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Prime Esperienze

Voglio il mio avvocato!


di Lazio-Sicilia
25.11.2022    |    12.363    |    14 9.2
"Sempre con il passare degli anni ho imparato che il sesso è un mix tra lotta e danza in cui devi prendere le misure all’altro corpo, farlo aderire per bene al..."
Quando squillò il telefono e sentii il mio vecchio capo propormi di ritornare nella mia Sicilia per un incarico molto delicato e alquanto prestigioso, anche se in quel momento lavorativamente ero in altre faccende affaccendato, non stavo nella pelle. D’altronde si trattava del weekend. Poi in questo 2022 ottobre sembra giugno come temperatura quindi perché no? Molto volentieri!
Il team di lavoro era composto da quattro persone: me, il mio capo, una nuova collaboratrice di nome Eleonora (di cui avevo squadrato la foto profilo di whatsapp senza entusiasmarmi più di tanto) e un certo avvocato Emiliano di cui sapevo zero.
Il primo ad arrivare all’aeroporto di Catania fui io, dopo circa un’ora toccò al mio capo e dopo ancora un’ora sarebbe stata la volta di Eleonora ma – ahimè – il suo volo era stato cancellato e ne avrebbe preso un altro che sarebbe però atterrato soltanto dopo pranzo. Troppo tardi per i tempi stretti in cui ci barcamenavamo. Dovevamo assolutamente avvantaggiarci. Così decidemmo di passare a prendere l’avvocato Emiliano che si trovava già in città dalla sera prima.
Arrivati nel centro di Catania nel luogo prefissato per l’incontro, di questo avvocato – che io immaginavo vecchio, basso, grasso, con i capelli unti, il sigaro in bocca e pure parecchio antipatico – nemmeno l’ombra.
In mezzo alla piazza soltanto una ragazza bellissima, alta, magra, mora con i capelli ricci, gli occhi verdi, un tailleur giacca-pantalone rosa e un top nero che lasciava intravedere una buona terza coppa C… Era lei l’avvocato Emiliano!
Salì in macchina, ci salutò, si presentò e si mise a parlare subito con il mio capo della situazione da affrontare.
Io ero seduto davanti accanto al conducente ma non riuscivo a non girarmi verso i sedili posteriori per guardare le grazie dell’avvocato così di tanto in tanto facevo finta di entrare nel discorso ma sarei voluto entrare in ben altra cosa!
Arrivati nella “perla dello Jonio”, per quanto mi riguarda con un accenno di torcicollo e un’erezione perpetua, io e il mio capo ci siamo subito messi al lavoro mentre l’avvocato si è data allo shopping e al cazzeggio insieme ad un suo collega del luogo che la aspettava insieme a moglie e figlio.
Ogni tanto ci incrociavamo e scambiavamo qualche battuta fugace, anche ambigua. Inoltre vedevo che lei si metteva in posa per farsi fotografare da questo suo collega che però non si dimostrava di certo Oliviero Toscani così io presi la palla al balzo e con il suo iphone le feci al volo una decina di scatti che lei apprezzò molto al punto che ne utilizzò subito uno come foto profilo whatsapp del suo numero che nel frattempo il mio capo aveva aggiunto nel gruppo di lavoro.
Terminata la giornata lavorativa noi quattro – nel primo pomeriggio ci aveva raggiunto anche Eleonora – ci avviamo verso l’hotel dove l’avvocato aveva una doppia tutta per sé mentre noi avremmo condiviso una tripla.
Alle 21:00 ci troviamo in strada per mangiare qualcosa tutti insieme e per godere, seppur superficialmente, della movida di Taormina. Era un sabato sera. Vi lascio immaginare cosa ci fosse nel corso principale: la Sagra della Figa!
Però io mi ero fissato con lei e lei con me al punto che durante la cena, mentre continuava a parlare con il mio capo di argomenti noiosi, l’avvocato non riusciva a non rivolgermi lo sguardo ogni trenta secondi circa. E ogni volta che lei mi cercava con lo sguardo incrociava il mio che era lì pronto ad attendere il suo.
Benedetta PNL (Programmazione Neuro Linguistica) che nel corso della vita mi ha insegnato a leggere e a decodificare il Linguaggio del Corpo delle donne: dalla postura alla gestualità manuale, dalla mimica facciale allo sguardo, dal tono di voce per arrivare anche ai silenzi addirittura!
Lei era stupenda: stivali alti, calze a rete, shorts neri, camicia bianca scollata e occhi da femme fatale! Una cavalla da monta di 28 anni! Io ne ho 41 compiuti ma ne dimostro una trentina e in ogni caso non mi faccio mai condizionare dalla differenza di età. L’esperienza conta, aiuta e affascina!
Dopo cena tutti e quattro abbiamo passeggiato, chiacchierato e bevuto insieme fino all’01:00 circa. Dopo di che tutti a nanna. Ciascuno nel proprio letto. Purtroppo.
Quella sera ebbi la certezza che tra noi due c’era chimica e che avrei dovuto trovare l’occasione giusta e il momento opportuno per approcciarla da solo. Ero pur sempre lì per lavorare e lei a conti fatti era il capo del mio capo! Non proprio la più semplice delle situazioni. Anche perché mi rimanevano soltanto poche ore a disposizione.

L’indomani mattina io, Eleonora e il capo alle 08:00 in punto eravamo pronti per il rush finale mentre lei ci avrebbe raggiunto con comodo intorno alle 10:00.
Tra una cosa e un’altra io la cercavo continuamente ma né alle 10:00 né alle 11:00 né alle 12:00 si fa viva così, un po’ preoccupato, le scrivo un messaggio privato chiedendole se le fosse successo qualcosa. Lei candidamente mi rispose che si era svegliata tardi perché la notte precedente non aveva riposato bene per colpa del ciclo che le dà puntualmente qualche fastidio nei giorni clou. Mi ringraziava per essermi interessato a lei. Avevo guadagnato un altro punticino…
Ad ogni modo ci raggiunge per pranzo, facciamo tutti insieme il briefing di chiusura lavori e scaglionati ci dirigiamo chi verso l’aeroporto chi verso la stazione di Catania.
Io avevo un treno per Roma alle 21:00, lei un aereo per Milano alle 22:00 così mi gioco il tutto per tutto.
Mi faccio trovare in aeroporto ma lei non c’è! Le scrivo un messaggio dicendole che l’avrei aspettata lì per un aperitivo e quattro chiacchiere e lei, ben disposta, mi dice che sarebbe arrivata intorno alle 18:30 perché attendeva che il suo collega, con la famiglia, l’accompagnasse in macchina. Ma pure stavolta l’avvocato non si palesa in orario per colpa del traffico catanese della domenica sera e si materializza soltanto alle 20:20!
Ho creduto che non fosse destino. Ho pensato di andarmene. Ma alla fine sono rimasto. E ho fatto bene.
Io ho i minuti contati e so di giocarmi un vero e proprio match ball. Ordino e pago una bottiglia di prosecco, le faccio trovare sul tavolo due calici pieni insieme ad una rosa rossa e in cinque minuti – rischiavo veramente di perdere il treno e di fottermi il lavoro principale per il lunedì mattina successivo – tra un sorso e un bacio le faccio capire chi sono e cosa voglio da lei! Lei è piacevolmente sorpresa e sta al gioco. Mi dà anche il suo numero di cellulare personale e per tutta la sera e per i giorni successivi ci sentiamo, ci scriviamo e ci scambiamo foto.
Capisco che i corteggiatori non le mancano ma lei è quasi annoiata e distaccata dai pretendenti milanesi mentre di me ha apprezzato l’intraprendenza, la determinazione, il garbo, la premurosità e la “focosità” tipica di noi meridionali. D’altronde lei è di origini pugliesi.

Finalmente è di nuovo venerdì e lei ha deciso di raggiungermi nella Città Eterna per trascorrere insieme il weekend. La vado a prendere la sera alle 19:00 a Fiumicino, la porto a casa dove le offro delle bollicine e un po’ di intimità. Inizio a leccarle il collo dietro l’orecchio sinistro per poi scendere sulla scapola e fino al suo meraviglioso seno. Mi eccita troppo. Il cazzo mi esplode nei boxer.
Risalgo con la lingua sulla sua bocca e nel frattempo le sbottono la camicetta e le abbasso la cerniera dei pantaloni. Sono un toro ingrifato e anche lei ha voglia.
Aspettiamo da una settimana questo momento. Sette giorni prima eravamo degli sconosciuti, oggi fuoco e benzina!
Sempre appiccicati come calamite sul frigorifero ci dirigiamo in camera da letto dove ci spogliamo reciprocamente. Sono tranquillo perché lei prende la pillola.
La vita da single per un maschio quarantenne non è facile. Io passo dei periodi anche lunghi da solo mettendo in discussione la mia affermazione con l’altro sesso ma quando mi succedono queste situazioni mi sento Dio, ogni volta mi sento rinascere, mi sento onnipotente!
Ora siamo nudi, avvinghiati e pronti ad andare oltre. I nostri corpi emanano calore, le nostre pelli sono umide e appiccicate.
Lei è una Venere: perfetta dalle unghie delle dita dei piedi fino alle punte dei capelli. Una delle donne più belle che abbia mai visto. E ha 28 anni, cazzo! Questa mi farà sudare…
Ho una gran voglia di assaggiare la sua fica tenera quindi la adagio con le spalle sul letto e mi fiondo verso la porta del Paradiso. Aaaahhh che goduria! Che sapore e che odore sublimi! C’è un leggero retrogusto ferroso post ciclo ma prevale un intenso gusto floreale. Sono in estasi!
Lecco, succhio e mordo ogni centimetro di quel triangolo magico alternandomi tra la superficie esterna a la parte interna. Ci vado dentro con mezza faccia, mi pare di stare dentro l’Etna: sento umidità e calore!
E dopo 5 minuti… un geyser! Mi ha squirtato in faccia, l’avvocato!
Lei ha iniziato a mugolare e a gemere e si è goduta fino in fondo questo intenso orgasmo dimenandosi sul piumone che era tutto zuppo nella parte bassa. C’era anche qualche macchiolina di sangue. Eh vabbe’…
Guardandomi con un’espressione angelica e gettandomi le braccia al collo mi ha confidato che non le era mai capitato di godere così platealmente e si è quasi scusata per l’accaduto. Io l’ho rassicurata e l’ho anche ringraziata per come aveva goduto in maniera così libera e naturale.
Ditemi quello che volete sull’argomento ma nel corso degli anni io ho cambiato la mia visione del sesso: a vent’anni desideravo il mio personale appagamento sessuale e cercavo un posto dove strofinare ed infilare il cazzo fino a sborrare come un instancabile cavallo da monta; a quarant’anni per me l’appagamento sessuale è principalmente dare piacere e godimento alla mia partner anche insegnandole e facendole sperimentare qualcosa di nuovo, se è il caso. E quindi non avrebbe potuto esserci inizio migliore…
Fatta questa considerazione, adesso dovevo cambiare il piumone così mi alzo e comincio a disfare il letto, lei mi guarda e solo ora si accorge del mio cazzo in tiro all’ennesima potenza con il glande quasi del tutto scappucciato che tendeva verso l’ombelico, così teso che avrei potuto appenderci il piumone, la pelle lucida e scura, le vene in rilievo e spavaldo in tutta la sua lunghezza e – soprattutto – larghezza.
Così lei non mi fa fare un passo in più e mentre era inginocchiata sul letto dalla parte dei cuscini si avvinghia sul mio fratellino che scompare tra le sue tette per quanto riguarda l’asta e nella sua bocca per quanto concerne la cappella.
Inizia così a farmi una spagnoletta e un pompino da manuale che mi danno una sensazione di calore ardente che mi pervade dalle palle fino al frenulo.
Io ho un debole per questa pratica e dopo nemmeno 5 minuti il mio cazzo comincia a vibrare e a pulsare con più intensità. Sentivo la voglia e lo stimolo di liberarmi ma per qualche secondo rimanevo sospeso. Lei continuava con dolcezza e al tempo stesso con determinazione perché sentiva che l’esplosione del mio piacere era vicina.
Ancora qualche secondo e un fiume di sborra le inonda il viso, il collo e le tette: 5, 6, 7 fiotti a “battezzarla”!
Lei raccoglie con le dita e con la lingua la sborra che le contornava la bocca e assaggia il mio nettare dicendomi che le piaceva molto il sapore. D’altronde era da una settimana che stavo attento alla mia alimentazione per darle il mio succo più gustoso e nutriente.
Adesso eravamo pari: un orgasmo a uno. Ed eravamo ancora ai preliminari. Ma adesso era il momento di ripulirci per bene.

Entriamo entrambi nella doccia e ci facciamo accarezzare dal getto di acqua calda. Siamo uno di fronte all’altra, in piedi, nudi e alla luce. In fin dei conti è la prima volta in cui ci possiamo reciprocamente ammirare per bene. Le nostre lingue si cercano e si trovano. Lei mi abbraccia forte conficcandomi quasi le sue unghie nella schiena. Si percepisce che oltre al sesso vuole affetto. Non ha un buon rapporto con il padre separato dalla madre quindi evidentemente in un uomo cerca un po’ di tutto.
Io non mi sono fatto programmi. Vivo alla giornata. Però da un paio di anni, dal Lockdown in poi, ho imparato ad entrare nella mente e nel cuore delle mie partner e non solo nei canonici tre buchi.
A me lei piace veramente, non so di preciso cosa voglio.
Sa invece benissimo cosa vuole il mio cazzo che nel frattempo è di nuovo barzotto…
Ci laviamo reciprocamente: io insapono i suoi capelli, lei cosparge di docciagel il mio petto. Comunque non trascuriamo nessun centimetro quadrato di pelle altrui.
Lei ha dei nei bellissimi, delle areole e dei capezzoli da sballo, un culetto invitante. La giro e la rigiro ma alla fine la lascio “dal lato B”, la abbraccio e la stringo a me facendole sentire il mio cazzo di nuovo pronto ed affamato tra le chiappe e le grandi labbra. Vedo che davanti, tra le sue cosce, spunta la testolina lucida.
Lei lo accarezza e lo fa crescere ancora di più con lo sfioro delle sue dita e lo guida dentro alla sua fica carnosa e stretta. Le nostre altezze sono compatibili e i movimenti risultano agevoli. Sono dentro di lei. Finalmente!
Per via dello spazio ristretto e della scivolosità delle superfici ho un ritmo normale, costante e continuo.
Ultimamente mi piace assestare colpi lenti e decisi per gustarmi di più il momento, certo se poi devo aumentare i giri non mi tiro indietro. Ma non era quello né il luogo né il momento.
Una volta trovati posizione e ritmo giusti continuo come un martello pneumatico ora cingendola per i fianchi, ora comprimendole una mano sulla schiena inarcata, ora trattenendola per i capelli, ora strizzandole i capezzoli turgidi, ora schiaffeggiandola sul culo, ora mordendola sul collo… insomma facendola sentire un po’ principessa un po’ troia, alternando delicatezza a determinazione.
E a lei sembra piacere. E pure molto.
La sua fica è calda, accogliente, stretta ed elastica ed avvolge il mio cazzo come un guanto. Mi da piacere e soddisfazione. Non voglio cambiare né posizione né buco anche perché in quelle condizioni non è neanche facile.
Sempre con il passare degli anni ho imparato che il sesso è un mix tra lotta e danza in cui devi prendere le misure all’altro corpo, farlo aderire per bene al tuo, dominarlo con forza in certi frangenti e accompagnarlo con delicatezza in certi altri. E lì io e l’avvocato abbiamo trovato il giusto compromesso e andiamo avanti (e indietro) da una ventina di minuti ormai.
Gli unici aspetti che mi mancano in questo contesto sono il sapore e l’odore, annullati dalla viscosità dell’acqua e dalla fragranza del docciagel ma per il resto è un trionfo di sensi tra la visione di lei a pecora, il rumore dei nostri corpi bagnati che si incontrano e lo strofinìo del mio cazzo dentro la sua fica.
A proposito… comincio a sentire un formicolìo alla cappella e un tremolìo lungo tutta l’asta. Io ci sono quasi!
Non fa niente se vengo per primo questa volta. Mentre penso questo lei urla di pancia e sento intorno al cazzo più calore e umidità rispetto a prima. È venuta anche lei!
Quindi mi lascio andare e le spruzzo dentro la mia calda crema unendomi a lei nel grido di piacere e di goduria: Uuuuuuuhhhhhhhaaaaaaahhhhhh! Ooooohhhhhh! Sììììì!
È stato davvero bellissimo! E siamo soltanto al primo giorno di conoscenza…. è ancora il rodaggio… ma questo avvocato mi manda in estasi sempre di più!
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