Racconti Erotici > Lui & Lei > Un giorno particolare
Lui & Lei

Un giorno particolare


di Zindo
11.12.2023    |    4.722    |    3 8.9
"Ti illudi di stare alla guida di una potente decapottabile e forse è proprio il vento che ti scompiglia i capelli mentre guidi che ti inebria di gioia..."
Oggi posso oziare, non si lavora e non mi viene alcuna voglia di uscire di casa perchè pioviggina, fa freddo ma nonostante questo ci sono innumerevoli persone in giro per i negozi a far compere per l'ormai imminente Natale. Io non amo la confusione, ancora meno la pioggia sottile ed il freddo.
Meglio oziare a casa, qui, davanti al televisore che trasmette programmi che non sto seguendo, con in mano un libro che non sto leggendo, e accanto a me una bevanda calda che non sto sorseggiando. E' un giorno che senza particolari motivi, non mi piace e che vivo con apatia, rilassato ed annoiato. La mia mente torna indietro nel tempo e ripenso ad una giornata di alcuni mesi fa totalmente diversa da questa.

Eccolo quel giorno, è come se io la raccontassi a me stesso
Mi pare che sia fine maggio, più o meno. E' di quei giorni, rari nella vita, un cui ti senti pervaso da una irrefrenabile gioia di vivere, in cui tutto l'impossibile ti sembra essere a portata di mano. In realtà è solo uno stato d'animo perché tutto è come sempre. Anche oggi hai dovuto fare il giro dei tuoi clienti. Oggi hai raggiunto quelli sulla costa, quelli che in vista della stagione turistica fanno ordini sostanziosi. Se non passavi tu ti avrebbero preceduto i tuoi colleghi della concorrenza.
Oggi basta poco per farti sentire padrone del mondo; sei felice semplicemente perché la tua vettura ha una parte del tetto apribile e tu l'hai aperto. Ti illudi di stare alla guida di una potente decapottabile e forse è proprio il vento che ti scompiglia i capelli mentre guidi che ti inebria di gioia.
Sono da poco passate le sedici e oggi hai già fatto tanti ordini sulla riviera quanti ne hai avuti nell'intera settimana passando dai tuoi clienti dell'entroterra.
Come suol dirsi hai “fatto giornata”, puoi anche smettere il giro e dare sfogo alla gioia che ti pervade dentro.
Fallo, c'è il mare a un niente di distanza da te. Non ci sono ancora le folle di bagnanti, ma ci sono qui e là ragazzi e ragazze adagiati sull'arenile esposti al sole come lucertole, altri che camminano pigri lungo la riva e tanta gente che lavora per approntare la spiaggia per l'ormai imminente estate. Non ci sono ancora gli ombrelloni e le sdraio se non qualcuno sparso qui e lì, ma ci sono piccoli trattori che spianano la sabbia accumulata dal vento durante l'inverno a piccoli cumuli che sembrano dune. Altri che ripuliscono la sabbia dai detriti rigurgitati dai marosi invernali.
Tu li vedi transitando sul lungomare, sei anche tentato di fermarti ed andare anche tu sulla spiaggia, ma esiti perché non sei equipaggiato e saresti ridicolo in spiaggia vestito di tutto punto.
Conti di arrivare appena fuori del tratto abitato, dove credi di poterti liberare della camicia e chissà, dipende da quanta gente c'è, se ce n'è, anche dei calzoni. Intanto procedi e ti godi la brezza del mare anche se...vorresti di più, vorresti di meglio. Comunque da questa giornata hai già avuto tanto, non lamentarti.

Ohh! Ma ci sono ancora gli autostoppisti? Non si erano estinti?
Ma sì, la ragazzina davanti a te che ha messo un solo piede giù dal marciapiede ed ha sollevato il braccio, ha proprio il pollice teso e le altre dita chiuse muovendo la mano proprio alla maniera degli autostoppisti, veramente tu pensi “come se stesse facendo una sega ad un gigante invisibile”.
E' proprio il tuo giorno fortunato. Fermati, caricala. Guarda che pezzo di ragazza è: alta, slanciata, capelli biondi e lunghi, ampio sorriso.
Ti fermi, bravo, giusto, fai bene.
Si china verso te così puoi ammirare anche il suo seno dall'ampia scollatura e ti chiede se puoi accompagnarla fino al terminal degli autobus.
Tu non sai dove si trova, ma la fai salire lo stesso. Lei ti indicherà il percorso e tu, le dici, la porterai ovunque lei voglia.
Lei però non è del tuo stesso umore, anzi se li avesse si potrebbe dire in maniera volgare che era evidente che le giravano le palle.
Le chiedi se c'è un motivo particolare per cui è così...tesa, tu dici “tesa, ma pensi “incazzata”.
Lei per poco non ti aggredisce, come se tu fossi il responsabile del suo stato d'animo e ti risponde: “Tutta colpa di quello stronzo. Tutti uguali vuoi uomini. Magari anche tu pensi che siccome ti ho chiesto un passaggio io sia una troia e che dovrei dartela per riconoscenza. Di che non è vero? Dai dillo se hai il coraggio?”
“Dirti cosa? Che dovresti darmela? Se ti va di darmela mi farebbe piacere, ma non per dovere, così se ti va di tirati su un poco il morale visto che...”
“Che? Che cosa? Dai, dai.. dillo! Tutti uguali voi uomini. Solo a quello pensate, gira a sinistra piuttosto.”
“Giro dove vuoi ma non chiedermelo con quel tono. Perché ti adiri con me? Che dovevo dirti che mi farebbe schifo fare sesso con te? “
“Non dovevi dire niente, ecco che dovevi fare. Tacere”
Tu, per niente intimorito, anzi divertito da questa simpatica e bella isterica, con finta noncuranza le metti una mano sulla coscia e le chiedi con tono gentile: “Dai, ho capito che qualcuno ti ha fatto arrabbiare, ma perché te la vuoi prendere con me? Posso fare qualcos'altro per te oltre che darti un passaggio? A proposito che ci vai a fare al terminal degli autobus? Dove sei diretta?”
Lei pare non accorgersi neppure della tua mano e tu, furbescamente cominci a farla scorrere dal ginocchio verso l'inguine.
Ti dice che deve prendere l'autobus per tornare nel capoluogo di provincia, dove lei abita.
Non è vero che tu pure devi andare nella stessa città, però non allungheresti di molto il percorso passandoci per rientrare nella tua cittadina, perciò menti dicendo “Perché prendere l'autobus allora? Ti ci porto io, devo andarci anch'io”.
Lei accetta, tu lasci la costa ed il giro dei clienti e ti dirigi sulla strada statale che collega la riviera alla città capoluogo.
Potresti inforcare la superstrada, anzi quella sarebbe il percorso più comodo e più breve, e la ragazza ti chiede perché stai invece imboccando la statale.
Le dici che devi fare una brevissima sosta da un tuo cliente perciò sei costretto a prendere quella strada, in realtà è perché il tragitto che hai scelto offre vari posti dove poter sostare su qualche strada laterale o piccole piazzole seminascoste da siepi. Pensi di poterla convincere a giocare un poco con te, ci vuoi provare.
O sei scaltro tu o ingenua lei visto che non si insospettisce ma, parlando parlando, abbandona quel suo atteggiamento nevrotico e ti racconta che una sua amica e collega l'aveva invitata a trascorrere una giornata al mare approfittando delle prime belle giornate di sole e del fatto che quel giorno il ristorante nel quale entrambe lavoravano era chiuso per turno di riposo settimanale.
Ti racconta che solo all'ultimo momento l'amica le aveva detto che a portarle al mare sarebbe stato un certo Ugo.
Ti spiega che questo Ugo non era proprio un vero fidanzato dell'amica. Lo definisce una specie di trombamico dell'amica e persona non affidabile per la poca voglia di lavorare e le troppe idee strampalate nella testa calda.
Tu resti con la mano sulla sua coscia anche se ogni tanto sei costretto a toglierla per esigenze di guida. Quando la riappoggi avanzi sempre un poco più in alto. Ormai la sua gonna è a metà coscia, vedi e tocchi le belle gambe senza alcun impedimento da parte di lei, puoi avanzare quasi fino a sfiorarle le mutandine.
Poi ti dice che quei due sulla spiaggia, davanti a lei, quel giorno si erano messi a fare “porcherie”.
Tu le chiedi cosa intende e lei chiarisce: “A fare sesso, non proprio sesso, sesso, ma..insomma le porcherie...tipo usare la bocca anziché la patata, mi capisci adesso?”
“In pratica la tua amica gli ha fatto un pompino!”
“Più o meno, ricambiata per giunta. Che dovevo fare? Assistere o incazzarmi? Gli ho detto di smetterla e quel porco mi ha detto che ce n'era anche per me se volevo favorire ed unirmi a loro. Hai capito che stronzo? E stronza anche quell'altra che rideva divertita. Li ho mandati a quel paese e sono andata via. Sarei tornata con l'autobus se non trovavo uno come te”
Chiedi: “Come me in che senso?” e intanto giri la mano per poter intrufolare le dita dentro i suoi slip
“Uno che va fino in città” ti risponde e poi ti ammonisce “tieni la tua mano al suo posto”
Ignori l'ammonimento e le dici sorridendo, “Pensavo che volessi dire uno bello e simpatico come me, non uno qualunque che va in città”
“Bello tu?” ti chiede girandosi un poco per guardarti meglio. Girandosi però muove inevitabilmente le gambe, le dischiude, ora puoi lavorare bene di mano. Ma è proprio ora che lei esclama “Ahò,,,ma che fai?”
Tu con tono da bambino che chiede la cioccolata le chiedi ”Me la fai vedere?”
Lei abbozza un sorriso, non sposta la tua mano, né si ritrae, anzi si muove come a volerti agevolare.
Senti con i polpastrelli delle tue dita impertinenti che la sua passera si sta inumidendo. Del resto anche tu ormai sei in gran tiro. Ti sorprende quando dice “Se mi fai vedere anche il tuo”.
Rischi quasi di sbandare nell'affrontare una piccola curva con una sola mano sul volante. Sei costretto a ritrarre la mano esploratrice per ragioni di guida, ma le rispondi. “Tra poco c'è un posticino tranquillo, vicino al fiume, al riparo da occhi indiscreti. Ci fermiamo li e ti faccio vedere tutto, intanto sentilo” afferri la sua mano e la porti sul tuo cazzo sacrificato dentro i pantaloni. Lei stringe le dita e come estasiata esclama “ ma è duro e mi pare pure grosso”.
Vorresti tirarlo fuori e fartelo toccare a nudo, ma ci sono una serie di curve, ti servono entrambe le mani. Comunque vedi anche la stradone che si dirama e porta verso il fiume, lo imbocchi e lei, con una mano sul tuo pene e l'altra tra le sue cosce, ti chiede: ”E' questo il posto?”
“Poco più avanti, oltre quel boschetto”
“Conosci bene il posto! Ci porti molte ragazze?”
“Solo quelle carine come te”
“Stupide come me vorrai dire. Mi hai presa in un momento particolare se no mica ci venivo con te in posti simili”
“Mi trovi tanto poco piacente che non ti piace stare con me?”
“Il contrario, è che mi piaci tantissimo” ti dice stringendo più forte le dita sul tuo cazzo e come presa da fregole ti chiede “Ma manca molto per arrivare?”
Non manca più niente, sei già sulla radura dietro il boschetto, al riparo dalla visibilità dalla strada. Spegni il motore e la natura sembra suonare un brano per voi con il gorgoglio dell'acqua che scorre nel vicinissimo fiumiciattolo, il fruscio delle foglie mosse da un leggero venticello, il canto di uccelli nascosti chissà dove. Per prima cosa cingi le spalle della ragazza e la tiri a te per baciarla, lei ti lascia fare, e si lascia andare, anzi..si da da fare: mentre la baci armeggia sulla lampo dei tuoi calzoni e la apre, poi sulla cintura e la sgancia, affonda la mano con decisione, scendendo fino ai testicoli e te li palpa, mentre gioca di lingua con la tua lingua nelle bocche congiunte. Ti stupisce anche la sua destrezza, la perizia e la celerità con la quale ha liberato dai vestiti il tuo cazzo, il modo come ti tocca, come ti bacia. Cerci dentro le sua camicetta. Lei si distacca dal bacio per aprirsela e tirare fuori il seno, offrendotelo dicendo “ Mi piace molto farmi succhiare i capezzoli”
Raccogli l'invito e vai con la bocca al turgido capezzolo e con la mano di nuovo tra le cosce di lei, ormai bagnatissima; lei ora ha la mano sul tuo pene e ti masturba. Tu ti stai godendo questa fase ma lei vuole andare oltre e ti propone: “Ce l'hai un plaid? Scendiamo e ci mettiamo sull'erba cosi ce lo lecchiamo a vicenda. Ti piace farlo?”
“Altro che”..il plaid però...”
“Tranquillo, ho nella mia sacca il telo di spugna col quale stavo in spiaggia, usiamo quello, dai scendiamo, ho troppa voglia”
Ti dimostra con i fatti che non sta mentendo. Non solo scende velocemente ma si denuda pure. Tu hai più capi addosso e impieghi più tempo, ma lei si inginocchia davanti a te e mentre ti spogli ti lecca la verga palpeggiandoti le palle, fa scorrere le sue mani sulle tue natiche, le stringe con le dita, tira per dilatarla l'una dall'altra, poi passa una mano tra le tue cosce e va a titillarti il buco del tuo posteriore. Sei finalmente nudo anche tu. Le afferri il capo, la tieni per i capelli e cominci a scoparla letteralmente dentro la bocca, glie lo infili fino alla gola e ti ritrai per spingerlo ancora e poi ancora, e ancora di nuovo. Lei ci sta, gradisce, emette una specie di ululato soffocato, un filo di bava le scende dai lati della bocca. Vorresti chiamarla “puttana” non per offenderla ma quasi come fosse un complimento, ma temi di rovinare tutto e sostituisci con “fai la troia, fai tutto quello che vuoi”.
Lei afferra i tuoi polsi per potersi liberare il capo dalla tua presa, si ritrae, per liberarsi la bocca, alza dal basso i suoi occhi umidi verso i tuoi e ti dice “Fammi essere tu una troia, facendomi tutto quello che vuoi”
Le dici “Scopiamo davvero”
“Ce l'hai un preservativo?”
“Certo che si”
“Che aspetti a prenderlo allora?”
Te lo infila lei poi si adagia al suolo, sopra l'asciugamano da mare e tu sali su di lei. La penetri con facilità essendo lei ormai super lubrificata dai suoi stessi umori. Ti si attorciglia aggrappandosi a te con le gambe e con le braccia. Un poco ti ostacola nei movimenti ma la “lotta” è piacevole, è sublime. Lei ti obbliga con le sue mani sul tuo collo a stare anche bocca a bocca battagliando con le lingue mentre la penetri con affondi decisi a ritmo selvaggio.
Ti piacerebbe che quello fosse un momento eterno ma la senti vibrare nel corpo ed emettere gemiti mentre stringe forte gli arti attorno a te per pochi secondi e poi come se tutte le forze l'avessero abbandonata lascia te e si abbandona esausta sotto di te emettendo una specie di grido con quel prolungato “ohhhhhhhhhh sì” Ed è in questo momento che anche tu sprigioni te stesso restando conficcato in lei, confidando nel preservativo.
Vi baciate ancora prima di staccarvi. Le sorridi e le chiedi:”Come ti chiami?”
“Ha importanza? Non è meglio non saperlo?”
Le sei grato anche di questo e la baci di nuovo prima di alzarti ed incominciare a recuperare i tuoi vestiti sparsi sull'erba.
Anche lei si riveste e ti dice “Prima ti ho detto una bugia. Non è vero che Ugo mi ha chiesto di unirmi a loro, anzi mi ha detto che se fossi stata intelligente avrei dovuto già capire che avrei fatto meglio ad allontanarmi, per questo ero incavolata, perché mi hanno esclusa e loro se la godevano.
Meglio così, tu sei meglio di lui”
A questo punto potete riprendere il vostro viaggio.
Hai vissuto una bella giornata, ammettilo.

… e tu che hai letto pensi di aver letto un bel racconto?
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Un giorno particolare:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni