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Gay & Bisex

Tutto grazie alla cugina scassapalle


di Megaciccio
23.04.2018    |    16.208    |    6 9.0
"Cercavo di percepire ogni singolo suono, ogni rumore, e immaginavo cosa stessero facendo..."
Bla, bla, bla, grossomodo la filastrocca è sempre quella.
L’estate vicina, la voglia di partire ma la totale mancanza di organizzazione. Poi, la proposta inaspettata.
Certo, Franco lo conoscevo da anni, fin da ragazzino. Qualche partita a pallone, qualche uscita. Nell’adolescenza anche qualche masturbazione di gruppo insieme. Quelle cose che si fanno un po’ per scherzo da ragazzino e che io sfruttavo già per studiare i piselli dei miei amici. E mentre loro si segavano immaginando chissà quale figa, io chiudevo gli occhi desiderando di toccare i loro cazzi duri.
E ricordo che Franco fosse anche tra i più interessanti e dotati!!!
Ma le nostre frequentazioni si erano andate diradando. Un po’ perché arrivati ad un certo punto io non ero più interessato alle loro uscite per rimorchiare ragazze e un po’ perché si era sposato con Sara, cosa che ha concluso quasi ogni suo genere di vita sociale.
Sara che a dirla tutta è una mia cugina, di non ho mai capito quale grado, anche se non l’ho mai frequentata più di tanto.
E così al pranzo per il battesimo di un nuovo nato nella nostra famiglia ci ritroviamo a chiacchierare allo stesso tavolo.
Gli anni sono passati per tutti, ma Franco si è fatto veramente un bell’uomo. Poco meno che quarantenne, è sempre stato molto atletico e prestante, ma ora alle spalle larghe ha aggiunto una leggera pancetta tonda che trovo tanto sexy in molti uomini e si è fatto crescere una barba leggermente puntata di bianco che gli sta veramente bene.
Così durante la torta, mentre tutti stanno già sognando il momento per fuggire via, io stavo lì a chiacchierare di cavolate varie mentre sbirciavo il suo colletto che, una volta liberato dall'asfissiante cravatta, faceva notare l’abbondante peluria che aveva sviluppato negli anni, chiedendomi se si fosse sviluppato ulteriormente anche il suo pistolino.
Poi la domanda che distoglie la mia attenzione: “allora puoi venire in vacanza con noi!”
Le parole di Sara lì per lì risuonano lontane nella mia testa, poi le focalizzo e realizzo che sono indirizzate a me.
“..eh...scusa...come con voi.” dico cercando di non essere offensivo.
“si, dai, te lo abbiamo detto. Andiamo 10 giorni al mare. Volevamo andare soli per stare in tranquillità, ma abbiamo trovato solo un appartamentino con 2 camere, quindi posto ce n’è. E poi tu sei praticamente di famiglia. Dai, vieni!!!”
“ Perché no Walter, mi sembra un ottima idea. Ognuno ha i suoi spazi e poi non è che dobbiamo stare attaccati tutto il tempo. Dividiamo le spese del viaggio e se la vita con la coppia ti appalla sei sempre libero di organizzarti per i tuoi programmi”
Perché no??? penso dentro di me. Sara non credo, ma Franco dovrebbe sapere per certo che sono gay, se non altro per come l’ho sempre guardato; come gli viene in mente di invitarmi in vacanza con loro????
“Mah, non vorrei essere di disturbo. Magari volete stare per conto vostro, riposarvi, rilassarvi, non so...” ribatto
“Ma no, dai, altrimenti non te lo avrei proposto” incalza subito Sara.
Sono poco convinto, ma effettivamente ormai il tempo per organizzarsi è poco. Cosa vorrà mai succedere in 10 giorni.
“Ok, va bene, partiamo!!!” rispondo entusiasta levando in alto un calice per festeggiare.


Mioddio che scassa cazzi è mia cugina!!!!!!!!!!
Ma come si fa a sposare una così, che ti rompe i coglioni per ogni singola cosa!!!!
I 10 giorni peggiori della mia vita, senza dubbio.
La casa era si vicino al mare, ma lontano dal resto del mondo. Il tempo di merda mi ha permesso di godere del sole si e no 4 volte.
E Sara è insopportabile. L’ho già detto????
Viziata, capricciosa, ha sempre ragione lei e pronta a recitare la parte della vittima debole e indifesa quando le fa comodo.
Tutto il peggio che una donna possa essere, lei lo è.
E Franco sempre pronto a subire e abbozzare. Cazzo ma non ce l’ha un po’ di amor proprio???
“E questo non va. E questo non mi va. Forse si. Ma io non voglio.”
“Certo cara. Subito amore. Ma perché fai così???”
No, no, no. Mai avrei creduto che avrei resistito così a lungo, visto l’andazzo che ha preso subito la vacanza.
Unica nota positiva: il corpo di Franco.
Diavolo se è diventato bono!!!!!!
Durante le giornate al mare non riuscivo a non fissarlo.
Deve aver continuato ad allenarsi nel corso degli anni. Ha un fisico stupendo.
Si, gli è cresciuta un po’ di pancetta, fisiologica ad una certa età, ma per il resto ha messo su un gran bel corpo!!
Sulle braccia ha due pagnottelle sempre in evidenza che si contraggono e rilassano ad ogni suo movimento. I pettorali ben delineati e prominenti, che sovrastano un addome leggermente sporgente che avrei desiderato mordicchiare.
Il tutto velato da un seducente strato di peli ricci come piacciono a me.
E vogliamo parlare di quello che c’era sotto?
Due gambe gonfie e muscolose ed un costumino sempre ben pieno.
Quel maledetto slip gli copriva a stendo i glutei sodi e metteva in risalto tutto il pacco sul davanti.
Quando si addormentava sotto il sole restavo imbambolato a scrutare i lineamenti del suo cazzo attraverso la lycra elasticizzata. Qualche volta riuscivo a scorgere il profilo della sua cappella e sentivo il mio cazzo crescere per l’eccitazione. Allora mi buttavo in acqua sperando di calmare i bollenti spiriti.
E vogliamo parlare delle sere in cui Franco e Sara scopavano??
Un supplizio.
Le nostre camere confinavano. Il mio letto era posizionato lungo la parete che fungeva da divisorio e anche se loro, forse, cercavano di non fare rumore, potevo sentire Sara gemere sotto le martellate di Franco.
La prima volta ero imbarazzato e non sapevo cosa fare, ma capii subito come comportarmi. Mi stendevo sul letto con l’orecchio attaccato al muro. Cercavo di percepire ogni singolo suono, ogni rumore, e immaginavo cosa stessero facendo.
Quando poi si avvicinava il climax non andavano tanto per il sottile. Sentivo chiaramente gli affondi di Franco che sbatteva Sara furiosamente mentre lei ne chiedeva sempre di più e sempre più affondo. E mentre loro godevano insieme io da solo nella mia stanza, nudo sul letto, mi massaggiavo il forellino immaginando che Franco stesse scopando me e menandomi l’uccello sborravo copiosamente.
Per fortuna tutto ciò era finito. Non vedevo l’ora di tornare a casa, ma il viaggio era lungo e la tortura non ancora terminata. Ultima scusa per martoriarmi gli zebedei?? Decidere dove fermarci per cena. “Qui no, lì non mi piace. Potremmo andare di là ma non sono sicura.”
Devo resistere solo poche ore…
Poi un suono, profondo e ritmato giunge alle mie orecchie dal retro della macchina. Mi giro e Sara dorme profondamente con la testa riversa all’indietro.
“Finalmente!” mi faccio sfuggire con un sospiro di sollievo.

Gelo.

Lentamente mi giro imbarazzato verso Franco che a fianco a me guida, sperando non mi abbia sentito.
Speranza vana.
Franco si è già girato verso me e mi guarda con aria torva.
“No, non era quello che volevo dire, scusa...”
“Ah ah ah, no, no, era esattamente quello che volevi dire!!!” mi risponde poco dopo passando da un tono duro ad un largo sorriso.
“Non ti preoccupare, so benissimo che mia moglie è una enorme rompi coglioni. Cosa credi che mi stiano bene tutte le sue scenette da gatta morta?” mi dice tenendo basso il tono della voce per essere certo di non svegliare Sara che, per fortuna, non da cenni di coscienza.
“Sai, certe cose vengono fuori solo dopo il matrimonio ma a quel punto è tardi. Per fortuna io sono quasi sempre fuori casa per lavoro come sai, quindi le vacanze sono gli unici momenti nei quali sono costretto ad abbozzare per lunghi periodi” mi racconta facendomi l’occhiolino, mentre con l’altro occhio tiene fisso la strada.
“Va bene” ribatto sottovoce “ ma mica si può vivere così. È castrante!”
“Ma guarda che alla fine tu hai visto solo il lato peggiore della nostra vita di coppia. Sara mi ama ed è una fantastica casalinga. A casa fa tutto lei. Cucina benissimo, lava, stira, pulisce. Io non mi devo preoccupare di nulla.
E poi, resti tra noi, ma a letto è una gran maiala e questo per me vale più di ogni altra cosa!”
“Maddai…” sussurro fingendomi sorpreso
“Si, si. Guarda, lo abbiamo fatto in tutti i modi ed ovunque. Al chiuso, all’aperto, in ascensore, in auto, da soli ed in gruppo. In realtà lei è molto disinibita. Se non ci fossi tu ora accosterei in una piazzola o in un autogrill e me la scoperei qui in autostrada”
“Qui in auto?”
“Macché in auto! Allora non hai capito! Sul cofano, contro la portiera. Una volta anche nel bagagliaio.”
Ma vedi come si diverte la parente.
Nelle mie fantasie “dall’altra parte del muro” non avevo pensato che si dedicassero anche a queste pratiche.
“Cazzo, adesso che mi ci hai fatto pensare mi è venuto duro” dice Franco mentre sposta la mano dalla leva del cambio alla leva tra le sue gambe.
Il mio sguardo non può non abbassarsi automaticamente seguendo il gesto e non notare l’evidente rigonfiamento dei suoi pantaloncini sportivi.
Rialzo subito gli occhi sperando di non essere stato notato.
“Una volta la stavo scopando nel parcheggio di un autogrill. Pensavamo di essere abbastanza distanti dalle altre auto, ma ad un certo punto notammo due camionisti a poca distanza che ci osservavano. Sara ha iniziato a bagnarsi in maniera incredibile. Il mio cazzo scivolava dentro e fuori la sua figa come una locomotiva. Si era eccitata da matti. Allora ho deciso di approfittare della cosa, le ho allargato le chiappe e gliel’ho messo nel culo. Ha fatto un po’ di resistenze, ma poi ha ricominciato a godere come una vacca. Penso che i due siano venuti nei pantaloni. Io di sicuro le ho riempito il culo di sborra” racconta sottovoce.
Non potevo credere che Franco mi stesse facendo certe confidenze così intime della loro vita di coppia. La libido mi stava assalendo e non sapevo cosa fare.
Intanto lui continuava a massaggiarsi e anche non guardando lì, potevo vedere il suo braccio che si muoveva lentamente per darsi sollievo.
“Cazzo avrei bisogno di una sega adesso, ma se mi fermo quella si sveglia” mi dice guardandomi.
Contemporaneamente con un gesto rapido estrae il cazzo da sotto i pantaloncini e blocca l’elastico sotto le palle.
Mi si azzera la salivazione.
Ha un cazzo bellissimo. Lungo e abbastanza largo. E i coglioni strozzati dall’elastico appaiono sodi e pronti per essere acciuffati.
Se lo afferra e se lo stringe forte mentre si sega lentamente.
Poi si gira lentamente di tre quarti; guarda me facendo un leggero accenno verso il basso con la testa e torna a guardare la strada.
Ripete il gesto tre o quattro volte. Io resto immobile bloccato dal panico. Non so cosa fare.
Sta veramente cercando di dirmi quello che penso? Che vorrebbe che mi dedicassi a quel cazzo così invitante?
Ma è pazzo!!! La moglie è lì a pochissimi centimetri. Se si sveglia di botto succede un casino!!!
“Dai” mi bisbiglia vedendo che non mi decido, “non posso fermarmi se no si sveglia, vuoi forse che ricominci a blaterare? Lo so che ti piace e io ho voglia di venire”
Ho le labbra secche per il terrore. Mi volto dietro e vedo Sara che ronfa beata e penso che dopo avermi rovinato la vacanza, concedermi il cazzo del marito è il minimo che possa fare per sdebitarsi.
Mentre cerco di inumidirmi le labbra con la lingua, allungo la mano con decisione ed afferro quel pezzo di carne.
È caldo e duro. Sublime. Il suo tepore mi riempie la mano e mi risale il braccio.
La cappella lucida sparisce e riappare man mano che inizio a segarlo per tutta la lunghezza.
Qualche gocciolina inizia ad uscire dal prepuzio come segno che sto operando bene.
Il suo cazzo mi riempie la mano e spunta maestoso al di sopra, nodoso e lungo come piace a me.
Mentre sono concentrato su quelle sensazioni tattili, ne sento un’altra che mi lasci sorpreso: la mano di Franco che mi afferra la nuca e gentilmente, ma con determinazione, mi spinge ad abbassarmi su di lui.
Faccio poca resistenza, ma mentre la mia testa scende non posso fare a meno di allungare un occhio su Sara, che ancora dorme tranquilla.
La mia bocca arriva all’obiettivo desiderato e come le labbra toccano la sua pelle delicata non possono fare a meno di schiudersi per farla entrare.
Franco geme sommessamente, mentre io assaggio il suo sapore di maschio che mi fa impazzire.
Nonostante la posizione scomoda, cerco di applicarmi il più possibile. Gli lecco la cappella per lubrificarla bene, mi gusto tutto il precum che emette copioso lappandolo via direttamente dall’uretra.
Poi inizio ad ingoiarlo. Mi spingo più a fondo possibile, compatibilmente con le nostre posizioni costipate e sento la macchina sbandare e rallentare un po’ man mano che Franco cerca di muoversi per favorire il mio pompino. Alza appena il bacino per offrirmi meglio il suo palo, mentre io me lo affondo nella gola e lo faccio riuscire leccandolo come un gelato solleticandogli il frenulo. Il suo respiro si fa pesante; per quanto tenti di trattenersi sento che lo sto facendo godere.
Gli lecco le palle. Sode e grandi, le succhio una ad una avidamente mentre lui mi sbatte il cazzo sul viso, cosa che mi eccita incredibilmente.
Vedo il piacere sul suo viso mentre con la bocca socchiusa sospira in silenzio guardando alternatamente me e la strada.
Gli riafferro il cazzo e lo ingoio. Cerco di arrivare fino in fondo, sentendo i peli del pube solleticarmi il naso. La sua cappella mi soffoca, ma il suo sapore mi inebria. Continuo a succhiarlo senza sosta stimolandolo con la lingua. Lo ingoio, lo succhio, lo lecco. Vorrei averlo mio completamente e cerco di appagarmi con quel poco che la situazione mi consente di gustare.
Non voglio staccarmi. Trattengo il respiro e lo dirigo verso la mia gola che lo stringe come le spire di un serpente.
Sono al settimo cielo. Godo nel sentilo godere. Ho il cazzo di marmo che mi fa male, costretto dai vestiti e dalla posizione innaturale. Sento il culetto pulsarmi travolto dall’eccitazione.
Mi afferra per i capelli e cerca di affondarlo ancora di più. La forza dei suoi muscoli si impossessa della mia testa e la usa come strumento di piacere.
Mi piace, mi fa sentire suo, un puro strumento di piacere per quel maschio voglioso di sborrare.
Ascolto il suo respiro affannoso. So che sta venendo ma non mi ritraggo. Lo voglio tutto per me. Tutto il suo piacere ed il suo sapore dentro la mia bocca. Le sue gambe fremono ed il suo corpo si irrigidisce.
Lo sento, un getto caldo che mi riempie il palato con abbondanti spruzzi. Vorrei vederlo schizzare, ma mi accontento di poterlo gustare.
Lo ingoio tutto, non voglio perderne una goccia. Ho la bocca piena, di cazzo e di sborra che devo deglutire velocemente per poter godere dei nuovi zampilli.
Mi schiaccia la testa contro il suo addome, sente il piacere della mia bocca calda dentro cui vuole liberarsi e lo fa senza ritegno né remora, lasciandomi senza fiato.
Io ingoio, trattenendo i conati, cercando di non svegliare Sara che, inconsapevole, mi sta ripagando del martirio subito.
Poi i fiotti terminano, il suo corpo si rilassa e la presa sulla mia testa si allenta.
Continuo a leccarlo, succhiarlo. Lo strizzo cercando di averne ogni singola goccia e sperando, invano, che mi possa concedere subito il bis.
Annuso un ultima volta l’odore del suo pube, che non scorderò mai e lentamente mi rialzo.
Osservo il suo sorriso appagato mentre si risistema l’arsenale nei pantaloncini.
Io sono ancora eccitatissimo mentre con la lingua cerco le ultime gocce di sborra nella mia bocca per poterle assaporare.
Vorrei di più, vorrei fami scopare dal quel maschio così deciso, ma so che non è possibile.
Mi sistemo il pisello cercando di alleviare un po’ il fastidio ma non riesco.
“Grazie, è stato grande. Sei meglio di Sara.” Mi lusinga facendomi l’occhiolino. “Ero certo che sarebbe piaciuto anche te” mi dice bisbigliando.
“Cavoli se mi è piaciuto!! Solo che adesso sono io che ho bisogno di liberami….”
“No, su questo non posso aiutarti” ribatte, “al massimo posso accostare ma sappi che poi lei si sveglia subito.”
Ho il cazzo che mi scoppia, una macchia di precum che inizia a vedersi sui pantaloni. Devo scegliere il male minore.
“Accosta” dico rassegnato.
Alla prima piazzola Franco si ferma. Come previsto il cambio di direzione e di velocità sveglia quella rompicoglioni della moglie che con voce impastata chiede dove siamo e se siamo arrivati.
“No amore, Walter deve fare pipì”
Come l’auto di ferma scendo e cerco di mettermi un po’ in ombra.
Slaccio i pantaloni, afferro il mio cazzo duro e dolorante e con due colpi decisi inizio a sborrare copiosamente. Schizzo tutta mia crema bianca sull’asfalto e contro il guardrail cercando di contenere la mia postura. Finalmente il mio pene si rilassa.
Sento Sara in auto parlare con Franco: “ma sei sicuro che dovesse fare pipì? Sembra quasi si stia facendo una sega!!”
“Ma no tesoro, cosa dici. Walter è stato bravissimo, ha trattenuto tutto dentro per tanti chilometri per non farti svegliare ed ora si sta solo liberando”

Sorrido pensando al cazzo di Franco mentre mi risistemo i pantaloni.

È stata una vacanza di merda, ma il finale è stato con il botto.





Un grazie speciale ad Orsonaked,

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