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Quell'estate in Grecia (10) - Serata in terrazza - P.3


di Membro VIP di Annunci69.it PaoloSC
09.05.2023    |    2.265    |    1 9.6
"“Amore, quanto sei bella quando ti incazzi! Se potessi, ti scoperei qui, davanti a tutti!” le dissi pianissimo..."
Serata in terrazza – Parte 3

I nostri amici irlandesi ci avevano raggiunto. Alla fin fine, era solo mezzanotte: la notte era giovane.
Mi infilai di corsa il caftano e scesi giù di sotto ad aprire il portoncino.
I quattro erano ancora in tenuta da mare, le ragazze in maglietta e costume, i ragazzi con in pantaloncini da mare, e portavano uno zaino.
“What’s up? Any serious issue with the seacock? Is she sunken?” chiesi loro se la loro barca era poi affondata per via della presa a mare difettosa.
“It’s a mess. A big mess. We must wait tomorrow morning and try to fix the water inlet by the external side but we need a scuba professional that will arrive late in the morning from Athens”mi disse, spiegandomi che il problema poteva essere risolto solo l’indomani mattina con l’arrivo di un sommozzatore esperto da Atene.
“Port Autority had ordered us to leave the boat for tonight: too many risks” aggiunse, spiegando che l’Autorità portuale aveva ordinato loro di sbarcare per non correre rischi.
Ero dispiaciuto del loro problema.
Feci loro strada ma li avvisai.
“Stavamo facendo un naked party tra di noi. Quindi, se volete unirvi a noi, dovete uniformarvi!” gli spiegai.
Non è che avessero tutto questo entusiasmo, ma il proporre loro qualcosa di inaspettato, anche nel loro momento di sconforto, non avrebbe fatto male e magari li avrebbe aiutati a dimenticare per un po’ i problemi.
“Guardate chi c’è?” dissi uscendo in balcone ed accompagnando gli amici irlandesi fuori.
Gli altri si erano nel frattempo rivestiti, o meglio, coperti alla meno peggio. Solo le ragazze si erano rimessi i loro vestiti leggeri e trasparenti, ma in penombra non è che si notasse moltissimo.
“Saluti a tutti!”
“Bene arrivati!”
“Avete fame sul serio? Avete mangiato?” chiesi.
“Siamo affamati. Non mangiamo da stamattina. Ora è tutto chiuso in giro!” rispose Caitlin. “Ed in barca non abbiamo potuto cucina re, pericolo di scoppio!” aggiunse.
Francesca e Dede si alzarono e si recarono in cucina.
“Ci pensiamo noi!” dissero all’unisono.
“Chi vuole due spaghetti aglio olio e peperoncino?” chiese Francesca affacciandosi fuori in terrazzo.
“Amore, perché non mettiamo un po’ di pomodori freschi in padella assieme all’aglio e facciamo un sugo fresco?” proposi.
“SIIII!!” risposta generale.
“COOL! I WANNA EAT SUGO POMMODORI FRESCI!” disse storpiando la pronuncia Rebecca.
“Uhm, ci sono solo cinque pomodori ed una scatola di pelati” mi rispose.
“Butta i pelati in casseruola con un dito d’olio, metti i pomodori freschi in tegame con un po’ d’olio e fagli buttare fuori l’acqua” dissi a Francesca.
“Guarda che so come devo fare. Vuoi farlo tu?”
“No amore, va bene come fai tu. Tu sei perfetta!” risposi prendendola per il culo.
Mi rispose con il medio alzato, accompagnato dal medio di Dede.
Tutti si misero a ridere, tranne gli irlandesi che avevano compreso solo il gesto nel linguaggio universale. Spiegai loro il motivo dello scambio.
Rebecca si alzò ed andò in cucina.
“Sono molto spiacente, non volevo darvi questo peso. Come posso aiutarvi?” chiese.
“Guarda cosa c’è in frigo come secondo, mi pare che ci sia una mozzarella, ma mi sa che è vecchia, e del formaggio. Non abbiamo molto, domani è l’ultimo giorno e partiamo per cui non aveva senso fare la spesa.”
“Però abbiamo molta insalata che dobbiamo mangiare entro domani. Volete che ve la prepari? Solo insalata, condita con olio aceto e limone, ok?”
“Fantastico!” rispose Rebecca. “Si, la mozzarella puzza! È da buttare. Il formaggio è ancora mangiabile. L’insalata è da pulire. Posso?” disse.
“Certamente! Trovi la ciotola sopra il lavandino, poi ti dò olio e aceto, il limone è in frigo.” Rispose Francesca.
Dede stava davanti ai fornelli con la luce che la illuminava mostrando la sua nudità sotto il vestito trasparente.
“Dede, Francesca, siete fichissime così. Come mai state nude?” chiese Rebecca, ovviamente in inglese.
“Abbiamo fatto un giochetto osè, a sex play. Era parte del gioco.”
“Pure noi!!! Lo rifacciamo?” chiese Rebecca.
“Honey, con te farei di tutto!” rispose Dede.
Rebecca diventò tutta rossa e si dedicò al lavaggio dell’insalata ed al suo condimento.
“La faccio tutta?” chiese.
“Ma si, falla tutta, di certo non andrà sprecata.” Rispose Francesca.
“Rebbie, chiedi a Paolo del vino!” disse Dede.
Rebecca uscì fuori in cucina e disse “Paolo, Dede vuole del vino!”.
“E lo chiede a me? Adriano!!! È la donna tua, mica la mia!” risposi.
“Cretino! Intendo il vino per tutti” disse Dede affacciandosi dalla finestra.
“E che ne sapevamo noi?” ribattei.
Mi alzai ed andai a prendere un paio di bottiglie. La cantina era disperatamente vuota, rimanevano solo due bottiglie di bianco frizzante ed una di rosso. Zero birra, zero alcolici se non una bottiglia di ouzo talmente secco e forte da far tossire oltre, ovviamente, ai rimasugli di whisky, amaro e ouzo dolce in terrazzo.
Misi entrambe le bottiglie di bianco in freezer ed aprii quella di rosso.
“Sorry guys, but we drunk everything stronger than 5 degrees. Eventually we left only sparkling water and some warm white wine that I’ve just put in the fridge. And this bottle of hot red wine!” dissi loro mostrando la bottiglia di rosso appena aperta.
“I think this is better than nothing. I appreciate a lot! Thanks mate!” mi rispose ringraziando.
Giustamente, meglio quello di niente; di sicuro, meglio per un irlandese abituato a trangugiare birra.
Vino rosso caldo! Bah!
Patrizia e Caitlin stavano confabulando e presto si associò a loro Federica che era appena ritornata in terrazzo dopo essersi fatta la doccia e rimessa la vestaglietta semi trasparente. Stranamente, non aveva rimesso l’intimo. Che si aspettesse qualcosa?
Noi altri invece ci mettemmo a confabulare ma il tema era soprattutto il guasto alla barca.
Sean ci spiegò che alla fine, quello che sembrava essere un guasto banale era un problema perché la pompa di sentina si era rotta mandando in corto mezzo impianto elettrico di emergenza, e la presa a mare dell’acqua di scarico delle toilettes si era rotta provocando una falla.
La pompa poteva essere riparata a bordo una volta ricevuto il ricambio e risistemato l’impianto elettrico, la falla doveva essere riparata in cantiere, ma significava portare la barca di nuovo a Mikonos e percorrere 30 miglia circa in mare aperto. Insomma, un bel problema.
In più, John e Rebecca dovevano rientrare anche loro il lunedì successivo e quindi la traversata sarebbe stata tutta in carico di Sean e Caitlin.
Poi John ci chiese che cosa avessimo fatto prima che arrivassero.
Mentre Filippo era in bagno gli spiegammo che avevamo fatto un gioco a sfondo sessuale per costringerlo a fare sesso con Federica, come da richiesta delle nostre fidanzate, visto che per motivi vari non si erano mai dati da fare durante la settimana.
Sean prese la palla al balzo: “Non è che potreste fare lo stesso con me e Caitlin? Anche con lei è da venti giorni che non facciamo sesso. Prima era il ciclo, poi aveva mal di testa, poi si vergognava e per un motivo o per l’altro ha sempre detto di no”.
“Ma state ancora insieme? Non è che lei ha un altro?” chiese Andrea.
“Ma no, lei dice di amarmi ancora, mi vorrebbe ma poi non le va. Quando la tocco sembra che si accenda, ma poi si spegne subito” spiegò.
“Le ho chiesto se voleva che ci lasciassimo, se c’era un altro ma lei ha detto di no, nessun altro, non vuole lasciarmi perché sta bene con me e sono molto buono, eccetera eccetera.”
“Ma sessualmente è sempre stata così?” chiese Adriano.
“Diciamo che non è mai stata molto attiva. Ha ricevuto un’educazione religiosa in un collegio femminile di suore dove di certo non le hanno insegnato educazione sessuale!” raccontò.
“Noi ci siamo conosciuti al college e credo di essere stato il suo primo ragazzo. Di certo non era assolutamente esperta a letto, ho dovuto insegnarle tutto, ma almeno qualche volta godeva e per un certo periodo mi cercava lei ogni sera, anche più volte al giorno. Ora è quasi un mese che dice sempre di no. Sono riuscito a farmi fare un pompino la scorsa notte quando siete venuti voi, ma forse perché era mezza ubriaca!” concluse Sean. “Mi aiutate?”
“Ma non è che sei troppo grosso per lei?” gli chiese Andrea.
“Grosso?” si intromise John. “Naaa, lui è assolutamente normale. Io sono grosso, 22 centimetri full mast!” aggiunse prendendo il suo pacco in mano, per fortuna ancora dentro i pantaloncini.
“E cosa vorresti fare?” gli domandai.
“Qualsiasi cosa che mi permetta di fare un po’ di sesso con lei. Ho provato a farla bere, nulla, ho provato con l’erba, nulla. Non posso drogarla, sarebbe stupro!”
Che pizza! Sembrava che tutti avessero, chi più chi meno, problemi di relazione che influenzavano direttamente la sfera sessuale. Federica e Filippo erano bloccati sul matrimonio, Patrizia rinfacciava ad Andrea di essere poco prestante, Dede sopportava poco la monogamia preferendo spaziare in tutti gli universi paralleli, orizzontali e verticali.
E ora, anche i nostri nuovi amici irlandesi, che avevano problemi di relazione. Chissà perché.
Io un’idea me l’ero fatta, e mi era scattata quando mi aveva accennato al collegio femminile di monache. Poi mi ero distratto ma la cosa continuava a ronzarmi in testa.
“Sean, dimmi una cosa: non è che Caitlin è lesbica? O meglio, non è che le piacciono anche le donne?” chiesi all’improvviso.
Sean mi guardò colpito, ragionò un momento e poi mi rispose: “Mi sa che hai ragione. E allora dici che è quello? Non le va il sesso maschile?” mi chiese.
“Non saprei. Però possiamo ragionarci su. Ad esempio, tu la lecchi mai? La stimoli mai sul clitoride?” gli domandai.
“Leccarla? Non molto, qualche volta i capezzoli, preferisco usare le dita” rispose con sincerità.
“E no, uso le dita soprattutto per masturbarla, ma non sono mai riuscito a farla venire. Solo quando facciamo sesso viene, ma non sempre”.
“Ma tu sei sicuro che venga?” gli chiesi a bruciapelo.
“Come sicuro? Si, cioè, non lo so. È lei che mi ha detto di essere venuta qualche volta” rispose un po’ imbarazzato.
“Quindi tu non sai se la tua ragazza ha mai provato un orgasmo con te. Non sai se squirta, non sai se si bagna…”
“Beh, bagnarsi si, non sempre ma qualche volta la sento quando si bagna, soprattutto quando si struscia con il clitoride sopra il mio pube quando sta sopra di me” mi interruppe.
“Appunto! Si bagna solo con la stimolazione clitoridea. Non cerca il sesso maschile, ma le hanno inculcato che è l’unico sesso che può fare ed il suo corpo non lo accetta”.
“Ma perché solo adesso?” mi chiese.
“Da quanto tempo conosci Rebecca?” gli domandai.
“Da parecchio. Da prima della laurea. Cinque, sei anni almeno” spiegò.
“E allora non è lei. Ascolta, prima di iniziare a rifiutarti, come era il sesso?”
“Come al solito. Piatto.”
“Dove stavate prima di venire qui?”
“A Mikonos, per un paio di settimane.”
“Avete fatto amicizia con qualcuno a Mikonos? Qualcuno in particolare? Qualche ragazza?”
“Beh, Caitlin ha incontrato una sua vecchia compagna di collegio che stava lì con la sua ragazza” mi rispose.
“Ragazza? E allora è chiaro. Caso risolto, elementare Watson!” dissi ad alta voce.
“Chi è Watson, amore?” mi chiese Francesca dalla cucina.
“Niente, niente, un pilota di Formula1!” risposi con la prima cazzata che mi venne in mente.
“Sean, mi spiace dirtelo, ma Caitlin è lesbica o, al minimo, bisessuale. Ma ha rivisto la sua ex ragazza/amica dei tempi del collegio e si è risvegliata la sua seconda identità sessuale che lei aveva assopito perché «non era da ragazze per bene». Ci scommetto una bottiglia di whiskey serio!” dissi.
Sean mise la mano sulla fronte a sorreggere la testa ed iniziò a pensare, scuro in volto.
“Sean, amico mio, se Caitlin è lesbica convinta, c’è poco da fare. Ma se è bisessuale, perché non favorirla in qualche modo? Se lei saprà che sei al corrente del suo segreto, che l’hai capita e che non la intralcerai, sarà la tua più fedele amante/amica/donna. Dai, dopo che abbiamo mangiato facciamo un altro gioco. Ci spoglieremo tutti dei nostri tabù e li affronteremo assieme. E vediamo che esce fuori!” dissi battendomi le mani sulle cosce e alzandomi in piedi.
“Venite? È pronta la pasta!” disse Dede con il vestito aperto che lasciava nessuno spazio all’immaginazione. La seguiva Francesca, anche lei con il caftano trasparente indossato a mo’di vestaglia aperta, completamente nuda, che portava i piatti ed i bicchieri di plastica, e Caitlin che portava le bottiglie di vino bianco e l’acqua.
Notai che osservava quasi ipnotizzata il culo di Francesca davanti a lei. Si fermò praticamente a mezzo metro dalle sue chiappe, incantata ed incapace di distogliere lo sguardo.
“Cait, che stai facendo? Sveglia! Poggia le bottiglie sul tavolo!” le disse.
L’irlandese si riscosse e si avvicinò al tavolo per poggiare ciò che aveva in mano. Poi si mise in mezzo a Dede e Francesca per aiutare a fare i piatti. Ogni tanto osservava Dede, poi si girava a guardare Francesca. Sembrava inebetita, obnubilata dalla vista di quei corpi.
Mi avvicinai a Francesca e le sussurrai all’orecchio “In primis, ho voglia di te. Sei la cosa che amo di più, ed il sesso con te è fantastico, e stare con te è divino, anche quando mi fai incazzare, almeno due volte al giorno! È per questo che devo fare sesso con te almeno due volte al giorno!” e mentre lo dicevo, le toccavo il culo.
“Stupido!” mi rispose con un sorriso e mi baciò sulle labbra. “E poi? Cosa devi dirmi dopo? Che cosa ti è venuto in mente?”
Mi conosceva, oh se mi conosceva!
“Caitlin è lesbica” le dissi.
“Ma che dici? Ma dai, non vedi che è una suora?” mi rispose.
“Appunto!” ribattei. Senza volerlo, o forse deliberatamente, Francesca aveva centrato la situazione. Era una suora, cresciuta con le suore. E probabilmente, iniziata ai piaceri saffici dalle suore.
“E scusa, a noi?” mi chiese.
“Abbiamo un altro caso umano: Sean. È Caitlin che non vuole fare più sesso da due settimane. Guarda caso, da quando ha incontrato la sua compagna di collegio, che a sua volta stava assieme alla sua fiancè” le spiegai.
“E quindi tu dici che c’era stato qualcosa tra le due che le si è risvegliato?” ribattè.
“Esatto. E dobbiamo farle capire che sesso è bello, e se ha provato le gioie del cazzo e della fica, perché non continuare?” dissi.
“E noi che c’entriamo, scusa?”
“Amore, lo so che è solo un gioco, ma te e Dede siete, come dire, molto giocherellone in questi giorni. In realtà siamo tutti molto giocherelloni, so che avresti avuto voglia di altro. Io non ti dico nulla perché siamo qui e sicuramente tutto ciò che è successo e che potrebbe succedere rimarrà qui” [NdA: purtroppo non è andata così.].
“Per cui, non dico nulla così come non hai detto nulla quando Patrizia ha fatto le battute sulle mie dimensioni, tanto per dire, perché sai che non è successo nulla”.
“Perché, cosa è successo?” chiese. Ahi, tremendo, clamoroso autogol.
“Ma nulla, te lo racconto dopo. Mi ha solo visto nudo i primi giorni ed una volta ero, diciamo in tiro, ecco” provai a spiegarle.
“E come è successo, scusa? Io dov’ero?” iniziò l’interrogatorio.
“Amore, nulla. Ho solo dato una mano a raccogliere le cose che le erano cadute per terra mentre le metteva nell’armadio in stanza nostra. Io ero con il telo da bagno chiuso in vita e lei aveva solo una maglietta come la tua, lunga, senza niente sotto. Si è messa piegata sulle ginocchia davanti a me e le si vedeva tutto ed io ho avuto un’erezione. Poi ha perso l’equilibrio, si è poggiata a me attaccandosi al telo che si è sciolto. Tutto qui!”.
“E poi?”
“E poi mi ha visto un giorno in bagno mentre uscivo dalla doccia! Niente di che, stai tranquilla!”
“Tranquillo ha fatto una brutta fine!” rispose piccata.
Mi avvicinai e la baciai ancor più delicatamente stringendole più forte la chiappa. Il rigonfiamento sotto il caftano era visibile, ora.
“Amore, quanto sei bella quando ti incazzi! Se potessi, ti scoperei qui, davanti a tutti!” le dissi pianissimo. Peccato che in quel momento si fosse avvicinata Dede.
“Sempre a pomiciare, sempre a far sesso voi due! Ma volete capire che qui c’è gente che sta male, che non gode più, che lo fa ogni morte di papa e quando vi vede così vorrebbe suicidarsi?” disse ad alta voce, un po’ scherzando un po’ sul serio. Poi tradusse in inglese a beneficio dei nostri amici irlandesi i quali si fecero una bella risata.
“Dede, visto che ci sei, andiamo in cucina a vedere se è rimasto qualcosa da bere” le dissi ad alta voce facendole l’occhiolino e prendendola per mano.
“Amore, vieni anche tu a darci una mano?” dissi a Francesca.
Dede non capiva cosa stesse succedendo, ma la presenza della mia ragazza la tranquillizzò.
“Dede, come ho detto a Fra, Caitlin è come voi. Le piace l’ostrica più del cannolicchio!” dissi.
“MA CHE STRONZO MAIALE CHE SEI! NON È VERO!” mi rispose sull’incazzato Francesca.
“Amore, dicevo così per scherzare!” mi giustificai.
“Guarda che anche a me piace più il pisello. Però devo dire che le ragazze hanno un qualcosa di magico nel sesso, qualcosa che voi vi sognate!” mi rispose Dede.
“D’accordo. Come non detto. Sta il fatto che Caitlin è in crisi perché secondo me – e ne sono certo – è bisessuale, lesbica per natura ma forzata dalla convenzione e dall’educazione ad essere eterosessuale. Con il risultato che soffre lei, soffre Sean che la ama ma che è troppo barbaro nei suoi costumi sessuali e non sa riconoscere un vero orgasmo da un orgasmo simulato.”
“Tu dici che?” mi interruppe Dede.
“Si, ne sono sicuro, se vuoi poi ti spiego in dettaglio, ma ne sono certo.”
“Ammesso che sia come dici tu, cosa vorresti fare? Cosa ti salta in testa, in quel cervello da porco?” mi rispose Francesca.
“Semplice. Facciamo un gioco e cerchiamo di farle capire che il sesso è bello. Facciamola godere. E’ inutile chiedere a quella suora di Federica o a quelle sagna lessa di Patrizia. Le uniche che potete dare una mano siete voi due. E non dite che vi fa schifo perché vi ho visto a tutte e due. E so che in camera non ci siete state solo per depilarvi, eh?” buttai sul tavolo il mio asso di bastoni.
Accusarono entrambe il colpo, ma Dede fu rapida nel riprendere il controllo. Non smentì né confermò; si limitò a sviare il discorso sul tema da me sollevato.
“E che gioco vorresti fare?” chiese.
“Non so, una specie di obbligo o verità, oppure Indovina chi è stato a sfondo sessuale, con a turno uno bendato che deve capire chi è che tocca o lecca o la masturba. Poi vediamo cosa esce fuori. So che voi due non vi tirerete indietro. Adriano ed io siamo i più laici qui, forse Andrea ci segue. John è un cazzone di nome e di fatto – per inciso, dice di avere un cannone calibro 220 millimetri – e starà lì a farsi spompinare dalla sua ragazza e Federica… beh, vedremo” spiegai al volo.
“Che ne pensate?” chiesi confidando nella loro approvazione.
Dede rispose: “Io penso che tua abbia una mente diabolica per pensare queste cose. Però mi piace. Si, mi piace. Anche a te, vero Franci?” le disse mentre le metteva una mano sulla spalla.
“Io mi vergogno. È strano, in certi momenti mi sento libera di girare nuda, di farmi vedere mentre faccio sesso, ma nel contempo ho paura che la gente dica e pensi male di me” rispose.
In effetti, quella settimana era stata veramente una rivelazione continua per me ed un susseguirsi di sorprese, alcune piacevoli, altre meno.
Però fui contento del loro supporto e provai una stretta di gelosia quando Francesca prese la mano di Dede dalla spalla e se la portò al viso.
Girai loro le spalle e tornai in balcone.

[Paolo Sforza Cesarani, 2022/23]
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