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Gay & Bisex

GITA SCOLASTICA-PARTI VERGINE E TORNI SFONDATO 2


di only_a_boy
08.01.2023    |    18.064    |    13 9.7
"“Ma che cazzo avete fatto! Perché mi avete ripreso? Cancellate quel filmato!” esclamò Lorenzo..."
Lorenzo era rimasto imbambolato sulla soglia del bagno, il suo sguardo passava da Diego a Francesco, i suoi due compagni di stanza i quali, seduti al letto, lo stavano fissando ridendo. Era una situazione surreale: lui era totalmente nudo e senza più un pelo sul corpo (ci aveva pensato Diego a rasarlo integralmente poco prima), si sentiva ancora in bocca il sapore del cazzo di Francesco (era stato costretto a fargli un pompino) e aveva pure dovuto subire un clistere dai due. Dulcis in fundo, aveva appena scoperto che durante quelle sevizie era stato filmato a sua insaputa, proprio mentre aveva il cazzo in bocca e veniva costretto ad ammettere di essere gay. Quelle riprese stavano scorrendo dallo smartphone di Francesco, il quale, ridendo, gliele stava mostrando a distanza.
Si, definire surreale la situazione era dir poco: se gli avessero detto che, andando a quella gita scolastica, solamente la prima sera sarebbe successo tutto questo, mai ci avrebbe creduto.
“Ma che cazzo avete fatto! Perché mi avete ripreso? Cancellate quel filmato!” esclamò Lorenzo. Avrebbe voluto assumere un tono minaccioso ma, come spesso gli capitava, dalla bocca era uscita solo una vocina piuttosto acuta, che non avrebbe fatto paura a nessuno, figurarsi a quei due bestioni dei suoi compagni di camera. In effetti, i due continuavano a ridacchiare, con Francesco che osservava: “perché cancellarlo? Sei venuto piuttosto bene, non trovi? Molto naturale!”.
“Che cosa volete fare?” fu la domanda preoccupata.
“Divertirci” - riprese Francesco- “e visto che non possiamo andare a chiavare le femmine perché il prof. sta di guardia in corridoio, sarai tu la nostra femmina. Penso che ci vorrai fare questo favore, no? Non vorrei per la noia dover inviare quel video a tutta la classe”.
Lorenzo non ci credeva e gli stavano salendo le lacrime agli occhi: stava provando dentro di sé rabbia, senso di impotenza, frustrazione e, dulcis in fundo, la consapevolezza di non poter fare nulla.
Francesco aveva parlato per tutti e due, ma in realtà Diego era rimasto uno spettatore in quell’ultimo dialogo: era rimasto stupito dalla svolta cinica del suo amico, l’aveva sempre conosciuto come un innocente compagno di giochi o di battute goliardiche e ora, invece, eccolo lì a proprio agio a fare il dominante ricattatore. Riflettendoci su, era stato Francesco a suggerire di approfittare di quel culetto che avevano in stanza, sua era stata l’iniziativa di tirarsi fuori il cazzo e di obbligare Lorenzo a metterselo in bocca, sempre sua l’idea di prendere lo smartphone e filmarlo di nascosto. E ora stava proseguendo, senza la minima esitazione, ricattando il frocio in maniera piuttosto dura.
Per Diego la situazione si stava sviluppando in maniera imprevista: si, era stato lui a infilargli in culo quel clistere a tradimento– si era procurato l’attrezzatura apposta con l’idea di fare una goliardata- e l’aveva rasato, ma solo perché intendeva divertirsi della tensione sessuale che quel piccolo segaiolo doveva provare. Certo, l’aveva disorientato il ritrovarsi davanti un culo così sodo ed invitante, più arrapante di quello di una femmina una volta che era stato rasato. Gli ulteriori sviluppi ad opera di Lorenzo l’avevano stupito, aveva seguito l’amico per senso di cameratismo e perché la cosa l’intrigava ma ora, guardando gli occhi rossi di Lorenzo, ebbe un moto di compassione.
Così, col suo solito tono scherzoso, per sdrammatizzare disse: “andiamo Lo’, non fare il martire che siamo due bei ragazzi! E poi ricordati che ti sei sbrodolato tutto per l’eccitazione quando ti ho messo le mani sul culo, quindi ti piacciamo. E ti piacerà anche essere la nostra femmina. Fidati, le donne io le tratto bene, non ti faremo del male. E cancelleremo il video dopo, vero Franci?”. “Se fa la brava sì, ma se lo deve meritare”, rispose l’altro, mentre si era tolto pantaloni e mutande ed era salito sul letto, col pisello barzotto, proseguendo: “abbiamo un discorso da riprendere.. vieni qui ed apri la boccuccia”.
Il tono di Francesco non ammetteva repliche e comunque, malgrado tutto, l’idea di fare una pompa a quel bonazzo - magari con più calma del primo pompino che aveva dovuto fare in fretta e furia- stava eccitando Lorenzo. Lo raggiunse sul letto e si mise spontaneamente a pecora, mostrando il culo a Diego: non ebbe il tempo di accorgersene perché il cazzo di Francesco gli occupò la bocca reclamando attenzioni e dovette leccarlo e ciucciarlo, sentendosi incoraggiato ai sospiri di godimento che gli giungevano dall’alto.
Diego, invece, non perse tempo: si avvicinò a quel culo sodo, lo accarezzò, gli aprì le chiappe per ammirare quel buchino così chiuso: sembrava veramente una figa.
Fu istinto anche per lui, avvicinò sempre più il volto a quel culetto fino a quando si ritrovò con la sua lingua a leccarlo a fondo. Diego era un maestro di rimming, aveva leccato e mandato in estasi tante fighe ma quelle troie erano così restie a dare pure il culo per cui, ora che ne aveva uno disposizione, intendeva approfittarne.
Lorenzo sobbalzò quando sentì il contatto di quella lingua sul buchino e il cazzo che aveva in bocca gli uscì fuori. A ricordargli che il suo compito non era propriamente quello di godere ma di far godere ci pensò Francesco che, irritato dalla momentanea interruzione, gli mise la mano sulla testa e lo spinse violentemente verso il basso, per impalarlo sul suo cazzo in erezione.
Così Lorenzo, senza realizzare come, si ritrovò piantata infondo alla gola quella verga, che gli faceva venire da vomitare, mentre i peli pubici di Francesco gli sollecitavano le narici. Dovette trovare ben presto la maniera di capire come respirare perché Francesco continuava a manovrargli la testa con un forsennato su e giù.
Lorenzo sentiva il suo corpo diviso in due, sia sopra che sotto lo stavano violando ma in maniera diametralmente opposta: giù al culetto c’era Diego, che con la sua abile lingua che andava sempre più a fondo nel fottergli il buchino e gli stava facendo provare sensazioni mai conosciute prima. Sopra invece, la sua testa era nelle mani di Francesco, che gli stava scopando la gola con talmente tanta forza da fargli tornare le lacrime agli occhi.
Fu un sollievo per Lorenzo quando sentì il cazzo di Francesco tremare e venirgli abbondantemente in fondo alla gola. Gli ultimi schizzi glieli fece in bocca e Lorenzo li succhiò senza che l’altro avesse il pensiero di chiederglielo: in realtà Franci non fu attento agli ultimi passaggi, stava imprecando perché non avrebbe voluto venire subito, senza avergli fatto prima il culo.
Diego, invece, appena visto la performance del suo amico, ridacchiò: “hai avuto troppa fretta mi sa!”.
“Colpa di questa troia, ha una bocca che sembra un’aspirapolvere! Ma tanto questione di qualche minuto e mi ricarico, le devo fare il culo pure io a questa puttana”.
“Può essere, ma per adesso la inauguro io”, rispose Diego, che fece partire una sculacciata scherzosa sul culetto di Lorenzo prima di abbandonare momentaneamente la sua postazione per mettersi di fronte al passivo col cazzo in erezione.
Lorenzo lo osservava: era davvero grande, sui 23 cm e soprattutto largo, molto più di quello di Francesco.
“Allora piccina, fammi sentire se sei brava come dice lui. Mettici tanta saliva, perché dovrai lubrificare bene questa minchia, poi dovrà entrarti dentro”.
Lorenzo si fiondò su quel pisello con foga: non era tanto che era un bel cazzo (e lo era) o perché dopotutto era suo interesse lubrificarlo dato che era destinato ad allargarlo. In realtà in quel pompino si scoprì animato da una sorta di devozione: aveva goduto tanto grazie alla lingua di Diego che voleva restituirgli il favore con gli interessi. Iniziò a ciucciare ma poi l’istinto lo portò ad ingoiare interamente quel membro e ad andare su e giù: quello che Francesco gli aveva imposto con la forza adesso, con Diego, gli veniva spontaneo.
Dopo cinque minuti di questo trattamento Diego, che evidentemente si conosceva meglio di Francesco, ritenne opportuno staccarsi da quella bocca famelica: “sei fantastica, a momenti mi facevi venire! Ma ora voglio godere in quel buchino così stretto”, disse mentre tornava a posizionarsi dietro il culo di Lorenzo.
Anche Francesco l’aveva raggiunto e, tirando fuori lo smartphone, fotografò il buchino in primo piano. Allo sguardo interrogativo di Diego, rispose: “voglio fare un pre e post, da vergine e dopo che gliel’hai rotto a sta puttana”.
Le grandi dimensioni del membro che aveva assaggiato e che era destinato a deflorarlo, accompagnate al verbo “rompere”, fecero tremare Lorenzo. Diego in qualche modo lo avvertì e gli accarezzò il culo dicendogli “non temere, so come fottere” accompagnando l’incoraggiamento con un altro scherzoso sculaccione. Diego era fatto così, cercava cameratismo in ogni situazione, persino in quella.
Le rassicurazioni e il senso di sicurezza che erano nate in Lorenzo lasciarono quasi subito il posto a un forte dolore: il cazzone di Diego era notevole e il povero ragazzo, che non aveva mai penetrato un culo in vita sua, ci stava entrando spedito come se si trattasse di una lubrificata vagina.
Una volta che mezza cappella fu dentro, Lorenzo, che fino ad allora aveva subito in silenzio, chiese supplicando: “ti prego esci, mi fa male!”. Diego non uscì ma almeno si fermò, per farlo adattare. Gli diede una carezza e gli disse: “rilassati, non aver paura. Espira l’aria dalla bocca e calmati”.
Mentre Lorenzo era intento ad eseguire, Diego avanzava inesorabile, allargando senza pietà quelle pareti fino a quando fu interamente dentro: era fantastico, era come se avesse un guanto caldo e aderente attorno al cazzo, quel culo era strettissimo e non vedeva l’ora di violarlo e di goderci dentro.
Lorenzo non si muoveva, era senza fiato, letteralmente impalato. Diego lo tirò fuori lentamente, abbassando il capo per verificare che uscisse tutto tramite la punta e sputò lungo l’asta, per poi infilarlo di nuovo fino in fondo. Ripeté questa pratica più volte fino a quando si accorse che oramai scorreva bene e allora iniziò ad aumentare il ritmo.
Ad ogni colpo Lorenzo tremava, in preda a situazioni contrastanti: quel dolore lancinante, una volta che si era abituato e che veniva ripetuto continuamente, stava diventando quasi piacevole. Gli venne in mente, chissà perché, una massima di Epicuro, il filosofo che aveva studiato due anni prima a scuola, secondo cui il dolore diventava una seconda natura. Ora quel dolore stava diventando la sua seconda natura, il suo piacere e cresceva sempre più in maniera direttamente proporzionale alla forza delle spinte che stava ricevendo da Diego.
Veniva cavalcato alla grande oramai e Lorenzo aveva perso ogni controllo del suo corpo: dopotutto, un cazzo gli stava entrando e uscendo dal buco, allargandolo e restringendolo a suo piacere, stimolandogli la prostata e facendogli ingrossare il pisellino senza che lui avesse necessità di toccarlo. Due mani forti gli stringevano i fianchi e quel corpo atletico andava su e giù ,godendo del suo culo, sempre più in fondo, sempre con più forza, fino a quando, con gli ultimi colpi che sembravano davvero volergli fare uscire il cazzo dall’altro lato, venne.
Due tre scariche, direttamente nel culo. Nello stesso momento, stravolto dall’eccitazione, anche il cazzetto di Lorenzo, totalmente trascurato fino a questo momento, eruttò sul copriletto.
Lorenzo rimase ancora a pecora, stravolto, e si sentì violato una seconda volta quando Diego, con nonchalance, gli tirò fuori in un colpo solo i suoi 23 cm di cazzo: dopo tanto tempo che erano stati fusi in un'unica cosa, adesso Lorenzo si sentiva vuoto, e l’aria che entrava nel suo buco slabbrato, ricordandogli cosa mancasse, lo faceva sentire solo.
Francesco, che aveva osservato torvo tutta la scena, si sporse a osservare quel buco martoriato, che fotografò: “porca, gliel’hai proprio rotto a questa puttana. Mi hai lasciato poco da divertirmi… e guarda qui, la troia è venuta”, disse indicando la nuova macchia sul copriletto.
Diego, dal bagno dove era andato a lavarsi, esclamò allegro: “modestamente io le donne le faccio godere”.
“Si, ma non sei il solo che deve godere oggi, ci sono anche io”, pensò Francesco, che aveva di nuovo il cazzo in erezione e la voglia di provare anche lui quel culo.
Si mise dietro Lorenzo, al posto che era stato di Diego, ed entrò di colpo, senza esitare un attimo: Lorenzo non se l’aspettava e il venire inculato così brutalmente lo lasciò senza fiato con la bocca aperta, incapace di emettere anche solo un urlo.
Francesco iniziò con violenza ad andare su e giù in quel povero culetto: è vero che era già stato allargato dal cazzo di Diego, che era molto più grande, ma è anche vero che Francesco non aveva la minima volontà di andarci piano. Inoltre, purtroppo per lui, Lorenzo era appena venuto: incapace per il momento di provare piacere, ad ogni penetrata che subiva gli sembrava di percepire un colpo di pugnale nelle viscere. Non potendo opporsi, chinò il capo e rimase lì, con la speranza che la cosa passasse presto o che in qualche modo intervenisse Diego. Ma Diego aveva perso interesse subito dopo essere venuto, era andato nell’altra stanza, intento a canticchiare sotto la doccia. Altri due colpi che gli fecero venire i brividi e finalmente sentì Francesco ansimare: gli era venuto dentro pure lui.
Il cazzo dal culo gli fu sfilato con la stessa noncuranza con cui era stato inserito e ricevette una sculacciata piuttosto forte, non quella scherzosa che gli aveva dato Diego in più occasioni ma una fatta apposta per lasciare il segno sulla pelle. Lorenzo rimase così, a pecora, non accorgendosi che Francesco non si stava allontanando ma stava di nuovo salendo sul letto per mettergli davanti al viso il cazzo, sporco degli umori del culetto. Francesco gli ordinò: “hai goduto e mi hai sporcato. Ora puliscimelo” e a Lorenzo, stanco e come un automa, toccò leccare tutto.
Diego entrando in stanza, incrociò lo sguardo soddisfatto di Francesco, che gli anticipò: “l’ho fottuta pure io”. Solo allora notò la sborra che colava dal culo che entrambi avevano aperto e allora, scompigliandogli i capelli si rivolse a Lorenzo: “ah Lo’, chi te lo doveva dire? Ti abbiamo farcito bene!”. E poi, rivolgendosi a Francesco: “beh, è stato bravo, gli cancelli il video che così dorme tranquillo?”. Di tutta risposta Francesco, guardando Lorenzo, che ancora era intento a pulirgli il cazzo, e disse: “sì, è stato bravo, ma dovrà esserlo ancora: la gita scolastica è appena iniziata.”.



Grazie a tutti per l'attenzione e grazie a chi ha votato il racconto o ha lasciato feedback nel primo episodio, naturalmente sono graditi commenti anche qui per capire se la storia vi piace e c'è interesse per una prosecuzione oppure per sapere in cosa migliorarmi.

Un'unica cosa: ho ricevuto alcune critiche perché nella trama il protagonista viene ripreso di nascosto e ricattato, un utente ha voluto anche specificare che tanta gente nella realtà si è suicidata in casi analoghi.
Vorrei solo sottolineare quello che pensavo fosse ovvio: ossia che questo non è che un racconto inventato, pensato per fare eccitare chi ama questo genere di fantasie, non vuole essere certo un incoraggiamento per simili comportamenti. Del resto, il web è pieno di racconti erotici relativi anche a ricatti, scene di violenza, stupri e altre condotte molto poco edificanti, inserire tutto questo in una trama non vuol dire esortare gli eventuali lettori a comportarsi così nella realtà (anche perché in tanti casi non si tratta neanche di contegni eticamente poco corretti ma di reati penalmente sanzionati). Ricordiamoci che siamo sempre nell'ambito di una fantasia ad occhi aperti, che cessa di esistere quando scegliamo di fermare la lettura.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
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