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Quando Angela Pohel viveva sulla...Luna - parte 4


di sexitraumer
25.06.2021    |    1.899    |    0 8.7
"Graf mordeva il freno dato che era riuscito a installare nella sua postazione uno speciale comando per attivare la registrazione in remoto di nascosto, quando..."
“Permetti Laurenze?”
“Prego! Sei la padrona di casa …serviti, è tua!”
Gesien s’inginocchiò davanti al sesso glabro giovane e fresco di Laurenze tenuto aperto, e cominciò a dare baci e leccate finissime. In meno di un minuto Laurenze, che non faceva mistero delle sue tendenze lussuriose, si stava bagnando; e tra un colpo di lingua e l’altro Gesien fece leggerissime carezze e lappatine all’inguine della donnina, che all’improvviso venne cercata dietro dalle esperte dita dell’attempata inquilina della residenza lunare. Il dito esperto di Gesien entrò nell’ano di Laurenze provocandole imbarazzo: non s’era accorta che quella distinta sessantenne era un’esperta di dita nei pertugi intimi, e improvvisamente stanca emotivamente sentiva di aver ceduto all’esplorazione anale. Chiese del posto a gesti e s’inginocchiò per lungo sopra il divano, e chiese a Gesien di lavorarla nel retto:
“…AHNNN…HOHHHH…ahnn...ti prego Gesien…ahnnn…il tuo dito…è…è…ahnnn…mer…meravigliosoooohhhh! Ancora ti pregoooohhhh! AHNNN…mhmmm!”
“Ti piace Laurenze, eh?!”
“…ahnnn…sì! Ahnnnnn…dove hai imparato?”
“Da infermiera…assisto i pazienti neurologici, che non riescono a farla! …dai, divertiti e non chiedere…che ti divertiresti meno!”
“Ahnnnn …ahnnn …ohhhhh! Perché? ...AHOHNNNN! ...gnimhmmhmmhh!”
“No, dai…godi, …che sei in salute!”
Gesien in perfetto silenzio continuò col massaggio rettale coccolandole a tratti anche le natiche con carezze e linguate umidicce improvvisate dato che si dedicava per lo più alla sua piccola fica. E mentre il medio stimolava l’ano di Laurenze, il pollice sfiorava rapidamente il caldo inguine… Laurenze avvertì:
“Se volete assaggiarmi la fica adesso…ce l’ho bagnatissima…AHNN…HUHHHH! Go o Al…sistematevi con la testa tra le mie cosce, uhmmm da sotto! ...ahnnn…ohhhhoooohhh…ahnnnn…ngela! Vieni davanti a me che te la lecco per bene…vado matta per il tuo pelo!”
Angela andò ormai nuda a piazzarsi davanti alla bocca di Laurenze, già golosa del suo pelo che tradusse in languide leccate di fica le altrettanto languide nonché bagnate contrazioni inguinali di Laurenze sotto il massaggio anale esperto di Gesien…Aleander fece cenno al figlio di andarsi a piazzare sotto la fica di Laurenze da cui iniziavano a colare bavette biancastre e trasparenti che bagnarono presto il volto del giovane Go. La posizione china di Gesien per far godere la più giovane donnina di quel salotto venne completata da Aleander, che piazzatosi dietro a Gesien le penetrò la fica abbastanza umidiccia, ma non zuppa data l’età. Quello che seguì fu un’orgia disordinata dove i sospiri femminili si sovrapponevano a caso, non sempre distinguibili da quelli maschili. Aleander chiavava Gesien che masturbava il retto a Laurenze che leccava la vulva di Angela bagnando il viso di Go, che all’improvviso cambiò posizione alzandosi, e raggiungendo Angela che s’era chinata sopra la schiena di Laurenze, provando a leccargliela durante dei baci a striscia; e nel frattempo il cazzetto duro di Go aveva infiocinato Angela nel proprio retto. Laurenze però aveva troppo carico, cosicché mentre Angela veniva chiavata da Go, abbandonò il divano facendo cenno ad Angela di mettercisi inginocchiata, sì da dare a Go tutta la vista sul buchetto del culo infiocinato dal ragazzo. Poi raggiunse Gesien, seduta per terra sulla moquette per baciarla in bocca di lingua mentre Aleander, il papà di Go, ne stava ormai chiavando la fica reggendola per le cosce…Gesien, mentre Laurenze le prendeva i seni per stringerglieli, disse:
“…ahnnn…ahnnn…Al! Io ho goduto ormai! …ahnnn…ahnnnn…quel cazzone se regge ancora…ahnnn…soddisfacci la fica di Laurenze! Se lo merita!”
“…ahhnn…ahnnnn…ahnnnnn…davvero Gesien?!...ahnnnn…credevo ti…ahnnn…piacesse…”
“Ho goduto, Al! Davvero! ...ahnnnnn…sì…chiavala dai…che è bagnata bene!”
“Non vuole scoparla Go?”
“AHNNN…io vengo nella fica di Angela, pà! … provala dopo! AHNNN…ve…ve…vedrai che fornaccio!”
“Già, già…immagino!”
Infatti Go dopo il retto stringente di Angela aveva chiesto la chiavata naturale dentro la vagina, e Angela ormai porca, gli favorì tutta la vulva portando le ginocchia al petto dopo aver abbandonato la posizione delle quattro zampe… Aleander, quello col cazzo più grosso là dentro, a quel punto lo mise dentro la relativamente piccola vagina di Laurenze diventata piuttosto rosea per via dell’eccitazione…essendo grosso tre dita adulte di spessore quando entrò nella vagina della donnina questa strabuzzò le pupille con lo sguardo…era convinta di essere abituata a certi pali di carne dura …e invece era come se fosse stata la prima volta:
“AHNNNNN! …ohhhh…fai piano Al! AHHNNN …huhhh…com’è grossoooooooohhhh…ahnnn…ahnnnn…ai …vai fino in ...fondoooooohhh…ma pianooooooooohhhh!”
“Se eri abituata con quello di mio figlio, per forza che godi! ...ahn…e così state assieme, eh?!...”
“Beh, non dorme qui Al! ...AHHNNNN …HAHNNN! …che palo! HUH! Oggi…HAHNNN…ti pregoooohhh …non mi entrare nel culo! Oggi non mi…AHNNN…hahnnn…non posso…farmi…ahnnnnn…ahnnnn…sfondareeeehhhhhh! Ce l’hai proprio grossoooohhhh! …AHNN!”
“AHNNN…sono un gentiluomo, bella fighetta! …ahnn…ahnnn …qualcuno nell’esercito non te la scopa questa fica…?! …ahnn…ahnnn …si bagna bene, carina!”
“Fa ...fam…fammi tua Al…dammi la sborraaaaaaaahhhhh …ahnnn…ahnn…posso venire a trovarti in carcere? ...ahnnnn…ahnnnnn!”
“Se…ahnnn…vuoi …re…rest…ahhh…re nell’esercito…no! ...ahnn…ahnnn …se vuoi le pulci al tuo curri…culu…m …vieni pure! Contatta le relazioni esterne…ahnnn…dottoressa Walle, aiutan…hnnnn…te del magistrato di sorveglianza! ...però! Hai proprio una bella fichetta!”
“…AHNNNN…ahnnnn…chiavami ancora Al! …dentro…ohnn … ooohhh … duro così! Ahnnn! Ancoraaaaahhh!”
“AHNNN…ahnnn…beato mio figlio…Ahnnn …ahnnnn! Sono proprio contentooohhh!”

Ora sì che Laurenze capiva perché la madre di Go aveva dato le dimissioni dalla polizia lunare pur di coricarsi con il proprietario di quel cazzone al momento dentro di lei per due terzi…certo in quei momenti non le passava minimamente per la testa di lasciare l’esercito per quel cazzone che però sarebbe invecchiato quando lei sarebbe stata ancora una bella quarantenne…
“AHNNNN…AHHHNNNNN…AHNNNNNN…che bel cazzone! UH! Dentro, Al! Dentro tuttoooohhh!”
“AHNNN…tranquilla Laurenze…la tua atomichetta di carne te la porto all’orgasmo…ahnnn…prendi…prendi…ahnnn!”
“AHNNN…AHNNNNN…AHNNNN…Go! HUHHHHH…non ti dispiace, vero?!”
“…no Lòo! Goditelo! Che pure Angela dentro non è male proprio!”
Angela, la tonda soda, chiavata dal giovanissimo Go, e la snella Laurenze dal cazzo (grosso) del padre di Go che provocava schizzetti disordinati che fuoriuscivano dalla piccola fica della giovane donnina ormai soggiogata al piacere che le deva quel cazzone dentro e chiamava interamente il padre di Go a fare dei lingua lingua a mezz’aria…intanto il padre chiedeva al figlio…
“…ahnnn…Go! ...ahnnn …ahnnn!”
“Ahnnn…ahnnn…che…ahnnnn…c’è…pà…ahnnn!”
“…volevo dirti…chiederti…è più calda Laurenze, o la biondona?”
“Laurenze è stupenda di fica dentro…ma per il tuo cazzone Angela ha la fica adatta! Mi chiedo come faccia …ahnnn…ahnnnnn…a senti…re…il …mioooohhh…ahnnn! …ahnnnn!”
“Vogliamo fare a cambio? Mi sem…bra…di …ahnnn…derubarti figlio mio!”
“Do…dop...ohhhhh…ehi Angela…ahn…ma tuo figlio…gli restava duro dentro? O veniva subito?”
“…pensa a scoparmi giovanotto! ...dai, che lo sentooohhhh!”
Poi Go si rivolse a Gesien momentaneamente “disoccupata” …
“…ahnnn…ahnnn…Gesien…”
“Sì…Go?”
“Mi…mi…ahnnn…ahnnnn…ahnnnnn…mi …mi leccheresti le palle? …AHHNNNN…un brividino in più! Sto per venireeeeeeeehhh!”
“Ohhhh…certo…vediamo un po’ dove stanno…ehm…sbattila, ma allarga un po’ le gambe Go!”

…intanto nella sala operativa della Polizia lunare era appena iniziato il cosiddetto turno notturno, e nella saletta di controllo dei droni sovrintendeva il primo ispettore, capitano Yames Goszy, un ometto pacato, piuttosto sulle sue, senza la tendenza alla goliardia, in attesa che arrivasse entro le 21 la formosa (a palle sovrapposte dicevano i sessisti) tenente colonnello Teresy Dziekibogu, 46 anni vera governatrice della sala controllo droni fino al mattino successivo alle 7,30. Il capitano Yames Goszy, pur essendo un bell’ometto di ventiquattro anni passò per sospetto gay, e le immagini riprese dal drone di sorveglianza nel complesso residenziale di Piazzetta Von Braun dove abitava Gesien al terzo piano, non lo stavano interessando più di tanto…viceversa il tenente Vitus Graf, l’addetto al pilotaggio, aveva fermato il drone semi stealth a sei metri dalla finestra a vetri opachi del salotto, dove si svolgeva quell’orgia tra improbabili, non di meno, veri personaggi: un ragazzo adolescente, un detenuto in licenza suo padre, un’infermiera volontaria appena in pensione Gesien, e due donne militari, la snella e giovane Laurenze, e la matura tonda Angela…
“…qualcosa di sospetto tenente Graf? Vedo che ha fermato il drone di pattuglia!”
“No, capitano! Quella che vediamo è un’orgia tra amici! Un evento di moda, qui che la Terra è abbastanza lontana, sa. Persone già note. Certo il ragazzo è troppo giovane, forse…ora sembra abbia una passione per la bionda tonda quarantenne …piuttosto attivo, ehm può vedere anche lei…”
“Se sono persone già note, e non c’è pericolo attuale, perché non prosegue invece di stazionare?”
“Beh, un’orgia a cinque è sempre strana. Gli appartamenti qui è già tanto quando ospitano 3-4 persone…”
Il tenente Graf vide quanto impegno il giovane Go stesse mettendo per chiavare Angela, la nord europea (tedesca?) bionda che forse s’era sognata tante volte durante le seghe. La risoluzione delle camere da presa del drone semi stealth era tale che ogni tanto con la luce favorevole si poteva vedere la fica della biondona emettere un po’ di fluido biancastro mentre il quattordicenne la stava chiavando. Il capitano, d’indole fredda, sembrava non fosse interessato a quell’orgia, nonostante un minorenne vi stesse partecipando…il pilota Graf cercava d’essere tra il goliardico e il confidenziale, sperando di coinvolgere il nuovo ufficiale superiore nel godimento di certi spettacoli, senza ottenere da quel cauto capitano in quei locali la stessa confidenza sia pure nei limiti della differenza di grado del suo predecessore…chiaramente il Goszy non aveva l’abitudine di farsi sedurre dal porno; neanche quando fosse stato “genuino” e non frutto di trama di olo film; e infatti gli chiese:
“Io sono nuovo qui: dica, il ragazzo di solito che fa?”
“Non studia. Lo ospita la vecchia, quella del gioco di dita, …insomma quella che ora gli sta leccando le pallette; non so se ha visto …”
“Lei di sicuro sì, tenente! Prosegua!”
Il tenente Graf non aveva compreso che quello del capitano Goszy era rimprovero travestito da affermazione; poi aggiunse:
“Ha già assunto delle sommarie informazioni grazie a questi appostamenti?”
“Co…comun…comunque…ehm…poche informazioni: lui, il giovanissimo, è tutto il giorno fuori di casa, non studia, fa contrabbando, e rientra solo per la cena. Scopa con la vecchia la sera, ma di tanto in tanto con la giovane militare cui vende qualcosa…la signora in diurno soltanto assiste dei malati del condominio un po’ a turno…e la sera si fa scopare dal ragazzo: il suo unico vizio. Niente passione, niente baci appassionati…solo sesso! Finora hanno sempre dormito abbracciati nel letto matrimoniale di lei…e da qualche tempo scopano sempre in salone! …davanti alla finestra! Come se desiderassero esser visti!”
“Da quanto tempo?”
“Un mese o poco di più!”
“Ma li spiate anche in camera da letto?”
“Sì, ma la finestra dà sul lato opposto, al momento non pattugliato, signore!”
“Allora faccia un giro, e vediamo questa camera da letto!”
Il tenente Graf eseguì alla lettera, e dal lato opposto la camera da letto si dimostrò essere vuota e ben ordinata con il letto fatto…
“Non c’è nulla signore. Vuole che torno dinanzi al salone?”
“No, non c’è fretta! Dopo il sesso il ragazzo cosa vende alla sua ospite?”
“A lei niente, ma l’avevamo visto in passato anche contrabbandare dei dildos realizzati qui con la stampante 3D ad imitazione di quelli veri realizzati sulla Terra. Quelli fatti qui hanno mandato più di una volta scossette parassite quando erano dentro col motorino acceso…ma nessuno ha mai cercato di vendicarsi…ma lui dopo averlo saputo non li ha trattati più! Che faccio col drone?”
“Utilizzi la radar scan…se hanno l’armadietto e i cassetti di policarbonato forse vedremo qualcosa…faccia una r-scan, avanti!”
“Sì signore…”
“… … …”
“R-scan negativa signore…solo indumenti!”
“Prima m’è parso di vedere un borsone sull’uscio, focalizzi su quello!”
“… … …”
“Ha la pellicola anti radar. Chiaramente c’è qualcosa…probabilmente profumi di marca, scarpe autentiche fatte a mano, di vero cuoio…non ci sono molte informazioni qui! L’evento rilevante è nel salone.”
“Davvero? …”
“No, dico! Lì c’è un evento rilevante…un detenuto in licenza premio che prende parte ad un’orgia insieme al figlio minorenne, e una vedova!”
“E la signora, perché sarebbe tanto interessante? Badi, non mi riferisco al sesso, tenente!”
“…si tratta della moglie vedova di un certo Bertholt Joyz, un contrabbandiere ora defunto, amico di lunga data del padre del ragazzo, Aleander Yamatovich.”
“…sì, ma non capisco perché venga scansionato il suo appartamento abbastanza di frequente, vedo qui nel mio tab! Mi sono arrivati i suoi report dei giorni scorsi! Tutte scansioni aeree all’ora del sesso!”
“Credo sia normale: il marito ebbe guai con la giustizia, anni fa …poi è morto prima di dover scontare la pena.”
“Ospita contrabbandieri o complici del marito?”
“No, no. L’unico contrabbandiere che ospita è Go, il figlio di Aleander…altra gente non è stata mai vista entrare!”
“Se le scansioni aeree le fate sempre la sera, quando scopa con il ragazzo, come fareste mai a sapere con chi s’incontra prima?! Che andazzo! Che modo di sorvegliare!”
“…signore, io…non…la signora in diurno assiste i disabili. Non sempre sta a casa!”
Il sottufficiale aveva tentato la via soft con il tenente Graf, ma non nascondeva la sua perplessità. Per cui diede l’ordine di spostare il drone da quella posizione.
“Porti il drone in via Debus 12, pianterreno; un’elektrocar è andata in panne sei minuti fa, ostruendo la porta d’ingresso di un edificio…temo sia solo un diversivo per compiere qualcos’altro. Così intanto vediamo un po’ chi è quella persona che gesticola…”
Graf diresse il drone dove gli era stato detto: il primo ispettore, capitano Goszy aveva visto giusto: un’utilitaria era uscita di strada in prossimità di un edificio, e il conducente, ignaro circa il guasto, non riusciva a farla ripartire…non che sulla Luna ci fosse mai stato il traffico di Londra o New York; essendoci anche un’accelerazione di gravità pari a un sesto di quella terrestre prendere una curva troppo veloci poteva avere un esito infausto …intanto, in seguito alle immagini mandate dal drone era sopraggiunta una pattuglia di polizia sul posto per i necessari chiarimenti. La macchina l’ingresso non poteva continuare ad ostruirlo, dato che dentro l’edificio c’era pure una banca. La presenza del drone era a doppia garanzia di sicurezza: per il conducente dell’auto, e per i poliziotti della stradale. Graf mordeva il freno dato che era riuscito a installare nella sua postazione uno speciale comando per attivare la registrazione in remoto di nascosto, quando inviava il drone a spiare coppiette o focose o fantasiose: era come se il drone registrasse la strada, ma con una delle cam spiava le finestre. Adesso però mentalmente aveva calcolato già un quarto d’ora perso di quella scopata con cinque persone non attori di oloporn, e per questo più quotato nel mercato nero del porno casalinghi…la sorveglianza della zona dell’incidente richiese in totale ventidue minuti, poi arrivò l’ordine di lasciare la zona per riprendere le solite orbite di sorveglianza. Quando tornò in prossimità della finestra della casa di Gesien il capitano Goszy s’era assentato preso da altre incombenze, senza però lasciare la stanza. Si era limitato a dare più spazio d’azione al maligno tenente, pilota del drone, dai tratti ormai sospettosamente psichiatrici. Con la scusa di aggiustare la nuova posizione di osservazione aveva ripreso nuovamente a sorvegliare il salone dell’orgia privata…

…Aleander, il padre di Go, era nella corsa finale in attesa di venire dentro il corpo di Laurenze che lo stava abbracciando stretto; Laurenze, dal suo viso sudato, rilassato, e felice doveva aver già goduto, e ora aspettava l’acme, e lo sparo di lui nella sua vagina interna…

…in sala controllo il tenente Graf azzardò un’ipotesi ovvia quanto inopportuna, dato il ritorno in presenza del garbato capitano Goszy…
“…venti secondi al massimo, poi le viene dentro! Ci scommetterei cen…”
“…è tornato lì, vedo! Visto che le piace quell’appartamento, allora faccia la scansione del più anziano, tenente!”
“Non serve capitano: si tratta di Aleander Yamatovich, detenuto in licenza, si tratta di un affidabile. Deve scontare ancora qua…”
“Faccia come le ho detto! Se si è fissato con quella casa, io mi sono fissato con quel galeotto in licenza!”
E intanto il capitano Goszy trascrisse un appunto sul tenente, e il ritardo con cui rispondeva agli ordini, sul suo tablet a schermo oscuro, visibile solo da chi indossava gli occhiali di lettura e scan a luce pre polarizzata, come quelli che indossava lui per ragioni di servizio.

…mentre Aleander chiavava Laurenze, la telecamera multispettro del drone si era focalizzata sul suo volto. Com’era da prevedersi la scansione 3d in remoto era stata ordinata per distogliere il tenente Graf da quella diretta porno di quell’orgia tra adulti e non; in venti secondi il sistema aveva proiettato sullo schermo flat un metro per due tutto quello che c’era da sapere su Aleander…poi Goszy chiese la scansione del viso di Angela, che da frequentante registrata all’arrivo era già nota al sistema informatico, che diede l’output che ci si aspettava…a quel punto il tenente Graf per riguadagnare la stima del superiore chiese:
“Gradisce anche una scansione sul ragazzo?”
Il giovane ufficiale non tradì alcuna espressione, chiedendo di rimando…
“Perché sul ragazzo?”
“Beh, se mi posso permettere, tecnicamente è un minorenne e, volendo, potremmo già mandare una pattuglia adesso secondo i regolamenti fatti approvare tempo fa dalla governatrice Sanpavlov…”
“Quei regolamenti riguardavano i militari di truppa, non i minorenni civili! E comunque il ragazzo è con il padre, e con tre donne non violente! Con le norme terrestri sul sesso responsabilizzato un sorvegliante c’è …e comunque non è sesso in famiglia…ma lei di ciò ne saprà senz’altro più di me, immagino!”
“…no…io…con tutto il rispetto…pensavo che…stante il fatto che il ragazzo scopa con la conduttrice che lo ospita…”
“Un momento fa era la vecchia; adesso la conduttrice! Ha una lavatrice in bocca tenente?!”
“…chiedo scusa…no…è che…io pensavo…”
“Lei si sta affezionando ai suoi sorvegliati…si rende conto? Da quanto li conosce, tenente?”
“Li sorvegliamo da tre mesi. Io e il tenente Kajone siamo quelli assegnati al pomeridiano, ma da quando la collega ha preso l’aspettativa di maternità me ne occupo per lo più io!”
“E finora oltre al sesso cosa avete scoperto?”
“Ecco, sembra che da qualche tempo ci sia un giro di preziosi in viaggio di sola andata verso la Terra eludendo tasse e regolamenti! Il ragazzo è solo un tramite …ritira dei diamanti grezzi in posti esterni, non sappiamo chi ce li mette; sappiamo solo che li ritira e se li tiene con sé; non sappiamo dove; tre giorni fa abbiamo mandato un tecnico della corrente per verificare gli accumulatori delle singole case. La signora l’ha lasciato praticamente fare senza disturbarlo; ha fatto delle scansioni discrete senza trovare niente. Il ragazzo di solito non tiene in casa della vecchia quei diamanti grezzi per non inguaiarla immagino; solo contrabbando: profumi, scarpe, abiti firmati ...però non sappiamo ancora come li imbarca…certo se adesso dopo i primi orgasmi volesse vantarsi di qualcosa, le parole non possiamo captarle senza microfoni-spia, però, magari potremmo vedere se li ha con sé oggi.”
“No, non credo! Inguaierebbe il padre, che ha detto lei stesso che è un detenuto modello!”
“Sì, signore! Allora come devo fare? Lascio il drone in hovering? Bene non lo vedono, e la padrona di casa al rumore delle eliche, che - mi consenta sono ormai vecchie e si sente - è abituata…lo ignora!”
Il capitano restava in ascolto muto; il tenente continuava con l’esposizione cercando di mantenere un tono professionale, anche se si stava perdendo la parte migliore di quell’orgetta, in diretta.
“Da domani cominciate una sorveglianza più focalizzata sulla donnina, quella giovane…non quando scopa, essendo attraente è normale che la dia…ma quando lascia la casa per andare a lavoro…”
“Donnina?”
“Quella che la stava dando al padre del ragazzo, quando le ho interrotto la diretta tenente!”
“Signorsì…il maresciallo Minnea! …ehm, che devo fare col drone?”
Il capitano Goszy non rispose tenendo sospeso il tenente pilota Graf (che avrebbe voluto vedere in diretta la chiavata finale di Laurenze, la più graziosa là dentro). Passarono tre lunghi minuti di cronometro durante i quali il capitano rifletté, poi dopo aver ascoltato qualcosa all’auricolare, disse:
“Sta per arrivare il tenente colonnello Dziekibogu, si tolga dal volto quello sguardo da arrapato! ...arretri il drone di altri sei metri, poi continui col giro dell’isolato! Orbita ellittica; il drone sarà in apogeo davanti a quell’appartamento. Segua la donnina quando andranno via. Il padre è pulito; vuole solo uscire e tornare sulla Terra. Il prossimo rapporto lo farà al tenente colonnello…è una donna: attento al linguaggio!”
Dunque l’ordine era continuare a girare non proprio in tondo, ma ad ellissi mantenendo come riferimento piazzetta Von Braun. Il primo ispettore lasciò la sala controllo, e la cosa consentì al tenente Graf di avere più libertà col drone, che fece arretrare (in malafede) di un solo metro, e sistematolo più in alto di mezzo metro, riprese compiaciuto quello che restava dell’orgia privata, sperando che non fosse finita. Aveva sistemato il drone di sorveglianza in modo da vedere da sopra i protagonisti …
…Aleander aveva avuto il suo orgasmo, che Goszy gli aveva fatto perdere; l’uomo invece di spararle dentro il proprio sperma, l’aveva fatto arrivare sulla pancia della Minnea, che stava finendo di spalmarselo sulla pelle. Angela, finito il coito coi sessi, aveva proposto al giovanissimo Go, che si era distratto osservando la chiavata del padre, la propria bocca affinché le sparasse dentro il seme…

…in sala controllo il tenente Graf ascoltò all’improvviso una voce maschile conosciuta: quella di John Martineau, pilota del drone F: quello adibito alla sorveglianza delle automobili elettriche; era appena iniziato il suo turno, e commentò compiaciuto:
“Eh già, mi sa che quella di sborra si nutre! Rassegnati, Vit! Non sei tu che puoi nutrirla!”
“…?!…ah ciao John! Non ti avevo notato arrivare! ...no, il ragazzo deve aver osservato a lungo la scopata del padre, e a un certo punto si dev’essere dimenticato il cazzo dentro la biondona …che però la sborra la vuole, a quanto pare…su, da bravo…vienile in bocca…che aspetti! ...”
“Non t’invidio proprio, Vit: sorvegliare vere orgette morbose di civili insospettabili senza potervi prender parte! Dì, ti sei bagnato i pantaloni?”
Nonostante la palese ironia del collega, il tenente Graf non raccolse, e rispose:
“…no! Non ne ho avuto il tempo! L’ufficiale di sorveglianza mi ha chiesto un paio di scan sul più bello!”
...infatti Angela aveva appena preso in bocca il piccolo cazzo tornato eretto in mano a Go, e accarezzandogli le pallette insieme a tre sapienti colpi di lingua sulla cappella verso il centro, aveva ricevuto tre sparetti di caldo seme che si affrettava a mescolare con la propria saliva mentre beveva da quella piccola cappella di un adolescente, che ormai buttava per riflesso dopo i primi quattro-cinque spari. Alla fine Go si accasciò sui seni di lei, che lo abbracciò mentre mandava giù la sborra, per una decina di minuti come fosse suo figlio, delle cui molestie sessuali sentiva la mancanza. Restava da soddisfare la più altruista di quell’orgia: Gesien… la più anziana aveva chiesto una penetrazione rettale con un suo dildo colorato. Il sensore termico della telecamera del drone s’era accorto che il dildo oblungo, da stimolazione rettale, aveva una sua sorgente termica interna per simulare il calore del cazzo umano una volta nel retto. E più la mano umana una volta introdotto del retto lo smuoveva, più la temperatura aumentava. Il dildo veniva azionato da Laurenze che l’aveva impugnato all’estremità, mentre Aleander ormai senza erezione dopo l’orgasmo, per maschile gentilezza scambiava baci in bocca con la padrona di casa sotto sodomia. Laurenze inginocchiata a terra da un lato andava velocissima con gli affondi tenendo scostata la natica sinistra, e anche Gesien in quattro minuti di smuovimento rettale ebbe la goduta che cercava, squirtando tra le sue cosce, non senza l’aiuto di Angela, che dopo essersi affiancata dall’altro lato a Gesien a quattro zampe, le stimolava i capezzoli tirandoglieli stretti tra i polpastrelli delle dita mentre le raccoglieva in mano i seni pendenti scaldandoli…anche Go s’era svegliato dal piacevole torpore, e raggiunta Laurenze, che era la più giovane ed attraente, le aprì le natiche, e le introdusse la lingua nel buchetto del culo roseo più e più volte, poi si accasciarono tutti…Go perse i sensi stremato a lingua di fuori…

“Eh già! Chissà che sapori lì dentro! ...che ne dici John?”
“Basta Vit! Ascoltami, stai in campana: Il capitano l’ho sentito poco fa parlarne in videocom con la Dziekibogu …credo che ti toglieranno la pattuglia notturna …secondo lui sei a rischio pornodipendenza! ...beh io prendo in consegna il mio adesso. Meno situazioni porno, e dammi retta: stai in campana! Pattuglia e basta, tienilo in movimento!”
“Perché?”
“Perché abbiamo cambiato l’ufficiale di sorveglianza; quello che c’era prima, che ti lasciava fare, ora non c’è più! Ha avuto un biasimo ufficiale, poi messo in non-menzione, in cambio della sua richiesta di pensionamento! Sta più attento, cazzo!”
“Sicuro! Sicuro! Ma quello era anche etilista; io sono astemio! E non prendo roba!”
“Perché? Da sobrio ti avrebbe consentito quelle spiatine?!”
“…Ohhhhh, dai! Fa buon volo John!”
Nella centrale operativa, dopo essersi voltato per assicurarsi di non venire osservato dal collega appena insediatosi, il tenente Graf si abbassò dopo aver fatto cadere una comune penna ottica, e con destrezza, mentre la raccoglieva, estrasse da una contattiera, sistemata ed occultata dalle sue scarpe un piccolissimo cubetto di cristallo: un olocube-memoria 3d dove aveva registrato di nascosto quell’orgia, poi sistemò il mini olo cube da mezzo cm di spigolo dentro il proprio calzino. E ne mise sulla contattiera un altro. Quindi riprese il proprio compito mentre il drone che era rimasto fisso in hovering davanti al complesso residenziale…

…l’ambiente era climatizzato con cristalli finestre-polarizzanti con interruttore a gesto e se la funzione polà era accesa non erano visibili a chi guardasse con occhi e binocolo l’appartamento al terzo piano con vista su una piazzetta in simil erba sintetica come tante dentro la cupola lunare pressurizzata con aria comune. La luminosità ambientale dell’insediamento variava cercando di riprodurre i ritmi luminosi della Terra; e il tempo su cui erano sincronizzati tutti gli abitanti della cupola indicava che erano le 19, o le cosiddette sette di sera…nei piccoli parchi, tra gli isolati abitativi, lampade ad infrarossi avevano ceduto la scena a luci notturne più affievolite, piazzate ad arte; quelle ad infrarossi (mini Soli portatili) consentivano la fotosintesi ad alberi terrestri trapiantati importando suolo terrestre. La privacy c’era, tuttavia i droni della polizia potevano con le loro onde radar “bucare” quei vetri dall’esterno. Il tenente Graf era realmente un pornodipendente: registrava di nascosto tutte le scopate che riusciva a “trovare”, per poi rivendere i relativi file ad un suo contatto criptato, che glieli pagava in criptomoneta. C’era arrivato per caso a quella forma di dipendenza psicologica del voyerismo, complice una scarsa sorveglianza sui suoi uomini da parte dell’ufficiale precedente appena pensionato. Quella sera, prima della fine del turno, dopo un paio di sorvoli infruttuosi con relativa attesa di un quarto d’ora presso due balconi a lui noti, uno al terzo, e uno al quarto piano di due edifici contigui in Moonlight street, fermò il drone a trenta metri dal suolo. In quella via c’erano due appartamenti dove talvolta scopavano fregandosene d’esser visibili dalla finestra rispettivamente una coppia di teen ager etero meno che ventenni, e un teen ager con una donna adulta, forse sua parente che lo andava a trovare dato che viveva da solo. Il database della polizia lunare forniva i nomi degli occupanti degli appartamenti, ma non i nomi di chi era un ospite visitatore. Incuriosito aveva provato ad indagare su quella donna, che a un casuale controllo dei documenti, fatto da lui di persona in malafede (durante una libera uscita), era risultata chiamarsi Diana Sey, di anni trentotto, quindi parecchio più anziana (ma non vecchia), “maestra di sesso” del teen ager in casa affitto Xavier Santi di anni quindici, incensurato, figlio di ricchi imprenditori terrestri, in vacanza e studio (soprattutto la prima) sulla Luna. Aveva ripreso i loro atti sessuali che la donna consumava direttamente in tailleur a gonna calata, e aveva fraudolentemente ricavato qualche centinaio di crediti in criptomoneta, dal contrabbando del file da lui girato abusivamente; il ragazzo era un abitudinario e amava prendere una donna mentre era vestita. Senza accorgersene, a livello inconscio, il tenente Graf era invidioso di quei minorenni che avevano potuto avere la possibilità di un’amante adulta e piacente per fare del vero sesso; quella sera sembrava non ci sarebbe stato nulla, e Diana non s’era ancora fatta viva; quindi il tenente pilota decise di sorvolare Viale dei Cosmonauti, dove abitava l’elite della cupola: persone intoccabili per i loro soldi; Vitus Graf pagava (incontrandolo al bar) un voyeur come lui, un certo Antonellou, che preferiva usare altre tecniche invece del drone, che ogni tanto gli segnalava una nuova coppietta che si dimenticava o lo faceva apposta a non usare la polarizzazione dei vetri delle finestre. Non era sicuro dell’ultima segnalazione, per cui fece una verifica in un giorno diverso da quello che la sua maligna fonte gli aveva comunicato. In un certo senso fu fortunato: “pescò” un’altra coppia decisamente casalinga perché sulla Luna i parchi dell’amore mancavano, dato che non erano stati ritenuti strettamente necessari (anche se ci si stava muovendo per farne un paio almeno). Quando fermò il drone aveva appena focalizzato le camere da ripresa verso una nuova coppia, probabilmente morbosetta: due sorelle gemelle lesbiche di una dozzina d’anni apparenti, due ninfette longilinee dalla pelle caucasica alte, stando alla scansione angolare alte circa un metro e cinquanta, quasi senza seno, ma con un bel corpo, e già un discreto culetto, che stavano consumando nude, con la disinvoltura del padrone di casa, un bel sessantanove, colle luci del salone accese! Erano stese sul tavolo del salone al settimo piano del loro complesso residenziale lontano da quello di Gesien, in coordinate polari, settecento metri lineari, e un angolo quasi retto: il loro appartamento aveva la vista sul prestigioso Viale dei Cosmonauti: un km di negozi e studi vari: dal dentista, all’avvocato, all’estetista, alle banche. Il sesso casalingo di quelle gemelle doveva esser noto ai loro genitori, uno dei quali il loro giovane padre, rigorosamente vestito in pantaloni lunghi, camicia e golf, che era passato davanti al tavolone di quel sessantanove, mentre le figlie si prendevano, e si leccavano le parti intime, ignorandole del tutto come se niente fosse, per dirigersi dritto in balcone senza alcun turbamento in viso; e lì mettersi ad innaffiare le loro graziose piante ornamentali, scelte con cura. La qual cosa irritò il tenente guardone Graf, che a parole stava aspettando che il padre di quelle due lussuriose belle fighette si togliesse dalla linea di vista degli occhi del drone…
“…e dai! Cazzo! …però come se la leccano! Saranno già inzuppate bene…! E togliti davanti, tu!! Che aspetti…togliti, dai! Proprio adesso dovevi passare, merda!”
Nel frattempo se n’era andato, forse per una pausa, anche il collega Martineau lasciandolo a godersi quell’illecito spettacolino privato da solo, in palese violazione delle norme sulla privacy data l’assenza di un pericolo attuale in quell’appartamento…improvvisamente lo spettacolino si alzò anche di livello, quando un teen ager maschio sui sedici anni apparenti, comunque più grande delle focosette sorelle, entrò in quel salone dove una donna adulta, sui quaranta, alta e longilinea, con un grembiule da cucina, presumibilmente la madre, stava dicendo con noncuranza alle figlie focose di smetterla …che era ora di cena…
…tuttavia veniva bellamente ignorata, e intanto estraeva da un mobile al muro la tovaglia, e le posate, dando le spalle alle figlie tutte-fica-bocca-lingua-saliva. Il tenente Graf ironizzò:
“…troia! Non vedi che ci vuole l’antipasto! Yuhmmm…mhmmmm … salaticcio! ...oh…oh…guarda, guarda…il fratello, eh?! …se se le scopa ci faccio mille criptos! …nohhhh…cazzo, no…si fa una sega soltanto! Che imbecille! …se glielo metti in bocca, te lo fanno un servizietto per mandarti via, dai! … dai …basta che ti avvicini …su, su che te lo fanno!”
Ma le due gemelle, ignorando la sega del fratello, continuarono noncuranti con il loro sessantanove…Vitus commentava deluso…
“…no, eh?!...uhmmm, ora vediamo meglio!”
E intanto avvicinava il drone di un metro buono…Il fratello delle gemelle, essendo un etero, osservava infelice dalla porta le sorelle, ciondolando con il cazzo in mano, senza molestarle sul loro tavolo da cena di cristallo verde-acqua, restando ad un metro e mezzo circa, ma infelicità o no, aveva iniziato a menarsi il cazzo inevitabilmente; tanto, se erano nude loro due perché avrebbe dovuto tenerselo dentro i pantaloni lui?! Visto l’imbarazzo la signora alta fece cenno al figlio del giudice, secondo quel che il drone vedeva e mandava al tenente, dapprima toccandolo sulla spalla, poi ottenutane l’attenzione, la signora sorridendogli si era tolto il grembiule lasciandolo cadere sul pavimento, e s’era denudata le natiche sollevandosi la gonna, e s’era appoggiata ad un mobile di lato alla stanza; naturalmente s’era dilatate un po’ le cosce affinché il ragazzo potesse penetrarle da dietro la vagina, una volta presa la signora per i fianchi…l’invidia del tenente pilota guardone stava crescendo esponenzialmente: pure la madre figa che la dava al maschietto arrapatino non considerato dalle saffiche sorelle…nel caso avesse gradito stringerle i seni mentre il ragazzo mandava le sue spinte col suo cazzo prontamente messole dentro la fica, la donna aveva sbottonato anche la camicetta, lasciando intravedere agli occhi di tutti, e del drone, il suo seno terza misura ancora su.
“Perché non sono nato lì, cazzo! Porco Universo! La sveltina prima di cena, e il padre che si toglie dalle palle! ...cazzo di famiglia!”
Mentre il fratello delle gemelle nude si sbatteva la madre vicino all’uscio, il padre pur non potendo udire il tenente che imprecava, si tolse finalmente dalla vista, spostandosi sul lato corto del balcone, dedicandosi ad una conversazione di circa dieci minuti veri con il vicino del balcone contiguo; questi non poteva sentir nulla perché i vetri delle porte finestre erano insonorizzati … e quando il tenente voyeur riebbe la vista libera sulle ragazze nude che si leccavano i sessi reciprocamente e velocemente all’acme della voglia di scambiarsi i propri fluidi vaginali, non s’era accorto che la loro mamma, una volta che il figlio era venuto dentro di lei scaricandosi, si era ripulita tra le cosce con una salviettina umidificata anti batterica, passandosela sul sesso e tra le natiche: uno spettacolino supplementare per il figlio a cazzo moscio; di salviettine ne favorì poi un’altra nuova alla figlia, che stando di sotto alla sorella, s’era beccata lo squirting sul suo viso bagnato: dunque la loro scopatina orale era finita, e le due ragazze nude sgomberarono il tavolo, offrendo alla vista un po’ di atletica spicciola delle loro gambe e cosce mentre rimettevano i piedi sul pavimento; quando ne discesero il tenente voyeur aveva scoperto che una delle gemelle aveva la fica completamente glabra, l’altra, quella ch’era venuta di squirting, ce l’aveva col pelo biondo di un paio di centimetri apparenti. Disse:
“Guarda, guarda…si completano a vicenda! Una pelata, l’altra col pelo! …vorrei essere io il loro fratello! Certo quello intanto che le vede si sbatte la madre! Beato lui! Tutte le fortune agli altri! Porco Universo! …che bel culetto che hanno…una sfondatina al giorno, magari a tutte e due!”
E mentre mostravano il loro culetto adolescente al cristallo della finestra, che lo appiattiva, aiutarono la mamma ad apparecchiare su quel tavolo, e a dargli una sommaria pulizia per la cena nude e armate l’una di uno spray detergente, l’altra di un panno a microfibra…pochi gesti mirati, e aiutarono la signora a stendere la tovaglia sul tavolo, tornato lucido cristallino. Intanto che la signora s’era chinata a stendere la tovaglia, il figlio, da dietro aveva provato a infilare la lingua tra le sue cosce di donna adulta, e alla signora scappò nel volto una smorfia di sorpresa, e uno sguardo a metà strada tra lo sgomento, e la goduta… poi però respinse il ragazzo, riabbottonandosi la camicetta. Il tenente Graf commentò a voce normale per conto suo:
“Hai visto la signora! Il figlio le avrà di sicuro infilato la lingua nel buco del culo! …troia! Non te l’aspettavi, eh?!”
A quel punto anche il loro fratello, presa una salvietta detergente s’era pulito esibizionisticamente la lingua e poi il cazzo sommariamente, rinfoderandolo dentro i pantaloni che non s’era mai tolti mentre fotteva con la donna adulta. Il loro padre, chiamato dalla signora che s’era affacciata apposta, dopo aver salutato il vicino, rientrò a casa continuando a ignorare la nudità delle figlie, una delle quali s’era infilata solo una camicetta bianca, tenendosela sbottonata prima di sedersi a tavola; Il loro fratello non aiutava gran che, limitandosi ad aspettare di ricevere il proprio piatto; l’altra gemella che volle rimanere nuda s’era accomodata per consumare pigramente un grissino, mentre la mamma apparecchiava per tutti... Dopo aver mangiato metà di quel grissino, offrì un bacio in bocca alla sua amata sorella, che prese l’altra metà, tentando pure un gioco di lingua piuttosto esibizionistico. Tuttavia la loro madre, bisognosa dell’aiuto di almeno una delle figlie, le riprese entrambe prontamente … per poi distribuire i primi piatti, intanto che il marito, finiva di distribuire le posate giuste. La liberale famiglia iniziò con un primo di quella che sembrava una banale pasta, rigatoni a quanto sembrava col sugo, un po’ del quale finì per macchiare per distrazione (voluta?) sia il capezzolo destro della figlia con la camicetta, sia il bordo bianco di essa. La loro madre venne vista all’atto di dire con represso disappunto qualcosa, che le figlie, col volto scaricato dal recente orgasmo, ignorarono. Il fratello maggiore se la rideva per conto suo, mentre il pater familias restava imperturbabile come quando sedeva sullo scranno della sua aula. L’altra sorella infatti prima aveva pulito il capezzolo macchiato della gemella con la propria lingua, poi dopo averglielo succhiato, fece partire una strisciata linguale sul seno piatto, salendo fino al collo, terminando solo con la sua lingua nell’orecchio della sorella, che non poté trattenersi dal sospirare socchiudendo gli occhi. La madre le richiamò alla disciplina a tavola; il fratello protestò appena, ma nessuno a quel tavolo mandò sguardacci fulminanti alle ribelli dalla slinguatina facile… Le immagini di quella maleducata intimità davanti ai loro genitori (tolleranti) raggiunsero tramite il drone la centrale-droni, e di conseguenza gli occhi dell’arrapato ufficiale Vitus Graf, nella cui mente (ormai malata) stava chiedendosi: - chissà se dopo mangiato tutta la famiglia magari avrebbe fatto dell’altro sesso, padre, madre e le due figlie col fratello… il tenente Graf nel toccarsi il fondo dei propri pantaloni, ancora una volta non s’era accorto che era entrata da diversi minuti un’altra persona… che ovviamente lo aveva osservato ed ascoltato; era una voce femminile, e disse materna:
“No, infelice tenente. Non scopano tutti in quella famiglia! Il padre delle gemelline fighette è il giudice di ruolo di questa cupola, il giudice Kellum! E a differenza di lei tenente, non gl’interessa come le figlie raggiungano la felicità sessuale…non le tocca mai, gliel’assicuro! Si chiamano Sandra e Velya, hanno tredici anni, e la loro relazione è autorizzata dalle leggi che la regolano; il fratello si chiama Adrian e ne ha diciassette…a proposito! Guardi verso la loro finestra! Lo schermo ce le sta dando ora le immagini, guardi, come faceva pochi minuti fa!”
Una delle ragazze, quella nuda, si affacciò dalla finestra socchiusa verticalmente, e sorrise maliziosamente salutando verso il drone facendo anche una linguaccia, e Vitus Graf capì cosa il gesto (ironico) della ninfetta significasse…poi stessa scena con la quarantenne alta che s’era fatta scopare dal loro fratello: un bel sorriso di sufficienza prima di richiudere la porta-finestra…Adrian parlava al tavolo come se niente fosse stato con l’altra sorella, e il papà…
L’ufficiale, il tenente colonnello Dziekibogu sopraggiunta, naturalmente sentenziò:
“Visto?! La quarantenne si chiama Lilyan …no, non è la madre di quei ragazzi! La vera signora Kellum è uscita per compere, e non pratica l’incesto! Quella che ha visto lei è una porno figurante degli olo porn: l’abbiamo assunta noi, tramite agenzia, e la scopata del figlio l’ha pagata regolarmente il padre, il giudice Kellum…Le figlie gemelle lesbiche, che tra le altre cose, stanno in classe con mio figlio Carl, hanno accettato di fare da esca…quindi lei tenente Graf è sollevato dall’incarico seduta stante! Mi dia l’olocube!”
Il tenente impotente psicologicamente gli diede l’olocube con cui aveva appena registrato la curiosa scena mista lesbo-etero; poi il capitano gli intimò:
“…anche quello che ha nascosto dentro il calzino della sua scarpa, prima!”
Graf s’inginocchiò per recuperarlo dalla propria caviglia, e glielo diede. Il capitano dalle burrose forme evidenziate dalla sua divisa verde-nero gli disse come se fossero a lezione in aula, con postura eretta militare:
“Il suo commercio è finito! Si ritenga agli arresti! Entro domani a mezzogiorno le notificheremo ciò che dovrà sapere per difendersi! Insomma tutti i reati da lei commessi. Ah, il suo contatto, Antonellou Suryanappi, quello che le procurava le dritte, l’abbiamo arrestato ieri! Ed essendo un vigliacco s’è sbrigato a cantare: lei ha un’autentica passione morbosa per l’incesto!”
“…ehm…per le accuse …non…non saprei …non può anticiparmi nulla? ...”
“Vorrebbe difendersi da solo?”
“No, per…per avere un’idea!”
“Se vuole dormire male agli arresti…”
“Sì…”
“Allora ci sono accuse che vanno dal peculato d’uso di beni dello stato, uso improprio degli stessi, eccesso di potere, alla violazione delle norme sulla privacy e sulla sicurezza degli apparati, cioè insomma la sua contattiera abusiva! Però! Ne ha di competenze informatiche!…e debbo dirle che ci sono anche due denunce di privati abbastanza recenti, da lei ripresi e rivenduti sul mercato cibernetico…ormai è questione di un paio di giorni, e lei non sarà più nemmeno un tenente, e le sarà anche tolta la licenza per il pilotaggio dei droni…i suoi conti bancari sono stati bloccati appena adesso, quando sono venuta qui, per notificarle la fine dei suoi giochi!…se ha messo da parte abbastanza criptomoneta in altro luogo, tanto non le troviamo mai, forse potrà pagarsi un buon avvocato…ma si metta l’animo in pace: anche se dovesse evitare il carcere non sarà più un militare, e finirà comunque nella lista dei molestatori sessuali.”
“Io non molesto mai nessuno! …ho solo guardato un po’!”
“Certo, certo…a parte i soldini fatti vendendo le immagini!”
“Lo fanno in tanti: anche dei poliziotti se è per questo…”
“Mi faccia dei nomi, e procederemo immediatamente! La sua collaborazione sarebbe di sicuro più apprezzata di quella del suo contatto già arrestato! Un tipo che non mi piace a pelle!”
Il tenente Graf ormai rosso d’imbarazzo aveva lasciato libero il suo posto di pilotaggio remoto, e consegnato gli olocube alla Dziekibogu, una graziosa trentenne mora, quando era allievo della scuola di polizia lunare e lei capitano-istruttrice, ora se la ritrovava tenente colonnello ultraquarantenne con poteri d’indagine contro il suo ex allievo…
“Io…capitano…ecco…”
“Tenente colonnello ora! …è passato molto tempo da quando lei era mio allievo!”
“…”
“Ah, ma…che…?”
Il tenente allungò una mano all’improvviso, infilandola sotto la gonna dell’ufficiale; le cercò la vulva ostentando faccia tosta, e infilando la mano sotto i tasselli laterali del capo intimo scostandone teppisticamente il bordo elasticizzato, e sentendo sulle proprie dita carne, pelo e calore di quel sesso che lui avrebbe trovato, in altre più fortunate ed immaginarie circostanze, molto accogliente e materno. La matura ufficiale, trascorso un lungo istante con cui guardò con sufficienza e irritazione lo sfrontato sottufficiale, gli tolse la mano fermamente, e gli disse:
“Tenente, lasci che le dica una cosa: mi ricordo di lei quando era allievo, e io istruttrice di polizia criminale: in classe lanciavo delle esche per gonzi parlando delle situazioni illecite d’incesto da noi indagate negli anni, e lei era tra quelli più attenti sul tema; troppo attenti, praticamente un fissato: su di lei diedi un giudizio con riserva quando si diplomò ufficiale. Non dovrei dirglielo perché è un segreto militare, ma per quel che riguardava lei, dato che aveva avuto il nonno colonnello a proteggerla, non mi fu possibile respingerla, o assegnarla ad incarichi più innocui di polizia amministrativa; però suggerii rispettosamente a chi di dovere di tenerla lontano dai reati sessuali…e lei me l’ha appena dimostrato quanto ci avessi preso! L’avranno assegnata ai droni nella falsa convinzione che sarebbe stato troppo impegnato a pilotarli! E invece li aveva ottimizzati per il suo voyerismo! Incredibile!”
“…io il …l’incesto …m’interessava, ma…”
A questo punto l’ufficiale, che non aveva usato toni tanto severi, guardò quel futuro ex tenente con una compassione forse inconscia, comunque sotto una luce diversa, per qualche istante…
“Ciononostante lei mi fa una certa pena, tenente!”…
“Ciononostante lei mi fa una certa pena, tenente!”…
“Ciononostante lei mi fa una certa pena, tenente!”…
…questa frase, aveva pensato di pronunciarla, ma le aveva solo rimbombato nel mente due-tre volte, ma non era mai uscita dalla bocca del tenente colonnello; restò rigorosamente mentale, e dopo averla riascoltata come pensiero, il tenente colonnello Dziekibogu toccò un paio di comandi del suo tablet, e le porte si chiusero tutto intorno a loro; quindi attenuò l’illuminazione dal soffitto dell’ottanta per cento…con un buio che sulla Terra poteva essere quello delle otto di sera in inverno, un lampeggiante rosso sopra le loro teste, intorno a loro, informava che le porte non potevano restare chiuse indefinitamente…una voce femminile automatica informò i presenti:
-“Porte chiuse. Non andate in panico, siete comunque al sicuro. Una squadra esterna già avvertita aprirà le porte entro cinque minuti.”
Il tenente, smarrito, poté udire queste parole, ma non le recepì, e capì cosa stava per succedere solo dopo che il capitano s’era inaspettatamente alzata la gonna sotto al ginocchio verde scuro fissandolo negli occhi, e abbassatesi le ampie mutande fino a metà ginocchio, gli presentò l’oggetto del desiderio di ogni maschietto: una normalissima fica dal pelo scuro, regolare, trimmato, di una donna ultraquarantenne al centro di due cosce ancora sode, con poca inevitabile cellulite, e qualche vena varicosa che quella luce attenuata non poteva mostrare, a meno di non sapere dove guardare. Non erano le cosce di una fotomodella naturalmente. La donna gl’intimò sotto il lampeggio della luce d’allarme rossa che mostrava le sue pupille decise:
“Lei ha tre minuti per togliersi la sua morbosa curiosità o soddisfazione, poi arriveranno …o meglio irromperanno due soldati della polizia militare! Le concedo tre minuti di sesso orale, io di solito una prima venuta ce l’ho dopo circa due minuti di lingua… Poi non ci parleremo, né ci vedremo più in tutta la nostra vita! Se la incontrassi mi volterei dall’altra parte! Se vuole approfittarne deve solo metterci la lingua! Sono pur sempre una donna, e potrà assaggiare i miei sapori, ma solo qui e ora! Ecco…un attimo, ecco! …da adesso! …”
La donna davanti a lui gli mostrò stranamente fiera il suo sesso, che il tenente aveva sognato centinaia di volte quando era un suo allievo, e ora lo guardava incredulo sotto quell’irreale lampeggio di luce rossa, e rumori di sottofondo elettrici degli apparati hardware di quella sala in ripartenza automatica; lei dopo uno sguardo al suo orologio gli intimò nuovamente, con tono tranquillo:
“Due minuti e quaranta, tenente! Gli altri due servono per ricomporsi quando faranno irruzione!”
Il tenente, dapprima incerto i primi venti secondi, venne avanti subito, e s’inginocchiò all’istante; afferratele le natiche, leccò vigorosamente quella vulva pelosa color grigio cinereo come i capelli che teneva ondulati verso sopra. La mano destra del tenente cercò subito l’ano che massaggiò esternamente con il polpastrello del dito medio mentre le leccava le pieghe di carne della fica. Per quell’invasioncina inaspettata del buchino posteriore, una specie di scaramuccia di confine in realtà, la donna emise un rantolo d’imbarazzo.
“AHN…mhmmmm…! Anche lì, eh?”
Il tenente diede lappate frenetiche e ampie, a caso, appiccicando su quelle carni intime di lei sempre più umide l’intero volto, per sentirne tutto il calore e l’odore qualche istante, invidiando mentalmente chi poteva scoparsela tutte le sere, per poi saggiarle meglio la fica con la lingua, e verso lo scadere di quei due minuti residui, quel caldo sesso di donna per lui materna, gli bagnò la lingua di sapori salati, e dolci come il bianco d’uovo, ma senza troppe emissioni. La matura donna durante quei due minuti e mezzo di servizievoli leccate aveva sospirato solo un paio di volte, contraendo sempre un paio di volte il basso ventre, e tremando una volta sola facendo credere alla lingua disperatamente mossa dal tenente che non avesse goduto che di poco…lui continuava a leccare quel sesso, e quando leccò via l’ultima bavetta pescata sotto lo spacco, la donna lo fece alzare…i tre minuti promessi erano trascorsi.
“Le ho bagnato il volto, si alzi adesso! Mi ha assaggiata, come voleva fare da allievo! Spero le sia piaciuta; sa, qui uso saponi commerciali! Ora mi dia le mani…”
“…ancora un attimo! Si volti per favore!”
“Capito, ok! …Così va bene?!”
La donna, intuendo le sue intenzioni porcelle, mantenendo rimboccata in alto la gonna, gli presentò l’enorme culo di cui lui scostò subito le natiche per godere la vista dell’ano, e leccarlo per coglierne il sapore, per pesante che fosse, da riporre nel suo personale catalogo dei ricordi più intimissimi…
“Sì, sluuuuurpl...slaaaaapp!”
“…mhm…ahnnnn!”
Il tenente si prese la soddisfazione di assaporarle anche l’ano, imbarazzandola nuovamente. Poi la donna si voltò tornando di fronte a lui, che le diede le proprie mani…
… e senza difficoltà lo ammanettò. Poi, accortasi di avere ancora il sesso bagnato, grazie all’imbarazzo inatteso del bacio anale-linguale, si pulì il sesso con la mano destra, strofinandocela bene, e ne offrì il palmo alla lingua dell’arrestato, che leccò ancora, di fatto pulendogliela a sua volta. Il tenente le chiese:
“…e…er…era già bagnata capitano? Quando ho iniziato a leccargliela, intendo.”
“Un po’…ho assistito a quel video come lei, mentre lei non se ne accorgeva, impegnato a commentare da solo! Comunque la lecca bene, ho potuto accorgermene! Strano che non si sia trovata una donna! …ho goduto tenente, stia tranquillo, ho goduto! Anche se il buco dietro non era nei patti!”
La luce era tornata, all’improvviso come se n’era andata ad un comando del capitano, e apertasi una porta automaticamente due poliziotti della polizia militare erano sopraggiunti mentre i due, indagante e indagato, stavano conversando come se niente fosse, quest’ultimo già ammanettato. I due militari naturalmente chiesero:
“…tutto bene, capitano?”
“Certo. Purtroppo è andata via la luce mentre cercavo questi olocube; uno era scivolato sotto una consolle, e per prenderlo devo aver toccato qualcosa! Colpa mia, mi dispiace! …ehhh, fortunatamente l’abbiamo trovato! Mi ha detto lui stesso dove guardare…”
La matura ufficiale mise gli olocube in bella mostra agli agenti, poi li ripose in una bustina trasparente, d’ordinanza in quei casi, quindi sigillatala diede le ovvie istruzioni ai due agenti…
“Prendete in consegna il tenente, e scortatelo nei suoi alloggi senza toccare niente! Non appena vi raggiungo procederemo alla perquisizione. Arresti domiciliari intanto che avvisiamo il magistrato! L’avverto, tenente, dopo l’udienza di convalida del fermo il magistrato potrebbe disporre la custodia in carcere! Comunque metterò una buona parola per i domiciliari!”
“Venga con noi tenente! L’accompagniamo nei suoi alloggi!”
Il tenente Graf avrebbe voluto salutare la tenente colonnello, la quale si era voltata…uno dei suoi guardiani intimò nuovamente:
“Andiamo, tenente!”

A casa di Gesien, ovviamente ignorando tutto dell’arresto del pilota voyeur che li aveva spiati, la stanchezza generale aveva causato in tutti una bella umanissima…dormita. Quando si ripresero dal sonnellino Gesien disse ai presenti in conversazione spontanea perché aveva detto ad alta voce che non era rimasta incinta; descrisse rilassata, e liberamente, il rapporto incestuoso col fratello, e quello che finirono per sviluppare con la loro mamma, appassionata di doppia leccata, e doppia penetrazione nelle parti intime. Certo la madre di Gesien avrebbe potuto ottenere queste cose con suo figlio Koen, e qualche suo compagno di scuola, ma per non essere chiacchierati, tutto sarebbe dovuto restare in famiglia. L’invidia della loro madre per gli incesti stabili sopravvenne quando una sua assistita le mostrò confidenzialmente le foto digitali della doppia penetrazione con i propri figli, molto carini entrambi, ai quali s’era concessa fin dalle prime pulsioni del maggiore dei due, convincendo poi l’altro a partecipare. Una madre bella e snaturata certo, ma che la mamma di Gesien volle coprire non menzionando la situazione morbosa a casa di quella singolare mezza famiglia che le era stata assegnata, da quando quella madre lussuriosa aveva perso il lavoro di technoperaia, per non averla data – a suo dire – ad un paio di capi reparto... Non si capì mai cosa era successo veramente, e Gesien non volle mai chiedere, ma sapeva bene a livello di pensiero laterale che una volta sola, ma pur sempre una volta materiale, vera, sua madre Agatha assistente sociale, era uscita dal recinto della legalità: aveva chiesto di essere lei la donna scopata dai due figli della sciagurata. In qualche modo la cosa venne combinata, e quando ad Agatha cominciò ad essere simpatica quella situazione intrigante, Gesien l’aveva già data spontaneamente a Koen…e la loro madre, rigorosamente di nascosto dal marito, combinava triplette con i suoi due figli in camere d’albergo per mezza giornata, due volte al mese…Gesien stava raccontando una di quelle esperienze a Laurenze e Angela che proveniva anche lei da un periodo incestuoso, mentre sorseggiavano una bevanda; i loro toni bassi avevano curiosamente stimolato il sonno in Go e poco tempo dopo suo padre Aleander:
“… ma vostro padre sapeva?!”
“Io non glielo dissi mai della voglia di mamma per la doppietta, né lui chiedeva, Laurenze!”
“…e scusa Gesien, tu con chi preferivi fare sesso a casa tua?”
“Con tutti: mio fratello, mio padre, mia madre – ben inteso se era solo sesso! - Se sentivamo scopare i nostri genitori, ci scambiavamo un’occhiatina …se era un’occhiatina maliziosa uno di noi due si calava le mutande…e finivamo a scopare pure io e Koen, se ci andava! Ci godevamo i sensi e basta! Niente gelosie, Angela! Tutta condivisione, e niente possesso! Il possesso è egoistico! L’unico sentimento la solidarietà reciproca, anche nel sesso!”
“…e con tuo padre riuscivi a farlo?”

- continua -
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