tradimenti

Laura


di messy2011
10.02.2011    |    17.237    |    0 7.1
"Sono concentrato sul mio lavoro voglio che la donna si ricordi di me a lungo, come a lungo la scopo in culo, faccio cadere altro olio johnsonn sul suo..."
Laura un incontro inaspettato.

Molti desideri o per mancanza di opportunità o per qualche altro motivo vanno a finire nell’armadio dei nostri segreti. Questo è un dato di fatto che capita a quasi tutte le persone normali, ma se stiamo attenti e cogliamo ogni momento della nostra vita con il giusto spirito, molte porte ci si aprono, senza però doverci lasciare dietro il nulla. Anzi si entra in mondi nuovi per scoprire vite e sensazioni che migliorano la nostra esistenza e ci fanno apprezzare di più ciò a cui teniamo veramente. E’ cosi che organizzo un appuntamento al buio con una donna conosciuta su internet, navigando su un sito di annunci erotici. Quando quel pomeriggio in caffetteria ho incrociato lo sguardo con quella dolce e giovane brunetta ho capito perche a volte bisogna lasciarsi trasportare dall’istinto e dare sfogo alle proprie emozioni. Il sorriso simpatico e uno sguardo intenso e intelligente di quella giovane donna secondo me sui trent’anni non di più, mi hanno colpito e non ho potuto far altro che allontanarmi dai miei amici per stare più vicino a lei e cercare un approccio.
Non so ma c’era qualcosa in lei che mi attirava, oltre al suo attraente modo di fare e al suo aspetto curato ed elegante, sentivo un’attrazione a pelle che mi faceva assaporare il suo profumo da alcuni metri di distanza.
Così mi sono avvicinato e dopo essermi presentato e averle chiesto il suo nome, abbiamo incominciato a chiacchierare come che ci conoscessimo da dieci anni. Era proprio lei Laura. Dopo dieci minuti di conversazione mi ero già dimenticato di essere entrato al bar con alcuni miei amici e pensavo solo ad ascoltare le parole di Laura seguendo il movimento delle sue labbra. La sua voce dolce mi massaggiava le tempie e non tardai a farle capire che ero molto attratto da lei e dal suo così apparentemente normale modo di fare. Anche Laura sembrava incuriosita e divertita da questa strana situazione che io e lei avevamo pianificato all’improvviso. Così, quasi segretamente ci siamo scambiati i numeri di telefono, essendo tutti e due sposati e abbastanza conosciuti, non potevamo concederci grandi libertà o tanto meno programmare ulteriori incontri alla luce del sole.

Rientrando a casa quel pomeriggio non ho fatto altro che pensare a lei, l’avrei chiamata non appena possibile. Così il giorno successivo di mattina a lavoro, decido di chiamarla ma fatalità, dopo dieci secondi da questo pensiero mi squilla il cellulare, è Laura. Io lavoro come collaboratore amministrativo in un ufficio pubblico, e lei è di sotto nel bar dove si va a bere il caffè la mattina con i colleghi. Mi invita a scendere per bere un caffè assieme a lei. Di corsa mi precipito giù e siamo di nuovo vicini. Oggi è ancora più bella , mora media statura carnagione olivastra curve giuste al posto giusto e poi il suo profumo.

E’ innegabile che fra noi due c’è qualcosa, un’attrazione fisica che oserei dire chimica, quando parlo lei mi fissa le labbra e si tira i capelli indietro, non incrocia mai le gambe e cerca di stabilire sempre un contatto fisico toccandomi il braccio e le mani, sorridendo e mostrandosi sicura e positiva. Anche lei dice delle cose con un tono che mi fa pensare solo a cercare il modo di tentare un approccio più intimo con il suo corpo. Ormai è innegabile, siamo due corpi e due menti che si sono trovati all’improvviso per scambiare le proprie sensazioni erotiche e tenerle per sempre dentro lontano dal mondo banale di tutti i giorni. Ci lasciamo con l’intento di rivederci a più presto con calma, soli senza occhi indiscreti. Così giovedì decido di prendere un giorno libero e di chiamare Laura per fare un giro vicino al mare. Tutto rigorosamente allo scuro di mia moglie , e del marito di Laura spero, infatti ufficialmente sono fuori città tutto il giorno per lavoro. La chiamo e lei accetta immediatamente l’invito, così si libera anche lei e trovando una scusa che la libera per tutta la giornata ci troviamo finalmente soli, io e Laura. La mia idea alla fine è quella di portarla in una casa vicino al mare. Una villetta molto appartata in riva al mare dove si va d’estate a trascorrere le vacanze con gli amici di famiglia. Il tragitto che dobbiamo percorrere è molto breve circa quindici chilometri. Soli in macchina io e Laura siamo un leggermente preda di una certa timidezza, rotta all’improvviso da una mia carezza sui suoi capelli castani. Lei gradisce e porta la testa indietro sul sedile dell’auto allungando la mano e posandola sulla mia coscia. “ Guida e fai finta di nulla” mi consiglia lei con un sorrisino malizioso. Dopo aver detto questo la sua mano che prima mi accarezzava la coscia, ora è sulla chiusura dei miei pantaloni. Io sento immediatamente sotto la sua mano il mio uccello che si riempie e si gonfia stritolato dagli slip. Continuo a guidare non dico nulla la lascio fare. Ora si adopera con due mani e in tre secondi mi sfila dai jeans l’uccello. Mi guarda ma io continuo a guidare , così delicatamente inizia a baciarmi la cappella , io sono estasiato. Le sue labbra carnose e calde mi sfiorano la finissima pelle del pene che ormai è in piena erezione, in pochi secondi sono tutto dentro la sua dolce bocca. Accosto in una piazzola di emergenza, perché non riesco più a guidare. Le poggio le mani sulla nuca e infilandole le dita in mezzo ai capelli la accompagno nel movimento di saliscendi che ora è completo, costante, aderente e scivoloso. Lascio una mano sulla sua chioma castana ma con l’altra cerco di sbottonare i bottoni dei suoi jeans a vita bassa. Non è impresa difficile, cedono immediatamente. Prima le sfilo la camicetta, poi sfiorandole la liscia e vellutata pelle olivastra scendo giù dove la pelle di velluto si increspa un po’ a causa della delicata rasatura del pube.

E’ bollente, arrivo alla spaccatura della vagina , sento le labbra molto turgide e carnose, mi faccio un po di spazio con il dito indice e il medio , affondo. Laura è un lago. Interrompe il suo lavoro di bocca e staccandosi dal mio uccello livido da quanto me lo ha fatto diventare duro e nervoso, lascia un filo di saliva tra la sua bocca e me. Si appoggia allo schienale del sedile e mi afferra la mano spingendola ancora più dentro di lei. Ora la posso baciare, le nostre lingue si intrecciano e io le mordo continuamente le labbra leccandola e passando la mia bocca sul suo collo e su un’ orecchio sospirando. “così mi fai venire i brividi” mi dice sottovoce sorridendo. Le macchine sfrecciano sulla strada completamente indifferenti , stiamo rischiando di essere visti da qualche occhio indiscreto, allora ci calmiamo ci rivestiamo un po’ e ci rimettiamo in strada. Lo sapevo il suo profumo naturale è un fragrante e acerbo odore di sesso femminile, selvatico e meraviglioso. Siamo giunti al bivio, metto la freccia svolto e in cinque minuti raggiungiamo la villetta , parcheggio. In zona non c’è nessuno, la stagione estiva non è ancora iniziata anche se è già primavera, così dopo aver parcheggiato scendiamo e una volta attraversato il piccolo giardinetto a piedi entriamo finalmente soli a casa. Chiudo il portoncino mi tolgo la giacca di velluto, lo stesso fa Laura con il suo piumino tipo bomber nero lucido con il cappuccio impellicciato. Ci guardiamo e siamo di nuovo in preda ad un attacco di libidine acuta. Io le prendo i fianchi e la giro afferrandole saldamente i seni con ambedue le mani, spingo col mio bacino sui suoi glutei formosi e sodi facendole sentire il mio pene di nuovo duro come un tronco d’acero. “ Tutto quello che hai letto nei miei racconti” le sussurro all’orecchio. Lei muove il sedere e il petto come per farsi accarezzare ancora e mette le sue mani sulle mie.
“Abbiamo il tempo di farlo ora io e tu qui“.
Ci stacchiamo e in un secondo siamo completamente nudi, i vestiti buttati dove capita i jeans slacciati in terra le camice su una sedia e sul tavolo, il resto in terra. La spingo sul divano e mi metto in ginocchio di fronte alle sue cosce. Laura capisce le mie intenzioni e spalanca subito le gambe davanti alla mia bocca. Mi avvicino e incomincio a baciarle l’ombelico, ma ben presto lasciando una pista di saliva scendo giù e appoggio le labbra e la lingua sulla sua passera. Sento il suo profumo selvatico, sospiro e allargandola con le dita incomincio a leccarla insistentemente, a trasferire la mia saliva dentro di lei. Indurisco la lingua e cerco di arrivare più a fondo possibile, comprimendole il clitoride e cercando di morsicarlo con i denti. La lecco e la sbavo con energia, ora le afferro i glutei e li allargo, trasferisco la lingua nella parte di pelle liscissima che separa la vagina dalla porticina rossa del culetto. Li, appoggio la bocca e le assaporo il cerchietto rosso infilandole la lingua fino a quanto mi è possibile, poi ripasso alla figa, poi di nuovo li , me la vorrei mangiare. Quando lecco la figa i pollici sono puntati nell’ingresso del culetto, quando invece insisto ad entrare nel suo culo con la lingua, le mie dita sono sul suo bagnato clitoride che cercano di sprofondare in quell’anfratto di carne allagata di umori femminili. Ora ci sistemiamo meglio sul divanetto, Laura si mette a cavalcioni sopra di me e mi comprime la faccia con la figa, effettuando dei movimenti circolari mi stimola a continuare il mio lavoro , mi afferra l’uccello e se lo schiaffa in bocca con un gesto abbastanza violento, rischiando anche di farmi male. Un sessantanove che dura venti minuti, mezz’ora. Lei sopra e io sotto ci ingoiamo reciprocamente i sessi fino a farci venire i conati, poi ci invertiamo le posizioni e un’altra volta ancora. Il mio uccello è duro e le vene sporgono dalla pelle finissima e scura, mi metto davanti a lei e le apro le cosce, non ho bisogno di afferrarlo è già in posizione giusta davanti a quell’acquitrino di figa. Con le mani prendo Laura sul collo avvicino il bacino al suo e con una spinta costante e potente senza fermarmi sprofondo dentro di lei, fino a toccare con la cappella il fondo dell’utero. Laura è tutta bagnata ormai ansima e gode incitandomi a scoparla più forte e più velocemente, e io obbedisco. Le pareti sono rugose la sua vagina è larga ma il mio uccello forse è troppo lungo e grosso per lei.
“Mi fai male ce l’hai enorme non avevo mai visto un coso così grande”
Io sono imporrato continuo a spingere entrando e uscendo ma non le voglio fare male, così faccio un po più piano. Lei gode e mi incita” oooh cosììì, siiii daiii scopami, sbattimi”. E’ deliziosa.
Lo tolgo perché mi sta venendo da sborrare, lo appoggio sulle tette e lei me lo stringe in mezzo stritolandomelo tra i seni. La lascio fare e mi muovo per salire e scendere in questa favolosa spagnola che mi ha improvvisato Laura. Ha delle tette veramente gustose e invitanti, approfitto per mettermi in bocca i capezzoli duri e scuri , non posso far altro che morsicarli e succhiarli con ingordigia.
Mi trattengo un bel po’ perché adoro le tette mi fanno morire , le lecco le bacio le stringo, le massaggio e mi sbatto continuamente i capezzoli sulle labbra bagnandoli di saliva e morsicandoli lievemente. Ormai quel principio di orgasmo che mi stava salendo prima si è riassorbito, posso riprendere a scoparla. “ Dai Laura girati”. Lei obbedisce e si mette alla pecorina con i gomiti sui braccioli del divano, i fianchi e le spalle basse e il suo stupendo culetto all’in su, apparecchiato tutto per me . Si gira e mi guarda muovendo i fianchi, come per darmi il via.
Ho messo le mani sui suoi sfilati e snelli fianchi, le chiappe sono morbide e lisce, sprofondo la verga tutta dentro con un tonfo fino a schiacciarmi le palle sul suo sedere.
Un urlo di piacere si diffonde nella stanza, la scopo in questa posizione tenendole i fianchi, rallentando e poi accelerando, la sento mia, la sbatto con energia e forza. Lo tolgo fuori e lo ributto dentro prendendo la rincorsa da lontano. I suoi capelli le vanno in faccia e come respira e ansima energicamente le vanno in bocca, infatti ogni tanto con una mano se li sposta dalle labbra. Laura ha la schiena tutta sudata ma anche io sono in un bagno, la porto avanti e indietro su quel divanetto per un bel po’, si mette le mani sui glutei e li allarga per aiutarmi a penetrarla e di nuovo sento un’inarrestabile voglia di sborrare che mi sale dalla ghiandola prostatica. Delicatamente rallento il martellamento e lo tolgo, Laura si gira su un fianco e alza una coscia verso l’alto, mettendosi la mano sulla figa. Io mi alzo le prendo le mani, la metto in piedi e la porto in braccio in camera da letto, la porta è socchiusa con un calcio la apro e butto Laura con forza sul grande letto matrimoniale. In ginocchio la raggiungo ma lei mi viene incontro e mi sale a cavallo spingendomi a pancia all’aria, mi monta su e cerca di prendermi il cazzo per infilarselo dentro.
Centra immediatamente il bersaglio e sono di nuovo dentro il suo caldo ventre. Ora è lei che dirige la musica, io resto immobile.
Si appoggia prima sul mio petto e con il busto sempre a candela muove il culo per estrarre e rinfilarsi il mio attrezzo dalla figa. I suoi capelli mi cadono in faccia e non la vedo, ma sento spesso le punte dei suoi duri capezzoli che mi sfiorano la bocca e il mento. Gode e grida tanto non ci sente nessuno, anche io canto abbastanza a voce alta perché questo angelo mi sta letteralmente facendo sbarellare di godimento. Ora si punta con le mani e i polsi sulle mie caviglie puntando il seno verso di me a petto in fuori e sempre a cavallo a me spinge avanti e indietro il bacino con il mio cazzo tutto affondato dentro e la testa tutta all’indietro. Ora vedo benissimo le sue forme bellissime e la sua carnagione olivastra che mi si sfrega sopra senza ritegno. Scopiamo per dieci minuti in questa posizione. Sto per esplodere mi metto in piedi sul letto col cazzo stretto in mano che sta per scoppiare e lei in ginocchio, glielo punto in faccia e lascio la presa. Una copiosa sborrrata mi parte dalle viscere e inonda la mia amante in pieno viso, lei spalanca le labbra e dopo essere stata ricoperta di caldo liquido bianco in viso nel collo e nelle tette, me lo prende in bocca leccandolo accuratamente e facendomi una deliziosa sega a due mani beve ingoia e deglutisce un abbondante cocktail di saliva e sperma che la sazia ma non la placa dal desiderio di continuare a spompinarmi con arte e morbosa perversione. Dopo la sborrata un po l’erezione mi cala, ma quel suo egregio e insistente lavoro orale e manuale mi fa rinvigorire e divento più tosto e duro di prima. Laura non si pulisce neanche e si mette a pancia in giù con il culo in alto e le gambe divaricate, le sue mani si stimolano ancora la figa da sotto. Io camminando con le ginocchia sul letto mi avvicino di più a lei e le divarico anche le chiappe con le mani, mettendo in evidenza il rosso e tondo buchetto le passo con pressione e insistenza la mia lingua sopra sputandoci leggermente. Dopo avermelo messo in bocca le infilo piano il dito anulare con il palmo della mano rivolto verso l’alto. Lei ha un leggero sussulto ma non le dispiace l’idea di darmi anche il culo, anzi è molto eccitata e mi incita a scoparla subito anche li. Mi viene un’idea, mi alzo prendo una bottiglietta di olio johnson sul comò e glielo svuoto tutto sui glutei. Cade vellutato nelle tonde e olivastre chiappe di Laura scendendo a poco a poco nella fessura anale, le passo la mano, praticamente non esiste più alcun attrito. E’ tutto fluido e liquido il culo di Laura ha profumo di mandorle e volendo potrei infilarle la mano intera senza farle male. Ma ho qualcos’altro da farle assaggiare di ben più grosso sostanzioso e succulento. Lei è impaziente e sembra molto eccitata da questa mia idea, muove il sedere e si prende le chiappe allargandole. “Dai scopami il culo fammi godere in culo “

Sono parole sublimi e visioni sublimi quelle che io devo affrontare ora. Lucido abbronzato e tondo quel culetto sembra volermi invitare a sfondarlo, così punto immediatamente la cappella nell’ingresso. Faccio un po’ di forza non vuole entrare , la porta è stretta , anche se sono sicuro che Laura l’ha già preso, ma non le chiedo nulla. L’olio ha raggiunto già il foro d’ingresso, ma me ne spalmo un po’ anche sulla cappella per facilitare la penetrazione, allora riprovo. Finalmente mi sento aspirare dentro di lei, l’anellino di pelle rossa che separa l’interno del retto piano piano si allarga e mi cinge con aderenza la cappella stritolandomela, poi un tonfo con un tirare di pelle e un gran calore intorno al mio cazzo , ho oltrepassato quella barriera di pelle che segna il confine tra il sesso e la perversione. Quel ventre mi aspira facendomi sprofondare dentro le buie viscere del profondo culo di Laura. Sento l’uccello che oltrepassa i livelli ad anelli del retto, stretto nella morsa delle chiappe tonde e sode. Qualcuno è sicuramente già stato da quelle parti infatti, lo spazio ora si dilata e mi permette di incominciare la manovra di risalita. Sentendo gli stessi gradini caldi della carne anale di Laura, sul mio cazzo duro , ma in senso inverso mi avvicino all’uscita ma non tolgo la cappella del tutto, lasciando così il foro d’ingresso largo, pronto per farmi precipitare di nuovo dentro. E così accade ora spingo di reni con tutta la forza che mi ritrovo in corpo e travolgo il culo di Laura con i miei ventitré centimetri di carne dura e nerboruta. Già dopo le prime bordate Laura non capisce più nulla, la faccia schiacciata sulla guancia sinistra alla trapunta del letto matrimoniale, mi lascia intravvedere i suoi occhi semichiusi, bianchi con le pupille dietro le orbite dalla goduria mista al piacevole dolore. Le labbra sono prese tra i denti e con i pugni afferra e stringe le lenzuola come che le volesse strappare via.

Sono concentrato sul mio lavoro voglio che la donna si ricordi di me a lungo, come a lungo la scopo in culo, faccio cadere altro olio johnsonn sul suo delizioso ano e continuo a sbatterla al materasso montandomela anche con una certa cattiveria. I miei muscoli sono tirati, sono cado ho preso la cosa come un impegnativo esercizio fisico. Il cazzo ancora durissimo entra ed esce ormai senza difficoltà dentro Laura e le sue viscere, addirittura alterno anche qualche profonda penetrazione nella vagina sempre tenendole ben strette tra le mani le chiappe. Le due porte della femmina sono a mia completa disposizione e io ne approfitto spingendomi sempre più in fondo sia nella figa che nel delizioso ma ormai sfondato culetto. Ed è proprio li dentro, al caldo mentre sono sul fondo che sento aumentare il calore e avverto uno strabordare di liquidi densi tutti dentro, sento un lago di sperma che inonda l’intera cavità anale di Laura e non c’è piu resistenza neanche minima nelle pareti. Un’altra sborrata abbondante ma questa volta tutta dentro il culo, una miscela di sperma e olio cola dal culo di Laura e si adagia sul materasso, spogliato dalla trapunta e dalle lenzuola a causa della nostra agitazione. Laura sembra svenuta è tutta un bagno di sudore, i capelli attaccati alla fronte le guance rosse sembrano due mele e il respiro è affannoso e irregolare, la sua fame di cazzo almeno per ora è placata. Continuo a scoparla per un altro pò ma anche io ho bisogno di tirare il fiato e dopo la sborrata quando l’uccello mi si ammoscia lo sfilo dalle chiappe e mi distendo a fianco a lei accarezzandole i capelli e togliendoglieli dagli occhi. Apre gli occhi mi guarda “Sei un toro, mi hai sfondata sono distrutta”. Allora le bacio il collo e le metto la mano nel pube. E’ tutta un lago la giù il pelo è intriso di sperma mio, sperma suo, olio johnsonn , sudore e saliva. I nervi sensibili del palmo delle mie mani sfiorando la sua figa mi provocano un nuovo eccitamento e la verga mi si indurisce fino al limite. Le balzo sopra le allargo le cosce e inizio a scoparla nella tradizionale posizione del missionario, il rumore è simile a degli schiaffi a mani bagnate, il ritmo aumenta poi diminuisce, affondo forte poi piano , poi spingo tutto fino alla fine e rimango in quella posizione per qualche secondo. Laura si tiene forte alla testata del letto e mi spalanca ancora di più le cosce burrose. Allora riprendo a spingermi dentro di lei e a rituffarmi dentro. Venti minuti così, riprendiamo a sudare e a odoraci pelle a pelle. Laura mi morsica la spalla e mi fa anche male, io rispondo succhiandole la pelle del collo come un vampiro e poi la morsico a fianco alla vena giugulare, lasciandole una vistosa macchia livida rossa e molta saliva sul collo. Si sente la rete del letto scricchiolare che sembra sul punto di rompersi, il morbido materasso rimbalza e respinge Laura sotto di me facendomi sprofondare dentro di lei sempre più giù. I nostri lamenti si sentono sicuramente anche fuori, ma chi se ne frega io sono in paradiso e Laura gode insieme a me. Eccola un’altra incalzante e incontenibile sborrata mi sale come un torrente impazzito, questa volta le riempio la figa di sperma e cola tutto giù, faccio in tempo a toglierlo e afferrandomelo saldamente in mano ho anche qualche altra sborrata per la pancia le tette e i capezzoli di Laura. Sono passate due ore da quando ci siamo spogliati, siamo sudati e tutti imbrattati di sperma così decidiamo di fare una doccia, insieme naturalmente.

L’acqua scende calda dalla doccia e in breve tempo il vapore rende l’atmosfera del bagno sublime e surreale, sembra una sauna. Ci mettiamo sotto il gettito dell’acqua e riempiamo di schiuma di sapone profumato. La sua pelle è incredibilmente liscia con l’acqua sembra più scura e lucida, la massaggio e le passo le mani sui seni, e sui fianchi non resisto e la bacio. Ben presto siamo di nuovo travolti dalla passione. Sempre in piedi sotto l’acqua calda la prendo in braccio e lei mi avvolge con le cosce ai miei fianchi e mi butta le braccia sul collo.

L’acqua cade sopra i nostri corpi annullando l’attrito e scaldandoci la pelle, con una mano mi prendo l’uccello e lo infilo senza nessuna difficoltà dentro la vagina, incomincio a scoparla in piedi sotto la doccia facendola urtare contro il box in plexiglass , lei gode e ansima “Non mi basta mai , ancora aaah siiihh” La faccio sobbalzare su di me, tenendola in braccio le sue cosce fanno pressione sui miei avambracci e la tengo ben salda. E’ morbida e carnosa e l’acqua le scorre sui capelli castani. Sento la sua vellutata figa che mi avvolge calorosamente il pene. Dopo un po’ si divincola dalla mia presa e anche dalla penetrazione, si inginocchia e sempre con l’acqua che ci cade su, mi risucchia il cazzo con le labbra tutto dentro la sua gola, io mi tengo al box e alla mensola porta shampoo, ma tutti i prodotti cadono giù sul piatto doccia facendo un bel casino. La lascio fare ancora ma poi la tiro su e la giro di schiena schiacciandole il seno sulla parete bagnata trasparente del box. Guardo in basso , il suo culo lucido bagnato tondo mi invita e mi chiama di nuovo. Le metto le mani sui fianchi per poi scendere sui glutei fino a farle aprire leggermente le cosce quanto basta per farmi entrare di nuovo nel suo appetitoso e delizioso culo. Non perdo tempo e con un secco movimento dal basso verso l’alto la impalo di nuovo, facendola fremere di lussuria per l’ennesima volta. La stanza da bagno è completamente immersa nella nebbia del vapore acqueo, e io sto sprofondando dentro il culo di Laura un’altra volta sempre più a fondo, intensamente, incessantemente. Lei gode, grida e si appoggia schiacciandosi le tette completamente al box . “Adesso dimmi che sono la tua troia” in preda alla goduria mi dice a voce alta, sotto il fruscio dell’acqua. La perversione prende il sopravvento e mi implora di gridarle che è una troia e di continuare a scoparla in culo. Così faccio, la spingo con forza e la sbatto parlandole vicino all’orecchio dicendole le cose che vuole sentire. Lei spinge le chiappe verso di me e aiuta il lavoro di perforazione del suo basso ventre , aumentando sempre di più fino a farmi venire dentro per l’ennesima volta, non posso trattenermi dall’emettere un lungo urlo di piacere mantenendole le natiche e travasando dentro il suo insaziabile culo tutte le mie ultime riserve di sborra disponibili al momento. Si è fatto tardi per noi due oggi, dobbiamo rientrare nelle nostre vite. Bisogna rivestirci e rimettere tutto in ordine in modo che nessuno si accorga che siamo stati qui. Ci asciughiamo e ci rivestiamo, ogni tanto qualche suo sguardo mi fa venire voglia di saltarle di nuovo addosso, ma ormai dobbiamo risederci in macchina.
La accompagno in città e la lascio vicino a dove ha parcheggiato la sua auto, lei scende mi saluta e con eleganza si siede sulla smart mette in moto e vola via.
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