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Il mio primo tradimento: 2° cap.


di martan
21.08.2012    |    24.998    |    8 9.6
"Eravamo talmente eccitati che non durammo molto e lui, poiché sapeva che prendevo la pillola, sborrò copiosamente dentro la mia fica senza cacciarlo fuori, ..."
Finale prima parte
Passarono alcuni anni di questa stupenda vita, diventai maggiorenne e terminai la scuola superiore e in tutto questo periodo l’unico cazzo a dilettarmi fu quello del mio fidanzato. Devo dire che era un bel diletto. Quasi ogni giorno scorrevano i miei umori e la sua sborra. Praticavamo di tutto: petting spinto, sega normale, sega spagnola, pompino, sessantanove, inculata, pecorina, spegni moccolo e altre varie amenità. Poi dopo il diploma ed una estate indimenticabile anche dal punto di vista sessuale, dove addirittura chiavammo sul sagrato di una chiesa abbandonata e dentro antichi ruderi di una nostra bella località di mare, venne l’autunno e cominciai ad avere le mie prime esperienze lavorative.

Inizio seconda parte
A Ottobre fui assunta presso una ditta i cui titolari avevano un amico che frequentava l’ufficio. Lui prese subito a farmi una corte insistente ma poiché aveva impegni lontani dalla mia città rimaneva qualche giorno e poi ripartiva. Lui aveva undici anni più di me e il fatto che avesse tutte queste attenzioni era per me lusinghiero e gratificante. Inoltre con tutta l’esperienza sessuale accumulata in quegli anni col mio ragazzo mi intrigava molto provare a sedurre e farmi sedurre da un altro uomo.

Il primo tradimento
Così al suo ritorno mi abbandonai al sottile piacere del corteggiamento e dopo un mese circa dalla sua conoscenza accettai un passaggio in auto per farmi accompagnare a casa. Dissi al mio ragazzo di non venirmi a prendere quella sera e che ci saremmo visti il giorno dopo. Quando fummo in auto lui mi chiese se poteva fermarsi in un posto appartato per scambiare quattro chiacchiere da soli. Acconsentì immaginando le sue intenzioni ed eccitata da quel pensiero cominciai a bagnarmi la fichetta. Quando parcheggiammo ero già completamente pronta ad accogliere le sue probabili avances ed infatti lui cominciò a dirmi che mi desiderava dal primo momento che mi aveva visto, che gli piaceva tutto di me e che ero diventata il suo sogno quotidiano. Feci finta di fare un poco la preziosa e di volermi schernire da questi complimenti, ma lui capì che non aspettavo altro che mi cominciasse a carezzare e baciare e così fece. Mi prese il viso tra le mani ed appoggiò le sue labbra sulle mie. Lentamente mi introdusse la lingua in bocca ed intanto con le mani mi palpava seno, cosce e fica, accorgendosi della mia eccitazione tradita dagli umori emessi. Cominciammo ad abbandonarci al desiderio e presi a tastare il suo cazzo attraverso i pantaloni. Era già durissimo ed intanto lui mi aveva alzato la gonna e stava cercando di abbassarmi gli slip. Mormorai qualcosa che volesse sembrare un rifiuto ma lui si eccitò ancora di più e riuscì a distendere i sedili anteriori tra un bacio e l’altro e mi ritrovai sotto di lui con la gonna alzata e le mutandine abbassate. Non allargavo ancora le cosce per prolungare quella specie di schermaglia erotica che mi faceva eccitare tanto anche a causa della novità. Continuammo a limonare per qualche minuto ancora e nel frattempo lui era riuscito ad estrarre il suo cazzo, aiutato anche da me che gli avevo tirato giù i pantaloni e me lo cominciò a strofinare all’imbocco della fica. A quel punto allargai un po’ le cosce e lui scivolò dentro di me. Il suo cazzo era umido e la mia fica era completamente lubrificata. La penetrazione fu facilissima e noi due eravamo al punto giusto di eccitazione per farci una cavalcata coi fiocchi. Allargai completamente le cosce per rendere la penetrazione più completa e lui mi mise una mano dietro il culo e mi sollevò il bacino verso di se mentre con l’altra si manteneva appoggiato al sedile. Aveva un cazzo leggermente più sottile del mio ragazzo ma un poco più lungo e me lo infilò completamente dentro facendo sbattere le palle sul culo. Eravamo talmente eccitati che non durammo molto e lui, poiché sapeva che prendevo la pillola, sborrò copiosamente dentro la mia fica senza cacciarlo fuori, così come gli avevo languidamente suggerito durante l’amplesso. Siamo rimasti così fermi uno dentro l’altra per diversi minuti dopo aver goduto e poi lentamente ci siamo ricomposti ed essendo una prima volta anche un po’ arrangiata era stato più che sufficiente. Quella sera a casa dopo cenato venne il mio fidanzato, come faceva quasi ogni sera da quattro anni e non si accorse che avevo ancora tra le cosce gli umori dell’altro uomo. Infatti trovai gli slip completamente intrisi della sua sborra e dei miei umori, tanto che dovetti nasconderli per non farli trovare da mia madre e buttarli il giorno dopo quando uscì al mattino. Questa situazione risultava estremamente intrigante e cominciava a piacermi anche se coniugava insieme colpa e rischio, ma anche, soprattutto, desiderio e piacere.

Il primo ritorno
Per alcune settimane non rividi quest’uomo perché era ripartito come al solito per i suoi impegni di lavoro e di famiglia, perché , come mi disse dopo, lui era sposato ma non andava d’accordo con la moglie, nonostante avesse anche una figlia con questa donna. La cosa non mi importava più di tanto perché io, invaghita come ero di lui, volevo vivere un’avventura con un uomo che mi piaceva senza pretendere null’altro che sesso e piacere, almeno per il momento. Mi bastava la gratificazione del corteggiamento e della conquista per darmi una sorta di autocompiacimento. Vivevo evidentemente un momento di crisi di identità e in qualche modo quella storia mi permetteva di riaffermare una mia personalità. Lui tornò dopo qualche settimana da quel primo amplesso in macchina. Venne a trovarmi in ufficio ma per la presenza di altre persone non potemmo salutarci come sarebbe stato giusto per due amanti che non si vedono da un mese. Ci appartammo brevemente, giusto il tempo di far roteare le nostre lingue nelle rispettive bocche e sentire il suo sesso che si induriva sotto le mie mani, ma il luogo non permetteva di più.
La lontananza faceva accrescere il desiderio e la voglia di sesso e quel breve momento fu una tortura. Inoltre, essendo fidanzata, non avevo tutta questa disponibilità di tempo necessaria a godermi quest’uomo. Comunque era tornato e dovevamo solo organizzarci per poter dare libero sfogo alle nostre voglie. Sfortunatamente non fu quello il ritorno giusto. Dovette ripartire quasi subito e riuscimmo a incontrarci solo una sera per poco tempo, giusto quello di infilarmi il suo cazzo nella pancia. Mi fece sedere in braccio a lui, in auto, senza mutandine e mi imbottì la fica. Ci agitammo eccitati per diversi minuti, una di fronte all’altro, con le nostre bocche avide che non si staccavano neanche per riprendere fiato, fino a che senti pulsare il suo cazzo nella mia vagina ed il suo grugnito di godimento e cosi me ne venni anche io, disfatta, con i miei capezzoli nella sua bocca e la mia fica inondata di sborra. Poi ripartì e stette via ancora tre settimane lunghissime.
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