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Vacanza premio*


di MasterT2
23.03.2020    |    23.978    |    4 9.8
"Solo il mio cazzo sembrava non volerne sapere di vergognarsi e puntava sempre piu’ in alto..."
Marco in vacanza con zia e nonna

A volte essere secchione da dei risultati imprevisti

Sono sempre stato il classico secchione sfigato. In gamba con gli studi, tanto che avevo gia’ preso la maturita’, ma imbranatissimo con tuttto il resto. Non troppo alto, magrissimo, tutto naso e occhiali, capelli ribelli, sembravo la caricatura di me stesso. Fortuna che non avevo troppo tempo per commiserarmi. Comunque, quell’estate ebbi il premio promesso. Sarei andato in vacanza con la nonna e la zia. Io andavo daccordo con mia nonna, una tipa senza peli sulla lingua, energica e dolce allo steso tempo. Quando andavo da lei mi lasciava stare al computer quanto volevo. Tutti gli anni loro passavano tre settimane al mare in un posticino, a sentire loro, meraviglioso. Naturalmente non vi diro’ dove!! Arrivammo la sera sul tardi e ci ritirammo subito nel bungalow sulla spiaggia che avevano affittato. Uno spuntino, quattro chiacchiere e a letto. Fu al mattino, quando mi svegliai, che ebbi lo schock della mia vita. Io avevo dormito sul divano letto e mi svegliai con la nonna che gridava:
“Svegli pigroni! Il caffe’ e’ pronto! Sveglia!!”
Mi sedetti sfregandomi gli occhi e stiracchiandomi, sbadigliando. Poi aprii gli occhi e li misi a fuoco sulla nonna. Era nuda. Completamente nuda! Rimasi a bocca aperta senza essere capace di emettere un suono mentre lei si alzava da tavola e si avviava alla porta. Non avevo mai visto mia nonna nuda. Non avevo mai visto nessuna donna, dal vivo, nuda. Qualche pezzo di mia madre ma nient’altro. Molto porno, quello si’ che mi accompagnava nelle mie sessioni segaiole e poi, basta. La nonna nuda era completamente diversa dalla nonna che conoscevo, sempre in ordine e raffinata. Per la sua eta’, aveva piu’ o meno sessant’anni, era ancora in buono stato. Le tettone abbondanti, appoggiate sullo stomaco ma ancora sostanziose, dondolanti mentre si alzava dalla sedia. Due capezzoloni rosa scuro su due larghe aoreole un po’ piu’ chiare. Un po’ di pancia sopra un cespuglio non troppo folto, i fianchi abbondanti e, sopratutto, un bel culone un po’ tremolante, con un pochetto di cellulite ma cosi’ arrappante. Lo seguii nelle sue oscillazini mentre lei , arrivata alla porta, usciva.
“ Ci vediamo giu’!” disse “Fate presto che poi il sole scotta” e, rivolta a mia zia: “Rita, pensaci tu a Marco!”
Non mi ero ancora ripreso del tutto che:
“Marco! Cosa fai ancora li’? Forza, dacci una botta!”
Alzai lo sguardo. Altro schock. Anche la zia era nuda. Tutta nuda. Di nuovo rimasi a bocca aperta. La zia, a trentott’anni, mai avutio figli, era decisamente un’altra cosa. Era decisamente una gran figa. La bocca mi si spalanco’ ancora di piu’ mentre guardavo le tette non troppo grosse e abbastanza sode, invitanti con i capezzoli color caffelatte e un folto cespuglio sotto la pancetta appena arrotondata.
“Beh? E allora? Se devi fare quella faccia tutte le volte che vedi una donna nuda!”
“Scusa zia, ma...perche’....?”
“Stupidino!” rise lei “Non ti ha detto tua madre che noi andiamo in vacanza in un resort nudista?”
Impallidii. Adesso capivo l’aria misteriosa di mia madre. Bello scherzo mi aveva fatto!
Zia Rita si sedette a bere il caffe’ ed io decisi di alzarmi. Andai in bagno e tornai cercando il costume nella borsa.
“Marco, guarda che quello non ti serve!” disse la zia “ Qui si sta tutti nudi. Non ti devi mica vergognare sai! Dai togliti gli shorts e andiamo.”
Mi stava guardando. Mi sentivo imbarazzato ma anche un po’ eccitato. Mi tolsi i mutandoni girandole le mie ossute chiappe.
“Guarda che prima o poi dovrai girarti” disse lei continuando a guardarmi.
Lo feci, lentamente.
“Marco!!” esclamo’ lei
Mi coprii con i boxer che avevo ancora in mano.
“Marcooo!! Leva quei cosi, fammi vedere!” Si alzo’ venendo verso di me.
“Zia...io..”
Cercai di ritirarmi ma lei mi prese per un praccio scoprendomi l’uccello che, anche in stato di ammosciamento completo, in mezzo a tanta magrezza, si faceva notare.
“Marco fai vedere! Questo si che e’ un pisellone, e tua madre non mi ha mai detto niente!”
“Zia...io..!” Con tutte quelle attenzioni stava cominciando ad allungarsi ed ad alzarsi.
“Adesso che mi ricordo..” continuo’ lei “...quando eri piccolino ce l’avevi gia’ piu’ lungo della media! E tua mamma di chiamava “il mio pisellotto”! E’ vero! Non ti ha mai detto pisellino.Hei!! Guarda che non puoi mica uscire cosi’!!
Mi ero sempre un po’ vergognato del mio cazzo. Magro com’ero e con poco pelo, sembrava ancora piu’ lungo. Non era grosso, direi anzi che fosse abbastanza fine ma, una volta l’avevo misurato e superavo un pochino i ventitre’ centimetri. A scuola mi avevano soprannominato ‘l’elefantino’ e le ragazze mi guardavano con curiosita’ e paura, bisbigliando tra di loro ed indicandomi.
“Scusa zia!Io non volevo, non sono abituato, scusami!!! Vai pure avanti che io vengo subito.”
“E vuoi che ti lasci qui solo a tirarti una pugnetta?” ghigno’ sedendosi.
Mi sentii andare in fiamme dall’imbarazzo. Solo il mio cazzo sembrava non volerne sapere di vergognarsi e puntava sempre piu’ in alto. E cominciava a mettere fuori la testa. Non mi ero mai sentito cosi’, cosi’ gonfio. Ero pronto ad esplodere!
“Poverino” continuo’ lei “in fin dei conti e’ colpa nostra se sei in questo stato. Ecco, adesso ti do’ io una mano” Anzi, me ne diede due!! Senza lasciarmi il tempo di dire una sola parola, allungo’ le mani sulla preda. Con una mi ghermi’ le palle mentre con l’altra mi artigliava l’uccello. Con un movimento rapido e semi rotatorio comincio’ a segarmi.
Ero sotto schock.
“Zia...zia......zia....a.a.a.a....”
“Zitto caro! Ecco qua’, ancora due colpetti e.....” si leccava le labbra.
E due colpetti furono. Sentii il cervello discendermi per la spina dorsale per infilarsi tutto in quel piccolo spazio tra le palle e il buco del culo e poi risalire, pompato dalla sua mano, sentii la cappella gonfiarsi ed infine esplodere.
“Ziaaaaaaaaaa.....aaaaa.....” Mi dovetti appoggiare alle sue spalle per sostenermi mentre fiotti di sborra le colpivani il viso ed il seno.
“Siii,bravo! Bravo Marco! Dai! Ecco, dammela tutta! Bravo tesoro!Mmmmmm... quanta ce n’era!
Continuo’ a spremermelo fino a che usci’ l’ultima goccia e poi mi guardo’ sorridendo. Io ansavo, lei ansimava. I capezzoli le si erano induriti, morivo dalla voglia di pizzicargleli.
“Hai visto com’e’ stato facile? Due colpetti ed il problema e’ risolto”
Sempre guardandomi lecco’ la sborra rimasta sulla sua mano poi, con un dito raccolse una ad una le gocce che le segnavano il volto e si lecco’ anche quelle, uno sguardo deliziato.
“Allora andiamo?’
“Beh, io..... Ancora..io..” Ce l’avevo ancora durissimo, non si era abbassato di un millimetro.
“Si vedo! Con voi ragazzi, una non basta mai!” rise “Ma adesso ci penso io. Vieni piu’ vicino!”
Obbedii. Di nuovo me lo prese in mano e lo abbasso’ prendendoselo in bocca. Ne ingoio’ almeno meta’, la sua bocca calda mi fece subito impazzire. Mai pensato potessero esistere sensazioni simili. Mi dava lunghe succhiate muovendo la testa su e giu’, velocemente, tenendolo stretto alla base con una mano e massaggiandomi le palle gonfie con l’altra. La sua lingua mi stuzzicava la cappella. Dio! Sentivo il cervello che cominciava di nuovo a scendere risucchiato da quell’idrovora. Chiusi gli occhi, gemendo e mi aggrappai all sua testa. Lei mugolava e succhiava, succhiava e mugolava, veloce, velocissima. Con forza la tirai verso di me mentre allo stesso tempo davo un violento colpo di reni e, urlando come un ossesso, le scaricai tutto in gola. Mezza affogata riusci’ ad ingoiare tutto . Infine con un paio di leccate golose se lo ripuli’. Cominciai a riprendere fiato. Ancora non riuscivo a parlare.
“Ecco fatto!! Vedrai che adesso abbassa subito la testa.” Si alzo’ passandosi una mano in mezzo alle gambe e mostrandomi poi le dita luccicanti di umori. “Hai visto cosa hai fatto? Mi hai fatto bagnare la patata!! Dai forza, andiamo adesso che la nonna ci sta aspettando!!” La menzione della nonna e del fatto che avrei dovuto uscire all’aperto cosi’, nudo, completo’ l’effetto del pompino. Per tutte le evenienze acciuffai un’asciugamano e tenendomelo casualmente davanti, uscii dietro di lei.
“Finalmente!” esclamo’ la nonna “Ce ne avete messo di tempo! Vi siete riaddormentati?”
“No mamma” rispose mia zia “Marco ha avuto un problemino e ho dovuto dargli una mano. Pero’ la situazione si era fatta dura e abbiamo perso un po’ di tempo!” sogghignava.
Io cercavo di tenermi nascosto dietro di lei che, improvvisamente, si sposto’ da un lato lasciandomi esposto agli occhi della nonna. Cercai di girarmi mentre stendevo l’asciugamano, piegandomi quasi in due, le gambe strette ma non ci riuscii.
“Hellooo Marcooo!! fece mia nonna. E poi rivolta alla zia “E’ quella la situazione di cui parlavi?”
“Eh siii! Proprio quella.”
“Mmm, forse avrei dovuto occuparmene io. Fai vedere Marco, drizzati un po’.”
Obbedii sentendomi il volto infiammarsi per l’imbarazzo.
“Chissa’ da chi ha preso?” commento’ la nonna. “Nella nostra famiglia, che io sappia, non c’e’ nessuno con un aquilotto del genere e tua sorella non mi ha mai detto niente. Marco, tuo padre e’ cosi’ ben fornito anche lui?”
“E come faccio io a saperlo!” sbottai scocciato” Non lo seguo mica al cesso!”
“Marco, non essere sgarbato! Siamo solo un po’ incuriosite, ecco tutto. Tu non sai come sei fortunato, con un volatile del genere tra le gambe, le ragazze faranno la fila......”
“ Si, per ridere!! Lo guardano e poi scappano ridacchiando tra di loro. Lo sai quante vengono a chiedermi, in palestra o in piscina, di farglielo vedere? E poi, quando me lo hanno fatto tirare mi lasciano li’ come uno scemo!”
“E’ proprio vero che le ragazze di oggi non capiscono niente!! Dai mettiti giu’ora, che comincia a venir gente.”
Mi sdraiai, naturalmente ventre a terra. Forse mi sarei abbronzato un po’ le chiappe ossute. Gente aveva davvero cominciato a girare e quasi tutti si fermavano a scambiare qualche parla con la nonna. Io facevo il muto, ignorando tutti quelli che passavano, il naso infilato in un libro. Sentivo tutto pero’ e guardavo di sottecchi culi grassi e magri, tante tette mosce, lunghe e corte. Grandi cespugli e boschetti stile bonsai. Ogni tanto si vedeva anche qualcuna che valeva la pena di guardare. Meglio mia zia comunque e anche la nonna mi pareva sempre meglio visto cosa offriva la parata. C’erano anche piu’ uomini del previsto. Giovani pero’ niente. Un mucchio di palle pelose penzolanti sotto abbondanti pance, culi bianchi e mosci, tutta roba del genere. Tra un saluto e l’altro, la zia e la nonna conversavano.
“Mamma,” disse mia zia “piu’ ci penso e piu’ Marco mi ricorda la Tina (mia madre) quando aveva piu’ o meno la stessa eta’, prima che sviluppasse le curve.”
“Si, pensandoci bene le assomiglia parecchio, magari crescendo mettera’ su un po’ di carne anche lui.”
“E magari quell’uccellone e’ una voglia.Tina, alla sua eta’, era tutta una voglia!”
“Senti chi parla!” la difese mia nonna “A te le voglie non sono mai passate e si che non ti fai mancare la materia prima.”
“Devo aver preso da te, mamma!”
E avanti cosi, beccandosi e ridendo mentre il sole mi scaldava le chiappe. Ogni volta che sollevavo lo sguardo mi trovavo di fronte loro due, sdraiate sulle sdraio, le gambe semi aperte ed una mano che solleticava con noncuranza la fessura. La nonna aveva proprio un bel patatone con due labbrone ben visibili sotto il pelo rado. Ogni volta che la mano risaliva potevo vedere lo spacco roseo, appena socchiuso. Proprio una signora Bernarda. Con la B maiuscola. Non avrei mai pensato che una donna della sua eta’ potesse essere ancora tanto appetibile. Quella della zia sembrava la meta’, una semplice fica. Ma figa pero’!! Naturalmente sotto di me il pisellotto era tornato pisellone e non era molto comfortevole starci sdraiato sopra. Naturalmente loro se ne accorsero.
“Rita! Mi sa chi siamo da capo. La situazione mi sempra di nuovo...dura!”
“Mmm, sembra proprio anche a me. Marco ce la fai a star li’ ancora una mezzoretta? Tra un po cominciano a rientrare tutti.”
“ Certo che ce la faccio! Cosa credi che sia e poi io....”
“Marco,” mi interruppe la nonna “pero’ potresti anche sollevarti un pochino e farmelo vedere. Io non l’ho ancora visto in tiro!” Mi alzai in ginocchio.
“Oh Diooo!” fece lei drizzandosi e coprendisi la bocca con la mano mentre sgranava gli occhi. “Oddio! Rita e’....davvero...davvero....”
“Giu’ che arriva gente!” fece mia zia.
Dopo qualche altro discorsetto mi resi conto che la voce di mia nonna si era arrochita e la sua mano scivolava meno leggera.
“Rita mia, mi si e’ un po’ bagnata e mi sta venendo anche duro!”
“Io e’ da stamattina che sgocciola”
“ Che ore sono? Perche’ non se ne vanno ste quattro befane?”
“Proprio qui dovevano venire?”

Sapendo quello che mi aspettava e avendo tempo di riflettere, conclusi che la mia vacanza sarebbe stata tremendamente interessante. Forse mi sarei fatto una ‘cul’tura!!
A scuola, i belli della classe prendevano in giro i tipi un po’ sfigati come me dicendo:
“Uscire con voi gente di cultura? Non se ne parla nemmeno. Non vorrei finire ‘a cul turato’!!” E giu’ risate. Ora ghignavo dentro me stesso e guardavo con piu’ interesse i culi che vedevo in giro. Crogiolandomi nei mei pensieri non mi accorsi neanche che si erano alzate ed avviate.
“Allora Marco!” chiamarono “Vuoi venire si o no? Guarda che ti si bruciano le chiappe!!”
Mi ero ammosciato percio’ le seguii di corsa, inciampando nell’asciugamano e quasi rompendomi la testa contro un palo. Arrivati in camera, com mia grande sorpresa, mi ignorarono completamente. Anzi, mi prepararono uno spuntino e, mentre io mangiavo, sparirono in bagno. Mi rilassai, mangiai e dopo una coca ghiacciata mi venne una voglia impellente. In bagno c’erano ancora loro ma io dovevo andare. Bussai.
“Siete ancora li? Devo fare pipi’! Urgente!”
“Dai, forza allora, vieni dentro! Non starai mica ancora a vergognarti!”
Entrai e, senza neanche guardarle, mi fiondai verso il water e cominciai a pisciare. Con un sospirone di sollievo rilasciai un getto da cavallo poi cominciai a notare cosa facevano. La nonna era sul bide’ mentre la zia stava finendo di spalmarsi una crema. Veder mia nonna sciacquarsela, mi fece eccitare di nuovo. Terminai giusto a tempo. Non riuscii neanche a scrollarmelo che gia’ puntava in alto.
“Vieni che tocca a te!” Mi dissero mettendomi le mani addosso. Con una salviettina la nonna mi insapono’ le palle e il cazzo mentre mia zia mi spalmava un doposole sul resto del corpo. Venni sciacquato, asciugato poi la nonna me lo prese saldamente in mano.
“Finalmente! Non ti dispace se adesso ci gioco un po io? Vero?”
Cominciavo a sentirmi piu’ a mio agio.
“No nonna! Divertiti pure!!”
“Perche’ non ce ne andiamo di la’!” fece la zia.
Senza mollare la presa sul cazzo la nonna mi trascino’ in camera e saltammo tutti e tre sul letto. Accoccolata in mezzo alle mie gambe, la nonna comincio’ a succhiarmelo. Mi teneva tirata giu’ la pelle con la mano e faceva su e giu’ con la testa, i denti coperti dalle labbra che si stringevano sul mio cazzo. La lingua vorticava attorno alla capella, titillava il buchino sulla cima. Succhiava avida le goccioline di fluido che cominciavano ad affluire sempre piu’ abbondanti. Per non essere lasciata da parte, la zia mi si sedette addirittura sulla faccia.
“Leccamela tutta” ordino’ “Succhiami il grilletto!!”
Se non succhiavo sarei annegato!! Era fradicia, grondava umori, vischiosi e dolci. Alternavo le leccate alle succhiate, mordicchiandole il piccolo clitoride duro e sfuggente perche’ non stava un momento ferma. L’acchiappai per le chiappe sode, allargandole, cercando di fermarla. Ottenni solo di ritrovarmi la lingua sul suo buchetto. Succhiai e leccai anche quello tra i suoi gemiti di piacere, i miei mugolii soffocati i gorgolglii della nonna che comtinuava a pomparmi, massaggiandomi le palle, solleticandomi il culo con un dito. La zia fu la prima a godere ululando, soffocandomi in una morsa di gambe e fica. Io venni subito a ruota scaricando la mia sborra in fondo alla gola della nonna che, dopo aver inghiottito tutto e avermelo ripulito per benino mi si mise a cavalcioni, se lo punto’ contro il ficone bollente e comincio’ a cavalcarmi. La prima scopata della mia vita ed era mia nonna a montarmi. Ce l’avevo di nuovo come una sbarra. Mi montava lentamente, salendo fino quasi a farmi uscire per poi scender fino a strusciare il suo grilletto sul mio pube. Le tettone sobbalzavano senza ritegno alcuno. La zia, scesa dalla mia faccia, si mise dietro a lei. Appoggiata contro la sua schiena le afferro’ le tettone massaggiandole, spremendole, pizzicando e strizzando i capezzoloni scuri. La nonna mi abbranco’ per le spalle, gli occhi chiusi, la bocca aperta. Ansimando, uggiolando, guaendo, aumentò il ritmo. Ora il movimento si era fatto quasi orrizontale. Lo strusciamento del suo grilletto sul mio pube era continuo. Venne urlando, scrollandosi come un’osessa, spingendo a fondo per farselo entrare tutto. Infine crollo’ ansimando al mio fianco mentre la zia prendeva il suo posto. Mi monto’ per un po’ poi cambiammo posizione. Si acquatto’ tra le cosce spalancate della madre succhiando la ficona grondante e offrendomi il bel culo. In piedi in fondo al letto l’acchiappai per i fianchi e l’infilai a fondo in un colpo solo facendola grugnire di piacere. La sbattevo velocemente riempindomi le mani delle sue natiche, il buco del culo pulsante di fromte a me. Provai ad infilarci un dito, entro’ tutto, facilmente. Ogni tanto alzava la bocca dal suo pasto peloso per incoraggiarmi a darci dentro, forte, piu’ forte, tutto dentro, sino in fondo. La nonna le faceva eco gridando che stava godendo . Le aveva preso la testa e se la premeva contro con forza. Godemmo tutti e tre, uno dietro l’altro per poi accasciarci stremati. Chiusi un attimo gl’occhi e mentre mi addormentavo il mio ultimo pensiero fu: “E questo e’ solo il primo giorno!!”

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