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La prima sottomissione


di AntonellaTrav6
07.02.2024    |    4.527    |    11 9.8
"Mette entrambe le mie gambe sulle sue spalle e mi alza i fianchi..."
Era Franco a procurarmi incontri, spasmodicamente, da vari siti di annunci. Io, di mio, continuavo ad essere una femminuccia timida e risevata. Trovava ragazzi giovani e assatanati in ogni zona della città ma pure nella provincia. Grazie agli appuntamenti che mi procurava sono stata spesso con uomini dal cazzo davvero grosso e duro, a causa dei quali, il giorno dopo, non riuscivo letteralmente a camminare o a sedermi. Però erano sempre incontri soft. Mai niente di estremo. Un giorno, però, in uno di questi siti Franco conosce un master sulla quarantina, alto, muscoloso. Un autentico dominante dal cazzo spesso e venoso. Dopo averci chattato a lungo decise di farmelo incontrare. Mi disse solo solo che era un tipo solitario a cui piaceva sottomettere le puttane, se poi quelle puttane avevano qualcosa tra le gambe, insomma quando quello che dominava avrebbe dovuto essere un uomo ed era invece una femminuccia, beh, la cosa gli faceva ribollire il sangue e lo rendeva incontrollabile. Mi spiegò, con calma, che non correvo pericolo alcuno, ma che era giunto il momento per me di incontrare uno come lui, perchè avevo bisogno di qualcuno che mi mettesse al mio posto e mi facesse sentire umiliata e non come la solita ragazzina viziata e troia. Mi fece indossare un perizoma nero, calze a rete nere, tacchi alti con plateau e un vestitino stretto e accollato nero che si apriva con un taglio appena sopra le tette. Franco mi accompagnò fino alla porta di casa del tale e poi mi lasciò sola. Busso. Il tizio apre leggermente la porta mettendo un piede fuori, io sorrido e cerco di non guardarlo negli occhi per non mancargli di rispetto. Sento la sua grossa mano ruvida afferrare il mio culetto tondo. Lo schiocca mentre inciampo sui talloni, ma mi afferra per il collo per aiutarmi a restare in equilibrio. Torcendomi il collo mi tira verso di sé: "Alla fine sei venuta, troia birichina". Annuisco e mi intima di andare in camera. Cammino mentre mi segue, so che sta guardando il mio vestito, fissando il mio piccolo culo rotondo e il perizoma che è incastrato tra le mie natiche. Quando arrivo nella stanza ho un sussulto.Vedo un mucchio di giocattoli sul letto. Ci sono fruste, mollette e degli altri oggetti che ancora non conosco, e poi cinture, manette, una benda per gli occhi, corde e delle telecamere installate. Il mio cuore affonda nello stomaco mentre mi tolgo il cappotto. Seduta sul letto, gambe incrociate, con solo il mio vestito succinto indosso, aspetto sue istruzioni. Adesso ho paura. Quella sorta di brivido che avevo provato prima è sparito. Sono in balia di uno sconosciuto, non so cosa mi vuole fare. Si chiude la porta alle spalle e la chiude a chiave, si gira e vede la sua puttanella seduta sul suo letto. Tengo gli occhi incollati al pavimento, ma sento che mi cerca, lo sento leccarsi le labbra mentre le mie gambe iniziano a tremare nervosamente. Posso immaginare quello che vede: una femminuccia spaventata con addosso un vestito attillato. Una a cui piace essere trattata come una puttana ma che non è ancora stata sottomessa realmente.
“Adesso sei mia. E io posso fare di te ciò che voglio, lo sai?” Brividi… Paura…
“Devi fare la brava, altrimenti saranno guai. Hai capito?”
Faccio cenno di si con la testa, lui mi afferra per la nuca, facendomi sollevare la testa.
“Co… Cosa vuoi farmi” non mi escono nemmeno le parole, quello che mi ha detto mi ha gelato il sangue.
“Adesso facciamo un gioco…” Rabbrividisco. Sono in balia di uno sconosciuto. Si posiziona alle mie spalle, non lo vedo e non so cosa mi voglia fare e la cosa non fa che peggiorare la situazione.
Non ho nemmeno fatto in tempo a vederlo andare dietro di me che un forte schiaffo colpisce il mio sedere. Poi un altro e un altro ancora. Grido, ma lui colpisce più forte, poi mi mette un mano davanti alla bocca.
“Non devi gridare, troia! Hai capito? Se lo rifai sarò costretto a prendere provvedimenti!”
Prende una specie di frusta di cuoio nero che finisce con una parte piatta. Passa dietro di me e comincia a colpire ripetutamente in mio sedere con quella. I primi colpi non sono granché, ma poi il dolore aumenta. Fa male, mi brucia, vorrei urlare, ma non posso perché so che sarebbe peggio, mi punirebbe ancora di più. Quella sensazione strisciante ritorna, ad ogni colpo che arriva sulle natiche sempre più forte. Non posso credere di star provando piacere mentre lui mi frusta i glutei. La mia eccitazione sta salendo, anche contro la mia volontà. Sento una specie di brivido corrermi lungo la schiena, una sensazione che striscia sotto la pelle, come se mi piacesse quello che mi sta succedendo, ma la mia mente si rifiuta di accettare che il mio corpo provi piacere da una situazione simile.
Mi gira intorno e poi mi afferra per il collo, la sua enorme mano mi avvolge mentre sento l'altra mano afferrare il mio minuscolo inguine. Tira di lato il mio perizoma e inizia a giocare con il mio piccolo "clitoride", stringendolo tra il pollice e l'indice. Gemo mentre mi maneggia, mi eccita così tanto che quasi vengo. La sua presa sul mio collo si rafforza; poi mi butta violentemente sul letto facendomi uscire il culo dal vestito attillato. 
"Scendi dal letto, cagnetta " mi dice, mentre striscio fino al bordo. Lo vedo maneggiare la sua macchina fotografica e poi tornare verso di me. Mi si erge possente davanti quando si abbassa i pantaloni e il suo grosso cazzo, di almeno 20 cm, mi schiaffeggia la faccia. "Leccalo, puttana" dice, mentre afferro il suo grosso cazzo e lo metto all'apertura della mia bocca. A malapena sono in grado di infilare il suo cazzo nella mia bocca, cerco di soddisfare questa verga carnosa al meglio delle mie possibilità.  
"Brava troia, succhiami il cazzo, stupida puttana". Lo sento allungare le mani e tirarmi su il vestito. Vede la mia minuscola pisellina completamente eretta che pulsa mentre coi suoi fianchi me lo spinge nella bocca. Ogni volta che me lo ficca tra le labbra, fottendomi la faccia, il mio piccolo clitoride si contrae. Mi mette una benda attorno agli occhi e mi lega i polsi. Comincio a respirare più affannosamente, il mio cazzetto scoppia in alcune misere schizzate. Lo sento ridere. "Che piccolo cazzo che hai. Non dovrei nemmeno chiamarlo cazzo, è così fottutamente piccolo." lo schiaffeggia leggermente, mentre io mi contraggo. "Non ti serve a niente! A te serve solo questo sporco fottuto buco che hai dietro." Mi dice sculacciandomi le guance. Comincio a gemere, succhiandogli il cazzo più forte e più a lungo. Si vendica della mia disponibilità a servire, e inizia a fottermi la bocca più forte. Inizia a pomparmelo dentro e fuori dalla gola. Fa scivolare il suo cazzo a metà e lo tiene lì mentre comincio a soffocare. 
"Prendi il mio cazzo, puttana", dice rimettendomi il cazzo in bocca e spingendolo tutto dentro. Ho il vomito diverse volte e ogni volta che lo faccio mi schiaffeggia la faccia. Mi chiude il naso e inizia a prendere un ritmo più veloce nelle sue spinte. Mi sento come se la mia bocca fosse diventata una figa da violentare. Mi afferra entrambi i lati della faccia e inizia a fottermi la bocca. Provo a lamentarmi. I polsi mi fanno male.
"Chiudi il becco e prendi questo cazzo, stupida stronza!" Cerco di spingerlo via, con una contrazione del corpo. Vede il mio corpo dimenarsi, ma è troppo tardi. Gocce di sperma fuoriescono e si riversano sul letto, sul mio vestito, sulle mie gambe. 
"Porca puttana! Sei una fottuta troia. Non riesci a trattenerti, eh?" Mi sminuisce. Rimago lì con gli occhi bendati e le mani legate, ansimando con poco fiato. 
"Non puoi godere quando vuoi, cagna. Lo capisci questo? Me lo devi chiedere e solo io te lo posso permettere. Altrimenti dovrò punirti”.
Deglutisco, so che non posso resistere ancora per molto ma devo farlo.
Ricomincia a stimolarmi pesantemente la clitoridina e io mi contorco ancora. Non resisto più, mi sembra di impazzire, la stimolazione unita alla costrizione mi stanno facendo uscire di senno. Anche il culetto è bagnato e scendono umori, sto dando di matto. La mia mente sta per arrendersi, lo sento, il piacere sta avendo la meglio e come già tante altre volte nella mia vita decido di mettere in pausa il cervello e di lasciare che i sensi guidino il mio corpo e le mie azioni.
“Posso godere?” gli chiedo.
“No!” risponde senza pietà
“Non ce la faccio più, ti supplico, posso godere?”, dico, quasi singhiozzando.
Mi guarda, intravedo la sua faccia compiaciuta, la sensazione che gli da il potere e il completo controllo che ha sul mio corpo e sulla mia mente.
“Godi, troia!” grida improvvisamente. E accompagna l’affermazione con una serie di schiaffetti sul culo. Si mette davanti a me e mi guarda compiaciuto, sono appesa come un fantoccio inerme, l’orgasmo mi ha tolto tutte le energie, ha capito che sono sua. Si avvicina e comincia a mettere le mollette ai capezzoli, lentamente, e ogni volta che una di queste attacca mi provoca un misto di piacere e dolore. Poi toglie anche le corde dai polsi. Ormai sa che non farò nulla, ha annullato completamente la mia volontà: sono una bambola tra le sue mani e potrà continuare a fare di me ciò che vuole.
"Stai ferma." Sento uno scatto e un lampo mentre mi osservo i polsi lividi.
"Mi sta fotografando", dico nella mia testa. Si avvicina a me, e io vorrei essere altrove, posso sentire il suo respiro contro la mia spalla mentre mi dice: "Adesso ti fotterò forte il culetto". 
Sicuramente ha un sorrisetto sul viso quando lo dice. 
"Culo all'aria, adesso." 
Provo a dire qualcosa.  
"Chiudi il becco puttana". 
Lentamente e con riluttanza mi metto a pecora. Lo sento prendere una cintura: "Faccia sul materasso, metti le mani dietro la schiena". 
Acconsento, poiché può vedere chiaramente che la mia erezione non c'è più, solo il mio piccolo clitoride floscio. Mi prende gli avambracci e li lega insieme con la cintura, questa volta. Lo sento aprire e versare del lubrificante su tutto il mio piccolo buco di culo. 
Si china su di me e sussurra: "Ti allargherò questo buco, schifosa, sei la mia puttana, e ti fotterò finché non mi pregherai di smetterla". 
La paura mi assale mentre grido: "Per favore! Non credo di voler continuare ! Per favore, posso andare a casa?!". 
Sento solo silenzio, poi dal nulla uno schiocco bruciante contro il mio culo. Una frustata. Infine, lo sento seppellire il suo cazzo nel mio buco stretto. Il suo cazzone mi penetra a fondo, attraversando il mio buco contratto. La mia schiena e il mio culo si piegano mentre cado dalle ginocchia sulla pancia, e lui scende con me inchiodandomi contro il letto con tutto il suo peso. Urlo, ma inutilmente. Lo sento ridacchiare mentre si tira fuori dal mio culo. Sento un po' di liquido che mi scorre lungo la coscia, mentre mi fa girare e mi infila il cazzo in bocca. Prende le mie mutandine ricoperte di sperma dalla mia gamba e le strappa per infilarmele in bocca. Mi tiene sulla schiena, preme contro i miei avambracci. Lo sento allargare le mie gambe inginocchiandosi tra di loro. Mi afferra per le caviglie e me le piega dietro la testa. Mi sento così esposta in questa posizione. Il mio buco del culo è tutto suo, da usare come vuole. Ricomincia ad aprirmi il buco del culo con il suo grosso cazzo. Stringe il mio piccolo cazzo floscio nella sua mano mentre inizia a pomparmelo dentro. 
"Esatto puttana, tu sei la fottuta schiava". 
Mi schiaffeggia forte.
Mette entrambe le mie gambe sulle sue spalle e mi alza i fianchi. Mi avvolge entrambe le mani attorno al collo mentre inizia a fottermi più forte e senza pietà. Il suono delle sue palle che schiaffeggiano contro le mie chiappe riempie la stanza. 
Si tira fuori completamente e mi fa sentire quanto è largo il mio culo slabbrato. I miei talloni si agitano nell'aria sopra la sua testa mentre mi scopa con una brutalità mai vista in tanti anni di cazzi presi in culo. 
Mi sputa in faccia mentre mi schiaffeggia forte la guancia. Il suo sputo caldo e denso scivola lungo il mio collo. 
"GUARDAMI CAGNA!" I miei occhi si posano su di lui. Sa esattamente di cosa ho bisogno. 
"Vuoi sborrare piccola troietta?!" Mi dice. 
"Si". 
"Devi mendicare meglio, troia del cazzo!". 
"PER FAVORE SCOPAMI!". 
Comincia a schiaffeggiarmi ovunque: la faccia, le cosce, il culo, il clitoride, uno dopo l'altro. Ogni volta che mi colpisce urlo di piacere. È così bello quando mi schiaffeggia.
Sono una fottuta puttana. FAMMI QUELLO CHE VUOI", urlo, sottomettendomi completamente. 
"Hai intenzione di essere una buona puttana per me?", dice fissandomi. 
"Sì". 
"Sei la mia inutile schiavetta, vero cagna?". 
"Sì, signore!". 
Mi trascina giù dal letto, non prima di avermi messo la sua cintura come guinzaglio, conducendomi fuori dalla stanza. Mi sento così sexy in questa posizione; agito il culo da un lato all'altro come un cane felice in procinto di ricevere un premio. Arriviamo in bagno, apre la porta con un calcio e mi fa entrare. Le piastrelle del pavimento sono fresche al tatto contro la mia pelle. Mi afferra per i capelli e mi mette in piedi sui talloni, si siede lentamente sulla tavoletta del water. Avvicina la mia testa alla sua facendomi piegare un po' mentre mi afferra il sacco e il clitoride con la mano. 
"Cos'è questa puttana?". Sussulto mentre mi stringe il mio patetico scroto. 
"È il mio clitoride, padrone." 
"Sei sicura che questo non sia un piccolo cazzo ridicolo?". Mi schiaffeggia la faccia ancora afferrando saldamente la base del mio cazzo così come le mie palle. 
"No! È un clitoride!" 
"Pensavo fossi un finocchio a cui piace giocare a travestirsi..." dice con condiscendenza. 
"No, non lo sono, voglio dire... io .." 
Mi schiaffeggia di nuovo e mi fissa negli occhi. 
"Io cosa? Sei solo una stupida femminuccia succhiacazzi. 
Stringe la cintura, la fibbia mi affonda nella parte posteriore del collo mentre mi spinge giù, facendomi sdraiare sul suo grembo; con la destra mi colpisce il culo con uno schiaffo. 
"Dillo! Dillo puttana! Dimmi di sculacciarmi di nuovo". 
"Sono una femminuccia succhiacazzi! Colpiscimi", gli dico. 
"Cos'altro stronza?!". Mi schiaffeggia più forte, afferrando forte una delle mie chiappe e separandola in modo che il mio buco del culo usato si apra. 
"Sono una puttana senza cervello. Fottimi!". 
"Brava ragazza". 
Mi sculaccia quattro volte consecutive, facendomi sussultare per il piacere.
"Cosa vuoi femminuccia?". 
"Voglio il tuo cazzo", dico tremando per l'eccitazione.  
"Muovi il culo, balla per me". 
Adoro scuotere il mio culo per gli uomini; mi fa sentire una spogliarellista sexy. Lo faccio dondolare per lui, che afferra il suo cazzo e guarda la sua piccola troia esibirsi. Prende il suo telefono sul bancone e inizia a suonare musica trap volgare per accompagnarmi.  
Mi raddrizzo agitando il sedere e le cosce per lui, appoggiando le mani sul muro di fronte a me e inarcando la schiena. Mi prenderà mentre ballo per lui. Lascio una mano sul muro, l'altra mano si allunga sotto di me. Spingo il clitoride e le palle dietro le gambe e stringo le cosce l'una contro l'altra. Alzo il culo su e giù. La mia faccia appoggiata al muro. 
"Mmmh sei una brutta troia." Dice sputandomi nel culo. Lo spremo mentre mi scorre lungo la gamba. 
"Sì , sono la tua troia cattiva", rispondo. 
"Scuoti il ​​culo mentre il mio cazzo è dentro di te puttana". Ordina spingendomi sulla parte bassa della schiena mentre il suo cazzo scivola di nuovo nel mio stretto passaggio anale. Sento ogni centimetro del suo lungo cazzo scivolare dentro di me mentre muovo il culo sulla sua carne spessa. Schiaccio il sedere sulle sue ginocchia. Il suo cazzo sembra così lungo come se fosse nel mio stomaco. Mi afferra per i capelli mentre allargo le gambe, a cavalcioni sul suo inguine mentre cavalco il suo cazzo come una cowgirl. 
"Vuoi che ti venga dentro, puttana?". 
"Sì ! Voglio così tanto il tuo sperma." Gemo cavalcandolo più forte". 
Mi tira via dal suo cazzo e mi spinge sul pavimento. Mi afferra per i polsi e li avvolge intorno alla tazza del gabinetto, chiudendoli insieme dietro il sedile lasciandomi abbracciato al cesso. Mi scopa rapidamente. Prima dell’onda di sborra sento solo: "mamma, questa è proprio troia -TROIAAAAA", urla mentre lo sento sparare il suo carico caldo e denso nel culo. Mi lascia andare i capelli mentre alzo immediatamente la testa per prendere aria. Dopo di questo ci calmammo, mi fece i complimenti e mi disse che potevo lavarmi. Dissi che preferivo lavarmi a casa e se poteva chiamare Franco per farmi venire a prendere. Dopo mezz'ora Franco era con la sua macchina davanti la porta di quel porco maledetto. Tornai a casa distrutta e col culetto devastato.
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