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Zia Berenice e i folli vizi di una distinta borghese, 3a parte


di sexitraumer
28.04.2020    |    1.838    |    0 9.6
"Aveva lasciato cadere dello sputo sul muscoletto striato, ma non s’era arrapato abbastanza; Yvette aveva intuito che bisognava cambiare tattica: “…dai..."
…si alzò anche Berenice, con la fica piena di sborra che sgocciolava lo sperma di Philippe tra le sue cosce abbondanti; se lo spalmò tra le cosce perché vi rimanesse appiccicato, poi…si mise alla pecorina, e offrì il proprio culo a Roderick che gliel’aveva baciato, e leccato prima…Roderick le mise il proprio cazzo dentro…ce l’aveva bello grosso il biondino fiammingo, e alla donna scappò un rantolo di sorpresa…
“HUH!”
…che le fece sgranare gli occhi…Philippe si stava allontanando, ma Berenice gli fece cenno di avvicinarsi un attimo mentre Roderick la stava inculando piano, ma tra pochi momenti l’avrebbe sbattuta con più vigore…Philippe sudatissimo, e ancora insicuro se avvicinarsi o no, si presentò davanti a Berenice che gli sorrideva maliziosa, e gli disse indicandogli il cazzetto in ammoscio fisiologico…
“…dammelo qua, un attimo! ...mhmmm…AHN!”
Mentre Roderick la stava inculando con una certa efficienza, Berenice prese in bocca il cazzetto ammosciato di Philippe, dopo averlo riscappellato, s’impossessò di metà cazzo, scomparso dentro la bocca della donna…che lo succhiò talmente tanto e all’improvviso, che neanche Philippe avrebbe mai sospettato che aveva ancora sborra…
“…HUHNNNN…ohhhh…basta…Berenice! ...non ce la faccio…”
Berenice ingoiò tutto…poi restituì il cazzetto al proprietario; mentre andava avanti la sodomia del rigido Roderick disse a quest’ultimo:
“Philippe, va a lavartelo…anzi lava anche le palle! Mangia qualcosa, e rigenerati…che noi due dobbiamo fare un discorso…dopo! AHNNNNN…Roderick…sei troppo educato! Mi vuoi sbattere o no?!...non sono la tua fidanzata! Sono la tua …ahnnnn…sono…ahnnn meglio, hoh! …sono la tua puttana! ...Armand, vuoi che te lo prendo in bocca o preferisci la mano di Yvette?”
“No, vengo da te baldracca! Eccomi…”
“Ah bene..AHNN! …Yvette sorveglia che se lo lavi bene…col sapone…ti dispiace?”
“Dai andiamo Philippe…fammi vedere come te lo lavi al …lavabo?”
“No, no…lo so cos’è un bidet!”
A quel punto, anche se da una panchina vedevo tutto dall’angolo sbilenco del cellulare in skype a loro insaputa, mi accorsi che zia Berenice si stava facendo aprire dietro da Roderick, e lavorava di bocca il cazzo ad Armand, un ragazzo non proprio tondo, ma ci si avvicinava se confrontato con l’atletico magro Roderick…con Armand la mia lussuriosa parente stava dando fondo a tutta la sua abilità di bocchinara…rozza era la sodomia di del biondino fiammingo, finissimi e ricercati erano i movimenti della lingua di mia zia sulla cappella ormai rossiccia di Armand, che ce l’aveva poco più lungo di Philippe (del quale era comunque più grande di un paio di annetti)…Roderick all’improvviso aveva dato un colpo più ampio nella sbattuta: era venuto dentro il retto della mia parente porca…restava da far venire Armand, poi avrebbe svuotato le palle a Denis…il quale da bravo furbetto stava già mettendo gli occhi su Yvette che stava raccogliendo maliziosamente le confidenze di Philippe sulla scopata con sua zia. Dunque con un’anziana, una granny di sessantadue anni (di origine farlocca dato che erano 74), era stata la prima volta di Philippe…Denis, e zia Berenice di cosa potesse significare per uno della sua età, se lo stavano raffigurando anche se non potevo leggere i loro pensieri…mentre la sborra di Roderick stava colando dall’ano ormai richiuso della signora, lui si era nel frattempo staccato per andare a lavarsi pisello e palle, e a mangiare qualcosa…Denis prese una delle salviettine umidificate e igienizzanti che la signora teneva sul tavolino da thé, e si mise a pulire l’ano esterno, e le natiche di mia zia, che era riuscita a far venire anche Armand nella sua faccia, ed un po’ nel seno…poi zia Berenice disse:
“Denis, dammi il tempo di lavarmi un po’…poi sarò la tua cagna, la tua schiava, e mi darai la tua di sborra, va bene?!”
Yvette chiese…
“Zia, hai mica un vibratore?”
“Ce ne ho uno elettrico a testa rotante, da clitoride…t’interessa?”
“Sì, posso provarlo?”
“Sì, mò lo lavo e lo do…se t’interessa ho anche quello rettale, inanimato…insomma, a mano…”
“…no, va bene quello rotante…”
Dopo un’assenza di cinque-dieci minuti zia Berenice si era rimessa a nuovo, dando anche il vibratore clitorideo a Yvette, che continuava ad avere solo le mutandine, e le gambe e le coscette nude, mentre era ancora con la maglietta sopra. Denis era seduto nudo sul divano, e guardava il porno; Armand, Philippe, e Roderick stavano mangiando dei tramezzini in cucina, bevendo anche della birra…la donna aveva cercato le labbra di Denis, che iniziò a baciarsi in bocca con lei, mettendole le mani tra le cosce, iniziando a massaggiarle la fica…stavano letteralmente amoreggiando e seduta comoda su una poltrona da ospiti la giovanissima quindicenne Yvette li stava osservando toccandosi la patata pelosetta, col vibratore ancora spento…man mano che l’eccitazione le cresceva dentro Yvette aveva deciso di accendere il sexy toy e a toccarsi ritmicamente…era tornato Philippe, un po’ meno timido adesso, e vedendo l’esperto Denis e la porcona che li ospitava fare quei preliminari si eccitò…provò ad avvicinarsi d fianco a Yvette che con la destra continuò a masturbarsi movendo il vibratore convenientemente, e con la sinistra prese in mano il cazzetto di Philippe regalandogli una masturbazione, fatta da una ragazza più compatibile con la sua età vera. Quando zia Berenice vide il grosso cazzo di Denis, lo fece stendere sul divano per lungo, e quando recuperò tramite un bocchino veloce l’erezione paliforme se lo infilò tutto nella fica, e lo cavalcò da cavallerizza esperta…il cazzo di Denis era grosso, ed essendo quello di un ragazzo ormai sostanzialmente adulto, lo aveva sentito sicuramente più di quello di Philippe, un ragazzo che se faceva la prima superiore era pure tanto…molti lì dentro, compresa zia Berenice, intuivano che faceva sì e no la seconda media…ma in chat tutti mentirono sulla loro età pur di far sesso con una porca borghesuccia vogliosa, ben disposta a tollerare bugie sull’età. Denis respirava con regolarità, sperando di durare il più possibile: dare tanta sborra alla signora era un suo punto d’onore, e nel frattempo Yvette aveva smesso di masturbare Philippe facendogli cenno di mettersi davanti…scostandosi il tassello delle mutandine gli aveva mostrato la sua fichetta…
“Philippe, hai avuto un bel fegataccio con mia zia, prima! Bravo…ora assaggia questa, e sentirai la differenza…”
“Devo? ...”
“Devi leccarmela grullo! ...assaggia la mia, e sentirai cos’è una vera fica…dai ora che mi stanno uscendo le goccette …lingua veloce, su!”
Philippe si gettò con la bocca sulla fica di Yvette, che come età era più compatibile con lui…prima baciò tutta la fichetta pelosa della ragazza, poi iniziò a lambirne le carni…la ragazza respirava per la lingua dell’inesperto Philippe, e ogni tanto gli faceva cenno di fermarsi perché voleva passare il vibratore sulla pelle vicina al clitoride, poi lo autorizzava a leccarla di nuovo…Philippe cercava di assaggiare ogni più piccolo fluido di venuta emesso dalla patata di Yvette, che alternava riso a respiri e sospiri, poi gli disse:
“…nhnmmmm…ce l’hai di nuovo dritto Philippe?”
“Sì…ma te la voglio leccare ancora…spegni quel coso…!”
“…basta lingua Philippe! Devo restare vergine!”
“E…”
“Me lo metti dietro, tanto non è così grosso da potermi fare male…leccami il buchetto del culo, dai Philippe…”
Philippe leccò l’ano roseo di Yvette, che per istinto materno, pur non essendo innamorata di Philippe gli aveva voluto concedere un rapporto anale, come alternativa alla congiunzione naturale…s’inginocchiò sulla poltrona, e invitò Philippe a metterglielo nel culo. Philippe ci provò, e riuscì a entrare parzialmente…Yvette gli disse:
“Esci, e rimetticelo…e stavolta dai un bel botto!”
Philippe eseguì, e cercò di entrare con più vigore. Ci riuscì, tenendo Yvette per i fianchi e martellando…lei respirava per sostenergli l’esaltazione…
“Fino in fondo, Philippe! Voglio essere più porca di mia zia oggi…”
“…ahnnn…ecco Yvette! Lo hai...ahnnn…sentito?”
“Abbastanza Philippe! Ahnnn…ahi…ohhhhh…nel culo… huh… una femmina da monta…lo sente…ahnnn…sempreeeehhh...ahnnnnn…fai avanti e indietro Philippe!”
Il giovanissimo Philippe diede del suo meglio per farlo sentire a Yvette, che intanto aveva fatto ad Armand cenno di avvicinarsi per proporgli:
“Armand…ahnnnnnn…mentre Philippe m’incu…l…ahhhhhh…ci riusciresti a leccarmela? Ho la fica vergine…piazzati sotto di me…ahnnnn…e leccala…ahnn…mi sto bagnando Armand…Armand?”
S’intromise Roderick, dato che Armand stava assaggiando l’ano oscillante a zia Berenice che cavalcava Denis…
“Armand vuole il culo della porca, Yvette…se vuoi te la lecco io…ci so fare…tranquilla! Ho evitato un rimando a settembre, leccandola a quella di scienze che s’era separata da poco…”
“Sbrigati…ahnnnn…se vuoi il brodino…ahnnn…il cazzetto di Philippe, mi sta piacendo, non è di quelli che fanno male…dacci sotto allora Roderick…ahnnnn…ahnnnn…ahnnnnn…”
Philippe sbatteva il culo di Yvette, che poggiava la sua giovane fica sopra la bocca di Roderick in ginocchio sotto di lei, impegnato ad assaporarne i colini spontanei, dovuti sia alla lingua invasiva del giovane fiammingo, sia all’intrusione anale del non grande cazzo del giovanissimo scolaro Philippe…
“Ahnnn…mhmmmh…ahnnnn…mhmmm…!”
Armand, impegnato a stringere e lasciare, poi a pizzicare i capezzoli del seno di zia Berenice commentò ironico…
“…e Yvette doveva solo osservare…eh?”
Mentre cavalcava il palo di Denis, zia Berenice commentò:
“Sesso chiama sesso…ahnnn…Armand, stringile di più…ti dispiace? ...come va Denis? Ti piace la mia fica?”
“Sì, troiona…mi piace un mucchio! ...ahhhnnn…Armand! Ahnnnn!”
“Sto per venire…fermati un attimo…lascia condurre meeehh…Berenice!”
“Sì Armand…ahnnnn…la mia fica è tutta per te…vuoi venire? ...ahnnnn…”
“Cavalcami, e prendi in mano il cazzo ad Armand…”
“Dov’è? ...ah eccolo! …ahnnn…fatto Denis! ...e adesso? ...ahnnnn”
“AHNNN…ades…so…mò che sbo...rroooohhh ve, ne accorgete…Armand…lei… ahnnn…te lo tiene in mano…e tu le stringi un seno e succhi famelico il capezzolo dell’altra tetta…sto per venireeeehhh…ahnnnn…ahnnnn…ahnnnn…Sìiiiiii! Ecccolaaaahhhhhh!!”
“…ohhh…sì…hmhmmm la sento Denis! ...arriva…ahhhhhh!”
Denis sparò il suo colpo liquido dentro la fica di Berenice, che giacendo su di lui le aveva ingoiato tutto il cazzo. Lo sperma iniziò a scendere già dal primo sparo. Nello stesso istante, o poco dopo quello dell’acme di Denis, mentre zia Berenice riceveva la massa liquida e calda dentro la sua fica, Armand s’era appiccicato al capezzolo destro della donna, spremendo forte il seno sinistro…i fiotti di sborra fecero cacciare la lingua a Berenice…che la offrì ad Armand affinché si scambiassero qualche sciabolata, poi mollò Armand, e si abbassò su Denis per ripetere il gesto linguale con quella di lui impegnato ad innaffiarle la fica con gli ultimi sparetti…vedendo Berenice impalata, ancora china sulla bocca di Denis, Armand andò a leccare l’ano della signora, dopo avergli aperto le natiche per valutare quanto si dilatava; il gesto, osservato casualmente da Philippe il cui cazzo era stretto tra le carni del retto di Yvette, provocò in lui lo sparetto della sua sborra nell’intestino della ragazza…veder schiudersi l’ano di Berenice doveva averlo emotivamente caricato, affinché sparasse il suo colpo di liquida vitalità, nelle carni della ragazza ben più giovane, con ben altro culo, che quello ormai grosso della padrona di casa…
“Ohhhhh, la sento…bravo Philippe! ...ora però esci…devo lavarmi…esci…mi sa che insieme abbiamo insozzato Roderick…vero, Roderick…ci sei?”
Mentre Philippe toglieva il suo cazzetto dalle carni posteriori di Yvette, quest’ultima movendo il bacino continuò a scuotere la faccia del biondino Fiammingo, il cui naso caldo sentiva sulla sua fichetta; esclusi i capelli biondi la sua faccia era letteralmente scomparsa tra le sue coscette arrossate. Emerse anche la faccia di Roderick, tutta bagnata e sporcata sia della propria saliva, che dei fluidi vaginali della ragazza…il fiammingo si stava attenuando alcuni pruriti vicino la bocca, muovendo qua e là la lingua, dando l’impressione che la stesse ancora assaporando…
“…mhmmm…luhlmmmm…per un attimo devo aver assaggiato le pallette gonfie di Philippe…le sentivo sbattere sull’osso sacro di Yvette…l’acquetta pazza della tua fica è buonissima Yvette…che fica da porca che hai…cough! Cough…m’è…cough…cough…andata per …traverso…una goccetta…com’era amara…yuhlmmmm! ...arghhh…huhmm!”
“Tutto bene Roderick? Non dobbiamo battere dietro la schiena?”
“No, no…tutto bene.”
Zia Berenice s’era accasciata su Denis che l’abbracciava come fosse sua moglie. Armand stava leccando natiche e ano a Berenice, che passivamente si lasciava esplorare dalla lingua di Armand…che si stava arrapando con il culone della donna stagionata…Armand si rivolse a Yvette:
“Yvette, mi sto arrapando…”
“E allora?”
“Mi fai una bella sega così innaffio la schiena di tua zia…mentre le metto il dito nel culo tu me lo spippi, e me lo fai sborrare a discrezione tua…decidi tu la velocità…e mi fai innaffiare la tua parente…”
Yvette rispose:
“…uhmmm…e va bene, cazzo! Arrivo Armand…tu pensa al culo della zia!”
Armand in piedi esplorava l’ano della loro signora, mentre Yvette presa in mano la cappella e l’asta di Armand, iniziò a muovere quel turgido cazzo adolescente, grosso poco meno del doppio di quello di Philippe che le aveva fatto godere il retto…mentre Armand ficcava alla meglio il dito in culo a Berenice che teneva gli occhi chiusi dormendo guancia guancia con Denis, fisicamente il più prestante tra quei ragazzi, Yvette come un’infermiera seria, decisa a far uscire la sborra usava le sue migliori prese femminili per tenere dritto e turgido il cazzo di Armand…intanto pronunciava qualche parola d’incoraggiamento…
“Su Armand…la signora vuole ancora la tua sborra…su che ce l’hai…dai…dai! ...Dai…dai…”
“Sì…ancora Yvette, parlami…ancora…così Yvette…stringilo…ahnnn…ahnnnnn!”
“Su apri quel culetto…fai dischiudere l’ano…e sputaci dentro! ...su…ohhh come è caldo …sborriamo la zia Armand…sborriamola…!”
“Ahnnn…AHNNNNN…ohhhhh!”
“Aprile il bucio…e sputalo…falle un centro! ...dai Armand…la zia aspetta…”
“Ahnnn…ahnnnnn…ahnnnnn…ma se dorme abbrac…ci…ata! ...dai…Yvette, vengo…vengo…”
“Sputale l’ano, dai! ...dai! ...”
Armand aveva maldestramente aperto le natiche di Berenice la quale sembrava continuare a dormire beata. Aveva lasciato cadere dello sputo sul muscoletto striato, ma non s’era arrapato abbastanza; Yvette aveva intuito che bisognava cambiare tattica:
“…dai Armand…uffa, dà qua!”
Yvette prese in bocca la cappella di Armand leccando al centro, soffiando sui lobi il suo alito delle narici, e dando altri due colpi di lingua, con un succhio…
“…Sì, eccoloooooohhhh giù! Tutto fuori, dai…eccolo…eccola la sborra di Armand…eccola!”
…ottenne lo sparo del primo colpetto che con una manata decisa riuscì a depositare sul fianco della zia, che si era svegliata, non appena la massa liquida calda del ragazzo s’era spiaccicata sul suo corpo. Yvette mandò altre otto dieci manate decise carezzando col polpastrello dell’indice durante la presa la punta del glande gonfio, ed eccitato di Armand…
“L’hai cacciata tutta finalmente!!”
“Splatch, splatch…shfzzzz…splat!”
La sborra di Armand imbiancò il fianco destro di Berenice, ben diretta sulla pelle dell’anziana donna dalla presa esperta della cappella da parte di Yvette, la quale dopo un po’, considerando esaurito il suo compito, mollò il cazzo dicendo:
“Finisci tu Armand…tutto sulla zia troiona! Dai…ne hai ancora, ne hai!”
“Oh quanta…io…ahnnn…io no…AHHNNNN…ohhhh!”
Yvette tutta compiaciuta disse orgogliosa:
“Questione di tocco…eh sì…tocco ci vuole!”
Armand mentre con la cappella spalmava l’ultimo fiotto appena sparato sui fianchi tiepidi di Berenice chiese sudato e stanco…
“Come hai …ahnnnnn…imparato…?”
“Semplice: ho guardato un dvd porno quando i miei non c’erano…”
“Tutto sul dvd?”
“Sul dvd c’era la presa del cazzo di una giovane figa…le ditate alla cappella le ho imparate nascondendo il registratore in camera da letto di mamma, che scopa duro con il nuovo compagno!”
“E tuo papà?”
“Mio papà? ...”
“No, dico tuo papà?”
“Mio papà lavora nei servizi segreti…”
“E cos’è?”
“Il controspionaggio e l’anti terrorismo.”
“…e lo dici così?”
“Perché come dovrei dirlo? In fiammingo forse? Papà l’ha imparato, io poco…resto una vallone…”
“No…è che…”
Anche Roderick, che da fiammingo era stato implicitamente chiamato in causa, osservò:
“Beh è figo, immagino, lavorare lì…”
In quella irreale scena che a cui io assistevo dalla mia auto, tramite il cell regolato acceso su Skype, vedendo i corpi riprodotti dal grandangolo vedevo una oblunga in piedi e storta verso il cell, Yvette coperta sopra, e nuda sotto la vita, con lo spacco del culetto sempre un po’ fuori fuoco, che rispondeva ad ogni domanda senza sottrarsi…
“Forse sì…ma di sé e dei colleghi non parlava mai, e una volta mamma ha visto una sua collega strafiga bionda con i capelli fluenti, di quelle belle da film, molto alta, che parlava con lui amabilmente…beh s’è messa in testa che fosse la sua amante, e s’è separata! Avendo una pasticceria non ha nemmeno chiesto il mantenimento! Avevano solo sorvegliato insieme per un week end un afghano che stava legalmente in Belgio…un tipo pulito; niente di più. Nemmeno il colonnello capo ufficio di papà che ha convocato mamma per dirgli che era solo una normale collaborazione è servito…”
“...e a te è dispiaciuto…”
“Mah…io dormo da lui quando voglio…più tardi verrà a prendermi lui, sapete…”
Denis, che s’era svegliato, aveva ascoltato, per cui intervenne…
“Ma a quelli dei servizi non sorvegliano tutta la famiglia?”
E Yvette, come se per lei fosse naturale, rispose:
“Certo…periodicamente…papà me l’ha detto tre anni fa prima che si lasciasse con mamma…che di tanto in tanto sarei stata pedinata…se me ne accorgevo voleva dire che non erano bravi…o che avevo fatto qualcosa…”
E Philippe, suscitando l’interesse di zia Berenice, intervenne:
“E allora quello che è avvenuto qui lo sapranno…”
“No. Solo stamattina dallo skype di una mia amica ho dato la conferma che sarei venuta. E allora? Sorvegliata? Bene, e con questo?”
Davanti ad un attonito Philippe, al punto che zia Berenice si stava preoccupando, avendo messo in passato sua nipote, mamma mia Pauline, tra le braccia (e non solo tra quelle) di un mercante d’armi ricchissimo, Yvette continuava con naturalezza:
“…nel dossier che mi riguarda ci sarà sicuramente scritto che Yvette segue cognome è molto brava nella masturbazione dei maschi, di tendenze etero, aperta a nuove esperienze, ha già fumato 3 canne alle scuole medie, è in cerca del ganzo giusto, è tifosa della squadra italiana del Milan, e non dà di matto come la madre separata…bla bla bla…che tutte le colleghe del marito erano automaticamente puttane…segue perizia, segue grado di pericolosità individuale, seguono foto della sua comitiva coi nomi…in allegato la foto della mia mano sporca di sborra che la mostro alle amiche del liceo, per dimostrare loro che avevo fatto una sega ad un uomo adulto…l’addetto alle consegne della pasticceria di mamma, Bernie, un ugandese regolare che ha lavorato da noi due anni fa, per tre mesi…sono andata vicina a scoparmelo, sapete…e via discorrendo…e allora?”
Philippe essendo il più giovane tra i presenti, era il più preoccupato di finire su qualche dossier, da qualche parte, e stava sbiancando…Roderick e Denis, più spigliati e non traumatizzati dalla rivelazione, cercarono di razionalizzare. Roderick essendo figlio di avvocato aveva un’infarinatura generale di procedura penale…e provò a dirgli:
“Philippe! Quel dossier se esiste è un segreto di stato; alla polizia non glieli forniscono; solo un magistrato, a patto che dimostri che è in relazione con un’inchiesta che riguarda la sicurezza stessa dello stato…sennò serve solo per i profili delle famiglie dei dipendenti dei servizi; ce ne saranno moltissimi…e non può esser prodotto in alcun commissariato…sembri uno che è stato scoperto a rubare al supermercato! Mò ti vergogni di aver sborrato una donna non giovane? Yvette t’ha favorito il culetto, o te ne sei dimenticato?”
A quel punto, mentre Roderick e Denis cercavano di tranquillizzare Philippe, impallidito dalle rivelazioni estemporanee di Yvette, mia zia Berenice si era alzata per accarezzare Philippe, e per dirgli con non chalance…
“Senti, andiamo a farci una doccia assieme Philippe, che tu me lo devi ancora mettere al culo…a mia nipote è piaciuto…son si…ura…ch…iacer…nch…a me…vuouuuuuuunnn…”
“…”
Non venne più alcuna immagine dal cellulare che avevo piazzato nascosto sulla libreria in salotto. Sicuramente la batteria aveva consumato di più del prevedibile…ora per sapere cosa avveniva dovevo salire, e origliare dietro la porta…comunque non erano ancora le tre del pomeriggio, e io le chiavi le avevo, per cui, chiusa la macchina decisi di salire. Quella Yvette ero deciso almeno a conoscerla, sia pure facendo finta che fosse solo casualmente, perché ero venuto a prendere i documenti da portare al commercialista. Alle tre meno dieci decisi di salire, e mi trattenni dietro la porta sette, otto minuti, per ascoltare quel che si poteva percepire…e si percepivano solo monconi di parole, di cui non sempre era possibile sapere chi le avesse dette…
“…ma…t…che…ei su…ia, lo sa…evi del …adre…di Yve…e?”
“No, empre un …ipo …lto r…se…ato…e su…ogli…mpre tesa, a …ni do…nda!”
“…”
“…rda…che…il pap…a vi…ne…render…n…ale, Phili…e!”
Poi sentii distintamente o quasi mia zia Berenice richiamare i ragazzi…
“Oh diment…avo…lle tre …sa mio figlio…ndrew ch…eve …rtare i mie…do…nti …l …ommer…lista! Dovre…te…r…st…rvi…eglio ch…on vi v…da nud…su…ri…st…moci…”
“…no le tre meno cinque Berenice!”
“…”
Mia zia disse:
“Svelti, che ha le chiavi, non suonerà il camp…nell…”
Decisi di aspettare le tre e dieci; avrebbero avuto altri sette minuti; per cui mi sedetti sul pianerottolo. Sette minuti per inventarsi qualcosa da parte loro sarebbero stati più che sufficienti, e da parte mia richiamai alla mente la bellezza di mia madre Pauline, già affermata attricetta porno anonima quando le chiesi, ottenendolo, sesso casalingo…per me si metteva nelle stesse pose che inscenava col fotografo nel teatro di ripresa…se volevo leccarle la vulva no problem, se volevo un pompino nemmeno…se volevo baci in bocca, e gli inevitabili (di solito) lingua-lingua era un no assoluto, visto che ero suo figlio…e io a chiedermi che differenza potesse fare, dato che conoscevo il sapore della sua fica, da calda e da fredda, da asciutta, e da bagnata…l’altra cosa che mi proibiva era la lingua oltre l’ano…fuori un po’, ma dentro mai!...e infine la pulizia minuziosa del pisello col sapone intimo, più e più volte, dopo la sodomia casalinga; se volevo sesso dovevo dimostrarle che avevo studiato almeno tre ore, dalle 16 alle 19. Lo facevamo quasi sempre tra le 19 e le 20,20…c’era tempo per un paio di venute…poi usciva per andare a fare altre foto con ben altra artiglieria…il ricordo delle ore di sesso, mi fece ricordare che dovevo entrare…ormai erano le 15 e…15…gli ospiti di zia Berenice, e la mia stessa parente, il tempo lo avevano avuto! Presi le chiavi, e misi quella della porta nella toppa, e ruotai per far scattare la serratura. La porta si aprì ed entrai. Non appena fui in corridoio, mi dimenticai dove zia Berenice avesse messo i documenti “da portare al commercialista” …e soprattutto dovevo ricordarmi di non chiamarla zia…il corridoio era deserto. Probabilmente avrei trovato tutti in salotto, anche se la porta del bagno era chiusa…infatti mi recai subito lì…non appena entrato vidi seduti e vestiti Roderick, Denis, e Yvette. In piedi davanti allo stereo Armand che guardava dei vecchi 33 giri in vinile; mancavano Philippe e zia Berenice, che probabilmente era in bagno…mi presentai, anche se essendo più anziano, avrebbero dovuto salutarmi loro per primi…
“…ciao…sono Andrew, dov’è mia madre?”
“Piacere, io sono Roderick…”
Strinsi la mano a Roderick, poi si presentarono a ruota anche gli altri, compresa Yvette. I ragazzi passarono tutti al tu; solo Denis mantenne il lei…io intanto mi guardavo intorno avendo dimenticato quali documenti dovessi prendere…contavo sull’arrivo di mia madre che tardò un paio di minuti. Ne approfittai per fare amicizia con quella bella fighetta di Yvette, la quale certo non sapeva che io ormai di loro sapevo un bel po’ di cose per via dello smartphone che avevo nascosto sopra la libreria…chiesi curioso…
“…ehi, ho interrotto qualcosa?”
“No, no…mamma sua ci aveva preavvisati che stavi arrivando…”
Chiesi più o meno legittimamente la cosa più ovvia:
“Uhmmm…voi non siete di questo isolato, vero?”
Roderick il meno mediterraneo-latino dei presenti disse:
“Io abito appena fuori Bruxelles. Mamma tua mi ha invitato per un thè; sono iscritto ad una pagina facebook di cui fa parte anche mamma tua Andrew…”
Ehi – pensai – non male come scusa o motivazione; Roderick credo che tra questi fosse il più intelligente…
“Ah bene…e tu Yvette?”
“Io…ho scoperto tre settimane fa che saremmo parenti, da parte di mia mamma, con zia Berenice, e dopo un paio di conversazioni su skype abbiamo deciso di conoscerci di persona, ed eccomi qui!”
Armand che stava chiaramente fingendo che gli interessasse un vecchio vinile dei Pink Floyd…per cui rivoltomi a lui chiesi…
“…e tu …Armand…hai detto, vero? Attento con quel disco…ha 30 anni e oltre!”
“Sì, mi chiamo Armand…sono anch’io della pagina effe bi di Denis…”
Non gradendo le mie domande mentì, e anche piuttosto male: la pagina fb era di Roderick; comunque Denis venne subito in suo aiuto…
“…ehm, Andrew, guardi, Armand voleva dire che era della stessa pagina di Roderick, non la mia. Si è confuso. A me qui…insomma volevo dire mi ha invitato sua mamma Berenice, che voleva fare amicizia con uno che ha lo scooter, perché vorrebbe imparare a portarlo. Io l’ho conosciuta così, ed oggi ho scoperto che non sarei stato solo…”
Continuai a fare la faccia tosta fingendo ingenuità; tuttavia mi ero un po’ preoccupato, e chiesi:
“…perché mamma non è qui?!”
Intervenne Yvette che disse una mezza verità:
“Vedi Andrew, è successo questo: ho rivelato alla mia neo-zia che non sapevo di avere, comunque presenti tutti qui, che papà mio lavora nel controspionaggio…insomma è dei servizi segreti, e un nostro amico, Philippe è impallidito, e si è sentito male. Mamma tua lo ha fatto stendere sul letto per rassicurarlo; si è spaventato che ha un parente stretto che ha litigato venendo alle mani con un suo ex amico del liceo, solo che questo tizio che ha litigato col parente stretto di Philippe è un poliziotto, e ha paura che tutta la sua famiglia finisca schedata…”
“Philippe, hai detto?”
“Sì. Prima mi ha toccata un po’ il culo mentre parlavo con mamma tua, e io per spaventarlo gli ho detto che papà mio è nei servizi segreti…è vero dei servizi, ma gliel’ho detto per scherzo…”
A quel punto esser finti tonti era d’obbligo, tanto il nostro era un dialogo con doppia simulazione, ambo le direzioni: io verso Yvette, e Yvette – verso di me; per cui chiesi:
“…e…è vero che papà tuo è nei servizi? ...così hai detto, no?”
“Sì, e mi verrà a prendere tra un’ora, qui sotto. Ma cosa c’entrasse con Philippe proprio non so…volevo solo spaventarlo un po’ affinché tenesse la mani a posto! ...e poi…vabbé chi non ha familiari che litigano con qualcuno ogni tanto?”
Arrivò finalmente “mia mamma” Berenice, vestita di tutto punto…la baciai sulla guancia…
“Ciao mamma, sono venuto per quei documenti, li devo portare al tuo commercialista?”
“Ah, sì…aspetta che li prendo…e te li do, così glieli porti…”
“Mi hanno detto che un certo tuo amichetto Philippe, si è sentito male, come sta?!”
“Sta bene. Gli ho tolto le scarpe, e i pantaloni…e l’ho messo a dormire nel mio lettone…tra mezz’oretta un’ora starà meglio…ha avuto uno choc quando Yvette… l’hai conosciuta Yvette, sì?”
“Sì…”
“…stavo dicendo: quando Yvette gli ha detto che papà suo è dei servizi!”
Intanto “mia madre” mi aveva messo in mano il pesante faldone “da portare al commercialista” e fece per invitarmi a rimanere…un invito chiaramente di circostanza…
“…se vuoi rimani Andrew, glieli posso portare anche domani io stessa, ma preferirei risparmiarmi il peso…”
“…no…vado! Tanto devo passare la serata in ufficio: per cena non torno…”
Mi guardai intorno un’altra volta, poi salutai per andarmene: quei quattro chiaramente non erano mai stati un pericolo per zia Berenice…
“Ok, signorini è stato un piacere…io devo andare, arrivederci a tutti!”
Tutti mi salutarono; e per quello che avvenne dopo, con quei cinque ragazzi, chiaramente mi era stato raccontato in un secondo momento da zia Berenice, mentre mi trovavo nella sua vasca da bagno con lei seduta sopra il mio cazzo…era passato del tempo, ma avanti o indietro? Zia Berenice mi aveva telefonato se volessi trascorrere con lei la mattina di un giorno non lavorativo…
“Andrew, potresti venire a casa mia?”
“Ti serve niente zia?”
“Ho prenotato presso un sexy shop 2 copie di una rivista americana, che ha ristampato anche me in un incontro mio hard di 20 anni fa; fu mamma tua a mandarmi dal fotografo se volevo arrotondare, sai fu tutto a nero…anche lei posava a nero…io ero una bella quarantenne capacissima di acrobazie di ogni tipo…mio marito Jean non ne sapeva nulla, cioè l’ha saputo dopo…vorrei andarci io stessa, ma dovrei pagare un taxi perché mi fanno male le gambe, e sinceramente i soldi del taxi me li risparmierei volentieri Andrew, sai…”
“Come si chiama la rivista, zia?”
“…uhmmm…lo sai Andrew? Ora non me lo ricordo…cazzo! Comunque sono prenotate a mio nome presso il sexy shop Charlotte, rue de Grant…lo vedi perché l’insegna è gialla piccola…un seminterrato…”
“Va bene, ci passo. Alle due te le porto…”
“Visto che mi fai risparmiare il taxi, ti preparo da mangiare, va bene Andrew?”
“Sì, grazie! A dopo.”
Raggiunsi la via indicata, ed entrai nel sexy shop per comprare le riviste che aveva ordinato, poi dopo averle riposte in borsa già incartate, andai da zia Berenice. Mi accolse in vestaglia, ben chiusa e avvolta. Chiusa la porta, dissi:
“Allora zia, eccoti le riviste che hai ordinato…”
“Quanto le hai pagate? Non vorrei t’avessero fregato…”
“Nulla zia. Non preoccuparti, tieni. Sono queste?”
Esaminate le riviste sommariamente, ci fu la conferma:
“…sì, certo Andrew; andiamo in cucina. T’ho preparato un pasto freddo: formaggi e fettato…ti piace?”
“Oh, sì, nessun problema zia.”
“Allora accomodati, io vado a sedermi sul divano in salotto…che le guardo un po’…mi piace rivedermi com’ero a quarant’anni…”
“Eri bella zia! Le ho già sbirciate in negozio!”
E una volta accomodatomi ho iniziato a mangiare rapidamente quel pasto che mi aveva preparato.

Dopo il pasto raggiunsi zia in salotto che fumava con le gambe accavallate, e si guardava quei porno dove un paio di pagine avevano lei a quarant’anni circa…tutta contenta di concedere il suo corpo a dei cazzi king size di begli attori, giovani e attraenti, uno dei quali, (ma nei numeri che acquistarono per me gli amici grandi non lo trovai) aveva una certa probabilità d’essere mio padre, dato che in quello stesso periodo sua nipote Pauline, mia mamma, ne aveva ventidue mentre posava per gli stessi studi porno…e io la mia mazza da qualcuno dovrò ben averla ereditata! Sesso a volontà, prese in bocca da esperta per l’obiettivo, graditi sorrisi labbra col rossetto, denti bianchi, e sperma abbondante che colava da quei signori cazzi, che zia Berenice accoglieva in bocca ed in fica, sorridendo all’obiettivo; e nel culo con gli occhi chiusi dal compiacimento, quando forse in realtà gli stavano costando del dolore. Le chiesi per curiosità:
“Zia Berenice, il mio cazzetto non avrebbe mai potuto fare male, né a mamma – che secondo me fingeva – né a te – anche se non volli approfittare – ma questo cazzone grosso, sarà stato un tre e mezzo-quattro di diametro, riuscivi a sopportarlo?”
“Mi ero lubrificata bene, e me l’aveva messo nel culo con calma, ma come vedi è dentro solo per metà. Il fotografo era paziente, sapeva aspettare. E io ad aprirmi ero più che disposta! Non so perché, ma non mi hanno più chiamata…stronzi! Forse, se fossi andata negli USA, chissà …ero sempre una bella figa belga!”
Niente che già non sapessi, o avessi praticato con mamma mia, ricondotto alle dovute proporzioni, finché fu possibile. La zia me ne fece guardare un paio di pagine, e quando finii di contemplare le sue pose seducentissime, mi propose con estrema naturalezza:
“Andrew, ho bisogno di un bagno caldo, sai per i dolori alle gambe…mi aiuteresti a entrare nella vasca? Non vorrei cadere…una frattura alla mia età, e sono spacciata!”
“Certo, certo…”
“Hai mangiato con la giacca! Perché non ti metti in libertà?”
“In libertà?”
“Togliti il doppio petto, e resta in maglietta! Posso darti la biancheria di mio marito Jean, l’ho pulita e stirata…ti metti i suoi shorts, e ti tieni la tua maglietta intima…e via le scarpe! Ci sono le pattine, sai.”
“…uhmmm…va bene…visto che serve!”
“Togliti il vestito e le scarpe, che intanto ti vado a prendere le pattine e i pantaloncini…”
In breve mia zia mi rese più casalingo: praticamente maglietta, shorts, e pattine di stoffa cucite da lei stessa per suo marito Jean ormai defunto…
“Adesso devi aiutarmi, ho riempito la vasca di acqua calda…ti va? Andiamo …”
Accompagnai la zia in bagno, presso la vasca, e lì mi disse:
“Attento che ora mi tolgo la vestaglia…”
“…”
“Tieni…”
Era completamente nuda, tranne per la cellulite sulle cosce abbastanza snelle, e le natiche cascanti, non s’era conservata male…anche se ne avrebbe dovuti fare di sforzi per sedurre un giovane con vent’anni meno di lei! Zia Berenice, una volta che le presi la vestaglia per appenderla alla porta del bagno, ne approfittò per voltarsi e mostrarmi il suo seno cadente, le grinze sulla pancia, e la fica, che però tendeva a tenersela bene…entrò esitante nella vasca tenendosi al cornicione di essa, mettendo il culo verso dietro, per me che però la stavo osservando di lato; poi sedutasi sulle caviglie lasciò passare due, tre secondi per entrare poi del tutto seduta sul suo culo. Aiutandosi con le mani si spostò di mezzo metro indietro…per poi rivolgersi direttamente a me:
“…co…come mi trovi Andrew? Posso ancora sedurre? Che ne dici?”
“Zia, francamente un cazzo che ti sbatte potresti ancora trovarlo…e lo sai bene! Perché ci giri intorno?”
“Che vuoi dire Andrew?”
“Che non avevi bisogno di farti aiutare per entrare in vasca, zia. Ti muovi sicura…”
“Andrew…se ti togli tutto, stai con me…assieme, ti va? Sei un così bel giovane! E nemmeno sospetti fino a quanto sono puttana io! ...guarda questa! Aspetta solo la tua lingua!”
Zia Berenice aprì le gambe facendole emergere da quel mezzo metro d’acqua schiumosa, poggiando le caviglie sul cornicione…mi disse imperativa:
“Spogliati nudo, entra, starai di fronte a me, e ti pagherai la navigazione con una bella leccata di fica…privatamente mamma tua Pauline mi aveva detto che di lingua avevi un tuo talento naturale, sai…le tue leccate le piacevano; e io mi aspettavo che mi chiedesse di provarti, ma lei mai una volta che m’avesse detto: - “Ogni tanto te lo scoperesti, che sono indaffarata?” – no, mai. Secondo me si divertiva a raccontarmi dei vostri incontri incestuosi, per farmi soffrire d’invidia; tanto ormai t’aveva sverginato lei…enormemente più bella di me; un bel gioiellino di bionda, ma questo tu già lo sai…”
Mi piazzai di fronte a lei prendendole in mano i piedi e carezzandoglieli…chiedendole anche:
“Parlami ancora di lei zia…te e tuo marito l’avete mai coinvolta in qualche gioco erotico?”
“Sì! Lei era sempre disposta ad esplorare sensazioni proibite! Una volta, per farmi rabbia dato che l’avevo rimproverata sul pianerottolo del portone per come lo apriva con i calci, non mi rivolse la parola per una giornata intera…poteva avere quindici-sedici anni, e s’era un po’ stranita per la morte repentina del vecchio amante Thierry nell’incidente aereo in Germania…la liquidazione l’avevo trasferita all’80 per cento a mia sorella Jeannine, che non so quanto le rigirava quando andava a trovarli i suoi a Bruges…a lei piaceva Bruxelles comunque…e un pomeriggio dopo la beccai che si stava facendo leccare la fichetta da quel porco di mio marito; d’accordo che eravamo scambisti, però…mio marito!...”
“Eh zia! Però un corno! Viveva con voi…a quell’età poi!”
“Sai, Andrew, me lo disse lei stessa con fiera faccia tosta!”

“…zia Berenice! Vi ho spiati un paio di volte, e ho visto quanto godi a fartela leccare…ne hai motivo! Mi ha già fatta venire due volte…anzi prendi queste! Bisognerà lavarle! Sai, ha iniziato a leccarmela che ce l’avevo ancora addosso.”

“Si tolse le mutandine bagnate, dato che non se l’era neppure allentate, o nemmeno lui gliele aveva abbassate, e me le tirò sul muso: sì erano insozzate dal suo godimento…intanto eccitato dalla scena Jean s’era già sfoderato il cazzo, ma ero decisa a non farlo entrare nella fica adolescente di mamma tua, altrimenti ne sarebbe diventato dipendente per sempre!...Per cui mi tolsi la gonna, e le mutande, e andai subito dietro mio marito, che aveva ripreso ad assaggiarle la fichetta, prendendolo per la spalla, e strattonandolo…ricordo che gli dissi:

“È figa Jean, come se non lo sapessimo! Se te l’ha intostato, dimostrale cosa fa un marito vero! Forza!”

Costrinsi Jean a lasciar stare quella leccata di fica a mamma tua Pauline, e gli ordinai…

“…ho capito, va. Stenditi! Ti cavalco io!”

“Mio marito Andrew, si stese sul letto, e aspettò che io prendessi il suo cazzo, per cacciarmelo dentro la fica. Fortuna che era dritto, e duro! Ci cascai letteralmente sopra, fino a farlo scomparire tutto dentro di me! Intanto dissi a Pauline…”

“Guarda, piccola bagascetta, ora vedi come lo bagno!”

“…caro Andrew, come iniziai la cavalcata, mamma tua, per provocarmi, ormai nuda sotto l’ombelico si era andata a sedere sopra la sua testa, offrendogli una leccata di fica continuata, e abbinata all’amplesso che stava conducendo con me! Quelle cose di solito le facevamo durante gli scambi…con coppie come noi…perfettamente simmetriche…”

“Zio, sono contenta della tua congiunzione, ma lo zio deve finire quello che aveva iniziato…è così sottilmente eccitante bagnare un uomo!”
“Piccola troia! Ahnnnn…ahnnnn…mhmmm…troia!”

Mio marito Jean ce l’aveva duro, lo sentivo eccome! ...ma la durezza era dovuta alla fichetta adolescente di mamma tua Pauline! Da una parte godevo, e colavo di piacere durante la scopata; dall’altra soffrivo a guardarla come gli offriva la sua giovane vulva…poi poggiandosi sul suo petto con le mani inclinò il bacino dicendogli:
“…ahnnn…ohhhhh…ahnnnnnn…anche dietro zio! Inguine e buchetto, dai…ci arriva la tua lingua, lo so! Ahnnnn…ohhhh…sìiiii…ohhhhh…ahnnnn…noohhh, uhmmm, sìiiii…ahnnnn…ahnnnn, sbrodolo…ohhhhh…nel culo, sì, nel culo! Uhhhhh!”

“Mio malgrado Andrew, mia nipote si era fatta penetrare anche l’ano dalla sua lingua famelica…tua madre per farmi soffrire chiudeva gli occhi, e faceva mostra di godere davanti a me… e io respirando rumorosamente cercavo di coprire i rantolini di mamma tua, dovuti alla lingua di mio marito sulle sue carne intime…quando Jean venne dentro di me sovraeccitato, le mostrai la mia fica sborrata bene…mentre il cazzo di Jean s’ammosciava…”
“Per chiavare, chiaverà solo con me! …puttanella!”
“Zia, sapessi come so farlo anche con il culo…Chantal mi disse come dovevo fare se capitava…vuoi farglielo provare? Mi ci ha ficcato solo la lingua…un po’ di prurito m’è rimasto, sapete…”

“Avevo voglia di punirla, mamma tua Andrew…per cui gli dissi…”

“…se hai coraggio mettiti a quattro zampe!”

“Mamma tua per provocarmi mi diede le spalle, e si mise a quattro zampe, inarcando il culetto a bella posta…dissi a mio marito brusca…”

“…preparaglielo! Dato che ci sai fare …di lingua!”

“Jean si mise ad allargarle le natiche, e a leccarglielo…io intanto m’ero allontanata…mamma tua continuava a tenere gli occhi chiusi per godersi le leccate di mio marito; quando tornai con un fallo di lattice, Pauline non mi vide in tempo! Dissi a gesti a mio marito di togliersi; però al tatto doveva essersi accorta che i polpastrelli che le stavano allargando il culetto, e l’ano, non erano più quelli di Jean, ma i miei…impugnai il fallo di lattice a pugnalare, e lo affondai all’improvviso contro il suo ano che attendeva il cazzo di mio marito, in realtà ancora moscetto…mamma tua urlò per il colpo, e per il dolore delle carni che le avevano ceduto…”
“AHNNNNNH…AHIII…che cazzo…AHNNNNN…ahi…che cazzo fai, zio?”

“Sai, Andrew, le dissi beffarda…a pensarci ora mi vergogno, mi vien quasi da piangere, avrei potuto veramente farle del male; sì poteva finire male…ohhhh…scusami, Andrew…a ricordare ora cosa le avevo fatto…ero da galera! ...in fondo gliel’aveva solo leccata un po’…come ho potuto!”
“Zia, e che ti devo dire?! Su racconta! Mi stava interessando…”

“Ho usato il giocattolo che m’aveva regalato mio marito per il suo di compleanno, puttanella!”
“…uhmmm che male…ohhhhhhhhhhhh…per un attimo forse…ohnnnn… m’è sembrato di godere…huhhhhh!”

“Caro Andrew, …si tenne il giocattolo dentro qualche minuto, poi si stese di fianco sudata, e chiese con gli occhi di finire l’opera, o di estrarglielo…mio marito Jean, spaventato dalla mia incazzatura, glielo tolse con dolcezza, baciandole anche l’ano mentre si richiudeva; l’avrei ucciso mentre glielo riempiva di tenerezze; io lo ignorai per non darle soddisfazione, ma come lasciò la nostra stanza per andare in bagno dissi arrabbiata a mio marito…”

“…non ti permettere di scoparla veramente mai Jean! O vado da un avvocato, e …e …e ti rovino!”
“E chi si permette?! Sono…scarico…”
“Ma poi come finì zia Berenice?”
“Andai nella sua stanza, dove la facevamo dormire da noi, e facemmo la pace…”

“Cosa vuoi zia?”
“Pauline, tu, forse non ti rendi conto…se scopa la tua fichetta giovane, gli piacerà sempre di più…non vorrà più la mia …di pataccona…sono praticamente una troiona, e non gli basta mai, mai…mai, cazzo! Mai!”
“Zia, abituati invece! Dopo la morte di Thierry gli ho chiesto io di prendermi…volevo un uomo anziano almeno più di me…abbiamo già scopato! Mesi fa, sai…non avercela con lui, zia! L’ho provocato e sedotto io stessa…lo so quanto è duro quello di tuo marito! Senti, ti propongo una cosa: facciamo un patto d’ora innanzi! Gliela darò se tu sarai d’accordo…magari giocheremo in tre qualche giorno al mese…io fra un paio d’anni sarò maggiorenne, mi troverò un lavoro, e prenderò in affitto un monolocale, così tornerete intimi…se ci stai abbracciami, zia!”

“E tu l’abbracciasti zia?”
“Sì. Mamma tua era più libertina di quanto io fossi porca…ogni tanto dovevamo fare qualcosa in tre: dovevo far dimenticare a mio marito quella signora figa di Chantal che non volle scoparlo dopo che io avevo offerto i miei buchini a Leòn…e adesso invece perché non me la lecchi tu Andrew? Sei il figlio della nostra Pauline…sono sicura che vengo una volta che la tua lingua saprà fare un bel servizio alla mia fica…non ti dispiace, vero Andrew? ...su, me la leccheresti?”
“Certo, zia…dammela qua! No, aspetta, m’abbasso io…”
Zia Berenice si mise a godere una volta che, estratta la mia lingua, gliel’ho passata sulle sue carni bagnate di bagnoschiuma. Mia zia era una donna fortunata ad aver mantenuto un buon sapore in generale alla sua fica…respirava talmente imbarazzata, che a ogni suo sospiro, io ero ancora più leggero e porco, poiché le leccavo all’improvviso l’ano tutto intorno, poi inguine e di nuovo la fica ormai gonfia per il piacere. Niente che non avessi mai fatto con mia madre porno attrice, che mi faceva rifare con lei qualunque scena porno mi avesse arrapato sui giornaletti dove c’era lei…tranne la cosa che avrei desiderato di più: un lingua-lingua salivoso e reciproco! A differenza di mamma, zia Berenice mi permetteva di violarle l’ingresso dell’ano con la lingua; quando lo facevo rantolava a voce più alta, e le si scaldavano le tette pendule…dopo cinque o sei linguate oltre ano, decisi di spremerle entrambe le poppe, e ne succhiai quasi con famelica rabbia i capezzoli…zia Berenice mi provocò:
“Fai quello che vuoi Andrew, non mi preparare! Anhnnnn… ficca e basta!”
“Te lo metto al culo zia! Puoi voltarti? ...”
“No, passa tu dietro…io m’inginocchio più avanti, dai…passami sopra…mettiti dietro a me…”
Mi andai a sistemare dietro il culo di zia Berenice, le scostai velocemente una natica piena di bianca schiuma, e non persi tempo a valutare quanto si apriva il suo ormai “pratico” ano…ormai ce l’avevo duro; ci poggiai sopra la cappella, e la violai con veemenza…
“AHI! ...com’è grosso Andr…ew…che male! …ahnnnnn…huiiiiii…fino in fondo, un altro colpo dai! Fammi male!”
“Tieni porca! Questo è per quello che hai ficcato a mamma!”
“S ...uhhhh...che duro…! Fottimi bene, Andrew! Mi hai sfondata…uhhhh…non lo sentivo da tempo, sai…così durissimo…ahiiiiiii…ancora Andrew, un altro colpo!”
“Ehm…perdi sangue zia…lo vedo …”
“Chissenefrega! Non ho malattie…fottimi lo stesso…non si lascia una porca bagnata e basta! ...AHNN! Su, un altro colpo Andrew!”
Dato un ulteriore colpo le si alzò il livello del sospiro…il suo ano aveva preso la forma del mio generoso cazzone, mentre zia Berenice cercava di tenermi eccitato, con paroline mirate…
“Me lo sto sentendo nello stomaco, Andrew…muovilo che schizzo di fica…AHNN…UHHH…AHNNN…ohhhhhh! …ahn! …ahn! …AHAHNNNN …!”
“Ti piace, vero zia?”
“Ho squirtato…Andrew! Sì! …ahnnnnn…ahnnnnn…il mio Jean me li leccava gli schizzi! ...non sapevo che potevo schizzare ancora…grazie Andrew…oh che dolore…la tua durezza non dà pietà…ahiiii…muoviti Andrew…HOHHHHH…AHNNNNN…ahnnnn…ahnnnnnn!”
“Ma non ti sto facendo male, zia?”
“A ogni colpo sento dolore…ahnnn…AHNNNN…e un istante dopo godimento…sì…sono porca…sono porca…fammi schizzare ancora Andrew…ancoraaaaaahhhhh…ahnnnn…ahnnnnn!”
Mi mossi al meglio che potevo con una certa cautela, per timore del suo cuore non più giovane; mia zia aveva superato i settanta, ma dentro di sé voleva essere porca come lo era stata mia mamma Pauline, la cui passione per il proibito aveva ravvivato, a quel che avevo capito più volte, la sua relazione col marito scambista Jean, che aveva persuaso allo scambismo pure lei…mamma Pauline aveva fatto da starter portatile, come quelli che ti fanno partire la macchina quando la batteria è out…mentre me la immaginavo violare l’ano per punizione a mia mamma Pauline, a occhi chiusi a quattro zampe, sentii potenza e piacere al loro acme, soprattutto al centro della cappella, quindi l’ingovernabile sparo liquido partito dai miei coglioni gonfi…mandai sette colpi buoni, prima di perdere un po’ di sensibilità…
“Ecco zia…eccoti la linfa!”
“Sì, ahnnnn…sì, ahnnnnnn…ahnnnnnnn…ahnnnnnn”
Tolto il cazzo restai abbracciato alla zia, che stremata aveva perso i sensi tra le mie braccia, seduta sul mio cazzo. La lasciai dormire appoggiata alla mia guancia, e per una mezz’oretta non riprese conoscenza; ma io dovevo andare via. Per cui, preso il coraggio a quattro mani mi alzai, e sollevai pure il suo corpo sostanzialmente privo di sensi, ma non di scivoloso bagnoschiuma. Afferrai precariamente anche la sua spugna, e la utilizzai per lavarle il buco del culo, che il mio cazzo aveva trattato abbastanza male; il sangue rettale, in parte occultato dalla schiuma, galleggiava ai suoi piedi nell’acqua della vasca che ormai scolava dal buco di scarico; a lei però era piaciuto al punto di aver squirtato dalla fica un paio di schizzi…mentre la reggevo per pulirle l’ano il dubbio da maiale mi prese, e la leccai tra le cosce interne, dove lo squirting poteva aver depositato il liquido del godimento…niente! E per forza, s’era sciacquato istantaneamente in acqua e bagnoschiuma…come la misi in piedi le guidai piedi e gambe fuori dalla vasca, semi coperta da un asciugamano ampio solo sul davanti; e la feci camminare nuda fino al suo letto, dove la distesi a panciasotto, poi cercato in bagno un altro asciugamano a portata di mano, la asciugai sulla schiena …

- continua -
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