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Una lurida puttana


di AntonellaTrav6
28.02.2024    |    761    |    4 9.5
"Gli tirai fuori il cazzo dai pantaloni della tuta da ginnastica che indossava e cominciai a segarlo..."
Era un periodo molto concitato: al lavoro ero sempre distratta perché pensavo al cliente che avrei soddisfatto quel pomeriggio o quella sera e fantasticavo su cosa mi avrebbe fatto e come mi sarei vestita per essere il più troia possibile. Spesso mi chiamavano sul cellulare per chiedermi un appuntamento e io ero sempre felice di vedere nuove chiamate: mi desideravano davvero alla follia e questo mi rendeva felicissima. Io ero sempre molto gentile e disponibile con tutti quanti loro e il fatto che li appellassi con intercalari, tipo amore o tesoro, li faceva andare nei matti ed eccitare ancora di più. A letto non negavo nulla a nessuno e mi concedevo liberamente, bagnatissima mentre ero presa dai loro cazzi che mi sbattevano dentro furiosamente. Mi davano della troia e questo mi eccitava a dismisura e loro se ne accorgevano bene per quanto mi bagnassi nel culo. Ormai avevo una divisa d'ordinanza da vera battona: tacchi altissimi, minigonna inguinale e scollature indecenti erano le mie armi di seduzione; ma soprattutto un trucco da vera baldracca mi faceva diventare quello che li faceva impazzire: una vera troia! Nei mesi successivi andavo a letto con cinque ragazzi fissi, facendo a turno a seconda delle loro richieste. In effetti cominciavo a incassare anche cospicue somme di denaro (e la cosa non mi dispiaceva affatto) che spesso usavo per comprare completini intimi sexy, scarpe e trucchi oltre alle solite mie spese ordinarie. Mi feci regalare un paio di stivali neri lucidi alti fino al ginocchio dal mio ragazzo. Anche a lui nei momenti di intimità piaceva vedermi vestita da zoccola e così decisi di esaudire questo suo desiderio cercando al tempo stesso un mio utile: avrei avuto degli stivali adatti a una puttana! Quando me li regalò rimasi senza parole dalla contentezza, anche se già sapevo come sarebbero stati (li avevamo scelti on-line su di un catalogo di un sexy shop). Erano neri lucidi e alti fino al ginocchio, con la zeppa davanti e un tacco smisurato dietro di oltre 17 cm ! Era proprio il tipo di stivali che avevo visto indossare alle prostitute che battevano sui marciapiedi e li misi subito per farmi ammirare: lui era perfettamente concorde con me: così sembravo davvero una puttana (peccato che lui non sapesse che una puttana la ero già e per davvero). Nei miei incontri d’amore li mettevo sempre. Finii per prostituirmi anche con un mio vicino di casa, un ragazzo dieci anni più grande di me che mi era sempre piaciuto. Lui conosceva di sfuggita Daniele, e così non fu difficile a quest’ultimo organizzarmi un incontro con lui spiegandogli come stavano le cose, sempre dietro compenso. "La puttanella figlia dei vicini''... Ricordo benissimo la prima sera che andai a casa del mio vicino: dissi ai miei genitori che uscivo coi miei amici e mi truccai e mi vestii in modo molto provocante uscendo di casa senza farmi notare. Siccome lui abitava al di là del mio piccolo giardino arrivai subito e consumammo il nostro rapporto mercenario nella sua camera da letto. Ci conoscevamo da tempo e avevo notato come mi guardava quando tornavo a casa quelle volte che ci incrociavamo. Gli tirai fuori il cazzo dai pantaloni della tuta da ginnastica che indossava e cominciai a segarlo. Poi mi piegai alla pecorina per succhiarglielo mentre lui mi continuava a palpare il mio magnifico culetto. Spompinavo, prendendolo tutto in bocca, intanto lui con la mano sinistra continuava a toccarmi e con la mano destra sulla mia nuca mi spingeva la testa fino ad imboccarlo tutto. Non resistette a lungo e mi fece una copiosa sborrata in bocca. Ingoiai tutta la sua sborra, poi lo ripulii con la lingua e, in men che non si dica, era già di nuovo in tiro. Mi chiese di spogliarmi tutta che aveva voglia di scoparmi. Quella sera fu molto deciso nel prendermi: volle farmi di tutto e rimasi impressionata e anche impaurita da tutta la furia e la foga che ci metteva nel penetrarmi. Gridava eccitatissimo e mi sbatteva senza pietà e di certo non si poteva parlare, per quell'incontro di romanticismo. Mi usò senza alcun ritegno e si sfogò senza alcun freno inibitorio dandomi della vacca puttana. Addirittura mi mise appoggiata contro la finestra di camera sua e mi prese da dietro iniziando a sfondarmi con colpi selvaggi. Dovete sapere che la sua finestra dava proprio sul giardino di casa mia e più esattamente sulle finestre del mio salotto, in cui potei intravedere i miei che guardavano la televisione ! Tentai di oppormi, ma lui insistette dicendo che la cosa mi avrebbe eccitata da morire, e in effetti ebbe ragione, dopo i primi momenti stetti al gioco e così mi feci prendere in quella posizione. I miei avrebbero potuto benissimo vedermi se si fosse alzati dal divano e si fossero anche solo avvicinati alla finestra! Chissà che colpo a vedere la loro figlia che si prostituiva col vicino di casa facendosi sbattere praticamente sotto i loro occhi! Quest’idea mi eccitò da morire e così facemmo questa cosa anche le altre volte che andai da lui. Ormai fare la puttana mi piaceva incredibilmente. Ogni volta pensavo a come fare per trovare qualcuno e comunque non espormi troppo. Tuttavia l’idea fissa che mi assillava era battere per strada! Mi avrebbe fatto sentire definitivamente una prostituta a tutti gli effetti, ma avevo paura di chi avrei trovato e soprattutto non mi andava di dover scopare con qualunque uomo si fosse presentato. Così ne parlai con Daniele (che in queste cose mi spingeva sempre a fare un passo oltre) e così mi propose di accompagnarmi lui in qualche posto e stare in macchina lì vicino pronto a intervenire in caso di bisogno. Io mi sarei limitata a fare bella mostra di me sul marciapiedi e non salire con alcun automobilista, tentando eventualmente di far salire troppo il prezzo per dissuaderlo. Ci pensai a lungo: desideravo tantissimo fare questa cosa ma al tempo stesso la paura mi paralizzava. Una sera però ci organizzammo. Mi vestii nel modo più sexy possibile, minigonna rosa cortissima, top striminzito, trucco da battona e ovviamente i miei nuovi stivali da troia! Andammo in provincia per paura che qualcuno potesse riconoscermi stando nella zona di casa mia. Ero nervosissima e Daniele tentava in tutti i modi di tranquillizzarmi. Mi feci coraggio e così scesi in una specie di slargo vicino a una strada abbastanza grande dove qualche volta si intravedevano prostitute. Quella sera io ero l’unica. Rimasi lì ad aspettare, ero tesissima e vedevo alcune macchine che rallentavano per guardarmi meglio. Presa così non potevano certo equivocare le mie intenzioni. E ben cinque macchine si fermarono per chiedermi il prezzo! Si trattava sempre di uomini tra i 40 e i 50 anni, per niente disdicevoli. Mi riempivano di complimenti a cui rispondevo per lo più con sorrisi e volevano che mi facessi toccare! Non avevo pensato a questa possibilità e lì per lì non sapevo cosa fare ma alla fine decisi di lasciarmi palpare da tutti quelli che me lo chiedevano! Non credevo a quello che stavo facendo e dovetti fare un cenno che tutto andava bene a Daniele che era appena sceso dalla macchina per venirmi incontro pensando che ci fossero problemi. Mi eccitai terribilmente a lasciarmi toccare da quegli sconosciuti: si limitavano a stringermi le tette e accarezzarmi con decisione il culo anche se uno infilò un dito nella patatina. Erano tutti in visibilio anche per il fatto che ero italiana. Lasciai che le loro mani frugassero dove più piaceva loro senza tirarmi indietro nemmeno quando qualcuno si faceva più audace. Al ritorno a casa feci l’amore con Daniele che non riusciva più a controllarsi dalla voglia. Le volte dopo rifeci questa esperienza, una volta addirittura vicino casa mia! Non so se fosse più l’esibizionismo, la voglia di trasgredire, o il pericolo a eccitarmi, ma finii per battere proprio a meno di due chilometri da casa mia ! Sapevo di correre fortissimi rischi di essere vista da qualcuno che mi conoscesse, ma in fondo era proprio questo che mi eccitava terribilmente e così decisi di farlo. Si fermarono alcune macchine, e come al solito mi chiesero prezzo e prestazioni e potei mostrarmi in tutta la mia porcaggine. Quasi quasi mi auguravo che qualcuno mi scoprisse e dicesse a tutti nel quartiere che ora facevo la prostituta. Con uno, bono come il pane, scuro in viso e con i capelli lunghi, decisi di azzardare: salii in macchina di questo sconosciuto che mi aveva appena chiesto quanto costasse il mio rapporto completo. Non si trattava più di ragazzi che conoscevo di vista, questa volta andavo proprio con estranei. Arrivati in uno spiazzo al buio il moro mi ordina di scendere dalla macchina e poi mi spinge contro il cofano della macchina. Lo lasciai fare, così lui mi prese per il collo e tendendomi ferma iniziò a mordermi tutta, iniziando dal collo, per finire con la lingua in mezzo alle chiappe, dopo averle tormentate di morsi! Io ero eccitatissima! Ad un certo punto, ha aperto la machina e mi ha fatto entrare con il busto, appoggiando le mani sul sedile e tenendo il culo fuori dalla macchina! Ha alzato il mio vestito e ha iniziato a toccarmi; passavano delle macchine e delle persone ma a lui non importava nulla. Era evidentemente un battuage molto conosciuto, perciò ho continuato senza timore a lasciarlo fare ! Poi ha tirato fuori il cazzo e mi ha penetrata con violenza ... io ansimavo, mentre lui mi sculacciava fortissimo. Dopo si mette disteso sul sedile e mi obbliga a farmi scivolare sul suo coso enorme a smorzacandela. Sentivo il culo caldissimo mentre il cazzo entrava tutto dentro fino alle palle pelose. Sentire le mie chiappe che sbattevano contro le sue palle mi feceva impazzire. Lo cavalcavo dolcemente e senza fretta, lui prese con le mani le natiche, le allarga per fare entrare tutto il cazzo e poi le strinse con forza e mi accorsi che le piaceva molto tutto ciò. Cambiammo posizione di nuovo: mi fece inginocchiare, di nuovo sul sedile, e con le mani mi allargò bene le chiappe e ci entrò con un colpo deciso. Mi cavalcò come un forsennato, mi dava dei colpi secchi che mi facevano sobbalzare e mugolare di piacere misto ad un po' di dolore. Con le mani continuava ad allargarmi le natiche ed entrava ed usciva con il cazzo dal mio buco oramai aperto al massimo. Stava per venire e allora mi sono inginocchiata davanti a lui e ho preso fra le mie labbra rosso fuoco quell'uccello durissimo. Mi mise entrambe le mani dietro la sua nuca e mi facevo scorrere con la bocca sul suo palo. Ha resistito fino al massimo poi mi ho tolto il cazzo dalle labbra e mi ha fatto subito uno schizzo lungo e molto abbondante di sborra che mi ha praticamente coperto il viso come una maschera, seguito poi da altri 7 o 8 schizzi meno violenti però sempre abbondanti, e mentre schizzava me lo sono infilato di nuovo fra le labbra e ho continuato per almeno 3 minuti a succhiarlo aprendo ogni tanto la bocca per fare uscire abbondanti rivoli di sborra. Alla fine mi ha dato un forte ceffone e mi ha detto che ero solo una stupida e inutile baldracca. Con una spinta mi ha allontanato dalla vettura ed è risalito sopra, dicendo: "La prossima volta che vorrai del buon cazzo, sarai tu a pagare me, stupida puttana lurida". Avevo goduto tantissimo e ritrovarmi mezza nuda e sola in quello spiazzo buio non mi fece perdere d'animo. Infondo ero una puttana, e sul lavoro non ci si deve divertire troppo o godere ... era arrivato il momento di trovarmi un altro cliente che mi fottesse e riportasse a casa.
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