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Irrequieto.
Edonista.
Ho la violenza di chi da pensarsi.
Sono impertinente, diretto, violento nel cercare, invadente.
Cerco l'eccitazione erotica, per l'eros in sé, non per il sesso, che, sì, mi piace -ne sono goloso- ma per l'astrazione dell'eros stesso. Ché, infine, il sesso è più o meno sempre quello. Ne ho fatto tanto, ne faccio abbastanza, ma -sarà che non ho più vent'anni - se non è perverso non mi piace più.
Attenzione: perversione non è semplicemente una frusta, né una qualsiasi pratica che soddisfi parafilie inusuali, no! La perversione è concepire il piacere al di là della carne, negandogli l'origine animale, il contatto. Ma non quello platonico del pensiero.
L'impossibile, l'utopico sono il mio fine. Trovare chi abbia la sete di perdersi senza toccarsi, di obbedire ad un'idea, non ad un ideale, non ad un uomo.
"Perché faccio la troia con lui? Perché con uno che nemmeno voglio, né mi vuole scopare?"
"Perché tu vuoi essere LA troia, perché vuoi peccare impregnandosi dell'odore, ma senza macchiarti di peccato"
Tu non sei normale, mi direbbe, ed è vero -forse, in un luogo, il mondo, dove il fine è un orgasmo liquido addosso, o dentro un altro corpo-; sei un egoista, mi direbbe ancora, ma chi non lo è? Non sei qui per salvare gli altri, risponderei, ma per dannare te stessa.
Ecco, forse cerco una mente tanto perversa, come la mia, da cercare nell'astratto un piacere che possa essere incorruttibile