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La dominazione


di Federossetta
15.06.2022    |    10.468    |    11 9.9
"Sento il suo respiro e la mandibola muoversi ad ogni boccone perché metto la testa sulla sua spalla mentre sulla televisione passa una serie netflix..."
L'altezza è una caratteristica data dalla genetica e dalla natura. Grazie ad essa è possibile elevarsi sempre al di sopra di altri e guardare la vita dall'alto in basso. Una donna ama il maschio che sa apprezzarla ma soprattutto dominarla, ed è in questo frangente che rientra l'altezza. Forse è per questo se sono sempre stata attratta da Pietro, un mio caro amico alto 1 metro e 90 con il quale avevo già avuto precedenti amorosi. Eravamo vicini a tal punto che potevo sentire l'odore del suo dopobarba, mi stava guardando con quegli occhi scuri nei quali è facile perdersi ed io ero costretta ad alzare lo sguardo per incontrare il suo.
Pietro è il classico uomo simpatico e sempre con la parola pronta ma stamattina sembrava più teso. Non lo sentivo da 3 anni anche se mi è capitato di vederlo in giro ogni tanto per il mio paese. Da 2 anni avevo perso sue notizie siccome aveva trovato lavoro vicino a Genova e lì si era trasferito. Ultimamente aveva ripreso a scrivermi riallacciando i rapporti e trovando una certa alchimia. Lui sa del mio segreto nonostante lo custodisca bene, è più vecchio di me di 5 anni e ci siamo conosciuti nella discoteca dove lui faceva il barista.
Era il classico "amico di amici" che in una serata alcolica mi ero portato appresso nei camerini dove gli avevo fornito un servizietto niente male dandogli prova delle mie qualità da vera pompinara. Ogni tanto capitava che mi scrivesse interessato ma avevo sempre pensato che non fosse serio e quindi tralasciavo la cosa. Successe poi che mi scrisse di nuovo i primi dell'anno 2021 e dopo un mesetto di chat ci incontrammo un paio di volte nella città dove ora si è trasferito a circa due ore da me. Dalle esperienze che facevamo, seppur fugaci, traspariva una certa complicità e senza dubbio erano molto soddisfacenti, sia a letto che fuori. Adesso ci trovavamo all'ennesimo appuntamento, ma la conversazione si era fatta più seria. Con l'incombere del lockdown pre annunciato aveva paura di rimanere di nuovo da solo in casa come gli era successo alla prima chiusura, quindi si rivolgeva a me, chiedendo se ero interessata ad andare a convivere con lui per un mesetto.
Era certamente una dimostrazione di affetto e al contempo un impegno importante per entrambi, io avrei comunque dovuto seguire le lezioni dell'università in DAD mentre lui sarebbe andato a lavoro durante il giorno. Tutto questo alla luce delle nostre conversazioni a distanza avvenute nei mesi precedenti dove avevamo ripreso ad avere interesse l'una dell'altro. A dimostrazione della sua serietà eccolo avvicinare le sue labbra alle mie, attorcigliando le sue mani al collo mi sussurra: "solo io e te come ai bei tempi"
Con questo si avvicina e mi trasmette la sua sicurezza attraverso un bacio a stampo che fa sfumare il mio tentennamento.
"Va bene, facciamolo. Ma se qualcosa va storto me ne torno a casa dai miei."
Avevo tutto da guadagnarci, mi staccavo dalla famiglia e in più conoscevo meglio un uomo attraente e interessante come Pietro.
Quella sera rientrai col treno a casa mia, davanti ai miei genitori esposi i dissapori di passare un altro lockdown senza vedere nessuno chiusa in casa e furono contenti di sapere che andavo a fare un po' di vita sociale ed esperienza altrove. Mi faceva sorridere come probabilmente neanche si immaginavano quali tipo di esperienze avrei passato visto che per l'oro l'unico figlioletto maschio stava andando semplicemente a fare una vacanza da un amico.
Due settimane dopo ero davanti alla porta dell'appartamento di Pietro con le mie valigie e, sì, anche con alcuni indumenti en femme. In un'altra città mi è sempre risultato più facile espormi per come sono superando così la mia timidezza. Una volta citofonato sento la sua voce dirmi di salire al secondo piano, davanti alla porta aspetto pulendo le scarpe sullo zerbino. Apre un ragazzo con i capelli lunghi pettinati all'indietro, la barba colta e sottile ma soprattutto un sorriso accogliente. Dico tra me e me che era la mia occasione e presto sarebbe diventato, o meglio tornato, ad essere il mio ragazzo.
"Come è stato il viaggio Fede?"
Mi chiede mentre ci salutiamo con i soliti due baci sulla guancia, mentre una sua mano mi accorgo che va a sostenermi il fianco.
"Lungo, purtroppo portare questa valigia è stato molto pesante ma per fortuna sono arrivata" sorrido.
"Entra pure, lascia che te la prenda io allora" con un movimento sinuoso la solleva e noto le vene del braccio risaltare per lo sforzo.
"Mamma mia come pesa, ma pensavi di portarti i ricambi per un anno?"
Rido di gusto mentre varco la soglia d'ingresso e cerco di fargli notare che avevo bisogno di ricambi sia per Federico che per Federica.
"Ah già giusto, vorrei specificare, se non te ne sei ancora accorta, che preferisco la seconda versione di te. Quindi appena ti sistemi vai a cambiarti"
Posa la valigia in camera degli ospiti e mi dice che per ora sarei stata lì. -come per ora??- la domanda infuria nella mia testa.
Ero già stata in quell'appartamento angusto ma accogliente e lo gradivo particolarmente. L'ingresso si apre su un salotto spazioso e illuminato dalle finestre ampie disposte a Ovest, dalle quali si può ammirare il tramonto. Nella stessa stanza separata da un muretto si trova la cucina e un tavolo per mangiare. Poi un corridoio apre per 4 stanze: il bagno, il ripostiglio, la sua camera matrimoniale e infine quella degli ospiti solitamente adibita come studio.
È proprio in quest'ultima che mi trovo ora, seduta sul letto ancora da fare mentre in silenzio mi sfilo i calzini e mi denudo per fare la doccia. Pietro mi aveva avvertito che stasera non saremmo usciti perché essendo domenica lui avrebbe poi dovuto svegliarsi presto per il lavoro. Occupando un posto nell'amministrazione di una piccola azienda genovese a gestione famigliare, ci tiene molto al suo lavoro. Un'altra cosa che mi sono dimenticata di dire è che è sempre stato un ottimo cuoco capace di sedurre anche solo con dei piatti prelibati
Mentre entro in bagno per darmi una rinfrescata serale ecco che dalla cucina mi chiede che ingredienti volessi nella pizza che sta preparando. Senza iniziativa gli propongo la sua stessa e mi chiudo in bagno. Dopo un'oretta esco dal bagno nelle vesti che lui aveva richiesto. I capelli lunghi e mossi che mi ero fatta crescere durante le varie chiusure dovute al covid sono legati in una coda di cavallo, una sottile striscia di mascara è tutto il trucco che ho in faccia e il rossetto rosa carne lo completa.
Ho un reggiseno in raso e pizzo nero pushup che mi alza le tettine e una canottiera con le spalline sottili già pronta per la notte. Sotto ho dei pantaloncini abbinati che fanno parte della stessa vestimenta. Per concludere delle calze alte e ciabatte da casa che avevo portato appresso.
Pietro si alza dal divano ed esclama "Finalmente Federica! Ben arrivata ti stavo aspettando!"
Con le braccia aperte e dall'alto della sua statura mi avvolge in un abbraccio e mi bacia in fronte. Sento il cuore battere all'impazzata di innocente amore e mi stringo a lui più che posso.
"Vieni che la pizza è pronta già da un po', l'ho messa in forno perché non si raffeddi"
Ci stacchiamo a malincuore e lo seguo in cucina.
Riempiamo due piatti con dei tranci di pizza e li portiamo poi sul divano. Approfittando della televisione già accesa Pietro si siede e mi guarda. Con fare simpatico mi dice: "Scusa se non ho organizzato nessuna uscita ma d'altronde dobbiamo abituarci al lockdown in arrivo"
Al chè rido e mi accoccolo tra le sue braccia sul sofà. Sento il suo respiro e la mandibola muoversi ad ogni boccone perché metto la testa sulla sua spalla mentre sulla televisione passa una serie netflix. Verso la fine della cena lui comincia a diventare più focoso. Mi mette fette di pizza in bocca e lascia che gli ciucci le dita a lungo, oppure con la mano libera cerca sempre più il mio buchino.
Ad un certo punto si alza.
"È tardi, domani devo svegliarmi presto sai che ci metto tanto ad andare a lavoro. Potresti ritirare mentre io faccio la doccia, per favore?"
Lo guardo stralunata e un po' delusa mentre tiro su una coperta fino alle spalle per colmare il vuoto lasciato dalle sue braccia.
Non sapevo neanche se tutto era tornato come ai vecchi tempi e una mia irruzione nella doccia gli avrebbe potuto fare piacere. Ero tesa come una corda dopo avergli ciucciato ogni polpastrello delle sue grandi mani, la mia boccuccia chiedeva qualcosa di caldo e pulsante adesso, me lo sentivo. Con disinvoltura sciacquo i piatti e li metto nella lavatrice. Mi siedo poi di nuovo sul divano, spengo la tele e guardo un po' il cellulare.
Ecco che Pietro si affaccia ad un certo punto dalla porta per augurarmi una buona notte. Sarebbe troppo bello raccontare che quella si trasformò in una notte di fuoco e finalmente potei di nuovo essere posseduta dalla mia vecchia fiamma  ma non fu così.
Per circa dieci giorni, in pieno lockdown, ci vediamo di rado perché io studio tutto il giorno e lui torna tardi da lavoro. Faccio la spesa abitudinalmente, lui cucina il più delle volte e poi tocca a me pulire. Fossimo stati due amici sarebbe stata la convivenza perfetta. Ma la voglia di entrambi stava crescendo, fomentata dalla visuale quotidiana del suo mezzo busto nudo appena uscito dalla doccia (per me) e dai miei vestiti sempre più provocanti di giorno in giorno (per lui). Finalmente l'attesa si estinse quando meno me lo aspettavo, in un parcheggio del supermercato.
È un giovedì sera, e come sempre sto facendo la spesa, vestita en femme ma coperta quasi per intero da un giaccone che serve a mitigare il fresco di marzo e soprattutto la mia timidezza.
Una volta fuori mi avrebbe aspettato un tragitto in autobus fino a casa, dove tra un'oretta sarebbe iniziato l'ennesimo tutoraggio online post cena. Ma ecco che mi squilla il telefono, è Pietro ed è venuto a prendermi. Lo vedo in lontananza, mi abbraccia calorosamente e mi aiuta con le borse. Poi mi accompagna alla macchina, mi spiega che aveva preso un permesso dal lavoro per uscire prima perché non ce la faceva più.
"Perchè non ce la fai più?"
Gli chiedo chiudendo la portiera e sedendomi sul sedile del passeggero.
Lui temporeggia un po' ed infine sbotta, inondando l'aria attorno a sé di difficili verità.
"Ogni giorno a lavoro, devo trattenere l'eccitazione di pensare che a casa ho una bambolina in reggiseno e culotte sola soletta"
Dalla faccia è visibilmente emozionato e, al contempo, serio in quello che dice.
"All'inizio ti ho invitato per un po' di compagnia niente di più, perché alla fine ho patito davvero tanto il primo lockdown da solo. Ma da quando sei arrivato, o meglio da quando è arrivata Fede, sto facendo fatica a trattenermi... voglio tornare a fare quello che facevamo mesi fa."
Sono rossa dall'imbarazzo, ormai avevo rinunciato a riallacciare la chimica che avevamo quando ci frequentavamo e ora si presentava così?
"Cosa intendi dire?"
Gli chiedo sorniona.
"Questo"
Le sue mani mi stringono il collo, lo avvicinano a me e le labbra si incontrano, ricambio il bacio attonita attorcigliando la mia lingua alla sua. Tra respiri affannati ed effusioni amorose ho tempo di staccarmi dopo qualche minuto.
"Wow Pietro, ce n'era di tensione nell'aria. Ma quanta voglia abbiamo accumulato in questi giorni? Pure io a casa non sapevo più come stuzzicarti, sono contenta che sei tornato il vecchio te. Che vuoi fare adesso?"
"Cosa proponi?"
"Portami a casa e fammi tua."
Con un sorriso accende la macchina e parte verso i parcheggi in affitto del suo condominio.
Mentre guida cerco di fomentare la fiamma di entrambi toccando la sua patta più volte e massaggiando prima i jeans, poi sempre più internamente fino a aprire la zip e tirare fuori un po' faticosamente il cazzo barzotto che si sta ingrossando. Con il pollice e l'indice lo scappello e provvedo a eseguire una lenta sega con tutte e due le mani. Mi sistemo per evitare che i movimenti siano meno scomodi possibili e lo guardo negli occhi. Il nostro rapporto è sempre stato molto espressivo e così anche in quel momento.
"Vieni mettilo in bocca troietta"
Sentire un ragazzo dolce e affettuoso come Pietro parlare volgare e insultarmi quando scopiamo mi manda decisamente fuori di testa.
"Bene a fondo porca"
Dopo qualche slinguazzata ecco che la sua mano si sposta dal cambio e affonda nei miei capelli lunghi per spingermi la testa a fondo nel suo pube. Ora ho il suo membro fino in fondo alla gola, le dimensioni non scherzano infatti mi salgono conati che gestisco espellendo copiosa saliva.
"Piccolo cambio di programma. Tu stai giù"
Senza sapere cosa intendesse, ubbidisco e continuo a succhiare avida il mio premio.
Fin quando non sento: "Buonasera cosa vuole ordinare?"
Cerco di alzarmi spaventata ma Pietro mi blocca. Dalla sua ordinazione capisco dove siamo.
"Due big mac e due pacchetti di patatine"
"Vuole delle salse?"
"No grazie"
Ride e avanza con la vettura fuori dal raggio d'ascolto del McDrive.
"La salsa la mettiamo noi" sussurra più per sè che per me visto che non potevo parlare dalla bocca piena.
Siccome lui ancora mi sta bloccando con il naso a fondo nel suo pure, tocca farmi piccola piccola per evitare l'imbarazzo di essere vista. Alla fine l'inserviente fa finta di niente e consegna il cibo al guidatore che lo mette tranquillamente ai miei piedi.
"Ora puoi alzarti siamo nel parcheggio. Mangiamo prima cena perché ci servono energie per stasera"
Mi alzo, respiro e consumiamo cena in solitaria parlando di mille cose: le nostre emozioni, i problemi, i desideri, insomma di tutto. Ripartiamo che ci sentiamo di nuovo uniti come una volta, e non ho il tempo di esternare questo mio appunto interiore che mi fa capire di volermi di nuovo sul suo grembo. Durante il tragitto quindi vado su e giù di continuo assaggiando e gustando quel calippo speciale. Quando finalmente arriviamo nel garage mi alzo e guardandomi allo specchietto mi accorgo di essere tutta rossa, coi capelli bagnati di saliva. Mentre scendo dalla macchina li lego dietro la schiena e sistemo il mio arnese duro che stava uscendo dalle mutandine.
Quando mi giro c'è Pietro con un ghigno che mi prende di forza e mi issa sul cofano. Ci baciamo con passione e frettolosa voglia di fare l'amore, io seduta a gambe aperte che penzolano nel vuoto mentre lui in piedi col cazzo duro che dalle mutande sta puntando dritto verso il mio culetto. Continuiamo le effusioni mentre le nostre mani frenetiche esplorano ogni parte del corpo del partner. Quando ci accorgiamo che è abbastanza, prendo la spesa che dividiamo e saliamo le scale del condominio con lui che mi insulta ogni passo che faccio.
"Te lo sfondo quel culo da sogno, puttanella" oppure "Non sai da quanto non scopo, mi sa che stasera ti becchi fiumi di sborra come piace a te"
Entriamo e subisco una forte sculacciata che mi lascia il segno. Poso le buste e scappo in bagno, dove mi chiudo dentro. Lui mi insegue e sbatte davanti alla porta sbarrata.
"Cosa fai puttana?"
"Tu preparati, ho una sorpresa faccio in fretta"
Mi sento incompleta senza trucco, quindi sfilo la giacca e rimango solo più con un vestitino blu intero che vorrei cambiare ma vorrebbe dire uscire da quel posto sicuro per andare in bocca a un maschio famelico che aspetta nel corridoio. Allora mi accontento di un trucco semplice che so per esperienza essere abbastanza duraturo durante una scopata. Su tutto metto il mio immancabile rossetto.
Esco dal bagno e stranamente non vedo nessuno. Dalla stanza matrimoniale sento però provenire diversi rumori e mi reco lì. Appena entro mi accorgo essere molto buio e una figura alle mie spalle chiude la porta dietro di sé.
Accende la luce, e davanti a me trovo un letto con delle corde attaccate alla testiera. Dietro vedo, o meglio sento, una presenza che preme forte sul mio culetto innocente. Si tratta di Pietro che mi spinge di forza sul letto. Faccio uscire qualche gridolino di paura e divertimento mentre lui mi sfila il vestito e le mutandine per lasciarmi col pushup nero del primo giorno. Dopodiché approfitta della differenza fisica tra noi per precipitarsi a legarmi prima i polsi e poi le caviglie. Ora sono bloccata a pancia in giù con lui a cavalcioni su di me che mi blocca.
Mi bacia appassionatamente e mi lecca la base del collo, cerco di torcermi per incontrare le nostre lingue ma è attento a evitarmi e prolungare il piacere. Fa scorrere la sua lingua su tutto il corpo lentamente, quasi gustando i miei lamenti e i gemiti di piacere. Indugia sulle chiappe ancora arrossate e per rimarcare il rossore assesta un altro paio di schiaffi facendomi mugolare. Sento del fresco sul buchino e capisco che la sua lingua è entrata a tastare il terreno, affosso la testa nel cuscino e mi godo il momento che per fortuna dura parecchio. Quando si stacca scende fiino alla punta dei piedi. Alterna così baci, schiaffi e leccate. Sfiora spesso il buchino con le dita, senza mai entrare veramente: mi vuole fare impazzire e ci sta riuscendo alla grande perché mi sto bagnando dalla voglia.
Si alza e con la coda dell'occhio vedo che si denuda completamente. La sua eccitazione è visibile, per un attimo temo che la mia inattività sessuale dell'ultimo periodo non avesse chiuso troppo la fighetta anale altrimenti sarebbero stati dolori. Risale sul letto, questa volta in ginocchio per sculacciarmi con la sua verga, finché l'attesa di essere scopata non scoppia in un gridolino acuto: "Ti pregoo, aprimi non aspetto altro"
Lui se la ride. "Sono io che comando troia"
Solo a sentire questa presa di posizione perentoria la mia natura da ragazzetta passiva ha un collasso e quasi non esplodo di liquido bianco. Mi sistemo per quello che posso, in modo da evitare che il mio cazzetto sfreghi ancora con le coperte e provochi una inaspettata eiaculazione.
Pietro se ne accorge "Fede per caso stai facendo la puttanella che viene subito?"
Si stende su di me, il cazzo nel solco delle mie chiappe, i pettorali sudati adagiati sulla mia schiena e la bocca che morsica il lobo del mio orecchio destro.
Mi sussurra "Oggi vieni quando vengo io altrimenti mi offendi e ci ripenso due volte prima di imbastire tutto questo"
"Nono dai ti prego sto godendo tantissimo sei così sexy e.. e.. severo. Mi piace"
Questa volta cerco la bocca e finalmente le lingue si incontrarono in una lunga effusione amorosa. Durante il bacio sento il movimento delle anche puntare e poi togliere il membro duro e caldo dal mio ano. Continua così, giocando a farlo scorrere lentamente sula schiena e sul mio corpo.
Vorrei muovermi, toccarmi, ma non posso e questo aumenta ancora di più il piacere.
Ad un certo punto si stacca.
"No ti prego amore era così bello"
"Aspetta e dimmi se non è più bello questo"
Subito mi ricredo perché percepisco la cappella posizionarsi sul mio buchino umido all'inverosimile e con una leggera spinta entrare in me.
Lascio scappare un urlo di piacere... oramai ho perso il controllo!
Il toro alle mie spalle scivola dentro e fuori con facilità. È veramente infoiato e si sfoga urlando appellativi che mi eccitano ancora di più.
"Troia! Puttana! Ti piace vero? Dimmi a chi appartieni"
"Appartengo a..." per un momento non riesco a completare la frase perché interrotta da una inculata piuttosto rude. "...a...a te! Sono tua"
Ripiombo con la testa nel cuscino e gemo ad ogni suo movimento. Sento già di essere prossima all’orgasmo, ma ricordando le sue parole mi trattengo pensando ad altro.
Proprio sul più bello si stacca da me e lo sento muovere, mi toglie le corde alle caviglie... ho conquistato un po' di libertà. Le ultime parole famose! Pietro fa lavorare i bicipiti e stringe i miei piedi fino a unirli. Poi mi alza il culo e sale in piedi sul letto, con le molle che cigolano per sostenerci. Sento fresco sul buco alzato così in aria, sculetto per proporlo al suo cazzo... che accetta subito volentieri!
Con un suono simile a un 'plop' la sua cappella viene assorbita, indugia per un momento nelle mie viscere e poi fuoriesce per rientrare con potenza. Respiro di rado perché lo sforzo da parte mia è tanto, non riesco a rispondere più agli urli che mi fa e che ormai sono difficili da distinguere perché anche lui ansima forte. Sento qualcosa come "Fatti fottere il culo, porca" o "Rimani su che ti apro". Tutto questo relativo al mio bacino che piano piano sta tendendo a scendere, stanco di sostenere il peso della sua stantuffata. Lui lo capisce e mette le braccia attorno alla mia pancia. Adesso posso essere sostenuta anche senza sforzare i muscoli, infatti andiamo avanti ancora per qualche minuto.
Lo sento poi diminuire il ritmo, finchè si stacca da quella posizione infernale e corre a slegare finalmente anche i polsi ancora intrappolati. Non ho tempo di massaggiarmeli che subito mi sbatte a pecorina. Continuiamo a scopare,  questa volta le mani sono impegnate da altre parti. Con una mi tira i capelli, provocando una posizione arcuata del busto per ovviare al suo tiro, con l'altra stringe le palle e il membro duro come il marmo che penzola tra le mie gambe doloranti, come a tapparlo da fiotti inaspettati. Finalmente libera posso godermi la cavalcata con tutti gli arti disponibili, seppure ancora sono bloccata dalla strapotenza fisica dell'uomo che mi ha desiderata per più di una settimana senza mai affondare il colpo. Adesso i colpi stanno arrivando e si stanno decisamente sentendo, a pari passo con le mie urla di piacere e le frasi per incitare la scopata da parte di Pietro.
Ci fermiamo di nuovo, questa volta siamo arrivati all'apice dell'orgasmo entrambi.
Si alza di scatto.
"Dai puttana fatti riempire la gola così smetti di urlare"
Mi contorco tra le coperte sfatte, sfilo dal polso un elastico per capelli e mi sistemo di nuovo per evitare che dei peletti vadano ad ostruire la bocca durante il rapporto orale che mi aspetta. Sono in ginocchio sul materasso, con le mani dietro la testa che stanno facendo la coda e finalmente dopo mezz'ora di rapporto lo guardo negli occhi apprezzando la sua bellezza. Cerco di avvicinarmi per baciarlo ma mi scordo che lui è prossimo all'orgasmo e non ha tempo da perdere. Mi prende il collo, quasi strozzandomi perché per sbaglio tira la lunga collana che porto, e mi sbatte di nuovo sul letto in modo da avermi coricata con la faccia ad altezza cazzo, che usa per schiaffeggiarmi. Quando si ferma, apro gli occhi, lo impugno e penso -dovrei dargli una bella lezione, questo pezzo di carne mi farà camminare dolorante per almeno due giorni-.
Apro la bocca e alzo lo sguardo, ha gli occhi pieni di voglia. Ospito la cappella rovente prima sulla lingua, mantenendo il contatto visivo, e poi giù fino a scendere in gola mentre le labbra cercano di calmare il pulsare palpitante della sua verga prossima all'esplosione.
"Brava pompinara continua così, mh come sei porca"
Mi dice frasi così che alimentano il ritmo del mio bocchino. Sento le sue mani massaggiare il mio culetto esposto, ma non mi faccio distrarre e continuo con forza come a sciogliere un grosso gelato. Anche lui non demorde la sua azione di distrazione, mi slaccia il reggiseno e si sofferma sui capezzoli duri.
Con un gesto istintivo schiudo le labbra e lascio uscire l'asta venosa e piena di saliva per togliermi finalmente il pushup che avevo da inizio rapporto e che mi stava lasciando il segno dei gancetti nella carne.
Appena si accorge che ho interrotto la fellatio, però, Pietro non la prende bene perchè a quanto pare gli stavo facendo un lavoretto niente male.
Lancia via il reggiseno, mi fa girare di schiena con la testa a penzoloni che vede il mondo al contrario (ma soprattutto il fisico del mio manzo sottosopra), e non mi lascia il tempo di dire "Ah!" che già la mia bocca è ospite della sua grande verga insaziabile.
Non riesco a respirare per 30 secondi buoni, perché lui prende possesso di me e ne approfitta per scoparmi la gola a fondo. Odio doverlo dire ma mi sta decisamente piacendo, prendo con una mano il mio membro rimasto dritto a puntare il soffitto e lo muovo al ritmo forsennato del cazzo di Pietro nella mia bocca.
Con questa combinazione mi accorgo che il piacere diventa troppo e perdo letteralmente il controllo iniziando a gemere ed espellere grandi quantità di saliva ad ogni colpo.
Così facendo bastano pochi attimi per giungere finalmente in preda all’orgasmo. Il mio corpo si irrigidisce e muovendomi cerco di evitare il fiume di sborra che sta per uscire, ma non ce la faccio. Gocce calde del mio umore si spargono sul pancino e sulle tettine, le sento colare ma non c'è tempo perché Pietro non dà segni di cedimento e la mia mandibola comincia a dolere.  Dalle sue parole capisco che ha apprezzato il mio organo intensissimo, ma continua a non avere la minima intenzione di fermarsi e tanto meno rallentare. Mi sento quasi svenire dal piacere, prendo fiato e continuo a segarlo lentamente per poi riprendere in bocca il cazzo rosso dallo sforzo.
Sento le vene pulsare sotto la mia presa, finalmente percepisco anche i suoi ansimi: è ormai prossimo all’orgasmo. In questa posizione probabilmente verrò inondata dallo sperma ma la situazione mi eccita a dismisura!
Così non mi fermo, prima sento il suo membro irrigidirsi e placarsi, poi arriva il momento di accogliere caldi fiumi di denso liquido bianco.
I primi schizzi mi arrivano in gola provocando un sapore acre e pungente, altri invece fuoriescono dalla bocca lavando i seni, la faccia e i capelli.
Continuo il movimento della mano per far sì che si svuoti completamente, finchè non è lui a estrarre il suo pene fonte di enorme piacere. Mi guarda dall'alto in basso e mi sputa in bocca, accolgo l'ennesimo liquido di quella sera e ingoio felice mischiandolo a quello amarognolo ma buonissimo ricevuto poco prima.
Pietro aveva appena fatto una prestazione decisamente stancante soddisfando le sue doti da dominatore che ho sempre adorato, mentre io ero stata passiva al 100% come da copione. Sta per lasciarsi andare esausto quando con la mano tocca del liquido spruzzato sulle coperte.
"Cazzo che schifo, direi che stasera dormiamo da te poi domani lavo queste lenzuola"
Adesso che tutto è finito e non deve più calarsi nella parte è tornato calmo e adorabile. Mi sento porca e con la mano libera mi accarezzo i seni cosparsi del suo sperma, mi porto la mano alla bocca per sentire di nuovo il suo sapore.
Sorrido, languida, e mi alzo anch'io. Un mix di sensazioni mi pervade: capogiro, nausea e forti dolori al culo mi accompagnano zoppicando fino alla doccia, che abuso per 20 minuti buoni prima di andare nella mia camera. Qui, come promesso, mi aspetta un sudaticcio Pietro già coricato nudo su un fianco.
Mi tolgo l'accappatoio e decido di entrare anch'io nuda sotto alle coperte. Sento odore di fumo, probabilmente si era appena fatto una sigaretta.
Decido allora che il bacio della buonanotte può aspettare e mi corico con il culo verso il suo membro a riposo. Lui percepisce la mia presenza e mi attorciglia uno dei suoi bracci muscolosi e tatuati attorno alle mie tettine.

Il giorno dopo mi sveglio con il quotidiano allarme dell'iphone e come sempre Pietro è già uscito da un po'. Mi sistemo, butto le vecchie lenzuola in lavatrice assieme ai miei vestiti e rifaccio una doccia. Mentre sono sotto l'acqua mi accorgo che il vetro del box è cosparso di qualche sporcizia opaca in alcuni punti e capisco sogghignando che quella mattina qualcuno aveva smorzato la tensione a modo suo.
Vesto dei leggins comodi con una maglia attillata e ne approfitto per fare una manicure rapida, uno smalto rosa per non essere troppo visibile ma allo stesso tempo elegante e raffinata.
Tutta addolorata scendo a fare colazione al bar sotto casa perché non credo di riuscire a preparare qualcosa in cucina stando in piedi. -Come è possibile che anche la schiena mi faccia male?- continuo a domandarmi scendendo le scale.
"Tutto bene signorina?"
Annuisco al proprietario del bar mentre gli chiedo il solito e lo porto zoppicando al piano di sopra. Mi siedo con un buon cappuccino davanti allo schermo del PC pronta a seguire la lezione, nel frattempo prendo il beauty per farmi la pulizia della pelle e per struccarmi di ciò che era rimasto.
Infilo di nuovo gli anelli alle dita e i braccialetti che avevo tolto prima della folle scopata della sera appena passata. La collana che mi ero dimenticata di togliere infatti è rimasta cosparsa a tratti di sperma secco. La tolgo per pulirla in seguito e la sostituisco con un set di ciondoli regalati proprio da Pietro quando ci siamo conosciuti.
Mentre sistemo la mia figura femminile a cui tengo molto, mi accorgo di avere ancora i segni delle corde e sorrido accarezzandoli. Ero finalmente tornata sotto l'ala di Pietro dopo tanti mesi l'uno lontano dall'altra.
Non è stato sicuramente semplice tornare alla nostra vecchia relazione ma tutto è partito dal rispetto di lasciarmi esprimere in tutta la mia femminilità in casa sua. Dieci giorni ci siamo guardati con interesse senza sapere mai cosa volesse l'altro, finché la passione è tornata. Ai tempi era fine marzo 2021 e tutto ciò che avevo patito durante il primo lockdown mi stava tornando indietro attraverso belle emozioni. Sarei stata ancora lì tre settimane che se ai gentili lettori interessano posso raccontare riassumendole in racconti futuri.
Grazie della lettura, con amore
Fede❤
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