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Nino e la Nonna!!*


di MasterT2
28.03.2020    |    21.166    |    0 9.6
"Che ci crediate o no, con Teresa non ho mai scopato..."
“Ninoooo!! Nino, vieni, svelto!!”
“Ehi, cosa vuoi?”
“Shhhhh,zitto! Dai, sbrigati!”
Quella che mi scrollava e mi tirava giù dal letto era mia sorella Teresa, due anni più di me. Insonnolito la seguii. Uscimmo nel corridoio, buio salvo per la lama di luce proveniente dalla camera dei nostri genitori. Ci avvicinammo in punta di piedi.
“Shhh, non far rumore! Guarda!!”
La porta era quasi chiusa, ma dalla fessura si vedeva benissimo lo specchio dell’armadio, che rifletteva tutto quello che accadeva sul letto. Non me lo sono più scordato. Quell’immagine è ancora stampata nella mia mente. Mamma era inginocchiata tra le gambe di papà. Con una mano gli teneva le palle e faceva un movimento, quasi spingesse sotto. L’altra teneva in mano il suo cazzone, mentre lo slinguava. Si, lo leccava come un gelato, con gli occhi chiusi, e ogni tanto lo prendeva in bocca e lo succhiava. Rimasi lì esterefatto sino a che Teresa non mi prese per mano e mi tirò via. Non era la prima volta che li vedevamo a letto assieme, nudi! Ma di solito erano abbracciati e si baciavano, oppure lui era sopra di lei che lo teneva stretto tra le gambe e lui spingeva, ma così! La prima volta. Mai visto prima il cazzo di papà tutto così dritto e grosso, e il culo di lei spinto per aria mentre leccava come una cagnetta, avevo anche potuto vedere la sua ficona tutta aperta. Che visione paradisiaca!! L’avevo già vista nuda molto spesso, specie in bagno, che a volte faceva anche con noi, ma così mai. Io e Teresa stavamo giusto in quella fase quando ci si comincia ad interessare agli adulti, a vedere come sono fatti e cosa fanno, a scoprire cos’era questo grandissimo mistero: Il sesso!! Tutti lo facevano, ma nessuno voleva parlarne. Anche nostra madre continuava a dirci che eravamo ancora giovani per quelle cose. Tornati nella nostra stanza rimanemmo un attimo in silenzio, Teresa seduta accanto a me. Poi mi guardò.
“Nino, chissa che sapore ha?”
“Cosa?”
“Ma il pisello no? Stupido!”
“Boh, per me sa di pipì.”
“Ma alla mamma sembrava che le piacesse. Moltissimo anche. Hai visto che faccia beata che aveva?”
“Beh, allora chiediamolo a lei.”
“Mmmmm, non credo che sarebbe contenta di sapere che li abbiamo guardati. Però sono curiosa. Dai, fammi vedere.”
“Cosa?”
“Uffa! Il pisello! Dai, tiralo fuori.”
Non era certo la prima volta che glielo facevo vedere o toccare. Io e mia sorella eravamo intimissimi l’uno con l’altra. Non c’era cosa che non ci dicessimo o non ci mostrassimo e, fin da piccoli, i nostri corpi erano libri aperti, con la benedizione di mamma che ci lasciava fare ancora il bagno assieme e ci aveva beccato spesso a giocare ai dottori. Abbassai il pigiama scoprendo il mio uccelletto ancora implume. Lei lo prese tra due dita come faceva per farlo venire duro, poi abbassò la testa annusandolo. Si rialzò storcendo il naso.
“Yack, sa di pipì! Aspetta!!”
Scappò di corsa in bagno per tornare subito dopo con un’asciugamano bagnato ed una saponetta. Procedette con quello a ripulirmelo. Inutile dire che alla fine del trattamento era bello dritto. Teresa rimirò il suo lavoro e poi procedette a dare una slinguatina giusto sulla cappella. Fece una smorfia e poi leccò di nuovo, più decisa, e diede anche una succhiatina.
“Boh, non so proprio cosa ci trovi la mamma!! Adesso sa di sapone! Però ti è venuto bello duro. Ti piace?”
“Beh, si. La sensazione è piacevolissima!”

E questo fu tutto per un bel po’. Passarono circa due anni prima che le cose cambiassero. Due anni dove non smettemmo certo di giocare ai dottori o fare il bagno assieme. Due anni dove i nostri corpi si svilupparono e cominciarono la produzione di certi ormoni. Mia sorella era diventata signorina e la mamma le aveva fatto “il discorso” e ora lei vedeva il mio pisello sotto un altro punto di vista. Ora era interessata a vedere il famoso “seme” che doveva fecondare il famoso “fiore”. Anche se mamma continuava a dire che dovevamo smettere di fare il bagno assieme, che eravamo grandi, non l’avevamo mai presa sul serio. Anzi, continuavamo a infilarci dentro anche con lei e a bearci del suo corpo morbido e materno. Fu proprio durante una di queste volte, che si rese conto che anch’io stavo crescendo i miei bravi peletti e che ero ormai un ometto. Teresa sempre la pietra dello scandalo.
“Mamma, hai visto com’è cresciuto il pisello di Nino? Nino, dai, faglielo vedere!!”
Istigato da mia sorella e con i loro corpi nudi attorno, ci volle un’attimo perché si rizzasse. Solo al pensarci. Mamma strabuzzò un po’ gli occhi.
“Nino caro! Sei proprio cresciuto! Vedete che ho ragione io. Non siete più bambini per fare il bagno assieme o con la mamma!”
Intanto aveva allungato la mano per accarezzarlo, mentre Teresa faceva lo stesso. Risero tutte e due quando le loro mani si incontrarono mentre io provavo una sensazione mai provata prima. Sensazione che improvvisamente mi travolse e mi sempro che il mio pisello esplodesse. Sarei caduto a terra se non mi avessero sostenuto, mentre densi schizzi giallastri e poi bianchi uscivano come lava inzaccherandole entrambe. Frastornato, anche spaventato, cercando di capire, le guardai. Mamma era tutta rossa in faccia, irrigidita, neanche avesse visto uno spettro. Fece un mezzo sorriso e uscì dalla doccia dicendo:
“Si, si, decisamente d’ora in poi farai il bagno da solo!!”
Fu poi Teresa a spiegarmi che tutta quella roba era il famoso “semino”.
Inutile dire che nonostante la proibizione di nostra madre, i nostri giochi continuarono, anzi Teresa continuava a voler vedere e capire come funzionasse la cosa, ed io ero più che felice di farglielo fare.
I suoi due anni in piu’ pero’ si facevano sentire, le sue curiosita’ erano infinite e molto particolari, mentre io mi godevo le sue ministrazioni. Infatti qualsiasi novita’ si prospettasse, finiva sempre con goduriose spruzzate del famoso ‘semino’. Niente era sacro per Teresa. Da ogni libro, giornale, rivista, conversazione, trovava idee, spunti per vedere cosa succedeva se. L’unica cosa che non facevamo era scopare davvero. Quando arrivava il momento dove avrei dovuto metterlo dentro la sua fichetta, di solito sempre bagnatissima a quel punto, me lo faceva strusciare su e giu’ lungo il taglio, godendo del contatto. Spesso venivo sul suo pancino, se no, la sua mano o la sua bocca mi facevano spruzzare subito dopo. Era diventata un’artista del pompino e la mia lingua conosceva perfettamente ogni petalo del suo bocciolo, ogni rughetta del suo delizioso fiorellino. Essere leccata dietro la faceva impazzire e da poco stavamo sperimentando con le dita, violando con le stesse i nostri rispettivi culetti. Visto che di solito lo facevamo durante il bagno, quando eravamo belli insaponati, l’aspetto igienico ci era un po’ sfuggito!!

Il tempo passava implacabile, con nostro sommo dispiacere. La vita di tutti i giorni tendeva a fare di tutto per separarci, ma noi resistevamo. Ancora arrivo’ l’estate. Mamma non ci teneva per tutto il tempo in citta’. Nonostante fossimo ormai grandi e indipendenti, ci mandava dalla nonna che ne era felicissima, specie ora che era rimasta vedova. Noi amavamo quei tre mesi di completa liberta’. Una volta aiutata nonna con qualche lavoretto, eravamo completamente liberi. Il torrente che scorreva vicino alla casa, era il nostro territorio, ne conoscevamo ogni meandro, ogni pietra, ogni albero e cespuglio. Ben nascosta nel bosco c’era una pozza, con una cascatella. L’acqua limpida e fresca. Inutile dire che, completamente nudi, questo era il nostro posto preferito. La nonna lo sapeva ma per lei era normale. Lo aveva fatto anche lei da ragazza. Stremati da giochi acquatici, ci rifugiavamo poi, sempre nudi, in un vecchio fienile che era il nostro castello nella foresta. Vi avevamo portato mucchi di erba oltre a vecchie cose recuperate in giro per i ruderi di antiche residenze e vi andavamo a riposare nelle ore piu’ calde o ci vivevamo nei giorni piovosi. Raramente avevamo trovato altri ragazzi o ragazze degni di essere ammessi al nostro paese delle meraviglie. Eravamo perfettamente felici della nostra compagnia e non ci serviva altro.
Quel giorno, come tanti altri, eravamo completamente assorbiti dai nostri giochi. Teresa era il dottore (guarda caso). Inginocchiata tra le mie game alzate, mi stava esplorando il culo con il dito mentre con l’altra mano mi segava lentamente. Me la godevo un mondo. Poi, improvvisamente:
“Ma non siamo un po’ troppo grandi per questi giochetti?”
“Nonnaaaa!!! Beh, hum, mah, stiamo giocando ai dottori!”
“Appunto! Giochi da bambini. E voi ora non lo siete piu’. Certi giochi tra fratello e sorella non li dovreste piu’ fare!”
“Si, ma a noi piacciono. E poi, non facciamo mica niente di male. Sappiamo benissimo fin dove possiamo arrivare.”
Nonna era dubbiosa, ma sorrideva e guardava le mani di Teresa che ancora si muovevano su di me. Io me ne stavo zitto zitto, lasciando mia sorella a cavarsela coi discorsi. Lei era bravissima a rigirare la frittata.
“Eh si, vostra madre me lo ha detto che eravate birichini, ma non ci volevo credere. Inutile cerchiate delle scuse. Ci vedo benissimo! Sentiamo un po’, che cura gli staresti facendo adesso?”
“Beh nonna, lo sai anche tu che i ragazzi bisognano di svuotarsi abbastanza spesso. Io lo sto solo aiutando. Mi dispiacerebbe tantissismo se dovesse fare da solo. E poi dicono che fa male! E’ vero nonna che fa male? Dicono che si puo’ diventare ciechi!”
“Teresa, ti conosco! Con me non attacca. E’ inutile che cerchi di raccontarmi quella dell’uva!! E non mi dire, che quando tocca a te fare l’ammalata, lui non ti cura, la cosa....”
“Nonnaaaa, te l’ho detto!! Giocare va beh, hai ragione. Pero’, assolutamente, non scopiamo. Mai!! Vero Nino?”
Anche se chiamato in causa non risposi se non con un brontolio. Tutta sta storia me l’aveva fatto ammosciare.
“Davvero? Nessuna voglia di provare? Mai infilato dentro? Neanche per un attimo?”
“No nonna! Te lo giuro!! Qualche volta avevo voglia, pero’ non siamo mica scemi. E poi la mamma mi ha spiegato tutto.”
“Mmmm, ti voglio credere! Solo dita allora.”
“Si nonna. Tanto per divertirci. Niente di serio.”
“Questo lo dici tu. Niente di serio!! Siete sempre fratello e sorella in fondo.”
Mentre finiva di parlare, improvvisamente, la nonna si sedette sull’erba accanto a me. Mi tocco’ la coscia e poi mi prese in mano le palle.
“Mmmm, si, sembrano proprio belle piene. Scommetto che ti fa delle belle spruzzate.”
La mano calda e il tocco delicato contribuirono a farmelo tornare duro all’istante. Teresa menava leggermente, assicurandosi di scoprire per bene tutta la cappella e il dito che si era fermato, comincio’ nuovamente a ravanarmi il buchetto.
“Oh si. Dovresti vedere quanta!!”
“Nino, ma a te piace? Anche quel dito, ti piace?”
“Oh si nonna! Da matti! Anche il dito. Mi fa venire i brividi.”
“Gia’. A te non lo chiedo neanche. Si vede dalla faccia che ti piace. Va bene. Sentite un po’. Visto che non c’e’ verso di farvi cambiare idea, che ne dite se vi insegnassi a giocare come si deve? Almeno non fareste stupidate..”
Teresa balzo’ in piedi mollando l’uccello subito preso al volo dalla nonna.
“Nonna davvero? E cosa ci insegni?”
“Vedrete, vedrete!! Forza allora. Andiamo.”
Prima di mollarmi ed alzarsi, pero’ mi diede tre smanettate che quasi mi fecero venire e mi schiocco’ un bacio sulla cappella. Indossammo velocissimi pantaloncini e magliette e via verso casa.
Durante il percorso Teresa ne approfitto’ per fare domande alla nonna.
“Nonna, ma tu lo succhiavi il pisello al nonno?”
“Ma che domande sono queste? Come ti e’ venuto in mente?”
“Beh, tempo fa abbiamo visto mamma che lo succhiava a papa’ e sembrava piacerle moltissimo. A dir la verita’ ancora non riesco a capire cosa la faceva beare tanto. “
“Perche’? Sei andata in giro a succhiare piselli, tanto per provare? Ah, gia!! Tuo fratello! Lo hai succhiato a lui?”
“Si, a lui, e anche un paio di ragazzi. Io pero’ non ci trovo granche’. O puzzano o sanno di sapone. Anche la roba e’ mezza insipida!”
Nonna si fece una risata proprio di gusto.
“Mia cara, la differenza sta nel fatto che non lo hai fatto al tuo uomo. Quando si fa l’amore, solo il fatto di procurare piacere, diventa eccitante. Far godere il proprio uomo procura altrettanto piacere. Naturalmente capirai quando ti succedera’. Farlo tanto per farlo, limita il piacere alle pure sensazioni fisiche inalterate dallo stato mentale che farebbe percepire le cose in un modo del tutto diverso. Capirai, capirai!! Ma dimmi piuttosto, da quando si spiano ii genitori quando sono a letto?”
“Nooooo!! Spiare. Noiii!! No nonna! E’ successo per caso. Ero andata in bagno e avevo sentito dei rumori, e allora...”
“Si, si, pinocchio. Aspetta che ti credo subito. E cos’altro li avete visti fare?”
“Beh, niente di speciale. Di solito scopano. Una volta in un modo, una in un’altro. Ma non l’avevo mai vista succhiarlo cosi’. Sembrava mangiasse il miglior gelato.”
“Mah, voglio far finta di credervi. Forza adesso. Subito in bagno che arrivo.”
Piu’ lavati di cosi’. Avevamo sguazzato parecchio nella nosta pozza. Pero’, incuriositi, obbedimmo di corsa.
Eravamo gia’ di nuovo nudi, scherzando coi capezzoli duri di Teresa che la nonna arriva con in mano una sacca di gomma e un lungo tubo. Si era anche messa in vestaglia.
“Ecco qua! Cominciamo con questo visto che vi piace sfruculiarvi nel buchetto!”
“Nonna! Ma non siamo mica stitici!” Io, quello che di solito stava zitto.
“No, ma prima di giocarci, sempre meglio darsi una bella sciacquata!”
“La nonna ha ragione Nino! E poi e’ come quando giochiamo ai dottori.”
“Va beh. Pero’ a me non metterne troppa. OK?”
A sentirle ridere entrambe mi sentii quasi offeso e preso in giro. Cosi’ voltai le spalle appoggiandomi alla vasca, subito imitato da Teresa. Il dito della nonna mi riconcilio’ subito con il mondo, procurandomi anche una bella erezione. Si, decisamente mi piaceva essere lavorato la’ dietro. Nonna me lo trastullo’ per bene, spingendo a fondo col quel suo ditone ben piu’ grosso di quello di Teresa. Pero’ era bello e il mio pisello pulsava di piacere ad ogni spinta. Subito dopo la cannula. Quasi non la sentii entrare. Solo l’acqua calda dove nonna aveva messo qualche goccia di sapone. Anche l’acqua non era male. Non me la ricordavo proprio, ma mi piaceva. Solo che appena la tolse ero gia’ seduto sul cesso. Intanto lei fece il servizio a Teresa che scodinzolava di gioia. La faccenda mi stava arrappando. Chissa’ cosa aveva in mente la nonna? Con Teresa sembravano capirsi al volo. Diffatti subito dopo, appena si fu risciacquata, nonna le porse il tubo senza parlare. Io drizzai le antenne.
“Nonna! Lo fai anche tu?”
“Visto che ci siamo! Poi magari gioco un po’ anch’io.”
Girandosi alzo’ la vestaglia ai fianchi, scoprendo il culo nudo. Cazzo che culo! A parte foto e riviste, di adulto avevo visto solo quello di mamma e nonna era fantastica. Donna di campagna bella soda e robusta, nuda era veramente bona. Un bel culone grande e sodo. Ma quello che mi lascio’ a bocca aperta fu la sua ficona che mostro’ ben aperta appena si curvo’ a gambe aperte. Sotto un cespuglio quasi bianco, si apri’ come un’ostrica la prima vera fica della mia vita. La trovai grande, gonfia, lucida di umori, proprio come il famoso mollusco. Quella di mia sorella la conoscevo in ogni dettaglio, ma era una fighetta. Quella di mamma l’avevo vista , anche aperta, ma mai da vicino e aveva la pelliccia tutt’attorno. Altre ragazze entravano nella categoria fighette. Mi lasciai scappare un fischio.
“Nonnaaaa! Che ficona grande che hai!!”
“Davvero Ninetto? Ti piace?”
“Cazzooo!! Altro che quelle delle riviste! Tere, hai visto quanta?”
“Nino, la nonna non e’ mica una ragazzina! Quando si cresce, si cresce dappertutto. Vero nonna?”
“E si cari miei! Tutto cresce. Magari si restasse adolescenti per sempre!!”
Teresa termino’ la sua opera e nonna si sedette. Ma non per questo la lasciammo tramquilla. Ormai eravamo partiti per la tangente.
“Nonna, dai, fai vedere a Nino anche le tue tettone. Guarda Nino. Non vedo l’ora che anche le mie crescano cosi’.”
Nonna apri’ la vestaglia mostrando il seno sontuoso. Bello abbondante, bianco e morbido, per niente caduto, anzi, forse mamma lo aveva un po’ piu’ moscio, oltre che piu’ piccolo. E quei fragoloni che volevano solo essere mangiati! Che voglia di tuffarci la faccia dentro e mordicchiarla tutta! Entrambi allungammo la mano a stuzzicarne uno.
“Via, via adesso! Aspettatemi di la’.”
Via di corsa, in camera da letto. Pizzicandoci e facendoci il solletico. Eravamo eccitati proprio come ragazzini in attesa di un giocattolo a sorpresa. Chissa’ cosa aveva in mente la nonna?
Pochi minuti ed eccola. Ancora con la vestaglia aperta, ma in mano aveva una cosa bianca, abbastanza lunga, la punta arrotondata. Avevo gia’ visto qualcosa di simile su qualche rivista. Un vibratore.
“Nonna, e cos’e’ quello? Un vibratore? A cosa serve?”
“Serve a sfruculiare per bene i buchini ai porcellini come voi!”
“Ma non sara’ un po’ grande?”
“No, no, vedrete. Sara’ perfetto. Forza, chi vuole provare per primo?”
Inutile dire che il primo fui io. Ero sempre io. In un’attimo mi trovai sdraiato con le gambe spinte indietro. Teresa si era impadronita del vibratore, gia’ ben unto, e la nonna del mio cazzo che menava fermamente. Un’attimo di tensione al sentire la punta dura premere. Scivolo’ dentro una meraviglia! Credo che dal quel momento sono diventato un cultore delle penetrazioni anali. Sembrava non finire mai, ne’ quando entrava, ne’ quando usciva. Non riuscii a trattenere dei mugolii di piacere. La fica della nonna era a portata di mano e cominciai a pastrugnarla, impastando la carne calda e vischiosa, infilando dita dappertutto. Nonna apri’ per bene le gambe per darmi via libera. Che figona ragazzi!!! Chiusi gl’occhi concentrandomi sulla sua mano che pompava veloce. Non me lo ero mai sentito cosi’ grosso e duro. Ad ogni menata un pezzetto di cervello cominciava a spingere giu’ per la spina dorsale ed ad accumularsi proprio li’ tra il culo e le palle dove Teresa si dava da fare svangando dentro e fuori. Improvvisamente impazzii. Aveva acceso la vibrazione. Non capii piu’ niente.So che cominciai a urlare di piacere e che proprio in quel momento qualcosa di caldo e umido mi avvolse la cappella. Spruzzai e spruzzai aggrappato al letto e alla fica della nonna, inarcandomi come percorso da scosse di corrente. Appena gli spasmi si calmarono ed aprii gli occhi, scoprii che il mio cazzo era in bocca alla nonna che inghiottiva i miei spruzzi senza farsene scappare una goccia. Le vibrazioni ancora mi causavano piccole scosse. Teresa spense e mi accasciai sfinito mentre sfilava l’attrezzo. Che sborrata!!
Cercai di sottrarmi a quella bocca famelica. Il mio,ora uccellino, ipersensibile alle sue labbra.
“Uaho.... basta nonna! Mi fai morire! Uhhhhh! Davvero! Non ce n’e’ piu’.”
Con uno schiocco di labbra, sollevo’ la testa, leccandosele.
“Mmmmm, Ninetto!! Era buonissima!! Credo proprio di avertelo svuotato per un po’. Eh Teresa? Lo scrollo’ tra pollice ed indice, come un sacchettino vuoto. Ridemmo. Solo allora mi resi conto che la mia mano era piantata nella sua fica, tutta dentro fino al polso. Nel parossismo dell’orgasmo dovevo avergliela infilata senza accorgemene. Mossi le dita nella carne calda.
“Si, bravo Nino! Muovila bene! Dai, dai che vengo anch’io!! Teresa, svelta, infilamelo tutto!”
In un’attimo la nonna si era tolta la vestaglia e sdraiata di fianco a me. Io davanti che cominciavo a muovere la mano, tentativamente ma poi sempre piu’ sicura, dentro di lei. Teresa capì’ al volo e si mise dietro spingendole nel culo il vibratore acceso. Lo sentivo anch’io attraverso la sottile parete. Nonna cominciò’ subito ad agitarsi quasi volesse sfuggirci, ma erano i suoi fianche che cercavano di roteare, di spingere contro la mia mano che la stantuffava e contro il vibratore che le tormentava lo sfintere. Gemeva e mugolava, urletti mescolati ai continui “siiiiiii”. Decisamente stava godendo. La sua mano si intrufolo’ sopra la mia impossessandosi del grilletto tumefatto che io stavo ignorando. Come lo strinse le urla si fecero piu’ forti ed un’attimo dopo si irrigidiva tutta, inarcata e spinta contro di me, la mia mano dentro sin oltre il polso. Un’altro urlo, altri grugniti ed infine si rilasso’, spenta. Sfilai lentamente la mano dalla fica pulsante. Umori colavano lungo le cosce bagnando anche il letto. Sorridente ed ansante si lasciò’ ricadere prona sul letto, le gambe aperte, rivoli di sudore tra i seni. Teresa aveva ancora il vibratore acceso e glielo passava lungo tutto il corpo, facendola ulteriormente fremere.
“Whao, ragazzi, basta! Fermi ora! Non ho più’ vent’anni! Non mi ricordo più’ l’ultima volta che ho goduto cosi’ tanto! Fatemi prendere fiato. E tu non cercare di svignartela. Ora tocca a te. Dammi qua quel coso!”
Tutto aveva in mente Teresa, meno di scappare.
“Certo che tocca a me. Ho la fichetta tutta sbrodolata. Credo che basterà’ una toccatina.”
Ma nonna aveva altro in mente. Mi consegno’ il vibratore acceso dicendomi di stuzzicarle le tettine,poi si tuffò’ in mezzo alle sue gambe e comincio’ a mangiarsela. Si, proprio a mangiarsela. La prendeva tutta in bocca e ne succhiava ogni labbruzza, per non parlare del grillettino. Teresa sobbalzava sul letto e quasi non riuscivo nella mia opera di solleccitazione dei suoi capezzoli. Io l’avevo leccata spesso, ma sempre e solo con la lingua. Anche quando l’avevo vista farlo con un’amica, se la leccavano quasi dolcemente. La nonna no. La sua bocca era famelica, animalesca. E Teresa godeva, un’orgasmo a catena, una scossa dopo l’altra. Fino a che nonna non mi prese il vibratore dalla mano e lo appoggio’ sul grillettino duro. Teresa diede un urlo quasi disumano saltando quasi giù’ dal letto. Mi presi anche una manata in faccia!! Sembrava quasi una bestia selvatica. La trattenemmo per rilasciarla appena cominciò’ a rilassarsi. Ma non era finita. Nonna allungo’ la mano verso il mio uccello tirandomi verso di lei. Lo prese in bocca e con mia grande sorpresa, comincio’ subito a drizzarsi. Beata gioventu’!!! Succhiandomelo per bene mosse il vibratore inzaccherato dai sui succhi sul culetto di Teresa che comincio a mugolare nuovamente. Vederlo entrare nel suo buchino, contribuì’ moltissimo alla mia nuova erezione. Appena nonna mi vide pronto, si sposto’ per farmi posto dietro Teresa. Sempre trastullandola col vibratore, le fece sollevare le gambe esponendo per bene il buchetto. Levo’ il vibratore e mi prese l’uccello in mano puntandolo sul buchetto ben lubrificato.
“Vieni Ninetto, vieni. Spingilo bene dentro. Teresa, ora tuo fratello te lo mette nel culetto. Vedrai che bello!”
“Oh si Nino, siiiii, mettimelo nel culo! Tutto dentro. Lo voglio!! Siiiiiii!!”
Spinsi ed entro’ senza sforzo alcuno, il buchino ben preparato dal vibratore. Come non avessi mai fatto altro, l’afferrai per i fianchi ed iniziai a spingere, prima piano e poi sempre più’ svelto. La prima inculata della mia vita. Instancabile il vibratore si occupava della fichetta di Teresa, senza penetrarla, ma soffermandosi su e giù’ lungo le labbra gocciolanti o sul clitorideinturgidito. Teresa si era aggrappata alle mie braccia e spingeva contro di me, accompagnando ogni mossa, venendomi incontro ardentemente. Non duro’ molto. Pochi minuti ed ero pronto. Sentire che anche Teresa cominciava a godere, fu la goccia che fece traboccare il ‘vaso’. Venni nel suo culetto pulsante che quasi sembrava volermelo spremere mentre anche lei gridava il suo piacere. Fino ad accasciarci uno sopra l’altra.


Quella sera e nei giorni seguenti, anche il culo della nonna e la sua ficona furono visitati dal mio cazzo che quasi sembrava instancabile. Da quella sera e per anni a seguire. Che ci crediate o no, con Teresa non ho mai scopato. Ma il suo culetto mi ospita ancora adesso quando ci ritroviamo, nonostante sia moglie e madre. La nonna e’ ormai anziana ma non ha perso la verve. La vado a trovare abbastanza spesso, ora si e’ stabilita in citta’ e la casa in campagna e’ occupata solo alle feste e all’estate. Giusto la settimana scorsa sono andato a trovarla. Teresa era stata da lei il giorno prima.
“Guarda cosa mi ha regalato tua sorella. Vieni che te lo faccio provare.”
In mano aveva uno strap. Anche abbastanza grosso. Rimasi senza parole, ma per poco. Qualche minuto ed ero nudo davanti a lei che se lo era legato davanti. Piegato sulla poltrona, col culo bello in alto, me lo stavo prendendo tutto dentro, uggiolando di piacere!! La sua mano mi mungeva il cazzo con forza. Appena fui pronto a godere, se lo sgancio’ lasciandomelo dentro e me lo prese in bocca. Nonna ancora adora succhiarmelo.
Piu’ tardi, parlando del fatto, mi chiese come mai non ne avessi ancora provato uno vero. Ci pensai un’attimo e poi risposi:

“Il problema, nonna, e’ che dall’altra parte ci sta attaccato un’uomo!!!”

E si cari amici. Prenderlo nel culo mi piace da matti, e sono sicuro che un bel cazzo caldo sarebbe ill massimo. Purtroppo ancora non sono riuscito a scendere a patti con la mia parte maschile. L’odore di un’altro maschio eccitato non mi piace granchè’ e le poche volte che mi sono trovato a fare cose con altri maschietti attorno, non ne ero per niente attirato. Anzi...... voi che ne dite?


Dedicato a tutti gli amici che vorrebbero provarlo e non sanno decidersi. Devo dire che non e’ facile. Personalmento l’ho preso bello duro e caldo e devo dire che quando si e’ trattato di situazioni di coppia o di gruppo, con donne partecipanti, non c’e’ stato problema, e me lo sono goduto come si deve, mentre in situazioni solo con altri maschi, ho avuto difficoltà’ a lasciarmi andare ed anche ad eccitarmi per svolgere il ruolo attivo. Sono proprio convinto che l’ormone giochi un ruolo molto importante. Quello che conta, comunque, e’ essere pronti a darlo e prenderlo quando capita!! E uno strap in vita ad una signora vogliosa, puo’ essere il paradiso. Opinioni, esperienze, voglie... scrivetemi.
[email protected] rispondo a tutti.

Racconto ripubblicato.

Master T .
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