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Un imbianchino, un geometra e due muratori


di AntonellaTrav6
14.02.2024    |    7.714    |    5 9.2
"Urlavo come una vacca al macello di dolore con due cazzoni dentro di me..."
Ero a farmi fottere all'ottavo piano di un grattacielo con il padrone di casa e un suo caro amico quando bussarono alla porta due operai di un cantiere edile vicino, che avevano assistito a scene hot dalla porta finestra. I due muratori entrarono in casa proprio mentre venivo impalata dal padrone di casa, un imbianchino di Salerno, che me lo stava infilando, lentamente, tutto dentro. Senza esitare si avvicinarono al luogo del misfatto e mi ordinarono di tirarglielo fuori dalla tuta di lavoro, ed io, ubbidiente, partii alla scoperta di quei due muratori malandrini. Sbottonai i pantaloni e feci scivolare giù i due pantaloni e mi resi conto che avevo molte chance di passare momenti molto gradevoli. Infatti, benché non ancora in tiro, i due cazzi sformavano vistosamente gli slip. Accarezzai con dolcezza quei due gonfiori e provai una gioia infinita a sentirli reagire e a mettersi sugli attenti davanti alla mia bocca. Stavo davanti a loro quando sfilai gli ultimi lembo di tessuto. ‘Che mazze ... ragazzi!’ - esclamai davanti ai 25 cm di virilità di uno e ai bei coglioni voluminosi e pelosi dell'altro. Uno dei due sorrise e mi chiese: ‘ ti piace?... quello che hai in corpo adesso è niente, é una passeggiata rispetto a questi due che andrai a prendere tra non molto ’.
‘Oh, siiiii!’ risposi estasiata, anche se mi sembrava irriguardoso verso chi ci ospitava ! Ma eccome se mi piacevano, erano due uccelli proprio belli a vedersi,
che scoppiavano di gioia e salute . I due figoni stavano lì a pochi centimetri da me con la loro potenza maschia, il pelo ma soprattutto quei due loro attributi maschili di tutto rispetto. Iniziai con un pompino doppio meraviglioso. A quel punto ci avevano già preso gusto e vi posso garantire che era da tempo che non mi sentivo gemere di piacere in quel modo e più il padrone di casa mi penetrava con vigore, più io incitavo lui a farlo ancora più decisamente e lanciavo sguardi di complicità ai due energumeni che avevo in bocca. Fu
invece, dagli sguardi di complicità che avevano tra loro i quattro convitati che capii che era stato già, a tavolino, tutto programmato. I quattro si conoscevano molto bene e che quello era un copione ben collaudato per fottersi una troia e massacrarla a suon di cazzi.
Dopo 1 ora di cavalcata con annesso doppio spompinamento, l'imbianchino riesce a venire per la seconda volta. Ringrazio dicendo che era da tempo che desideravo essere scopata con così tanto vigore e che era giunto il momento di far godere del mio culetto i due nuovi arrivati. " Infilatemi sti cazzoni nel culo adesso, e sfondatemi" - dissi. Sorrisero entrambi alle mie spalle e non ci pensarono su due volte. Il primo, quello coi coglioni voluminosi, mi entrò dentro senza problemi e con due colpi secchi mi sfondò. Il dolore fu fortissimo, ma poi divenne piacere. Si aggrappava alla mia vita e mi sbatteva a un ritmo a tratti lento a tratti più veloce. Mentre segavo l'amico del padrone di casa e il secondo muratore con i suoi enormi 25 cm. Quel nuovo cazzone mi stava sfondando e mi fece arrivare senza neanche dovermi masturbare. Non me ne accorsi neanche, tanto che ero intenda a farmi scopare. Le urla di piacere non trovavano fine. Urlavo che ero la loro troia e che dovevano sbattermi come una puttana. A un tratto si fermò tolse il suo cazzo dal mio culo e fece cenno al suo collega di prenderne il posto, nel frattempo mi prese la testa e me lo infilò in bocca. Ansimando come un montone mi venne in bocca. Mi scopava la bocca come se fosse una figa, voleva arrivarmi in gola. Io cercavo di non soffocare mentre un mare di sperma si perdeva uscendo dalle mie labbra. Non riuscivo a ingoiarlo, sembrava non finire più, mentre continuavo a sentire gli schizzi nella bocca, di caldo e dolce seme. Dopo aver svuotato tutto, sfilò il pene dalla mia bocca. A prendere il suo posto nel mio culetto doveva essere a quel punto il secondo muratore. Alto circa 1.90cm, capelli corti impeccabili, con baffi curati e sguardo fiero invece, con voce stentorea, e cominciando a riempirmi di insulti, mi intimò di alzarmi da terra perché non era ancora arrivato il momento di prendere il suo... Ero nell’impossibilità di staccare lo sguardo dal suo pene lungo, turgido e nodoso. Il profumo acido che riusciva a espandere nell’aria mi inebriava. Il superdotato mi ordinò quindi di prenderlo in bocca. Non me lo feci ripetere. ‘Signorsì!’ risposi. Era molto gustoso. Iniziai a leccarlo con cura, poi a succhiarlo con dedizione, infine a spompinarlo con passione. Ogni tanto gli leccavo anche i testicoli, grossi e pelosi ma ritornavo ogni volta verso la cappella maestosa e succosa. Mentre sbocchinavo  mi misi a immaginare...Ero talmente eccitata che il mio buchino colava di piacere sul pavimento. Il padrone di casa se ne accorse e dal divano si complimentò con me. Io allora dissi che ero ai loro ordini! Anche l'amico del padrone di casa mi guardò divertito da un angolo del salone, poi si avvicinò e affiancò il mastodontico muratore. Capii dalle poche parole che si scambiarono che lui era il geometra della ditta del cantiere e fu proprio lui ad ordinarmi di mettermi alla pecorina su un divanetto dello studio accanto. Stavo lì con il culo per aria, vogliosa e pronta quando tutti e quattro si avvicinarono al divanetto. Il muratore gigante si avvicinò, mi baciò sulle chiappe e mi leccò la rosetta con estrema dolcezza. A quel punto ero tutta un brodo. Entrò dentro di me tutto di colpo, facendomi emettere un urlo senza pari. Mi era sembrato di prendere la scossa elettrica con quella mazza tutta dentro. Poi senza difficoltà prese a montarmi spedito. Non sentivo più dolore, ma solo piacere. Del resto avevo già preso i calibri ragguardevoli degli altri tre e poi la mia eccitazione era allo spasimo. Affondò presto tutta l’asta facendomi sentire bene i coglioni. Da prima lentamente, poi più veloce, infine con veemenza mi montò facendomi godere come una troia. Il mio cazzino atrofico si era retratto del tutto ed i miei testicoli pur essendo mignon si muovevano all’unisono delle sue spinte.
Mentre lui sgropponava come uno stallone, io mugolavo come una ossessa, posseduta e sottomessa, spingendo indietro il culo voglioso per assecondare la scopata. Fu a quel punto che il geometra mi ordinò di prendere in mano il suo e quello del padrone di casa, mentre il secondo muratore prese a leccarmi le tettine. Stavo impazzendo...Andammo avanti così a lungo. Il tepore della stanza si era trasformato in calore acceso e sudavo dal piacere. Un profumo intenso di sesso si sprigionava dai nostri quattro corpi e invadeva tutta l’atmosfera. Dopo un poco lo sentii cambiare ritmo, anzi fermarsi e poi ripartire. Mi insultavano di continuo con mio sommo piacere,  ‘lurida troia! Ti piace, eh? Dì che ti piace!!!’ ed io ‘Oh, siiiii! Siii!!! Mi piace, si ancora!’ oh, si! sono la vostra troia !” Presto le spinte divennero disarmoniche. Stava per venire e senza chiedermi niente o più parlare, in un crescendo spasmodico, mi sborrò in pancia senza ritegno. Avrei preferito bere il suo seme ma andava bene anche così. Sentivo il suo nettare copioso e ardente colare nelle mie viscere e mentre sussultava per gli ultimi rantoli di goduria strinsi l’ano per tenerlo quanto più a lungo dentro di me.
Tirò fuori il suo arnese con calma , intanto il geometra mi ordinò di succhiare il suo, mentre segavo gli altri due. Io che ero completamente in foia gli leccai con cura il cazzo umido e tremolante. Davanti alla mia insistenza si sdraiò sul divano più grande e potei succhiarlo e leccarlo con tutta calma. Mi soffermavo sul prepuzio, mordicchiavo i suoi testicoli, ritornavo con amore infinito a succhiargli la cappella. Non la finivo più. Il sapore del suo sperma invase la mia bocca. Era estasiante. I primi schizzi finirono in faccia, perché colta di sorpresa, ma bevvi con emozione il resto della sua sborrata. A quel punto, però, il geometra mi ordinò di sdraiarmi su di lui e disse agli altri tre di accomodarsi sui divanetti intorno. Lo guardai. Era molto attraente e il suo tono non ammetteva repliche. Mi sdraiai sul suo petto e mi baciò con passione. La sua barbetta incolta eccitava le mie labbra e mi abbandonai tra le sue braccia possenti.
Dopo un poco mi chiese alcune cose su di me. Voleva sapere della scoperta della mia femminilità, delle mie preferenze sessuali, dei miei rapporti con gli uomini. Gli raccontai alcune cose che lo fecero sorridere. Era molto curioso. Poi mi chiese a che età avevo iniziato a indossare intimo femminile. Gli risposi che dai dodici antiche  indossavo sempre lingerie di prima qualità. Lui sembrò eccitato dai miei racconti,  mentre io ero già sdraiata, le gambe rialzate e piegate, il culo in bella mostra, in attesa di essere penetrata di nuovo. Lui sorrise, si avvicinò, mi baciò e scapellando del tutto il suo membro me lo infilò con calma nell’ano da sotto. Io mugolai di piacere in segno di approvazione e lo incitai a scoparmi. Non aspettava altro il bel geometra e così fece facendomi impazzire di goduria. Mentre mi impalava con ardore sul divano si divertiva anche a giocare con il mio cazzino’ tanto da farlo drizzare’ poi eccitato chiese al muratore piccoletto di prendere il metro dalla tuta e misurarlo. ‘Otto centimetri in erezione! Una vera miniatura!’ esclamò quello. E si misero a ridere assieme tutti e quattro e solo a quel punto capii che, dopo quella umiliante misurazione, senza mai smettere di accoppiarsi con me, il geometra aveva ordinato al suo sottoposto di infilarmi da dietro in una doppietta. Il mio bel geometra dal basso mi infilava mentre il muratore, piccoletto e muscoloso, con la sua forza fisica mi stava sfondando da dietro e schiacciando contro la spalliera del divanetto. Urlavo come una vacca al macello di dolore con due cazzoni dentro di me. Eppure stavo bene, posseduta e soddisfatta da due tori, tanto che a sorpresa (visto che mi capita assai raramente) sentii che stavo per venire una seconda volta. Allora li supplicai entrambi di scoparmi più forte e, mentre mi assecondavano, sborrai con delizia il mio seme biancastro e profumato in un mugolio di voluttà intensa. Loro perfezionarono il mio godimento insistendo nella scopata e mi abbandonai del tutto agli spasimi di passione mentre il geometra spargeva dolcemente con le dita la mia venuta sui capezzoli appena accennati. Mi esplosero in culo quasi in contemporanea con quella incredibile doppietta e vedevo gli altri due godersi dai divanetti di dietro l'abbondante colata che fuoriusciva dal mio culo sfondato. Ero ancora intenta a leccare con le dita quel miscuglio di nettare che mi colava dal culo quando il geometra mi ordinò di sedermi adesso sul cazzone di mister baffo 25 cm.  ‘Signorsì!’ risposi. Mi staccai da loro  e raggiungi il gigante sul suo divanetto e, ingorda, mi lasciai impalare dal suo membro eretto e turgido. Una volta assestata iniziai a cavalcarlo in un crescendo di esaltazione femminile. Ormai ero scatenata e lui, questa seconda volta, pareva ancora più inferocito all'idea di dovermi sfondare dentro il lago di sborra lasciato dagli altri due che lo avevano preceduto. Ero apertissima eppure sentivo tutta la sua durezza dentro me. Avevo trovato il mio ritmo e la mia dimensione, quando sento bussare alla porta del mio culetto un'altra punta di glande. Era l'arnese dell'imbianchino che tentava di farsi largo in quella danza pagana. Le grosse mani del muratore massaggiavano con foga le mie chiappe assecondando l'entrata del secondo cazzo, facendomi impazzire di gioia. Io intanto non avevo più ritegno e danzavo su quei due nuovi cazzi su di un ritmo frenetico. Il membro dritto e muscoloso di uno scivolava in me su tutta la sua lunghezza, mentre il più piccolo e tenace con rabbia imprimeva un ritmo ancora più veloce, mentre io, poveretta, mi slabbravo il culo con infinito piacere per andare a cercare il contatto con i loro coglioni. Il muratore colossale non sopportava più a lungo la frenesia di quel movimento e iniziò a sussultare emettendo dei suoni rauchi inequivocabili. Questa volta ero io a non ammettere repliche e gli chiesi con tono deciso di potere assaporare il suo nettare. Lui sorrise in una smorfia di piacere e acconsentì, sfilandosi da me. Così con ancora in corpo il cazzone del padrone di casa mi inginocchiai su quel divano tra le sue cosce e con molta calma gli praticai una lunga e dolcissima fellatio. Volevo ritardare al massimo la sua sborrata ed allungare così al massimo il piacere di tutti e tre. Col cazzo di uno che ormai ballava dentro quella conca slargata, io leccai, succhiai e spompinai con molto tatto il suo membro sul bordo dell’eruzione. Infine, quando lo sentii pronto affondai con la lingua e lo sbocchinai con forza. Mi inondò senza pietà di nettare denso, dolcemente saporito e profumato. Ne bevvi quanto più potei e, insaziabile, andai a ricercare ogni goccia di sperma per gustarmelo appieno. Il capomastro rimase lì sdraiato, rilassato ormai e senza più forze, mentre sentivo i rantoli del padrone di casa che mi riempiva ancora per la seconda volta. Mi alzai gocciolante e soddisfatta e vittoriosa per guardarli in faccia tutti e quattro. Erano molto belli, ma ancora più belli forse adesso che avevano goduto dentro di me. Chiesi al geometra che ore fossero e mi avviai verso la stanza dove mi ero travestita.... passando accanto a quei maschioni sentii solo il loro odore di sesso e potenza e feci finta di non sentire i loro insulti di disprezzo. Mi sentivo una Regina piena e tale volevo continuare a restare..
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