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Il collega


di rhapiu
15.02.2010    |    27.615    |    1 6.9
"Io: “Ma che cazzo fai?” Sharon: “Dai, non fare la moralista ipocrita..."
Salve a tutti, mi chiamo Romina (in realtà Romilda, sì lo confesso, però mi faccio chiamare così perché il nome di battesimo non mi piace), e vorrei raccontarvi di un fatto che è avvenuto durante il lavoro che svolgo da molti anni. Tanto per cominciare, lavoro in una piccola azienda di elettronica dove ognuno ha il suo reparto e la sua mansione a catena. La fabbrica è discreta, ci sono due piani, io lavoro al piano terra. Un paio di anni fa ho stretto subito amicizia con una nuova arrivata, Sharon, una giovane ventenne molto sviluppata e carina. Lei lavora al piano superiore e la maggior parte del tempo è da sola. Premetto che io sono quasi sulla quarantina (come età), anche se direi che mi tengo abbastanza in forma. Ho un viso abbastanza carino con qualche lentiggine, capelli castani lunghi fino a metà schiena (al lavoro li raccolgo o a coda di cavallo oppure semplicemente dai lati), sono magra, ho un piccolo seno ma in compenso un bellissimo culo; infatti amo indossare delle tute aderenti in modo da mostrare le mie deliziose rotondità, e me ne accorgo che gli uomini mi guardano con piacere, tanto sono single, vivo da sola, posso fare come voglio, ma non sono troia. Sharon invece è un po’ l’opposto: cicciotella (anche se secondo me e molti altri non sta affatto male), un viso molto carino ma non eccezionale (un po’ come me, insomma, bella ma non strafiga), capelli neri lunghi e molto mossi, se non ricci, e due tette grosse e vere (porterà una quarta suppongo).

Una mattina che sembrava come tutte le altre, all’improvviso mi sentì chiamare a squarciagola di sopra proprio da Sharon. Andai nel suo reparto e mi mostrò cosa diavolo fosse successo. Aveva il tavolo pieno di una roba bianca, ma fu l’odore che emanava che mi fece capire cosa diavolo fosse.
Sharon: “Hai idea di chi possa essere stato?”
Io: “No, è impossibile che una persona sola possa fare tutto questo! È una mente perversa”
Sharon: “Adesso lo dirò al capo”
Io: “Meglio di no sai, qui di uomini ce ne sono sette, non possiamo escludere che sia stato lui”
Sharon: “Ok, mi hai convinto. Allora mi aiuti a ripulire?”
Io: “D’accordo”.

Passò circa una settimana, era ora di andare a casa, chiamai Sharon per andare a cambiarci negli spogliatoi e andare via. Aprì il mio stipetto e di nuovo quella roba bianca.
Io: “No, porca troia! Ma chi cazzo è che può fare una cosa simile?”
Sharon: “Cosa? Uh, ancoraaaa! Romi dobbiamo scoprire chi è questo maiale e fargliela pagare”
Io: “E chi pensi che possa essere, per me uno da solo non può fare queste cose”
Sharon: “Pensi male, mia cara. Io ho capito che può essere stata una persona sola, basta che vai su Internet e te ne rendi conto, se vuoi vieni a casa mia che ti faccio vedere, visto che tu non hai il computer”
Io: “Allora ti porto a casa io, tanto il tuo fidanzato non può venire a prenderti, no?”
Sharon: “Va bene, grazie. Almeno evito di aspettare la corriera”.

Con la mia macchina andammo a casa sua, un piccolo appartamento in città, giusto per una coppietta alle prime armi. Sharon accese il computer, dopo aver risposto ad alcuni messaggi di Facebook andò su un sito. Con mio gran stupore vidi subito che si trattava di video porno.
Io: “Ma che cazzo fai?”
Sharon: “Dai, non fare la moralista ipocrita. Poi te che sei sola non mi dire che non te la meni ogni tanto. Sai, quando Mario non c’è, qualche volta mi sento sola e vado su questi siti, così me la sgrilletto. E ti voglio far vedere questo sito particolare, “Cock Competition”.
Cazzo da competizione, dove un nero con un’asta lunga forse mezzo metro si contende due pornostar e alla fine scarica violenti e possenti getti di sborra. Non ci potevo credere a quello che vedevo, la mia ignoranza era molto ampia sui neri; come molti sanno la maggior parte sono dotati, ma non immaginavo che potessero sborrare in quella maniera.
Sharon: “Hai capito chi può essere stato?”
Io: “Sì, non ho dubbi, anche se non me lo aspettavo da lui”.

Passò un’altra settimana e il nostro piano di vendetta era stato ben congegnato. Era ora di smontare dal lavoro e Georgie, un ragazzo (stessa età di Sharon) nato in Liberia e trasferito con la sua famiglia in Italia quando era piccolo, quindi nero DOC, ebbe dei problemi con la sua auto. Io e Sharon allora intervenimmo.
Sharon: “Amore, hai dei problemi alla macchina?”
Georgie: “A quanto pare sì”
Romina: “Ti posso dare un passaggio se vuoi”
Georgie: “No grazie, chiamerò il carro attrezzi”
Romina: “Insisto! Non è prudente che resti qui da solo, al buio, in una zona un po’ sperduta”
Georgie: “Va bene, vorrà dire che la lascerò qui e chiamerò domani”
La prima fase era andata, Sharon aveva tolto qualcosa dalla macchina (sono una frana, non so cos’era), essendo una grande esperta nel settore (suo padre è un meccanico), l’indomani gliela avrebbe rimessa a posto e l’auto sarebbe ripartita senza nessun bisogno di chiamare il carro attrezzi. La mia macchina è a tre porte, quindi Sharon andò dietro e Georgie sedeva al mio fianco. Sharon indossava una maglietta molto aderente e le sue tette strabordavano quasi dalla scollatura, si avvicinò fra i due sedili anteriori in modo che Georgie potesse essere a portata di bocca.
Sharon: “L’altro giorno è successa una cosa strana: c’era una quantità incredibile di roba bianca sul mio tavolo, allora con un dito l’ho presa e l’ho leccata, poi l’ho ripresa e l’ho succhiata. Mi sono calata i pantaloni, scostato il perizoma e ho premuto la mia passera su questa roba che sembrava, sembrava…”
Io: “Accidenti, pure io l’ho vista. L’ho trovata nel mio armadietto, e devo dire che chiunque sia stato non so cosa darei per fargli un servizio come si deve per ripagarlo di quel regalo che mi ha fatto. Sono in crisi come una drogata, alla sola vista mi sono bagnata fra le gambe, ci fosse stato un uomo lì a fianco l’avrei violentato, anche se fosse stato un cesso, basta che avesse un cazzo”
Sharon: “Cazzo, Rò, così mi ecciti”
E ridemmo tutti. Georgie non disse una parola, era molto timido e riservato, anche se notai che dai pantaloni qualcosa stava crescendo, e che poi nascose con la giacca. Dovevamo passare al piano B.
Sharon: “Cosa fai tu Giò nel tempo libero? Visto che non hai la ragazza ti fai le seghe?”
Georgie: “Ma che dici…”
Sharon: “Beh, che problema c’è! Io e Romina ti abbiamo confessato un nostro piccolo segreto intimo, ora devi mostrare anche tu qualcosa di intimo!”
Io: “Per esempio il tuo arnese, dicono che i neri ce l’hanno grosso, io non ci credo però”
Georgie: “Vuoi che ti smentisca?”
Io: “Diciamo che l’unico modo è che lo mostri”
Georgie si tiro giù la lampo e mostrò il suo cazzo in tiro.
Sharon: “Oddio! Ma sei scemo? Guarda che Romina scherzava!”
Georgie: “Si si, vabbè. Siete due troie allora”
Io: “Oh, Sharon! Hai sentito come ci ha chiamate?”
Sharon: “Romina fermati un attimo che gli facciamo vedere chi siamo!”
Accostai l’auto in una zona un po’ “imboscata” e Sharon ribaltò all’indietro il sedile del ragazzo.
Sharon: “Allora… niente iniziative personali, ok? Altrimenti giuro che ti taglio le balle! Stai alle nostre condizioni.
George annuì, Sharon mise in mostra le sue tettone e salì sopra al ragazzo, in una sorta di 69. Cominciò a fargli una spagnola, si prese i seni tra le mani e li schiacciò attorno a quella mostruosa asta, facendo su e giù lentamente.
Sharon: “Dai Rò, lubrificalo per bene questo palo della luce, sputa anche in mezzo alle tette”.
Cominciai a sputare, ma non avevo molta saliva, perché il piano aveva previsto che nell’ultima ora di lavoro bevessi un litro e mezzo d’acqua, quindi la vescica mi stava scoppiando.
Io: “Devo pisciare, sto per scoppiare, ora vi lubrifico come si deve!”
Abbassai i pantaloni e in qualche modo diressi la mia fica su quei due spettacoli della natura, orinando a fontanella per un minuto, incurante di bagnare il sedile della macchina, tanto ormai dovevo comprarne una nuova e rottamarla. Sharon poi centrò per un attimo il getto di pipì con la bocca e ne bevve un po’, era davvero una zoccola, e del resto un po’ anche io. Finito questo spettacolino cominciammo a sputarci sui palmi e a fargli un segone a quattro mani.

Mentre facevo su e giù con le mani notai una torcia, oh cazzo, ci aveva scoperti qualcuno. La cosa incredibile era che questa persona ci conosceva molto bene.
“Che cazzo combini troia?”
Sharon: Ma porca… ma come è possibile che sia così sfigata?”
Era il ragazzo di Sharon, che bussava insistentemente al finestrino ed era su tutte le furie. È una guardia di finanza, ventisettenne di bella stazza; guarda la coincidenza ci aveva beccato a fare una sega al nostro collega iperdotato.
Sharon: “Amore, non sto facendo niente di male, solo una stupida sega, dai! Non roviniamo tutto, non fare il geloso”.
Mario: “Senti te questa”
Sharon: “Visto che mi hai anche confessato che ti faresti il culo della Romina te lo concedo”
Io: “Cosa? Tu glielo concedi? Veramente dovrei essere io quella che glielo concede!”
Mario: “Davvero posso Romina? Dai apri la portiera che ti impalo”.
Io: “Scordatelo!”
Sharon: “Guarda che non ha certo un randello come Georgie, non ti farà male, ti piacerà”
Io: “No e poi no! Non mi inculi, voglio rimanere vergine in quel punto, glielo do solo per leccarmelo”
Mario: “D’accordo! Apri la portiera che te lo mangio quel ben di Dio”
Aprì la portiera, mi misi a 90°, lui si accucciò e cominciò a baciarmi e mordicchiarmi i glutei, poi con la lingua mi picchettava sull’ano, e poi tuffò la testa completamente. Mi succhiò anche la passera, facendomi venire un paio di volte con potenti orgasmi.
Io e Sharon nel frattempo non resistemmo più e cominciammo a fargli un pompino, prima alternato, poi insieme, a George, che ricevette il benestare di Sharon per occuparsi della sua fica grondante con la bocca. Dopo un po’ in quella posizione, Sharon voleva provare il cazzo nero nel culo, tutto era impossibile, voleva vedere fino a che punto arrivasse. Si sedette sopra di lui, poi si alzò e cominciò lentamente ad infilarselo nell’ano, dopo che era stato bagnato per bene da George, mentre io gli lubrificai l’asta, e cominciò ad incularla. Io cominciai a fare un pompino a Mario, poi iniziammo a trombare. Erano almeno quattro anni che non scopavo, e la cosa mi eccitava moltissimo, poi non mi ero mai trovata in un bordello come quello, quindi l’eccitazione era dovuta al mix di quelle due cose.
George: “Presto, sto venendo”
Sharon si sfilò il cazzo dal culo e in quegli attimi attendemmo con ansia la mostruosa sborrata, che puntualmente avvenne sui nostri bei visini. Eravamo due maschere bianche, incredibile! George aveva la fotocamera e ci scattò una foto, meglio di due pornostar.

Forse presa un po’ troppo dal momento non mi accorsi che Mario venne dentro la mia figa. Adesso ho appena fatto il test di gravidanza e risulta…
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