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Un pomeriggio ai giardini.


di Tuttatana
03.06.2021    |    2.320    |    37 9.9
"Aveva una voglia pazzesca di farsi fottere da quel cazzo enorme e duro, si alzò e senza una parola si voltò alzando la gonna e offrendogli la figa per farsi..."
Era finalmente un giorno soleggiato, Chiara decise di fare una passeggiata fino ai giardini. Trovato un posto tranquillo si sedette all'ombra di un albero a leggere il suo libro.
Ogni tanto lungo il viottolo deserto passavano runners e ciclisti, tutti bardati come se stessero partecipando alle Olimpiadi, ogni volta dava loro un'occhiata distratta e subito ritrovava la concentrazione nella sua lettura.
Poi vide lui, in camicia e con una semplice bici da uomo, stava passando con andatura tranquilla, lontano anni luce dai convintoni visti fino a quel momento. Questa volta perse la concentrazione e lo seguì con lo sguardo finché non scomparve dal suo campo visivo.
Cercò di riportare l'attenzione al libro ma le tornava in mente quel tipo, semplice e affascinante.
Stava riuscendo a immergersi nuovamente nella lettura quando sentì un rumore alle spalle, era ancora lui che con andatura ancora più lenta, stava passando nuovamente e la fissava; rallentò ancora quando fu alla sua altezza, poi scese, le rivolse un ultimo sguardo che lei percepì come un invito.
Raccolse le sue cose e lo seguì.
Era ancora distante quando lo vide fermarsi in un luogo un po' isolato, riparato dal resto dei giardini, la osservò attentamente mentre si avvicinava.
Andò diretta verso di lui, senza parole gli ficcò la lingua in bocca e pose la mano sul pacco. Lui non si fece intimorire da quell'approccio diretto, piacevole anche se inaspettato, la strinse con un braccio e le mise l'altra mano sotto alla gonna.
Non aveva mai fatto sesso con uno sconosciuto, né in un luogo pubblico e questa situazione la stava eccitando all'inverosimile.
Le loro mani fremevano, lei sentì il suo membro crescere nel palmo, si infilò nei boxer, lo masturbava godendo del contatto; si toccavano come se avessero i minuti contati, o forse erano davvero contati…
Non le bastava toccarlo, voleva vederlo, anche se sapeva che correvano il rischio di venire scoperti da qualche passante.
Ebbe un po' di esitazione, poi decise di scendere ed inginocchiarsi davanti a quel cazzo gonfio.
Lui glielo avvicinò al volto e lei aprì avida la bocca.
La situazione non le permetteva di dedicarsi ai virtuosismi che le piacevano tanto e che sapeva piacere all'uomo.
Ogni tanto sentivano voci e l'adrenalina cresceva così come la voglia.
Chiara lo sentì posare le mani sulla testa, la stava accompagnando in ogni affondo, voleva che lo ingoiasse tutto ma lei non riusciva tanto era grosso.
Aveva una voglia pazzesca di farsi fottere da quel cazzo enorme e duro, si alzò e senza una parola si voltò alzando la gonna e offrendogli la figa per farsi prendere da dietro.
Lui non perse tempo, si appoggiò e lo sentí scivolare dentro con facilità, tanto era bagnata, Chiara lo accolse con un sospiro profondo e l'invito a sbatterla.
L'uomo non se lo fece ripetere, prese a pompare con foga quella ragazza vogliosa e bellissima. Mai si era trovato in una situazione simile, ne era estasiato. La stava scopando con foga e passione, fino a portarla in pochi minuti a raggiungere un orgasmo potente. La tirò a sé tirandola per i capelli e la baciò con passione, mentre continuava ad affondare dentro di lei, lei assecondava i movimenti impetuosi, poco ancora e la fece venire di nuovo, accompagnandola e inondando il suo ventre col proprio seme.
Rimase dentro di lei, si adagiò sulla sua schiena per baciarle il collo mentre riprendeva fiato.
Quando il pene uscì Chiara sentì i loro umori che scivolano lungo le gambe, li raccolse con le dita e le portò alle labbra di lui poi lo baciò ancora.
Sentirono dei rumori di passi, delle voci avvicinarsi, si ricomposero velocemente, recuperarono la borsa e la bicicletta e si baciarono di nuovo.
Prima di risalire in bici le chiese se poteva rivederla, lei gli sussurrò "io leggo qui ogni giorno", poi ognuno prese la propria strada.

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