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La scrittice-lettrice complice


di MIIITIIICO2
08.07.2011    |    6.404    |    1 7.5
"L’incontro avvenne dopo l’orario d’ufficio in un semplice bar di periferia non tanto distanza da dove lavoro io..."
Era un po’ che non entravo nei racconti di A69, così un giorno decisi di riattivare un po’ i miei sensi e scaldare un po’ il mio corpo e feci il ritorno sul sito scegliendo qua e là qualche racconto da leggere. Incappai in uno che mi intrigò abbastanza, ma nel quale riscontrai un passaggio un po’ forzato nei modi, che non seguiva il filone generale del racconto. Al termine della lettura, entrai nel profilo della scrittrice e la contattai suggerendole come l’avrei scritta io quella frase, modificandola in un modo un po’ più intrigante rispetto al modo più aggressivo che aveva utilizzato. Nel fare questo non pensavo minimamente che questa critica potesse avere un seguito, perché già altre volte mi capitò di commentare qualche racconto ma dall’altra parte ci fu solo il silenzio.
Con mio stupore, invece, lei mi rispose e in parte concordò la mia critica e iniziammo a scambiarci mail di confronto, di conoscenza reciproca generale, di scambio di foto non come mamma ci ha fatto.
Lei è molto accattivante: un seno prosperoso stretto dentro il suo reggiseno, capelli lisci e neri, un fisico un po’ rotondo ma tutto al punto giusto. Non posso dire che non mi piaceva, anzi tutt’altro!
La nostra conoscenza iniziò a crescere, ci confrontavamo per i nostri racconti, ci anticipavamo i nostri racconti ancor prima che il sito li pubblicasse. Entrambi riscontravamo piacere nel leggere il reciproco racconto, soprattutto lei rimaneva affascinata dai finali dei miei in cui la parte culminante era un bel pompino con ingoio. Le piaceva tanto perché, mi confidò in una delle sue mail, anche lei era un’amante del pompino condito, le piace sentirlo dentro la sua bocca e fare godere il suo uomo non sprecando nulla di quanto fuoriesce in quei casi. Io, dal canto mio, le confidai che la mia partner invece non ne vuole sapere di effettuarmi questa pratica, così lei per scherzare mi disse che ci avrebbe pensato lei a me.
Già per scherzo, perché lei è sempre stata ferma sulla sua idea di non tradire il suo uomo, seppure egli abiti lontano da lei e a lei la voglia di sesso e di qualche scopata non manca mai. Ma è sempre stata molto rigida e fedele al suo partner. Ed io non ho mai avanzato nessuna richiesta di incontro o di approfittare della sua solitudine per invogliarla in qualche modo a venire a letto con me.
Questo fu apprezzato molto da lei, che ha riconosciuto in me un complice perfetto nell’amicizia erotica e nel rispetto dei singoli ruoli. Ma un giorno azzardai in qualche modo la richiesta e le scrissi se bere un caffè insieme sarebbe stato un fatto difficile da mettere in pratica. Lei era molto titubante nell’accettare, infatti mi ci vollero tre tentativi prima che decidesse di rischiare l’incontro, pur ferma restando sulla sua convinzione di fedeltà incondizionata.
L’incontro avvenne dopo l’orario d’ufficio in un semplice bar di periferia non tanto distanza da dove lavoro io. Ci riconoscemmo subito, ci salutammo come due vecchi amici e ci sedemmo al tavolo ordinando da bere. All’inizio l’imbarazzo era grande, perché entrambi conoscevamo i nostri reciproci lati hot, piuttosto che il resto di carattere personale, ma poi pian piano che il tempo passava e la conversazione proseguiva, ci liberammo dell’imbarazzo e una conoscenza maggiore crebbe. Tra un discorso e l’altro, con qualche frecciatina erotica infilata dentro (d’altronde l’indole è l’indole), il tempo scorse rapidamente e un’ora volò, così decidemmo di abbandonare il bar e di fare ritorno alle nostre case. Prima però le dissi che dovevo andare un secondo alla toilette e mi avviai. Mentre stavo terminando il mio bisogno sentii bussare alla porta e una voce dall’altra parte dire “aprimi, sono io”; tolsi la sicura e lei entro rapidamente chiudendo dietro di sé la porta. Mi guardò e mi disse “lo so che non dovrei, ma mi piaci tanto…”. Si inginocchiò, lo prese in mano ancor prima che lo riponessi nei miei slip e iniziò a massaggiarmelo con una sapienza ed una delicatezza tale che lo vidi allungarsi e irrigidirsi velocemente da quanto ci sapeva fare.
Tirò fuori la sua lingua ed iniziò a leccarmelo tutto dalla punta fino ai testicoli, nella parte bassa e nella parte alta, liberò la mia cappella e affondò le sue labbra su di essa. Sentir dire di essere bravi a fare i pompini è un conto, ma provare questa bravura e trovarne conferma è tutta un’altra cosa. Il suo piacere di farlo era maggiore del piacere che voleva dare a me, si capiva che il lavoro che stava svolgendo era per piacere personale principalmente.
Saliva e scendeva infilandoselo dentro la bocca, mentre con una mano mi accarezzava le palle e con l’altra assecondava il movimento della sua testa ed io sentivo la sua lingua girare intorno al mio cazzo quando la sua bocca era colma della mia dura carne. Avevo perso ormai il senso di trovarmi dentro il bagno di un bar e la lasciai continuare, perché a quel punto capii che lei voleva arrivare alla fine; cosi le presi la testa con la mia mano ed iniziai ad assecondare il suo movimento, sentivo pulsare di piacere il mio cazzo ogni volta che lei saliva e succhiava la mia punta rossa. Iniziavo ad intuire che non mancava molto al culmine del mio piacere, ed intesi che anche lei l’aveva capito, perché aumentò notevolmente il suo ritmo sul mio cazzo, salendo e scendendo con le sue labbra e masturbandomi con la sua mano. Quella mano che sentiva pulsare il sangue delle mie vene e che con una presa stretta saliva e scendeva ad un ritmo accelerato; lei staccò la sua bocca, mi guardò e continuò a lavorare con la sua mano. Io avevo lo sguardo ormai perso, iniziai a chiudere gli occhi avvolto dal piacere e lei capii che stavo per esplodere, cosi allargò la sua bocca proprio mentre il mio cazzo liberò il suo liquido direttamente nella sua gola in attesa; il secondo schizzo le finì sulla faccia ed il terzo sul labbro superiore. Avvicinò la sua bocca al mio cazzo, lo prese e lo leccò tutto per ripulirmi avidamente, poi si staccò, si passò la lingua sul labbro e ingoiò ciò che aveva appena raccolto. Prese un pezzo di carta igienica, si pulì il viso ancora impiastricciato e si sollevò in piedi, strusciando i suoi seni sul mio cazzo e scoccandomi un bacio appassionato e di gusto. Mi sistemai e uscimmo separati dal bagno.
Fuori dal bar ci salutammo e già nella mia testa iniziò a frullarmi il pensiero che quella sarebbe stata l’unica volta che ci saremmo visti, quando invece lei interruppe a metà il mio pensiero e mentre mi stava salutando con un bacio sulla guancia, si soffermò vicino al mio orecchio e mi sussurrò “la prossima volta voglio essere io quella assaggiata dalla tua lingua” e mi strizzò l’occhio; “con molto piacere” le risposi e baciandola sulle guance la salutai e la ringraziai
Quindi ci sarà una prossima volta, chissà quando, ma ci sarà.

Un saluto speciale alla protagonista di questo racconto, che leggendolo capirà certamente di essere lei.
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