Racconti Erotici > Lui & Lei > LUDOPATIA parte 2
Lui & Lei

LUDOPATIA parte 2


di Antolaro
23.01.2024    |    3.879    |    4 9.8
"Proprio sul più bello succede quello che avevo temuto fin dall'inizio e qualcuno bussa alla porta..."
Sono trascorse ormai due settimane e a me non sta dispiacendo affatto questo mio nuovo ruolo, quello cioè di essere diventata schiava del mio capo.
Questo era accaduto dopo che avevo dovuto per forza confessargli (per fortuna in privato, per cui non era a conoscenza nessun altro) di aver sottratto 20.000 euro alla società.
Per chi avesse dimenticato ciò che ho già raccontato, sono Giuliana una donna di 34 anni, sposata, impiegata in una piccola azienda e caduta ahimè nel travolgente vortice di una profonda ludopatia.
Per questo mio vizio, quei famosi 20.000 euro quella mattina, anziché andarli a depositare in banca, li avevo usati e persi in gratta e vinci e in macchinette mangia soldi, assecondando la mia malattia del gioco.
Il giorno dopo ero stata costretta a confessare tutto e Anto, il mio capo, dopo avermi fatto firmare una precisa e dettagliata confessione, anziché licenziarmi e denunciarmi, mi aveva proposto in cambio del suo silenzio, di diventare la sua schiava sessuale.
Era un bieco ricatto, ma io non avevo alcuna alternativa, visto che se fossi stata denunciata, anche ammesso che non fossi finita in galera, avrei non solo ovviamente perso il lavoro, ma sarei rimasta sola in quella città, visto che mio marito mi avrebbe immediatamente buttata fuori casa.
Sola, senza lavoro, senza soldi, senza casa, marchiata nella reputazione e in una città dove non conosco praticamente nessuno, per me sarebbe stata la fine.
Non avevo alternativa, per cui avevo dunque accettato di subire il ricatto, ma, con mia somma meravigliosa, la cosa si è immediatamente trasformata in una piacevolemissa digressione, visto che sin dalla prima volta sono rimasta favorevolmente colpita dalle dimensioni dell'uccello del mio carnefice, ma soprattutto dalla sua capacità di usarlo quell'attrezzo.
Da allora, in quei 15 giorni, sono stata chiamata a casa sua a soddisfare le sue voglie altre quattro volte dove sono stata presa lungamente e con mio enorme soddisfazione, tanto che devo confessare di essere sempre più contenta del ricatto subito e di essere diventata oggetto di piacere alla sua completa mercé, perché ogni volta per me è proprio una goduria assoluta; questo malgrado il fatto che Anto si sta da subito mostrato particolarmente attratto dal mio culo e sia insensibile al fatto che le dimensioni del suo uccello, mi lasciano conseguenze sul mio di dietro che esce sempre leggermente dolorante da quelle incursioni.
Ma la cosa incredibile e che non avrei mai immaginato visto che sino a quel momento lo avevo fatto poche volte e malvolentieri, è che ormai ho imparato ad apprezzare anche ad essere presa in quel modo, anzi mi piace sempre di più sentire quell'enorme intruso dentro di me, anche a dispetto del piccolo dolore che provo.
Tra l'altro incredibilmente Anto mi ha concesso pure di mantenere il mio posto nell'ufficio, anche se dal mio piccolo stipendio tratterrà ogni mese una piccola somma come rimborso per quanto gli ho sottrato.
Sul luogo di lavoro mi tratta con finta affabilità, anche se purtroppo temo si sia incrinato per sempre, quel rapporto di fiducia che aveva sempre avuto nei miei confronti.
In privato, invece, nella mia veste di sua schiava, lui assume un atteggiamento distaccato e autoritario e dà ordini imperativi che non posso, né devo mettere in discussione.
Dopo un noioso weekend trascorso a casa con mio marito, saluto questo inizio di settimana quasi sollevata, anche se il mio capo è arrivato in ufficio piuttosto agitato: so che stiamo cercando di concludere un affare importante, e credo che la cosa lo preoccupi non poco.
A metà mattinata mi sento chiamare nella sua stanza e mi dice di raggiungerlo, però mi dice di non farmi vedere, né di dire niente agli altri colleghi.
Non mi ha detto di cosa dobbiamo parlare, ma siccome sono lì da tanti anni, entro con l'incartamento al quale sto lavorando.
Visto che lo avevo sottomano, dopo essere entrata dà un'occhiata alle carte, verifica che abbia fatto tutto come lui mi aveva detto, poi mi dice di andare vicino a lui.
Asettico, quasi glaciale, mi ordina di inginocchiarmi e di fargli un pompino.
Resto basita, sinora i ruoli erano ben definiti, in ufficio ero e sono sua segretaria, mentre solo a casa sua ero la schiava.
Vista la mia titubanza alza la testa e mi guarda.
"Perché stai lì a fissarmi senza fare ciò che ti ho ordinato?"
"Ma siamo in ufficio...".
"Non è un tuo problema, sono nervoso e ho bisogno di rilassarmi, quindi mi servi adesso. Quante volte ti ho detto di non discutere i miei ordini?"
Non dico più nulla e mi inginocchio, armeggio con la zip, gli abbasso i pantaloni quindi scosto i suoi boxer.
È completamente flaccido, ma anche così le sue dimensioni fanno impressione.
Lo prendo in mano e comincio ad accarezzarlo piano finché non dà i primi segni di reazione.
Avvicino la bocca e gli do qualche bacio, poi ci gioco con la lingua.
Rimango lì ferma a guardarlo: mi piace moltissimo vedere come, sotto l'azione della mia mano e della mia lingua, rapidamente cambia il suo stato, diventando sempre più duro e acquisendo una dimensione che mi riempie gli occhi e che vorrei riempisse anche i miei buchi, compreso quello che fino a 15 giorni fa concedevo assai raramente e contro voglia a mio marito, il cui uccello a confronto sembra davvero minuscolo.
Eppure anche adesso, vorrei che quel cazzo enorme si impadronisse di me, mi scopasse la figa, che già solo al desiderio comincia a inumidirsi, e mi inculasse senza pietà: non l'avrei mai detto!
Lo riprendo in bocca e lo faccio andare su e giù, mentre lui asseconda il movimento mettendomi le mani sulla testa, poi, in preda al piacere, si inarca completamente sullo schienale volgendo il capo all'indietro.
Ad un certo punto mi ferma, non vuol venire così presto, mi fa alzare, apre a sua volta la zip dei miei jeans, me li fa scivolare fino alle caviglie, infila una mano sotto le mutandine e le sue dita mi trovano completamente bagnata.
Vorrei non essere lì, ma in un posto dove potermi lasciarmi andare e gridare il mio piacere.
Mi apre la camicetta scosta il reggiseno e mi pizzica i capezzoli facendomi impazzire.
Proprio sul più bello succede quello che avevo temuto fin dall'inizio e qualcuno bussa alla porta.
Non ho il tempo di ricompormi, per cui lui rapido mi dice di infilarmi sotto la scrivania poi, mentre dà il permesso al collega di entrare, contemporaneamente prende una mia mano e l'appoggia sul suo cazzo rimasto libero, affinché io continui ad occuparmi di "lui".
Vorrei scomparire mentre sento il collega che gli espone un problema, lui che discute e io che lì sotto vengo sollecitata a fargli una sega.
Dopo un tempo a me parso infinito, Il collega esce e lui mi ordina di riprendere il pompino.
Quando sta per venire mi intima di non sporcargli il vestito e di ingoiare tutto, così dopo poco sento uno schizzo caldo e violento dentro la gola e poi a seguire altri altri sempre meno intensi che mi riempiono la bocca di quel sapore strano che non riesco bene a definire e per evitare problemi glielo lecco ben bene bene facendo attenzione a che non cada neanche una goccia.
Dopo essermi ricomposta, prendo i documenti e, prima di lasciare la sua stanza mi ferma.
"Aspetta, vado io a vedere che non ci sia nessuno, sarebbe antipatico se ti vedessero uscire come se ti fossi appena materializzata nella mia stanza dopo che ci è stato il tuo collega Gianluca. Ah prima che mi dimentichi, mercoledì devo andare a Monaco per impostare quella trattativa che tu sai. Tu verrai con me".
"Ma devo dirlo prima a mio marito...".
"Forse non mi sono spiegato, la mia non era una richiesta era un ordine e non ammetto repliche: dopodomani tu verrai con me!".
Mio marito, al quale nei giorni scorsi per essere più libera avevo raccontato la palla di maggiori responsabilità sul lavoro e di essere in odore di promozione, non batte il ciglio, così il mercoledì nel primo pomeriggio ci imbarchiamo sull'aereo per Monaco.
Pensavo che nell'albergo prendesse una sola stanza per noi, mentre invece alla reception scopro che ha prenotato due diverse stanze, ancorché affiancate.
Sono un po' delusa, in questi due giorni la mia fantasia aveva preso a galoppare, immaginando ore di sesso selvaggio, ma evidentemente lui è completamente concentrato sull'incontro di domani.
Entriamo nelle rispettive stanze e mi dice che ci saremmo visti alle 19,00 per andare a cena.
Dopo aver sistemato un po' le mie cose, mi butto sul letto provando a rilassarmi, ma non ci riesco: erano così alte le mie aspettative rispetto all'idea di stare da sola con il mio capo, che la delusione è troppa
Allora mi spoglio e comincio a toccarmi: non ci metto molto a lasciarmi andare e a ottenere il massimo del piacere da me stessa e infatti dopo poco, con un rantolo che mi si strozza in gola, vengo.
Rimango a lungo a rilassarmi, quindi decido di andarmi a fare una doccia.
Mentre il getto dell'acqua tiepida mi accarezza la pelle, avverto una presenza dietro di me, mi volto e vedo una figura maschile che l'appannamento del vapore sul vetro non mi fa distinguere immediatamente.
Lancio un urlo e contemporaneamente la porta della doccia viene aperta e davanti a me vedo Anto, il mio capo.
Istintivamente le mani coprono le mie nudità, gesto irrazionale ed ingenuo, oltre che inutile, visto che ormai il mio corpo lo conosce fin troppo bene, ma forse dettato dal fatto che lui è completamente vestito.
"Come hai fatto... Mi scusi, come ha fatto ad entrare?"
"Semplice, ho chiesto due stanze con una porta comunicante".
"Oddio sono morta dalla paura, non me l'aspettavo, mi ha spaventato...".
"Ero venuto per dirti che c'è stato un cambio di programma, vestiti elegante stasera, ceneremo con i nostri contraenti, abbiamo deciso di fare un incontro preliminare. Però adesso che ci penso mi sa che hai avuto una buona idea, forse una doccia è quello che serve per rilassarsi".
Ciò detto, si toglie vestiti e rimasto nudo anche egli, entra nella doccia che per fortuna è bella capiente.
"Lavami tu, io non voglio fare niente".
Ripreso il normale respiro dopo lo spavento prendo a insaponarlo.
Ovviamente indugio, proprio lì sul suo membro che, a giudicare dalla reazione, sembra infatti gradire.
Si appoggia sulle piastrelle, lasciandosi andare e godendosi quelle attenzioni.
Dopo che l'acqua ha eliminato ogni residuo di sapone, lui mette una mano sulla mia testa spingendomi verso il basso e non lasciando alcun dubbio su quali siano le sue intenzioni, così, con l'acqua che continua a scorrere, mi inginocchio e comincio a prenderglielo in bocca.
Con l'uccello in bocca e con l'acqua che mi scorre sulla faccia, quasi non respiro, ma non ci penso neanche un attimo a smettere, adesso che ho finalmente quel cazzo meraviglioso a mia disposizione me lo voglio godere completamente.
Mi fa alzare e sotto una cascata continua, prende a baciarmi, mentre con le dita entra dentro di me trovandomi completamente bagnata e certamente non solo per l'acqua.
Ci trasferiamo sul letto senza neanche asciugarci, lui finalmente mette la testa tra le mie gambe e comincia a leccarmela tutta facendomi toccare il cielo con un dito.
Mentre lui usa la lingua in modo spettacolare, facendomi raggiungere vette di piacere immenso, mi infila un dito nel culo e, trovata la strada, ne infila subito anche un secondo, facendomi capire quali siano le sue intenzioni.
Infatti, dopo un po' mi fa girare, mi spinge verso il basso facendomi inarcare la schiena e facendomi schizzare il culo verso l'alto, quindi, come immaginavo, appoggia il suo enorme uccello sul mio buchetto più che mai voglioso di ricevere quel bel di Dio.
A differenza della prima volta, il mio culo, benché stretto, ha imparato come predisporsi per ricevere un cazzo di quelle dimensioni, così appena prova a spingere mi trova pronta e riesce a farlo entrare tutto dentro di me e subito dopo inizia ad andare su e giù, sbattendomi le palle sulle chiappe.
Per aumentare il mio piacere, allungo la mano e comincio a toccarmi.
Non l'avrei mai detto, ma quanto mi piace essere inculata e, sentirmi violata da quell'attrezzo così grande, mi manda in estasi.
Quando i colpi di fanno più violenti e irregolari capisco che sta venendo, mentre anch'io mi lascio andare raggiungendo l'orgasmo, proprio mentre lui mi scarica nelle viscere tutto il suo piacere.
Ci abbandoniamo sul letto quasi abbracciati e dopo un po', dal suo respiro regolare, capisco che si è addormentato, così completamente felice, mi stringo ancora più vicina a lui.

Continua
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per LUDOPATIA parte 2:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni