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donnicciola - l'abito


di femminadentroTO
31.07.2020    |    1.025    |    8 9.8
"DONNICCIOLA la sera ci ripensavo e riflettevo sul fatto che indossando quell'abito non avevo provato nessun senso di imbarazzo particolare, come se fosse..."
DONNICCIOLA
la sera ci ripensavo e riflettevo sul fatto che indossando quell'abito non avevo provato nessun senso di imbarazzo particolare, come se fosse stata una cosa naturale guardarmi allo specchio e vedere il mio corpo avvolto da tulle e organza.
Soprattutto mi sembrò naturale stare davanti ad un uomo che mi scrutava e stringeva le mani sui miei fianchi tenendomi stretto come se volesse attirarmi a sè.
Terminato di lavorare, con una certa curiosità, mi diressi verso l'atelier sperando che fosse ancora aperto.
Le serrande laterali erano abbassate e quella che chiudeva l'ingresso era leggermente sollevata.
Chiesi se ero ancora in tempo per ritirare l'abito ed una voce dall'interno mi invitò ad entrare.
Titubante, entrai e mi diressi verso le luci ancora accese in fondo alla sala.
Valente, questo era il nome del sarto, mi invitò ad avvicinarmi dicendomi che l'abito era pronto e che aveva solo bisogno degli ultimi ritocchi.
entrai nel suo studio e all'interno trovai Valente che metteva gli ultimi strass su di un abito appeso ad una gruccia.
Gli dissi che non era quello l'abito di mia moglie e lui, per tutta risposta, si girò dalla mia parte dicendomi che quell'abito era per me!
Come per me, dissi con tono di sorpresa, non avevo nessun regalo da fare a mia moglie, tanto meno un abito.
-ma no! che hai capito ? è per te, lo devi indossare, e lì sulla sedia troverai la lingerie che si abbina all'abito-
Rimasi interdetto. Non capivo o non volevo capire.
Quell'abito era per me ? lo dovevo indossare io ?
Valente aveva preso una cantonata! non ero il tipo io... non avevo mai avuto grossa simpatia per i gay figurarsi i travestiti! e in questo caso il travestito sarei dovuto essere io!
Gli risposi in modo brusco che aveva capito male, non avevo intenzione di indossare quell'abito... che comunque era un bell'abito, fine, elegante, fatto con molta cura ma... io....
Valente si avvicinò a me, si mise alle mie spalle e con una voce dolce ma decisa mi disse solo di provarlo, non dovevo fare altro che provarlo.
Ascoltavo le sue parole e guardavo l'abito, ero confuso fino a quando non notai la lingerie sulla sedia: delle bellissime calze velate, reggiseno e reggicalze... tutto di una marca usata anche da mia moglie.
Sentivo le mani di Valente che armeggiavano con la cintura dei pantaloni e subito dopo con i miei boxer e quando mi ripresi dallo choc ero praticamente nudo.
Inebetito ascoltavo quello che mi ordinava e indossai prima la biancheria poi di seguito vestii l'abito.
Mi mise in testa la parrucca di un manichino e uno specchio di fronte a me rifletteva la mia immagine femminina.
In quel momento mi tornarono in mente i giochi da bambino, quando per curiosità indossai la calzamaglia di mia sorella.
Guardavo le mie gambe e le vedevo inguainate da un nero nylon avvolgente, il mio corpo fasciato da un abito cucito su misura per il mio corpo.
Valente mi disse che ero fantastica!
-Fantastica ? - obiettai io.
-Si fantastica, non vedi che hai messo a nudo la tua natura femminile ? non ti accorgi che il tuo corpo reclamava un'abbigliamento che potesse far esprimere la tua femminilità recondita ? -
Continuavo ad osservarmi allo specchio trovando mille difetti... proprio come una Donna.
Dovevo darmi da fare parecchio per poter essere scambiata er una Donna, ma con l'aiuto di qualcuno... che intanto frugava dentro le mie mutandine quasi trasparenti e leggermente umide di umore... sentii Valente appoggiarsi alle mie spalle facendomi sentire quanto era eccitato.
-Mah-, dissi, -non sei gay ?-
-Si certo, lo sono, ma quando vedo una femminina come te mi si scalda il sangue e le fantasie erotiche passano dal succhiare un bel pisello al mettere il mio pisello in un bel culetto, magari vergine-.
Non reagivo, rimanevo lì a farmi toccare e sentire quanto la virilità di Valente stesse risvegliando in me il lato femminile.
Con le mutandine ormai abbassate alle ginocchia riuscii a trovare come punto d'appoggio la scrivania davanti a me.
Mi piegai in avanti e, con il cuore in gola, rimasi in attesa.....
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