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Lo scaffale dei biscotti


di Tuttatana
03.07.2023    |    15.628    |    42 9.9
"Non si è nemmeno accorto di aver perso il cellulare a terra, perciò ho pensato di raccoglierlo prima che venisse calpestato accidentalmente..."
PREMESSA: il racconto che segue è stato scritto a quattro mani da me con Muni, anch'esso iscritto a A69.


"Mah, chissà cosa è e come funziona quel sito"...
Mi presento, mi chiamo Anna, questa cosa me la sono chiesta dopo aver visto per caso la schermata del telefono di un tipo distratto.
Ero ferma davanti allo scaffale dei biscotti, dopo lunga ricerca dei miei preferiti, finalmente li ho trovati. Avevo le braccia piene di confezioni, non amo molto andare a fare spesa perciò prendo sempre scorte sufficienti per un mese o più.
Stavo cercando di raggiungere l'ultima busta sullo scaffale quando sono stata travolta da un carrello. Il colpo non è stato forte. Ma, accidenti, mi ha fatto cadere a terra tutto il dolce bottino che avevo racimolato.
Non sono riuscita a controllarmi, mi sono voltata infuriata per riferire il mio tutt'altro che educato pensiero al tizio alla guida.
"Razza di idio..."
La frase mi si è spenta in bocca quando ho visto la sua faccia avvilita.
«Ehm...ti prego di perdonarmi. Stavo leggendo la lista della spesa sul telefono e non ho guardato dove stavo andando.»
Istintivamente ho spostato lo sguardo sulle mani, non c'era alcun telefono e ho pensato subito alla scusa per salvare la faccia, ma una macchia nera a terra ha attirato la mia attenzione: un telefono, sicuramente il telefono del tipo.
È stravolto, in confusione... nemmeno fosse stato investito lui o avessimo fatto un frontale in tangenziale. Non si è nemmeno accorto di aver perso il cellulare a terra, perciò ho pensato di raccoglierlo prima che venisse calpestato accidentalmente.
Quando l'ho preso in mano lo schermo si è acceso, ho visto una schermata strana, con la foto di un torace nudo senza testa, una scritta sotto "Muni" e un'intestazione: Annunci69.
Involontariamente sono rimasta qualche secondo a leggere, troppo forse, credo che si sia reso conto di cosa stavo guardando. Appena presa coscienza della maleducazione nel curiosate l'ho restituto, con molto imbarazzo per essere stata beccata a sbirciare, "Ti è caduto questo" dico ostentando disinvoltura mentre lo restituisco.
"Grazie, scusami di nuovo. Ti ho fatto male? Posso aiutarti in qualche modo?"
Da come sta parlando e raccogliendo i miei biscotti sembra non abbia fatto caso alla mia intromissione, speriamo.
"Non hai un carrello dove metterli?" e si guarda intorno "Devono piacerti davvero tanto, ne hai presi in gran quantità!"
La sua ultima affermazione mi ha fatto ridere, è scoppiato a ridere anche lui rilassandosi. Ha messo i biscotti nel suo carrello alla mia negazione e allungato la mano per presentarsi, si chiama Carlo. Mi piacciono i nomi corti.
Ha una stretta decisa e guarda dritto negli occhi. Mi piace anche questo nelle persone.
"Anna, piacere."

«Piacere Carlo» le ho risposto durante quella stretta di mano bella decisa, che dice tante cose. Per quel breve tempo ci siamo guardati dritto negli occhi, ho sentito una cosa strana, come se già conoscessi tanto di lei... la donna dei biscotti. Vestita sportiva, maglietta bianca piuttosto attillata da mettere in evidenza il suo bel seno, pantaloni grigi attillati al punto che si indovina il piccolo perizomino che indossa, capelli tirati che lasciano scoperto il collo, fine e ben definito e, per il periodo, già abbronzato. Praticamente una bella donna, di quelle che puoi vestirle con qualsiasi cosa e sono ugualmente sexy.
Mi è venuto spontaneo chiederle se posso offrirle un caffè per farmi perdonare.
Ogni momento che passa mi sembra sempre più di conoscerla, davvero una bella sensazione.
Sembra combattuta, alla mia domanda ha avuto uno slancio spontaneo che ho dato per scontato che accettasse, ma invece ha cominciato a fare i complimenti.
Quando ha raccolto il mio telefono da terra si è soffermata a guardare lo schermo, io ho riconosciuto la pagina del mio profilo su quel sito che... chissà se è quello che ha visto a farla titubare.
«Sarebbe davvero un piacere offrirti un caffè o, vista l'ora, un aperitivo. Ti prego di darmi la possibilità di scusarmi per averti investita.» Ho sfoderato il mio tono di voce più affabile e l'espressione angelica e amichevole che so essere vincente. Se resiste anche a questo, è una fortezza inespugnabile.
"Beh, se me lo chiedi così, sarebbe da insensibile rifiutare!" Esclama infine sorridendo. Le brillano gli occhi.
Più che brillare, direi che hanno un potere magnetico, che ha preso i miei e li ha imprigionati. È un mio difetto (o pregio? dipende!) guardare le persone negli occhi, ma raramente mi è successo come ora: dai suoi non riesco a staccarmi.
Ci avviciniamo alle casse parlando della nostra spesa, di quello che ci piace e come preferiamo cucinarlo. Si è creata subito una situazione armonica, tant’è che la cassiera ci scambia per una coppia stabile e dobbiamo specificare che sono due spese separate.
Pagati i nostri conti, messe di nuovo le spese di entrambi nel mio carrello, la accompagno verso la macchina per depositare le due borse, una completamente di biscotti, chiude e mi accompagna alla mia.
Quando ho finito di sistemare i sacchetti nel bagagliaio ne approfitto per chiederle dove le piacerebbe andare a prendere il nostro aperitivo. Mi volto verso di lei e guardandola da capo a piedi rimango ancora una volta incantato dalla sua bellezza.
Le propongo di andare con la mia macchina «Inutile spostarne due, non credi? Poi ti riporto a prendere la tua».
La sua espressione è abbastanza contrariata, la rassicuro che sono incensurato e non pratico cannibalismo, le strappo una sonora risata e ogni sua riserva si scioglie. Ho sempre sostenuto che il mio fascino parte dalla simpatia, lei sembra darmi ragione!
Se in questo momento avessi un contatore di adrenalina, sono sicuro che esploderebbe. Ma guardandola, mi sa che anche per lei sia la stessa cosa.
Metto in moto e le do la possibilità di scegliere la destinazione, vacilla un po', perciò propongo un bar sul mare dove faccio spesso colazione, cambia espressione e ritorna quella titubante di prima. Con tono come se chiedesse scusa, riferisce di preferire qualcosa fuori città.

"Sinceramente... non offenderti sai... ma preferirei un posto meno in vista, se sei d'accordo ovviamente, che so, magari fuori città" rispondo con timidezza.
«Sposata?»
La sua domanda arriva diretta e inaspettata, probabilmente la sorpresa mi si legge in faccia perché aggiunge subito «Capisco benissimo la tua proposta, pure io ho una compagna e anche una splendida figlia. Penso tu abbia ragione, forse non sarebbe contenta di sapere che faccio l'aperitivo con una bella donna che lei non conosce... E a parti invertite neanche io lo sarei!»
Le sue parole mi danno sollievo. Sono cresciuta con il mantra ossessivo di mia madre: non dare confidenza agli sconosciuti e non farti vedere con altri uomini che non sia tuo marito. Certo, sono adulta e non do molto peso a quelle parole ormai, ma questa è una situazione insolita e mi sono tornate in mente quando mi ha chiesto se sono sposata. La diffidenza che insegnava mia mamma si è radicata chissà dove nel mio cervello e è tornata a galla proprio ora.
"Si, sono sposata da quasi vent'anni e ho due figli adolescenti, maschio e femmina" rispondo mentre esce dal parcheggio della Coop "e credo anch'io che mio marito non sarebbe contento, proprio come la tua compagna! Non sono una avvezza agli aperitivi quindi lascio a te la scelta. Basta di essere a casa in tempo per preparare la cena."
Non mi riconosco in queste parole, ho appena finito di pronunciarle che mi domando perché. Perché tutta questa confidenza, perché questa situazione? Perché ho accettato l'invito, perché ho accettato il passaggio, perché lascio libera scelta a questo sconosciuto dallo sguardo limpido, il sorriso splendido e un fascino irresistibile?
Penso a quanto mi incazzerei se la situazione fosse rovesciata e al mio posto ci fosse mio marito.
Ma è il pensiero di un attimo, labile e sfuggente. La mia attenzione è irrimediabilmente attratta da lui.
Mi sta parlando del lago qui vicino, c'è un posto molto carino che fa da bar e ristorante. Hanno un bel giardino dove poter gustare l'aperitivo e respirare aria fresca e profumo di bosco. "Ne ho sentito parlare ma non lo conosco" gli rispondo "sono stata al lago giusto un paio di volte in tutta la vita."
Vedo che prende l'Aurelia, che lago sia.
Il viaggio è breve, un quarto d'ora, venti minuti forse. Nel frattempo mi parla di sé, del suo lavoro da autista di autobus di linea e delle persone strane che gli capita di vedere. Il discorso poi approda a quando fa la linea del mare, delle belle donne che salgono vestite di solo pareo trasparente e costumi microscopici, che attirerebbero l'attenzione di un ultracentenario e che lui, pur mantenendo la sua professionalità, comunque le osserva dallo specchietto retrovisore mentre camminano lungo la corsia esponendo alla vista dei culi (a volte) strepitosi.

Il viaggio verso il lago, anche se breve, ha fatto sciogliere tutte le tensioni che erano tra di noi. Stiamo parlando con una disinvoltura e un piacere da coppia navigata e, come purtroppo ce ne sono sempre meno, affiatata. Le ho parlato del mio lavoro, lei mi racconta le sue passioni: la palestra prima di tutto, ma di questo non avevo dubbi visto il fisico tonico.
Mi sento così a mio agio con lei che inavvertitamente ascoltandola, come faccio per abitudine con la mia compagna nei viaggi in macchina, le metto la mano sulla sua gamba.
Si zittisce di colpo e noto sotto il palmo un piccolo sobbalzo e il muscolo contrarsi. Realizzo in un secondo cosa abbia provocato questo cambiamento e la tolgo immediatamente. «Scusa, è stato un gesto spontaneo. Perdonami.»
“No no, tranquillo. Tutto ok” è la sua replica, e io non resisto da farlo di nuovo. Questa volta non percepisco cambiamenti sotto la mano. Mi piace sentire la tonicità della sua coscia lunga e affusolata.
Ha ripreso a parlare dei suoi hobby, un fiume in piena di impegni. Dipinge sin da quando era ragazzina, passione che condividiamo, ma io rispetto a lei sono un principiante in erba. Mi vergogno quasi ad ammettere di dedicarmi anche io ai pennelli dopo averla sentita parlare di esposizioni, manifestazioni, tecniche e materiali vari per la pittura, soprattutto quando mi chiede se ho qualcosa di mio da farle vedere.
Passando piacevolmente da un discorso all' altro siamo arrivati al lago.
Parcheggio e spengo il motore, mi volto verso di lei, ci guardiamo come al supermercato ma nei nostri sguardi c’è molto di più. Passandosi la lingua su quelle labbra belle, carnose e ben definite che stanno benissimo anche senza rossetto, con voce bassa esclama "È stato un bel viaggio, forse troppo breve. Parlando di noi il tempo è volato"
«Nemmeno immagini quanti chilometri farei con l'atmosfera serena che si è creata" e questo fa scappare una risata sommessa a entrambi.

Sembra uscito da un'altra epoca, ha attenzioni che in tutta la mia vita mai nessuno aveva avuto nei miei confronti. Prima mi ha chiesto se mi andava di prendere l'aperitivo al simpatico apino parcheggiato all'ombra degli alberi. Alla mia risposta affermativa, mentre ancora stavo slacciando la cintura, è sceso e venuto ad aprirmi la portiera. Con gesto teatrale, ma non canzonatorio, ha fatto un inchino col sorriso su quelle labbra che sembrano morbidissime. Quando sorride gli si illumina lo sguardo, traspare sincerità, anche se non trasmette solo questo. Ho visto come mi guardava al supermercato e altre volte, c'è ardore...
No. Non devo pensarci. Il suo viso è estremamente bello, fisico alto e snello, portamento elegante. In più fino a questo momento la sua conversazione è stata intelligente e interessante; mai banale né arrogante, volgare o irrispettoso. Insomma, il tipo di uomo che da sempre mi affascina.
Ecco, di nuovo pensieri che non devo fare.
Sbrighiamoci a prendere questo aperitivo che non avrei dovuto accettare. Lo sapevo dal momento in cui ho titubato nel rifiutare la sua proposta.
L'apino ha alcuni tavoli lì davanti, tre o quattro, uno è libero, così gli propong di sederci lì a consumare il nostro aperitivo. Mentre la tipa dietro il banco, una ragazza giovane ma esperta nel suo lavoro, prepara i nostri cocktails mi volto e vedo che una coppia sta sistemando i bambini al tavolo che avevamo adocchiato. Uffa, dovremo consumare in piedi.
Due bicchieri con decorazioni colorate arrivano in pochi minuti, mentre mi porge il mio gli faccio notare con rammarico che non ci sono più posti a sedere.
«Non tutto il male viene per nuocere» risponde Carlo di rimando «possiamo fare due passi lungolago, all'ombra della vegetazione rigogliosa del bosco che lo costeggia »
Camminare nella natura è una delle cose che più mi piace, senza pensarci accetto la proposta e ci avviamo lungo lo stradello sterrato. Mi racconta del suo lavoro e porta nuovamente il discorso sulla gente che usufruisce dei mezzi pubblici, dalle signore anziane che lo trattano come un nipote ai pensionati che viaggiano tutta la mattina con lui per non stare a casa da soli. Ma anche delle belle ragazze alle quali elargisce sguardi indiscreti quando indossano indumenti che coprono poco. Con scioltezza porta il discorso a un livello di intimità superiore raccontandomi di quando una ragazza, viaggiatrice abituale, si sedette nella prima fila e dallo specchietto lo fissò per tutto il viaggio. Durante l'attesa a un passaggio a livello, fece scivolare la mano sotto la gonna e, continuando a fissarlo, iniziò a masturbarsi. L'autobus era quasi vuoto, c'erano solo alcuni ragazzi nell'ultima fila, intenti a scherzare tra loro. La fermata della ragazza era subito dopo il passaggio a livello e quando scese gli lasciò un biglietto con il numero di telefono.
Questa storia mi eccita terribilmente, nonostante lui ne parli con leggerezza. Non mi ha detto se ha richiamato o meno quel numero. Chissà?
"Guarda, sediamoci un momento in questo spiazzo, la vista qui è bellissima " suggerisco mentre ancora penso alla tizia sul pullman.

L'erba è soffice e lei rimane seduta pochi secondi poi si sdraia guardando il cielo azzurro esclamando "Che meraviglia".
Mi sdraio accanto, mi metto sul fianco e con un filo d'erba le solletico la pelle rimasta scoperta quando si è distesa. Non reagisce. Sostituisco l'erba con il dito, percorro la morbidezza della vita e la guardo per capire come proseguire. Chiude gli occhi e sorride. Penso che se non azzardo ora non potrò più farlo.
Timidamente scivolo sotto la maglia, salgo fino al reggiseno. Quando arrivo all'elastico torno indietro di pochi centimetri e poi risalgo. Sospira.
Mi butto.
Avvicino il viso al suo, le faccio ombra, socchiude gli occhi, mi fissa un attimo e poi li richiude. Interpreto questo momento come un invito. Appoggio le labbra alle sue. Le ho appena sfiorate e lei dischiude le proprie.
Cazzo quanto mi eccita questa donna.
Sto pensando che non riesco a trattenermi quando la sua mano si appoggia sulla mia nuca e mi spinge verso sé, la lingua entra nella mia bocca. Mi arriva un fremito di passione. Una passione travolgente che prende entrambi.
Le nostre labbra si sono saldate e le lingue non si danno pace, questo è il più bel bacio della mia vita. Le mani di entrambi iniziano a percorrere il corpo dell'altro, siamo avvinghiati, voglio il contatto con la sua pelle, metto la mano sotto la maglietta e la sento calda e vellutata. Toccarla con il palmo mi dà una sensazione molto più forte che sfiorarla con la punta dell'indice.
Più volte le passo la mano dall’ombelico al reggiseno poi di nuovo al fianco poi alla schiena, arrivando ai gancetti del reggiseno... riesco a sganciarli al primo tentativo, liberando quel magnifico seno dalla sua prigione di pizzo.
Anche lei non perde tempo, siamo entrambi carichi a molla. Passando le mani sui fianchi mi tira su la maglietta, a malincuore stacco le braccia da lei alzandole, in modo che possa toglierla con facilità. Senza dire parola ma solo guardandomi, accenna quel suo sorriso di piacere che già ho visto in questo poco tempo. In un solo colpo le tolgo maglia e reggiseno, al mio sguardo appaiono quei seni perfetti, così belli che nemmeno se li avesse disegnati con i suoi pennelli sarebbero riusciti altrettanto bene. Resto qualche attimo a fissarli estasiato, lei abbassa gli occhi a guardarsi mentre esclama "Che c’è, non ti piacciono?" Mi sfugge una mezza risata e rispondo canzonandola «No, in effetti sono orribili, al punto che per non vederli... devo proprio coprirli con le mani»
La sua risata cristallina riempie il nostro angolo di pace, nel mentre prendo con dolcezza un seno per mano e li accarezzo entrambi più volte. Sfioro i capezzoli già turgidi, inizio a pizzicarli, vedo che le piace, sospiri sempre più profondi le sfuggono.

È così vicino che non so cosa fare. Sento il suo odore, mi fa impazzire. Sento che sta controllando il respiro, ma capisco che è affannato, come se fosse sotto sforzo. Credo si stia trattenendo.
Tengo gli occhi chiusi perché se vedessi di nuovo quelle labbra non potrei fare a meno di impossessarmene.
Il tocco del filo d'erba è sostituito dalla punta di un dito. Il contatto con la sua pelle, pur essendo irrisoria la superficie che mi tocca, mi provoca un'eccitazione inaspettata.
So perfettamente che non dovrei essere qui, ma non me ne frega niente. Il desiderio che sto provando è forte, lo è stato sin da quando l'ho visto al supermercato. Ne sono consapevole... mmmm...sali Carlo, ti prego, porta più su quelle dita, non fermarti...
Basta. Non ho voglia di resistere ancora. Non è necessario che apra gli occhi, so dove sia, lo sento dal suo respiro. Mi basta allungare una mano e portare la sua bocca alla mia.
...
È stato il bacio più bello che potessi immaginare, complice il desiderio reciproco, complice il luogo in cui ci troviamo. Quando ha slacciato il reggiseno non ho desiderato altro che rimanere nuda, sfilargli la maglia e togliere la mia è stato così naturale. Ora ho il torace completamente nudo al suo sguardo.
Mi sta osservando in modo strano. Sta guardando il mio seno come se lo stesse analizzando. Cazzo, non gli piace.
"Che c'è, non ti piace?" domando.
La sua risposta affermativa in un primo momento mi avvilisce. Ma mi sta prendendo in giro, è un burlone. Scherzando dice che va coperto e accoglie i miei seni nelle sue mani.
All'inizio un tocco delicato, sembra che le stia saggiando. Mi ricorda quando si affondano le mani in un sacco di grano, viene spontaneo aprire e chiudere le dita. Mi sento molto quel grano sotto le sue mani, è una sensazione stupenda.
Mi sfugge un sospiro quando la sua attenzione si concentra sul capezzolo stringendo, è una cosa che mi piace molto, devo trattenere il respiro per controllarmi.
Sta continuando a giocare con i seni quando mi bacia ancora. Volentieri torno a assaporare la sua saliva, gustare le sue labbra, leccare la sua lingua. Un desiderio irrefrenabile di assaggiare il suo corpo mi assale improvvisamente. Libero la mia bocca dalla sua e cammino verso il collo mentre la lingua scivola sulla pelle liscia e ben rasata delle guance. Incontro il lobo dell'orecchio, cicciuto e morbido. Scivolo dietro all'orecchio e da qui scendo mordendo delicatamente il collo. È la mia parte preferita del corpo, dove l'odore è concentrato in uno spazio piccolissimo e mi inebria più del miglior vino d'annata. Con il naso percorro ogni centimetro della sua pelle, lo inspiro, come se volessi impossessarmene. Ha un odore buonissimo che dal naso percorre il mio corpo andando verso il cervello e in direzione del sesso, eccitandoli entrambi. Mi stordisce a ogni respiro.

Ma come mi piace, che bella sensazione, una cosa mai provata nonostante le numerose esperienze avute.
Anna mi sta prendendo da dentro.
Sento le sue labbra e la lingua che percorrono il collo, mi fa impazzire. Siamo entrambi al massimo dell’eccitazione, non ci basta accarezzarci dappertutto con le mani, ovunque anche labbra e lingua.
La sento scorrere con la bocca sulla pelle e mi prende voglia di assaggiarla ancora. Le stringo delicatamente la testa, passandole le dita tra i capelli, porto le sue labbra verso le mie.
Siamo così vicini che ci respiriamo a vicenda.
Le bocche bramano di toccarsi, al massimo del desiderio, pronti a prenderci tutto il nostro sapore. Le chiedo con un soffio di voce «Dammi la lingua, voglio succhiarla», la sento immediatamente entrare nella mia bocca. La stringo tra le labbra e succhio avidamente. È buona e morbida, non smetterei mai. Capisco che le piace dai sospiri. Anche a me piace tantissimo, al punto che non regolo la forza che imprimo con la mano nello spingerla verso di me.
Le sue mani non stanno ferme, le sento scorrere sul mio corpo mille volte, sulla schiena, i fianchi, il petto.
Sono su ogni centimetro di me.
Intraprendente, con quelle mani vellutate sta affondando sotto la cintura, vicino all’inguine. Con questo semplice gesto mi fa impazzire, non riesco a stare fermo.
A malincuore mi stacco dalla sua bocca, ci guardiamo, un sorriso. La mia mano scende lentamente dalla testa verso la schiena, la sollevo leggermente, leggera asseconda il mio movimento. Butta la testa indietro mettendo in bella mostra il seno, il suo sguardo brucia nei miei occhi, mi sussurra senza abbandonarli "Lo vuoi assaggiare?"

"Lo vuoi assaggiare?" sussurrano le mie labbra ancora umide dal suo bacio appassionato. Nei suoi occhi si accende ancor più il desiderio, senza parlare né abbandonare il mio sguardo, si avvicina al seno che ancora sta stringendo con una mano, con l'altra mi sostiene e avvicina a sé. È forte, il suo braccio mi solleva senza fatica.
Ancora mi fissa, dischiude le labbra che affonda sul seno destro con la foga della passione. Succhia forte la mia carne, lecca il bottoncino al centro. Chiude gli occhi per un attimo, torna a fissarmi mentre la bocca si allontana leggermente dalla mia pelle bianca. Vedo la lingua stuzzicare il capezzolo. Provo una doppia eccitazione, data dalla vista di quella specie di danza e dalle forti sensazioni fisiche che scaturisce, come fulmini arrivano al mio sesso già voglioso.
Non dovrei essere qui, ma voglio esserci e voglio che quest'uomo mi prenda per donarmi tutto il suo piacere.
Lo accarezzo affondando le dita nel suo corpo, voglio trasmettergli il desiderio che ricevo. Sento la protuberanza nei suoi pantaloni che spinge, vuole uscire da quella stretta gabbia in tessuto. E io desidero che conosca la mia mano, la mia bocca e il mio sesso.
Provo a infilarmi dentro ai pantaloni senza slacciarli, ma il jeans è un tessuto spesso e rigido, oppone resistenza. Con foga sbottono quei maledetti pantaloni e da sopra lo slip afferro quella meravigliosa creatura di carne dura. Stringo e lui mugola di piacere.
Tiro giù tutto, fino alle ginocchia, uno sguardo e vedo uno dei più bei cazzi che abbia mai avuto modo di incontrare in vita mia. Mi avvento su di lui e lo ingoio in un attimo.
Lo sento in bocca, in gola, duro e grosso. Mi riempie completamente, non riesco neanche a muovere la lingua. Do uno sguardo al suo viso, vi leggo piacevole sorpresa e godimento.
Mi guarda fisso negli occhi, quando lo stringo un po' tra lingua e palato, abbassa le palpebre e io comincio a muovermi, dando il meglio di me per questo pompino che desidero sia magistrale.

Me lo ha preso. È suo.
Prigioniero della sua bocca, mi sta facendo godere da morire, è bravissima. Lo fa entrare ed uscire, passa la lingua dalla cima fino alle palle, mi provoca delle sensazioni mai avute. Sarà la situazione, il desiderio che si è venuto a creare, ma questa donna è unica in tutto. Mentre lei è impegnata col mio sesso sempre più duro, io riesco a liberarmi dei pantaloni che erano rimasti alle ginocchia. Ora sono totalmente nudo e voglio sentire la sua pelle contro la mia.
Anna non molla la presa, sta facendo un lavoro stupendo, ma io ho voglia della sua fica e le tolgo scarpe e leggings e vedo. Vedo finalmente quel culo michelangiolesco, vestito solo di quel mini perizomino che avevo individuato al supermercato.
Ho voglia.
Non resisto più.
La voglio.
Sposto la sua gamba invitandola a venire sopra di me, quando ho il suo frutto succoso a portata di lingua scanso quel piccolo lembo di pizzo, già fradicio di umori, ci appoggio le labbra passando la lingua da cima a fondo e assaporo il suo nettare. Mi fa impazzire.
Le succhio la clitoride, sembra le stia per scoppiare da quanto è gonfia, la faccio danzare con la lingua e sento i suoi mugolii soffocati dal mio cazzo che ingoia con più foga. Devo concentrarmi per non venirle in bocca, anche se lo vorrei tanto non è ancora il momento.
Anche lei è al massimo dell' eccitazione. Muove ogni parte del corpo.
Ancora con la bocca attaccata a lei apro gli occhi e vedo il suo fiorellino posteriore. Non resisto, devo assaggiarlo e passo con la lingua lì dietro dedicandomi completamente a lui. Lecco tutto intorno, lo bagno e lo penetro per quanto possibile con la lingua, sento la sua bocca calda che si stacca dal mio pisello, un sospiro profondo e non trattiene più la sua voce "Vengo... vengooo" urla mentre gode e la sento pulsare sulla mia bocca.

Un orgasmo inaspettato e tremendamente potente. Ero già sulla soglia del piacere massimo mentre con la bocca mi stava divorando il sesso. Improvvisamente è passato dietro e non ho più capito niente. Sentire l'umidità della lingua, il caldo del respiro su quel forellino che tanti hanno desiderato ma ho concesso pochissimo, mi avevano mandata in visibilio. Poi ha fatto quella cosa impudente, mi ha penetrata il culo con la lingua... Meravigliosa idea che immediatamente mi ha portata all'orgasmo. E che orgasmo.
Mi ha penetrata dietro con la lingua e nello stesso momento ho sentito le sue dita affondare davanti.
Solo quando ho sentito l'orgasmo salire ho mollato quel cazzo meraviglioso, l'ho mollato solo per urlare al bosco e al lago l'acme del piacere che ho raggiunto.
Giusto il tempo per riprendermi e mi sono nuovamente impossessata del membro ritto e duro, rimasto momentaneamente orfano di attenzioni.
Lo faccio scivolare in gola, più che posso. Prendo respiro e torno giù, più giù possibile, voglio che sbatta contro la faringe. Mio marito dice sempre che è una cosa che lo manda fuori dal testa, ha la sensazione di scoparmi la gola e questo gli piace. Se aggiungiamo che a me piace da impazzire sentire la bocca completamente riempita da un cazzo duro, grande e che spinge forte, potrei dire che è una delle cose che più amo del sesso.
E l'uccello di Carlo è estremamente bello e mi riempie come piace tantissimo a me.
All'improvviso lo sento irrigidirsi, le mani sulla schiena fanno forza come per trattenermi. «Adagio» sussurra con il fiato spezzato «così mi fai venire e ora non voglio proprio. La tua bocca è fantastica, tu sei semplicemente fantastica, ma voglio prima esplorarti tutta, se me lo permetterai»
La sua voce si è fatta penetrante e mi eccita ascoltarlo mentre parla. Ma ho capito. Presa da una foga famelica, non mi sono resa conto di quanto impeto ho messo nel succhiarlo. Devo rallentare se voglio vivere un'esperienza unica e indimenticabile.

Le mie parole hanno effetto immediato, sento la muscolatura della bocca farsi più morbida e i movimenti diventano lenti e dolci, finché non si ferma completamente, trattenendomi in quella stupenda cavità piena di saliva calda.
Non resisto più.
La voglio, la voglio, la voglio.
Metto le mani su quelle due belle mele, vellutate e sode, invitandola a scendere giù, sfregando il sesso bagnatissimo sul mio corpo. Arrivata all'altezza del mio bacino, prende il cazzo in mano e lo passa qualche volta su quelle dolci labbra. Lo ferma davanti all'apertura magica della sua fica e lo fa scivolare dentro. Entra senza problemi, tanto è bagnata.
La sento gemere, sempre di più man mano che aumenta la sua danza sopra di me.
Quanto mi piace questa donna.
Trattengo con tutte le mie forze il nettare che spinge per schizzare fuori, non voglio.
Non ancora.
Il ritmo si fa incalzante, i suoi gemiti si sono trasformati in parole "Vengo...vengo... cazzo quanto sto bene...vengo" sento le pareti della fica che, a intermittenza, stringono il cazzo che la sta riempiendo. Che sensazione meravigliosa.
Le metto le mani sulle spalle per farla sdraiare su di me e mi trovo a baciarle il collo lungo e sinuoso. Si gira e le nostre bocche si uniscono. Mi sussurra che vorrebbe questa cosa non finisse mai.
«Non finirà perché questo è il tutto» rispondo io.

Stremata dal piacere. Non so se mi sia mai successo prima, ma adesso so cosa significa.
Carlo ha il potere di farmi lasciare andare, mi sento completamente in balia del suo desiderio, al quale rispondo con il mio, incontrollabile.
In pochi minuti mi ha fatto godere due volte, due orgasmi che mi hanno scossa fino all'ultima fibra del corpo e nell'antro più recondito del cervello.
Impensabile fino a oggi una cosa del genere, soprattutto con uno sconosciuto... vabbè, innanzitutto era impensabile che dessi confidenza a uno sconosciuto.
Dopo il secondo orgasmo, con lui dentro me a riempirmi completamente, mi sono liberata anche la mente confessandogli che non vorrei finisse mai.
La sua risposta è stata altrettanto stravolgente.
Dopo qualche momento di coccole mi sono ripresa e ho nuovamente iniziato a muovermi su di lui, con uno scatto inaspettato mi ha stretta e rovesciata sotto di lui.
Ora sento tutta la sua possenza sopra il mio corpo, dentro il mio corpo, mentre sta variando il ritmo da lento e delicato a più serrato e profondo. Mi ha spiazzata questo cambio repentino, ma l'idea mi è piaciuta assai.
È più alto e grosso di me perciò il suo fisico mi sovrasta completamente, mi sento inglobata in lui e lui in me.
Sto scoprendo cose meravigliose in questa avventura inaspettata.

La palestra, oltre che tonica, la fa essere anche molto sciolta. Sono sopra di lei, le prendo le gambe e senza alcuno sforzo si piega in due lasciandomi la possibilità di penetrarla il più possibile, stiamo godendo l’uno dell’altra, è come fossimo un solo corpo . Ho aumentato il ritmo, sento le palle che sbattono sul suo culo, che sensazione stupenda.
Lei è al limite del godimento, sta per avere un altro orgasmo ma improvvisamente mi ferma e con la sua agilità si gira di fianco, il tutto senza staccarci.
Riprendo ad andare avanti e indietro nella fica alluvionata dai suoi umori, la sua voce trema mentre mi dice "Prendimi tutta, lo voglio ovunque... ti voglio sentire dietro."
Sembra leggermi il pensiero, è una cosa che mi piace tantissimo e desideravo che accadesse, ma non lo avrei fatto mai se non fosse stata lei a chiederlo. «Amore mio, va preparato quel fiorellino» replico con un filo di fiato. Mi guarda con accondiscendenza e ancora una volta riesce a spiazzarmi "Fa ciò che vuoi."
Solo per questo mi stacco da quella fica caldissima e vado a leccarle il buchetto, peraltro già bagnato dalle cascate di umori derivanti dal nostro scoparci. È comunque, o forse proprio per questo, irresistibile, da affondarci di nuovo la lingua dentro quanto è buono.
Ogni mio affondo è accompagnato dalla musica dei suoi gemiti di piacere.
Sento lo sfintere rilassarsi e inizio a stuzzicarlo con un dito. Ci gioco delicatamente, piano piano mi inoltro fino a farcelo sparire dentro.
Le masturbo il culo finché sento che si sta rilassando ancora, fino a che mi ordina con la voce stravolta dall'eccitazione "Ora entra te."
Il terreno è duro e sconnesso, sento dolore quando mi metto in ginocchio per prenderla da dietro, ma ignoro tutto questo. Mi avvicino quel tanto che basta per affondare in lei, ma non è una qualunque e non mi lascia il comando della situazione.
Lo prende con la mano, lo masturba un po', infine lo appoggia all'ingresso proibito. Sento che con il bacino spinge leggermente indietro. La punta della cappella accenna a entrare, si ferma e si volta a guardarmi negli occhi "Tocca a te, fai piano" «Non avrei fatto in altro modo».
Raccomandazione inutile perché la trovo talmente rilassata e bagnata che entro senza problemi. Le sussurro che sono tutto dentro mentre le cingo la vita e appoggio il petto alla sua schiena, con voce ansimante mi risponde che lo sente e le piace tantissimo.
Inizio a muovermi, dapprima con cautela, aumentando pian piano la frequenza, il suo culo è divino. Lo è starci dentro e lo è guardarlo da fuori.
Non resisto più, il cazzo mi sta scoppiando, la sento che gode come una pazza e lo urla a quei cespugli che spero deserti.
Le contrazioni dei muscoli anali si fanno più intense, sta godendo e me lo fa sentire ogni secondo più forte. Mi dice che sta per venire e vuole che lo faccia anch'io, mi vuole sentire godere dentro... non riesce a finire la frase che le inondo quel culetto perfetto, ogni schizzo un affondo, vorrei non finire più tanto sto godendo.
Rimango fermo una manciata di secondi, mi sfilo da lei lentamente, poi mi accascio al suo fianco e con le poche forze che mi sono rimaste la tiro a me e le domando «Ma dove eri fino ad oggi?»

È stato strepitoso, coinvolgente, eccitante, meraviglioso.
Sono sempre stata restia al rapporto anale, anche selettiva con chi praticarlo. Fino a oggi solo due persone avevano avuto libero accesso al mio retto, solo a uno (mio marito) ho permesso di eiacularmi dentro...poi arriva lui e tutte le mie convinzioni, barriere, tabù crollano in un secondo.
Carlo è un amante fantastico.
Carlo non mi ha chiesto il culo, gli ho chiesto io di prenderlo e scoparlo, gli ho chiesto io di godere dentro me e con lui ho goduto all'infinito.
Non ricordo una scopata come questa in tutta la mia vita. Non ricordo un desiderio così forte per un uomo, per il suo sesso, perché mi faccia sua e mi prenda completamente.
Abbiamo goduto insieme, chiuso insieme questo round di sesso inaspettato, poi si è sdraiato accanto a me e con una dolcezza infinita, che contrasta fortemente con la vigoria dei suoi affondi nel mio ano, mi ha chiesto abbracciandomi dove mi sono nascosta fino a oggi, quando il caso ci ha fatti incontrare, o meglio scontrare.
Istintivamente gli ho sorriso e l'ho baciato.
Vorrei tanto che questo momento non finisse mai, invece il trillo del suo telefono ci riporta alla realtà, ma non si muove, non guarda chi potrebbe avergli scritto. "Non sei scortese né maleducato se leggi e rispondi al messaggio!" esclamo con dolcezza. Ribatte dicendo che non è un messaggio importante, da leggere subito, e non vuole che la tecnologia ci disturbi.
Unico. È davvero unico.
"Ma se fosse la tua compagna?"
«No, lei ha la sua suoneria. Quella era la notifica di un sito, ma come ti ho detto niente di irrinunciabile» mi stringe e bacia «mentre te irrinunciabile lo sei già diventata».
Forse ho trovato l'ultimo dei romantici. Sono ben cosciente che le sue sono parole di circostanza, ma le dice con un tono e uno sguardo da farle sembrare sincere.
Quando ha parlato di notifica mi ha fatto tornare in mente quello che ho visto sul suo telefono, al supermercato. A costo di sentirmi dire di farmi gli affari miei, voglio chiedergli che cosa sia.
Così comincio con la premessa "So che potrei essere impicciona e rispondimi pure che non mi riguarda... Ma avrei una domanda da farti. Ricorda, se non vuoi rispondere, dimmelo, preferisco un rifiuto a una cosa inventata per farmi stare zitta!"
Lui mi guarda con un misto di curiosità e incredulità al mio discorso inatteso.
Sorride e «Spara, se non voglio rispondere te lo dirò chiaramente »
Rinfrancata dalla risposta, chiedo: "Oggi al superamercato ti era caduto il cellulare, quando l'ho raccolto per rendertelo si è acceso su una pagina insolita, motivo per cui mi sono soffermata a guardare più del dovuto. Innanzitutto ti chiedo scusa per la mia indiscrezione." Sta sorridendo, segno positivo credo. "Ma la domanda è ancora più indiscreta: che sito è? Mi ha incuriosita la foto che ho visto, il torace nudo di un uomo senza testa, mi sei sembrato tu!"
Il suo sorriso si espande ancora di più, il suo sguardo limpido nei miei occhi.
«Avevo notato la tua attenzione sul mio telefono, ma non gli ho dato peso perché non è una cosa importante» premette «La notifica di prima proviene proprio da quel sito, è un sito di incontri e scambisti» mi spiega con semplicità. Probabilmente la mia espressione è interrogativa perché dopo un'occhiata al mio viso ride, prende il telefono e lo accende mostrandomi la schermata di cui sto parlando.

Questa ragazza mi ha rapido totalmente la testa. In questo poco tempo trascorso insieme mi sento totalmente aperto e libero, tanto che inizio a parlarle di quel sito. "Mi sono inscritto qua grazie ad una coppia conosciuta al mare e frequentata per un bel po' di tempo. Ero in spiaggia nella pausa della linea del mare, il Turno 18, e da due chiacchiere in riva al mare a essere nudi nel loro bungalow è stato tutt'uno" le ho raccontato. Questa storia del sito la incuriosisce, anche quella della coppia, perciò le spiego brevemente ma meglio che posso ogni cosa. Una volta svelati tutti i miei segreti a riguardo decidiamo, a malincuore, di tornare verso il parcheggio dove lei ha lasciato la macchina. Il viaggio di ritorno è stato bello per la sua compagnia e per il nostro incessante parlare liberamente di tutto, ma allo stesso tempo c’era per entrambi un velo di tristezza, perché sapevamo di doverci salutare .
Giunti a destinazione il parcheggio è quasi deserto, mi fermo accanto alla sua auto. Ci guardiamo in silenzio e in quel silenzio ci baciamo di nuovo con la solita passione, ma il tempo corre e purtroppo dobbiamo staccarci.
Scendo di macchina velocemente, prima di lei, così che le apro la portiera e porgo la mano. Mi guarda, brillano quegli occhi stupendi. Scende. Siamo in piedi, uno di fronte all’altro e non resisto. L’abbraccio. Lei mi sussurra all’orecchio "Sei pazzo, ci vedono" «No, tranquilla, non ci vedono... ma sicuramente ci invidiano».
Ci salutiamo e entrambi pronunciamo la stessa frase: allora ci sentiamo come d'accordo, ci scappa una risata per la contemporaneità. Quando si siede al posto del guidatore le chiudo la portiera, aspetto che avvii il motore e inserisca la marcia, resto a guardarla sparire nel traffico. Me ne vado anche io con la tristezza che cresce mentre lei si allontana e il ricordo di quel pomeriggio eccitante.
...
Più tardi, la sera
...
Così come deciso, anche lei si è iscritta al sito, ha scelto di inserire delle foto particolari ma che dicono molto della sua personalità. Ci scambiamo l’amicizia, chattiamo fino a darci la buonanotte, nascosti dagli sguardi dei rispettivi compagni.
Non ci scriveremo messaggi sulle app ormai in uso, ci sentiremo su A69 per messaggio, se potremo entrambi allora ci chiameremo per telefono.
Già la mattina seguente troviamo ambedue un briciolo di tempo per sentire almeno le nostre voci, questo allevia la voglia prorompente dell'altro che abbiamo.
Che strana è la vita. Da un banale incontro durante la spesa nasce un sentimento così grande che ti prende e ti porta via di peso, penso di continuo a questa cosa e a quanto mi manchi la ragazza dei biscotti. Sono passati cinque giorni da quel giorno, siamo riusciti a sentirci ognuno di questi ma è forte il desiderio di vederci ancora.
Dopo tanti scambi di semplici messaggi dialogali, sono io il primo a cedere all'attrazione che si è insinuata in me e le scrivo dichiarandole la bramosia di un nuovo incontro che mi pervade. Risponde immediatamente, anche lei non resiste più al desiderio di me e mi dà un appuntamento.
Non so neanche se quel giorno sarò di turno o meno, non importa, in qualche modo mi organizzerò. Le confermo l'appuntamento.
«Mi raccomando, ci troviamo allo scaffale dei biscotti».


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