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La nave scuola....della sottomissione!


di dominatodamiasuocera
10.08.2022    |    1.253    |    0 6.0
"Sei tu che devi baciare il mio piede, non io che devo farmelo baciare da te..."
A molti è capitato di incontrare, prima o poi, una "nave scuola", ina di quelle donne, generalmente più mature o più adulte che, grazie alla loro esperienza maturata, ci hanno fatto scoprire i piaceri della carne.
Nel mio caso, questo è accaduto più prima che poi, ma quel che rende la mia esperienza diversa dalle altre, è che, nel mio caso, la "nave scuola" in questione, più che ai piaceri del sesso, mi ha instradato verso quelli, più profondi, della sottomissione!
Tutto ebbe inizio quando mio padre, dopo la separazione da mia madre ed il conseguente a bandono del tetto coniugale, si trasferì appena fuori città, in una villetta isolata nella campagna ma al contempo a due passi dal più vicino abitato, andando a vivere con un'altra donna che frequentava già da un pò di nome Teresa.
Al tempo, Teresa aveva 45 anni, era alta circa 1,70 con una bella 4^ misura di seno, capelli biondo chiaro che portava raccolti e che facevano il paio con mani e piedi curatissimi dalle unghie moderatamente lunghe sempre laccate alla perfezione di rosso vermiglio....insomma, quella che si potrebbe definire una gran bella donna, fatta e finita, soprattutto se parametrata agli anni '80, quando questa storia ebbe inizio!
Dopo aver continuato a vivere per qualche anno con mia madre, in seguito ad alcune incomprensioni, mi trasferii da mio padre che, dopo averne parlato con Teresa, mi accolse a casa loro; a causa del suo lavoro, però, mio padre usciva presto la mattina e rincasava la sera tardi ed io, ad eccezione delle ore che trascorrevo a scuola, rimanevo solo in casa con Teresa che, dopo alcuni trascorsi lavorativi, aveva deciso di rimanere a casa o cupandosi esclusivamente delle faccende domestiche.
Inizialmente i rapporti tra di noi andarono magnificamente, con lei che, premurosa come una madre ed affabile come un'amica, giorno dopo giorno diventava per me l'unico punto di riferimento, al punto tale che tra noi non c'erano pudori dovuti alla mancanza di parentela ma, al contrario, assoluta confidenza e libertà priva di malizia, o almeno così credevo.
In estate, ad esempio, nei caldi ed oziosi pomeriggi, capitava ci sistemassimo entrambi nella mia cameretta che, avendo due letti singoli uniti ed essendo la più fresca di tutta la casa, ci consentiva di sdraiarci a leggere senza sudare troppo, ma, al fine di raggiungere lo scopo, mentre io rimanevo in mutande, lei faceva altrettanto esibendo un fisico, oltretutto valorizzato da completi intimi di pizzo bianco, che difficilmente mi lasciavano libero di concentrarmi sulla lettura.
Altre volte capitava che, prima di sdraiarsi, si mettesse di fronte lo specchio del mio armadio rimirandosi con le mani che scorrevano sul suo seno e sui suoi fianchi, compiacendosi rivolta a me e chiedendomi cosa ne pensassi, al che il mio imbarazzo che doveva apparire palese ad una donna di quell'età, valeva più di mille parole!
Da qualche tempo, mi ero reso conto di fermare lo sguardo sempre più spesso sui suoi piedi, tanto quando capitava di uscire di casa, dove calzava sempre scarpe di un certo tipo che ne valorizzavano il portamento, oltre che le forme, quanto quando eravamo in casa, dove era solita indossare ciabatte alte, in stoffa, che, essendo aperte sul davanti, mettevano in risalto le dita dei piedi che rimanevo incantato a rimirare, specie quando, a causa della pressione esercitata, il dito indice faceva quel tipico movimento di contrazione involontario che mi faceva impazzire!
Tutto questo, fece sempre più frequenti le miei incursioni in bagno, dove sfogavo i miei crescenti impulsi sessuali per quella donna con lunghe sessioni di maturbazione, al punto che, avendo evidentemente abusato del mio autoerotismo, mio padre mi portò dal medico di famiglia che mi prescrisse una cura ricostituente, non senza averne svelato il motivo non soltanto a mio padre, ma anche a Teresa che era presente.
Ricordo che, durante il viaggio di ritorno in macchina, con il suo consueto tono materno mi chiese, senza ovviamente aspettarsi una risposta vera e propria, a chi pensassi mentre facevo certe cose, neanche ci fossero queste bionde mozzafiato seminude in giro per casa....
Capii da quelle parole che avesse perfettamente chiara la situazione e lo capii ancora di più quando, poco tempo dopo, nel riassettare la mia stanza, Teresa trovò, mezzo nascosta, una videocassetta pornografica; atteso che tornassi sa scuola, dopo pranzo mi disse con tono amichevole che aveva trovato il VHS, che non dovevo vergognarmi, che non lo avrebbe detto a mio padre, aggiungendo che sarebbe stata curiosa di vederne il contenuto insieme a me, come se questa sua richiesta fosse uno scambio per il suo silenzio, ed io, benchè imbarazzatissimo, acconsentii!
Ci sistemammo sul divano, mentre il VHS, che conteneva il classico pornazzo anni 80, scorreva immagini che ebbero l'effetto di far trasalire il mio cazzo, che divenne un monolite; la cosa non passò inosservata agli occhi di Teresa che, con mio stupore mi disse:"lo so che stai per scoppiare, se vuoi puoi masturbarti, non mi scandalizzo mica..."; rimasi di stucco, indeciso sul da farsi, quando l'imbarazzo l'ebbe vinta e preferii declinare l'invito, benchè fosse chiaro ad entrambi che fosse la cosa che avrei voluto sopra ogni altra!
Passò altro tempo da quell'episodio, dopo il quale altri ne seguirono, benchè meno e latanti, ma benchè fossi ormai soggiogato da quella donna, sembravo non accorgermene; certo, ormai era la mia musa ed approfittavo della mia condizione per abusare di ogni feticcio quando capitava di rimanere solo in casa....la sua biancheria sporca nella cesta dei panni da lavare erano prede abituali attraverso le quali mi inebriavo di odori ed umori sotto forma di secrezione, ma i suoi piedi rimanevano la mia ossessione e quelle ciabatte fiorate in tessuto, ormai stra usate, rimanevano il mio sacro graal dal quale attingevo linfa che mi faceva indurire il cazzo all'istante!
Gli afrori che emanavano quelle ciabatte erano una droga e non di rado ho infilato la cappella turgida nella spunta della ciabatta scopandola come fosse il sesso della sua proprietaria mentre dall'altra ne inalavo l'essenza; purtroppo, la mia inesperienza faceva si che non sempre riuscissi a sfilarmi senza riempire quelle ciabatte di seme bollente e quando ciò accadeva risultava poi assai complicato ripulire le tracce del misfatto, essendo in tessuto che, come arso, assorbiva parte del mio piacere.
Un giorno, tornando da scuola, trovai la cucina stranamente vuota, senza traccia di Teresa né di cibo per il pranzo, al che, pronunciatone il nome, rispose dal salone, dove la trovai semi sdraiata a guardarmi con aria inquisitoria; senza giri di parole mi disse:"posso sapere cos'hanno le mie ciabatte di tanto speciale da essere oggetto delle tue porcate?! Vedi di essere convincente, altrimenti mi vedrò costretta ad i firmare tuo padre e non credo ne sarebbe felice!"
I suoi occhi verdi avevano perso il consueto taglio materno ed amichevoli ed ora sembravano lame taglienti, di fronte le quali mi sentivo pervaso da uno strano brivido; risposi il più sinceramente che potevo:"ti chiedo scusa per ciò che ho fatto, ma, ecco, anche se so che potrà sembrarti folle, mi sento attratto da te, ma, soprattutto dai tuoi piedi ed attraverso le tue ciabatte riesco almeno a percepirne gli odori."
"Ma guarda", disse lei con un accenno di sorriso che strideva con lo sguardo, immutato, "abbiamo un segaiolo feticista in casa"....
Io non sapevo cosa rispondere, visto che sapevo di essere attratto dalle sue estremità, ma non avevo idea di cosa significasse il termine feticista, d'altronde eravamo negli anni '80 e forse solo la NASA sapeva già dell'esistenza di internet....
Mentre ero assorto in queste inutili elucubrazioni mentali, Teresa spinse uno dei suoi piedi in avanti, verso di me, e guardandomi fisdo negli occhi mi disse:"forza, fammi vedere quanto ti piacciono....avanti, bacia il piede alla signora!"
Non ho mai saputo cosa significasse l'ultima frase, ma non potrò mai dimenticarla, perchè fu nell'istante dopo averla prinunciata che la mia vita cambiò; presi il suo piede tra le mani tremolanti, come fossero la cosa più preziosa del mondo e feci per avvicinarlo al mio viso, quando lei lo ritrasse e perentoria disse:"in ginocchio....sei tu che devi baciare il mio piede, non io che devo farmelo baciare da te....muoviti!"
Vivevo come un'altra dimensione, di fronte una donna che non si era mai rivolta a me in modo così severo e che al contempo mi stava offrendo l'opportunità di fare ciò che a evo solo potuto sognare nelle mille sedute in bagno a masturbarmi; obbediente mi inginocchiai, avvicinai il mio viso al suo piede che potevo finalmente ammirare in tutta la sua maestosità!
Pianta larga, alluce leggermente "grosso", unghie lunghe, come già detto in precedenza e come usava negli '80, con quello smalto rosso che aveva su di me lo stesso effetto che avrebbe avuto su un toro durante la corrida!
Teresa allargava e stringeva le dita mentre io mi avvicinavo sempre di più, finchè, quando ormai ero prossimo alla fonte del piacere, alzò la punta del piede cosicchè potessi avere di fronte a me la sua pianta; iniziai a baciarla, alternando alle labbra profonde inspirazoni attraverso il naso completamente infilato tra le dita, mentre lei muoveva affinchè il contatto fosse il più profondo possibile, finché mi esortò:"ora, lecca!"
Continua....
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