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Lui & Lei

Alla festa di compleanno - parte seconda


di Tuttatana
07.05.2021    |    2.407    |    24 9.9
"Le teneva di nuovo le mani ferme e la baciava sulle labbra, sul collo, senza fermare mai il movimento del bacino..."
Durante la serata continuarono a guardarsi in lontananza, con lo sguardo ancora più carico di voglia di sesso.
Si tenevano a distanza perché sapevano che avvicinarsi sarebbe stato rischioso. Lui provava una voglia incredibile di mettersi con la faccia tra le sue gambe, lei di vederlo nudo e dedicarsi al suo cazzo con mani e bocca.
Era molto tardi quando i primi ospiti iniziarono ad andare a dormire alla spicciolata, attese che fossero rimaste poche persone per non essere scortese e si congedò anche lei.
Arrivata in camera si preparò per andare a letto ma lasciò la porta accostata, sapeva che lui aveva la camera accanto e doveva per forza passare da lì.
Trascorsero pochi minuti quando vide la porta aprirsi e con la luce del corridoio scorse la sagoma di un uomo dal fisico asciutto. Era lui.
Le si avvicinò in silenzio, salì sul letto e le allungò le gambe, baciandola e leccandola salì dal piede fino all'interno coscia, il respiro di lei si faceva più forte man mano che saliva ma lui si fermò. Scese all'altro piede e riprese a baciarla e leccarla. Arrivato all'interno coscia si fermò.
Chiara aveva gli occhi chiusi e sentiva che si stava muovendo sul letto, senza però sapere cosa stesse facendo, era curiosa ma non voleva aprire gli occhi. Sentì le labbra di lui che le accarezzavano la spalla muovendosi verso il collo, per poi scendere lente, esasperatamente lente, verso il basso. Arrivò al solco del seno, lo segnò con la lingua e poi prese a leccare i suoi seni, passando da uno all'altro. Era in estasi, ogni tanto sentiva il cazzo di lui che la sfiorava ma non poteva toccarlo perché lui le teneva le braccia ferme.
Era in estasi ma era una tortura, lei era una alla quale piaceva partecipare, che voleva gustarsi il momento ricevendo piacere e dando piacere, ma lui non le permetteva di farlo. E Chiara godeva.
All'improvviso lui smise di baciarla e leccarla. Continuava a tenerla ferma ma non la stava più torturando di piacere. Lei si lamentò con un mugolio e muovendo il bacino, ancora non voleva aprire gli occhi né parlare, non voleva interrompere quel momento magico.
Poi lui lasciò le braccia, si mosse, lei non capì dove fosse finché non sentì il respiro di lui sulla sua figa bagnata. Una leccata veloce. Poi niente. Un'altra leccata veloce. Poi niente. Poi la lingua calda e morbida di lui la leccò mescolando saliva agli umori del piacere. Lei non si trattenne, ansimò forte, era travolta dalle emozioni, allargò bene le gambe e si sentì penetrare dalla lingua di lui. Era fantastico.
Rimasero così a lungo, lui era un grande leccatore e la fece venire, poi sostituì la lingua con due dita che affondarono completamente nella carne di lei, le dita vennero sostituite da un cazzo duro e prepotente, che la riempì strappandole un sussulto di piacere profondo.
Lui la pompava con forza, facendola sussultare ad ogni colpo, le aveva detto di non fare niente, avrebbe pensato a tutto lui. La penetrava con forza, entrava a fondo e poi usciva, poi ancora e ancora. Le teneva di nuovo le mani ferme e la baciava sulle labbra, sul collo, senza fermare mai il movimento del bacino. Chiara era in estasi, le stava facendo provare picchi di piacere che la mandavano fuori di testa.
Poi il ritmo si fece più serrato, più veloce e forte, sempre più veloce finché anche lui esplose in un orgasmo lungo e potente. Le inondò il ventre del suo seme, poi scese a leccarla per assaggiare i loro sapori mescolati, infine la baciò.
Si addormentarono subito, nudi, stanchi e soddisfatti di quell'amplesso.
La mattina Chiara fu svegliata da una mano che le massaggiava il clitoride, aprì gli occhi e vide Federico che le sorrideva.
La baciò continuando a masturbarla, finalmente le aveva lasciato le mani libere e anche lei riuscì a toccarlo. Era bravo con le dita, le fece raggiungere un orgasmo in pochissimo tempo, la baciò sulla figa e sulle labbra.
"Devo andare" le disse, si rivestì ed uscì dalla stanza.



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