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LA RINASCITA - parte 1 (storia parallela al racconto SESSO E POTERE)


di xxpedroxx
08.11.2016    |    8.406    |    2 9.5
"Giulio e Franco arrivarono puntuali, vedendomi uscire dal portone di casa, Franco mi corse in contro per prendermi il bagaglio “Buongiorno Rosa, ti..."
OGNI RIFERIMENTO A COSE E PERSONE E' PURAMENTE CASUALE

Mi chiamo Rosa, ho 47 anni e sono la moglie nonché la socia in affari di mio marito Gaetano.
La nostra è una piccola-media impresa edile della provincia di Torino, in vent’anni di attività siamo arrivati ad essere una realtà conosciuta, oggi abbiamo una trentina di dipendenti ed al contrario di tutti i nostri concorrenti il nostro fatturato cresce di anno in anno.
Ricordo ancora gli inizi quando Gaetano lavorava con le proprie mani ed io avevo creato una piccola postazione di lavoro nello sgabuzzino di casa dove, oltre a badare ai nostri due figli, tenevo la contabilità dell’azienda e rispondevo alle richieste di preventivo; ne avevamo fatta tanta di strada io e mio marito, tutto era sempre e solo stato frutto delle nostre forze, oggi abitiamo in una casa indipendente sulle colline del torinese, i nostri figli sono diventati grandi e lavorano con noi in azienda.
Inoltre da quando Lena, la nostra figlia più piccola, aveva preso il diploma di ragioneria ed era diventata autonoma nel gestire la contabilità dell’azienda, io mi ero sempre più defilata, la mia presenza in ufficio era andata via via diminuendo, per lo più presenziavo solo ad incontri dove era necessaria la mia persona in quanto avente procura da parte dell’amministratore delegato, mio marito Gaetano, che spesso per i tanti impegni non poteva occuparsi di determinate cose quali firmare contratti, rispondere alle richieste di approvazione da parte delle banche sui vari fidi emessi e così via.
La nostra vita privata è simile a quella di tante coppie che dopo 25 anni di matrimonio si ritrovano senza argomenti e senza passione, Gaetano è stato l’unico uomo della mia vita, ci siamo sposati giovanissimi ed io sono diventata presto mamma, lavorando insieme le tensioni fra noi erano amplificate, spesso abbiamo raggiunto momenti critici per i quali abbiamo valutato la possibilità di separarci, ma poi, visti i figli e visti gli interessi economici di entrambi, abbiamo optato per rimanere insieme accettando, soprattutto da parte mia, i compromessi del caso.
Tra i vari compromessi c’era Sonia, la segretaria ed aiuto contabile dell’azienda, una donna sposata, dieci anni più giovane di me, che mio marito amava sbattersi senza preoccuparsi troppo di tenere la cosa celata ai miei occhi, di tanto in tanto uscivano dall’ufficio insieme con la scusa di recarsi da qualche cliente per la chiusura di qualche contabilità, ed io come una cretina facevo finta di bermela, consapevole del fatto che avrebbero passato qualche ora in qualche motel a scopare.
Ad essere sincera quel che più mi pesava non erano tanto le corna, ormai l’amore fra noi era finito, quanto più lo smacco che la cosa fosse così sfacciata e che io passassi agli occhi degli altri dipendenti come una deficiente … deficiente un cazzo! Se solo avessi pensato di lasciare Gaetano avrei richiesto la fuoriuscita dall’azienda e la riscossione del mio 49% di quote, l’Azienda ne avrebbe risentito con il rischio che chiudesse una volta e per sempre lasciando senza reddito decine di famiglie … non volevo essere io la causa di questo disastro e così mi feci andar bene la cosa, e poi l’azienda rappresentava il futuro dei miei figli e per una mamma i figli vengono prima di tutto.
Fatto sta che in questa situazione mi sentivo sola, al contrario di Gaetano non ebbi il coraggio di intavolare una relazione parallela, per quanto fossi ancora una bella donna ero una mamma e volevo che la nostra famiglia conservasse almeno in apparenza un velo di decenza e di rispettabilità; le occasioni non mi mancavano di certo, negli ultimi anni avevo ripreso a prendermi cura del mio corpo, spendevo migliaia di euro in abiti, prodotti di bellezza, parrucchiere e andavo 4 volte alla settimana dal personal trainer … era un modo per riscattarmi e far girare le palle a mio marito che ogni fine mese riceveva il conto della mia carta di credito, ma Gaetano non era stupido e sapeva che se voleva continuare a farsi gli affari suoi doveva anche accettarne le conseguenze.
Due anni fa mi sono anche concessa la plastica al seno, una quarta piena, per la misura dovetti persuadere il chirurgo che visto il mio fisico snello si era mostrato contrario a così tanta abbondanza, mi disse chiaramente che non avevo bisogno di quell’intervento, che avevo un fisico da trentenne e che un peso così accentuato mi avrebbe portato problemi di postura e dolori alla schiena, riuscii a convincerlo garantendogli una piccola cifra in nero ed oggi “monto” due tette da paura su di un corpo alto 1 metro e 70 per 50 chilogrammi.
Dopo avervi dato cenno della mia vita, vi racconto il primo dei tanti episodi da cui è partita la mia rinascita …
Una mattina mentre ero al supermercato ricevetti una telefonata dall’Ufficio, la cosa mi infastidii perché già immaginavo la voce di quella zoccola di Sonia, di solito parlavo solo con lei in azienda o con mia figlia, ma conoscendo Lea mi avrebbe chiamato dal cellulare … risposi con tono deciso, quasi incazzato:

“pronto”
“pronto, buongiorno Signora Rosa sono Giulio la disturbo?”

Giulio è il nostro responsabile tecnico, un bel ragazzo di 35 anni con le spalle larghe e la braccia possenti, io gli ho sempre dato del tu ma lui per qualche forma di rispetto continuava a darmi del Lei, la cosa mi piaceva … mi dava un senso di potere, non nascondo che qualche volta ho anche fantasticato su di lui, pur essendo un ragazzo molto garbato ha la tipica faccia di quello che a guardarlo diresti … "secondo me se questo mi prende mi spacca in due". Giulio lavora per noi da quattro anni, da quando è arrivato lui abbiamo fatto un grosso balzo in avanti, ha riorganizzato l’intero iter procedurale, grazie a lui gli sprechi sono stati ridotti al minimo ed oltre a crescere il fatturato sono cresciuti anche gli utili percentuali di fine anno, tutti riconoscono la sua bravura e la sua preparazione tecnica, unico suo tallone d’Achille è il rapporto con mio marito, sempre molto conflittuale a causa della loro diversa visione delle faccende aziendali … non so quante volte ho sentito Gaetano dire: “quello stronzo è così dannatamente bravo quanto sfrontato, la cosa che mi rode di più e che non ho il minimo coraggio di mettere in discussione la sua presenza in azienda, è una cosa che mi fa incazzare da matti”, Giulio doveva essere cosciente di questo fattore, tanto che mi faceva godere vedere il modo con cui affrontava Gaetano, non aveva mai paura di dirgli quello che pensava e non subiva minimamente quel timore reverenziale che di solito le persone percepiscono nel confrontarsi con chi gli paga lo stipendio tutti i mesi; Giulio era diverso, aveva una preparazione ed una serietà tale che se fosse andato via dalla Nostra azienda, il giorno dopo avrebbe trovato un altro lavoro magari anche meglio remunerato.

“ciao Giulio, figurati non mi disturbi affatto, come vanno le cose li?”
“eh signora … sempre di corsa, tante cose da fare, tanti problemi da risolvere … insomma tutto come sempre”
“e lo so Giulio, menomale che ci sei tu diversamente non sapremmo proprio dove sbattere la testa”
“Signora, se non vuole rovinarmi la giornata, la prego … cambiamo discorso”
“ va bene va bene … dimmi Giulio, cosa ti serve?”
“Vede Signora, la disturbo perché suo marito mi ha pregato di gestire la cosa con Lei, vede abbiamo avuto una chiamata per quell’offerta che abbiamo fatto per il cantiere di Roma, siamo risultati fra le tre società ultime per l’acquisizione del contratto, ci chiedono un ulteriore rilancio che però è legato ad un sopralluogo di due giorni durante i quali dovremo proporre delle azioni migliorative mirate ad ottimizzare i costi”
“ed io cosa centro in tutto questo”
“vede signora io e Franco dovremmo essere li mercoledì alle 14.00, abbiamo tutto il pomeriggio per visionare il cantiere, giovedì mattina entro mezzogiorno dobbiamo consegnare l’offerta ottimizzata in busta chiusa, entro le 13.00 apriranno le offerte ed aggiudicheranno i lavori”

Franco era l’operaio più anziano dell’azienda, uno dei fidati di Gaetano ed un vero amico di famiglia per me, era rimasto al nostro fianco anche quando le cose non andavano proprio bene, c’era stato un periodo in cui per sei mesi non riuscimmo a pagargli lo stipendio e mentre molti ci abbandonarono lui ci rimase fedele senza lamentarsi troppo, da allora si instaurò un rapporto di fiducia tale per cui Gaetano lo teneva sempre in considerazione prima di prendere qualche decisione.

“si Giacomo ho capito, ma io cosa centro in tutta questa storia”
“Vede Signora purtroppo alla presentazione dell’offerta è richiesta la presenza della proprietà e suo marito in quei giorni ha degli impegni inderogabili”
“e quindi?”
“bhè lei in quanto socia e comproprietaria ha diritto di svolgere le sue funzioni”
“fammi capire, dovrei venire due giorni a Roma con Voi per mettere una firma del cavolo su un pezzo di carta?”
“Bhè … si … il senso è quello”
“e mio marito ti ha detto di chiamare me!?!”
“Si signora”
“e perché diamine non mi ha chiamato lui?
“è fuori ufficio da un cliente e noi dobbiamo dare una risposta immediata all’invito che abbiamo ricevuto”

Pensai a Gaetano … i nostri rapporti erano freddi ma avevamo conservato una decenza tale per cui comunque comunicavamo in modo civile e cercavamo di portare avanti la famiglia e l’azienda con serietà, era insolito che una cosa così importante non me la comunicasse di persona, poi mi trovavo in imbarazzo a parlare di certe cose con Giulio, non discutevo mai di certe cose con i dipendenti, i miei incarichi mi portavano ad interfacciarmi solo con la segreteria, fu li che un dubbio si insediò nella mia mente.

“Scusami Giulio, vabbè che mio marito non è in sede, ma perché mi chiami tu, Sonia cosa cazzo sta facendo che da a te quest’incarico di telefonarmi e pianificarmi la vita”
“be vede Signora … Sonia al momento non è in ufficio”
“è uscita con mio marito?” … Giulio non rispose
“Giulio mi rispondi per cortesia?”
“Si Signora, sono usciti insieme questa mattina”

Tutto fu molto più chiaro, lo stronzo non mi aveva chiamato perché aveva altro a cui pensare, e magari l’idea di mandarmi due giorni a Roma era proprio mirata a non avermi tra le palle per potersi fare gli affaracci suoi, ebbi voglia di mandare affanculo tutti, Giulio compreso, ma poi come sempre succedeva il mio senso del dovere mi fece rispondere:

“va bene Giulio, dai pure conferma”
“perfetto Signora, se per lei va bene per il viaggio avevo pensato di andare in auto, visto che siamo in tre risparmieremmo qualcosa rispetto all’aereo”
“Va bene, procedi come hai pensato tu, per favore pensa anche all’Albergo” (Sempre attento ai costi Giulio)
“Va bene Signora … mi dispiace!”
“ti dispiace di cosa? Mica è colpa tua!?!”
“Lo so, ma mi dispiace lo stesso … comunque passiamo a prenderla io e Franco mercoledì mattina alle 06.00”
“va bene … a mercoledì”

Ero straincazzata, quello stronzo di Gaetano aveva passato il limite, ora mi toccava addirittura dover sbrigare le faccende aziendali perché lui si potesse fottere quella sciacquina.
La sera affrontai Gaetano, rientrato in casa non fece in tempo a togliersi la giacca che gli fiondai addosso:

“allora cos’è questa storia che devo andare due giorni fuori città a fare quello che tu dovresti fare”
“ho già degli impegni e non posso partire, tu sei l’unica che può sostituirmi”
“e certo perché adesso fottersi la segretaria è un impegno”
“Rosa non ricominciare”
“Rosa non ricominciare un cazzo … pensi che sia stupida? Che non capisca? La verità la conosciamo entrambi ma che tu arrivassi a tralasciare le tue responsabilità per una troietta è inimmaginabile”
“certo perché tu invece sei molto ligia al tuo dovere, non sei mai in ufficio, passi il tuo tempo a sperperare denaro e curare quel tuo bel corpicino, che poi, diciamocelo, a cosa cazzo ti servirà mai tutta quella palestra”
“cosa vorresti dire”
“voglio dire che eliminato me dal tuo letto non hai trovato nessuno che ti volesse, non sei stata nemmeno capace di trovare un uomo che ti scopasse, magari se ce lo avessi saresti meno acida”

Sentite quelle parole mi sentii umiliata non ebbi nemmeno la forza di rispondere a quell’insulto, scoppiai a piangere e mi rifugiai nella stanza degli ospiti … rimasi li tutta la notte a versare lacrime per quell’uomo che negli anni era diventato irriconoscibile, i soldi, il successo imprenditoriale lo avevano trasformato, avevamo costruito tutto insieme e senza l’aiuto di nessuno ed oggi quella persona che tanto avevo amato e che tanto avevo ammirato mi aveva trattato come una battona da quattro soldi … come un essere inutile. Forse aveva ragione lui se avessi avuto anch’io una storia avrei provato sollievo nel sentirmi desiderata e sarei riuscita a vivere quella situazione in modo più leggero, ma forse aveva ragione anche nel dire che nessuno mi voleva … che non ero più desiderabile.
La mattina della partenza arrivò, saremmo arrivati a Roma andando direttamente in cantiere, non era prevista alcuna sosta pertanto dovetti vestirmi in maniera ordinata, per non dire elegante, in rappresentanza dell’azienda, niente di speciale, una gonna sopra il ginocchio ed una giacca con un toppino scollato che metteva in mostra il mio decoltè, (dopo le parole di mio marito pensai che le mie tette fossero l’ultima arma di bellezza in mio possesso).
Giulio e Franco arrivarono puntuali, vedendomi uscire dal portone di casa, Franco mi corse in contro per prendermi il bagaglio

“Buongiorno Rosa, ti abbiamo fatto svegliare presto questa mattina”
“Ciao Franco, in realtà sono sveglia da un paio di ore, alla mia età non si dorme poi più cosi tanto”
“Ma quale età che sei ancora una ragazzina, magari sei appena tornata dalla Disco e vuoi far finta di niente”

Scoppiai in una risata, con Franco avevo un rapporto amichevole, ci davamo del tu da sempre ed avevamo un rapporto che andava al di fuori del lavoro, lui era il classico giocherellone sempre di buon umore e con la voglia di scherzare, era una figura positiva nella mia vita, una di quelle persone di cui non dubiti mai, aveva visto crescere i miei figli che gia da bambini spesso bazzicavano in azienda, loro lo consideravano un pò come uno zio acquisito e gli volevano bene.

“sempre voglia di scherzare Franco”

Giulio era alla guida, mi sedetti davanti al lato passeggero e lo salutai con i soliti convenevoli

“Buongiorno Signora Rosa”
“Buongiorno Giulio, come stai?”
“Assonnato Signora”
“Avrai fatto le ore piccole … Hai visto Franco chi è che vive la notte? Mica come noi vecchietti”
“No Signora al dire il vero sono stato sveglio a guardare i documenti dell’offerta”
“Che palle Giulio, sempre a pensare al lavoro, sei giovane, dovresti pensare a far divertire la tua fidanzata”
“A dire il vero Barbara è fuori per lavoro”
“capisco e come sta Barbara?”
“Bene, almeno credo, ha trovato un nuovo impiego, si sta dando molto da fare e purtroppo ultimamente non ci vediamo molto”
“e bè caro mio … hai poco da lamentarti … sai come si dice: chi si somiglia si piglia”

Partimmo, mi ritrovai a pensare a Barbara la fidanzata di Giulio, l’avevo conosciuta durante una cena aziendale, ricordo che rimasi colpita dalla sua bellezza, tra noi ci fu un episodio imbarazzante, siccome anche barbara aveva subito un intervento di chirurgia plastica al seno ci ritrovammo entrambe a sbirciare nel decoltè dell’altra per ritrovarci poi a scambiare pareri sui risultati ottenuti e sull’effetto che questi avevano avuto sugli uomini; Barbara era una persona brillante, simpatica e molto smaliziata, mi fece una buona impressione e mi sarebbe piaciuto conoscerla meglio ma poi, come era inevitabile, non avemmo più occasioni per rivederci.
I miei pensieri tornarono presto alla mia situazione familiare, le parole di Gaetano mi risuonavano ancora nella testa, all’angoscia di aver perso il mio ruolo di moglie si era aggiunta la consapevolezza di aver perso il mio ruolo di donna, ormai erano anni che non avevo rapporti sessuali con mio marito, non potevo fare altro che masturbarmi davanti a qualche sito porno, col passare del tempo li frequentavo sempre più spesso, ad oggi credo di aver affinato anche dei gusti personali, mi piacciono particolarmente i filmati amatoriali dove le coppie praticano lo scambio, uno in particolare l’ho voluto scaricare sul telefonino, un video dove ad un certo punto una delle due donne viene doppiamente penetrata dai due uomini e nel contempo pratica sesso orale alla sua compagna di giochi … non ho mai avuto usanze sessuali particolarmente spinte, raramente ho fatto sesso anale con Gaetano e non ho mai avuto esperienze lesbiche, (anche se come tutte le donne le ho fantasticate), ma la scena di quella femmina al centro delle attenzioni di altre persone mi eccitava … quell’esser circondata da così tanta lussuria faceva smarrire i miei freni inibitori. Fatto sta che proprio non riuscivo a distogliere i miei pensieri tanto che i miei occhi incominciarono a diventare lucidi, feci in tempo ad indossare gli occhiali da sole prima che Giulio se ne accorgesse, ma fu un tentativo inutile perché subito Giulio si rivolse a me:

“Signora Rosa, va tutto bene? Vuole che ci fermiamo a prendere un caffè?”
“No puoi proseguire a meno che Franco non si voglia fermare”
“Signora Franco è più di un’ora che ronfa”
“davvero? Possibile che non me ne sia accorta? Scusami Giulio, non devo essere una gran compagna di viaggio”
“Non si preoccupi per me Signora, piuttosto è sicura di stare bene?”
“Si Giulio, i soliti pensieri su Gaetano, la Nostra situazione, inutile nascondermi dietro un dito tanto ormai le Nostre vicende sono sotto gli occhi di tutti, alle volte ho l’impressione che anche i miei figli abbiano capito cosa accade e che anche loro facciano finta di niente”
“No signora, non dica così, non ne vale davvero la pena. Lo sa, anche io e Barbara stiamo vivendo un momento particolare!”
“Di che tipo … sempre che tu ne voglia parlare”
“Diciamo che è un periodo che siamo parecchio distanti, da quando ha iniziato questo nuovo lavoro mi sembra assente, comunichiamo poco ed addirittura non litighiamo più … e poi”
“e poi?”
“bè diciamo che il letto è il palcoscenico delle verità nascoste per una coppia”
“cosa vorresti dire … che tu e Barbara non avete più”
“molto meno Signora Rosa, e comunque quelle poche volte mi sembra che con la testa sia da un’altra parte, stranamente la trovo molto meno pudica ma … non lo so spiegare”
“Pensi che abbia un altro”
“Non lo so, nulla lo lascia intendere, ho controllato più volte il suo telefono, arrivano solo chiamate e messaggi da sua sorella e dalle colleghe di lavoro”
“Sicuro siano COLLEGHE?”
“Si signora, ne sono sicuro, l’ho anche seguita più volte e non posso contestarle nulla, effettivamente quando è fuori casa è perché è in ufficio, anche i viaggi di lavoro che sta facendo, ho controllato i biglietti sono sempre pagati dalla Società, e pure c’è qualcosa di strano, qualcosa l’ha cambiata … questo nuovo impiego doveva essere la soluzione ai nostri problemi, volevamo comprare uno degli alloggi di Vostra proprietà e sposarci, ed invece di tutti questi programmi non ne parliamo più”
“Mi dispiace Giulio, pensavo foste felici e un po’ vi invidiavo, non immaginavo ci fossero dei problemi, ma tu come ti senti?”
“Non lo so Signora, alle volte mi sento triste per questo suo cambiamento, in altri momenti me ne frego e penso a me stesso alla mia carriera ma anche quella … si insomma sincerità per sincerità con suo marito i rapporti sono un po’ tesi”
“Lo so Giulio, Gaetano è cambiato molto negli ultimi anni, non è la persona che ho sposato, è diventato cinico ed egoista ed io sono consapevole che tu meriteresti di più”

Vidi la faccia di Giulio adombrarsi e sono quasi certa che anche i suoi occhi si stessero bagnando di lacrime, avevo però l’impressione che più che angoscia la sua fosse rabbia repressa, era un ragazzo d’oro, si era laureato pagandosi da solo gli studi, aveva lavorato in diverse società prima di approdare nella nostra azienda, era giovane ma aveva maturato già una grande esperienza, era bello ed orgoglioso e forse proprio questo suo orgoglio lo ostacolava nella sua vita … il mondo del lavoro dei nostri tempi è fatto per i viscidi, quelli che sorridono sempre e che sono “simpatici”, persone come Giulio sempre attente ai particolari a prevenire i problemi ed a fare scelte ponderate trovano lungo in una società che è fatta solo di apparenza … Gaetano stesso più volte avrebbe voluto premiarlo per il suo operato ma poi succedeva sempre qualche piccola discussione nella quale Giulio aveva l’ultima parola ed il suo premio andava a farsi friggere, alla fine ci rimetteva sempre e solo il povero Giulio che comunque il giorno dopo era il primo ad arrivare in azienda e l’ultimo ad uscire.
Il viaggio trascorse più leggero, continuai a chiacchierare con Giulio del più e del meno, riuscii anche a farmi ridere, mi raccontò storie di cantiere divertenti, degli scherzi che Franco faceva ai colleghi e delle figuracce che ogni tanto Gaetano faceva con i clienti … Giulio si era aperto con me ed ora mi appariva molto meno formale di come lo avevo sempre visto, notai che ogni tanto sbirciava nella mia scollatura tanto che mi toccò reguardirlo:

“ehi autista, forse è meglio che guardi la strada se no a Roma non ci arriviamo”

lui scoppiò a ridere ed io dietro di lui … normalmente mi sarei incazzata se un dipendete mi avesse guardato con occhi maliziosi, ma un po’ per la mia voglia di tornare a sentirmi donna un po’ perché su Giulio “un giretto” me lo sarei fatta volentieri, la misi sul ridere e finalmente mi sentii un pochino più leggera rispetto allo stato di depressione con cui ero partita … decisi di affondare il colpo

“ma vedi un po’ questo biricchino, con quella bella ragazza che ti ritrovi fai il furbetto con la moglie del capo, e poi mi sembra che anche lei abbia due belle “doti” ”
“bhè Signora, l’occasione fa l’uomo ladro e le assicuro che ad averla affianco c’è da impegnarsi per tenere le mani sul volante … e comunque le sue a me sembrano più grandi di quelle di Barbara,”
“ah si … ma davvero, ma senti un po’ quest’impertinente, ti presenti sempre così professionale ed invece … ma poi con me, una vecchietta, il tuo capo”
“bhè se tutte le vecchiette fossero come lei mi farei assumere nella squadra di manutenzione di un ospizio”

Scoppiammo entrambe in una risata … mi stavo divertendo, Giulio mi distoglieva da miei pensieri e la cosa mi faceva star bene, e poi, chissà se per scherzo o solamente per adularmi, mi stava facendo dei complimenti e la cosa mi faceva sentir bene, mi piacevano queste attenzioni, era proprio quello che mi serviva in quel momento.

“ma tu lo sai che io potrei licenziarti per avermi sessualmente molestato” (naturalmente lo dissi in tono spiritoso)
“su via che paroloni, io pensavo di farla divertire un po’ facendo lo spiritoso niente di più …”
“lo So Giulio, l’ho capito … e ti ringrazio … sia per i complimenti che per l’impegno che ci hai messo per farmi sorridere”

Giulio girò il viso di scatto, butto di nuovo l’occhio nel mio decoltè, questa volta in modo plateale e con una faccio da scemo mi rispose:
“dovere capo”

Scoppiammo di nuovo entrambi in una risata plateale tanto che facemmo svegliare il buon Franco che chiese:
“cos’è questo casino, dove siamo … manca ancora tanto?” risposi io
“no mio caro, il navigatore dice che fra una mezz’oretta saremo arrivati a destinazione e tu hai dormito per tutto il viaggio per tanto questa giornata ti sarà smarcata come ferie”

Ridemmo tutti quanti insieme e da li le battute si concentrarono tutte su Franco e sugli aneddoti che mi aveva raccontato Giulio durante il viaggio tanto che Franco si rivolse a Giulio dicendogli:

“brutto cornutazzo te la sei proprio cantata tutta con il capo”

così dicendo Franco dava degli schiaffetti sulla testa di Giulio che simpaticamente lo malediva, una scena da film comico con me che avevo le lacrime agli occhi dal ridere … già le lacrime di sofferenza del mattino si erano magicamente trasformate in lacrime di gioia … ma veramente bastava poi così poco per lasciarsi per qualche momento i guai alle spalle? Pareva proprio di si ... e chissà cos'altro sarebbe potuto succedere in quella due giorni!

… CONTINUA …

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