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Un Signore d'altri tempi


di femminadentroTO
07.08.2021    |    825    |    4 8.7
"Me lo sarei immaginato insieme a qualche bella ragazza e non da solo ad osservare gli avventori del pub..."
Avevo terminato gli studi e puntuale arrivò la chiamata per il servizio militare. Non avevo proprio voglia di buttare un anno della mia vita con indosso una divisa ma quello era il mio destino.
Partii con mille timori che poi si rivelarono infondati in quanto fui assegnato presso una capitaneria di porto e devo dire che la naia scorreva tranquilla.
Essendo molto distante da casa, non potevo usufruire dei permessi per andare dai miei amici e mi adattavo uscendo con alcuni commilitoni.
Nel fine settimana rimanevo solo e di solito andavo in un pub e mi intrattenevo con alcuni amici che avevo conosciuto, guardando sport e mangiando insieme a loro.
Quella sera gli amici avevano scelto di andare ad una festa ed io rimasi solo.
Seduto al bancone, guardavo la tv e, nel frattempo, mi guardavo intorno.
Notai seduto ad un tavolino un uomo sulla quarantina, molto elegante, curato nel fisico e nell'abbigliamento, il classico uomo che attrae il genere femminile, stranamente solo. Me lo sarei immaginato insieme a qualche bella ragazza e non da solo ad osservare gli avventori del pub. Mi colpiva la sua presenza, mi accorgevo che attirava la mia attenzione e curiosamente lo scrutavo distraendomi da tutto il resto.
Ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano e il suo carisma mi faceva distogliere lo sguardo da lui sentendomi in imbarazzo anche se non ne avevo nessun motivo di esserlo.
Sembravo quasi ipnotizzato da quell'uomo, forse invidiavo l'eleganza e quel carisma che emanava.
D'un tratto lo vidi avvicinarsi al bancone nella mia direzione e ordinò una birra.
Senza un motivo apparente ordinò una birra anche per me.
Rimasi basito! non conoscevo quell'uomo e non c'era nessun motivo apparente per invitarmi da bere.
Chiesi il perchè di quella birra e lui tranquillamente mi disse che sarebbe stato un brindisi tra avventori solitari.
Iniziammo a parlare e ben presto si instaurò una certa sintonia tra di noi affrontando vari argomenti dallo sport fino al sesso.
Quasi pendevo dalle sue labbra tanto che quando mi invitò a bere qualcosa a casa sua non ebbi il minimo dubbio e andai con lui.
Emanava un profumo che inebriava i miei sensi anche se non avevo mai avuto (fino ad allora) tendenze omosessuali.
La casa era molto elegante, arredata con gusto, a misura di un seduttore come pensavo lui fosse.
Stappò una bottiglia di spumante offrendomi un calice e questa volta il brindisi riguardava me: mi fece i complimenti chiedendomi se, durante il periodo della naia, avevo avuto proposte da qualche commilitone.
Prontamente risposi di no e lui mi disse che ai suoi tempi queste cose succedevano frequentemente, soprattutto con dei bei ragazzi come me.
L'atmosfera si stava scaldando, iniziavo a sentire tutte le birre e lo spumante mi dava leggermente alla testa. Sentivo il suo fisico a pochi centimetri da me, alle mie spalle, fino a quando lo vidi posare il bicchiere e accarezzarmi il braccio.
Non feci nessun movimento, paralizzato dal tocco di quell'uomo il quale creava una certa soggezione. Ormai sentivo il suo respiro sul collo, fino a quando mi diede un bacio sul lobo, tenendo stretti i miei fianchi.
Non riuscivo a dire una parola nè a fare un gesto, rimasi immobile lasciando che l'iniziativa rimanesse nelle sue mani. Sentivo caldo, sentivo le gambe che mi tremavano, il suo pisello ormai poggiato dietro di me, turgido, vigoroso, pronto a saltar fuori dagli slip.
Anch'io ero eccitato, lui se ne accorse e iniziò a spogliarmi.
Non sapevo cosa fare, lui mi fece inginocchiare e mi ritrovai una cappella enorme sulle labbra.
La cappella si fece strada dentro la bocca e per non soffocare iniziai a succhiarla e assecondare le sue spinte.
Mi disse solamente che ero pronto! non capivo ma lasciai fare.
Si posizionò alle mie spalle massaggiandomi il buchetto posteriore, lubrificandolo con la saliva.
Ero terrorizzato! non sapevo come comportarmi e lasciai che lui mi direzionasse come un burattino. Mi fece poggiare un piede sul tavolino lasciando indifeso il culetto.
Sentivo la cappella che cercava il varco ma il mio sfintere reagiva contraendosi e non permettendo di essere penetrato.
Avevo il cuore in gola, lui dolcemente mi accarezzò la schiena permettendo che mi rilassassi e al momento giusto entrò.
Sentivo come una lama infuocata che mi infilzava, lo sentivo scorrere piano dentro me, un cazzo enorme mi stava sverginando e per assecondarlo mi sporsi in avanti.
Avevo smesso di essere contratto e ormai assecondavo l'uomo e il suo poderoso pisello.
Il piacere iniziava a pervadermi e mi accorsi che la sua mano aveva afferrato il mio pisello il quale era diventato durissimo.
Mi fece girare dicendomi che voleva vedermi negli occhi, voleva vedermi godere e così mi fece poggiare le gambe sulla sue spalle.
Ormai lo sentivo tutto dentro e le sue labbra baciavano le mie.
Sentivo l'uomo preparasi all'orgasmo che arrivò inondando di sperma il mio intestino.
Guardavo quel pisello ancora infilato nel mio sfintere.
I'uomo continuava a spingere, rimaneva dentro di me baciandomi il petto e leccandomi i capezzoli.
Prese in mano il mio pisello e mi fece venire facendo colare lo sperma sul mio petto.
Completamente sudati crollammo sul divano mentre dal mio sfintere colava il suo caldo sperma.


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