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Scambio di Coppia

L'architetto ed il figliastro ep.3


di Amotuttodime
20.05.2020    |    8.457    |    0 8.1
"Così d'un tratto , quella donna, mi accompagno' verso l'uomo che era sdraiato sul letto, e che si stava segando per portarlo in erezione..."
A quella domanda per me insolita, l'architetto non sembrava per niente colpito, e rispose:" se lei vuole?!". Io guardai entrambi, cercavo di pensare a cosa mi avrebbero potuto fare insieme, pensai a quella lingua di donna che poco prima mi aveva unta la fica, e che non ero abituata ad un trattamento così, e, a dirla tutta, sinceramente non mi era dispiaciuto. Gli sorrisi e risposi:"perché no!". Quella donna allora, mi prese sotto il braccio, e parlandomi all'orecchio mi disse:"vieni con noi, ci piace la comodità e più riservatezza, qui si scopa ovunque!"; poi disse al suo compagno di seguirci.
Salimmo al piano di sopra; anche sulle scale incontrammo una coppia che fotteva: lei appoggiata alla ringhiera con le mani, lui che la scopava a novanta gradi. Ovunque guardassi potevo vedere donne con uomini intenti all'eros più selvaggio. La mia voglia di ricercare il piacere estremo era al massimo, avrei preso tutti quegli uccelli per soddisfare la mia sete.
Al secondo piano, aprimmo una porta, era una camera da letto; appena entrammo lui, senza tanti preamboli si spogliò, e si distese sul letto; in mezzo alle gambe aveva un gran bel pene, grosso, lungo e nodoso. Lui era sulla trentina, moro, fisico asciutto, sguardo intenso: mi aveva quasi ipnotizzata, mi sarei fatta fare di tutto da uno così. Mentre gli occhi mi andarono su di lui, lei mi tirò a sé e mi baciò in bocca. Rimasi di pietra, e stavo per rifiutare, allontanandomi da lei ma non volevo fare la figuraccia della borghesuccia, così ricambiai il bacio. Mentre ci baciavamo lei mi infilò la mano fra le mie cosce, comincindo a sditalinarmi.

Mi sentivo ubriaca, stavo facendo delle cose che mi avevano sempre fatto senso, ma ormai il tabù era superato, mi stavo eccitando come una maiala: i miei umori colavano come una fontana, e lei se ne stava accorgendo. Così d'un tratto , quella donna, mi accompagno' verso l'uomo che era sdraiato sul letto, e che si stava segando per portarlo in erezione. Mi fece chinare su di lui, ed insieme cominciammo a fargli un pompino: mentre io gli leccavo i genitali, lei lo imboccava e lo succhiava, poi ci cambiavamo, ora io lo pompavo e lei gli prendeva in bocca le palle. Per una decina di minuti giocammo in questo modo, lui emetteva dei gemiti di piacere, ed il suo uccello era al massimo della durezza. A quel punto lei mi disse:" sali su, cavalcalo!". Io non vedevo l'ora, lo volevo dentro quel membro; acciancai su di lui mettendomi in posizione con la fessa dritta alla sua asta, lei rimase in mezzo alle sue gambe, prese quel cazzo e me lo infilò in fica, non prima di averlo un po' strusciato sulle labbra della vagina. Lui mi tiro' verso di sé, le mie tette strusciavano sul suo petto, e mentre mi baciava, mi penetrava da sotto con forza. La donna leccava sia le sue palle che la mia fica, e l'uccello nel suo andirivieni. Non mi era mai capitato di vivere una situazione del genere, l'iniziale imbarazzo si era trasformato in una voglia indescrivibile di godimento.

Dopo un bel po' che eravamo in questa posizione, lui mi fece scendere e mi fece distendere sul letto; lei mi montò sopra a fare un 69, le labbra della sua vagina ora erano sulla mia bocca. La sua fessa aveva un buon odore, ma non di profumo, piuttosto i suoi umori erano gradevoli: iniziai a leccarla. Mentre lei faceva lo stesso con la mia fica, prima stuzzicando il clitoride, poi penetrandomi con la lingua, lui si spostò dietro di lei. Ora potevo vedere da vicino l'uccello che penetrava la sua fessa, gli umori di lei che ungevano quel membro nodoso. Lui di tanto in tanto, sfilava il pene e me lo metteva in bocca, arrivando fino alla gola: ora bevevo il nettare della vagina della donna. Un paio di colpi a me, scopandomi fra le labbra, e altri due tre colpi a lei. Tutto era altamente eccitante, dai suoi movimenti sempre più rapidi, e dal gonfiore esplosivo del suo membro, capii che stava per venire; infatti sfilo' l'uccello, ci fece mettere accanto, e, continuando a segarsi con la mano, ci sborro' sul viso un paio di schizzi in bocca a lei, e poi continuò nella mia. Io mandai subito giù ingoiando tutto, lei invece, aveva sempre la sua sborra in bocca, e quando lui sfilò il membro dalle mie labbra, lei mi baciò riversandomi la sborra che teneva, nella mia. Che sensazione unica, non l'avevo mai fatto così, fu veramente devastante, non capivo più niente ed ero come una marionetta nelle mani di un abile prestigiatore.

Tra una scopata e l'altra ormai si erano fatte le 5 di mattina; non appena finii con quella coppia, scendemmo ed io mi ricongiunsi con l'architetto. Anche lui si era dato da fare, scopando, insieme ad un'altro superdotato, la biondina che era insieme al suo figliastro. Quella ragazza era tutta scarduffata, l'avevano completamente distrutta in tre, stava seduta in poltrona con un sorrisetto stampato in faccia ma con uno sguardo assente, sembrava quasi drogata, tanto era l'appagamento di minchia che aveva ricevuto. Lasciammo la villa tutti assieme, quando arrivammo in albergo, mi buttai subito in doccia, sembrava che un intero esercito mi avesse sborrato addosso. Il giorno seguente mi alzai tardi, ero distrutta; l'architetto era già in piedi, chattava con gli amici della serata, commentando le varie scopate e le performance dei concorrenti. Mi avvicinai a lui e abbracciandolo e baciandolo da dietro, gli chiesi quale era il programma della giornata; lui mi disse:"preparati, facciamo un giro per Roma, poi mangiamo in qualche trattoria, e dopo vediamo". Dopo essermi fatta un bagno, uscimmo, e come promesso, visitammo un po' Roma; lui mi comprò un'altro vestitino, che era bellissimo, dicendomi:"stasera siamo invitati a cena indossalo, sarai splendida!". Ero al settimo cielo, l'architetto sapeva come conquistarmi. La sera mi preparai per uscire; quando uscii dal bagno mi guardò, mi fece girare e mi mise un collier al collo, dicendomi:"stasera devi essere perfetta in tutto!". Usciammo, e lui chiamò un taxi; gli chiesi come mai non prendevamo la nostra macchina, ma lui mi rispose che questa stasera si voleva rilassare totalmente.

Arriviammo davanti ad un palazzo in un quartiere molto chic, scendemmo e dopo aver suonato, salimmo in ascensore e ci fermammo all'ultimo piano: un bellissimo attico, era immenso e ben arredato.
Ci venne a ricevere la coppia della sera prima, quella che mi aveva coinvolto in un rapporto lesbico con la lei. La donna era molto elegante e bella, lui in pantalone di lino bianco e camicia azzurra; dietro di loro una bella coppia di colore, erano due camerieri. Rimasi colpita da quel lusso e dal fatto che avevano anche la servitù. Ci fecero accomodare in salotto per l'aperitivo, io e lei parlavamo un po' di tutto, senza nemmeno fare un accenno alla sera prima; l'architetto invece, parlava con quel tipo che mi aveva sfondata la sera prima, anche lui era un designer. Non passarono dieci minuti che i domestici ci annunciarono che era pronta la cena. La cosa più strana fu che nessuno di loro, nemmeno a tavola, fece un'accenno a ciò che era accaduto la sera prima in villa.
Dopo cena andammo a risedere in salotto, e lei, prendendomi per un braccio, mi disse:" vieni di là con me, lasciamo un po' gli uomini soli!".
Mi portò in terrazza, uno spettacolo bellissimo, sopra di noi solo il cielo. Lei chiamò il cameriere per farci servire un prosecco.
Il ragazzo porto' un vassoio con due bicchieri, lei ne prese uno e me lo porse, prese l'altro per sé; mentre bevevamo mi disse:" ieri sera la serata e stata di tuo gradimento?!". Gli risposi che per me era stata una novità, non ero abituata a tanta frenesia e spudoratezza, ma che comunque ero stata bene e avevo goduto parecchio. Lei allora mi chiese:" e stasera cosa vorresti fare?!". Io la guardai e gli dissi:" non so cosa ha in mente l'architetto!".
Lei rise e aggiunse:" figurati! quel porcone, sicuramente vorrebbe che facciamo una puntatina in un privé, ma a me non piace, ci vanno sempre gli allupati". Io allora gli chesi se eravamo solo in quattro, ma lei mi rispose che stavamo aspettando altre coppie amiche.

Infatti, dopo nemmeno una ventina di minuti che parlavamo, suonarono alla porta ed entrò un'altra coppia che la sera prima era in villa, ma non li conoscevo: lui era un sessantenne, lei non aveva più di quarantacinque anni. Lui era un omone, alto e robusto, non dimostrava l'età che aveva, lei era una bella donna ma mi sembrava un po'volgare, non aveva la classe delle altre donne conosciute.
La padrona di casa mi chiese di accompagnarla in cucina per un consiglio, ma quando arrivammo di là, mi disse che era un pretesto solo per dirmi di non farci caso, quella era un gran troione, e mi dette alcune informazioni. Poi ritornammo in salotto, insieme alle altre, ora eravamo al completo uomini e donne. Ben presto gli argomenti si spostarono sul sesso; chi raccontava una propria esperienza, chi ascoltava toccandosi perché in eccitazione. Ad un tratto, il troione, così la chiamerò per farmi capire, mentre passava il cameriere, lo fermò e gli toccò il pene attraverso il pantalone. Il ragazzo di colore, era fatto bene: alto, asciutto, e a vedere da fuori sembrava anche con una buona dotazione. La padrona di casa, che stava osservando quel gesto, e che conosceva molto bene i comportamenti di quella donna, rise e gli disse:" Jonathan, servi pure la signora!". Lui, probabilmente già avvezzo a queste situazioni, tirò giù la lampo e si prese l'uccello con la mano: devo dire che i neri non si smentiscono mai, aveva una bella mazza. La donna, con una voracità unica, agguanto' quel membro, e come fosse un microfono, per cantargliene quattro, iniziò un pompino da grande affamata. Tutti noi che eravamo seduti ci zittimmo per attenzionare il cameriere che stava per dare il ben servito all'ospite, ma questo ve lo racconto nel prossimo episodio......
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