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Con il Capo e l'amico: la mia prima doppia.


di cuckold211
09.04.2021    |    34.611    |    11 9.8
"Io mi contorco, ansimo, sto avendo degli orgasmi pazzeschi; tutta quella situazione mi manda in delirio; egli tira fuori il cazzo durissimo, me lo mette in..."
Ancora un'avventura dell'utente "Lamoglieporno" che segue, cronologicamente, il precedente racconto dal titolo "Evoluzione della nostra libidine". Questa volta la protagonista è incuriosita e si cimenta in un'esperienza dai tratti decisamente forti.

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Appena sveglia la mattina dopo, come al solito faccio una doccia, mi trucco e inizio a cercare qualcosa di sexy, come suggerito da quel porco del mio capo.
Inutile dire che sono già eccitata al solo pensiero di quello che gli passa nella mente. Quindi indosso intimo nero, perizoma a filo, e dei collant, perché la gonna era troppo corta per le autoreggenti. Indosso una minigonna a balze quadrettata ed un top abbinato, copri spalle e decolleté nere, tacco alto e son pronta.
Prendo l'auto di mia madre in prestito e via…
Mentre sono in auto, mi chiama il mio fidanzato per un saluto e mi dice:
"Guarda che ho dato il tuo numero di telefono a Gian, il meccanico. Ti chiamerà per informarti quando la tua macchina sarà stata riparata".
Ci salutiamo e, intanto, sono giunta a destinazione.
Entro in ufficio e sento il mio capo che, al telefono, dice:
"Perfetto, alle 15.00 saremo da lei, per esaminare la pratica"; io mi sistemo al mio posto e prendo a lavorare le pratiche che erano da completare.
Egli arriva e mi dice: "Buongiorno, sei stupenda oggi; prepara quei documenti di ieri che andiamo dal cliente".

Quelle parole mi agitano e non poco: non pensavo di dover andare in giro per clienti, con quella mise così sexy: non mi sento a mio agio, in ambito lavorativo.
Una volta in auto, cerco di tener chiuso il cappotto; la mini era risalita e mi si vedevano le mutande. Il mio capo dice:
"Sei proprio una bella porcellina; mi piace che segui i miei suggerimenti ad esser sempre più sexy".
Arriviamo in un'azienda, dove ci accoglie il titolare e, mentre ci dirigiamo nel suo ufficio, dice:
"Signor Giorgio, beato lei!!! Si accompagna sempre a delle collaboratrici belle e giovani". Entrambi si fanno una risatina, ed io, una volta tolto il cappotto e seduta su una poltroncina, proprio non so come accavallare le gambe, per non apparire volgare.
Il nostro cliente, durante la nostra permanenza nell'ufficio, non distoglie un attimo gli occhi da me: mi scruta a fondo e tutta questa situazione solletica la mia libido in maniera esponenziale; poi, ad un certo punto, quando ormai avevo finito di prendere gli appunti del caso e mentre loro seguitavano a parlare, chiedo di allontanarmi per andare alla toilette; mi viene indicata e perciò mi alzo e, con portamento da maliarda, vado verso il bagno.
Entro faccio pipì e non resisto ad evitare di toccarmela: ero abbastanza eccitata, però mi ricompongo e torno di là; li trovo in piedi e veniamo accompagnati all'uscita.

Appena in auto mi dice:
"Scommetto che sei bagnata" e, contemporaneamente, mi infila la mano per toccarmi la figa, ma ho i collant e quindi la manovra non gli riesce.
Allora mi tocca il seno: ormai non si fa più nessuna remora, sono sua e basta.
Mi dice: "Visto che è quasi ora di pranzo, ti porto in un posto abbastanza ameno; sarà bello pranzare lì, vedrai"!!!!
Mi squilla il telefono; è il meccanico che vuole che passi da lui per mettermi al corrente sui lavori da eseguire alla mia auto; gli rispondo che potrò farlo solo verso le 18.30, non prima.

Intanto siamo arrivati in una trattoria; c'è un piazzale enorme, pieno di furgoni e camion tipo tir e lui mi dice: "Qui, oggi, li faremo impazzire tutti a vedere una troietta come te".
Quelle parole mi trasmettono brividi di piacere; entriamo, il cameriere ci indica un tavolo e dobbiamo ritenerci fortunati ad averne trovato uno, perché il locale è strapieno.
Fin da subito mi sento gli occhi addosso di quasi tutti gli avventori e la cosa stimola ancor più la mia libido. Non è facile per una donna resistere agli sguardi di tanti maschi che sbavano per te, ma decido di stare al gioco del capo, per fargli vedere quanto veramente son troia. Gli dico:
"Vado alla toilette" e mi ci dirigo, sculettando. I bagni sono in comune e faccio presto a chiudermi dentro, perché ero certa che sarebbe arrivato qualcuno; esco e, mentre mi lavo le mani, un maschio maturo mi dice:
"Complimenti alla mamma" ed io, in segno di gradimento, gli accenno un sorriso e ritorno al tavolo.

Finito di pranzare, la mia eccitazione non accenna a sminuire; il capo continua a provocarmi, ed io avverto di esser ormai fuori controllo, anche per i vari bicchieri di vino ingollati; usciamo e ci dirigiamo verso la nostra auto, parcheggiata in mezzo a dei furgoni, con l'avantreno rivolto verso una siepe. Lui si sbottona i pantaloni, tira fuori il cazzo e mi dice:
"Guarda, zoccola, è da stamattina che è duro per te; ciuccialo adesso, fammi una pompa".
Io non me lo faccio ripetere: mi avvicino, mi abbasso e lo prendo in bocca; inizio subito a ciucciare, mentre lui mi regge la testa; la sensazione è quella di esser scopata in bocca; me lo spinge in gola, dicendo che sono una zoccola e devono vedermi, come faccio la puttana, quando arriveranno i conducenti dei furgoni accanto.
Mi sento davvero una troia e lo ciuccio con la passione che me ne deriva dalla possibilità di esser vista. La situazione è davvero intrigante e mi fa bagnare all'inverosimile; lui continua ad infierire:
"Sei una troia: guarda come lo ciucci! Sei nata per prendere cazzi, pompinara ! Se il tuo fidanzato sapesse come e quanto sei troia, ti mollerebbe subito. Sono certo che non immagina neanche che cazzo di troia ha affianco"
Io non ragiono più, sono fuori di testa e gli dico:
"Scopami, maiale"!!! Al che lui:
"Non qui, puttana, andiamo in un posto più tranquillo; ho una certa reputazione sa salvare, io". Si rimette il cazzo dentro i pantaloni e mette in moto; mi conduce poco lontano, in una stradina sterrata; passiamo nei sedili posteriori, intanto io sono completamente nuda e lui mi dice:
"Tieni le scarpe con quei tacchi da puttana" mi sdraia sul sedile e strofina la cappella sul mio clitoride; mi manda in delirio e io gli dico:
"Però metti il preservativo; non voglio farlo senza". Al che lui risponde:
"Io, invece, ti voglio a pelle. Ancora non hai capito che sei la mia troia"?
Io non capisco più nulla e mi lascio scopare come vuole lui; mentre lo fa, mi mette le dita in bocca ed io le ciuccio avidamente; poi aggiunge:
"Uno di questi giorni, ti faccio una bella sorpresa, zoccola" e intanto mi fotte con una vigoria incredibile. Ho diversi orgasmi e, quando sta per venire, esce e me lo sbatte in bocca. Me la riempie di sborra ed io gli ripulisco il cazzo, fino all'ultima goccia.
Ci rivestiamo e torniamo in ufficio. Appena arrivati, vado in bagno per darmi una sistemata e riprendere il trucco ormai sbavato.

La condizione che sto vivendo mi fa sentire ancor più troia di quanto non lo fossi con il mio fidanzato; inoltre quella sorta di tradimento verso di lui, mi mette addosso una fregola particolare.
Ormai non sono più in grado di frenare la mia lussuria; penso solo a godere e voglio seguitare a farmi scopare da lui, perché mi fa avere orgasmi pazzeschi.
Mi rimetto al lavoro che manca solo qualche ora alle 18.00; mi chiama il mio fidanzato e mi chiede se stasera saremmo usciti; io gli dico di passare a prendermi verso le 21.00.
Dovevo passare dal meccanico per discutere dell'auto. E' quasi ora e mi avvio.
Giunta in officina, quello inizia a descrivermi cosa deve andare a sostituire e mi dice:
"E' proprio messa male, la tua auto: ci sono parecchie cose da fare per rimetterla in stato di sicurezza. Andiamo in ufficio cosi ti faccio il preventivo".
Essendo in minigonna, non smetteva di fissarmi le gambe e, ancor più, seduta nel suo ufficio. Si è perso completamente e, ad un certo punto, dice:
"Non sapevo che Paolo avesse una "topa" del genere, per fidanzata"; io sorrido alla sua audace battutina e dico:
"Vuol dire che merito un piccolo sconto, ti pare?"
E lui: "Sicuramente, in questa officina, son poche le belle donne che vedo e, per rifarmi gli occhi, devo accontentarmi di quelle", indicando un calendario con una modella in intimo alquanto audace.
Io sorrido e lui mi dice: "Se per te va bene il prezzo che ti ho fatto, per venerdì sera l'auto sarà pronta". Do il mio assenso, saluto e rientro a casa.

La sera racconto al fidanzato del meccanico, dell'auto e dei complimenti che mi aveva rivolto, dandomi della bella "Topa" e lui dice:
"Di certo devi averlo fatto eccitare, porcellina".
"Ora è certo che ti penserà, mentre si masturba". Ovviamente quelle parole mi eccitano alla grande e lui dice:
"Mettiti un po' sexy, venerdì, quando andrai a ritirare l'auto; fallo eccitare!" capite cosa mi dice quel porco?

Poi, come di solito facevamo, finiamo ad appartarci in auto per scopare. Il mio fidanzato mi incita a fare sempre più la troia, e ritorna sul discorso del mio capo. Se a lavoro, lui ci prova e se mi guarda con cupidigia; gli dico:
"Saresti contento che mi facessi scopare dal mio capo, porco? Dimmelo" !!
E' questo ciò che vuoi: che ti renda "cornuto" con lui"? E lui è sempre più eccitato; mi scopa con sempre più vigore e dice:
"Siiii, sarei davvero contento se mi facessi le "corna" con lui".

Io sono caduta in uno stato di delirio totale, ma non voglio dirgli che, in realtà, già mi faccio scopare da lui; stavo vivendo un periodo pazzesco: al lavoro sono scopata dal capo e la sera scopavo con il fidanzato.
Finito l'amplesso ci abbracciamo e lui mi dice:
"Amore, ti voglio sempre più porca" ed io gli rispondo:
"Sìììì è quello che voglio anch'io e, sta tranquillo, non ti deluderò".

Mentre siamo nudi ed abbracciati, avverto di aver ricevuto un sms, ma cerco di far finta di nulla: ero quasi certa che fosse il capo e non volevo lo vedesse il mio fidanzato: ancora non ero certa fino a che punto lui volesse che io mi facessi scopare dal capo; poteva anche esser solo frutto dell'eccitazione del momento.
Riaccompagnata a casa, ci salutiamo e, mentre sono in casa, finalmente leggo il messaggio: non mi ero sbagliata... era lui e diceva:
"Non riesco a non pensarti; ho il cazzo duro per te". La cosa mi eccita, ma, nello stesso tempo, mi fa anche capire che lui non si preoccupa più di tanto se potessi essere con il mio fidanzato, e questo mi fa sorgere il dubbio che, forse, sta cercando di fare in modo che lui venga a sapere di noi.

La mattina dopo, in ufficio, gli dico di evitare di mandarmi messaggi la sera; dovresti sapere che potrei essere con il mio fidanzato e non voglio perderlo: lo amo troppo.
Al che lui: "Sì !!!l Dici di amarlo e fai la troia con me" cui fece seguire una risata sarcastica. Per vero capisco che sto rischiando parecchio con questo stronzo, però sento di non poterne fare a meno; sono troppo presa da questa situazione trasgressiva e mi convinco sempre più che farà di tutto per farmi mollare con il fidanzato, per poter avermi solo per sé.
La giornata prosegue tra le pratiche e lui, per quella giornata, se ne sta buono.
Quando è sera e quasi ora di andar via, il capo viene dietro la mia poltroncina, mentre sto chiudendo una pratica, e mi dice:
"Domani sera vorrei che uscissimo assieme: andremo a cena e poi a ballare latino, nel locale dell'altra volta. Il giovedì c'è anche una bella animazione: mi accompagni?"
Io, ovviamente, gli dico:
"Non dimenticare che ho un fidanzato, è necessario che te lo ricordi?" E lui:
"Inventa una scusa: digli che hai una cena di lavoro oppure con qualche amica, insomma a te non manca trovare una scusa, troia; lo so che ti eccita uscire con me".
Intanto mi sposta i capelli e mi bacia sul collo; infila le mani dentro il mio top e mi palpa le tette; ho i capezzoli diritti come siluri e lui dice:
"Lo vedi che effetto ti faccio?" e poi porta giù quella mano e mi tocca la figa ormai piena di umori. Vi mette due dita dentro e poi me le fa leccare:
"Lo senti quanto sei troia? Sei già un lago". Io lecco avidamente e lui dice:
"Ora devo andare. A domani, troietta" Io resto alcuni minuti a farmi sbollire l'eccitazione; poi, ripresa, torno alla realtà, chiudo l'ufficio e torno a casa.

Mentre sono diretta a casa, chiamo il fidanzato e gli dico:
"Che ne dici se stasera stiamo da me, a casa? Non mi va di uscire; semmai mangiamo una pizza".
Egli risponde: "OK, vengo verso le 20.00".
Io intanto sono a casa, faccio una doccia per eliminare possibili odori estranei, ma anche per attenuare la fregola che ho addosso.
Ripenso all'invito a cena per la sera seguente; non so cosa inventare e, allo stesso tempo, sono eccitata: ci voglio andare, quell'uomo mi piace, mi instilla una aspettativa di lussuria senza freni, che mi fa sballare.
Il solo pensiero mi costringe a stendermi sul letto e prendere il mio giocattolo, un vibratore e con esso prendo a penetrarmi la figa, toccarmela e, poi, infilare le dita anche nel culo: ero davvero molto presa; il tempo mi è volato mentre stavo godendo. Torno alla realtà con il suono del campanello: 'cazzo è già arrivato' penso; mi alzo, ero nuda, indosso solo i tacchi e vado ad aprire; dallo spioncino mi assicuro che fosse lui, onde evitare situazioni sgradevoli; gli apro e lo tiro dentro. Lui resta spiazzato; proprio non se lo aspettava; mi abbraccia e iniziamo a limonare come pazzi; io mi struscio sul suo cazzo, che, ancora all'interno dei pantaloni, lo sento già duro. Mi inginocchio, lo tiro fuori e lo prendo subito in bocca, come un'affamata.
Mentre lui mi scopa la bocca, finisco di schiena contro un mobile e lui ne approfitta sempre più per spingermelo in gola, fino a provocarmi conati. Ormai non sa più far a meno di usare con me, la sua fidanzata, un linguaggio irriverente; il turpiloquio, tra noi, è divenuto il condimento indispensabile dei nostri amplessi, infatti non smette di apostrofarmi:
"Troia ciuccia cazzi...", poi mi fa alzare e mi spinge contro la porta d'ingresso e lì, in piedi, mi penetra in figa. Sembrava un toro scatenato, mi scopava forte, dandomi delle manate sulle chiappe per farle diventare rosso fuoco.
"Sei una troia e voglio vederti circondata da tanti cazzi, tutti pronti a scoparti in ogni tuo buco". Io lo assecondavo con passione: "Sì, ancora, continua a scoparmi... è vero: sono una troia; fammi scopare da tutti i maschi che vuoi !"
Poi lui mi sborra nella figa e dice:
"Sabato sera andremo al club e stavolta voglio che esageri, amore; farò entrare due maschi, dentro con noi; voglio che la tua figa sbrodoli al solo pensiero".
Intanto aveva il cazzo nella figa ancora duro al massimo.
Ed io, in piena follia per la libidine:
"Sì, amor mio, vedrai quanto sono disposta ad esagerare: mi farò inculare da quei porci nel locale" e, a quelle mie parole, lui riprende a sbattermi ancor più furiosamente, tanto da esplodere dopo poche altre spinte.

Il divano accoglie i nostri corpi esausti; poi ci guardiamo negli occhi e scoppiamo in una risata. Gli dico: "Amore, ti amo"; lui ricambia e poi dice:
"Che ne pensi se chiamo per le pizze? Ho fame", cui rispondo: "Sì, anch'io".
Nel mentre che aspettiamo che arrivino le pizze, vado a mettermi una comoda tuta, e nel frattempo rimugino su cosa devo dirgli circa la serata da trascorrere con il mio capo.
E' difficile, proprio non so come fare. Non me la sento di dirglielo "sic et sempliciter"; non trovavo giusto fare certe cose senza di lui, ma, a confessarlo, avrei certamente demolito quel nostro idillio.
Propendo, quindi, per una veniale "bugia": domani gli dirò che esco con un'amica che non vedevo da tempo e perciò ci eravamo organizzate al momento.
Intanto arriva la pizza, mangiamo e, poi, ancora un po' di coccole sul divano. Guardiamo la TV e si fa l'ora del suo rientro a casa. Appena partito, mi metto a letto ancora pensando alla serata di domani: sono decisamente agitata; farlo così, di nascosto, mi elettrizzava sempre più.

La mattina mi preparo e vado al lavoro; in vista della serata molto eccitante, sono tutta un fremito. Lui mi conferma: "Stasera passo a prenderti verso le 20.00; andremo in un posticino a cena e poi a ballare; mia bella troietta, ti voglio molto sexy per stasera".
Tutta la giornata la passa a stuzzicarmi: qualche bacio, una palpatina... e arriva la sera. Mentre vado a casa, faccio la fatidica telefonata al fidanzato dicendogli che quella sera sarei uscita a cena con una cara vecchia amica, che non vedevo da tempo. Egli, con assoluta fiducia, mi dice:
"OK, amore, ma, di tanto in tanto, rivolgi il tuo pensiero a me. Ci sentiamo più tardi per un saluto".
Intanto arrivo a casa, una doccia, ripasso lo smalto e inizio a scegliere la mise per la serata. Di solito, quando andavo a ballare latino, mi mettevo molto sexy, e questo anche prima di esser diventata cosi porcellina; quindi, miniabito in paillettes nero, con spalline e schiena nuda, che, ovviamente, comportava l'eliminazione del reggiseno, calze alla parigina ed un copri spalle da tenere al ristorante. Sopra avrei indossato una giacca con pellicciotto, tacchi altissimi a spillo: mi guardo nello specchio della camera e mi ritorna l'immagine di una "figa" da paura.
Faccio appena in tempo a prendere la borsa e sento che squilla il citofono: è giù ad aspettarmi e scendo.
Appena in auto rimane a bocca aperta: "Cazzo, quanto sei figa!"
Ringrazio per il complimento e partiamo. Intanto mi dice che saremmo andati a cena in un posticino molto carino, dove non ci conoscono, cosi da poterci stuzzicare a tavola e potranno ammirare il mio sex-appeal. Poi aggiunge:
"Stasera, una femmina come te, deve farsi notare: devi far tirare il cazzo a tutti i maschi che ci saranno"; mi prende la mano e me la fa appoggiare sul suo cazzo ancora contenuto nei pantaloni e mi dice:
"Lo senti come è duro per te? Mi fai impazzire; stasera ti scopo nel bagno del ristorante, zoccola…"
Io, inutile dirlo, sono già parecchio eccitata e continuo a toccarglielo per tutto il tragitto fino al ristorante. Ha un cazzo durissimo e, arrivati al ristorante, un posticino ameno, con luci soffuse, entriamo, lasciamo le nostre giacche e il cameriere ci accompagna al tavolo.
Mi sento guardata: non avendo reggiseno, appena seduta, la scollatura del vestito mi si apre un po', lasciandomi i seni in bella vista. Una volta seduti, scegliamo una bella bottiglia e facciamo il primo cin cin; la mia eccitazione è alle stelle per la situazione. Egli inizia a stuzzicarmi ed io cerco di spostare il vestitino per mettere ancor più in vista, il mio seno libero.

Appena arriva il cameriere, chiedo dove sia la toilette e quello mi dice che devo scendere la scala, perché i bagni sono al piano di sotto.
Mi alzo e, con una falcata seducente, mi avvio. Nello scendere noto che intorno a me è tutto tranquillo; faccio pipì, poi do una sistematina al trucco e, mentre sono allo specchio, avverto che qualcuno è sopraggiunto nel bagno. Decido di restar lì, facendo finta di sistemarmi; esce un uomo dal gabinetto e si porta al lavandino vicino al mio.
Io rimetto nella borsetta il rossetto e inizio a salire la scala; lui mi sta dietro.
Ero eccitatissima con quell'abitino molto corto: praticamente gli stavo mostrando la forma del mio culo, perché indossavo un perizoma davvero minuscolo.
Tornata al tavolo, sempre con fare provocante, mi siedo e lui mi dice:
"Che troia! Ti ho visto come sculetti, che credi?", al che gli ho risposto:
"Ho voglia di far la troia stasera; ho voglia di esagerare con sguardi da porca" intanto sposto un pochino la scollatura e metto in evidenza lo scollo delle tette, di modo che il cameriere, appena si fosse avvicinato, poteva godersi lo spettacolo. Quel pensiero mi eccitava ancor più e lui, guardandomi, avvertiva quella sensazione, per cui ha esclamato:
"Nella pausa, tra il primo ed il secondo, andiamo giù, in bagno, e lì ti scopo, zoccola: nel cesso, come si fa con le puttane".
Il cameriere, un bel ragazzo non perdeva occasione per venire al nostro tavolo e riempire di continuo i bicchieri; sentivo che stavo esagerando con quel vinello bianco….
Finalmente lui dice:
"Io vado in bagno; tra poco raggiungimi... ti aspetto... troiaaaa..." e si avvia.
Io lo seguo appena dopo qualche minuto e lo raggiungo; arrivata giù, in bagno, lui è lì ad aspettarmi in quello destinato alle mamme, perché provvisto di fasciatoio.
Ci chiudiamo dentro e iniziamo a limonare: lui è infoiato al massimo, mi fa sedere sul water e inizia a leccarmi la figa come un forsennato, sempre più intensamente, infilandovi anche due dita. Io mi contorco, ansimo, sto avendo degli orgasmi pazzeschi; tutta quella situazione mi manda in delirio; egli tira fuori il cazzo durissimo, me lo mette in bocca e con forza me la scopa. Quando ne ha avuto abbastanza, mi fa girare e mettere a pecora, sempre appoggiata al water; mentre sono con una gamba giù e l'altra sulla tazza, punta il cazzo alla mia figa fradicia di umori e lo spinge tutto dentro; inizia a scoparmi con brutalità, ed io non mi contengo: godo e lo faccio rumorosamente, tanto che lui, per farmi star zitta, mi tappa la bocca con la mano e intanto mi sbatte forte, fino a sborrarmi nella figa….

Tutto quanto accaduto fino a quel momento, mi aveva eccitato in maniera esponenziale. Poi arriva il momento del dolce e il cameriere ci descrive tutti i tipi disponibili. Io, da disinibita quale sono e con fare da maliarda, gli chiedo se avevano fragole con panna, cui lui risponde confermando.
A quel punto, mi ritrovo ad esternare certe mie considerazioni. Così dico al mio capo: "Certo che è una bella fortuna avere un cameriere che riesce sempre ad esaudire tutti i miei desideri" e lui, con una bella faccia tosta, riprende:
"Hai ragione... andrebbe premiato… non capita tutti i giorni un cameriere cosi attento alle esigenze degli avventori".
Il cameriere, sentendosi gratificato dai complimenti espressi in sua presenza, si allontana e va a prendere le cose ordinate. E' a quel punto che il mio capo dice:
"Non trovi che meriterebbe che gli facessi almeno un pompino, troia? Non hai notato come, durante tutta la sera, ha sbavato per te? Lo stai facendo diventare pazzo, con quelle tette in bella vista; chi sa che cazzo duro si ritroverà a immaginarti quanto sei troia".
Il nostro dessert arriva; lo consumiamo ed io, da perfetta porcella, lascio il mio perizoma sul tavolo, accompagnato da un bigliettino:
"Questo è un mio pensierino per te", aggiungendo un bacio stampato con il rossetto.

Andiamo alla cassa e, mentre paga, ci restituiscono i soprabiti ed usciamo. Io mi attacco al mio capo, perché tra le vicende vissute, i tacchi alti ed il vino a profusione, sento che mi tremano le gambe.
Appena in auto, mi tolgo la giacca: sono con la figa di fuori e lui prende a titillarmi il clitoride, poi mi dice: "Che troia magnifica, che sei! "
Ci dirigiamo verso il locale e, ad un certo punto, lo chiama un amico, che è già al locale, per sapere se e quando arrivava. Lui gli risponde, atteggiando un sorriso:
"Sono per strada, sto arrivando con una mia amica, molto brava a ballare il latino" e quello gli risponde: "Allora... dai... non vedo l'ora di conoscerla; vi aspetto". Riattacca e io gli chiedo: "Chi sarebbe questo amico?" e lui:
"E' Lorenzo, mio amico d'infanzia, ci troviamo spesso per locali, oppure a cene, insieme ad altri amici; ha un bel carattere ed è di molta compagnia".
Allora io, con fare da troia, gli dico:
"Ah, siiii...?" e gli tocco il cazzo, che si rivela già duro; "Vuol dire che stasera ballo un po' con lui... o sei geloso"?
"No, puoi ballare, ma attenta: ti avverto che è un porco! Alle troiette come te, gli sfonda il culo"
"Ah, sì, sfonda il culo alle troie come me? Quindi avrò di che divertirmi?" aggiungo, mentre sono caduta letteralmente in delirio. Mi tocco la figa sotto i suoi occhi e gli dico:
"Staremo a vedere quanto è porco il tuo amico".
Giunti al locale, parcheggiamo; io mi tolgo il copri spalle e metto la giacca; cerco di tirar giù un po' il vestitino, ma niente da fare: è decisamente corto. Il capo mi offre la mano e ci avviamo all'entrata.
Lasciamo le giacche al guardaroba ed entriamo nel locale, per vero, affollatissimo. Tanti ragazzi dello staff "animazione", si esibiscono in balli molto sensuali.
A gomitate, cerchiamo di farci spazio per raggiungere la zona bar, da dove poter osservare la pista. Il capo riesce a vedere il suo amico Lorenzo che, intanto, aveva riservato un tavolo, insieme ad altri amici e amiche; lo raggiungiamo e vengo presentata. Devo dire che è decisamente un bell'uomo; mi fa subito dei complimenti e, tra i due, il capo e l'amico, noto come uno sguardo di complicità.
Egli ci invita a sedere al tavolo e brindare alla serata. Io ero già parecchio su di giri, però, ormai volevo divertirmi e quindi, dopo il brindisi, ci lanciamo in pista.
Io, per ora, sto ballando con il mio capo; siamo parecchio avvinghiati: le sue mani sul mio culo mi mandano in delirio. Tutta la situazione stimola al massimo la mia libido; poi lui mi chiede:
"Hai visto Lorenzo; non ha perso tempo; ti ha subito fatto tanti complimenti il mandrillone".
Continuiamo a ballare, poi gli dico:
"Mi accompagni in bagno, devo far pipì" Non mi sentivo tranquilla ad andare da sola; ero troppo osé con quel vestito e, mentre siamo in bagno, lui resta fuori ad aspettarmi.
Allora sento Lorenzo che gli dice:
"Cazzo, ma dove l'hai rimorchiata quel pezzo di figa? Mamma mia quanto è sexy" e lui risponde: "E' la mia nuova impiegata" cui l'altro: "E come fai ad avere una così, vicina tutti i giorni? Io me la scoperei tutto il giorno" e scoppiano a ridere.
Io, intanto, udendo quelle parole, mi illanguidisco, sono sempre più eccitata.

Appena li raggiungo, Lorenzo mi invita a ballare ed io accetto. Andiamo in pista, iniziamo a ballare e vedo che è molto bravo. Gli faccio i complimenti e dice che balla da anni; gli piace molto e perciò va spesso a ballare; poi mi dice:
"Però, anche tu sei molto brava" e io rispondo:
"Sì, a me piace molto ballare, peccato che al mio fidanzato non piace; però, in compenso, mi accompagna" e, a quel punto, scoppiamo in una risata.
Lui mi dice:"Quindi, sei fidanzata ?" ed io: "Sì, da 2 anni".
Egli, allora, aggiunge: "E che ci fai qui, birichina, con quel sciupafemmine di Giorgio?"
Io me la rido di gusto.
"Sei una furbetta tu"?
Intanto le sue mani iniziano a toccarmi, a scendere sul culo, mentre balliamo.
Lo lascio fare, facendo finta di nulla.
Siamo sempre più vicini, finché non ci raggiunge Giorgio, che, ovviamente, mi reclama:
"Non credi che stai ballando troppo con la mia ballerina? Ci stai provando, vero? Ti conosco troppo bene".
Io mi sento ancor più eccitata vedendomi contesa fra i due, fra l'altro due maschi
molto porcelli. Lorenzo gli dice:
"Mi ha detto di esser fidanzata, la nostra amica"? Cui Giorgio risponde:
"A me piacciono molto le giovani fidanzate inesperte; ho piacere a farle fare le opportune esperienze prima che giunga al matrimonio" e giù a ridere... i due porci.
Intanto sono lì, in mezzo a questi due maiali e seguitiamo a ballare...
Mi sento le loro mani addosso, poi, ad un certo punto, Lorenzo dice:
"E' meglio andare a sedersi al mio tavolo; mi pare che stiamo un po' esagerando; siamo sotto gli occhi di tutti"!
Quindi smettiamo, anche perché, magari, ci poteva essere qualcuno che ci conosceva. Ci sediamo al tavolo, così, almeno, eravamo un po' meno in vista; mi trovo in mezzo a questi due maiali ed è giocoforza iniziare a limonare con il mio capo.
Intanto l'amico mi mette le mani in mezzo alle cosce, arrivando alla figa, dove si accorge che non indosso le mutandine; quindi mi sussurra all'orecchio:
"Allora sei proprio una maialina: te ne vai in giro senza mutandine"?
Così gli dico: "Le ho lasciate come ricordo al cameriere al ristorante, prima che venissimo qui". E lui: "Mmmhmmh, che troietta, che sei!" Intanto mi sgrillettava il clitoride e mi baciava il collo, mentre limonavo con l'altro. Sento che sto per raggiungere l'orgasmo; sono un lago ed egli mi tocca anche il seno. Sono in completa balia di quei due, ormai. Sento Lorenzo che dice:
"Mi sa che è meglio andare a casa mia per far la festa a questa troietta; che ne dici, Giorgio? Questa vuole il cazzo".
"Sì, è meglio andare a scoparla... senti... tocca la figa... è un lago" e cosi ci alziamo e ci dirigiamo verso l'uscita. Mentre raggiungiamo l'auto, sono in mezzo a questi due maiali che non smettevano di palparmi il culo, senza un minimo di ritegno.

La mia è proprio una condizione da troia; una situazione decisamente assurda per me. Raggiunta la macchina nel parcheggio, Lorenzo si mette alla guida ed io, con il mio capo, dietro. Quest'ultimo tira subito il cazzo fuori ed io lo prendo in bocca e inizio a spompinarlo, mentre l'amico guida e mi guarda dallo specchietto retrovisore, incitandomi e dicendomi che ero una troia, ed io, a quelle parole, ciucciavo con maggior temperamento da porca, rivolgendo loro sguardi da vera provocatrice.
Il capo mi teneva la testa, io ciucciavo sempre con molta ingordigia, facendo colare dalla bocca tanta saliva. Mi sentivo molto su di giri e, una volta arrivati, entriamo in casa dal garage; una volta dentro, ci trovammo in una taverna attrezzata con mini bar e dei divani; è lì che Lorenzo mi mette la lingua in bocca e finiamo sul divano.
In breve mi sfilano il vestitino: sono praticamente nuda, ho solo le calze parigine ed i tacchi. Avevo Lorenzo che mi leccava la figa, mentre l'altro aveva ripreso a scoparmi la bocca.
Mi sentivo in uno stato di eccitazione pazzesca; urlavo dal piacere. Poi Lorenzo si stacca e va prendere una bottiglia di champagne e dice:
"Giorgio, questa zoccola va festeggiata per bene... meno male che è fidanzata?!; guarda come si dà da fare, la troia... " stappa la bottiglia e prepara tre bicchieri.
Ci alziamo in piedi e facciamo un brindisi, poi mi inginocchio e li ciuccio entrambi. Sono fuori controllo, loro bagnano i loro cazzi nei bicchieri e io ciuccio con sempre più avidità; riesco a prenderli tutti e due in bocca; loro sono come impazziti, mi mettono sul divano e Lorenzo inizia a mettermi il cazzo in figa.
Ho un sussulto; era un bel cazzo di notevole dimensione; mi giro per guardarlo negli occhi, mentre mi stava prendendo a pecora. Ero scopata senza preservativo, ma ormai sono fuori controllo e mi lascio fare.
Mentre mi dà della troia e mi dà delle pacche sulle chiappe, Giorgio mi rimette il cazzo in bocca e me la scopa. Vanno avanti cosi per un po' e quando Lorenzo esce, si scambiano: questa volta è Giorgio che mi sbatte fortissimo nella figa; ho degli orgasmi interminabili e lui, con il dito inizia a stuzzicarmi il buchino del culo, ormai molto umido; prima ci infila un dito poi due, poi ci sputa sopra e inizia a penetrarmi; entra in un colpo secco ed io mi giro: "Fai piano, maiale!" dico e lui mi risponde: "Zitta, troia, ciuccia il cazzo al mio amico, sei una cagna, guardati come ti dai a due maschi; sei la peggiore delle puttane, pensa se ti vedesse ora il cornuto del tuo fidanzato, mentre ti fai fottere da due porci come noi, pensa: cosa direbbe di te?!"
A quelle parole vengo, urlo e dico che sono una troia, esortandoli a scoparmi ancora più forte.
Poi Giorgio, rivolto a Lorenzo, dice: "Dai... doniamo una doppia a questa cagna, lo vedi che non le basta più un solo cazzo? Mettiamogliene due insieme, facciamole figa e culo, a 'sta sgualdrina" ed io: "No, non l'ho mai fatto con due contemporaneamente", ma lui dice:
"Vedrai, ti piacerà, cagna. Vedrai come ti piacerà esser fottuta da entrambi insieme; ti rimandiamo dal tuo fidanzatino cornuto, con i buchi tutti sfondati, cagna...."
Giorgio si siede sul divano e io mi ci impalo su con la figa, offrendo il mio culo a Lorenzo che subito infila il suo cazzo; è una sensazione pazzesca: ho due cazzi dentro, la prima volta in vita mia, mi sento il cuore a 1000; mi piace molto:
"Cosìììì….sìììì... godooooo" urlo e loro non smettono di scoparmi insieme.
Andiamo avanti per un po', quando Lorenzo dice:
"Cazzo sborro, puttanaaaaa….." e mi scarica tutto il suo sperma nel culo; mentre se ne esce, Giorgio accelera il ritmo: mi scopa più forte, fino a quando se ne esce anche lui e mi dice:
"Prendilo in bocca, puttana" e mi sborra in bocca, riempiendomela.
Ingoio tutta la sua sborra e glielo ripulisco; ancora non sono soddisfatta ...
Intanto l'amico si è ritrovato di nuovo con una poderosa eccitazione; mi si avvicina per farselo ciucciare a sua volta, io sono di nuovo in ginocchio che ciuccio i loro cazzi.
Intanto dal culo mi fuoriesce la sborra di prima: sento di esser proprio una lurida cagna.

Essi ripensando alla doppia che doveva esser la mia festa, subito si riprendono e iniziano di nuovo a scoparmi. Sono rimessa a pecora e per primo prende a sbattermi Lorenzo che, però, si alterna tra figa e culo; il suo cazzo scivola nei miei buchi, ormai oscenamente dilatati; andiamo avanti ancora così ed io mi faccio scopare fino a che non li vedo soddisfatti. A quel punto, mi inginocchio e mi sborrano in bocca.
Lorenzo, per complimento, mi dice: "Che bella troietta che sei, si vede che ti piace il cazzo".
Ormai sono le 5 del mattino, vado in bagno, cerco di darmi una sistemata per quello che è possibile. Poi salutiamo il nostro amico e andiamo via.
Giorgio mi accompagna a casa e mi dice:
"Domani puoi venire in ufficio anche per le 14.00, cosi avremo modo di riprenderci un po', dopo questa nottata.

Io ripenso a tutta la situazione vissuta e mi dico: 'Stavolta ho proprio esagerato; farmi scopare da quei due e, per giunta, anche senza preservativo... che scema che sono, devo darmi una controllata per i prossimi incontri'.
Ormai ero talmente presa che già pensavo ai prossimi incontri; mi infilo in doccia e mentre cerco di lavar via i miei peccati, non posso far a meno di toccarmi ancora la figa e toccarmi anche il buco del culo, che si presenta ancora ben largo.
La cosa strana è che non pensavo più al mio fidanzato; mi sentivo come una donna libera, pronta a buttarmi in ogni avventura trasgressiva.
Mentre la prima volta che lo avevo tradito, ho avuto sensi di colpa per giorni, oggi come oggi, non sono pentita. Dopo aver provato la doppia penetrazione ed esserne rimasta estasiata, non nascondo che non vedo l'ora di ripetere quell'esperienza cosi eccitante e trasgressiva. Dopo la doccia, mi metto nuda a letto, tentando, finalmente, di riposare.



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