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Quando la moglie è in vacanza


di Zindo
22.03.2024    |    10.846    |    2 9.3
"Le prime stavano prevalentemente sulla tangenziale che fiancheggiava il parco e, ovviamente, si concedevano a pagamento..."
Mi pare doveroso avvertire che sono stato molto in dubbio sulla categoria da assegnare a questo racconto. Forse stava bene anche in trio o in trav o altrove, alla fine ho scelto a caso- Buona lettura e non vogliatemene se il racconto non è proprio del genere che vi aspettavate.

^^^^^^^^^^^^^^^^ Quando la moglie è in vacanza.... ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Marlene fingeva di stare più comoda tenendo le spalle tra lo schienale e la portiera per guardare Corrado che le parlava tenendo una mano sulla sua coscia. In realtà cercava di tenere la testa fuori dal cono di luce che la luna piena riusciva a proiettare all'interno dell'abitacolo in quella notte estiva.
Corrado parlava sciorinando parole come un fiume in piena.
Marlene fingeva di provare interesse per quello che lui diceva, in realtà stava tremando in attesa del momento in cui Corrado l'avrebbe guardata e inevitabilmente riconosciuta, anzi riconosciuto.
Si dava dell'idiota per non aver prestato attenzione prima di salire troppo frettolosamente dentro la vettura che si era fermata al suo fianco, quando dall'interno il conducente aveva detto: “Ti va di salire?”
In quel momento quell'auto era sembrata un'ancora di salvataggio e senza esitazione era salita e aveva considerato un ulteriore fortuna la proposta del conducente “Ti spiace se ci allontaniamo subito? Ho visto una macchina della polizia in giro”
“No, no, vai, vai” aveva risposto, proprio per aver visto girare la macchina con il lampeggiante blu sul tetto.
In quel momento stava morendo di paura e quel “passaggio” ricevuto nel momento giusto l'aveva fatto sentire come una persona miracolata.
Questione di pochi attimi e la macchina considerata “ancora di salvezza” si era tramutata in una trappola della quale era ormai preda.
Appena l'auto era ripartita con un'accelerazione improvvisa, aveva guardato colui che l'aveva caricata, intento alla guida veloce per allontanarsi in fretta dal zona del parco e per poco non emise un grido per la sorpresa di riconoscere, senza ombra di dubbio, Corrado.

Per capire meglio le cose bisogna fare un passo indietro.

Alcune ore prima Marco Lenerti aveva accompagnato la moglie ed il figlio alla stazione ferroviaria: dovevano andare, come ogni estate, dai suoceri che abitano al mare. Sarebbero tornati dopo un paio di settimane. Sarebbe andato Marco a prenderli con al macchina.

Dopo la partenza del treno, Marco era tornato a casa e tutt'altro che triste per la partenza dei suoi familiari aveva mangiato qualche boccone a caso, di quello che aveva trovato nel frigo, aveva fatto la doccia, si era rasato la barba con la lametta facendo anche il contropelo e poi, con tutta calma si era messo davanti allo specchio e con molta pazienza e cura aveva spalmato creme, contornato occhi e labbra, usato ciprie, rimmel e rossetto e aggiustato i boccoli della parrucca indossata dopo l'attento trucco. Quando la faccia di Marco Lenerti divenne quella di Marlene, indossò capi di intimo femminile, imbottì le coppe del reggiseno, infilò le calze a rete, indossò il vestito modificandolo rispetto al solito con qualche accessorio di sua moglie e...ohhhh....finalmente appagato dell'immagine riflessa dallo specchio che confermava a Marlene di aver preso il posto di Marco.
Felice di essere chi e come era, aveva lasciato l'appartamento, sceso in garage, preso l'auto e con l'adrenalina a mille aveva percorso gli oltre trenta chilometri che separavano il paese dalla cittadina capoluogo di provincia, dove non solo non era conosciuto come in paese ma c'era il parco Cavour, notoriamente frequentato nelle ore notturne, in zone diversificate, da prostitute, gay e travestiti.
Le prime stavano prevalentemente sulla tangenziale che fiancheggiava il parco e, ovviamente,si concedevano a pagamento. Tra loro c'erano anche alcune travestite mercenarie.
Dalla parte opposta del parco, sulla strada dove sorgevano gli uffici della pubblica amministrazione, deserti nelle ore notturne, si aggiravano i gay che cercavano solo partner bendisposti a provare piacere sessuale, senza alcun mercimonio.
Marco, nel ruolo di Marlene, solo una volta aveva voluto provare l'ebrezza dell'essere pagata andando a mettersi sulla tangenziale. I protettori delle altre, donne vere o apparenti, per poco non lo massacrarono. Non aveva rinunciato a trasformarsi in Marlene, semplicemente aveva cambiato zona, andando -ogni volta che aveva potuto farlo- nella parte dei gay.
Non cercava necessariamente incontri per rapporti sessuali, ma soprattutto voleva godere nel sentirsi Marlene, nel sentirsi rivolgere la parola al femminile, nell'essere corteggiata.
Tra i gay frequentatori abituali della zona era conosciuta ed anche benvoluta. Ormai parlavano come vecchie amiche quando si vedevano. Le volevano bene anche perché non mirava a portar via i partner, ma quasi solo ad esibirsi come femmina e con questo ruolo a volte finiva con il fare gioco a favore dei suoi amici omosessuali attraendo qualche bel tipo per poi negarsi ed indirizzarli verso qualcuno dei suoi amici gay.
Quella sera, appena arrivata, uno dei suoi amici gli aveva detto: “Non è serata. C'è la polizia che rompe le scatole stasera” e lo stesso, poco dopo, s'era imbarcato sulla vettura di un tale lasciandolo solo.
Non era passato molto ed aveva visto lampeggiare la sirena della pantera della polizia.
Avrebbe voluto correre verso la sua macchina parcheggiata abbastanza lontano , ma farlo avrebbe significato andare verso la vettura della polizia che veniva in senso contrario. Perciò si era addentrato nel parco e solo quando s'era sentito più al sicuro era tornato sul marciapiede che separava la strada dal parco, per raggiungere la sua macchina. Lo stava percorrendo quando era sopraggiunto una macchina che l'aveva affiancato, si era praticamente fermata alla sua altezza e dall'interno una voce gli aveva chiesto se voleva salire a bordo.
In lontananza ma ben visibile c'era ancora il lampeggiante della polizia a incutergli paura.
Aveva accettato senza riflettere, senza guardare il conducente.
Poi l'aveva guardato, riconosciuto e si era sentito terrorizzato. Ormai era troppo tardi, la macchina stava correndo velocemente.
Aveva taciuto per pensare, per prendere atto della situazione, per trovare qualcosa da dire quando Corrado l'avrebbe riconosciuto, perché ormai questo era inevitabile.
Eppure i minuti erano passati, Corrado aveva guidato con speditezza, dimostrando di conoscere bene sia il percorso da fare che il luogo da raggiungere. Si era portato in una zona di campagna ed aveva inforcato uno stradone laterale per arrivare su un piazzale erboso, lontano abbastanza dalla strada asfaltata. Corrado aveva parlato, anche per scusarsi di essere partito velocemente, giustificandosi con il fatto di voler evitare controlli della polizia perché -disse- pensava di aver scordato la patente di guida a casa, invece dopo, si era rassicurato toccando il portafogli nella tasca ed esclamando “Ce l'ho qui per fortuna, ma è sempre meglio evitare d'essere fermati per controlli nei paraggi del parco a quest'ora”.
Poi aveva detto qualcosa d'altro, allungato una mano per palpare il ginocchio e la coscia di Marlene mentre guidava, fissando solo la strada e qualche sbirciata alle cosce semi scoperte.
Anche una volta fermi sul piazzale, mentre Marlene si era messa di tre quarti per tenere in ombra la faccia, Corrado aveva continuato a parlare guardando soprattutto verso l'esterno, quasi a volersi assicurare di essere soli sul piazzale ed aveva continuato a parlare, parlare, parlare...
“Questo è un posto tranquillo e sicuro, ci vengo spesso, cioè no, ci vengo quando riesco a rimorchiare, cosa che non mi capita spesso, un poco perché non esco spesso a cercare e un poco perché quando cerco raramente trovo persone di mio gusto.”
Palpando le cosce senza guardare Marlene ma l'esterno diceva “Tu mi piaci abbastanza, sei molto femminile, spero non anche qui” e la mano era arrivata velocemente in cima alle cosce ed aveva palpeggiato. Aveva chiesto ancora “Cosa ti piace fare? Sei attivo, passivo o tuttofare?”
A Marlene sembrò gelarsi il sangue nelle vene quando si girò a guardarla per dirle “A me piace baciare”. Il cuore aveva sobbalzato, nella mente aveva rimbombato la frase “ Ora mi riconosce, mi riconosce, mi riconosce...”.
Corrado invece s'era spinto in avanti con le spalle, allungando il collo, sporgendo le labbra e chiudendo le palpebre mentre con un braccio aveva tirato a se Marlene e con l'altro aveva palpato sfacciatamente l'attributo sessuale del travestito.
Marco, detto Marlene, aveva sentito le labbra di Corrado sulle sue, la lingua umida tentare di introdursi nel suo cavo orale, la mano impertinente che toccava con destrezza il suo membro.
Si era aggrappato a Corrado , inizialmente per nascondersi standogli o appiccicato alla bocca per il bacio o per spingersi con la faccia oltre le spalle dell'altro, per rinviare così il più a lungo possibile il momento in cui sarebbe stato riconosciuto.
Ormai però l'essere riconosciuto era diventato già meno drammatico rispetto a qualche minuto prima, perché ormai Corrado si era compromesso pure lui, aveva detto e stava dimostrando che frequentava travestiti per farci sesso e non per mera compagnia, quindi non avrebbe potuto scandalizzarsi più di tanto nel riconoscerlo.
Questa considerazione di per se aveva fatto rilassare abbastanza Marco (in quel momento Marlene).
L'enfasi di Corrado nel baciarlo e nel toccargli il membro aveva ulteriormente offuscato la paura e risvegliando il desiderio di lasciarsi andare.
In fondo amava sì vestirsi da donna ma poi quando gli era capitato di rimorchiare aveva preferito sempre il ruolo attivo, fare il maschio in abiti femminili.
In pratica Corrado, per come si stava comportando era il partner ideale per le sue distrazioni extraconiugali.
L'eccitazione aveva preso il sopravvento e anche Marco-Marlene era uscito dall'immobilismo iniziale e si era lasciato andare agli istinti ed alla libidine, ricambiando i baci, frugando con le mani dentro i vestiti di Corrado con una spiccata preferenza per i glutei, chiedendo apertamente di poter fruire di un pompino se a Corrado andava di farglielo.
Corrado pure aveva mostrato di preferire un partner attivo e anche lui aveva farfugliato qualcosa come “Che delizia, mi piace scoprire un maschio vero dentro il tuo aspetto molto femminile. Ah se solo avessimo un letto a disposizione!”
Marco-Marlene aveva chiesto cosa avrebbe fatto su un letto e quello aveva risposto “Di tutto”
“Ti faresti anche scopare , lo prendi dentro?”
“Altroché! A me piace il sesso a tutto campo, mi piace dare e prendere. Per infilarlo io ho già la mia donna, se cerco persone come te è proprio per vivere il ruolo che con la mia donna non posso avere”
Marco era stupito che Corrado non lo avesse riconosciuto.
In effetti non si erano mai frequentati personalmente ma Marco/Marlene dava per scontato che come lui lo conosceva benissimo altrettanto doveva essere per Corrado, a meno che non stesse fingendo di non riconoscerlo proprio come stava facendo pure lui.
Al punto in cui erano arrivati però nella mente di Marco-Marlene si erano aperti nuovi orizzonti, anzi forse si rese conto che un vago desiderio che accadesse qualcosa di simile a quello che stava succedendo, l'aveva sempre avuto.
La situazione che prima lo aveva intimorito, all'improvviso gli era sembrata un traguardo insperato e, più orgoglioso che intimidito dalla possibilità di essere riconosciuto, decise di scoprire lui per prima le carte; ormai aveva la netta sensazione di aver vinto una grande partita.
Aveva detto: “Certo che sarebbe bello davvero stare insieme io, tu e Sonia”
Corrado aveva avuto un sussulto, si era distaccato e, come terrorizzato, con molto stupore aveva esclamato:”Sonia? Che ne sai tu di Sonia?”
Ormai più divertito che spaventato Marco/Marlene aveva risposto sorridendo “ Tanto quanto basta, cioè che Sonia è mia moglie e che tu sei il suo amante da almeno un paio d'anni”
Incredulo e balbettante Corrado aveva cercato di dire “ Tu, tu,..tu saresti Marco?”
“Di solito sì, adesso però sono Marlene”
Ci furono alcuni attimi di sbigottimento e poi i due risero e vissero una gran notte all'insegna dei piaceri sessuali, non prima di aver concordato: “Che ne dici? Facciamo una gran sorpresa a Sonia andando a trovarla insieme al mare?”
“Lascia perdere, la ci sono i suoi genitori a rompere le scatole. La sorpresa gliela faremo al suo ritorno, intanto in questi giorni che ne dici di conoscerci un poco meglio noi due?”
“Veramente in questi giorni sono impegnato con il lavoro...che ne dici se ci conosciamo meglio in queste notti, anziché in questi giorni?”
Risero insieme e....quella notte cominciarono a conoscersi meglio.
Due settimane dopo andarono insieme al mare per riprendere Sonia ed il bambino: erano ormai già molto affiatati
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