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Piccoli incontri casuali


di Membro VIP di Annunci69.it Asteroide1962
18.03.2021    |    21.185    |    15 9.9
"Luciana continuava a “cavalcarla”, come una moderna amazzone le prese i capelli e li tirò, ora Vera formava con il corpo una s appoggiata sul letto: il culo..."
Vera guidava veloce la macchina sulle salite che da Padola portano al Passo di Monte Croce, la strada stretta, le curve cieche e la concentrazione necessaria alla guida le tenevano la testa occupata e le impedivano di pensare a quello stronzo di suo marito.
Lei, una donna di 50 anni che non dimostra, fisico tonico, curata, imprenditrice di successo, tradita con una puttana, no, non la classificava tra le puttane perché l’aveva conosciuta e aveva capito quanto quella donna fosse una nullità nei suoi confronti ma quello stronzo, si lui è uno stronzo, l’aveva messa incinta.
Presa dalla rabbia, dopo l’ennesima discussione del giorno prima ed approfittando del periodo Pasquale, aveva chiamato quell’albergo di Dobbiaco dove di solito trascorrevano le vacanze invernali ed aveva prenotato, a nome e con la carta di credito dello stronzo, una suite per il weekend.
A mano a mano che saliva i colori primaverili, più marcati nel fondovalle, lasciavano spazio ad un paesaggio ancora immerso nella neve, caduta copiosa e complice la Pasqua che cadeva a fine Marzo dava ancora la possibilità agli appassionati di sci di godersi quelle lunghe giornate.
Arrivata sul passo guardò l’orologio, l’una era passata da poco e scendendo verso Moso si ricordò di un ristorante tipico, lo chiamò per essere sicura che ci fosse posto e annuncio che nel giro di mezz’ora sarebbe stata lì.
Entrò nel locale e più di qualche uomo si girò, vestita con un maglione chiaro di cachemire, i pantaloni Burberry, timberland ai piedi, un cappotto color cammello in cachemire ed un Borsalino in tinta in testa era la modella che-non-ti-aspetti che entrava dalla porta di un ristorante chic si ma non esclusivo.
“Buongiorno Signora, oggi è sola?” le chiese la proprietaria vestita con un “dindrl”, il loro abito tradizionale, e con quell’accento che tradiva la sua abitudine a parlare in tedesco piuttosto che in italiano, due fattori che mixati con la bellezza propria della donna la rendevano particolarmente sensuale.
“Si, oggi si.” “Le dispiace se la siedo al tavolo con un’altra persona?” Le chiese e Lei pensò a quell’usanza tipica dei paesi germanofoni: occupare tutti i posti anche se i commensali non si conoscono. Apprezzò la gentilezza della proprietaria, non tutti i ristoratori avevano l’accortezza di chiedere, e ringraziando pensò che un po’ di sana conversazione avrebbe sviato la sua mente dai pensieri e, seguendola si avviò al tavolo.
Le fece piacere notare che al tavolo destinatole era seduta una donna, vestita con indumenti tecnici aveva un viso ovale e capelli appena due dita sopra le spalle stretti da una fascetta con il marchio di una nota marca sportiva.
In piedi a fianco del tavolo si presentò e si scusò prima di sedersi.
La donna si presentò come Luciana e dopo alcuni convenevoli su cibo e sul locale Vera le chiese se fosse un’escursionista.
“No, faccio sci di fondo. Ho iniziato pochi anni fa, mi piace perché sono lontana dai rumori tipici dello sci, vedo angoli poco frequentati della vallata e mi mantengo in forma. Tu fai scii?”
“Si. Però non mi sono portata dietro niente, rimango solo tre giorni ed ho intenzione di rilassarmi tra sauna, idromassaggio e lettura. Una noia, insomma!”
“Scherzi? La vita è fatta anche di momenti in cui hai bisogno di riflettere e sauna e lettura sono ottimi per sgomberare la testa.”
Vera ordinò spätzle conditi con speck e formaggio ed un bicchiere di lagrein e iniziò a mangiare chiedendosi se Luciana avesse detto quella frase a caso o se il suo stato d’animo trapelasse da qualche comportamento.
Non riuscì a soddisfare la sua curiosità perché Luciana, terminato il pasto, si alzò e salutando uscì dalla stanza.
Arrivò all’hotel a pomeriggio inoltrato e accompagnata del concierge si diresse verso la sua camera.
L’albergo è diviso in due parti, la parte “moderna” è collegata da un lungo corridoio dalle cui vetrate si scorgono le montagne ed una parte la parte della SPA aperta a tutti, la parte riservata ai nudisti riservata è separata dalla prima da una porta e da un muro completamente rivestito di legno cimbro.
Elegante, come solo una donna matura, consapevole della propria bellezza cammina lungo il corridoio verso la zona moderna attirando lo sguardo stupito di uomini e invidioso di donne stesi nei lettini della sala relax che la seguirono fino a quando non oltrepassò girò l’angolo.
La suite è su due piani, l’ingresso, al piano più basso è composto da un salottino e un piccolo bagno, nel salottino un piccolo angolo cottura; nel piano superiore la camera da letto rivestita di legno cimbro, naturale, non trattato emana un leggero sentore rilassante, inoltre c’è un bagno che rivestito in piastrelle moderne rendono questa suite un piccolo gioiello.
“È di suo gradimento?” è la domanda di rito del concierge che, tesa la mano riceve la mancia e dopo aver sentito la risposta esce e la lascia sola.
Vera guardò i bagagli e dopo aver velocemente sistemato i vestiti, si fece una doccia, indossò il suo bikini e l’accappatoio dell’albergo, prese il libro che si era portata e andò in SPA.
All’ingresso una assistente in divisa le fornì una piccola e discreta clip con il numero della stanza e le chiese se desiderava una tisana o qualche servizio, le passò per la mente di chiedere se ci fosse un uomo disponibile ma si trattenne con un sorriso, ringraziò e si diresse verso la zona FKK.
La zona FKK è ancora più tranquilla di quella pubblica, poche coppie silenziose e qualche singolo stesi, chi entra dalle varie stanze delle saune e dei bagni turchi chi avvolto nell’accappatoio nel rilassamento post trattamento, Vera scelse un lettino lontano dalla porta, vi lasciò uno dei due teli che l’assistente le aveva dato, il libro e si diresse verso la sauna.
Sulla porta, assorta nei sui pensieri, appese ad un gancetto l’accappatoio, si tolse il bikini e, avvolta nel secondo telo entrò in sauna.
Nella sauna quattro persone sudavano, nudi, chi seduti, pronti ad uscire, chi stesi per stabilizzare la pressione. Tre di loro, due uomini ed una donna si girarono per rispondere al saluto, la quarta, una donna stesa al piano superiore, non si mosse. Vera aspettò che la coppia uscisse posizionò il telo sul piano intermedio e nuda si stese con la testa rivolta verso l’uomo che sudava copioso sia per il caldo che per la visione di quella bellezza a pochi centimetri da lui.
L’uomo con la faccia rossa uscì e Vera dopo aver dato un ultimo sguardo alla clessidra, che indicava il tempo di permanenza in sauna, chiuse gli occhi e si impose di respirare regolarmente e di chiudere gli occhi assorta nei suoi pensieri.
Faceva fatica a rilassarsi perché la sua testa pensava a quello stronzo, alla donna che adesso era con lui e alla situazione di merda in cui lo stronzo l’aveva cacciata, così non si accorse subito che la donna stesa si era seduta accanto a lei e che la stava fissando.
Aprendo prima un occhio e poi il secondo realizzò che si trattava di Luciana, la commensale di pranzo ed il sorriso le venne spontaneo e la salutò.
“Buon pomeriggio. Sbaglio o sei Luciana? Ti ricordi di me? Oggi abbiamo pranzato insieme.”
“Oddio! Scusami, non ti avevo riconosciuta. Non sono molto fisionomista, eri vestita.ora...”
“Immagino, nemmeno io ti avevo riconosciuta da stesa. Ora da seduta e con il telo...avevi un aria famigliare..”
“Scusami, esco, sono già 15 minuti che sono dentro, sto scoppiando. Sono felice che anche tu sei qui. Così ogni tanto possiamo parlare. A dopo.”
“A dopo!” e dopo aver dato un’occhiata alla clessidra chiuse di nuovo gli occhi ma invece di pensare allo stronzo pensò alle causalità della vita e a quel duplice incontro con Luciana.
Se c’è una cosa che non le piace negli alberghi ed in generale nei ristoranti sudtirolesi è la loro abitudine di cenare presto, certo anche lei cenava presto, alle otto di sera, per le abitudini degli italiani ma iniziare la cena alle sei e mezzo di sera, questo proprio no, non lo capiva, così quando era ospite li optava per una via di mezzo: scendeva alle sette e mezza e così fece anche quella sera.
Sulla porta della sala, in attesa del maitre, sbirciò dentro alla ricerca di Luciana, quella sera non aveva voglia di cenare sola, e fece una smorfia di delusione quando non la vide che scomparve quando sentì la sua voce alle spalle.
“Anche a te non va a genio cenare presto?”
“A dire il vero io ceno alle otto o poco dopo e no, non mi va a genio perché alle sei e mezza è troppo presto!”
“Le signore sono sole?” la voce del maitre le fece girare e Luciana anticipò Vera dicendo: “Si, se ci da un tavolo per due sarebbe perfetto.”
“Vi prego di seguirmi” disse l’uomo entrando nel salone e Luciana con un gesto della mano invitò Vera a seguirlo.
Dal menù scelsero schlutzkrapfen conditi con burro fuso e ricotta affumicata per Luciana e rinderroulade con contorno di blaukraut per Vera che, dopo aver chiesto all’amica se gradiva, ordinò pure una bottiglia di blauburgunder, un Pinot nero di una azienda vinicola i cui proprietari erano suoi amici.
“Allora perché sei qui? Voglio dire: una bella donna, elegante, colta ed intelligente con la fede al dito che passa un weekend da sola per “rilassarsi” tra saune e libri DEVE esserle successo qualcosa...scusami se sono diretta ma non ti ci vedo senza amiche, lontana da casa, senza un uomo. Scusami forse ho esagerato” le disse Luciana mentre aspettavano il cameriere con i piatti.
Mentre il maitre versò loro il vino, Vera pensò alle parole di suo papà: mai lasciare che una donna si versi il vino da sola e, riflettendo un attimo, decise di raccontarle la sua storia.
Raccontò tutto di Lei, dello stronzo, si, lo chiamò proprio così e della giovane amichetta incinta e concluse: “E tu? Che mi racconti di te? Anche tu sei sola e sei una bella donna, oggi quando sei uscita dalla sauna non ho potuto non guardare il tuo fisico, snello, tonico e agile. Fai molto sport? Che fai nella vita?”
Luciana, single nella vita, abita nella zona di Dorsoduro a Venezia, di professione fisioterapista e, a tempo perso, istruttore di ginnastica artistica anche se ultimamente segue pochi ragazzi perché il lavoro è aumentato da quando ha aperto uno studio a suo nome.
“Vera, domani mattina ho prenotato un istruttore di fondo, Hans, che ne dici di fare una sgambata con noi? Ti farebbe bene, fuori all’aria aperta, ti distrai un po’...e poi Hans è un bel ragazzo e....”
“Luciana, ti ringrazio ma preferisco fare una passeggiata, casomai ci vediamo alla baita Huhnstall così mangiamo qualcosa. Non me la sento di sciare, ho un problema, probabilmente lo stress, ho la gamba destra che mi fa male ed anche guidare fin qui non è stato facile.”
“È da tanto che soffri? Hai fatto qualche accertamento?”
“La fisioterapista che c’è in te viene fuori?” e le fece un occhiolino d’intesa e continuò “Si, non ho ernie, solo dolore alla gamba. La mia dottoressa mi ha dato delle pastiglie ma come le sospendo il dolore riprende!”
“Vera, potrei darti un’occhiata? Questo problema si può risolvere con la fisioterapia anche se i tempi sono lunghi e devi fare ogni giorno esercizi.”
“Perché no?” disse Vera mentre tra se e se pensava “male di sicuro non mi fa e poi sono stufa di prendere pastiglie che non risolvono nulla!”
Finita la cena andarono verso la suite di Vera per i “test” che Luciana avrebbe proposto di verifica per la sciatica.
Giunte in camera Luciana chiese a Vera di togliersi le scarpe, la gonna e la camicetta e di rimanere sono con l’intimo. Vera la guardò con aria interrogativa e Luciana ridendo le disse: “Non dirmi che ti vergogni. Ci siamo viste nude questo pomeriggio ed ora ti fai problemi?”
“Beh...questo pomeriggio eravamo in sauna, era la normalità, ora siamo in una suite....”
“Pensa di essere nel mio studio.”
Riluttante Vera si tolse i vestiti e Luciana la studiò con uno sguardo che a Vera parve più voglioso che clinico.
Vera aveva un paio di mutandine brasiliane verdi, che risaltavano il suo culo ancora sodo ed un reggiseno dello stesso colore che alzava il suo seno strizzandolo leggermente e rendendolo ancor più bello di quanto già non lo fosse al naturale.
Qualche piccola ruga, impercettibile alla base del collo e nella scollatura del seno rendevano erotico quel corpo maturo e Luciana accolse nella sua mente quella visione con un pizzico di voglia di stringere l’amica tra le braccia che aumentava mano a mano che trascorrevano il tempo insieme ma non sapendo come Vera avrebbe reagito e non volendo perdere l’amicizia che stava nascendo, deglutì e cercando di calmarsi disse: “Ora partiamo con il test!” e mettendosi di fronte a lei, a pochi centimetri, allungando un piede glielo mise in mezzo ai suoi si allontanò.
Vera sentì un brivido ed un pensiero le percorse il cervello: “Che mi succede? Ho sentito un scossa come mi ha sfiorato. Vorrei spogliarla, vederle di nuovo quell’espressione tra lo stupito e la voglia (?) che aveva in volto. Non ho mai pensato che una donna potesse farmi un tale effetto, sentirmi desiderata! Ma starò immaginando?”
“Vera piegati in avanti senza piegare le ginocchia. Inarca la schiena e scendi più che puoi.”
Luciana stava davanti a Vera e la osservava, guardò la schiena, le girò intorno e quando fu dietro disse “Però! Ha un bel sedere, fai invidia a molte donne!”
“Sei li per guardarmi il sedere o per farmi i test? Luciana questa posizione è scomoda!” ma era lusingata dal comportamento e quando sentì le mani di Lei che le correvano sulla schiena i brividi si presentarono di nuovo.
Seguirono altri test in piedi e poi Luciana chiese a Vera di stendersi sul letto a pancia in giù.
Vera obbedì, si mise le braccia conserte sotto la faccia e girandosi notò che Luciana si stava togliendo pantaloni e maglioncino.
“Che fai?” Chiese
“Beh, devo provare a vedere se la tua schiena è contratta. Di solito alzo il lettino dello studio ed io lavoro di lato ma questo letto è fisso e devo mettermi a cavalcioni su di te altrimenti la mia schiena .....addio!”
“Ok! Fai pure.” Ma non distolse lo sguardo si godette l’inusuale spogliarello dell’amica.
In ginocchio a cavalcioni all’altezza dei glutei di Vera, Luciana posò le mani sulle reni dell’amica e cominciò con i polpastrelli la ricerca delle contratture.
Per la seconda volta Vera provò la scossa che, stavolta, partiva dai punti dove le dita di Luciana toccavano la sua pelle.
Luciana sentì un piccolo tremito sotto le sue dita e si morse un labbro, il dubbio l’assaliva: provarci o fermarsi; concentrata com’era, non si accorse che si stava lentamente sedendo sui glutei dell’amica. Vera, però, se ne accorse. Sentì il sesso di Lei, attraverso il leggero tessuto delle mutandine, premerle sulla parte alta dei glutei e giurò si sentire il tessuto inumidirsi; Lei non era mai stata con una donna ne aveva mai avuto un pensiero su ciò ma ora, con il sesso dell’amica a contatto, si stava eccitando tant’è che sentì la sua figa, quella si, che si stava bagnando.
Allungò le braccia sopra la testa ed emise un sospiro e lasciò che le mani di Luciana corressero sulla schiena.
Luciana rimase un secondo interdetta ma capita la situazione si abbassò ancora di più sulle ginocchia ed iniziò a strofinare le sue grandi labbra sulle chiappe dell’amica mentre con le mani massaggiava la sua schiena.
Vera era in subbuglio, ogni carezza sulla schiena la faceva emettere un sospiro eccitato e Luciana, conscia di ciò, si allungava sempre di più verso il collo dove, una volta giunta, massaggiò le cervicali.
Ora Vera era in balia di Luciana che con una mossa furtiva si slacciò il reggiseno e flettendosi in avanti sfiorò con i suoi capezzoli la schiena di Vera. Ora era Vera che si mordeva le labbra cercando di resistere all’onda di piacere che stava montando e quando senti il petto dell’amica appoggiarsi con decisione alla sua schiena mentre le sue mani cercavano le spalle, Vera emise un gemito che suono come un si, prolungato e voglioso.
Luciana era eccitata, ora sentiva le mutandine fradice dalle sue secrezioni e la voglia di baciare, leccare quella donna ormai era insostenibile, decise quindi di cominciare a baciarle il collo e poi correre con la lingua sul lobo dell’orecchio sinistro.
A quel contatto Vera impazzì. Estese il collo e Luciana ne approfittò per per mettere le due mani sul pomo di Adamo, tirarla dolcemente verso di se e baciarla e se in un primo momento sentì le labbra serrate di Vera opporsi dopo si schiusero e le due lingue si trovarono.
Ne seguì un bacio lungo, Vera si sfogava di tutti quegli anni in cui inconsciamente aveva bloccato quel piacere mentre Luciana si sfogava per la gioia di avere sotto di se un corpo acerbo, da quel punto di vista, ma maturo e consapevole del piacere che poteva donare.
Stando seduta sui glutei dell’amica spostò una mano dal collo e dapprima le massaggio un gluteo per poi insinuarsi in mezzo alle gambe alla ricerca della figa di Lei. Vera, sentendo la mano corretele in mezzo alle cosce, allargò leggermente le gambe e quando sentì le dita dell’altra insinuarsi sotto il tessuto succhiò la lingua di Lei più forte. Luciana trovò la figa di Vera aperta, umida, bollente e con la mano la tasto, ci giocò e poi infilò un dito dentro provocando brividi di piacere nel corpo dell’amica.
Con il dito che la penetrava Vera era in estasi non capiva più nulla, si staccò dalla bocca di Luciana e ansimando dal piacere disse “Ti prego fammi venire! Fammi venire!”, la sua voce era roca quasi gutturale.
Luciana continuava a “cavalcarla”, come una moderna amazzone le prese i capelli e li tirò, ora Vera formava con il corpo una s appoggiata sul letto: il culo proteso in fuori per permettere alla mano di tastarla meglio, la testa in alto mentre ginocchia e pancia erano appoggiate sul letto.
Il corpo tremò e Lei urlò un si di liberazione e di piacere prima di sentire le gambe cedere e abbassarsi steso supina sul letto. Subito Luciana si stese sopra, baciando nuca, schiena e tutto quello che poteva, eccitata come un predatore che sente il sangue della preda ferita.
Sotto di Lei Vera cercava di girarsi e quando ci riuscì i suoi seni sfregavano contro quelli di Luciana che non aveva voluto saperne di spostarsi. Luciana guardò l’amica ansante, il viso sfatto dall’inaspettato piacere, si abbassò e ricominciarono a limonare con Vera che rideva e piangeva in un contrasto di sentimenti.
Luciana alzò di nuovo il busto e strinse le gambe sui fianchi di Vera che a sua volta appoggio le mani sui fianchi dell’amica che, lentamente cominciò a spostare il bacino in avanti scivolando verso il seno.
Vera la guardava avanzare ancora intontita dal piacere e quando si trovò il pube dell’amica ad un palmo dal suo mento percepì l’odore del sesso bagnato dell’amica e venne presa da una nuova voglia, così inarcò il bacino e il suo mento finì a contatto con la parte più bassa delle mutandine.
Ora Vera sentiva distintamente l’odore dell’amica, non resistette e aperta la bocca baciò quelle mutandine intrise di umori. Riuscì con un piccolo contorsionismo a portare una mano sotto le cosce dell’amica, a scostare un lembo del tessuto che ricopriva la sua figa e bacio le labbra di quella donna. L’inizio fu timido, labbra contro labbra quasi a saggiarne la consistenza, la morbidezza, come quando si ha paura di rompere qualcosa che si è cercato per tanto tempo, poi si fece tuono, si fece uragano e con la lingua cercò, esplorò assaggiando, bevendo ogni goccia di piacere che quel corpo stillava.
Luciana si lasciò coccolare da quella lingua, ogni tanto roteava il bacino, lo portava più avanti o più indietro per dare modo alla lingua di Vera di toccare le sue parti più sensibili; quando poi quest’ultima riuscì a prendere in bocca il clitoride portò le braccia indietro e sospinse il bacino in avanti per godersi tutta il piacere di cui era capace.
Vera succhiava il clitoride, sentiva le cosce di Luciana stringerle la testa, era bloccata e sentiva le convulsioni di piacere dell’amica farsi sempre più spasmodiche. Vera mise le mani sui glutei di Luciana e li spinse verso di lei per penetrarla con la lingua e la tenne in quella posizione finché non sentì cedere le braccia dell’amica e sentì la sua schiena adagiata sulle gambe, solo allora si spostò leggermente per respirare meglio.


Il mattino seguente, dopo colazione, si presentarono alla reception e dissero al concierge che Luciana si sarebbe trasferita nella suite con Vera.


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