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Una Puttanella per tutte le stagioni


di AntonellaTrav6
01.02.2024    |    4.077    |    2 9.7
"Ad un tratto, girando il viso verso il finestrino, vidi con paura un volto di un uomo che guardava la scena con un ghigno… Mi spaventai e cercai di..."
In quell'appartamento di studenti ero diventata la Femmina di tutti. Facevo i loro letti, rassettavo, pulivo i bagni, mi occupavo delle lavatrici, stendevo e stiravo i loro vestiti. Le regole erano state chiare dal primo giorno in cui era iniziata quella condivisione a tre. Poi la sera, come da accordi, a turno mi scopavano, ovviamente dopo che avevo accuratamente messo ombretto, il rossetto e una parrucca. Osservarmi con il volto femminile mi faceva stare bene, anche se cominciavo a patire la condizione di essere diventata la loro serva. Le cose precipitarono quando tutti e tre si fidanzarono. Restavano spesso a dormire dalle morose e la mia gelosia mi faceva impazzire all'inizio. Le incombenze da serva restavano, quelle da amante sfumate via. Capitava qualche pompino al volo, qualche sega a colazione, ma raramente. I grandi numero da film porno erano finiti. Mi sentivo molto sola e cominciai da maschietto a frequentare luoghi come boschetti, lungofiumi, parcheggi, e ad avere rapporti con uomini molto più grandi di me...Omaccioni grandi e grossi che mi trattavano come una femminuccia e io, mi lasciavo usare a loro  piacimento. Ma, la voglia di truccarmi, travestirmi era sempre presente. Dopo qualche mese cominciai ad osare di più. Uscivo di casa con l'auto che Antonio il calabrese mi prestava per fare la spesa al Centroborgo e mi recavo in posti appartati e frequentati da omaccioni che cercavano della carne fresca… Nell'oscurità mi spogliavo e mettevo intimo femminile, autoreggenti, abiti e parrucca, usavo i trucchi e il rossetto più sgargiante che avevo. Cosi acchittata mi aggiravo in auto mostrandomi agli occasionali omaccioni in cerca, qualche volta perfino scendendo dall'auto. La prima volta che feci sesso in quella modalità fu nel parcheggio dell'autostrada verso Modena. Posteggiai l'auto, come altre volte e mi incamminai verso uno degli angoli più bui dove immaginavo fosse difficile essere riconosciuti e più facile essere scambiati per una femmina… Una puttana. C'era un movimento di auto e di maschioni a piedi. Ero concentrata e tesa e non mi accorsi dell'auto che mi era arrivata alle spalle e mentre si fermava di fianco a me, il finestrino si abbassò. Un bell'uomo, sui 40, coi tratti gentili ma decisi, mi chiese? “Quanto?”
Il panico mi strinse lo stomaco, il cuore mi balzò in gola quasi impedendomi di parlare. Un turbinio di pensieri attraversò la mente: paura, voglia di scappare… Quando, ad un tratto sentii la mia voce uscire di sua volontà, totalmente incontrollata: “Sono 50”.
Ma cosa stavo dicendo? Ero impazzita? "Vattene di corsa!"- Dissi tra me e me.
Quando si aprí all'improvviso lo sportello e mi disse: “Va bene. Sali”.
Io, oramai completamente rapita dalla situazione e dalla mia voglia mi vidi salire sull'auto con la mia mente che stava urlando ai suoi neuroni " ... questa Donna è pazza! Antonella non lo fare!"
Ma oramai era difficile tornare indietro.
Rimanemmo nello stesso posto, tanto era scarsamente illuminato e le altre auto sembravano avere visto la situazione e girare più in là. Lui spense l'auto, si girò verso di me e senza dire niente mi toccò la coscia ! Una toccata decisa, maschia. Sentivo la sua mano frugare impaziente tra le mie cosce. Poi un bacio sulla bocca e il mio rossetto stamparsi sulla sua. Sentii la voglia travolgermi come un fiume in piena, incontrollata. Accarezzai la sua nuca mentre mi baciava e gustai il suo sapore di maschio mentre io mi sentivo sempre piu femmina!
Era deciso, autoritario. Lo sentii armeggiare con quelle mani con le mie mutandine, toccare intimamente la mia zona inguinale, poi sentii l'altra sua mano sulla mia nuca che spingeva la testa verso il basso: mi ritrovai davanti un cazzo nodoso e duro. Un odore di cazzo intenso finì per travolgermi completamente e, la femmina che era seduta sul sedile si trasformò in una troia, una puttana. Cominciai a leccargli la cappella, a scorrere lungo tutta l'asta, e poi lo feci sparire in bocca e cominciai a succhiarlo golosamente, avida, come mai mi ero sentita nella mia vita. Dopo un bel pompino e avergli leccato golosamente le palle, lui, senza dire una parola, reclinò il sedile e prendendomi per i fianchi mi girò mettendomi alla pecorina. Lo sentii leccarmi il buchetto che ora si contraeva e pulsava quasi come fosse una fighetta. Cosi, dopo avermi preparato, e senza proferire una parola, lo sentii puntare la sua grossa cappella sul mio buchetto e cominciare a spingere. Era grosso, troppo grosso! Sentii un po' di dolore e gli chiesi di fare piano… in un attimo ero piena del suo cazzone. Ad un tratto, girando il viso verso il finestrino, vidi con paura un volto di un uomo che guardava la scena con un ghigno… Mi spaventai e cercai di divincolarmi dalla pecorina che stavo subendo quando, il mio maschio mi bloccò li in posizione e fermandosi con tutto il suo possente cazzo infilato nel mio culetto, a voler dire che ero la sua puttana: “Stai tranquilla, é un amico.“
La mia mente era confusa, terrorizzata. Amico. Come? Cosa voleva dire? E cosa voleva fare?
Lo capii subito. Quest'uomo con il ghigno aprì in fretta la portiera e vidi che aveva gia il cazzo fuori… Non feci in tempo a fare alcun pensiero e con la mente che urlava, lui me lo stava già infilando in bocca! Incredibile, senza quasi poter realizzare mi ritrovai preda di due maschi, uno che aveva ripreso a sbattermi furiosamente alla pecorina e l'altro che mi scopava la bocca… In pochi secondi mi ritrovai in un fiume di voglia e lussuria che non avevo mai provato e dopo alcuni minuti di furiosi scopamenti sentii il maschio dietro irrigidirsi e allagarmi il culo e l'altro, dopo pochi secondi allagarmi la gola e la sentii scendere tutta giù … Si ricomposero in fretta e il nuovo arrivato, con piglio deciso, mi intimò di allontanarmi. Non ricordo esattamente se quello che mi aveva abbordato mi allungò una pedata mentre uscivo dall'abitacolo di quella vettura, di sicuro lo sentii dire, smadonnando: "Pensa che 'sta schifosa frocetta voleva pure 50 euro! Buona grazia che non la costringiamo a pagare lei a noi ... Schifosa rottonculo, ti abbiamo solo fatto del bene, noi a te. Vedi di sparire!"
Per la prima volta in vita mia mi sentii come morire dentro e copiosamente presi a piangere con i singhiozzi! Tornai a casa che mi sentivo sporca e piena di sborra ovunque. Erano le tre di notte e non ci pensai a struccarmi e svestirmi. Tolsi solo la parrucca e la infilai in un sacchetto di carta insieme ai miei abiti. Entrai in casa furtivamente e in cucina al buio mentre bevevo direttamente dal rubinetto mi sentii come osservata da qualcuno che dalla vetrata della sala aveva lo sguardo fisso su di me. Continuai a buttarmi acqua in faccia facendo finta di niente, ma poiché sentivo forte la sensazione di quello sguardo ancora fissarmi mi girai per vedere chi fosse che continuava a guardarmi con insistenza. Con sorpresa mi accorgo che a fissarmi è Salvo, lo studente di ingegneria più grande. Faccio un cenno di saluto distratto con la mano, e, con in testa mille pensieri, continuai a dissetarmi. Sottovoce mi dice di seguirlo in camera. Ci vado intimorita pensando a qualche richiamo per come ero conciata e per essere uscita in quel modo. Entrando nella cameretta mi accorgo che l'altro catanese non c'era. Ormai lui è Antonio era più il tempo che passavano dalle fidanzate che quello in casa nostra. Io da parte mia non riuscivo proprio a nascondere il mio timore, con quei vestiti lacerati addosso, il trucco disfatto, senza parrucca e sporca. Salvo se ne accorge e mi tranquillizza dicendomi - “Non aver paura non ti ho chiamato per richiamarti per quello che hai fatto stasera. Neanche voglio saperlo dove sei stata combinata in quel modo! In cuor mio io lo so che sei una brava ragazza e una gran romanticona. Ti stai sentendo sola e abbandonata da tutti e fai sciocchezze. Ti ho chiamato in camera perché quando ti ho vista mentre bevevi dal rubinetto ho pensato subito di farti una proposta per evitare di farti sbandare. Sei al primo anno e devi pensare a studiare. I tuoi genitori fanno sacrifici. Non puoi ripagarli andando a fare la zoccoletta in giro. Ti dico io cosa devi fare da oggi”
“Va bene, dimmi”- risposi un po’ più tranquillizzata.
“Guarda se tu accetti la mia proposta io non ti farò più pulire le camere degli altri due, né preparare la colazione o stirare per loro e fare le faccende in casa. La Donna di tutti ha finito il suo tempo. Da domani ti dovrai prendere cura solo di me, a patto, però, tu faccia delle cose minime solo per me, che adesso ti chiederò. Quello che voglio proporti è di fare, soltanto per me, il ruolo della femmina. La mia fidanzata è tornata in Sicilia, dopo la laurea, nella farmacia di famiglia. Tu devi fare solo per me quello che già facevi per tutti e tre prima... solo che da oggi io ho l'esclusiva assoluta su di te."
Quella proposta così inaspettata mi colse di sorpresa. Dopo tutta quella nottataccia squallida di sesso all'aperto dovevo sembrare una puttana ubriaca per come mi muovevo ed ero vestita. Salvo si era già tolto la maglia del pigiama quando disse “Da oggi sarai solo la mia puttanona e se scopro che vai con altri, anche solo se li sfiori, sono cazzi amari per Te”, e avvicinandosi a me si mise dietro e strofinando il suo pacco sulle mie natiche mentre con una mano apriva la camicetta come se volesse cercare un seno che non potevo avere, ma la muoveva come se ci fosse. Mi tolse la camicetta e cominciò a baciarmi sul collo, aveva un po' di barba e con i peli mi faceva il solletico sulla pelle, poi mi fece cadere anche la gonna strofinando adesso direttamente sule mie natiche il suo pacco, visto che il perizoma le lasciava scoperte. Dopo un poco di questi strofinamenti si tolse il pantalone del pigiama e gli slip mostrandomi il suo uccello: “Adesso, mia bella puttanona, me lo succhi come sai fare solo tu” disse facendomi mettere in ginocchio. Salvo non era bello come Antonio il calabrese, di altezza media e dal fisico massiccio, con molti peli su tutto il corpo, aveva però un mega cazzone che quando era in completa erezione presentava una leggera curvatura verso l’alto. Non ebbi nemmeno il tempo di pensare a come cominciare quella session che avvicinando il suo cazzo alla mie labbra me lo cacciò dentro la bocca dicendo - “succhialo bene bene troia, con passione ”- in un attimo mi sento il suo uccello che mi spinge fino in gola e muoversi dentro la mia bocca lasciando anche un sapore che cominciava a piacermi. Quando uscì fuori dalla mia bocca era tutto imbrattato di rossetto che io avevo messo con abbondanza sulle labbra, tanto da essere diventato di un colore rosso vivo. Lui continuava a farlo entrare e uscire dalla bocca o a sbatterlo in faccia facendo sciogliere tutto quel trucco che avevo messo in viso. Mi teneva ferma la testa e spingeva il cazzo dentro la bocca fino a farmi sentire i peli del pube strofinare contro la mia faccia. Dopo un paio di minuti di questo lavoro mi fece stendere sul letto e si buttò su di me cominciando a baciare sul collo, scendendo poi sul petto per leccarmi e succhiarmi le tettine i miei capezzolini turgidi, poi scese ancora più giù verso l’inguine, pensavo volesse succhiarmi l’uccello invece si mise a baciarmi l’interno delle cosce. A sentire quei baci e quelle carezze avevo paura di sborrargli in faccia, tanto mi aveva eccitato quel suo modo di baciare, ma per fortuna questo non avvenne. Dopo questi preliminari mi sento sollevata per i fianchi e il mio buco del culo sistemato in direzione del suo uccello che comincia a strofinarmi contro. Pensavo, dentro di me, che in quella notte in cui in un certo modo ci eravamo fidanzati e aveva preso l'esclusiva su di me, mi avrebbe scopata in modo più delicato, invece, dopo aver messo il suo cazzo contro il buco, lo spinse con violenza e di colpo sentii il mio sfintere dilatarsi e il cazzo entrare tutto dentro il culo. Mentre lo faceva con la voce di massima eccitazione disse - “adesso prendilo tutto nel culo troia, lo so che ti piace prenderlo così ora ci divertiremo perché te lo faccio arrivare fino in gola a furia di pompare forte ”-
Quel modo così violento mi aveva fatto gridare di dolore, ma Salvo non sentendo niente continuava a spingere dicendo con una voce sempre più forte - “ti piace, non è verò? stai godendo troia! Godi quando ti spacco il culo così”. Io sentivo un gran dolore che si alleviava solo quando se ne stava fermo con l’uccello per leccarmi i capezzoli.
Sembrava che non avesse fatto sesso da molti mesi, tanto era il modo con cui spingeva il cazzo dentro il culo. Mi volle scopare in tante posizioni diverse, facendomi letteralmente sedere sul suo cazzo, alla pecorina, prendendomi di fianco, poi a gambe aperte m’inculò guardandomi in faccia e mentre mi stava inculando mi diceva un sacco di bestemmie e parolacce. Dopo tutto questo entrare ed uscire del suo cazzo nel culo, finii per non sentire più nessun dolore, anzi avvertivo un sensazione di piacere per quel cazzo che si muoveva, anche se con violenza, dentro il mio intestino, tanto che questo piacere mi spinse a eiacularmi con grande soddisfazione e quantità sul petto. Salvo, vedendo che mi aveva fatto godere, raccolse la mia sborra e la portò alla mia bocca e dicendo - “bevila che adesso te ne darò dell’altra nel posto dove più ti piace”. Mi scopava con grande foga senza dare segni di cedimento, poi a un certo punto mi disse di mettermi a quattro zampe sul pavimento, si sistemò dietro, mi allargo le natiche e con un colpo solo mi penetrò attaccandosi a me come un cane quando prende la sua femmina.Mentre mi inculava come un cane si metteva a fare anche il verso dell’animale dicendomi - ”godi cagna, senti come ti fotte bene il tuo stallone!”. Io sorridevo sentendo il suo ululare di piacere e avevo capito che lui con la sua fidanzata ufficiale non scopava così. Ormai sentivo che anche lui stava per avere il suo orgasmo, infatti mi strinse fortemente i fianchi e dando colpi più violenti mi scarica nel culo la sua sborra a fiotti violenti e, caldissima, quella inonda il mio intestino. Continuò a tenermi placcata così come una cagna, fino a quando non ebbe schizzato l’ultimo goccio di sborra. Quando finalmente lo tirò fuori, si avvicinò e me lo fece leccare e pulire di fino. Con gusto raccolsi con la lingua la sborra mista agli umori del mio culo, sentendo un sapore dolciastro molto buono. Poi ci sistemammo sfiniti nel suo letto e lui si accese una sigaretta. Mettendomi una mano sul petto disse - “sei stato bravissima, finora solo poche volte prima mi avevi fatto godere così tanto... vedrai che ci divertiremo ancora se fai la brava e sarai rispettosa e darai poca confidenza agli altri due. Me la vedo io con loro, e se ti offendono o ti dicono qualcosa, tu vieni da me che ci penso io. Ora vai a darti una bella ripulita, sciacquati bene la fighetta e poi fatti una doccia calda ”.
Mi diressi verso il bagno, ripensando che avrei dovuto recitare quella parte chissà quante volte ancora e sentirmi prendere il culo in quel modo. Mentre camminavo sentivo il culo bruciarmi per come il Salvo mi aveva scopato, ma allo stesso tempo lo sentivo vuoto e desideroso di essere riempito nuovamente!
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