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Ho scoperto di avere una suocera troia


di Amotuttodime
17.09.2020    |    66.956    |    15 9.7
"A quelle parole mi fermai e le dissi: "perché te lo devo?" e lei di risposta:"ma come perché ? ti sei presa mia figlia, mi devi dare qualcosa..."
Sarebbe bello conoscere ognuno il proprio destino, ma non è possibile! A volte succedono alcune cose che ti cambiano la vita, ed è quello che vi voglio raccontare. Il mio nome è Simone, felicemente, o almeno credo, sposato con Matilde da alcuni anni. Nell'estate del duemilasedici venne ad abitare da noi mia suocera, Carla. Una bella signora sulla cinquantina, ancora molto affascinante. Ecco da chi aveva preso la bellezza mia moglie, proprio da sua mamma. Una sera, tornai dal lavoro e all'ingresso mi aprì la porta Carla, appunto la madre di mia moglie. Mi tirò a se mi abbracciò, dicendo:"Ciao Simone, grazie! " e da li capii che oramai la sua separazione con il marito era arrivata al punto che lei, in torto per averlo tradito, se ne dovette andare dalla casa coniugale e cercare una sistemazione. La madre di Matilde ha un carattere indomabile, si sente come una tigre in gabbia, vuole sempre fare quello che pensa, e nessuno si può mettere in mezzo. Quindi per il momento venne ad abitare da me e mia moglie.

Matilde, era di là, era tutta intenta a prepararle la stanza. Carla mi fece entrare, e mi tirò per la mano, facendomi accomodare in cucina, e mi disse che mi avrebbe preparato un caffè.
A casa erano tutti contenti, tranne io forse, perché l'invadenza a casa non mi è mai piaciuta, anche fosse un parente stretto.
Comunque la serata andò avanti piacevolmente e la madre di mia moglie, era proprio una donna dalla compagnia piacevole, si atteggiava molto e faceva molte smorfie come a voler attirare la mia attenzione, che comunque venne sicuramente attirata dalla sua scollatura vertiginosa; quella sera indossava infatti un vestitino al ginocchio, che alle spalle scopriva un bel decolté, a dire il vero niente male per una donna della sua età. Tra una chiacchiera e l'altra, si fece tardi, e andammo tutti a dormire, visto che poi la mattina dopo ognuno di noi si doveva svegliare presto. A letto però non riuscì a prendere sonno, e iniziai a stuzzicare mia moglie, prima accarezzandola con le mani, e visto che ci stava, iniziai a leccarle la fica con la lingua. Non so se dipendeva dalla presenza di un'altra donna in casa, ma quella sera ero particolarmente vigoroso.

Lei divaricò le gambe, con le mani mi stringeva i capelli, e premeva la mia bocca sulle labbra della sua fessa, assecondando i miei andirivieni di lingua con i suoi movimenti del bacino. In pochi minuti era completamente fradicia dei suoi umori. Lei gemeva parecchio, ma ad un certo punto mi fermai e le dissi di far piano che ci avrebbe sentito sua madre. Lei in completa eccitazione mi disse di fregarmene che eravamo in casa nostra e potevamo fare come volevamo, anzi mi esclamò pure: "meglio che senta cosi sa che stallone ho sposato!". A quelle parole scatenai la mia mascolinità, senza preoccuparmi di essere sentito anzi iniziai anche io a emettere gemiti di piacere a posta per farmi sentire dalla madre. La mattina seguente, quando mi alzai e la incontrai in cucina mi esclamò, dandomi una botta sul mio membro: "eh! bravo Simone, ci dai dentro con mia figlia; falle sentire sempre chi comanda e chi ha il manico in famiglia!"e mi strizzò l'occhietto. Rimasi davvero sbigottito dall'atteggiamento della madre di Matilde. Vi devo confessare che era risaputo da tutti che Carla fosse una gran troia, ma mai mi sarei aspettato che fosse cosi diretta.

Tutti si preparano per uscire da casa, Matilde bellissima come sempre ma Carla era veramente radiosa. Lei si doveva recare dalla stessa parte dove lavoravo io, cosi Matilde mi chiese di darle un passaggio, ed io risposi che non c'era nessun problema. Ci salutammo con un dolce bacio, entrammo in macchina io e la madre e partimmo insieme per destinazioni diverse. Mentre guidavo Carla si sistemava la gonna, ma più che metterla giù, volontariamente la tirava su, facendomi vedere che indossava le autoreggenti. La sua camicetta scollata scopriva un bel reggiseno a balconcino di color nero. Lei si accorse subito che i miei occhi la fissavano nelle sue intimità, era ciò che voleva, e mi disse: "Simone, ,non ti distrarre, guarda avanti!", sorrise e mi fece una carezza sul viso. In breve tempo arrivammo a destinazione, Carla mi dette un bacio sulla guancia e mi chiese cosa avessi fatto a pranzo. Le dissi che probabilmente sarei tornato a casa a pranzo, visto che nel pomeriggio non avrei dovuto lavorare; lei di risposta mi disse che anche appena finito anche lei sarebbe tornata a casa, e aggiunse:"Ci vediamo là allora, ti preparo qualcosina da mangiare".

Ci salutammo e ci demmo appuntamento.
La mattinata passò velocemente, ma il mio pensiero non andò sulla scopata della notte con mia moglie, bensì su mia suocera. Non so se era il suo modo di fare, ma stava suscitando parecchio interesse in me. Arrivai a casa, ed entrai. Sentii un bel profumo di cucinato. Mia moglie non sarebbe tornata perché oggi aveva un sacco di appuntamenti in tribunale, visto che fa l'avvocato. Entrai, salutai e poggiai la valigetta sul divano:"ehi Carla ciao ci sei?". La sua voce dal bagno mi invitò a raggiungerla perché aveva un problema. Arrivai alla porta del bagno bussai e lei mi disse :"Entra entra ..." entrai e ka trovai in abbigliamento intimo da capogiro: guepiere, reggicalze, calze e scarpe con un tacco vertiginoso. Rimasi a bocca aperta,deglutii e esordì: "Carla! complimenti davvero, sei proprio una bellissima donna e questo completo ti sta a pennello". Lei, guardandomi nello specchio, mi sorrise dicendo: "mi aiuti a stringere i laccetti del bustino ?". Girandosi mi guardò con un aria da troia che stimolò in me una voglia irrefrenabile di prenderla e scoparla fino allo sfinimento.
Pensai tra me e me che doveva essere una gran bella cavalla da montare.

"Certo Carla, che con questo completino al tuo lui lo farai uscire di testa" le dissi mentre le stringevo i laccetti. La sua voce mi gelò in un secondo: "Dici ? Allora vuol dire che ti ho fatto uscire di testa!". Mi fermai, feci un attimo mente locale e poi come una furia la girai verso di me e le infilai la lingua in bocca sentendo la sua che avidamente mi prendeva. Le toccai il seno, il culo bello sodo e poi senza mai staccarmi da lei, la sollevai di peso e la portai in camera da letto, dove la notte prima mi ero scopato sua figlia. Lei assecondava i miei gesti, mi stringeva, mi faceva sentire il suo seno sodo sul mio petto, e mi avvinghiava con le lunghe cosce. La feci sdraiare, le sfilai quel misero perizoma e la sua intimità liscia come seta mi si presentò davanti. La sua fica sembrava quella di una diciottenne, rosa e stretta, e il sangue mi si spostò dal cervello dall'uccello. Le sue mani iniziarono a prendere la mia testa per spingerla tra le sue gambe; voleva la mia lingua dentro di sé, e io l'accontentai subito. Una delle cose che più mi eccita è quella di sentire una femmina genere per l'eccitazione delle mie slinguate nella fessa. Era caldissima e bagnatissima. Un lago! il suo umore entrava in me riempendo tutta la mia bocca. Le sue mani continuavano a schiacciare forte la mia testa sul suo sesso; oramai era completamente aperta a me.

Gemeva e gridava:"Fottimi genero, fammi tua, scopami tanto e sempre........me lo devi in fondo!". A quelle parole mi fermai e le dissi:
"perché te lo devo?" e lei di risposta:"ma come perché ? ti sei presa mia figlia, mi devi dare qualcosa in cambio!". Sentendo quelle parole mi rigettai a capofitto sulle labbra della sua fica enormi e vogliose. Leccai fino a quando la bocca mi faceva male. Si perché mi ero accorto che rispetto alla figlia, lei non veniva mai e questa era una cosa che mi faceva impazzire; a Matilde infatti bastava poco e veniva subito e poi basta. Ora avevo trovato pane per i miei denti e figa per il mio uccello. Poi fu il turno di Carla: mi prese, mi fece sdraiare, mi sbottonò i pantaloni e mi levò le mutande. Non appena tolse gli slip, la mia asta gli schizzo in faccia, e lei come un'ingorda, con le labbra, strinse subito la mia cappella. Mi spompinò per bene. Si vede che aveva esperienza chi sa quanti cazzi aveva preso la sua bocca. La sua lingua sulla cappella era uno spettacolo della natura, sapeva leccare e muoversi molto bene. Il suo andirivieni rendeva il mio uccello duro come il marmo, e sempre più desideroso di possederla.

Quando si accorse che era il momento giusto, si sfilò il pene di bocca, e venne a cavalcioni su di me. Prese il mio uccello e se lo sistemò per bene all'inizio della fessa, poi con dolcezza lo fece scivolare dentro di lei facendolo sparire in quella calda fessura. Da lassù mi dominava, ed Il suo movimento non era mai uguale, a volte forte e a volte piano; si muoveva cercando di soddisfare il suo immenso piacere. A Carla piaceva il fatto che non venivo e questa cosa la rendeva ancora più troia. "Sei proprio una puttana, Carla, da quando ti ho vista la prima volta ho capito subito che ti piace essere scopata e bene!, se farai così tutti i giorni per me puoi venire a vivere proprio qui...che ne dici?". Carla si stava toccando i capezzoli mentre la sbattevo, e mi rispose a singhiozzi:"magari, se mi scopi così tutte le volte si, non vado via più!" e a quelle parole mi fece eccitare ancora di più. Scoparsi la madre e la figlia, una cosa da veri maiali. Pensavo che la notte mi sarei scopata la figlia e durante il giorno o nei momenti che mia moglie non c'era mi sarei fottuto la madre.

Continuai a pomparla per parecchio tempo. La feci mettere a pecora sul letto e la cosa la eccitò ancora di più. Le sputai addosso e sull'ano mentre la pompavo giù nella figa, oramai slargata; le infilai un dito dentro nel suo buco più stretto e la troia lo gradì moltissimo, poi due dita e poi tutta la mano. Alla zoccola di mia suocera gli piaceva fare entrare le cose grosse in culo. Levai la mano e ci appoggiai la mia cappella bagnata dai suoi umori. Il mio uccello venne risucchiato dal suo sfintere. La penetrai tutta fino in fondo tenendola per i fianchi. La cosa che mi eccitava di più, in effetti, era il fatto di scoparmi mia suocera la madre di mia moglie, mi sapeva d'incesto. Di una cosa talmente proibita e lussuriosa che mi faceva impazzire. Quante volte avevo letto storie di incesti ma ora una specie anche se indiretto lo stavo vivendo anche io e la cosa credetemi mi provocava sensazioni mai vissute.
Carla allungò la sua mano sul suo clitoride e iniziò a sfregarselo fino a quando una scossa improvvisa la paralizzò facendole bagnare tutto il letto. Ebbe un orgasmo impressionante. A quel grido di liberazione le volli venire subito anche io ma ero indeciso se riempirle il culo o la bocca, e optai per la seconda. La presi, la feci mettere in ginocchio, le piantai il mio cazzo in bocca fino in gola provocandole dei conati di vomito, le tenni ferma la testa e mi scopai la sua gola, fino a quando non ce la feci più e la riempì tutta gridando forte la mia voglia; lei rimase immobile e si fece riempire. Mentre venivo la guardai negli occhi, lei mi strinse l'uccello succhiandolo e svuotandomelo tutto dentro di lei.

Carla aspettò che avessi finito, poi guardandomi, mandò giù tutto, aprendo la bocca per farmi vedere che il mio liquido era stato ben gradito e me lo ricominciò a spampinare ancora provocandomi un altro forte orgasmo. Ci sdraiammo accanto. Io appoggiai la mia testa sul suo seno e lei come una madre mi accarezzava la testa sussurrandomi :" questo sarà il nostro segreto, potremo averci ogni volta che vorremo, che ne dici tesoro mio?" io a quelle parole mossi la mia mano e l'accarezzai li pube; lei aprì le gambe ancora, entrai con le dita dentro di lei, tirai fuori la mano me la leccai e le dissi:
"Si Carla non temere, ora avremo un sacco di tempo da recuperare insieme e il nostro segreto sarà il nostro segreto." Mi rimisi sopra di lei e la penetrai ancora per molto tempo. Venimmo un sacco di volte e ci addormentammo in un sonno profondo ,fino a quando la telefonata di Matilde ci svegliò; mi chiedeva se questa sera mi andava di andare a cena fuori, ovviamente lei mi disse che sarebbe venuta anche sua madre e mi chiese se mi dispiaceva:"Ma no Matilde, come puo' dispiacermi, in fondo è tua madre!. Ci vediamo più tardi, ti aspetto". Mi girai guardai Carla e le dissi:"Stasera si cena assieme fuori,vatti a mettere in ghingheri che porto le mie due donne fuori", ed insieme ci facemmo una bella risata.
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