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Scambio di Coppia

LA SAGA DI GIULIANA – 2 – Il Ricercatore


di Antolaro
03.12.2021    |    7.872    |    2 9.3
"Poi Gabriele, si avvicina a me ed io appoggio la mia testa sul suo petto; dopo un po’ finalmente parla “Lo sai Giuliana che, per quanto assurdo possa..."
Etero
LA SAGA DI GIULIANA
Capitolo 2
Come ho già scritto, questa è la storia di Giuliana, docente universitaria
Giuliana è stata una mia amica, anzi è stata qualcosa di più: è stata la passione travolgente, è stata la confidente di pensieri indecenti, è stata la fedele compagna di giochi forieri di vette di piacere impensabili, insomma è stata l’ amica ideale con la quale c’era uno scambio di pensieri e di sesso libero.
Una sera, dopo aver fatto selvaggiamente l’amore, aveva voglia di confidarsi e mi ha raccontato la sua storia nei dettagli.
Una storia dura, fatta di episodi dai caratteri molto forti, che racconta di come troppo spesso aveva dovuto subire violenze causate da ricatti legati all’inconciliabilità che spesso c’è stata tra la sua posizione sociale, particolarmente in vista, e la sua smodata voglia di sesso.
Ho deciso di raccontarvi queste storie, che avevo già pubblicato anni fa.
Ovviamente a quel tempo, prima di pubblicarle ovviamente gliele avevo fatte leggere ed avevo avuto il suo consenso.
Sono storie che, come mi ha raccontato, le sono realmente successe negli anni precedenti alla mia conoscenza.
Le storie, come detto sono dure, anche per una come lei, che è sempre stata trasgressiva, pertanto duro è il linguaggio che viene usato nel descriverle
I racconti sono decisamente lunghi, ma i fatti narrati meritavano che venissero descritti anche i dettagli.
La storia consta di diversi episodi e ve la riporto come me l’ha raccontata lei, quindi ho deciso, per comodità letteraria, di raccontarla come fosse lei che parla in prima persona.
Dobbiamo andare indietro, ad alcuni anni fa…
Buona lettura



GIULIANA 2: IL RICERCATORE (prima parte)
Ciao, sono Giuliana, faccio la docente.
E’ un pomeriggio di maggio, sto girando per casa e, mentre aspetto che mio marito Gabriele rincasi, sto come sempre sistemando le cose che, come ogni donna sa, portano via sempre un sacco di tempo.
La telefonata ricevuta qualche ora fa mi ha scosso e mi ha riportato alla mente la mia trasferta fatta all’inizio dell’anno a Budapest, dove avevo svolto un importante lavoro interdisciplinare in collaborazione con l’Università ungherese.
Ero stata lì per un’intera settimana, una settimana fatta di duro lavoro, ma fatto anche di piacevoli diversivi, soprattutto la sera.
Budapest, d’altra parte è una città che a conoscerla dal di dentro, offre davvero molte possibilità di svago.
Tutte le sere alcuni colleghi ungheresi, tutti rigorosamente maschi, mi avevano portato fuori per farmi conoscere la città nel suo aspetto più movimentato ed intrigante.
La trasferta si era conclusa con l’impegno, secondo il programma concordato, che uno dei loro ricercatori avrebbe ricambiato la visita qui in Italia presso il mio dipartimento universitario per concludere il lavoro che avevamo portato avanti: adesso, dopo circa quattro mesi, è arrivato quel momento.
Con la telefonata ricevuta, mi hanno comunicato che io sarò la tutor italiana del progetto e, con mia immensa gioia, ho scoperto che il collega ungherese che verrà da noi è Lucas, un figo della madonna, con cui a Budapest c’è stato anche un certo feeling, purtroppo senza le conseguenze da me auspicate.
Ho subito controllato la posta elettronica per leggere la mail di Lucas che mi hanno preannunciato per telefono e la trovo in mezzo alle tante che ricevo per lavoro ogni giorno.
Nella mail Lucas mi ha comunicato la data del suo arrivo e il nome dell’albergo che il suo dipartimento gli ha scelto: è decisamente un alberghetto da quattro soldi piuttosto lontano dalla nostra università: capisco che paghino loro, però avrebbero potuto scegliere qualche struttura decisamente più all’altezza.
Senza neanche starci a pensare, gli rispondo sbilanciandomi a scrivergli che l’albergo è bruttino, per cui, o se lo fa cambiare, oppure, se vuole, sono disponibile ad ospitarlo molto volentieri a casa mia, che è grande e con gli spazi giusti, così da non fargli vivere l’impatto con una città straniera, nel freddo delle stanze di un albergo non all’altezza e sicuramente ben diverso da quello da cinque stelle che era toccato a me in Ungheria. Dentro di me ho anche la remota speranza che condividendo gli spazi, possa succedere qualcosa di interessante.
Lui mi risponde subito che l’albergo lo ha scelto il suo Dipartimento in base alle disponibilità e non può essere cambiato, però sarebbe felice di accettare l’invito di stare a casa mia, solo che con lui scenderà anche sua moglie.
Per me è un colpo, non sapevo neanche fosse sposato, non me ne aveva mai parlato, però a questo punto mi sento vincolata ad estendere l’invito anche a lei.
Accetta.
A mente fredda, mi rendo conto di essere stata impulsiva, l’ho fatto di slancio senza neanche parlarne con mio marito: Gabriele è una persona davvero disponibile, però avrei dovuto quanto meno avvisarlo che avremo gente tra i piedi per una intera settimana.
Vero che Gabriele esce la mattina presto e torna la sera tardi, però per lui potrebbe essere una seccatura avere gente per casa.
E’ inutile che menta a me stessa, me l’invito era legato alla speranza di poter rimanere da soli io e lui per provare a sfruttare eventuali situazioni favorevoli, ma la notizia della presenza della moglie, gela qualsiasi mia velleità.
Rimpiango di non essere andata fino in fondo quando in Ungheria ero libera e senza problemi.
Intendiamoci, amo mio marito e sto bene con lui, ma in quella circostanza, sola in un Paese straniero, lontana da casa, con un tipo come Lucas vicino, era certamente possibile perdere la testa e lasciarsi andare, per cui è molto strano che non lo abbia fatto.
Con lui infatti siamo stati spesso insieme e una sera eravamo persino usciti da soli; quella volta (mi sento ancora avvampare per la vergogna) avevo così bevuto che nel locale dove lui mi portò dopo cena, ho fatto qualcosa che ancora oggi, al solo pensarci arrossisco.
Il nostro rapporto e la nostra intesa era stata comunque notata da tutti anche nel Dipartimento ed era diventata oggetto di battute con allusioni ben precise.
Però, come detto, per una serie di circostanze, poi non era successo nulla e di questo, ero dispiaciuta: di solito se capita il soggetto giusto, nelle giuste circostanze, mi è spesso capitato di non farmelo scappare.
La sera, quando rientra a casa, mio marito mi trova ancora affaccendata, ma sono senza biancheria intima e con solo una sottoveste addosso che non nasconde praticamente nulla.
Appena mi vede strabuzza gli occhi, mentre io mi avvicino a lui comincio a fare la gattina, strusciandomi tutta e baciandolo con passione.
Quando mi accorgo di aver ottenuto l’effetto sperato, mi inginocchio, gli apro la zip dei pantaloni e lo tiro fuori accogliendolo nella bocca.
Lo porto al massimo dell’eccitazione, quindi gli strappo quasi i vestiti di dosso, lo sbatto sulla poltrona e mi siedo su di lui, facendolo entrare dentro di me.
Sono così eccitata all’idea di vedere Lucas, per cui sto facendo l’amore con Gabriele, ma - mi dispiace per mio marito - in realtà nella mia testa è il mio bel ricercatore che mi sta scopando in quel momento, sono sue le mani che mi stringono i capezzoli fino quasi a farmi gridare di piacere, è suo il cazzo che entra ed esce dalla mia figa bagnata come poche volte mi succede, è lui, infine che mi fa venire con un urlo. Ma purtroppo per me è Gabriele che alla fine mi viene dentro con un rantolo soffocato.
“Ma che ti è preso stasera? Eri infoiata come non mai”.
“Ti è dispiaciuto?”
“No, tutt’altro, però era da un bel po’ che non lo facevamo in questo modo”.
Nei giorni successivi riprende il tran tran, ma quando domenica pomeriggio arriva il grande giorno (Gabriele ha accolto meglio del previsto la notizia di avere ospiti per casa), sono davvero agitata e mio marito intuisce facilmente che c’è qualcosa di strano in me, dal fatto che nervosamente cambio continuamente abito provandomene uno dopo l’altro ed indossando sempre vestiti adatti più ad una serata estiva al night che ad accogliere un collega di lavoro.
Con Lucas ci siamo sentiti ieri per telefono e nel darci appuntamento in aeroporto, mi ha comunicato anche che Marie, sua moglie, ha avuto un piccolo imprevisto di lavoro e quindi lo raggiungerà qui in Italia solo il giovedì sera, rimanendo poi per il fine settimana.
Sto pregustandomi quindi il momento in cui rivedendolo in aeroporto potrò buttargli le braccia al collo con la scusa di salutarlo.
Poi avremo un bel tratto in macchina da soli prima di arrivare a casa: mi sento giù umida in mezzo alle gambe solo a pensarci.
Alla fine mi deciso e scelgo un abbigliamento davvero sexy: la gonna molto corta che lascia scoperte le gambe lunghe e già abbronzate, malgrado siamo solo maggio (adoro il mare e prendere il sole appena posso, magari integrale, laddove è possibile), ed un maglia molto scollata sotto la quale non porto, come spesso mi accade, il reggiseno.
“Giuliana, ma come ti sei vestita?”
“Mi sta male?”
“No, tutt’altro, sei vestita splendidamente però non ti sembra esagerato, questa maglietta non lascia davvero nulla all’immaginazione: senza reggiseno, ti si vedono persino le punte dei capezzoli. Sei sicura di voler uscire così? Cosa penserà questo tuo collega quando ti vedrà all’aeroporto?”
Gabriele è davvero un buon uomo, molto comprensivo nei miei confronti, però questo mio atteggiamento probabilmente non gli appare molto normale, per cui stranamente si offre di accompagnarmi in aeroporto.
Non era previsto, pensavo di andare da sola ad accogliere Lucas, provo a dirgli infatti che non è necessario, ma lui insiste e, per non insospettirlo, devo far buon viso a cattivo gioco.
Quanto meno entro da sola in aerostazione, mentre Gabriele mi attende fuori in auto: meno male, infatti appena ci siamo visti Lucas mi abbraccia con un trasporto che mi fa sciogliere, facendomi venire subito una gran voglia di lui e non so come faccio a resistere alla tentazione di baciarlo con passione.
Quindi usciamo e quando Gabriele lo vede, si rende conto subito che i suoi sospetti erano ben fondarti: Lucas è decisamente un gran bel ragazzo trentacinquenne, capelli biondi e fisico che non passa inosservato.
Malgrado ciò, mio marito, gran persona, si mostra sorridente e simpaticamente cordiale, anche quando Lucas mi tratta con grande familiarità ed effusione, forse anche eccessiva, mettendomi un po’ in difficoltà.
A casa la conversazione prosegue comunque gradevole, ma quando mi chino per porgere a Lucas il caffè che ho preparato, mi accorgo che i suoi occhi indugiano a lungo sulla scollatura della mia maglietta, godendo della visione pressoché completa dei miei seni.
Dovrei essere imbarazzata e scostarmi, invece, dimentica completamente di mio marito, quasi me ne compiaccio: aveva dunque conservato ancora quell’attrazione verso di me dimostrata a Budapest!
Se ne accorge, però, anche Gabriele e la cosa mi pare che non gli piaccia per niente, tanto che avverto una punta di gelosia nelle cose che dice.
Lucas parla molto bene l’italiano, e a Gabriele, ormai un po’ sospettoso, sembra strano che anziché parlare di ricerche, università, biblioteca, lui faccia scivolare sempre il discorso sui divertimenti che offre la città, preoccupandosi di cene, ricevimenti e aggiungendo, ammiccando verso Gabriele ‘quando verrà Marie, ci divertiremo davvero molto’.
A conferma delle sue parole mostra allo sbigottito Gabriele la foto di sua moglie, davvero una gran bella donna bionda e con delle gambe che sembravano non finire mai come si vedeva dalla foto in costume: l’avevo anche intravista a Budapest, ma non sapevo fosse la moglie di Lucas.
Quella sera non accade più nulla.
L’indomani cominciamo il nostro lavoro e così i giorni passano tranquilli, anche troppo, io e Lucas siamo sempre più presi dalle nostre attività e tutte le mattine andiamo in Istituto dove ci uniamo agli altri ricercatori, in serata, tornati a casa, riordiniamo diligentemente le carte oggetto di studio durante la giornata, poi, quasi tutte le sere, andiamo a cena fuori con gli altri colleghi e con mio marito, diventato insolitamente sospettoso, sempre tra i piedi; non è da lui comportarsi così, ma tant’è.
Insomma, malgrado le mie remote speranze, non siamo quasi mai riusciti a stare da soli io e lui, per cui ormai mi sono rassegnata a vederlo tutti i giorni, a stare praticamente sempre insieme, ma senza alcuna speranza di riuscire a combinare nulla: non so neanche se lui, avendo una moglie così bella come quella Marie, abbia davvero voglia di stare con me, malgrado in questi giorni sia stato sempre molto gentile e premuroso con me.
Averlo avuto nella stessa casa, sotto lo stesso tetto, per quasi una settimana e non riuscire a combinare niente: roba da non credere!
Finalmente arriva il giovedì sera e, con esso anche la tanto attesa Marie, nonché anche un addio alle mie remote speranze di sedurre Lucas.
L’indomani in Italia sarà festa, quindi niente lavoro, così i nostri amici avranno un lungo fine settimana a disposizione per divertirsi.
Andiamo tutt’e tre insieme all’aeroporto per accoglierla e tutti - Gabriele soprattutto - restiamo davvero senza parole nel vedere quella splendida bellezza materializzarsi davanti ai nostri occhi, dopo i controlli di dogana: è una venticinquenne incredibile, alta, bionda, fisico statuario, ancora più bella di quanto sia sembrata nella foto: perché mai uno che ha disposizione una bomba sexy giovane e splendida come quella, dovrebbe desiderare di andare con una come me che di anni ne ho quasi trentasette?
Appena arrivata, si avvinghia in uno straordinario bacio con il marito, mettendo un po’ in imbarazzo me e Gabriele.
Poi mi saluta con calore spontaneo e abbraccia e bacia anche un imbarazzato Gabriele.
Poi andiamo direttamente a cena senza neanche passare da casa.
Per fortuna, immaginando questo, mi ero vestita anch’io molto sexy, ho un top scollato, molto scollato, che mi lascia scoperto quasi anche l’ombelico e una gonna di maglia estremamente aderente, talmente stretta che, guardandomi allo specchio mi vestivo, ho notato, con grande disappunto, che si vedeva distintamente il segno delle mutandine. Così, dopo aver commentato ‘Porca miseria, devo tornare a stare attenta alla dieta, mi sa che sono un po’ ingrassata, la gonna mi va troppo stretta e poi si vede il segno dello slip, così non va proprio’, sotto lo sguardo perplesso di Gabriele ho alzato la gonna e mi sono sfilata lo slip, gettandolo provocatoriamente verso di lui, quindi ho riabbassato la gonna come se niente fosse.
Marie, vestita come aveva viaggiato, indossa un vestitino giallo cortissimo, senza bretelle e stretto in vita: è davvero molto provocante, difatti Gabriele non le stacca gli occhi di dosso.
Quando accavalla le lunghe gambe, poi, è davvero uno schianto e tutti nel locale si girano a guardarla.
Anche se, a dire il vero, anche io avevo in continuazione gli sguardi addosso, soprattutto di Lucas: in fondo non sono messa male, per una quasi quarantenne.
Durante la cena Marie tiene banco nella conversazione: è allegra, simpatica, spigliata, brillante e ci racconta che lavora in un locale, ma non scende nei particolari (dovrei odiarla sapendo tra poche ora dormirà nel letto con il mio Lucas, ma in realtà non riesco a non trovarla simpatica).
Sciolto il ghiaccio, l’allegria di Marie, è coinvolgente, anche perché abbiamo bevuto diverse bottiglie di ottimo bianco e noi ragazze sembriamo quasi ubriache.
Dopo cena, nel ristorante c’è il piano bar, così ci sediamo ad un tavolino, mentre Marie flirta quasi apertamente con un imbarazzato Gabriele.
Andiamo a ballare tutt’e quattro e sempre più sfacciatamente, Marie, anziché cercare Lucas che non comunque non vede da qualche giorno, si dedica quasi esclusivamente a mio marito, ballandogli vicino fino a provocarlo in modo quasi diretto.
La gente intorno certamente non può fare a meno di gustare lo spettacolo offerto dalle lunghe cosce di Marie scatenata sotto i ritmi sudamericani, così come quello dei miei capezzoli che sembrano voler schizzar fuori da un momento all’altro dalla scollatura del top.
Poi la musica si calma e Marie viene invitata a ballare da Gabriele che stava aspettando solo l’occasione giusta e che, approfittando del ballo lento, inizia a stringerla in modo quasi inequivocabile incurante della mia presenza.
Io, forse anche per ripicca, ma certamente non aspettavo altro, mi perdo fra le braccia di Lucas avvinghiata in un lento molto sensuale nel buio della sala e sento l’eccitazione salire incontrollata, anche perché Lucas, con estrema naturalezza, ha staccato la mano dalla mia vita, facendola rapidamente scendere verso il culo, mentre l’altra risale verso il seno.
Io mi sento morire.
E’ qui da cinque giorni, perché non ha provato a farlo prima, perché ha aspettato che arrivasse la moglie, penso tra me assai seccata.
Dapprima provo a fermarlo, poi, pensando alle provocazioni di Marie con Gabriele e a quanto ho desiderato quel momento, decido di lasciarlo fare e lui, senza più ostacoli, infila la mano sotto il top, finché non arriva all’altezza del seno che sfiora con decisione.
Mi sento percorrere da brividi: dio che desiderio ho di lui.
Visto il luogo e la situazione non lo incoraggio di certo, ma di sicuro non lo respingo, così quando la sua mano mi stringe il capezzolo, ho un sussulto davvero violento.
E’ un po’ troppo, siamo in un luogo pubblico, lo fermo decisamente, anche perché qualcuno ci può vedere: ma non era ciò che stavo ardentemente desiderando da diversi giorni, anzi da quattro mesi?
Quando le luci ed il ritmo si alzano improvvisamente, incontro lo sguardo di Gabriele che probabilmente ha colto il movimento di Lucas che toglieva la mano da sotto il mio top.
Dio mio, se ne sarà sicuramente accorto, spero solo non faccia scenate qui adesso, davanti a tutti, ma di sicuro stasera a letto succederà una tragedia.
Tornati a casa in un clima un po’ di tensione, ci mettiamo seduti in salotto a fare due chiacchiere, Marie si siede vicino a Gabriele visibilmente nervoso, facendogli sentire con insistenza il calore della sua pelle, mentre io vado a mettere della musica.
Lucas e Marie iniziano a raccontare delle barzellette ungheresi, ovviamente tradotte in italiano, spingendosi sempre oltre, arrivando a raccontarne alcune così spinte che avrebbero fatto arrossire persino Alvaro Vitali.
Il clima per fortuna si distende e Gabriele eccitato dal comportamento disinvolto di Marie, dimentica rapidamente l’arrabbiatura verso di me.
Marie, poi, che parla meno bene l’italiano, si aiuta molto con la mimica, aggiungendo alle sconcezze dei racconti anche le oscenità dei gesti.
Gabriele sembra impazzito dietro di lei, non l’ho mai visto così, forse lo fa anche per rivalsa nei miei confronti, così ogni tanto le cinge la vita, per avere la scusa e l’occasione di poterle tenere le mani addosso.
Io, pur facendo l’indifferente, non mi perdo una sola mossa: ma come, ho ospitato Lucas in casa mia per riuscire a stare con lui, e adesso va a finire che sarà Gabriele che si scopa la moglie.
Ogni tanto mi alzo, a mettere su i cd, e cerco con lo sguardo Lucas, il quale, da parte sua assiste assolutamente indifferente alle smancerie della moglie.
Poi, dopo aver cambiato l’ultimo CD, stanca e un po’ ubriaca mi lascio cadere pesantemente sulla poltrona, dicendo che mi gira troppo la testa, col risultato che, senza che me ne renda conto, la gonna risale vertiginosamente.
Gabriele, che a differenza mia è ancora lucido (regge meglio l’alcool), anche se tutto preso da Marie, cerca di richiamare la mia attenzione, visto che lui ricorda perfettamente che sono senza slip, ma a me la testa gira sul serio e non capisco i gesti che Gabriele fa verso di me, anzi per capire qualcosa, mi sporgo un po’ col busto e, senza accorgermene, involontariamente apro anche un po’ di più le gambe.
Chi se ne accorge benissimo, invece, è Lucas che, seduto di fronte a me, sfacciatamente non mi sta togliendo gli occhi dalla gambe e, dopo un altro mio piccolo movimento scomposto riesce ad ammirare anche i pochi riccioli scuri della mia passerina che già fanno capolino.
Dopo un po’ Lucas chiede se può prendere qualcosa da bere, possibilmente con del ghiaccio e io mi alzo per andare in cucina; Lucas, però mi ferma, dicendo che ci pensa lui tanto oramai conosce casa, ma io da perfetta padrona di casa, lo accompagno.
Prima di andare di là, mi accorgo che Marie ha preso a coccolare mio marito.
In cucina, mentre io sono chinata per prendere il ghiaccio nel freezer, sento la mano di Lucas posarsi sul mio di dietro: resto di sasso, mi passa tutta l’ubriacatura, non so come comportarmi, era ciò desideravo da giorni, ma ora con mio marito e sua moglie di là, non mi sembra proprio il caso.
Rimango comunque ferma, piegata come sono e intontita dalla sorpresa e dal piacere.
Poi sento lentamente la gonna risalire fino a che la mano si poggia direttamente sul culo rimasto completamente scoperto.
Oddio avevo dimenticato di essere senza mutandine e adesso il contatto diretto con la sua mano, mi provoca un lungo brivido lungo la schiena, che diventa vero e proprio piacere quando l’altra mano abbranca una mia tetta, iniziando a stimolare il capezzolo.
MI aggrappo al bordo del frigo per non cadere, tanto è il piacere che provo.
Sarà il vino, sarà la rabbia verso Gabriele e Marie, sarà che in realtà non aspettavo altro, ma ormai ho perso ogni ritegno e non sembro quasi più padrona di me stessa; dopo un po’ sento strusciarmi qualcosa addosso: non può essere!
Mi volto e vedo Lucas che, tirato fuori il suo uccello, lo sta appoggiandolo sul mio culo.
“No fermo, che fai, sei impazzito? - dico abbassando la voce - Adesso basta, stai esagerando, poi potrebbero entrare Gabriele o Marie e vederci, non voglio”.
“Se non vuoi, mi fermo, ma certamente non ti preoccuparti di loro”.
“Senti, ti desidero da morire, ma davvero ora non possiamo”.
Mi riaggiusto alla bell’e meglio e piantandolo in asso, vado di là, dove becco Gabriele intento a palpare il seno e le gambe di Marie.
Non posso crederci, Gabriele che mi fa le corna davanti; resto sbigottita, anche se il mio pensiero è quello di pentirmi di aver fermato Lucas.
Che stronzo di marito, prima fa tutto il geloso, poi quasi si scopa Marie davanti a me.
Gabriele, appena mi vede, diventa di tutti i colori, e, mentre cerca di darsi un contegno, non può, tuttavia, non notare che anche io sono tutta rossa in volto e che ho la gonna girata da un lato.
“Non è come pensi” prova a dirmi il traditore.
“Non provare a dirmelo nemmeno com’è” gli faccio io gelida.
L’atmosfera rimane comunque davvero assai elettrica, almeno tra me e Gabriele, perché Lucas davanti al comportamento della moglie non fa minimamente una piega.
Ovviamente è sempre Marie, ormai lanciata, a togliere ancora una volta tutti dall’imbarazzo, riuscendo in modo incredibile a stemperare con alcune battute davvero azzeccate la situazione e contribuendo a far tornare il sorriso sul volto di tutti.
Poi quando il clima si rilassa, fa scivolare la discussione su argomenti scabrosi come l’orgasmo e Lucas prendendo la palla al balzo, si lancia in una dotta disquisizione, ricca di citazioni scientifiche, su strane teorie che, partendo da una supposta correlazione fra la forma del naso e quella del seno (dal tipo di naso, secondo lui, si arriva ad indovinare il tipo di tette che ha una ragazza e quindi dalla combinazione tra le due parti del corpo, la propensione alla sessualità), arriva a dimostrare che le donne che hanno il seno a forma di pera con una contestuale forma del loro naso piuttosto accentuata, sono più portate alle pratiche sessuali, poiché sanno come far eccitare un uomo e raggiungono esse stesse più facilmente l’orgasmo.
Tutti iniziamo a prendere in giro Lucas per le stupidate dette, anche perché sia io che Marie (come conferma lei stessa) abbiamo le tette di tutt’altra forma ed il naso decisamente regolare.
Allora lui, per dare corpo alle sue strampalate teorie, si avvicina alla moglie descrive il suo naso, afferma che in base a quel naso il seno deve avere una particolare forma, quindi, per confermare quanto detto, con la massima naturalezza, le abbassa, con un gesto secco, il vestito fino alla vita, facendo sbocciare due tette meravigliose, bianche ed erette che sembrano scolpite nel marmo.
Senza scomporsi (né lui, né tanto meno Marie) argomenta e dimostra la sua teoria sulla relazione tra la forma del naso e quella del seno.
Gabriele, così come anche io, siamo rimasti di sasso e senza parole: il seno di Marie è perfetto e di una bellezza sconvolgente!
“Sì vabbè, è facile farlo con me, lo sai come sono fatta, ma secondo te Giuliana che tette ha?”.
Ma cosa stanno facendo, ma cosa stanno dicendo?
Io e Gabriele ci guardiamo esterrefatti e con lo sguardo cerco di rassicurare mio marito sul fatto che in Ungheria, Lucas non aveva mai dato segni di squilibrio.
Allora intervengo decisa.
“Ok, basta così. Credo che il gioco possa finire qui. Abbiamo bevuto troppo un po’ tutti, è meglio se andiamo a fare la nanna.”
La cosa che mi lascia sconvolta è che Gabriele continua a perdersi dietro alle tette di Marie rimaste esposte.
Il Gabriele che ho davanti sembra un’altra persona, diversa da quella che conosco, è diventato senza pudore e neanche la mia presenza riesce a tenerlo a freno.
Marie con il seno ancora scoperto si avvicina a lui chiedendogli:
“Allora Gabriele, cosa pensi tu delle teorie di Lucas?”
Gabriele balbetta qualcosa, riesce a stento a trattenersi dall’allungare la mano verso quelle tette spudoratamente belle.
Lucas invece si china verso di me e mi accarezza la guancia con la sua mano delicata, ma decisa.
Barcollo.
“Dai, perché non ti rilassi, siamo tra amici, ci divertiamo solo un po’”.
Nel frattempo Marie scatenata, si è avvicinata ancor di più a Gabriele e adesso lo accarezza senza mezze misure.
Lui è come in trance, mi guarda, ma poi si perde nuovamente nelle tette della ragazza, così anche Lucas decide di passare all’azione, si siede vicino a me e mi accarezza, ma questa volta non sulla guancia.
Non mi va questa situazione, mi sento considerata come merce di scambio e poi non riuscirei mai ad essere rilassata, ho troppo vergogna di quel porco di mio marito che invece sembra proprio godere con quella troia che ha appoggiato la mano sui suoi pantaloni mentre si stanno baciando senza alcun pudore.
I tocchi di Lucas, però cominciano a sortire i primi effetti, un languore represso da troppo tempo riaffiora, per cui, anche per rendere la pariglia a Gabriele e Marie, decido di lanciarmi e mi inginocchio sul divano per baciare meglio Lucas; in quella posizione, mi trovo con il culo nudo per aria, e lui allunga la mano e prende a massaggiarmelo, fino ad infilarmi un dito nella figa.
Dio quanto mi piace.
La cosa però sta rapidamente degenerando, mi giro verso mio marito per vedere la sua reazione e mi accorgo che sta per reagire: lo sapevo che non avrebbe resistito, e che anche lui avrebbe pensato che si oramai si era superato il limite.
Però, proprio in quel momento, Marie apre la zip dei suoi pantaloni infilando la mano dentro e tirando fuori il suo uccello già al massimo, si china a dargli un rapido bacio che lascia senza respiro Gabriele, poi gli sussurra: “Lasciali stare e divertiamoci io e te – quindi, ad alta voce – secondo le teorie sballate di mio marito, noi due saremmo mezze frigide: forza Giuliana facciamo vedere a questi due maschietti cosa sanno fare due ragazze come noi!”
Oddio, ma è proprio una troia!
Io ancora una volta allibita, rimango ferma a guardare l’espressione di Gabriele mentre quella figlia di buona donna si sta leccando il cazzo di mio marito!
Ma come faccio a protestare quando il mio bell’ungherese mi sta facendo impazzire con le sue dita nella mia figa?
E’ una situazione paradossale per cui, dopo aver visto che mio marito, ormai privo di ogni volontà, ha ceduto completamente con la testa buttata all’indietro impazzito di piacere mentre il suo uccello è nella bocca di quella puttana, decido di ignorarlo e di pensare solo a Lucas dedicandomi completamente a lui, per cui, dopo aver abbassato la zip dei suoi pantaloni, gli stringo finalmente l’uccello.
Gabriele intanto si butta come una furia su Marie, che si muove da troia consumata, quasi strappandole il vestito e le mutande.
E’ fortemente eccitato come raramente l’avevo visto, non solo per il sontuoso pompino che Marie gli sta facendo, ma forse anche per il fatto, assolutamente inedito per lui, di vedere me, sua moglie, la sua Giuliana, che stringo fra le mani l’uccello (e che uccello!) di Lucas, il quale continua a masturbarmi; poi lui si sdraia a terra, mentre io, con la gonna risalita completamente sulla vita, mi metto in ginocchio su di lui con le gambe spalancate.
Quindi mi calo lentamente sul grosso uccello che svetta ritto appoggiandomi su di lui, però senza farlo entrare - Dio quanto l’avevo desiderato questo momento - voglio prolungare la sua e la mia attesa.
Non riesco ad evitare ancora una volta di voltarmi, questa volta con l’espressione soddisfatta e complice che so di avere in quel momento, verso mio marito che continua a guardarmi incredulo e questo aumenta ancora il mio piacere.
Ma chi se ne frega di Gabriele e di Marie che continua a succhiargli il cazzo.
Io continuo a giocare con l’uccello di Lucas e continuo a non farlo entrare, ma ci gioco a lungo con un movimento del bacino e delle gambe.
Davvero l’ho desiderato troppo, per cui adesso mi voglio gustare ogni momento di questo gioco e poi anche lui deve soffrire aspettando che io mi decida.
Solo dopo infinite volte che ho fatto scivolare la testa dell’uccello sulle mia labbra già bagnate dalla eccitazione, alla fine, con un movimento più deciso del bacino, faccio in modo che trovi il varco, facendolo entrare dentro di me.
Dentro, finalmente dentro!
Mi sfugge anche un grido soffocato e mi fermo: voglio continuare a godermi a lungo quel momento.
Nel frattempo Marie sta facendo impazzire di piacere Gabriele che vedendo me scopata in quel modo da un altro, come una troia consumata, si eccita ancora di più.
Mentre Marie continua a succhiargli l’uccello, leccandolo con grande maestria, lui ha infilato le dita nella sua figa.
Nel frattempo io, sempre guardando mio marito fisso negli occhi, comincio ad abbassarmi e alzarmi piano piano, quindi accelero sempre di più ed il movimento si trasmette sui grossi seni che essendomi nel frattempo liberata dal top, ballonzolano dolcemente.
Non immaginavo che mi avrebbe dato così tanto piacere scopare con un altro davanti a mio marito!
Quando Gabriele vede l’uccello sparire, immerso fino alle palle, dentro la mia figa, con me scossa da evidenti ondate di piacere, ha improvvisamente un lungo irrefrenabile orgasmo schizzando nella bocca, sul volto e sui seni di Marie che si affretta a spalmarsi tutta del suo liquido e a pulirgli l’uccello con la lingua.
Che troia, penso, ma non faccio in tempo ad avere altri pensieri, perché sento che il piacere sta per avere il sopravvento, così vengo anche io e successivamente Lucas mi inonda completamente venendo anche lui.
Quando è tutto finito c’è un lungo momento di imbarazzo assoluto tra me e Gabriele, mentre invece Lucas e sua moglie sembrano molto più abituati a queste cose che probabilmente avranno già fatto in altre occasioni.
L’imbarazzo è rotto, come al solito, dall’esuberanza di Marie che dice “Certo, se tutte le teorie fossero dimostrabili in questo modo, credo che i ragazzi avrebbe molto più entusiasmo verso la ricerca”.
La battuta serve a rompere il ghiaccio, così, vista l’ora tutti ci alziamo e ci andiamo a coricare.
Lucas e Marie, che si ritirano abbracciati l’un l‘altro, dovevano essere decisamente abituati ad avere un rapporto libero, non come me e mio marito tra cui ora è sceso un freddo polare.
Nessuno di noi due parla, nessuno apre la bocca mentre ci laviamo, ci spogliamo e ci infiliamo nel letto, nel gelo del silenzio più assordante.
Gabriele non immagina (o non vuole immaginare) neanche lontanamente che io in questi anni l’abbia tradito, eppure è successo e anche diverse volte.
Probabilmente anche lui lo avrà fatto, ma nessuno ha mai saputo niente dell’altro, mentre invece adesso abbiamo scopato con altre persone, l’una di fronte all’altro.
Nel letto, nel silenzio più assoluto, l’imbarazzo tra me e lui è palpabile: Gabriele stenta a prendere sonno e si rigira tutto in continuazione, ripensando, probabilmente, a quanto è successo poco prima e magari ha scolpita negli occhi l’immagine mia che godo fra le braccia di un altro.
Il buffo è che adesso, solo a ripensarci, l’uccello deve essergli nuovamente risvegliato a giudicare dal rigonfiamento che intravedo sotto il lenzuolo.
Neanche io dormo sto ripensando agli strani comportamenti di Lucas, diverso da quello che conoscevo e di Gabriele davvero proprio un’altra persona.
Chissà cosa sta pensando ora, perché non dice qualcosa, almeno se si arrabbiasse, urlasse, sarebbe tutto più facile, ma questo distacco è insopportabile.
Alla fine girandomi ancora una volta alla ricerca della posizione ideale, lo urto casualmente col ginocchio e ed ho la conferma del suo stato di eccitazione.
Che vecchio porco!
Resto sorpresa, ci penso solo un attimo, poi, ossessionata da questo silenzio che mi uccide, mi giro verso di lui calando la testa sotto le lenzuola e mi avvicino al suo uccello dicendo: “Bene adesso mi dici chi è più brava, se io o quella troia della tua Marie”.
Così dicendo prendo l’uccello in bocca; so essere brava in questo campo, per cui facilmente lo porto al massimo dell’eccitazione e gli faccio un pompino come forse non ne avevo mai fatto.
La lingua indugia sulla cappella, scendendo poi alle palle che lecco avidamente, per poi fare sparire l’uccello completamente dentro la bocca.
Continuo a lungo e dopo un po’ Gabriele viene ancora e io, stimolata dal confronto con Marie, faccio una cosa che non avevo mai fatto prima: quando lui sta per venire, anziché staccarmi, come faccio di solito, lascio che l’uccello mi esploda in bocca, bevendo tutto fino all’ultima goccia e pulendolo con la lingua fino a che lentamente smosciandosi non torna alle dimensioni normali.
Poi Gabriele, si avvicina a me ed io appoggio la mia testa sul suo petto; dopo un po’ finalmente parla “Lo sai Giuliana che, per quanto assurdo possa sembrare, stasera mi ha eccitato da matti vederti scopare con un altro uomo?”
“Anche a me eccitava da morire vedere Marie che ti faceva quel pompino: ci pensi mi eccitava vedere che un’altra donna si occupava del tuo uccello, del mio cazzo! Ci pensi lei succhiava il mio cazzo, il cazzo che dovrei toccare e baciare solo io, ma malgrado ciò mi la cosa mi eccitava. Oddio ero anche arrabbiata, eh. Quella troia non ha proprio nessun pudore, come fa ad essere la moglie di un professore e a comportarsi così disinvoltamente da puttana? Comunque sì è stato anche molto bello; decisamente. Chissà, forse dovemmo rifarlo”.
“Lei sarebbe una puttana? Tu invece no, eh? Ti sei fatta sbattere in quel modo ed hai pure goduto, ti ho visto sai. Comunque sì è stato bello, liberatorio, forse hai ragione tu, potremmo anche rifarlo”.
Il mattino dopo a colazione si respira ancora un aria di imbarazzo fra tutti noi, ma la simpatia e la disinvoltura di Marie, riescono un po’ a stemperare, ancora una volta, la tensione.
Mi sento intimamente felice: non solo ho realizzato quella che era stata la fantasia ricorrente degli ultimi mesi (perdermi tra le braccia di Lucas), quanto ciò che è successo ieri sera, mi apre le porte verso un mondo nuovo, fatto di complicità con Gabriele e di aperture verso esperienze diverse.
Poi Marie, esprime il desiderio di vedere il mare, dal momento che nel suo Paese il mare poteva solo sognarlo.
Io ne sono felice, anche perché, malgrado siamo ancora all’inizio di maggio, il caldo è già estivo, e propongo di andare in una spiaggetta, abbastanza fuori mano, ma decisamente tranquilla e poco frequentata, poi oggi è ancora venerdì, quindi sarà ancora sarà ancora più isolata.
Marie grida di entusiasmo, riuscendo a coinvolgere anche Gabriele, un po’ seccato di dover guidare per tutti quei chilometri.
La ragazza ungherese indossa una lunga maglietta trasparente che arriva a coprire appena il costume e che lascia intravedere completamente il microscopico slip; mentre io indosso un costume traforato coperto da una maglietta e da un paio di pantaloncini che lasciano scoperte le gambe già abbronzate.
Già al bar dove facciamo sosta per prendere un caffè, tutti, a cominciare dai camerieri, ci mangiano con gli occhi e vola anche qualche commento anche pesante che strappa il sorriso a tutt’e quattro..
Arrivati sulla spiaggia ci mettiamo a prendere il sole, quindi Marie chiede a Lucas di spalmarle la crema, cosa che Lucas fa, provvedendo anche a sganciarle il reggiseno.
Avrei preferito che Lucas si occupasse di me, ma comprendo le priorità di una moglie, così mi sgancio a mia volta il pezzo di sopra da sola, e mi metto pancia sotto.
Marie, entusiasta del posto dice di non voler andare più andar via e chiede a Lucas e Gabriele di andare da qualche parte a prendere qualcosa da mangiare.
Gabriele, che già pensava di andare in un ristorantino non molto lontano, prova a far notare che la zona è isolata, per cui per trovare da mangiare dovrebbero girare un bel po’; ma Marie, cui mi aggiungo io che adoro il mare, sembra irremovibile.
Di fronte alle preoccupazioni di Gabriele, per il fatto che due donne, per giunta in topless, restino da sole, rispondo rapidamente, conoscendo bene la zona, che li avremmo aspettati vicino a degli scogli un po’ appartati da dove si può vedere chi arriva in spiaggia ed eventualmente ricomporci.
Senza più argomenti i due uomini si avviano alla ricerca di qualcosa da mangiare.
Rimaste sole e spostateci verso gli scogli, ci stendiamo per prendere il sole.
Ad un certo punto, mentre mi sono quasi appisolata pancia sotto, crogiolandomi sotto quel magnifico sole primaverile, sento qualcosa sfiorare le mie gambe: è la mano di Marie, che lentamente risale le mie cosce, accarezzandole con un tocco leggero e vellutato.
Rimango di sasso: adesso che cazzo vuole questa?
Non ho mai avuto contatti con il mio stesso sesso e non intendo certo iniziare adesso con questa puttanella.
Però le carezze di Marie, per quanto non ancora dirette, devo riconoscere che mi turbano, mi viene la pelle d’oca su tutto il corpo e sento quasi subito i capezzoli indurirsi eccitati da quel contatto così come mi senti anche pervadere da un languido piacere, allora decido di far finta di niente e lasciarla fare per un po’.
Incoraggiata dal mio atteggiamento, Marie, con la delicatezza di una farfalla, fa salire decisamente la sua mano sul mio culo.
Adesso sono decisamente imbarazzata per cui, per sottrarmi a quel contatto, mi giro mettendomi con la schiena a terra.
Ma Marie anziché demordere, allunga una mano e passa a sfiorarmi le tette.
Io con gli occhi chiusi immagino per un attimo che le mani siano quelle di Lucas e sento un brivido che mi percorre, fino a quando ad un certo punto non sento le sue labbra vicino alle mie.
A sentire il contatto con le labbra sono colta di sorpresa apro gli occhi di scatto e, prima che abbia il tempo di fare qualcosa, Marie incolla le sue labbra alle mie.
Adesso reagisco decisamente sottraendomi al bacio e voltando la faccia.
“Ma che fai, sei diventata pazza? A me piacciono gli uomini, non le donne” rispondo abbastanza sconvolta mettendomi seduta, senza decidermi però di scostarle le mani appoggiate una sulle mia gambe, una su una tetta.
Marie capisce che non è il caso di insistere e mi guardi con una dolcezza senza fine, così sento di dovermi quasi giustificare.
“Scusami, ma non mi piacciono queste cose. Tu sei troppo esagerata per i miei gusti sai?” aggiungo rimettendomi stesa, ma lasciando comunque le sue mani su di me.
Dopo qualche istante lei riprende a sfiorarmi provocandomi dei brividi su tutto il corpo; non voglio che continui, ma non vorrei neanche che smettesse, perché è decisamente piacevole.
Pian piano la mano sulla coscia sale fino ad arrivare allo slip, e dopo aver delicatamente massaggiato il monte di venere, prova a scostarlo sfiorandomi le labbra.
Ha superato il limite, è decisamente troppo, devo trovare la forza di scostarmi e decidermi a dirle di smetterla, ma non riesco ad aprire la bocca, oddio, ma che sto facendo? Eppure mi piace da impazzire.
Non so che fare, un nuovo brivido più profondo percorre la mia schiena, non ho forza, non riesco a reagire nemmeno quando Marie prova ad abbassarmi il costume, anche se non ci riesce per via delle gambe che continuo a tenere serrate.
Lei continua a giocare con i miei pochi peli, poi con tocchi delicati prova ad accarezzare la mia passerina infilando la mano dentro il costume.
Ho ceduto, sì, sta vincendo, l’eccitazione adesso prende ad assalirmi completamente, sento che inizio a bagnarmi, così non ci provo nemmeno a trovare la forza di sottrarmi neanche quanto sento che Marie comincia a baciarmi prima i seni, con i capezzoli che, duri come non mai, iniziano a farmi impazzire di piacere, poi scendendo sempre più in giù arriva a baciarmi intorno all’ombelico, infine, sfilandomi il costume senza più alcuna resistenza da parte mia, punta decisamente verso altre mete; la lingua sfiora con maestria le grandi labbra e solo in quel momento, pur fortemente eccitata, riesco a recuperare un barlume di forza che mi fa reagire, irrigidendomi, perché mi ritrovo a pensare: Oddio e se poi vuole che lo faccia anch’io con lei?
Quel pensiero mi dà la forza necessaria per fare ciò che sinora non mi era riuscito: serro di nuovo le gambe mi metto seduta e la scosto.
Lei mi guarda con degli occhi teneri ai quali è difficile resistere, provo a dirmi, mentendo, che ho superato il momento critico e che ho ripreso la padronanza di me stessa.
“Lasciati andare, non pensare a nulla, pensa solo a godere”.
Così dicendo mi rimette una mano sulla mia figa ed io istintivamente riapro le gambe.
Mi abbandono al piacere e alla maestria dei suoi tocchi.
La sua lingua riesce a darmi delle scosse di piacere che non immaginavo di poter provare con una donna.
Quando lei con la lingua risale leccando tutto il mio corpo e arrivando pericolosamente verso la mia faccia, riapro gli occhi e mi scosto di nuovo.
Proprio in quel momento mi accorgo casualmente che da sopra la scogliera, ci sono due ragazzi si stanno godendo lo spettacolo.
Emetto un grido, divento di tutti i colori indico i due ragazzi a Marie, poi, mi sistemo al meglio gli slip e mi metto a correre irragionevolmente in acqua per sottrarmi alla loro vista, vergognandomi come non mi era mai successo in vita mia; se lo sapevano all’Università: sorpresa da due guardoni mentre ero intenta in un scena di sesso lesbico!
Ero certa che Marie si fosse messa a correre con me, per cui mi meraviglio molto non vedendola al mio fianco: che le sarà successo?
Esco dall’acqua cercando di vederla sulla spiaggia, ma non c’è: non sarà mica rimasta lì?
Decido di andare a vedere che fine ha fatto la mia amica.
Quando arrivo sul posto sono ancora a seno nudo e tutta gocciolante, vedo Marie con i due ragazzi vicino a lei a chiacchierare.
Ma è diventata scema?
Marie mi vede e mi chiama: “Ma sei andata a farti un bagno? Vieni ti presento questi due ragazzi, non mi ricordo i loro nomi…”
Giuro che non so se è scema, o se ci fa.
In ogni caso non mi interessa fare la loro conoscenza, per cui mi volto e vado a rituffarmi in acqua.
Visto che l’acqua è abbastanza fredda, faccio una lunga nuotata per scaldarmi, nella speranza anche che Marie nel frattempo abbia cacciato quei due tipi, ma dopo un bel po’, quando già sto pensando di poter rientrare alla base, vedo che uno dei due ragazzi si avvicina alla riva e si tuffa in acqua.
Ecco, ci mancava solo questo!
Una volta in acqua il ragazzo dopo poche bracciate mi raggiunge: ha una maschera da sub che si toglie appena si avvicina ed inizia a parlare, cercando di fare il simpatico e non facendo minimamente cenno a quanto mi aveva visto fare con Marie.
Non ho alcuna voglia di parlare con lui, per cui rispondo a monosillabi, senza grande entusiasmo.
Dopo un po’ di chiacchiere generiche, il ragazzo commenta: “Beh, la tua amica è decisamente più simpatica”.
“Bene, perché non vai da lei, allora?”
“Che vuoi dire, l’ho lasciata con il mio amico, credo voglia provarci con lei, per quello sono venuto via”.
“Ma io non sono lei” rispondo secca mentre ripenso a ciò che ha detto.
Mentre penso a come liberarmi di questo rompiscatole visto che sono anche senza reggiseno, lui si rimette la maschera e va in immersione e dopo un attimo sento le sue mani che armeggiano intorno al mio slip sciogliendo il nodo che lo tiene su.
Colta di sorpresa, cerco di evitare che scivoli via e provo a riallacciarlo, ma il giovane, con continue immersioni riesce ad evitare che io ci riesca.
“Ma come ti permetti, stai fermo!”.
Lui, ovviamente continua, allora, vista la situazione, penso solo a recuperare lo slip e, una volta riuscitaci, completamente nuda, decido che è meglio tornare a riva; dopo poche bracciate, però, lo slip mi sfugge di mano, così sono costretta a fermarmi per recuperarlo dando la possibilità al ragazzo che mi segue sempre da vicino in immersione continua con la sua bella maschera, di non perdersi lo spettacolo.
Riprendo a nuotare e, appena capisco che si tocca, ancora dentro l’acqua, mi rimetto il costume.
Poi, seguita dal ragazzo che non demorde, mi dirigo verso Marie, appena in tempo perché intravedo da lontano la sagoma dei nostri uomini che stanno tornando.
Avverto quella sciagurata di Marie che stava lì imperterrita con le tette di fuori a scherzare con l’altro ragazzo.
Lei pronta allontana il ragazzo che riesce a dileguarsi assieme al compagno prima che sia visto dai nostri mariti.
“Sei una pazza, ma cosa ti è saltato in mente di metterti a dargli corda invece di mandarli via, pensa se Gabriele e Lucas tornavano un paio di minuti prima”.
“Ma sono ragazzini, abbiamo solo parlato”.
“Ma lo sai che in acqua quell’altro mi si è buttato addosso?”
“Mi dispiace, non pensavo di fare qualcosa di male. Non sono italiana, per me è normale”.
“Eccoci di ritorno, allora come è andata ragazze, tutto bene?” chiede Gabriele appena riesce a vederci.
Riprendiamo a chiacchierare, poi Marie propone a tutti di fare il bagno, ma io che sono appena uscita dall’acqua non ne ho voglia, mentre Lucas e Gabriele la seguono.
Dopo qualche istante Marie torna indietro, e si toglie con noncuranza lo slip: “Non ho portato il cambio, non posso bagnarlo.”
Anche a me, piace molto fare il bagno nuda, sentire l’acqua a contatto diretto con tutte le zone del mio corpo, però ci sono quei due ragazzi qui attorno e lo sa anche lei, perché ha questi atteggiamenti così infantili?
Sbuffo e, anche se avrei una voglia matta di imitarla, decido di godermi il sole sdraiandomi a pancia in giù.
Dopo poco, mi rendo conto che sopporto con grande fastidio il costume bagnato, anche perché il sole primaverile impiega molto più tempo ad asciugarlo, per cui, badando bene che quei due ragazzi non siano più in zona, con grande circospezione e con movimenti controllati e mi slaccio lo slip e lo stendo perché si asciughi meglio, quindi metto sul mio bel sederino un piccolo pareo.
Da lontano si sentono i tre in acqua ridere e scherzare, poi a piano a piano li sento allontanare rapidamente dalla riva e dalle mie orecchie.
Dopo un po’ avverto degli altri rumori: non possono essere Gabriele e gli altri perché li sento ancora in acqua, così alzo la testa e vedo i due ragazzi di prima che escono dai cespugli.
Uno dei due mi fa un chiaro cenno di andare da loro.
Rimango completamente paralizzata dalla paura per quello che potrebbe succedere, sono pure da sola e chissà dove sono andati quei tre scimuniti.
“Andatevene subito, o chiamo mio marito!”
Uno di due ragazzi, con uno scatto felino, corre verso di me, afferra la borsetta, dove tra l’altro ci sono anche le chiavi dell’auto, e ritorna nel cespuglio.
Io mi alzo di scatto, dimentica del fatto che sono completamente nuda, e lo inseguo cercando, senza riuscirci, di recuperare la borsa; poi mi rendo contro della mia nudità e mi copro alla meglio con le mani tornando alla base.
“Va bene, l’avete voluto voi, vado a chiamare gli uomini!”
I ragazzi mi fanno cenno di non parlare, lasciano la borsa a terra e si allontanano di qualche metro.
Il primo istinto è quello di chiamare Gabriele e Lucas, ma al di là del fatto che sono troppo lontani per sentire, ho anche paura che i due ragazzi possano raccontare ciò che era successo prima, così recupero lo slip, lo riallaccio, quindi coprendomi il seno con il pareo mi avvio verso il cespuglio, timorosa, ma decisa a riprendermi la mia roba.
I ragazzi rimangono a distanza di sicurezza, per cui mi avvicino alla borsa.
“Scusaci, non volevamo rubarla, ma volevamo solo parlare con te, ma tu hai fatto tutte quelle scene, allora grazie alla borsa siamo riusciti ad avvicinarti”.
“Non ho nulla da dirvi se non che potrei denunciarvi per tentato furto!”
“No, no, ferma stavamo scherzando. Calmati, non ti agitare, non è proprio il caso che tu ti arrabbi. Scusaci, noi siamo dei bravi ragazzi, ma voi due ci avete fatto andare un po’ su di giri. La borsa è qui, prendila”.
Sento di aver recuperato finalmente l’autorità, per cui, dopo aver recuperato la borsa dico loro di sparire e di andare via, perché se li avessi sorpresi a spiare ancora, questa volta sarebbe finita davvero male.
“Veramente ce ne stavamo già andando, solo che abbiamo visto te e la tua amica fare quelle cose: mamma mia, devi riconoscere che è stata una provocazione a cui non era facile resistere, quindi avevamo solo pensato di conoscervi un po’”.
Più conciliante dico loro: “Sarete anche bravi ragazzi, come dite voi, però ricordate che le donne si debbono saper conquistare, non si possono avere per capriccio e tanto meno per ricatto e poi spiare è una delle cose più abiette che possano esserci”.
“Spiarvi? Ma voi eravate sulla spiaggia, mica in camera da letto”.
Beh, in fondo non hanno tutti i torti.
“Comunque andatevene via sul serio e guai se vi vedo ancora qui attorno e soprattutto non vi permettete più di spiare”.
“Non ti preoccupare, stavolta ce ne andiamo davvero”.
Torno al mio posto a riprendermi il sole.
Quando dopo un po’ Lucas arriva dall’acqua, non soltanto è da solo, ma è completamente nudo con il costume bagnato in mano.
Senza dire nulla si sdraia pancia sotto e si asciuga al sole sena dire una parola.
Passa un bel po’ prima che ci raggiungano anche gli altri due, anche loro completamente nudi: c’è qualcosa che non mi quadra e mi convinco tra loro sia successo qualcosa di interessante, può darsi che abbiano ripreso il “discorso” di ieri sera...
L’aria erotica, comunque, si avverte lontano un miglio e io me ne sento esclusa.
Marie, protesta facendomi notare che io sono l’unica che ancor indossa il costume, e mi chiede di toglierlo.
Ma come ‘ penso ‘ non le è bastato il casino che ha combinato con quei ragazzi? E poi chi si crede d’essere per dirmi quello che devo fare?’.
In questo momento l’atteggiamento superficiale di Marie mi infastidisce.
Ovviamente non sa che i ragazzini sono tornati mentre loro erano assenti, però un atteggiamento più prudente a me sembra il minimo.
Io continuo controllare gli scogli, ma per fortuna non scorgo nessuno per cui credo che dopo l’ultima incursione, se ne siano andato davvero.
Odio la situazione in cui mi trovo, tutti guardano me e io non so decidermi.
Beh, se non voglio essere io a rovinare il gioco tra di noi, bisogna che lo faccia, quindi, dopo un profondo respiro poso la mano sul laccetto del costume rimanendo, tuttavia, ancora indecisa: ma i ragazzi se ne saranno andati sul serio?
Resto dubbiosa qualche secondo, poi decisa mi alzo, faccio volare via il pareo e mi slaccio lo slip che, scivolando in mezzo alle gambe, lasciandomi completamente nuda.
Sono indecisa su dove mettermi, visto che Marie sta seduta in mezzo a Lucas e Gabriele.
Ovviamente preferirei sedermi vicino al mio bel collega, ma forse sarebbe un po’ troppo sfacciato, così mi siedo accanto a mio marito che, quasi per ringraziarmi della scelta, inizia ad accarezzarmi le gambe.
Marie, invece, molto più diretta, passa subito all’azione e prende ad accarezzare l’inguine del marito facendo subito prendere consistenza al suo uccello.
Quindi, quasi come una naturale conseguenza, dall’inguine, la mano di Marie, passa a posarsi direttamente sull’uccello di Lucas
‘Che fai - vorrei dirle – metti giù le mani, quello è mio’. Ma purtroppo non è così, è con lei che è sposata con Lucas, mentre io sono stata solo l’amante occasionale di una sera in cui tutti eravamo su di giri.
Non contenta, si gira di fianco mostrando a me e Gabriele il suo meraviglioso culo e comincia a baciarlo sul collo, sul petto, scendendo via via verso l’inguine.
Io sono allibita, rimango a bocca aperta, incredula e guardo mio marito: non lo farà sul serio qui, penso.
Lucas sembra imperturbabile mentre Marie scende inesorabile verso il suo uccello.
Assieme all’imbarazzo ed allo sbigottimento (non credo davvero ai miei occhi) provo rabbia: avrei voluto avere il coraggio di farlo io tutto quello, precedendola.
Con Gabriele continuiamo a guardare increduli e divisi fra imbarazzo e invidia.
Da una parte, forse, vorremmo essere così disinibiti, come loro, dall’altra pensiamo che è una imprudenza, visto che siamo pur sempre all’aperto.
Gabriele, da gran porco quale è, si è eccitato tantissimo nel vedere quella scena, immaginando, presumo, di essere al posto di Lucas e la sua eccitazione è lì bella evidente nudo com’è, come dimostra la sua poderosa erezione.
Non potendo fare quello che vorrebbe, con grande ipocrisia, continua ad accarezzarmi le mie gambe con gesti sempre più precisi ed intimi; quando poi vede che Marie, tirandosi su i capelli con un gesto misurato, imbocca di colpo l’uccello del marito, il suo cazzo ha un sussulto e lui infila deciso due dita nella mia figa, facendomi quasi male e io sobbalzo cercando per un attimo di sottrarmi a quella penetrazione improvvisa.
Sono eccitata e bagnatissima anche io da quella scena, ma mi sento usata, sono fortemente offesa per il fatto che Gabriele tocca me, ma guarda e desidera Marie; che lui brami la bella ungherese è evidente, visto che, pur toccandomi, non le toglie gli occhi di dosso.
D’altra parte anche Lucas, mentre si fa fare il pompino dalla moglie, ha a sua volta gli occhi fissi su di me.
Vorrei semplicemente dire di cambiare coppia, ma non ne ho il coraggio.
Così, veramente piccata per questo atteggiamento di Gabriele che non riconosco davvero più, gli scosto le mani sibilandogli gelida nell’orecchio: “Ma insomma, vuoi smetterla, tocchi me ma guardi e desideri lei? Sei proprio uno stronzo, sai. Se vuoi andare con lei, accomodarti pure, cosa vuoi che me ne importi!”.
Gabriele mi guarda con lo sguardo stravolto “Hai ragione, scusami, lo sai che io ti amo, guardiamoli soltanto, è come quando ci capita di vedere un film porno, noi guardiamo gli attori, però poi siamo io e te che facciamo le cose. Però, guarda che pompino gli sta facendo”.
“Bene, così hai deciso che lei è più brava di me. Stanotte però non mi sembravi dello stesso parere”.
“No, scusami, non volevo dire questo”.
Ma oramai non lo sto più a sentire e ho deciso di fargliela pagare al più presto.
Marie, che ha sentito qualcosa della nostro battibecco, me ne offre subito l’occasione.
Infatti, non contenta di fare un pompino al suo uomo allunga una mano verso Gabriele, cerca il suo uccello che comincia a carezzare.
“Beh, adesso stai proprio rompendo le palle, hai decisamente esagerato: passi quello che stai facendo a tuo marito, sono fatti vostri, ma metterti a farlo anche con Gabriele mi sembra davvero troppo”.
Marie smette il pompino, mi guarda sorridente con un’espressione disarmante e si mette a sedere a gambe aperte, senza però abbandonare la doppia presa.
E’ una vera provocazione tutta nuda, bionda, con i seni eretti e in quella posa così esplicita.
Lasciando l’uccello di Lucas, mi dice: “Hai ragione, non devo essere egoista, prendi il cazzo di mio marito, però mi raccomando trattamelo bene. A quello di Gabriele, invece, se non ti dispiace ci penserò io”.
Gabriele sembra sorpreso, però non gli pare vero, poi ha un rigurgito di vergogna e, come risvegliatosi, dice : “Basta ragazzi, che siamo facendo? Qui se viene qualcuno succede un casino, certe cose in Italia non si possono fare all’aperto”.
Ma Marie, ignorando le sue parole, si sposta leggermente continuando tranquillamente a dedicarsi al suo uccello; lo stringe, lo tira a sé, poi si china e, guardandolo fisso negli occhi, comincia a leccargli la cappella mentre con l’altra mano gli massaggia le palle.
Infine ingoia di colpo tutta l’asta che gonfia le sue gote: dio che gran troia che è!
Gabriele smette di protestare.
Lucas nel frattempo si è alzato mettendosi al mio fianco.
Io, alla vista di quanto accade a mio marito, furiosa ed eccitata allo stesso tempo, perdo definitivamente il controllo: afferro Lucas per l’uccello e mi dirigo verso un cespuglio (questa volta voglio godere con lui in solitudine, senza avvertire l’ingombrante presenza di mio marito) e prima di sparire faccio in tempo a vedere Marie che si cala su Gabriele, infilandosi l’uccello nella figa.
Incollo le mie labbra alle sue e in piedi così come siamo, senza perdere tempo, gli cingo la schiena con una gamba e prendo il suo uccello dirigendolo verso la mia figa, mentre lui mi mangiucchia con vigore i seni inturgiditi dalla eccitazione.
Sono bagnatissima, però la posizione non facilita la penetrazione, allora lui abbandona la presa sui seni, mi mette le mani sul culo mi fa flettere all’indietro e mi alza stringendomi a sé.
In questa posizione, l’uccello trova naturalmente la sua strada e finalmente lo sento entro di me, anche se ad un certo punto, sotto la forte spinta dei suoi colpi, perdo l’equilibrio cadendo rimanendo comunque allacciata a lui e trascinandolo giù.
Appena la mia schiena tocca la sabbia calda mi esce fuori un piccolo grido di dolore.
Lucas è subito sopra di me e, appena il tempo di aggiustarsi, con un colpo di reni, entra di nuovo violentemente dentro di me, che, mi lascio sfuggire un altro grido improvviso, questa volta per il piacere.
Poi si ferma, sento il suo cazzo dentro di me, teso al massimo, lo sento addirittura pulsare.
Quindi, sempre senza muoversi, cerca nuovamente le mie labbra e, quando io rispondendo al bacio gli faccio nuovamente sentire la lingua, comincia a muoversi lentamente.
Dopo un attimo gli ho allacciato le gambe dietro la schiena e in preda al piacere ruoto il bacino per assecondare meglio il suo movimento.
Lucas si rende conto subito che se prosegue viene subito, per cui si ferma, toglie il suo uccello ed inizia ad esplorarmi la figa con le mani, toccandomela con maestria.
Io, ormai vicina all’orgasmo, lo lascio fare.
Lui si abbassa su di me e con la lingua in mezzo alle gambe, cerca di darmi quel piacere che stavo inseguendo.
Ho il respiro sempre più affannoso e gli occhi chiusi, poi li apro e mi inarco tutta piantando le unghie nelle spalle del mio amante, mentre un gemito inconfondibile e incontrollabile, mi sfugge dalle labbra serrate.
Quando il mio corpo squassato dai brividi del piacere si ferma, Lucas toglie il viso e le dita dalla figa fradicia, si mette in ginocchio e resta a contemplarmela quasi in adorazione, tutto ciò mi fa impazzire.
Poi con dolcezza mi fa girare e mi fa mettere a quattro zampe.
Docilmente obbedisco.
Lui si mette dietro e comincia con una mano a carezzarmi tra le gambe, mentre con l’altra mi tortura i seni, che per la posizione pendono invitanti.
A un certo punto, mentre le sue dita mi carezzano le labbra della figa gonfie per l’eccitazione, sento la sua cappella puntata contro il buco del mio culetto.
“Che fai?” dico con un filo di voce
So perfettamente cosa vuole fare, infatti, anziché sottrarmi, mi posiziono meglio mentre do un leggero colpo all’indietro.
Lui mi mette due dita nella figa bagnandole, poi me le infila nel culo andando avanti fino a farmi rilassare lo sfintere.
Quindi toglie le dite ed avvicina il suo uccello al buchetto.
Ormai sono così bagnata dappertutto, che l’uccello si trova già dentro per due dita.
Ad un tratto Lucas si ferma, anche perché ha visto dietro lo scoglio l’ombra di qualcuno che si stava avvicinato.
E’ Gabriele che allacciato a Marie stava osservando.
Solo qualche giorno fa la cosa l’avrebbe fatto imbufalire dalla collera, ma oggi è un altro uomo, così, vedere me a pecoroni con un uccello piantato nel culo, gli provoca una tale eccitazione che l’uccello, pur appena spremuto, riprende di colpo vigore, anche per merito delle esperte mani di Marie che non lo mollano un attimo, salvo poi inginocchiarsi e prenderglielo nuovamente in bocca.
Lucas nel frattempo prosegue nella sua operazione, continuando a spingermi l’uccello nel culo e a farlo entrare completamente.
In verità adesso sento anche un po’ di dolore, infatti comincia a sfuggirmi qualche flebile lamento: il buchetto non è così allenato, sono poche le volte che ho concesso a Gabriele questo privilegio.
Lucas si ferma e comincia a massaggiarmi con dolcezza la figa con una mano, mentre con l’altra ti strizza un capezzolo.
Una nuova ondata di piacere mi assale e, quando lui si accorge che mi sono nuovamente rilassata sotto i tocchi riprende a spingere.
A questo punto caccio un urlo e Gabriele nel sentire me, sua moglie inculata così ferocemente, ha immediatamente un lungo liberatorio orgasmo venendo nella bocca di Marie.
Lucas mi chiede “Ti ho fatto male, esco fuori?”
“Non ci pensare nemmeno, continua”.
Con gli occhi cerco sempre gli occhi di mio marito, mi dà una sensazione incredibile essere lì inculata selvaggiamente davanti agli occhi soddisfatti di Gabriele, voglio che veda come godo e quanto mi sento puttana mentre lui mi osserva con il cazzo di un altro uomo tutto nel culo.
Lucas ha ripreso a stantuffare con vigore, ma, dopo pochi colpi, anche lui non riesce più a trattenersi riempiendomi del suo sperma fin dentro le viscere.
Quindi ci lasciamo cadere a terra esausti sotto lo sguardo perso di Gabriele che stenta a riconoscere se stesso.
Marie, si avvicina a Lucas accarezzandogli dolcemente il viso, quindi rivolgendosi a me mi dice: “Hai visto quanto è bello e piacevole lasciarsi andare?”.
Poi alza la testa e con un tono di preoccupazione dice: “Mi sa che oltre ai nostri uomini siamo riusciti a far godere anche quei due maiali lì sopra”.
Tutti guardiamo verso lo scoglio dove vediamo i due ragazzi che evidentemente erano tornati e si erano goduti lo spettacolo, così lancio un urlo.
I due guardoni fuggono via inseguiti da Lucas che dopo qualche secondo torna indietro sconfitto: ‘Avevano il motorino’ comunica con un filo di voce.
Dio che vergogna!
Gabriele diviene di tutti i colori, protesta che lui l’aveva detto, si arrabbia moltissimo per essere stato così leggero.
Anche io sono furibonda: quei due piccoli bastardi avevano giurato che sarebbero andati via, avrei comunque dovuto stare più attenta, ma questo non posso dirlo, altrimenti dovrei spiegare a mio marito tante cose.
Superato il momenti di rabbia, tutti noi, torniamo sulla spiaggia e non proviamo neanche a rivestirci: i due ragazzi se ne sono già certamente andati e, comunque, quello che dovevano vedere già l’hanno visto, che significato ha coprirsi adesso?
Mangiamo qualcosa di quello che i due uomini hanno comprato, e ci riposiamo un po’.
Nel pomeriggio devo fare pipì, va bene che ogni tabù è ormai caduto tra noi, però per queste cose preferisco mantenere un po’ di intimità, così decido di andare verso quei cespugli e chiedo a Marie di accompagnarmi.
Così nude come siamo rimaste, ci appartiamo dietro i cespugli, e, mentre entrambe ci accingiamo a fare i nostri bisogni, all’improvviso ci troviamo di nuovo davanti i due ragazzi.
Io per lo spavento ho un sussulto, provando ovviamente imbarazzo e vergogna per quella posizione molto intima e faccio uno scatto per alzarmi così scomposto che mi fa invece finire a gambe levate, facendomi esibire sconciamente la mia passera tutta aperta, proprio mentre la pipì esce bagnandomi le gambe.
Che vergogna, così ora mi hanno visto pure mentre faccio pipì: non smetto di arrossire.
“Bastardi, siete dei grandissimi figli di puttana e pure bugiardi: mi avevate promesso che sareste andati via: non avrei mai dovuto fidarmi di voi” dico rabbiosa quasi sibilando per non farmi sentire dagli uomini.
Solo allora uno dei ragazzi, senza dire nulla, ci fa vedere una macchina fotografica e sottovoce dice che avevano fatto delle foto interessanti, molto interessanti.
Io istintivamente mi lancio verso la macchina fotografica “cancellate subito gli scatti”.
Ma uno dei giovane mi fa segno di non gridare mentre continuano ad ammirare i nostri corpi nudi che inutilmente proviamo a coprire con le mani.
Poi con un sorrisetto “Non siamo mica scemi, ho già scaricato le foto quando siamo scappati prima e ho messo tutto al sicuro”.
“Va beh, ma da lassù cosa avete potuto fotografare, eravate piuttosto lontani”.
“Non tanto come credi, visto che questa macchina ha uno zoom discreto e penso che siate venute proprio bene, soprattutto tu mentre ti fai fare quelle cose. Col il computer poi posso fare miracol
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