tradimenti

Mea culpa


di Hank1980
08.05.2023    |    5.285    |    2 9.5
"Così non si mosse, sentì solo Angelo dire: “Alessia, non posso più aspettare, sono troppo eccitato” fece per andarle addosso, Alessia non sapeva più cosa..."
Non siamo speciali, io e mia moglie siamo come tantissime coppie, lavoro, sbattimenti quotidiani, problemi e soddisfazioni, vacanze estive, dichiarazione dei redditi, spesa, ogni tanto una cena fuori, qualche amico, progetti, bollette ecc..
Ogni tanto questa vita è la norma, altre volte, invece, la routine porta i rapporti a logorarsi e questo è quello che è capitato a noi. Così, di punto in bianco, un normalissimo mercoledì sera, dopo cena, Alessia mi confidò di avermi tradito.
Erano mesi che le cose non andavano più come prima, c’era tensione, nervosismo, soprattutto da parte sua, tutto ciò che facevo era sbagliato, addirittura pensai volesse lasciarmi, ma mai avrei pensato che Alessia, mia moglie, la donna con cui sto da una vita, la persona più seria e corretta che abbia mai conosciuto, potesse arrivare a tradirmi, a farsi mettere la mani addosso da un altro uomo. Quel mercoledì sera tutto il mio mondo, le mie sicurezze crollarono, e con esse crollò anche quel castello di perbenismo che mi ero costruito e nel quale avevo racchiuso il mio rapporto, lasciando spazio a nuove sensazioni, tanta sofferenza e nuove prospettive.
Alessia mi disse di avermi tradito con un altro uomo, che aveva dato il nostro rapporto per scontato e che aveva fatto un errore, mi disse che se l’avessi perdonata, avrebbe voluto ricominciare in modo diverso, mettendo il nostro rapporto sempre al primo posto.
Rimasi senza parole, non ebbi grandi reazioni, mi serviva tempo per elaborare. Dissi che mi serviva spazio, presi le chiavi dell’auto e andai via.. Bevvi qualche bicchiere in un locale e poi rientrai a casa, volevo sapere, dovevo parlarle. La trovai in cucina, venne verso di me, cercò di abbracciarmi, ma la respinsi, dissi:
“Adesso mi spieghi cosa è successo”
“Ho sbagliato, è stato un periodo duro, ero confusa e ho fatto un errore”
“Chi è lui?” chiesi, ma Alessia rispose:
“Non me lo chiedere, non è importante”
“Adesso me lo dici e mi dici anche quante volte ci hai scopato”
Alessia disse: “Ti prego, non facciamoci ancora più del male. E’ successo solo una volta…”
Più discutevamo e più mi rendevo conto di voler sapere, per quanto ogni singolo dettaglio mi facesse soffrire, ma non mi sarei accontentato di un “Ti ho tradito”, dovevo sapere con chi e cosa fosse successo.. e più ci pensavo, più sapevo e più cercavo i dettagli. E’ così che riuscii a ricostruire quel giorno maledetto, è così che era andata, è così che ho potuto scrivere questo racconto…..

Alessia era insoddisfatta dal rapporto, non le davo più attenzioni, anche nell’intimità il rapporto era andato scemando, rispetto all’inizio, quando facevamo l’amore di continuo, adesso a fatica ricordavamo l’ultima volta che eravamo stati insieme. Ma Alessia aveva 40 anni, era bella come sempre, ed era in quella fase in cui, per quanto si sia ancora giovani, ti rendi conto che la vita sta andando in una direzione diversa, non tornerà più quella di prima, quella spensieratezza, quella giovane bellezza che contraddistingue le ventenni. Alessia non si rendeva conto dove fossero finiti tutti quegli anni, come fossero passati così in fretta, e iniziò a rendersi conto, anche considerando la sua vita in generale, che il detto “gli anni migliori devono ancora venire” era sorpassato, purtroppo gli anni migliori erano andati.. e io non le davo una mano. Per rispondere con forza a queste sue paure e pensieri Alessia era sempre curata, sempre bellissima, e il suo aspetto sicuro mascherava tutte le sue insicurezze. Ma questo dettaglio sfuggiva facilmente a molti, me compreso, ma sfortunatamente, non a tutti.
Un giorno come tanti altri, Alessia uscì da lavoro, e come sempre, si diresse verso la sua auto e si sentì chiamare:
“Qual buon vento?”
Alessia istintivamente si girò verso quella voce e vide Angelo, un mio vecchio amico, frequentavamo il liceo insieme, Alessia lo conosceva, ma non benissimo, era capitato in qualche occasione che fossimo usciti insieme, anche con sua moglie, ma il rapporto principale è sempre stato quello mio e di Angelo, quello di due amici che vanno a bere qualcosa regolarmente chiacchierando con leggerezza. Angelo non è propriamente un uomo attraente, ma è un ottimo ascoltatore, un ottimo dispensatore di consigli, uno, insomma, che con le parole ci sa fare.
“Ciao Angelo, che sorpresa, come mai da queste parti?”
Angelo lavorava vicino l’ufficio di Alessia, chiacchierarono per un pò, sempre piacevolmente e poi si salutarono, con la promessa che la prossima volta Angelo le avrebbe offerto volentieri un caffè. Alessia credo mi abbia anche riferito di averlo incontrato, ma se non immediatamente, dimenticai questo dettaglio dopo pochi minuti.
Angelo fu di parola, qualche giorno dopo, Alessia lo vide entrare a lavoro da lei e proporle una pausa caffè, Alessia accettò volentieri, presero posto in un caffè non distante e parlarono molto, quei 15 minuti passarono troppo in fretta, così quel caffè diventò un’abitudine. Finalmente Alessia poteva parlare con qualcuno, qualcuno che l’ascoltasse, che la capisse, qualcuno, insomma, che era sulla sua stessa lunghezza d’onda e che non era un muro di gomma come me. Quel mio amico, molto presto, a mia insaputa divenne molto più vicino a mia moglie che a me. Continuavamo a vederci, ma oramai nessuno mi diceva di quel rapporto mentalmente intimo che si stava andando a creare.
Angelo è un ottimo ascoltatore, un ottimo interlocutore, ma è anche un gran maiale, siamo amici da una vita, ne potrei raccontare a migliaia su di lui. Non è mai stato l’uomo più fedele del pianeta, ecco.. e che io sappia, anche con sua moglie non è stato un santo.
Infatti, ben presto Angelo iniziò ad andare più sul personale, chiedendo dei nostri rapporti, e si rese conto che Alessia non fosse soddisfatta da tutti i punti di vista. Prese scherzare in maniera diversa e in poco tempo si creò tra Angelo e mia moglie un rapporto particolare, come se fosse un’isola felice, al riparo da tutti, un’estemporanea dalla vita quotidiana, dagli impegni e dalla famiglia, per questo non ne parlavano con nessuno, non c’era nulla di male, non facevano nulla di sbagliato, per questo entrambi difendevano quel rapporto, anche dai rispettivi mariti e mogli.
Un giorno, un pò prima della solita pausa caffè o pausa pranzo, Alessia ebbe un problema di lavoro e dovette annullare l’incontro con Angelo, è per questo che, quasi naturalmente, Angelo le rispose al what’s app scrivendole:
“E che problema c’è? Allora vediamoci a cena”
“A cena? e che dico a mio marito?” rispose Alessia con tutta l’innocenza del mondo, senza alcuna malizia.
“Quello che io dirò a mia moglie, che esco con un amico”
“Dai, allora a stasera”

Angelo e Alessia si videro in un locale, passarono una bella serata, era la prima volta che si vedevano di sera e, forse, bevvero un po’ troppo e una volta alticci iniziarono a parlare più liberamente, iniziò Angelo che avvicinandosi all’orecchio di Alessia per via della musica alta le disse:
“Comunque, stasera sei una bomba, come fa tuo marito a non guardarti nemmeno?”
Alessia rise, “Sono una bomba nel senso che sto per scoppiare?”
“L’unica cosa che sta per scoppiare sono i bottoncini della tua camicetta” questo riferimento al seno di Alessia avrebbe potuto creare imbarazzo e tensione, ma non lo fece per via dell’alcol, così anziché stizzirsi, come avrebbe fatto in una situazione normale, Alessia scoppiò a ridere prese la mano di Angelo e disse, “Dai, balliamo”.
Era la prima volta che quel rapporto si liberava e inconsapevolmente si trasformava. Non successe nulla quella sera, bevvero ancora e poi Alessia disse di non riuscire a guidare e chiese ad Angelo di lasciarla a casa, avevano bevuto parecchio. Così una volta sotto casa, prima di uscire dall’auto, con la voce da ubriaca e gli occhi quasi socchiusi, Alessia si girò verso Angelo e disse:
“Pensi davvero che sia una… cos’hai detto? una bomba? Pensi davvero che sia sexy?”
“Ohhhh cavolo” Angelo, anche lui abbastanza ubriaco, le si avvicinò e disse “ti giuro che se fossi in tuo marito, te ne combinerei di tutti i colori”
Scoppiarono a ridere come due ragazzini alla prima sbronza, complici, Alessia dette un bacio sulla guancia ad Angelo, lo salutò e andò via. Aveva passato una bellissima serata, come quelle che passava a 20 anni, si sentiva bella, salì a casa, avrebbe voluto fare l’amore, ma io dormivo, mi svegliai solo per dirle di fare meno rumore, insomma, non la situazione ideale per iniziare qualcosa di romantico.
Dopo quella sera il rapporto tra Alessia e Angelo divenne sempre più intimo, Alessia iniziò ad essere sempre in ordine, si sentiva bella con Angelo che le dava tutte le sicurezze di cui ha bisogno una donna e iniziò ad essere anche più spregiudicata nel vestiario, il sentirsi bella vuol dire essere bella, esserlo davvero. Quel rapporto divenne sempre più importante, quasi come una dipendenza affettiva di Alessia nei confronti di Angelo che era l’unico che le dava le attenzioni di cui aveva bisogno. Tutto cambiò quando ricapitò l’uscita serale. Alessia indossava una fascia che valorizzava il suo seno, scarpe alte, calze velate, quasi si sorprese del fatto che non mi ingelosissi di vederla uscire così, ma non ci facevo molto caso, pensavo, ok, sta uscendo con le amiche e faranno a gara a chi è più bella.. Alessia, invece era bella per se stessa, Angelo le dava fiducia e sicurezza.
Anche quella sera era molto piacevole, ma un pò diversa, tra un bicchiere, in un clima rilassato e gioviale, tra una risata e l’altra, Angelo disse:
“Ale, però così non vale, eh?”
Alessia lo guardò maliziosa e disse:
“Cosa?”
“Cosa?” Rispose Angelo “Con quella fascia mi fai fare dei cattivi pensieri, sai che non ragiono quando vedo due belle tette” risero entrambi.
“Ma cosa vedi? Non vedi nulla” e dicendo questo, Alessia abbassò lo sguardo sul proprio seno, strinse un pò le braccia per renderlo più gonfio, quasi a provocarlo e scoppiò a ridere
“Lo sai che sei cattiva se fai così?” disse Angelo.
“Dai, scherzo, è solo che serve un pò di autostima”
“Si, ma adesso sono io quello con un’erezione, ed è tutta colpa tua”
Scoppiarono nuovamente a ridere, tra loro si era creata quella complicità che rendeva quasi naturale scherzare in questo modo, poi complice l’alcol...
Alessia disse ridendo:
“E allora vai in bagno e risolvi no?”
Angelo dopo un momento di silenzio disse:
“Ok” si alzò e fece per andare verso il bagno..
Alessia rimase un pò di stucco, poi lo fermò per un braccio, e fingendo di fare la seria disse:
“Angelo…” fece una pausa, poi a sento trattenne le risate quando disse “però non ti permettere di pensare a me” e scoppiò a ridere.
Angelo le disse:
“E invece penserò proprio a te” e corse ridendo verso il bagno del locale
“Noooooooo” tra le risate di entrambi, Alessia scattò in piedi e lo rincorse ridendo, si stavano divertendo come due ragazzini. Alessia lo raggiunse poco prima del bagno del locale, riuscì a prenderlo per un braccio, ma Angelo entrò ugualmente, così Alessia non ci pensò su ed entrò nel bagno degli uomini. C’erano diversi ragazzi che pisciavano negli orinatoi e tre bagni chiusi, non vide Angelo, si fermò per un istante e pensò di aver, forse, esagerato, ma sai che risate con Angelo di lì a poco? Non ci fù molto tempo, si aprì la porta di uno dei bagni chiusi, Alessia si sentì afferrare, emise un piccolo grido, ma riconobbe subito Angelo e le si disegnò un sorriso sul volto, come per dire “cavolo, l’abbiamo fatta grossa”. Angelo in un istante la tirò dentro il bagno, chiuse la porta alle spalle di Alessia e senza darle il tempo di scoppiare in una risata complice e testimone di una serata indimenticabile, le si buttò addosso, Alessia non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo, vide Angelo farsi vicino, fino a baciarla, sentì una mano palparle un seno, cercando di scendere sotto la fascia e l’altra prenderle una coscia tirandola su, quasi a guadagnarsi un posto, lì in piedi, tra le sue gambe.
Alessia per qualche istante restò sorpresa, più che altro cercando di capire cosa stesse succedendo, poi sentì il pube gonfio e costretto nei jeans di Angelo premere contro il suo, emise un leggero gemito che permise alla lingua di Angelo di entrarle in bocca, sentiva la mano sua intrufolarsi sotto la fascia che le custodiva il seno e prima che ci riuscisse, disse:
“Angelo, no, cosa fai..”
Angelo non rispose, andò avanti cercando di stringere il seno sotto la fascia e strusciandosi su di Alessia, ma dopo qualche secondo, Alessia con più lucidità disse:
“Non possiamo, siamo sposati” e lo respinse. Angelo si allontanò e prima che potesse avere qualsiasi reazione o dire qualsiasi cosa, Alessia uscì da quel bagnetto.
Si ritrovò davanti a diversi uomini, un ragazzo le disse:
“Non c’è nulla per me?” Tutti scoppiarono a ridere, Alessia corse via, seria questa volta, uscì definitivamente dal bagno degli uomini e andò via dal locale. Si diresse verso la sua auto e prima che potesse entrare sentì la voce di Angelo:
“Alessia, aspetta.. dobbiamo parlare”
Lei disse solamente:
“Scusa, devo andare”. Salì in auto e andò via.
Alessia si sentiva tradita, aveva quasi tutto, una matrimonio con me, e tutto il resto che le mancava era con Angelo, era una situazione perfetta per lei, ma probabilmente era tutto finito. Avrebbero potuto tornare a qualche ora prima? Ad essere quelli che scherzavano e giocavano, a mantenere quel leggero flirt senza mai essere inopportuni? Eppure quelle mani sul suo seno, essere presa così, quasi in pubblico, essere desiderata in quel modo…
Passarono dei giorni, Alessia pensava spesso a quella sera, non volea perdere Angelo, ma non sapeva come fare, poi una sera, a casa, fece il bagno, doveva rilassarsi, nella vasca colma di profumata schiuma, iniziò a pensare a quanto successo e i pensieri non andarono verso quel rapporto importantissimo forse perso, ma verso le forti sensazioni provate in quel bagno, in quei pochi istanti, Alessia, si ritrovò a sfiorarsi il sesso, a pensare a cosa sarebbe successo se non avesse fermato Angelo, non aveva mai avuto rapporti in un posto come quello, non era mai stata desiderata in quel modo, chissà se Angelo fosse riuscito a stringerle il seno, chissà se avesso partecipato e ricambiato quella foga… tra questi pensieri e il rumore dell’acqua che veniva agitata nella vasca si ritrovò a strofinarsi il clitoride con sempre più foga, a dover soffocare un urlo di piacere, stringere le cosce e lasciarsi andare in un orgasmo liberatorio.

Passò ancora qualche giorno, una sera ci pensò a lungo, non fece caso a me che rientravo a casa, non ce la fece più, prese il telefono e scrisse ad Angelo:
“Mi spieghi cosa succede?”
Angelo non rispose, passò un pò di tempo, Alessia venne a letto, ci addormentammo, ma lei non dormì molto, verso le 2 sentì vibrare il telefono, verificò che dormissi, si alzò e corse in bagno. Era Angelo:
“Succede che sei andata via e mi hai piantato in quel modo”
Alessia rispose:
“Scherzi? Cosa avrei dovuto fare? Ti ricordo che siamo entrambi sposati” Non capiva bene, ma le sembrava che si stesse giustificando, quando in realtà sarebbe dovuto essere lui a giustificarsi. Stava per inviare un altro messaggio per mettere le cosa in chiaro, ma fu spiazzata dal messaggio di Angelo:
“Ascolta Alessia, credevo stessimo portando il nostro rapporto ad un altro livello di complicità, viviamo la stessa situazione e avrei voluto darti tutto ciò che non ti da tuo marito e avrei voluto da te tutto ciò che non ho da mia moglie, ma forse ho frainteso, sei la moglie di un mio amico e non ho voglia di fare casini per essere solo l’amico del cuore”.
Alessia rimase di sasso, era tutto diverso, Angelo le aveva detto chiaramente che quello che era successo in quel locale non era un errore dovuto all’alcol, un qualcosa che sarebbe finito lì, ma anzi, un qualcosa di necessario per portare avanti quel rapporto. Alessia non voleva tradirmi, non voleva una relazione extraconiugale, ok, le capitava di pensare a quella sera, le capitava di masturbarsi, ma una cosa era assecondare delle fantasie intime e inconfessate, una cosa era avere una relazione con l’amico del marito. Rispose dopo un pò..
“Non so cosa dirti, vorrei che tutto tornasse come prima…”
Angelo non rispose. Passarono delle ore, passarono dei giorni, Alessia ritornò ad essere nervosa ed insoddisfatta, le mancava tanto come Angelo la faceva sentire, le mancava condividere con lui, il loro rapporto, non resistette cercò di fare il primo passo e inviò un ulteriore messaggio:
“Ohi, ci sei? sei ancora arrabbiato?” Non rispose. Così verso sera gli scrisse nuovamente:
“Non mi rispondi nemmeno, quindi non vuoi più vedermi? Mi dispiace molto, ma non posso costringerti, voglio solo che tu sappia che sei stato importante per me”.
Tutto quello che Angelo le aveva dato, la comprensione, la complicità, l’amicizia, le risate, la spensieratezza, tutto… tutto le era stato strappato via all’improvviso, pensò anche che forse non avrebbe dovuto tirarsi indietro in quel bagno, pensò al messaggio di Angelo, forse aveva frainteso che tipo di rapporto stava diventando, forse era la normale evoluzione di un rapporto che avrebbe anche potuto sistemare le cose tra noi due, forse… arrivò un messaggio, Alessia si precipitò sul telefono e lesse, era Angelo:
“Certo che voglio vederti, ma solo quando sarai pronta…”
Ecco una porta aperta, forse non tutto era perduto, però a quale costo? Magari ne avrebbero potuto parlare, avrebbero trovato una soluzione. Alessia rispose un “Ok..”
Si prese qualche giorno, pensò molto, voleva vederlo e capire cosa stesse succedendo, capire come riprendere in mano la situazione e ritornare ad avere ciò che aveva perso.
Io sarei partito per lavoro per qualche giorno, avrebbe avuto la tranquillità di pensare meglio. Così, quando si trovò a casa da sola prese il telefono e gli scrisse, ma sarebbe stata l’ultima volta:
“Ciao Angelo, ho bisogno di parlarti, se non risponderai lo capirò, e non ti cercherò più!”
Inviò il messaggio, posò il telefono sul tavolo, sospirò e sentì vibrare il telefono.
“Ok, finisco un paio di cose e passo da te, so che lui è partito”
Alessia non voleva che Angelo venisse a casa, era molto confusa, ma non voleva che venisse dentro casa, voleva un ambiente neutro, ma non se la sentiva di porre delle condizioni, confermò.

Ecco il citofono, Alessia non rispose, si dette un ultimo sguardo allo specchio, era vestita in total black, aveva un pantalone nero, abbastanza attillato, scarpe alte molto scollate, e una maglia a collo alto, quasi per tenersi al sicuro. Era bellissima, per quanto non fosse scoperta, tutte le sue forme erano evidenti, al posto giusto e ben valorizzate. Chiuse la porta di casa alle sue spalle, prese l’ascensore e scese, trovò Angelo fuori dal portone, la guardò con sorpresa e dise:
“Non saliamo?”
“No, preferisco di no, non vorrei che i vicini vedano entrare qualcuno, sei in auto?”
Entrarono in auto, Angelo partì, la situazione non era molto distesa, c’era molta tensione, lui non parlava così prese l’iniziativa Alessia:
“Come stai?”
“Dai, Ale, veniamo al punto, non giriamoci intorno”
“Quale punto scusa, vorrei recuperare il nostro rapporto, stava andando tutto liscio, e poi quella sera… ok, avevamo bevuto, ma non è successo niente, non dobbiamo permettere ad un errore di rovinare tutto, siamo sposati e quello che abbiamo tra di noi è unico…”
Continuò così per diversi minuti, Angelo si fermò, spense l’auto, solo in quel momento Alessia si rese conto di essere in auto con Angelo in un parcheggio di un centro commerciale chiuso da qualche mese, abbastanza isolato, lo guardò e disse:
“Cosa ci facciamo qui? Credevo andassimo a bere qualcosa”
“Dobbiamo parlare e abbiamo bisogno di stare tranquilli, non nel casino di un locale”.
Alessia si accontentò della risposta e riprese a parlare, finalmente lo aveva davanti e aveva l’occasione di ricucire quello strappo, cercando di capire perché si volesse allontanare.
Angelo la interruppe:
“Alessia, perchè ci siamo visti questa sera?”
“Per chiarire, Angelo, non mi rispondevi più al telefono, cosa ti ho fatto, cosa sta succ..”
“Alessia, hai capito cosa ti ho detto in quel messaggio?
Ci fu qualche attimo di silenzio, Alessia aveva capito perfettamente, ma non si aspettava che lui fosse così diretto, così perentorio, lui stava andando dritto al punto, lei voleva invece girarci intorno, ma ora era agitata, aveva la gola secca, il cuore a mille. Sapeva cosa voleva Angelo, ma alla fine era quello che volevano tutti gli uomini, e come tutti gli uomini si poteva gestire la situazione ed evitare di fare casini. Ma Angelo non era tutti gli uomini, era il suo faro nella notte, era ormai un punto di riferimento.
“Alessia cosa ti ho detto in quel messaggio? è tutto molto chiaro, quello che è successo quella sera per me non è stato un errore, ma solo quello che era inevitabile succedesse”
Alessia rispose con un’altra domanda:
“Angelo, davvero? Non vuoi parlare d’altro? Non vuoi chiarire nulla?”
“Certo che voglio chiarire, voglio chiarire che il nostro rapporto ormai non può prescindere dall’intimità”.
Angelo la guardò con uno sguardo deciso, Alessia capì che non sarebbe servito a nulla continuare a girarci intorno così disse:
“Quindi per continuare a vederci dobbiamo andare oltre, giusto?” disse con tono sprezzante, e quasi incazzata e aggiunse: “Dobbiamo scopare, giusto? Come mi volevi scopare in quel cesso, si? Tutto qui?”
Prese coraggio, ingoiò della saliva e nascondendo tutta la sua agitazione con quella falsa sicurezza disse:
“Allora avanti, se è tutto qui, se è solo questo quello che vuoi, fai pure” Abbassò un po’ il suo schienale e aggiunse:
“Avanti, Divertiti!!!”
L’intento di Alessia era quello di provocare in Angelo una reazione, farlo rinsavire, portarlo a capire che il sesso avrebbe solo indebolito quel rapporto, Alessia con quel gesto voleva dirgli “ per te il nostro rapporto non conta più nulla? vuoi solo farti una scopata e buttare via tutto? Ma davvero non si aspettava che Angelo non rispondesse, non poteva pensare che Angelo non replicasse.
Angelo, invece, non disse nulla, ma prese la maniglia dello schienale e lo reclinò del tutto, Alessia, con sorpresa, si ritrovò completamente distesa, in più Angelo, che ben conosceva la sua auto, fece tutto il sedile di Alessia indietro, per avere più spazio, scavalcò la parte tra i due sedili e le finì addosso. Alessia non si aspettava che lo facesse per davvero, lo aveva invitato a prenderla, e Angelo l’aveva presa in parola, sotto il suo peso Alessia disse:
“Angelo, che fai? Davvero lo stai facendo?”
Lui di tutta risposta iniziò a strusciarsi su di lei, le mani le strizzarono i seni sopra quella maglia a girocollo, Angelo prese a baciarle il collo, ad Alessia sembrava davvero irreale, non sembrava più il suo amico, ma un uomo in preda ai suoi istinti più animaleschi, non si era mai trovata in una situazione simile, non aveva mai dovuto gestire un uomo così schiavo del desiderio. Angelo si strusciava su di lei, le sue mani erano su tutto il suo corpo, sembrava avesse 10 mani per braccio, lei cercava di arginare la sua foga, ma Alessia adesso era tutta per lui, Angelo la desiderava da tempo. Poi lui si fece indietro, si guardarono, dopo un attimo di pausa lui iniziò a slacciarsi la cintura.
Alessia lo guardò, oramai in preda agli eventi e disse:
“Angelo, sei impazzito? Non dobbiamo per forza arrivare a questo, possiamo fermarci, dovremmo fermarci!”
Lui tirò giù la zip, abbassò i pantaloni alle ginocchia, mise la mano nell’apertura dei Boxer e tirò fuori il cazzo. Stava per succedere davvero, Alessia vide il pene di Angelo, scuro, spesso e di buone dimensioni, molto diverso dal mio, era in erezione, venoso e si intravedeva il glande gonfio e violaceo, lei era completamente vestita, indossava ancora i tacchi, era come in trance, non si sarebbe aspettata nel giro di pochi secondi di passare da una provocazione “Divertiti” ad Angelo che aveva tutta l’intenzione di divertirsi. Così non si mosse, sentì solo Angelo dire:
“Alessia, non posso più aspettare, sono troppo eccitato” fece per andarle addosso, Alessia non sapeva più cosa aspettarsi, pensò che a quel punto prendesse a masturbarsi o a strusciarsi su di lei, ma non le cadde tra le cosce, disse:
“Per adesso facciamo così” e continuò a salire, Alessia era incredula, un pò eccitata dalla situazione, che in parte si aspettava, ma non in quella modalità, adesso quel cazzo venoso era all’altezza del suo seno, Alessia era confusa, non si era mai trovata in una situazione del genere, non aveva mai fatto nemmeno sesso in auto, era completamente vestita e Angelo non aveva intenzione di fermarsi, ma adesso aveva il pene all’altezza del suo seno, si sarebbe masturbato e data la sua passione per i seni avrebbe goduto così, e dove? l’avrebbe sporcata? Cosa stava succedendo? A questo punto, pensò, “forse dovremmo farlo, usciamo da questa situazione e a mente fredda poi si vedrà”. Trovò la forza, si sbloccò e disse:
“Cosa vuoi fare?” E innocentemente, oramai in balia di quell’uomo, incapace di razionalizzare quel turbine di eventi, rassegnata, aggiunse sperando di prendere tempo “Aspetta, dove vai, sono ancora vestita, aspetta..”
Sono ancora vestita? Perchè? Quando aveva deciso di spogliarsi? Per fare cosa? Ormai Alessia era nel pallone sentì solo Angelo dire:
“Sto scoppiando, devo fare in fretta e poi facciamo quello che vuoi”
“E tu come….Angelo, aspetta….”
Angelo la guardò, la bramava, era sudato dalla libido, le accarezzò il volto, ma quella carezza lentamente le finì sulla nuca, continuò a salire con il bacino e il pene dal seno viaggiò ancora per 15 centimetri fino ad arrivare davanti la sua bocca.
Non poteva crederci, dovevano solo chiarisi, lui era l’amico a cui non voleva rinunciare, e poi in un attimo era in quella situazione, Alessia non aveva mai fatto sesso orale se non a me, e quando capitava, molto raramente, io ero steso e lei mi masturbava prendendo in bocca solo la punta, poi l’avvisavo e mi faceva venire solo con la mano in una saviettina. Ecco l’esperienza di Alessia con il sesso orale, ma adesso Angelo avanzava, la teneva per la nuca, era in preda alla libido, le puntò il cazzo all’apertura della bocca e disse:
“Faccio in fretta, tu rilassati”
Premette contro la sua bocca, Alessia girò la testa di lato e disse:
“No, Angelo, cosa fai, stiamo esagerando.”
Angelo avanzò, Alessia sentiva quel grosso cazzo muoversi e cercare le sue labbra.
Il sesso orale era qualcosa di non convenzionale per lei, troppo intimo, non poteva essere vero che Angelo, per come lo conosceva, senza alcun freno inibitorio stava cercando davvero di metterlo nella sua bocca, poi così, in auto, in un parcheggio. Pensava che anche se lo avesse lasciato fare, come avrebbe gestito quell’atto sessuale? Cercò di resistergli, e automaticamente cercò la borsetta per prendere i fazzolettini di carta, casomai fosse venuto, ma non riusciva a trovarli, muoveva la mano alla cieca, infatti Angelo era con il pube di fronte al suo viso, Alessia non riusciva a vedere altro se non quel cazzo duro cercare le sue labbra.
“Angelo, cosa vuoi fare?”
Angelo le riprese il viso con una mano e la fermò, disse solo:
“Stai tranquilla, andrà tutto bene” e finalmente le puntò la cappella sulle labbra. Alessia non riuscì a fare altro che aprire le labbra, e sentì entrarle in bocca tutto quel cazzo, cercò di allontanarlo, ma Angelo avanzava. Era la prima volta che un uomo diverso da suo marito le entrava in bocca, con me fu una scoperta e una conquista graduale per poi diventare un atto comunque gestito da lei, con i suoi tempi e le sue condizioni, adesso invece si sentiva schiacciata su di un sedile, in preda alla libido di un uomo, un suo amico, un amico di cui si fidava, e sentiva avanzare nella sua bocca quel cazzo a cui non era abituata, con un sapore del tutto nuovo. Iniziò a sentirlo quasi fino in gola, dove nessuno si era spinto prima, poi lo sentì tornare indietro strusciando le parti più sensibili di quel membro sulla sua lingua, affondare nuovamente, e così via. Era del tutto diverso da come lo faceva con me, dove il mio cazzo non entrava mai completamente, ma adesso era tutto diverso. Pensò che forse era troppo e che avrebbe dovuto fermarsi, però dopo pochi affondi, abbastanza profondi, quel cazzo era pieno di saliva e Alessia, senza riuscire a darsi una spiegazione iniziava a sentire delle strane farfalle allo stomaco, e dall’idea di fermarlo, dato che la situazione era quasi fuori dal suo controllo, decise di farlo continuare, di vedere cosa sarebbe successo.
Ben presto Angelo, che vedeva realizzata una sua segreta fantasia, prese a scoparle la bocca con foga, non era il pompino pulito a cui era abituata, sembrava essere altro, essere una scopata, sentiva il sapore dell’eccitazione di Angelo, sentiva i sapori cambiare e quel cazzo diventare sempre più duro, sentiva Angelo muoversi più velocemente e ansimare. Riuscì a staccarsi per prendere il respiro e disse rassegnata al fatto che sarebbe venuto di lì a breve:
“Angelo, aspetta, fammi prendere un fazzolettino”
Angelo disse solo:
“No, è tardi, sto per venire…”
“Come stai per venire? e dove? Angelo, così fai un casino… aspetta..”
Ripremette contro la sua bocca, ma Alessia ebbe solo il tempo di dire:
“Angelo, non venirmi in bocca” ed entrò nuovamente.
Adesso Alessia aveva di nuovo il cazzo di Angelo in bocca, anche adesso che Angelo stava per venire, mille pensieri passarono per la mente di Alessia in un solo istante: no, non l’avrebbe fatto, non avrebbe finito dentro di lei, e dove sarebbe venuto, avrebbe sporcato tutto, avrebbe rischiato di sporcarsi anche lei, e come sarebbe tornata poi a casa? Alessia aveva chiesto ad Angelo di non venirle in bocca, ma complici le farfalle allo stomaco per via dell’eccitazione e complice la situazione assurda, decise di lasciare che Angelo prendesse in mano la situazione. Angelo riprese ad affondare fino quasi a farle mancare il respiro, sentiva le mani di Alessia cercare di allontanarlo e disse:
“Ecco, ci sono quasi, resisti ancora un pò, sei bravissima, ecco, metti più lingua, si, vengo, finalmente, vengooo”
In un attimo Alessia sentì il cazzo di Angelo irrigidirsi, contrarsi fino a muoversi in autonomia dentro la sua bocca, sentì un sapore diverso e un fluido denso e corposo da un sapore aspro riempirle la bocca mentre quel cazzo continuava ad affondare, non ebbe alternativa che tirare giù tutto, poi sentì un forte schizzo, realizzò ciò che aveva tirato giù, era la prima volta che assaggiava la venuta di un uomo, che sentiva il sapore di un uomo che gode e non era così male, ora lo sperma era sulla sua lingua, tra i denti, in tutta la bocca, e non c’era modo di evitarlo. Ecco un altro schizzo, e quelle farfalle allo stomaco sempre più forti, aveva trovato il ritmo, e stava riuscendo a gestire quella venuta e tutto quello sperma ingoiando appena ne aveva la possibilità in modo tale da non rischiare che troppo liquido seminale misto a saliva potesse andarle di traverso, così iniziò a partecipare attivamente all’orgasmo di Angelo con una mano sul suo pube, per evitare che nella foga lo spingesse troppo a fondo, e una sulle natiche, per guidare l’affondo successivo ed essere pronta quindi a tirar giù lo schizzo seguente.
Angelo continuava a godere dicendo:
“Brava, ingoiala tutta, fammi venire tutto….”. Sborrò ancora, sempre meno, poi si fermò, continuò a rimanere dentro di lei, Alessia non ci avrebbe mai creduto, ma era in estasi, quasi automaticamente guidò le natiche di Angelo per un ulteriore affondo, ma capì che aveva finito, quell’uccello non era più di marmo, ma si andava ammorbidendo, era quasi più piacevole da avere in bocca e, quasi come se non fosse la sua prima volta, succhiò quella grossa cappella, raccolse tutto con la lingua e tirò giù l’ultima volta, poi girò la testa di lato, sfilando quel grosso uccello, adesso meno duro, dalla sua bocca. Non sapeva cosa dire, non capiva cosa provava, sentiva una fortissima eccitazione dopo aver fatto una cosa che aveva sempre pensato potesse disgustarla, e invece sentire il sapore di Angelo, sentire nella bocca tutta la potenza di quel orgasmo, ingoiarne il seme era stato inebriante, per quanto fosse stato faticoso gestire quella foga.
Angelo si tirò via, lo rimise dentro i boxer e si lasciò ricadere sul suo sedile guidatore, finalmente, dopo giorni, le sorrise e le disse:
“Wow… Hai visto che ho fatto in fretta?”
Era tornato l’Angelo di sempre, quello complice, rilassato, continuò:
“Stavo scoppiando Ale, non ce la facevo più, e tu sei stata bravissima”
Alessia non voleva mostrare alcun segno di eccitazione, decise di mantenere la sua posizione:
“Ti avevo chiesto di non farlo, insomma, non in bocca..”
Angelo le sorrise e disse:
“Guarda Ale, sono scoppiato, non credevo di venire così in fretta, e poi ho visto che te la cavavi bene, sembrava piacerti, insomma, ho visto che continuavi..”
Alessia si sentì colta nel vivo, provò vergogna, si mise sulla difensiva e disse:
“Non mi hai lasciato molta scelta”
“Non ti è piaciuto?” disse lui
Alessia non rispose, era scossa dall’eccitazione, ma mantenne la sua posizione e disse:
“Hai avuto quello che volevi? Sei contento? Adesso che hai fatto, possiamo andare?”
Angelo sorrise, disse:
“Andare? Già vuoi andare via? Sei bellissima, hai un corpo stupendo e sei ancora tutta vestita, non dicevi di volerti spogliare?”
“Angelo, oramai hai fatto no?”
“Dai, pensi davvero che possa lasciarti andare a casa così insoddisfatta?”
Poi capì che il punto era un altro e aggiunse:
“Non mi dire che tuo marito dopo una volta è ko?”
Alessia si rese conto che stava parlando di me, di suo marito, immediatamente si rese conto di avermi tradito, di essere un’adultera, e di essersi anche eccitata.
“Angelo, no, non mi va di scherzare su questo, ho appena tradito mio marito e tu tua moglie, forse è meglio andare, abbiamo fatto un errore..”
Angelo, quello di sempre, rassicurò Alessia:
“Ale, non hai tradito nessuno, noi siamo sempre noi, siamo una cosa che nessuno può capire, e poi dai, ho fatto tutto io, è come se mi fossi masturbato pensandoti”.
Le si fece più vicino e aggiunse:
“Non lo tradiresti nemmeno se adesso ti spogliassi e se mi lasciassi fare”
Dicendo questo le mise una mano sull’interno coscia di Alessia che disse:
“Angelo cosa fai?”
Sapeva che Angelo non voleva fermarsi lì, lo aveva intuito, ma adesso non c’era tutta quella foga, per Alessia fu facile prendere tempo, e disse:
“Mi seve una bottiglietta d’acqua”
“Adesso?” disse Angelo
“Si, ne ho bisogno adesso” disse in modo deciso, aveva la bocca secca dall’eccitazione e impastata dalla venuta di Angelo, aveva il suo sapore in bocca, sapore che continuava ad eccitarla, aveva bisogno di restare qualche istante sola, per razionalizzare.
Angelo disse:
“Ok, te la vado a prendere subito, dammi due minuti, dovrebbe esserci un bar qui dietro” Le sorrise, e Alessia ricambiò il sorriso.
Angelo scese dall’auto, e svoltò l’angolo, Alessia rimase sola, istintivamente passò la lingua sulle sue labbra, aveva un forte sapore di sborra in bocca, avrebbe dovuto disgustarla, ma continuava ad eccitarla, quasi senza accorgersene passo una mano tra le gambe, era bollente, i pantaloni erano umidi, ebbe un sussulto, se fosse stata a casa si sarebbe masturbata per tutta la notte pensando a come Angelo si era svuotato dentro la sua bocca, a quel sapore, a quella consistenza, alle sensazioni di avere quel grosso uccello sulla lingua, a quegli schizzi, al potere che sentiva di aver avuto su quel orgasmo. Non se ne era resa conto, ma si stava strofinando il clitoride da sopra i pantaloni, smise subito quando intravide Angelo far ritorno con una bottiglietta d’acqua. E adesso? Cosa avrebbe fatto? Pensò che sarebbe dovuta rientrare a casa, era andata molto oltre, ma allo stesso tempo sapeva che poteva non riuscire a resistere a quella eccitazione, così, prima che Angelo fosse troppo vicino, fece un sospiro profondo, tirò su lo schienale, accavallò le gambe e decise che avrebbe provato a resistere, ad andar via, ma allo stesso tempo, quasi istintivamente prese il pacco di fazzolettini dalla borsa, e lo mise al lato della portiera, non si sa mai...
Angelo era a pochi metri, Alessia si forzò di nascondere l’eccitazione, ritornò con un’espressione dura, simulando delusione e aspettò che Angelo entrasse in auto.
“Ecco a lei l'acqua” Disse Angelo aprendo la portiera, entrò e richiuse lo sportello. Alessia ringraziò, prese la bottiglietta e ne bevve un sorso e disse:
“Ok, andiamo?” In quel momento sperò davvero che Angelo mettesse in moto e la riportasse a casa, sapeva bene che se lui avesse insistito, Alessia non sarebbe stata capace di fermarsi.
Di tutta risposta Angelo disse:
“Lo sai che mi sei mancata? Avevo paura di averti perso”
Alessia esplose:
“Angelo cosa stai dicendo? Eri scomparso, mi sono sentita abbandonata da te e mi hai praticamente detto che l’unico modo per ritornare ad essere quelli di sempre era… insomma… e poi… stasera…dopo quello che hai… che è successo, non so come possiamo ritornare ad essere quelli di prima…”
“Alessia, non saremo quelli di prima” e rimise la mano sulle sue cosce “saremo altro, e adesso voglio che ti rilassi, sei troppo nervosa, alla fine non è successo nulla di irreparabile, siamo due amici che si stanno divertendo un pò…”
Alessia rispose d’istinto, senza pesare le parole e disse:
“Non è successo nulla? Nemmeno mio marito ha mai…” Capì di essere andata oltre e si bloccò, ma troppo tardi, Angelo aveva capito esattamente e prese la situazione in mano e con tutta la naturalezza del mondo disse:
“Cosa? Cioè mi vuoi dire che non avevi mai fatto un pompino?”
Alessia si sentì colpita e subito rispose:
“Certo che sì, ma, insomma, mai fino a quel punto…ti avevo detto di non finire in quel modo…. comunque, non mi va di parlarne..”
Angelo capì, sorrise, le passò una mano tra i capelli e disse:
“Dai, è bellissimo che io sia stato il primo” Alessia girò la testa e Angelo continuò:
“Ti è piaciuto?”
“Angelo, non mi va di parlarne”
Angelo le sorrise e disse:
“Sapere che sono il primo uomo di cui senti il sapore mi piace”
Nuovamente Alessia ebbe un sussulto, e respirò a fondo, Angelo lo notò e continuò:
“E tu sei stata bravissima, non la finivo più di godere, e se ci ripenso mi eccito nuovamente”
Alessia lo guardò e gli disse:
“Angelo dai…ora basta” stava quasi per cedere.
Ma Angelo le mise una mano sul fianco e la tirò a sè e disse:
“Lo so che anche tu ti sei eccitata”
Alessia colpita nel vivo disse:
“Non è vero”
Ma Angelo le mise una mano tra le gambe ancora accavallate, e strinse, Alessia ebbe un sussulto di piacere poi, ritornando in sé, gli tolse la mano, ma smise di parlare. Angelo capì che era davvero eccitata, tra le cosce era bollente, così ancora una volta prese la situazione in mano, Alessia sapeva che non sarebbe tornata a casa nell’immediato.
Angelo disse:
“Ale, io adesso voglio che tu ti rilassi, devi fidarti di me” e nuovamente le reclinò il sedile, Alessia si ritrovò stesa e disse:
“Cosa vuoi fare?”
“Angelo non rispose, le accarezzò una gamba e con le mani scese fino alla caviglia, scese fino alle scarpe e le sfilo la prima scarpa
“Angelo, che fai?”
“Lasciami fare” Le sfilò l’altra scarpa, fece nuovamente tutto indietro il sedile di Alessia, scavalcò ancora una volta la zona tra i due sedili, Alessia stava rivivendo quanto successo poco prima, così disse:
“Angelo, di nuovo?” Le ritornò quasi sopra, ma si inginocchiò tra le sue gambe, prese a sbottonarle i pantaloni.
“Angelo, stiamo andando oltre, ti prego fermati”
Angelo continuò:
“Adesso ti rilassi, sfiliamo i pantaloni”, sbottonò tutti i bottoni e tirò giù quei pantaloni sfilandoli dalle gambe e dai piedi, restò in collant, e con la maglia a girocollo.
Con le mani iniziò a massaggiarle i piedi e a salire verso i polpacci, fino ad arrivare ai fianchi, le prese i collant dalla vita, prese anche gli slip e come per i pantaloni, cercò di tirare tutto giù, ma Alessia con una mano trattenne gli slip, Angelo capì, ci andò piano, abbassò i collant, li sfilò lentamente dalle gambe e poi dai piedi, lo smalto rosso alle unghie dei piedi oramai nudi era perfetto, e la pelle delle sue gambe era morbidissima. Alessia iniziava a contorcersi, era in preda ad un’eccitazione furiosa, e più Angelo la toccava e la spogliava lentamente, più la guardava e più si eccitava, più si leccava le labbra e godeva del sapore di sperma che le era rimasto in bocca.
“Adesso ti tolgo la maglia” La sfilò lentamente, esponendo il reggiseno di pizzo nero che a fatica conteneva i seni. Ora era solo in lingerie, Alessia mise una mano sullo slip, poi si rese conto che si stava per toccare davanti ad Angelo e smise per vergogna, Angelo prese il suo tempo, la guardò, esaminò ogni piccolo dettaglio del suo corpo, ormai era tutta sua e continuò dicendo:
Alessia era solo in reggiseno e slip, data la posizione, era distesa e Angelo era tra le sue gambe, si sentiva troppo esposta, così tirò su le gambe per riuscire a chiuderle e non restare esposta davanti ad Angelo, che notò l’eccitazione di Alessia aver bagnato completamente lo slip di pizzo.
“Ora togliamo il reggiseno”
Le abbassò le bretelline del reggiseno, le mise una mano sotto la schiena, Alessia si inarcò per permettergli di raggiungere il gancetto, Angelo lo slacciò e prima di scoprirle i seni tolse la maglia e i jeans, rimanendo nuovamente in Boxer, Alessia non diceva più nulla, aveva il cuore in gola, non resisteva più.
Alessia sapeva che dopo che Angelo avesse tolto il reggiseno sarebbe stata completamente in balia della sua libido, così con una mano coprì il reggiseno e disse:
“Era questo tutto quello che volevi? Prima mi hai preso la bocca e adesso vuoi prendermi tutta?”
Angelo rispose a tono:
“Certo che lo voglio, e tu no? Dimmi che non lo vuoi?”
Alessia aveva ancora il seno coperto dal reggiseno che teneva con una mano, ma non rispose alla domanda, disse solo:
“Se vai avanti, se mi prendi adesso, qui, finisce tutto questa sera, sarà un addio, scegli tu….”
e tolse la mano a guardia del reggiseno lasciando ad Angelo la decisione, ancora una volta.

Angelo la guardò, le sorrise, le passò una mano sul fianco, salì verso il seno arrivando a sfiorare il reggiseno, Alessia sentì entrambe le mani di Angelo, finalmente, entrare sotto il reggiseno, afferrarle il seno e stringerlo, il reggiseno cadde di lato. Angelo le si fiondò addosso, mise la faccia tra i suoi grandi seni, candidi, morbidi, profumavano di innocenza, profumavano di donna, prese a succhiarle i capezzoli, con la voracità di un poppante, e prese allo stesso tempo a strusciarsi su di lei. Alessia prese a gemere, poteva continuare a limitarsi, ma sapeva che non ci sarebbe stata una seconda volta, oramai la frittata era fatta, non aveva più alcun rapporto da salvare con Angelo, non lo avrebbe rivisto mai più, e decise di lasciarsi andare come non aveva mai fatto nella sua vita. Non aveva più alcuna apparenza da salvare, era in auto con un uomo di cui aveva ingoiato il seme, poteva liberarsi di tutta la tensione e finalmente farsi scopare come non le capitava più da anni.

Angelo continuava a succhiarle i seni, poi si fermò, si tirò su, e la guardò, I seni erano aperti sul suo torace, erano bellissimi, ondeggiavano come budini, ed erano tutti per se.. Mise la mano dentro i boxer, tirò fuori il cazzo e le si buttò addosso, Alessia aveva ancora gli slip, senti la mano di Angelo, spostarle lo slip e cercare di entrare, così, quasi se si svegliasse da un torpore Alessia lo bloccò e disse:
“Hai il preservativo”
Angelo sorrise e rispose:
“Cosa credi che giro con dei preservativi in tasca? sono sposato..”
“Pure io, e non prendo la pillola, può essere pericoloso”
Angelo puntò il cazzo tra le grandi labbra e disse:
“Adesso fai la brava e rilassati”
Ma Alessia disse:
“No, sei anche venuto, può essere che sia rimasto qualcosa, pulisciti bene” e gli porse il pacchetto di fazzolettini. Angelo non poteva crederci, era eccitatissimo voleva solo scoparla, e Alessia continuava a tergiversare, ma aveva qualcosa di strano, Alessia aveva uno sguardo malizioso, come qualcuno che ha bisogno della scusa per fare qualcosa. Alessia riuscì a sgattaiolare da sotto Angelo e a spostarsi al lato guidatore e disse:
“Dai, ci penso io, girati”
Angelo capì, si mise sdraiato e disse:
“Vuoi ripulirmi tu? Credevo lo avessi già fatto abbastanza bene, non è che ci stai prendendo gusto?
Alessia non rispose, mollò il fazzolettino,si chinò su di Angelo, gli sfilò i boxer, gli prese l’uccello in mano, aprì le labbra e lo riprese in bocca. Ecco, finalmente sentiva nuovamente quella sensazione inebriante, quella situazione di comando, iniziò a riempire il cazzo di Angelo di saliva, sapeva che non sarebbe ricapitato, e che sarebbe ritornata alla vita sessuale abitudinaria che aveva con me, così decise di realizzare ogni suo desiderio, ormai per quella sera era tutto concesso. Angelo prese a godere di quel pompino, con una mano le toccava i seni, puntò lo specchietto retrovisore in modo tale che vedesse chiaramente Alessia lavorargli il cazzo con la bocca. Poi disse:
“Ale, se continui dovrò di nuovo venirti in bocca”
Alessia, rallentò, lo tirò fuori dalla bocca e con la lingua passò ad esame ogni millimetro del glande, poi lo guardò, gli sorrise e disse:
“Ora è davvero pulito”, Alessia, che fino ad un attimo prima era riversa sul sedile passeggero, si rimise seduta, puntò i piedi sul volante e sfilò lentamente gli slip, li ripiegò, li mise dentro la borsetta, e disse:
“Vengo su, e non permetterti a venire”
E montò Angelo, mise una mano dietro il sedere, afferrò il cazzo in tiro e ricolmo di saliva di Angelo, se lo puntò e, finalmente, ci si sedette sopra facendolo scivolare dentro di sé molto lentamente. Gemette come se fosse stata trafitta da una lama di piacere, crollò su di Angelo e iniziò a muoversi. Angelo aveva la faccia tra i suoi seni e Alessia sembrava scatenata, finalmente era il suo momento, poteva godere anche lei, aveva il sapore del cazzo di Angelo in bocca, aveva il suo viso tra i seni, le succhiava i capezzoli e con le mani le afferrava il culo, ritmando i movimenti. Angelo disse:
“Vedi come scopi bene? Monti così anche tuo marito?”
Alessia ansimando rispose:
“No” Alessia era un lago.. Angelo le succhiava i seni senza tregua, era eccitatissima, con le mani la toccava dappertutto, le mise le mani sul culo, mentre Alessia continuava a montarlo, era così bagnata che i succhi vaginali era dappertutto, fino all’ano, Angelo le passò un dito tra le natiche, trovò l’ano e, per via della lubrificazione, scivolò dentro senza forzare, Alessia emise un urlo di piacere e inarcò la schiena allontanando i seni dal volto di Angelo e disse:
“Prima mi sborri in bocca e poi mi metti un dito in culo? Che Bastardo.”
Non sembrava più la stessa, era con gli occhi sbarrati e si muoveva come un’ossessa premendo il clitoride e tutta la vagina sul pube di Angelo che disse:
“Lo tolgo?
“Nooooooooo” Prese a muoversi più velocemente “Continua così, sto per venireeeeeee”
Così Angelo, tra i gemiti di Alessia, cercò di assecondare quell’orgasmo aumentando il ritmo delle penetrazioni del suo dito medio nell’ano di Alessia e con l’altra mano le strinse un seno, Alessia smise di ansimare, sbarrò gli occhi, aprì la bocca, ma non emise alcun suono, come se le mancasse il fiato, poi, subito dopo prese ad urlare e a tremare sul corpo di Angelo. Angelo sentì chiaramente le contrazioni vaginali attorno al suo cazzo, e l’ano di Alessia stringere il suo dito medio come in una morsa. Era l’orgasmo più forte che avesse mai provato, era la prima volta che qualcuno la stimolava dall’ano, era la prima volta che godeva con il sapore di cazzo in bocca, un dito in culo e un grosso uccello venoso piantato dentro. Continuò tremare, poi sempre meno, era completamente sudata, i suoi seni erano rossi per via di Angelo e salati per via del sudore. Quando ebbe finito di godere, crollò addosso ad Angelo, quest’ultimo iniziò a sfilare il dito dal suo sfintere e Alessia disse:
“Piano, piano… cavolo hai le dita grosse…”
Lentamente Angelo la liberò da quel dito che aveva portato quel orgasmo ad un livello superiore, Alessia si sentì svuotare, passo una mano sull’ano, quasi a controllare fosse tutto a posto, quasi a darsi sollievo. Aveva ancora Angelo dentro di se, lo guardò e disse:
“Io sono esausta, tu non sei venuto vero?”
“No”
“Allora pare tu abbia diritto ancora ad un ultimo desiderio, come vuoi venire?” Alessia sapeva che Angelo avrebbe dovuto godere ancora, così prima che rispondesse disse:
“Vuoi venire ancora dentro la mia bocca?”
Angelo rispose:
“Vedo che ci hai preso gusto” e la tirò a sé, fece in modo che ritornasse tutto come all'inizio, Alessia ritornò sul sedile passeggero, lui la fece sdraiare, le si mise sopra. Alessia era pronta a farsi scopare ancora la bocca, ma Angelo non salì con il bacino, le prese le caviglie, e le aprì le gambe, ci finì in mezzo.
“Angelo, che fai? Non puoi venire dentro, lo sai? si?”
Angelo le puntò l’uccello e disse:
“Dove vuoi che venga?” e spinse dentro, Alessia era bagnatissima, gemette.
“Tu dove vuoi venire?” Angelo iniziò a pompare alla missionaria, sul sedile passeggero della sua auto.
Alessia era completamente nuda, aveva tra le cosce Angelo, non era più il suo amico, era diventato altro, era diventato un desiderio che si stava concedendo per l’ultima volta.
Alessia era troppo bagnata, il cazzo di Angelo scivolava spesso da dentro di lei, Angelo lo rimise dentro e disse:
"Incrocia le gambe sulla mia schiena, non farlo più uscire”
Alessia ubbidì, incrociò i piedi e Angelo prese a scoparla con più foga, Alessia vide se stessa scopata da Angelo sullo specchietto retrovisore, vedeva chiaramente i suoi piedi incrociati sulla schiena di lui, il suo smalto rosso, vedeva quell’uomo scoparla come un animale, lei, lei che era stata sempre fedele, una donna dedita al marito e alla vita di famiglia adesso era in un'auto, con un uomo tra le cosce, che approfittava e godeva del suo corpo, vedeva le natiche di lui dare forza a quei colpi, per entrare con sempre più forza e sempre più in profondità dentro di lei. Alessia riconobbe quella foga, la stava scopando come le aveva scopato la bocca poco prima, lo sentì ansimare:
“Angelo, non venire dentro..Vieni come prima…. sali …”
Angelo fece leva con le braccia e si sollevò, continuava a scoparla, ma adesso poteva vedere i seni muoversi sotto gli affondi, poteva vederla in faccia e disse:
“Ale, devo godere così, dentro di te, ti sborrerò dentro e tu mi lascerai fare”
Alessia trasalì, da un lato non avrebbe voluto, ma dall’altro sentire quell’uomo avere un orgasmo montandola così furiosamente, accese qualcosa in lei, sapeva che il momento si stava avvicinando il momento in cui avrebbe dovuto sciogliere quel nodo e aprire le cosce, allontanarlo per non farlo godere dentro, ma più pensava a quell’orgasmo imminente, e più sentiva crescere il piacere e avvicinarsi il suo di orgasmo. Angelo le ricadde addosso iniziò ad ansimare, era chiaramente a poche pompate da godere, e Alessia fu colta alla sprovvista da un nuovo orgasmo che avanzava, ebbe solo la forza per dire:
“Basta, esci… non venire dentrooo”
e di tutta risposta Angelo disse:
“Ti sborro dentro… vengoooo”
All’idea di Angelo venirle dentro, Alessia non riuscì più a contenersi e anziché respingerlo, strinse la stretta con le gambe, si aggrappò alle natiche di Angelo e le spinse a se, per farlo affondare meglio dentro di sé e ricominciò a tremare gemendo come non aveva mai fatto prima. Angelo grugnì come se stesse soffrendo, stava per godere, ma voleva farlo come aveva sempre sognato, le afferrò i seni con entrambe le mani, ci mise la faccia dentro, affondò il colpo e aiutato anche dall’orgasmo di Alessia e dalle sue forti contrazioni vaginali iniziò a riversare denso e caldo sperma nell’utero di Alessia. Era un orgasmo unico, un solo orgasmo e due corpi che rispondevano l’uno al piacere dell’altro, fluidi corporei passavano da un corpo all’altro, cambiavano gli odori, i rumori, fu sprigionata così tanta energia da quel orgasmo, così tanta forza, che se non avessero goduto entrambi, qualcuno avrebbe accusato quella foga, e invece i corpi vibravano all’unisono fino a quando, finalmente, finirono di godere e rimasero così per un paio di minuti. Poi Alessia liberò Angelo dalla stretta dei piedi dietro la schiena, li passò al lato del suo corpo, come ad accarezzarlo dolcemente con quei piedi che fino a poco prima erano una cintura di forza, Angelo si tirò su, le accarezzò le cosce e prima di sfilarlo disse:
“Mi sa che ora servono i fazzolettini”
Alessia gliene passò un paio, Angelo li mise sotto la vagina di Alessia e, lentamente, liberò il pene. Alessia si sentì svuotare e sentì colare via tanto liquido. Angelo si godette la scena, lo sperma fuoriusciva copiosamente da dentro la vagina di Alessia, la ripulì, e poi ritornò sul sedile guidatore, si ripulirono entrambi e si rivestirono, in silenzio. L’atmosfera era cambiata, era cambiato tutto, non c’era più erotismo, una volta rivestiti, Alessia ruppe il silenzio:
“Dai andiamo”.
Questa volta Angelo mise in moto e partì. Una volta arrivati sotto casa di Alessia, Angelo disse:
“Eccoci, e adesso?”
“Ci sei riuscito, era quello che volevi..” ripose Alessia e continuò dicendo:
“Adesso è finita, però dimmi, pensi ne sia valsa la pena?”
“Assolutamente si!” rispose Angelo
“Bene, mi mancherai” scesa dall’auto, si girò verso Angelo, lo guardò un’ultima volta, gli sorrise e disse:
“Addio”
Alessia salì a casa, si guardò allo specchio, il trucco non era in ordine, i capelli erano un pò in disordine, non era come quando era uscita di casa poche ore prima, si era rivestita di fretta, in auto, era arrossata, era esausta, si guardò ancora allo specchio, guardò le sue forme, come a volerle incolpare in qualche modo di aver rovinato una amicizia e due matrimoni. Tolse i tacchi, guardò lo smalto rosso ai piedi, si spogliò, il seno era irritato e pieno di segni, di succhiotti, di morsi, tolse anche gli slip, erano fradici. Buttò tutto in lavatrice, andò verso il bagno, fece scorrere l’acqua finché non divenne bollente e si fece una doccia. Si lavò con calma, aveva ancora dello sperma dentro la vagina, si ripulì per bene, non avrebbe mai più visto Angelo, l’indomani sarei tornato a casa e decise che mi avrebbe detto tutto, non poteva continuare in quel modo con me, sarebbe stata sincera, sapeva che il nostro matrimonio sarebbe potuto finire, ma sapeva anche che sarebbe potuto rinascere….
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Mea culpa:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni