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Chiamalo Cornuto


di christian97
15.01.2023    |    15.164    |    4 9.7
"Vedendo il suo pompino non posso non provarlo..."
È domenica sera, domani ho un esame!
Ripeto le ultime cose e domani sveglia presto alle 9 devo stare a Benevento.
Lunedì la sveglia suona presto sono le 5, doccia e direzione Benevento.
Mi piace arrivare presto per avere tutto il tempo di fare colazione e ripetere prima dell’esame.
Sostengo l’esame, come al solito senza ansia alcuna. Va bene, non avevo dubbi.
L’ansia non ha mai fatto parte della mia vita, sono sempre stato sfacciato alla vita, così mi piace definirmi.

Colgo questo momento per presentarmi, sono Christian classe 97 e sono uno studente universitario.
Ho un fisico asciutto, faccio palestra ma non ho un fisico della madonna.
Adoro stare al mare, sia inverno che estate.
Mi piace stare per i fatti miei, forse sono un po' timido.
Nonostante ciò, sono sempre pronto a nuove avventure, a nuove sfide.

Dopo un esame, il rituale è aperitivo al bar con gli amici. Quella volta gli amici non c’erano ma non volevo privarmi dell’aperitivo.
Mi siedo al solito tavolino del solito bar post esame e mentre sorseggio il mio spritz mi scappa un sorriso che riflette la soddisfazione di aver superato l’esame e il ricordo dei vecchi esami superati insieme agli amici di sempre.
Noto distrattamente una coppia che mi guarda e sorride, sembrano schiamazzi.
“Ecco qua mi sono buttato di nuovo lo spritz addosso!”, penso.
Mi guardo imbarazzato, ma ho tutto a posto. Quindi sorrido, nervoso. Mi sento osservato.
Lui nota questo mio nervosismo, si avvicina e chiede di sedersi, lei lo segue. Non mi dispiace e li faccio sedere volentieri, è sempre bello fare nuove amicizie.
Parliamo del più e del meno, studiavano anche loro li ma erano più grandi. Io 23 loro 25.
Nel mentre lui si allontana per fare una chiamata e restiamo solo io e lei.
È una ragazza alta, mora, riccia di quei ricci non troppo ricci che a me fanno impazzire.
Non riesco a guardarla negli occhi, in quegli occhi marroni, grandi, dolci e decisi. I lineamenti del suo viso la rendono pura, una bellezza limpida, è solare. Mi piace.
La guardo, sono imbarazzato.
Lei lo capisce. Mi sorride.
Sorrido.
“Le piaccio?”, mi chiedo. “Nha, non credo. Ha anche il fidanzato, ed è qui”.
«Sai, sei davvero un bel ragazzo» - mi dice rompendo il silenzio.
“Ma allora le piaccio? Ma allora non è fidanzata?”. La cosa non mi è ancora chiara, sembrava una coppia a tutti gli effetti.
«Tu non tanto invece - la stuzzico con un sorriso. «Se non fossi fidanzata ci proverei però» - Le dico per sondare il terreno.
«Non è un problema, ci puoi provare lo stesso» mi dice. Non facendomi capire se fosse fidanzata o meno. Sono confuso ma ora riesco a vedere uno spiraglio da quella porta che ha lasciato socchiusa.
«Ti invito a pranzo allora, andiamo» mi alzo per farmi seguire.
«Accetto! Lo dico a lui e andiamo» mi dice.
Faccio un cenno con la testa e l’aspetto li.
“È stato davvero così semplice? Non ci credo, è anche fidanzata. Mi prende in giro”. - Non sapevo cosa pensare, è stato tutto così strano.
Arrivano insieme e inaspettatamente mi propongono di andare a pranzo da lui.
“Ecco qua, era troppo bello per essere vero”.
Ma accetto, in fondo sono simpatici, post esame non avevo nulla da fare e in più c’era anche un po’ di fame.

Arriviamo a casa sua. Una classica casa da fuorisede, molto ordinata per essere una casa per studenti.
Io e lei ci mettiamo comodi sul divano, lei prende il vino e si siede accanto a me.
Lui va a cucinare.
Ne approfitto per stuzzicarla ora che lui non c’è.
Mi avvicino. Ha un buon profumo.
Improvvisamente mi bacia. Non mi faccio cogliere impreparato e le metto una mano tra i capelli, la bacio piano, poi sempre più forte.
Ha il sapore di vino.
Manco a farlo a posta quel calice che avevo in mano mi cade addosso.
Mi sporco ma non me ne accorgo. Sono perso completamente nelle sue labbra.
Ad accorgersene è lei, solo perché con le mani era scesa fino all’addome partendo dal petto.
Poso il calice e inizio ad esplorare le sue forme. Ha una seconda onesta e un culo sodo, risaltato ancor di più dai leggings neri che indossava e che lasciavano percepire uno slip molto esiguo al di sotto.
D’altronde frequentava la palestra sotto casa - aveva detto passandoci davanti - e devo dire che aveva ottenuto ottimi risultati.

A rovinare il momento è il piatto a tavola.
Ci ricomponiamo e andiamo a pranzare, facendo finta di nulla.
Noto sguardi d’intesa tra loro due, come uno sguardo di soddisfazione.
Faccio finta di nulla, sorrido.
«Sai non è stato un caso oggi, non facciamo amicizia all’improvviso. È stato tutto un po’ voluto, un po’ programmato… In realtà è una sua fantasia» Dice lui d’un tratto.
Rimango un po’ sorpreso, ma almeno non lo do a vedere.
Chiedo di saperne di più, anche se immaginavo qualcosa dopo quello che era successo poco prima.
«È da un po’ che lei mi chiede di uscire con altri ragazzi, il problema è che a me piace tanto l’idea ma in qualche modo vorrei essere anch’io partecipe. A te darebbe fastidio se vi guardassi?» chiede lui in modo gentile ma molto arrapato. Si percepiva che era anche un suo desiderio.
Rimango sorpreso, questa volta lo do a vedere. Ma non mi scompongo.
«Con una bellezza del genere non mi accorgerei di nessuno, puoi guardare tranquillamente». Dico prontamente.
Dopo un piccolo cenno di intesa tra i due lei si alza e mi viene a baciare.

Ci spostiamo subito in camera di lui: un armadio, un lettino, una scrivania e una sedia.
Lui si accomoda sulla sedia.
Io butto lei sul letto.
Inizio con il togliermi la maglia. Mi sdraio su di lei, la bacio e velocemente la spoglio.
Per ultimo tolgo i suoi leggings e con loro viene facilmente via anche il suo tanga.
La bacio, iniziando a scendere, sul collo. Passo poi al seno, alle cosce e infine mi fiondo a leccarle in mezzo alle gambe la sua bagnatissima figa.
Sento le gambe tremare, le piace.
Cerco lo sguardo ma sta vedendo Lui.
Con la coda dell’occhio noto che ha abbassato i pantaloni. Ce l’ha in mano, è già duro, si sta segando. Mi piace l’idea, mi piacciono loro, mi piace lei.
Penso lo avesse duro da stamattina, “da quanto ci sta pensando?” - mi chiedo.
Mi alzo metto il preservativo e in modo rude glielo infilo dentro, inizio a penetrarla, lo sguardo è sempre su di lui.
Le piace ma noto che preferisce comandare.
Mi gira e sale su di me. Lo prende e lo infila dentro. Ha un movimento sinuoso e sensuale ma allo stesso tempo veloce, sporco e duro.
Le piace davvero molto, lo sento.
Lo mette tutto dentro e ne vuole sempre di più. Allora spingo forte, veloce, la voglio vedere godere sempre di più.
Lei gode, si lascia andare.
È a questo punto che cambio entrata, glielo metto dietro. Entra facile, troppo facile.
D’altronde è bagnatissima. Ha bagnato d’dappertutto.
La penetro e contemporaneamente lei si muove su di me. Ci muoviamo a ritmo.
Si ferma e mi sussurra «come fai a sapere che mi piace tanto la seconda entrata?» – impazzisco.
Mi sento sfidato, la giro con forza e la metto a pecora, ha lo sguardo verso di lui.
Le alzo la testa tirandole i capelli, lo deve guardare mentre la penetro.
Lu si sta segando in silenzio, gli piace davvero.
Mi avvicino con il petto alla sua schiena e nel mentre la penetro mi sussurra ancora all’orecchio «chiamalo cornuto che gli piace».
Ma non ho il coraggio, rinuncio in quel momento.
La giro ancora, me la prendo in braccio, in piedi e la porto sulla scrivania, proprio accanto a lui.
Lei lo tocca, lo cerca con lo sguardo ma vuole il mio cazzo allora continuo a penetrarla.
Sento le sue gambe tremare e il suo corpo irrigidirsi nel mentre si lascia andare a gemiti forti.
Gliela lecco ancora un po’ per poi metterla ancora a pecora, questa volta le spingo la testa in mezzo alle gambe di Lui. Glielo succhia, e lo succhia anche bene.
Mentre la sto penetrando forte da dietro sento che sto per venire, ma ci vuole ancora un po’.
Vedendo il suo pompino non posso non provarlo.
Tolgo il preservativo e me lo faccio succhiare.
Un pompino bellissimo, labbra carnose che massaggiavano il mio cazzo. Una gola profonda capace di prenderlo fino in fondo, anche le palle dentro ci stanno.
Lui ci guarda e si sega.
È a quel punto che lo chiamo “CORNUTO!”.
Dopo nemmeno dieci secondi si viene addosso. Era davvero abbondante.
“E bravo il cornuto, ti piaceva davvero essere chiamato così” – mi limito a pensare.
Sto per venire.
Le vengo finalmente in bocca.
Ci gioca un po’, se lo strofina un po’ sulle labbra e infine ingoia tutto.
Si alza e bacia soddisfatta il cornuto.
Ritorna da me e continua a succhiarmelo.
Si gira verso di lui e gli fa «allora ti è piaciuto cornuto?»
Mi lascia lì e va a pulire la sborra al cornuto leccando tutto.

Mi rivesto, è arrivato il momento di tornare.
Ringrazio tanto questi ragazzi per la meravigliosa avventura.
Mai avrei creduto una giornata così memorabile.
Tornando a casa penso che non ci siamo scambiati nemmeno un contatto.
Da un lato è meglio così, certe cose sono belle fin quando restano uniche.
O forse no…

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