donnicciola-amplesso

RICORDI
In quell'istante tornarono vividi nella mia mente alcuni episodi di quando ero giovane, da militare, quando 18 enne mi presentai in caserma e fui accolto da due commilitoni anziani che mi fecero ''scontare'' il noviziato nominandomi Signorina Belle Gambe vista l'altezza e le gambe senza peli.
Per farli smettere di tormentarmi dovetti fare ad entrambi un pompino cedendo alle loro insistenti richieste, come pegno per il noviziato.
Pretendevano anche la sodomizzazione ma riuscii a evitare tale tortura essendo in quel periodo vergine e non del tutto avvezzo alla bisessualità.
Rimossi quegli episodi dopo qualche mese visto che loro si congedarono e non li rividi più.
Ora il mio sfintere era insidiato nuovamente ma questa volta non avevo voglia di resistere.
Rimasi piegato in avanti attendendo gli eventi, sperando che il tutto si fosse svolto nel modo più indolore possibile.
La prima impressione che mi ero fatto su di Valente era di un gay passivo, come altri stilisti di cui avevo sentito le gesta amorose.
Il suo tocco era raffinato, mi accarezzava dolcemente facendomi sentire la sua presenza senza mettermi agitazione.
mi accarezzò prima le natiche poi con delicatezza puntò il mio sfintere giocando con il dito al suo interno.
Sentivo il suo dito umido, entrava e usciva con facilità irriverente e i suoi gemiti mi facevano capire quanto gli piacesse tenermi supino in quella posizione e ispezionare il pertugio.
Sentivo che si divertiva e rideva quando godevo per quel continuo via vai del suo dito nel mio culetto.
-Sei pronta- mi disse all'improvviso e senza darmi il tempo di capire mi ritrovai la sua cappella puntata in direzione del mio ano e spingeva senza riguardo.
Lo sentivo che accarezzava le mie gambe velate e senza rendermene conto una parte del suo pisello era già dentro...
mi ritrassi dal dolore, la contrazione del mio sfintere rallentò la spinta ma era solo un momento.
Lui mi accarezzò sulla schiena dolcemente e mi rilassai quel tanto che bastava per sentirlo entrare del tutto.
Questa volta non si fermò. Spinse senza riguardo nonostante le mie rimostranze di dolore.
Ormai era dentro e ci voleva rimanere.
Capii che non potevo più oppormi, iniziava a spingere e l'unica cosa che potevo fare era di cercare la posizione giusta per accoglierlo tutto dentro.
-Sei mia- mi diceva Valente, sei la mia puttanella e questo fantastico culetto non lo condivido con nessuno-
Risposi remissiva che il culetto era tutto suo, non avevo altri che lo ispezionassero a parte mia moglie.
In quel momento aumentò la spinta facendomi quasi cadere.
-Sei una donnina molto sexy, perchè non vieni a lavorare da me ?- mi propose.
Gli dissi che aveva un pisello fantastico e che adoravo la sensazione di essere presa da lui.
Con il culetto tutto aperto ormai mi sentivo alla sua mercè, non opposi resistenza quando, sfilato il pisello dal culetto, me lo posizionò in bocca e senza fare una piega lo ricevetti tra le mie labbra ricevendo il suo caldo seme.
Mi adagiai sul divanetto stremato dall'emozione di quell'amplesso.
Indossavo ancora l'abito confezionato per me e le calze velate si erano leggermente smagliate.
Mi sentivo una troia in quel momento, culetto in fiamme e bocca ancora bagnata di seme.
Guardai l'orologio e mi accorsi di quanto si era fatto tardi e che mia moglie mi avrebbe chiesto spiegazioni...
Valente, dopo essersi ripulito, si presentò da me con l'abito di mia moglie sistemato nelle parti rovinate e con una richiesta nei miei confronti:
-Forse è meglio che ti tolga quell'abitino, la prossima volta lo indosserai nuovamente per me-.