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Prime Esperienze

Mario da sempre, Marion per sempre


di Zindo
07.02.2024    |    2.991    |    5 9.2
"Lei (o lui?) è una ragione di più per ribadire che non cerco più incontri reali..."
PREMESSA: tra le etichette applicabili ai racconti per individuarne il genere non sempre si trova quella adatta tra le "obbligatorie nelle quali dover scegliere". Ecco perché chiarisco a priori che questo è un racconto "strano", forse una "prima esperienza", forse un "tradimento", forse un racconto " trans-trav", forse gay. forse etero...forse semplicemente un racconto.
Spero solo che risulti piacevole a chi lo legge.


Come recita un vecchio adagio?
Mi pare dica: “Chi va al mulino, prima o poi si imbratta di farina”
Mettiamo che, per similitudine, questo sito sia il mulino e che gli incontri erotici reali siano la farina; io sarei quello che dopo una lunga frequentazione si sporca di farina.
Sono su questo sito da un bel po' di anni, almeno tre in più di quelli che risultano dalla pagina del mio annuncio poiché in precedenza ero iscritto con un altro nickname.
Sono stato assente per poco tempo, due o al massimo tre mesi. Ero uscito perché, nella mia vita erano avvenuti alcuni fatti che intendo tenere riservati, i quali mi indussero a non cercare ulteriori incontri nonostante, a differenza di quelli che spesso si lamentano del contrario, io ne avevo fatti: non moltissimi ma tutti interessanti.
Dopo essermi cancellato mi sono reso conto che il sito offre anche molto altro e, per nostalgia di questo “altro” sono tornato ad iscrivermi, con l'attuale pseudonimo diverso dal precedente e dichiarando nell'annuncio di non cercare incontri.
In effetti sono prevalentemente interessato a leggere racconti e, in seconda battuta, a scriverne qualcuno anche io.
Quando i racconti che leggo mi piacciono lascio commenti; quando scrivo racconti alcuni lettori lasciano commenti ai miei.
Alcuni autori di quelli che commento positivamente mi inviano anche messaggi di ringraziamento come io a volte faccio con qualche lettore che mi onora di commenti particolati (positivi o negativi poco importa, se leggo commenti “sentiti” ringrazio, a volte anche con messaggi privati).
Nei tanti anni che sono qui sopra, con i tanti racconti che ho scritto e i molti di più che ho commentato, sono stati diversi i casi in cui da uno scambio di messaggi iniziale, sono iniziate vere “conversazioni”, ampliate a volte per via e-mail (dopo esserci scambiati gli indirizzi di posta elettronica) o per telefono (dopo esserci scambiati i numeri di telefono), dando così vita ad amicizie “virtuali” a distanza.
La vita inoltre è fatta anche di spostamenti, sia miei che di altri e se a volte qualcuna di queste persone ha transitato dalle mie parti e me lo ha fatto sapere l'ho incontrata molto volentieri e ci siamo conosciuti anche concretamente. Altrettanto è successo quando sono stato io a spostarmi in zone di residenza di qualche persona “conosciuta” qui sopra.
Quando si arriva a questi livelli (incontrarsi di persona per il piacere di conoscersi anche realmente) si può dire che l'amicizia ormai è reale e quindi a tutte queste persone ho detto anche per quali ragioni non faccio più incontri prettamente erotici. Tutti hanno capito le mie motivazioni e nessuno ha commentato la mia scelta. Tranne una persona, ma di questa parlerò tra poco.
Il non condizionare gli incontri reali a prestazioni sessuali ma limitarli a livello di “amicizia”, mi porta anche alla piena libertà di incontrare, se capita, chiunque io ritengo che sia “una bella persona”, indipendentemente dall'orientamento sessuale, dal colore della pelle, dall'età, dal territorio di provenienza, basta che abbia una mente aperta e libera. Se si arriva a a volersi conoscere, questa affinità di certo la si è già scoperta.

Adesso andiamo alla storia tra me e quella “unica persona” che ha dimostrato con i fatti di non aver capito le mie ragioni, che poi è la stessa persona che mi ha fatto “infarinare”
Chiamerò questa persona con un nome diverso dal suo, diciamo Mario (pare sia il nome più diffuso in Italia).
Mario, usando ovviamente lo pseudonimo con il quale era presente su Annunci69, ha fatto vari commenti positivi ai miei racconti prima di inviarmi una richiesta d'amicizia, alla quale ho aderito molto volentieri. Ci siamo scambiati alcuni messaggi di quelli messi a disposizione da Annunci69, poi abbiamo avuto una corrispondenza tramite e-mail, scambio di messaggi su whatsapp e, di recente, anche un paio di telefonate. Stranamente entrambe le comunicazioni telefoniche sono state molto disturbate, forse per delle interferenze
Con Mario più che con altri era nata una bella intesa.
Poi Mario mi ha proposto di incontrarci realmente.
Già mi aveva detto di essere gay e perché non pensasse che mi rifiutassi per omofobia, anche a lui ho confidato la vera motivazione che mi ha indotto a vivere una relazione stabile, anche se insoddisfacente, e non cercare più “ incontri con fini erotico-sessuali" sui siti presenti in rete.
Mi ha detto che per lui non era un problema, in fondo voleva solo incontrarmi, mica fare sesso.
Aveva però aggiunto: “non la prima volta almeno, caso mai ne riparleremo dopo”.
Dopo la prima proposta ha insistito, l'ha tirata, come si dice, in lungo ed in largo al punto che, nonostante qualche mia residua perplessità, quando mi ha detto che doveva recarsi dalle mie parti per altre ragioni, proponendomi per l'ennesima volta di incontrarci anche solo per un caffè e per stringerci la mano realmente almeno una volta, non ho voluto comportarmi con lui in modo diverso dagli altri ed ho accettato di incontrarlo. Esattamente come avevo già fatto anche con altri.
Ho accettato l'incontro, ad un'ora ben precisa, in un luogo ben preciso, con degli accordi per riconoscerci non essendoci mai visti prima poiché lui (che su A69 aveva messo solo foto di particolari anatomici intimi, forse neppure i suoi) mi aveva detto di aver rotto lo smartphone e di usare provvisoriamente un telefonino di vecchia generazione, di quelli con i tasti per intenderci, quindi non poteva inviarmi foto. Secondo gli accordi lui avrebbe indossato un completo “principe di Galles”, con camicia sul rosa, io avrei dovuto portare ben in vista uno specifico quotidiano, ed indossare jeans e giubbetto di pelle.
Il mio abbigliamento troppo banale, il suo di una eleganza fuori tempo: sono anni che non vedo in giro uomini che vestono completi “principe di Galles”.

E' arrivato il giorno fatidico, fissato per l'incontro.
Poco prima dell'ora convenuta, io sono nel posto stabilito, con il mio quotidiano bene in vista e l'abbigliamento concordato. Il luogo è una piazza. L'ho scelta io, quasi come se il luogo non appartato fosse per me una ulteriore protezione.
Oggi comunque la piazza è molto più affollata del solito e nonostante il mio attento scrutare tutte le persone, di uomini vestiti con abiti “principe di Galles” non ne vedo.
Mi seggo ad un tavolino di un bar, all'aperto, e ordino un caffè, continuando a guardare la gente che si aggira sulla piazza, senza alcun esito positivo. Dopo oltre dieci minuti dall'orario stabilito mi decido a comporre il numero di cellulare di Mario. Lo lascio squillare ma non risponde.
Ha squillato anche il telefonino di una signora seduta al tavolo che sta alle mie spalle.
Ci faccio caso solo ora, quando quel telefonino non squilla più: ha smesso di suonare quando io ho chiuso la chiamata. Mi verrebbe un sospetto se la signora non fosse insospettabilissima: piuttosto anziana, anzi molto, portamento aristocratico, alle prese con tè e pasticcini, che consuma con modi raffinati.
Ritento una seconda chiamata. Squilla di nuovo anche il telefonino della signora.
Riaggancio. Il telefonino della signora non suona più.
Ho l'impressione che lei mi guardi ed accenni, mi pare, ad un sorriso divertito.
Ora il dubbio diventa forte sospetto. Voglio la certezza. Mi alzo, mi avvicino alla signora, le dico:
- Scusi per caso ha visto Mario?
La signora sorride e dice:- “Io no, e lei?”
La sua voce è roca, può essere sia una voce femminile bassa per raucedine, sia una voce maschile...poco virile... potrebbe anche essere la voce di Mario per quel poco che l'ho sentita nelle due telefonate con interferenze.
-Sa chi sono?- Le chiedo.
Sorride e dice:- Certamente. L'abbigliamento è quello concordato, il quotidiano pure e poi quella barbetta intrigante ti sta proprio bene sai..
-Ma lei,..lei è Mario?
-Ci davamo del tu o mi sbaglio?
Il rispetto per le donne? Per le persone anziane? Ma dov'è scritto che è dovuto? Il mio istinto è afferrare quella vecchia, pardon quella matura signora, per la camicetta e alzarla di peso, darle quattro schiaffi sonori. Tanto non sarebbero diretti a lei ma all'inesistente Mario che si è preso gioco di me, che mi ha fatto infrangere la regola che mi ero imposto (non avere incontri reali).
Certo che non lo faccio davvero, non sono né un energumeno né un incivile, ma l'istinto è stato fortissimo, lo è ancora.
-Mi chiamo Marion - dice la donna - se ti siedi parliamo. In fondo era nei patti che ci saremmo solo stretti la mano inizialmente, dopo vedremo...mai dire mai nella vita...
Adesso solo vedo che sotto l'enorme scialle di pizzo traforato indossa un tailleur “principe di Galles” e una camicetta rosa. In effetti è anche quello un “completo”. La odio (o “lo” odio? Perché io guardo lei, ma penso ancora a Mario).
- Perché mi hai fatto questo tiro mancino?- Le chiedo
- Perché come ti ho detto volevo vederti almeno una volta in faccia, stringerti la mano, verificare se esisti davvero. Ho sempre creduto che fossi un racconta balle che inventa storie perché non sa accettare la sua vera storia. Non credevo, prima di adesso, alla ragione che ti spinge a non avere incontri con gli inserzionisti di Annunci69, ora sì, ora ti credo e mi dispiace per te: avresti meritato il Mario che immaginavi di incontrare invece....eccomi qua..sono io il tuo Mario che si fa chiamare Marion perché tanti anni fa ho rifiutato il sesso maschile con cui risulta all'anagrafe per vivere da femmina quale mi sentivo e mi sento, ma alla mia età ormai, maschio o femmina non conta più molto, le pratiche sessuali sono ricordi anche un poco sbiaditi, ma il cuore ha sempre bisogno di affetto, di amore e...tu mi hai scaldato il cuore in questi mesi, con i tuoi racconti, le tue email, i tuoi messaggi. Ecco avevo bisogno di verificare che esisti davvero, che non sei un sogno.... Pranziamo insieme come eravamo d'accordo o ci hai ripensato?
Ho mal di testa, sono sconcertato. Lei invece è tranquilla. Mi osserva e tace, tace e sorride, ma in modo speciale, non sa di sfottò il suo sorriso, ma quasi di comprensione e solidarietà, quasi non fosse lei (o lui) responsabile del mio stato. Dopo, senza che io gli faccia delle domande mi da delle spiegazioni. Non so quanto vere.
Dice che da giovane ha avuto un passato da artista di nightclub, come spogliarellista con “sorpresa finale”, più fischiata che applaudita a fine esibizioni ma che dopo ogni spettacolo immancabilmente c'erano state persone che avevano bussato al suo camerino per passare insieme ed apparati il resto della serata. Si vanta di aver soffiato fior di maschi a bellissime donne e di essere stata accorta in quegli anni, invogliando ogni spasimante a farle meritate regalie. Nega di aver mai fatto prestazioni a pagamento, ma -dice- “Ho sempre incoraggiato e mostrato di gradire le regalie, di gioielli più che di rose”.
Dice d'essersi fatta, in questo modo, un piccolo patrimonio in seguito investito negli immobili così da avere, quando l'età le aveva stroncata la carriera, un mini appartamento in cui vivere ed altri due mini alloggi da affittare, con i cui proventi può vivacchiare. “E- aggiunge - ovviamente ho avuto anche tanti amici generosi e prestigiosi che mi hanno dato il superfluo e mi hanno consentito di stare e restare in un ceto medio alto della società. Ed ho svolto anche un lavoro vero. Lo faccio ancora: traduco da ed in inglese e tedesco.: ”
Ridacchiando dopo un profondo sospiro dice ancora: “Ehm... peccato che i miei corteggiatori ed i generosi spasimanti fossero tutti più maturi di me e,...se io sono vecchia...loro sono già andati...proprio andati ..non siamo eterni..eh, eh, eh “.
Dice anche:- “Una come me non va certo a dire i vespri in chiesa di sera, piuttosto naviga su internet e magari finisce su quel sito dove ci siamo incontrati. Guarda le foto, legge i racconti, cerca contatti virtuali con persone simpatiche come te, sogna e così. un poco si vive e un poco si sopravvive. Con te ho avuto un dubbio, l'unico mai avuto: cioè che io, dopo aver preso in giro tutti. in tutta la mia vita, fossi incappata in qualcuno che avesse potuto prendere in giro me, per questo ho voluto incontrarti, vederti, sapere che sei reale e come mi hai detto di essere, ma anche per essere finalmente sincera anch'io con te. Non credo che mi avresti creduto se ti avessi detto la verità via email e non voglio più ingannarti”.
“Scusami- le chiedo- ma perché ti sei fatta passare come uomo su annunci69 se ti senti donna e avresti potuto dire di essere trans? ”
Mi risponde:- “ Perché sono Marion e basta, non sono uomo, non sono donna, non sono trans, non sono etichettabile, sono io, un pezzo originale ed unico, sono io, Marion. Del resto non è l'unica non verità che ho nascosto: mi sono anche spacciata per giovane e sono vecchia. Una come me è abituata a vivere nell'ambiguità e non si diverte se non imbroglia un poco. Ora rispondimi: andiamo a pranzo insieme?”
Tralascio i pensieri che nutro, le frasi che dico io, quelle che dice lei. Andiamo al sodo: pranziamo insieme, tanto per cominciare.
Mi conquista con la sua simpatia, raccontandomi molto di lei. Francamente non so quanto di vero e quanto di immaginato, ci sia nelle tante cose che mi racconta, di certo alcune sono fandonie, ma qualcosa di vero sotto, sotto lo dice, ne sono certo.
Comunque sto conoscendo una persona arguta, spiritosa ed intelligente.
La voce non squillante è giustificabile dalla rispettabile età e non suscita alcun sospetto circa il suo essere un travestito attempato, apparendo invece una arzilla, simpatica, oserei dire quasi “ancora piacente” signora. Ovviamente “piacente” alla vista, come buon gusto, non “piacente” agli altri sensi, a fini erotici, eppure, quando arriviamo al caffè osa chiedermi: “Ti farebbe tanto ribrezzo farti fare una sega o un pompino da me?”
Resto di stucco. Trovo la risposta in:- “Eravamo d'accordo sul fatto che non si sarebbe fatto sesso - le ricordo e aggiungo - e poi...tu sai il perché ..non posso, non voglio, non devo”
-“Cazzate,- dice lei- ti faccio schifo. Dillo chiaro e tondo. Eppure, uhm, saprei farti provare cose che non hai mai provato. Guarda che lo so di essere una vecchia carcassa e che sveniresti se mi togliessi i vestiti mostrandoti le mie fattezze, lo so di non essere più la persona di una volta, la star dei night club, ma...una semplice sega? Una ciucciatina? Non per piacere tuo ma tanto per farmi riprovare l'ebrezza dei miei anni migliori? Eh? Dai...”
Dovreste vedere il suo sguardo implorante, la sua espressione supplicante, sentire la sua voce.
Sono sincero: provo compassione, penso quasi che le farei un affronto se le negassi quel piacere che sta quasi elemosinando. Non ho il coraggio di negarglielo, ma assecondarla richiede incoscienza e coraggio da parte mia.
Non chiedetemi i particolari. Leggereste qualcosa di squallido che non rispecchierebbe la realtà . Dico solo che usciti dal ristorante, in macchina, andiamo fuori città, in campagna, e lì, su uno stradone che corre in mezzo alle vigne, rassegnato più che disposto a lasciarla fare.
Non è una cosa esaltante per me, forse è solo un'opera buona, caritatevole...e dai... sono sincero: mi faccio schifo da solo per aver accondisceso alla sua richiesta.
Oramai sono qui, la lascio fare, Chiudo gli occhi per non vedere, apro la patta per lasciarla fare: spero che il mio cazzo condivida la mia scelta e non faccia cilecca, nonostante ne abbia il diritto, vista la partner che le sto propinando.
Ma che succede?
Devo ricredermi già ora, appena Mario(n) comincia a farmi un pompino.
Resto con gli occhi chiusi per non vederla.
Lo so, vi faccio schifo; credete che non lo faccio anche a me stesso? Però ormai è andata così: mi vergogno, ma la lascio fare.
Il mio pene la pensa diversamente da me: lui gradisce. Gradisce il tocco di mano che lo stringe, il tocco di lingua che si agita tutto intorno al glande e si attarda sul frenulo e poi martella sul prepuzio, gradisce le labbra che si dischiudono, lo accolgono, lo fanno scivolare tra esse ed entrare fino all'ugola. Anche le mie orecchie gradiscono come fosse musica i suoni che arrivano “dal basso”: i sospiri ed i mugugni di Mario(n), il “cic-ciocchìo” emesso dalla cappella che esce ed entra dalla bocca. Anche i miei testicoli gradiscono il tocco di mani.
Chi sono io per potermi dissociare da così importanti parti di me?
Infatti finisco per gradire il tutto anche io, senza più vergognarmi, senza più pensare che il pompino mi viene praticato da..., da..., da... o, la miseria ma – ne prendo atto ora- è la mia prima volta con un trans!
Non è uno di quei trans che a volte mi è piaciuto immaginare: giovane, effeminato in tutto il corpo ma con un apprezzabile sventolone tra le gambe. No, questo è tutt'altra cosa: femminile sì ma come una vecchia signora, non come una vamp, tutt'altro che bella, anzi proprio l'opposto. Menomale che resta vestito, non credo proprio che possa essere attraente senza quel completo “principe di Galles”. Torno a chiudere gli occhi per non vedere le sue fattezze ma non ho più vergogna di me stesso, non mi sento più come se stessi facendo una opera di misericordia, sento che sto facendo sesso con trasporto e non mi frega niente se con un uomo o una donna o un trans, sono in sintonia piena con una persona che mi sta dando il meglio di se e sta cercando di prendersi il meglio di quello che io le so dare in questo momento.
Per un attimo penso alle tante, troppe volte che ho fatto sesso con quella gran gnocca e grande stronza di mia moglie, solo per “dovere coniugale”, poiché tra me e lei ormai tutto è dovere e quello che non lo è, è abitudine, e a questo punto mi vergogno di quei rapporti, non di questo: qui almeno le anime, i sensi, si stanno incontrando.
Ora sì, accetto di sporcarmi di farina, per una volta lascio che accada quello che vuole accadere e sono felice, sono vivo, esplodo di vitalità....come il mio cazzo esplode in schizzi rigogliosi sulla faccia di Mario(n) che non smette di rileccarsi tutta la cappella, fregandosene di tutte le precauzioni oggi raccomandate, da avida, ingorda lussuriosa.
Alla fine mi dice:- “Grazie”
Prima di separarci mi dice anche:- “Sapessi quante balle ti ho raccontato oggi.”
Le dico “Non solo tu. Anche io oggi ho raccontato delle balle, ma non a te”

Sono passati molti mesi:
Da quel giorno Mario(n) non ha più risposto né alle mie email, né alle mie telefonate. Si è anche cancellata da Annunci 69.
Chissà dov'è ora Mario (o Marion?)
Credetemi, io non la scorderò facilmente. Ne sono rimasto shockato.
Lei (o lui?) è una ragione di più per ribadire che non cerco più incontri reali.
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