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Puttana per una notte. Parte 1


di FleurDamande
18.01.2024    |    10.702    |    15 9.8
"Sei stata prenotata dalle 9 di sera al mattino seguente, e dovrai soddisfare tutte le richieste dei partecipanti..."

Ed eccoci di nuovo per parlare dei primi passi che io e Carlo abbiamo mosso nel mondo del gioco di coppia. Come dicevo nel primo racconto, la nostra prima volta è stata più che scoppiettante, e per quasi due anni Carlo è stato ampiamente sollazzato e intrattenuto da Mariela.
Ovviamente mio marito mi è stato sempre profondamente grato per la mia generosità, e oltre a scoparmi adeguatamente, ha provveduto a sistemare anche me.
Una sera, dopo che Mariela aveva ingoiato fino all'ultima goccia del suo sperma nel salotto, mi aveva raggiunta in camera da letto. Lo aspettavo da ormai tre ore, durante le quali avevo guardato un film. Quella sera mi aveva chiesto di stare solo con la nostra colf, e io avevo accettato, ma non avevo potuto fare a meno di ascoltare i loro gemiti, che certo non si curavano di limitare, e più volte mi ero accarezzata il clitoride e il seno, aspettandolo.
Appena arrivato avevo cominciato a baciarlo smaniosamente, ficcandogli con dolcezza la lingua in bocca e ansimando, ma Mariela gli aveva tolto anche le forze, e quindi capii che avrei dovuto soddisfarmi da sola.
Presi il vibratore, ma non volevo venire subito, lo misi al minimo, perché volevo stuzzicarlo a parole....
Cominciai a strusciarmi l'oggetto vibrante sulle piccole labbra e accarezzandomi i seni...mentre lo guardavo negli occhi esordii dicendo che volevo che mi mandasse a fare la troia.
Lui mi accarezzó il seno sorridendo e annuendo, ma capii che non aveva afferrato il senso della richiesta....io volevo davvero andare a fare la troia, e volevo che lui organizzasse per me.
Carlo sbarrò gli occhi, mostrandosi un po' turbato, ma anche eccitato. Volevo che il mio battesimo avvenisse in grande, volevo essere pagata per fare sesso, e volevo che avvenisse in un incontro con più uomini, che avrei raggiunto da sola. Volevo essere sfruttata come un oggetto, essere utilizzata da dei maschi che si passavano il mio corpo tra loro per togliersi il prurito, senza preoccuparsi di guardarmi in faccia.
Immediatamente mi si bagnó la figa, non so se più per il vibratore o per la richiesta che avevo fatto, ma sicuramente Carlo si era fomentato, così prese il vibratore in mano e cominció a gestirlo lui.
D'un tratto mi affondò il giocattolo nella figa per tutta la lunghezza, provocandomi uno spasmo di godimento fortissimo.
"Sei una cagna, che troia....mi stai dicendo che vuoi farti aprire la figa e il culo da un gruppo di sconosciuti? Lurida puttana, senti come ti stai eccitando...saresti capace di andare a prendere cazzi per strada! Saresti capace di farti prendere dietro un albero, senza nemmeno sapere che faccia ha chi ti sta sborrando dentro!"
Improvvisamente il vibratore non era più necessario, e dimenticando la stanchezza, Carlo mi aveva affondato il cazzo nella figa fradicia e continuava a insultarmi, mordendomi forte il labbro e sussurrandomi parole taglienti mentre mi guardava con pupille di fuoco.
Ero lí, inerme, con le gambe spalancate, turbata ma allo stesso tempo fradicia d'eccitazione, mentre lui mi martellava, e potevo solo urlare "Sí!", mentre lui mi stringeva i capezzoli fino a farmi male.
Ad un certo punto venimmo insieme ululando di piacere, e ci addormentammo presi per mano in un sonno profondo e senza sogni.
Nei giorni seguenti tra noi c'era una strana tensione, Carlo era molto assorto e indaffarato, mi parlava il minimo necessario, e pensai di averla fatta grossa, forse mi ero spinta troppo in là.
Qualche sera dopo cercai la sua mano nel letto, ma lui si sfiló dal mio tocco e si mise a dormire voltandomi le spalle.
Ero quasi al culmine della sopportazione la sera dopo, quando piangendo e smocciolando, affettavo le zucchine per la cena con gli occhi velati dalle lacrime, quando improvvisamente me lo trovai dietro.
Mi sollevò la gonna, e strappandomi i collant scostó le mutandine. Ero immobile nella sua presa d'acciaio, mi mancava il fiato. L'avambraccio di Carlo mi strozzava leggermente, così che per respirare dovevo tenere la bocca aperta, attendendo immobile la fine di quello strano silenzio inquietante. Mio marito prese una zucchina e me la mise in bocca.. "Leccala, puttana!" Dopo avermela spinta grezzamente in bocca, me la ficcó in mezzo alle gambe e cominció a scoparmi a ritmo sostenuto.
"Dopodomani sarai accontentata troia, ti recherai a un addio al celibato, e animerai la serata. Sei stata prenotata dalle 9 di sera al mattino seguente, e dovrai soddisfare tutte le richieste dei partecipanti."
Ero terrorizzata e totalmente bagnata al tempo stesso, in più Carlo continuava a insultarmi e a scoparmi, in un vortice di emozioni fortissime che ormai mi avevano condotta al raggiungimento dell'orgasmo. Non contento, Carlo insistette nel chiavarmi con l'ortaggio, nonostante mi divincolassi per cercare un attimo di pausa.
"Eh no cara mia, sei una puttana, e le puttane fanno quel che dicono i clienti.."
Si tolse 100 euro dalla tasca, e me li ficcó in bocca, ordinandomi di tenerli così. Dopodiché mi strappó di sopra il maglioncino e il reggiseno, e piegandomi a 90 mi face atterrare col seno sul piano di lavoro. I miei capezzoli si strusciavano sul freddo del marmo, in mezzo agli ortaggi tagliati, che cadevano rotolando tutto intorno. Infine Carlo mi tolse via la zucchina ed entrò col pene, ma solo per lubrificarlo. Subito dopo mi affondò senza tanti complimenti nel culo, e cominció a pompare come un toro, incurante delle mie gambe che a stento si reggevano per l'emozione.
D'un tratto, mi rigiró come una bambola di pezza e mi fece inginocchiare ai suoi piedi, per venirmi in faccia con un grido roco, tenendomi per la nuca, mentre io attendevo docilmente con la banconota ancora tra i denti. Dopo esser venuto, mi lasció lí e se ne andò. Dopo un doccia veloce s'era rivestito ed era uscito senza dirmi dove andasse.
Posso dire che non ero dispiaciuta, mi stava trattando esattamente come volevo, come una volgare puttana...
Avevo la figa in fiamme, così me ne andai in camera da letto, e pensando a quello che era appena successo mi procurai altri due orgasmi....e il bello doveva ancora venire...
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