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estate in grecia!!!


di falketto
20.07.2009    |    25.765    |    0 6.3
"Sembrava che il mare fosse nostro e non esistesse nient’altro, i fuochi sulla riva ormai erano solo un ricordo della nostra mente, erano come spenti anche..."
Finalmente le vacanze estive; una settimana in Grecia, precisamente Corfù; un bellissimo posto, un mare che credo difficilmente rivedrò e dei posti veramente incantevoli, al contrario non tanto mi è piaciuta dal punto di vista dei villeggianti, età media troppo bassa. Tutto sommato però è stata una vacanza molto bella e divertente.
In molti vi starete chiedendo: “Chissà che hanno combinato questi 2 in una settimana di vacanza lontani da casa” e invece mi spiace deludervi ma la vacanza è stata del tutto normale, d’altronde è il prezzo da pagare quando si va in vacanza con gli amici, precisamente con un’altra coppia. Però è successo qualcosa che merita di essere raccontato.
Altroché se merita. È stata una delle più belle situazioni in cui ci siamo trovati, per nulla voluta, per nulla desiderata. La ricordo con molto entusiasmo, situazioni come queste difficilmente si dimenticano. Adesso vi racconto.
Finalmente dopo qualche ricerca trovammo un localino adatto per noi, la maggior parte delle persone erano nostri coetanei o almeno non erano i soliti 17enni; molto carino, era sulla spiaggia e faceva buona musica. Andammo spesso in questo locale e una sera i nostri “compagni di sventura” decisero di rientrare un po’ prima (fortunatamente ognuno aveva il suo scooter) così restammo soli. Ci mettemmo a ballare ancora un po’, nessuno si avvicinò si capiva che volevamo restare soli, non essere disturbati. Lei era stupenda, niente di trascendentale ma semplicemente uno short bianco e una camicetta dello stesso colore, con annesso l’intimo (non si poteva fare a meno).
Bevemmo ancora qualcosa, eravamo brilli al punto giusto, quel tanto che basta per perdere le inibizioni ma soprattutto abbastanza poco da poter ancora ragionare perfettamente.
A questo punto seduti su un divanetto iniziammo a baciarci in modo molto intenso, più di una volta la mia mano scendeva fino all’interno cosce per poi risalire sul seno, il tutto senza dare scandalo; in altre occasioni e lucida non mi avrebbe mai permesso quei movimenti in pubblico e proprio per questo la mia eccitazione salì alle stelle; le sbottonai un bottoncino della camicetta in modo che il seno avesse più libertà e fu proprio lei a dirmi in un orecchio “carpe diem”; quelle 2 parole mi bastarono, me le diceva spesso e in ogni occorrenza riuscivo sempre a capire a quale occasione si riferisse; in quel caso la situazione era ben che palese. Non restava altro da fare che guardarci intorno e scegliere. La guardai e dissi “sceglilo” e lei con fare da zoccola vissuta rispose “perché non dici sceglili” e senza aggiungere altro indicò con gli occhi due ragazzi seduti al bancone, entrambi di carnagione scura e fisicamente messi molto bene, uno con capelli lunghi e l’altro un po’ meno. Ad essere onesti quella cosa mi diede un po’ di fastidio, perché vuol dire che già li aveva adocchiati, fin dal primo momento; ma alla mia domanda come mai proprio loro, rispose che la stavano mangiando con gli occhi da quando ci eravamo seduti sul divanetto e che poi erano gli unici in coppia e senza ragazze. Onestamente aveva ragione, erano gli unici senza ragazze e non in comitiva, fino ad oggi non ho mai saputo se i miei pensieri fossero giusti oppure se effettivamente il tutto era andato come lei aveva detto.
A questo punto non restava che abbordare; ci avvicinammo al bancone e ci mettemmo accanto a loro, ordinai da bere e nel mentre aspettavamo i cocktail mi voltai verso di loro e chiesi in inglese se avessero da accendere e uno di loro rispose con un “certo”; d’altronde non era difficile immaginarlo chiunque sia stato a Corfù e precisamente a Ipsos durante la settimana centrale di agosto,sa benissimo la quantità industriale di italiani che ci sono, soprattutto del sud.
A quella risposta seguì una mia con la quale rimarcavo il fatto che anche noi eravamo italiani e che dopotutto c’era da aspettarselo e loro annuirono. Ormai il ghiaccio era rotto, bisognava solo fare la granita, quindi ripresi chiedendo le solite cose, di dove siete, da quanto tempo siete qui, siete da soli e altre stronzate del genere; loro rispondevano in modo molto cordiale, erano pugliesi di non so quale posto in provincia di Bari, ma soprattutto non perdevano occasione di allungare uno sguardo impertinente nella scollatura della mia fidanzata. A questo punto intervenne anche la mia ragazza e iniziammo una bella chiacchierata sul posto, sul mare e la night life, trovandoci d’accordo su molti punti. Nel frattempo stavamo consumando i nostri cocktail al bancone e quindi chiesi di andarci a sedere al tavolino, trovammo uno libero (ormai il nostro era stato occupato) e ci accomodammo, si chiacchierava di tutto, finanche di politica; ma loro più che interessarsi ai nostri discorsi si interessavano di più della mia fidanzata che, ormai poco partecipe al discorso, si limitava a bere dalla cannuccia il cocktail in modo molto stuzzicante e sedeva con le gambe accavallate, mettendo in faccia a loro la sua stupenda coscia, facendo dondolare sul piede il sandalo.
Quella semplice visione del sandalo che ondeggia sul suo piede mi metteva un’agitazione dentro enorme, superba e un’eccitazione pazzesca.
Dopo un po’ decidemmo di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia; stupendo quel mare luccicante entro il quale si specchiava la luna, era molto romantico. Sulla spiaggia c’era anche un bel po’ di gente; qualche coppia ad amoreggiare, qualche gruppetto di ragazzi intenti a passarsi una canna, qualche fuocherello accesso nonostante non fosse il 15 di agosto e qualcuno a farsi il bagno.
Fu proprio quest’ultima visione che fece venir voglia alla mia lei di fare il bagno. Logicamente loro risposero subito di si; non avevo messo in preventivo minimamente l’idea di fare un bagno, quindi all’inizio dissi subito di no puntando sul fatto che non avevamo il costume e uno di loro rispose istantaneamente “beh facciamolo in mutande”, il compagno,logicamente, subito accettò e la mia ragazza continuò dicendo che era un’idea fantastica; quindi non restava altro che spogliarci e fare il bagno.
Camminammo ancora un po’ e arrivammo in un posto un po’ più lontano, i fuochi si vedevano lo stesso ma eravamo abbastanza lontani da occhi indiscreti. Ci spogliammo e restammo in intimo, io e loro in boxer e lei in culottes e reggiseno. Era stupenda con quelle culottes bianche di pizzo e il reggiseno coordinato, nonostante fosse buio si riusciva a distinguere nettamente il pelo nero sotto quel pizzo bianco. Anche loro si soffermarono a guardarla in tutto il suo splendore e dissero qualcosa in dialetto stretto che non ho mai capito cosa volesse dire.
Ci buttammo subito in acqua, bella limpida e anche un po’ calda e a contatto con questa subito il suo intimo diventò trasparente; ormai il pelo era nitido e riuscivo a scrutare perfettamente il contorno dei suoi capezzoli, ormai eravamo in uno stato di eccitazione totale e lo si poteva vedere molto bene dai nostri costumi; non persero tempo più di tanto e non ricordo nemmeno come, ma trovai la mia ragazza avvinghiata fra le braccia di quei due sconosciuti, l’intimo ormai tolto, eravamo nudi in acqua, tutt’e tre addosso alla mia ragazza e lei addosso a noi. Iniziò a spomparci a ognuno di noi, loro ridevano e la incitavano in dialetto stretto e lei ci dava giù da matti. Fu un momento di lucidità a farle dire “il preservativo, metti il preservativo”, uno di loro non voleva, voleva fare senza, diceva che così si perdeva l’attimo ed aveva ragione però senza non si fa nulla (non si sa mai). Non ricordo chi si sacrificò e tornò sulla riva a prendere i preservativi che avevano nel portafoglio. Toccò prima ad uno fotterla mentre all’altro veniva succhiato; eravamo con l’acqua che ci arrivava ai fianchi, lei in piedi e piegata in avanti col culo verso il cazzo dello stallone di turno e inclinata a 90° in avanti col cazzo in bocca dell’altro. Io ero intento a toccarla un po’ ovunque, ogni tanto mi affiancavo col mio cazzo alla sua bocca e lei si cimentava in un doppio pompino.
Quella situazione stupefacente mi portava un brivido dietro la schiena e un’eccitazione tale da farmi venire subito, lo stesso fu per quello che la scopava da dietro, non durò molto.
Sembrava che il mare fosse nostro e non esistesse nient’altro, i fuochi sulla riva ormai erano solo un ricordo della nostra mente, erano come spenti anche se continuavano a brillare da lontano.
Appena ebbe finito il ragazzo che stava dietro, quello che veniva spompinato, che stringeva ancora in mano il preservativo da usare per la sua scopata si posizionò dietro e cominciò a fotterla come un matto. Il rumore dei colpi e del contatto fra i due corpi era amplificato dalla presenza dell’acqua e diventava man mano sempre più forte e frequente, fino a quando anche quest’ultimo non arrivò.
Dopo un po’ di tempo uscimmo dall’acqua e ci trovammo in piedi sulla riva, si alzò anche un po’ di venticello che si faceva sentire sulla cute sotto forma di brevi ma intensi brividi di freddo, ci dovevamo asciugare e s’era fatto anche un po’ tardi, anche se in vacanza non è mai tardi per rientrare. Restammo sulla sabbia asciutta ancora per un po’, logicamente avevamo rimesso l’intimo ancora tutto bagnato, avevamo sabbia dappertutto. Dall’intimo si riusciva a vedere perfettamente il sesso di ognuno di noi, chiunque passava lanciava un occhio su di noi sdraiati in fila sulla sabbia che parlavamo, si fantasticava e loro ci proposero di proseguire la vacanza assieme e di fare chissà quante porcate. Noi dicemmo che stavamo con altri e che non volevamo far sapere l’accaduto; ci rassicurarono dicendo che non l’avrebbero mai detto, ma onestamente non mi fidavo.
Mentre si chiacchierava sdraiati le loro mani andavano in perlustrazione addosso alla mia ragazza, nelle culottes, sotto il reggiseno e in ogni posto possibile. L’eccitazione diventò palese per tutti; per noi che ormai avevamo il cazzo ritto fra le cosce e per lei che ormai apriva le cosce a quelle mani sconosciute per far raggiungere le sue intimità. La volevano riscopare, però ormai i preservativi erano finiti, anch’io volevo vederla scopare di nuovo ma soprattutto lei voleva accogliere fra le cosce un bel cazzo duro, ma non fu possibile; quindi sdraiati sulla sabbia si limitò a fare un pompino ad ognuno di loro. Era una maestra, muoveva la sua lingua lungo tutta l’asta, dalle palle alla cappella e si soffermava con le labbra su quest’ultima come a succhiare un gelato e contemporaneamente aveva una mano sul cazzo dell’altro per segarlo. Io mi limitai a guardare e a toccarmi, potevo scoparla ma meglio evitare onde far nascere in loro qualche istinto animalesco, quindi mi limitai a masturbare la mia ragazza da dietro e ad ammirare la visione di quel magnifico pompino che la mia ragazza aveva riservato a quei due. Era completamente aperta e bagnata, la figa sembrava implorare di essere scopata, potevo infilarci senza problemi quasi tutta la mano. Il primo non ci mise molto ad arrivare e anche la quantità di sperma che rivoltò in bocca alla mia ragazza non fu impressionante, ma quanto basta per dissetarla. Il secondo ci mise un po’ più di tempo e con la testa della mia ragazza fra le sue mani, la portava avanti e indietro con una foga pazzesca e le diceva le più grosse porcate in dialetto. Io continuavo a sfondarle la figa con le mani e sentivo che ne godeva ma soprattutto lo capivo da come la spingeva sulla mia mano, affinché potesse entrare sempre di più Dopo poco scoppiai e rivoltai il mio seme sui fianchi della mia ragazza che non curante di ciò che avevo fatto continuò a pompare con grande maestria quella nerchia che aveva in bocca. Non passò molto tempo che anche questi le arrivò in bocca, anche stavolta la quantità non fu elevata, ma anche stavolta la mia ragazza non si fece scappare nemmeno una goccia.
Asciugati ormai alla meglio ci rivestimmo senza indossare l’intimo, era troppo bagnato, li salutammo e ce ne andammo con il nostro scooter verso il nostro appartamento.
La mia ragazza non ha goduto, l’avevo capito e quindi appena a letto mi ha quasi costretto a rifare l’amore, non potevo rifiutare, ma per me quella serata è stata una delle più belle che abbia mai trascorso con lei e la ricordo con molto affetto e eccitazione.
Logicamente per i restanti giorni convinsi i miei amici a cambiare le destinazione delle nostre serate, andando in tutt’altri posti; in questo modo evitammo di rincontrare quei due ragazzi. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

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