fare tu…- e dai, insiste, mentre io, a scanso di equivoci, ho indossato una maglietta accollata, un jeans e delle scarpe da ginnastica. Tutto strettamente di colore nero. -con quegli occhi bellissimi fra l’incuriosito ed il preoccupato che ti rendono ancor più eccitante…-
Mentre messaggiamo, una telefonata di Torchio che mi avvisa di essere fuori dal villaggio.
-sto andando, è arrivato-
-buona serata amore mio. Chiudo gli sms e ti auguro una Buona Notte in tutti i sensi. Baci-
-ma statte zitto, me sto a sbagliare ad uscire- sono frastornata, ansiosa, inconsapevolmente eccitata e lui lo percepisce benissimo
-e’ normale, rilassati…-
-non voglio adesso la buona notte-
-è ora che ti serve!-
-no-
-rilassati! Vai…- e mi spinge inesorabilmente verso Torchio!

Sono quasi le 21:35. attraverso il cancello - l’uscita giusta - del villaggio e vado incontro a Torchio, il mio cugino del cuore; mi avvicino a lui per salutarlo, per baciarlo sulle guance, come sempre.
E lui mi stampa un bacio in bocca!

Mi irrigidisco, i dubbi che avevo erano diventati certezze! Il mio pensiero va a Dedo. Resto come paralizzata, anche se il mio istinto, già dalla sua prima telefonata di martedì, mi diceva che Torchio aveva un atteggiamento strano, non da lui, questi segreti con la moglie…: “hai qualcosa che non va, dalle tue telefonate avevo capito che qualcosa di diverso, di strano, ce l’avevi… ma cosa ti succede?”
“nulla, perché? Cosa c’è di strano?”
“c’è che sei mio cugino, che siamo cugini…” e non so dire altro. Sono meravigliata? No! In fondo me l’aspettavo, ne avevo discusso anche con Dedo… ma sono come in trance.
Mentre ci avviamo verso una panchina sul vicino lungomare, Torchio mi ribadisce quanto mi aveva già detto per telefono ai primi di maggio, quando lui, insieme a dei suoi amici, era in giro con la moto ai Castelli Romani per il weekend del 1° maggio, ed io e Sebastiano, dopo cena, l’avevamo raggiunto a Nemi, dov’era a cenare insieme alla sua combriccola di motociclisti.
La sera successiva aveva chiamato al mio cellulare per dirmi che mi aveva sognato, ed avevamo sperimentato tutte le posizioni del kamasutra…
Ci sediamo sulla panchina ed io, fra me e lui, metto la borsa, quasi a porre una barriera che mi difendesse dalle sue avances.
Lui continua: “ricordi quando t’ho telefonato dopo che c’eravamo visti a Nemi? Avevo sognato che ti baciavo e facevo l’amore con te… Nei giorni seguenti ti ho pensato spesso ed alla fine mi sono detto che, in fondo, che c’era di strano? Si poteva fare! Siamo tutti e due grandi e vaccinati ed in queste cose non importa poi essere cugini… Ho immaginato di baciarti, mi è venuta voglia di fare l’amore con te!”
“Torchio, sai benissimo che non è possibile, siamo sempre stati amici oltre che cugini…” e trattengo a stento un tremore. E’ l’emozione di essere desiderata e cercata da un uomo, anche se si tratta del cugino del cuore. Meno male che c’è poca illuminazione elettrica ed un eventuale rossore che imporpora il mio viso Torchio non può notarlo.

Lui - con la massima “naturalezza” - cambia argomento, inizia a dirmi che le cose con la moglie non vanno bene, anche perché qualche anno fa ha scoperto che lui aveva una relazione. Che al lavoro non lo pagano da sei mesi, ed io gli dico che, per quel poco che posso, i pochi risparmi che ho glieli posso dare; ma assicura che, un po’ con i risparmi del figlio ed un po’ con lo stipendio della moglie, in qualche modo vanno avanti. Poi mi dice che da sua mamma, già un paio d’anni fa, ha saputo che fra me e Sebastiano le cose non andavano più bene…
Continuiamo a parlare per circa tre ore, del più e del meno, delle nostre famiglie, maggiormente della mia situazione (i vari problemi che mi ha procurato Leopoldo, il mio figlio maggiore diciassettenne), dei suoi figli, dei nostri nonni, di suo papà, di mio fratello, di sua sorella, di quando ero piccola, delle vacanze…
Naturalmente c’è molta tensione, tanta…
Lui, fra un discorso e l’altro continua a lanciare battute, tra un perché non deve essere e un perché si…; perché fra due cugini non possa accadere, ed all’improvviso mi ritrovo la sua lingua in bocca… mi guarda negli occhi e mi dice: “sei intrigante!”
Io non reagisco, anzi. Ricambio il suo bacio, i suoi baci, che sono sempre meno estranei, meno da cugino.
Finché ad un certo punto mi prende per mano e mi porta verso la spiaggia. Io non reagisco, mi sta prendendo quasi alla sprovvista, perché in cuor mio me lo aspettavo, e lo seguo senza neppure provare a divincolare la mia mano dalla sua. In me c’è molta curiosità, e non solo…
Passeggiamo sulla sabbia, mi bacia ancora, io lo guardo mentre ci baciamo e lui tiene gli occhi chiusi, rapito nel bacio che mi sta dando e che sta prendendo da me…
Rimaniamo in piedi per tutto il tempo, troppo breve, forse un’ora, forse molto di più; il tempo vola sempre in queste occasioni… Io resto con la borsa nella mano sinistra quasi a voler tenere il suo corpo staccato dal mio, ma il braccio imbrigliato nella tracolla circonda comunque la sua spalla destra mentre, con il braccio destro, lo stringo a me, per meglio avvinghiarmi alla sua bocca, alla sua lingua che mi fruga il palato. Ed io rispondo a questo intreccio di lingue.
Torchio stacca la sua lingua dalla mia ed inizia ad intrufolare la mano sotto la mia maglietta, arriva al mio seno, sposta la coppa destra del reggiseno e, con le sue mani vogliose, inizia a carezzare i miei seni ormai induriti; li pastrugna per buoni cinque minuti, quindi si abbassa e con la lingua inizia a leccarmi la mammella destra, a succhiarmi il capezzolo ormai turgido di piacere. Quanto mi piace avere leccato il seno… e più me li stringe, più mi fa male, più mi piace.
Così con la mano destra gli tengo stretta la testa al mio seno; lo accompagno verso il capezzolo sinistro, perché anche lui ha bisogno di essere leccato, di essere succhiato. Ogni tanto passa la sua lingua sull’attaccatura del seno, fra le due mammelle, risalendo pian piano fino al collo, al mento, alle mie labbra. Mi lecca prima il labbro inferiore e poi passa al superiore; io non resisto e gli catturo la lingua, la incollo alla mia, la risucchio a cavatappi.
Finalmente, prima che esploda per la forte pressione, si apre la patta dei pantaloni e si tira fuori un cazzo enorme e duro che provvede subito a mettermi in mano, quasi con violenza, accompagnandomi con la sua in un inizio di saliscendi masturbativo; ed io lo lascio fare, lo assecondo come se la mia volontà fosse totalmente annullata. Ma appena prendo possesso del suo cazzo, dedicandomi con sempre più coinvolgimento a questa notevole verga che freme fra le mie dita, Torchio abbassa la cerniera dei miei pantaloni e vi infila una mano che si fa subito facilmente strada fin sotto il mio perizoma, senza alcuna delicatezza, con un furore maschio, ormai per lui incontenibile; ed io continuo a lasciarlo fare! Prima uno, e poi due sue dita, iniziano a penetrarmi - violentemente ma inesorabilmente - la fica ormai, per fortuna, in un lago di umori che mi evitano dolorose abrasioni vaginali. Da così il via ad una eccitante quanto convulsa masturbazione che sta per farmi ormai perdere il controllo su me stessa. Nel frattempo il primo liquido seminale di Torchio inizia a bagnare la mia mano stretta intorno al suo cazzo duro e sempre più fremente di desiderio, ormai incontenibile.
Ma è mio cugino, il cugino preferito… no, ora è soltanto un uomo che mi vuole fortemente ed al quale io non so e forse non voglio resistere. Un uomo che mi desidera e che io desidero.
Torchio continua a masturbarmi, ormai dentro di me si agitano quattro dita nodose. Nel contempo la sua mano sinistra scorre irruentemente sui miei seni indolenziti ma sempre più assetati di carezze, leccate, pizzicotti e strizzate ai capezzoli che, esaltati al dolore, mi fanno impazzire di piacere. Infatti, più mi fanno male e più provo piacere.
Le quattro dita che mi masturbano diventano improvvisamente due: con il pollice continua a scoparmi la fica e con l’indice inizia a carezzarmi il buco del culo. Per un attimo il mio respiro si blocca, poi riprende ad un ritmo impercettibile, quindi sempre più veloce e ritmato, accompagnando e facilitando l’introduzione di tutto l’indice di Torchio nel mio sfintere anale.
Non capisco più nulla, perdo il controllo su me stessa. Sono completamente bagnata, mi irrigidisco, stringo le gambe ma non le chiappe, e me ne vengo. Mi succede sempre quando mi inculano!
Intensifico la masturbazione del suo cazzo che si prepara inesorabilmente ad esplodere in una sborrata.
Torchio, senza staccarsi da me e da quello che mi sta facendo, tantomeno staccando la mia mano dal suo pene paonazzo, mi porta verso un lettino rimasto aperto a pochi metri da noi. Ci stacchiamo. Lui si siede ed io mi accovaccio sul suo cazzo, avvicinandogli la mia bocca; con la lingua inizio ad inumidirgli la punta totalmente arsa dalla tensione e dal desiderio di me. Quindi passo a leccargli la cappella che reagisce prontamente con degli impulsi, dei tremori, che lo sottraggono momentaneamente alla mia lingua. Ma la mia bocca se ne reimpossessa subito, scendendo su quel cazzo grosso, duro, nodoso come ne ho visto soltanto nei filmini porno. Lo risucchio fino ad ostruirmi la gola con la cappella infuocata che quasi mi ustiona l’ugola, soffocandomi. Ho un accenno di vomito, per quant’è grosso, ma subito riprendo a farmelo scorrere in bocca in un saliscendi lento ed arrapante che fa impazzire di piacere il mio cuginetto; la lingua scorre dai coglioni alla cappella, sostando su quest’ultima con un risucchio. All’ennesimo pompino Torchio si irrigidisce nella mia bocca, il suo grosso cazzo si impenna, il glande si imporpora ed il suo orifizio si allarga lasciando esplodere lo sperma che va ad inondare la mia bocca, riempendola. Stento a trattenere il suo liquido seminale: voglio gustarmelo, assaporandolo prima di ingoiarlo. Riesco a sciacquarmici bocca e gola per quasi un minuto, prima di ingoiarlo lentamente mentre lo guardo negli occhi, centellinando il prezioso nettare dell’amato cugino.
Lui mi guarda con gli occhi sbarrati, rapito mentre mi gusto il suo sperma fino all’ingoio e, totalmente infoiato, riprende a pastrugnarmi il seno, a strizzarmi i capezzoli, a tirarmeli fino a farmi urlare.
Meno male che a quell’ora di notte la spiaggia è deserta.
Mi bacia, vuole condividere con me il sapore del suo sperma; ma lo disgusta.
Finora siamo rimasti vestiti, ora gli tolgo la polo e gli accarezzo il petto muscoloso e con pochi peli, prendo a leccargli i capezzoli che gli diventano due piccoli chiodi. Quindi la mia lingua scende fino al suo ombelico, penetrandolo con la punta, e riprende a scendere verso il suo membro ancora semi rigido. Con la lingua mi soffermo sui peli pubici, mentre con ambedue le mani prendo a carezzargli i coglioni, a massaggiarglieli, ad accarezzarli. Col palmo della mano destra risalgo lungo la sua vena uretrale che, sollecitata, ridà erezione e durezza al cazzo che mai s’è ammosciato. Che uomo, mio cugino!
Ora lui inizia a sfilarmi la maglietta, gettando il reggiseno sugli indumenti già finiti sulla sabbia. Poi si abbassa, mi slaccia le scarpe denudandomi il piede, quindi mi sfila i pantaloni e quasi mi strappa di dosso il perizoma che si passa sul naso e la bocca per assaporarne gli odori e gli umori che li hanno bagnati totalmente. Dopo avere inspirato profondamente, li getta sugli altri indumenti. Io nel frattempo ho iniziato a contraccambiare sfilandogli le scarpe di corda, i pantaloni e gli slip. Mi passo anch’io i suoi slip sul naso e sulla bocca, respirandone gli odori a pieni polmoni. L’odore del mio maschio mi inebria totalmente.
A questo punto Torchio mi fa sdraiare sulla brandina, mi allarga le gambe ed inizia a carezzarmi l’interno cosce, giù fino ai piedi sui quali si sofferma come per un accurato massaggio, accompagnato da piccoli bacetti sui dorsi e sulle piante. Risale con le mani fino all’attaccatura della mia fica depilata e vi poggia il palmo della mano iniziando a rotearlo da destra a sinistra e viceversa. Introduce subito due dita - che non tardano a diventare quattro - nella mia fregna allagata, iniziando una masturbazione che ottiene immediatamente l’effetto di farmene venire fra incontrollabili mugolii di piacere. Con la mano sinistra sale lungo il mio ventre, soffermandovisi con carezze sapienti per poi salire su, fino al seno, cui torna a dedicare carezze, e titillamenti con pizzichi vari ai capezzoli sempre turgidi di piacere.
Smette di masturbarmi ed inizia a leccare, prima le grandi, e poi le piccole labbra; suscitandomi - da esperto amante qual egli sta dimostrando di essere - gemiti di autentico piacere. Quindi la sua lingua prende a penetrarmi come fosse un piccolo, viscido serpente, anch’essa capace di estirparmi ancora altri gemiti di piacere cui fa immediatamente seguito una fontanella di umori e pipì che il mio amante non esita ad ingoiare.
Mi fa quindi mettere con le ginocchia a terra ed il ventre sul lettino, mentre lui si pone, anch’esso in ginocchio, dietro a me. Le sue mani iniziano a scorrere sulle mia spalle, massaggiandomi su fino al collo in un frizionamento rilassante e piacevole. Poi scendono verso i reni, da dove si dividono per arrivare alle mie chiappe, frementi al contatto con i suoi palmi. Un accurato e prolungato palpeggiamento delle mie natiche, precede l’introduzione del suo pollice nella mia fica bagnata, prima di introdurlo lentamente nel mio già profanato sfintere anale, sostituendogli quasi subito l’indice col medio e l’anulare. Le tre dita non sono neppure entrate per intero che, iniziando ad assecondarne la penetrazione con un andirivieni del mio bacino, ne velocizzo la penetrazione con un conseguente mio immediato orgasmo.
Torchio sfila le dita e si fa largo con la cappella tornata alle dimensioni raggiunte quando, grazie al mio pompino, ha raggiunto l’orgasmo nella mia bocca. E’ grosso certo più di tre sue dita e fa quindi fatica ad incularmi, benché io non sia propria una verginella di culo… Con alcuni ben assestati movimenti del mio accogliente bacino, risucchio finalmente nelle mie viscere il cazzo del mio amante che, stantuffando, va a stimolarmi la cacca.
Una vera, autentica cacata che spinge materialmente fuori il suo membro dal mio culo. Torchio resta esterrefatto alla vista del suo cazzo pieno della mia merda, ma è soltanto questione di pochi attimi: prende un fazzoletto di carta, si pulisce alla meno peggio, ed inizia a scoparmi in fica alla pecorina. La mia fica, totalmente bagnata, accoglie la grossa e dura verga, ancora impregnata dei miei escrementi, che inizia finalmente a stantuffare ad un ritmo animalesco. Le mani sui miei fianchi, il mio bacino in un regolare movimento di accogliente andirivieni, ed in non più di un paio di minuti Torchio mi scarica in fica un litro del suo maschio seme, mentre anch’io raggiungo l’ennesimo orgasmo anche con una liberatoria pisciata che ripulisce il cazzo del mio amato cugino.
Mi accascio, appagata come non mai, sul lettino e Torchio sopra di me mi ripara da un leggero venticello estivo che rinfresca i nostri corpi sudati nella notte di sesso.

Si son fatte le quattro del mattino e, mentre ci ricomponiamo, Torchio mi dice che vuole tornare domani. Mi ritorna davanti agli occhi il volto di Dedo e gli dico “no, come faccio a giustificarmi con Alba? Speriamo piuttosto che non si sia accorta che non sono ancora rientrata”.
Camminando uno di fianco all’altra torniamo sul marciapiede del lungomare, ma a quest’ora non c’è un bar aperto dove poter sorseggiare un caffè.
Sto lentamente uscendo dal trance.

Torquato mi accompagna al villaggio turistico e mi da un ultimo bacio. Poggia le sue labbra sulle mie, cerca la mia lingua, fruga nel mio palato. Ci stacchiamo, torno al bungalow; Alba dorme ed io mi infilo subito in bagno per lavarmi, per sciacquarmi. La doccia non posso proprio farla, altrimenti sveglio tutti.
Prima di mettermi a letto - sono già le 4:32 - un sms a Dedo:
-Sono rientrata da dieci minuti. Non avevamo sbagliato…. Non ho saputo resistere, ci sono andata a letto, mi è piaciuto, ma ti devo raccontare. Buona notte mio Grande Unico Amore. Baci”-

Ora spero di dormire, domani è un altro giorno e la mia vita potrebbe cambiare totalmente…










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