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CARSEX: UNA DOLCISSIMA AVVENTURA


di RedTales
04.03.2024    |    6.916    |    7 9.5
"Appena finimmo gli chiesi come voleva che mi mettessi e lui propose di spostarsi sul divano posteriore..."
Un avventura di carsex, di quelle che, alla mia età, non mi piace più fare ma che è capitata. Risale al 21 settembre del 2021.

Di queste scopate “al volo” in gioventù ne ho fatte davvero tante ma, con il passare degli anni, sono diminuite sempre di più fin quasi a sparire del tutto.
Infatti era da parecchi anni che non mi ero più trovato in una situazione simile. Ma… è successo e ne sono stato soddisfatto.
Trovandomi in uno dei soliti momenti di brutale voglia ed avendo ricevuto risposte negative dai soliti due amici che frequento per soddisfare le mie pulsioni sessuali, mi affidai agli annunci di un sito, non troppo affidabile per esperienza ma… non mi restava altro.
Quel giorno, stranamente, fui fortunato e, al terzo messaggio ai numeri indicati, ricevetti immediata risposta. Ne seguì un breve scambio di ulteriori messaggi e di alcune foto e concordammo per la sera stessa un incontro conoscitivo ma aperto ad ogni sviluppo.
Arrivai nel grande parcheggio con un po’ di anticipo ed aspettai. Lui arrivò con un leggero ritardo ma arrivò. Come riconobbi la macchina scesi e, dopo aver parcheggiato, lo fece anche lui. Ci presentammo constatando reciprocamente che non avevamo “imbrogliato” con descrizioni ed immagini. Lo trovai subito un tipo spiccio e concreto tanto che dopo una manciata di minuti mi propose di passare da lui. Ci andammo con la sua macchina e già durante il trasferimento mi chiese se potevo dargli un assaggino… con la bocca.
Accettai ma la cosa si rivelò più complicata del previsto anche se aveva slacciato la cintura e così accostò e si abbassò pantaloni e mutande di quel tanto che bastava a darmi “campo libero”.
Lo trovai moscio ma con poche leccate ed una manciata di succhiate si rizzò. Constatai che era un bel cazzo anche se non era niente di speciale ma, con la voglia che avevo, bastava sicuramente per alleviare gli spasmi da astinenza del mio culo.
Arrivati davanti ad una casa indipendente lo vidi raggelarsi e, facendomi notare la luce e una Ypsilon ferma lì davanti mi disse: “cazzo! C’è mia moglie. Doveva essere a teatro almeno fino a mezzanotte…” Lo vidi seriamente spiazzato perché probabilmente anche lui si era fatto l’idea di una bella serata di “porcellerie” che erano appena svanite.
Ma, quasi subito mi propose una soluzione alternativa: “ti va se lo facciamo in macchina?”
Effettivamente quel macchinone si prestava benissimo a diventare un’alcova e, con la voglia che avevo e dopo quel piccolo aperitivo, accettai subito non volendo ritornarmene a casa quasi a bocca asciutta.
Girammo parecchio fin quando trovammo una stradina tranquilla e quasi buia. Accostò vicino ad un muro e se ne uscì con un: “questo lo facevo da ragazzo nella Panda. Anche tu?”
Gli risposi che era capitato anche a me. A quel punto inclinò un pochino il suo sedile, abbassò ancora di più i pantaloni e si sbottonò la camicia. L’invito era chiarissimo e, piegandomi su di lui iniziai a “mangiarmelo”. Mentre le sue mani cominciarono prima ad accarezzarmi la schiena, poi il culo ed infine cercarono di infilarsi a fatica dentro i pantaloni. Abbandonando per qualche attimo quel dolce cannolo mi raddrizzai e mi abbassai i jeans fino alle caviglie e quindi ritornai a godermi il suo cazzo mentre lui si diede subito da fare con il culo.
Ci mise poco ad infilarmi dentro un dito, chiedendomi quasi subito se lo facevo scopare: “non sai che voglia ho di scoparti in culo. Mia moglie non me lo ha mai dato il culo. Lo sogno sempre…”
Lasciai nuovamente “la presa” e mi raddrizzai mentre lui, sorprendendomi, mi tirò verso di lui per baciarmi. Lo fece a lungo e con passione e fu assai piacevole. Appena finimmo gli chiesi come voleva che mi mettessi e lui propose di spostarsi sul divano posteriore. Mi fece sdraiare a pancia in giù e cercò di mettersi il preservativo che gli avevo messo in mano. Notai subito una certa difficoltà per srotolarlo ma ci riuscì e provò a sistemarsi sopra di me senza però trovare una posizione comoda e, dopo alcuni tentativi, gli suggerii di aprire la porta vicino al muro, di scendere e di tentare così. Anche se con qualche incertezza ci provammo. Lui restò in piedi fuori dalla macchina mentre io mi sdrai di schiena sollevando le gambe e, puntandone una sul montante della porta e l’altra contro il padiglione, gli offrii il culo in un’ottima posizione che si rivelò perfetta come altezza perché, restando dritto in piedi, si trovò con il cazzo meravigliosamente allineato all’ano. Ci mise pochissimo ad entrare completamente e se ne meravigliò: “Dio come sei aperto. Sono già tutto dentro. Mi senti? Sono tutto dentro il tuo culo.”
Ovviamente ignorava che, per precauzione, prima di andare all’appuntamento, mi ero leggermente lubrificato internamente facilitando così la penetrazione.
Una volta entrato rimase fermo a lungo, come per godersi quella situazione in cui l’intero suo cazzo era sparito tra le mie chiappe. Immagino che continuasse a fissare proprio lì perché esclamò tre o quattro volte che non lo vedeva ed era completamente dentro. Vedendo poi il mio pene, piccolo e molliccio a contatto con la sua pancia, mi chiese anche se sarebbe diventato duro.
“Se lo tocchi diventa duro.”
“Ti secca se non lo faccio? Non ho mai preso il mano il cazzo di nessuno…”
Risi: “fai quello che ti piace di più. Mi basta che mi scopi…”
E così iniziò. Lo fece in modo diligente, entrando ed uscendo con un buon ritmo di spinta e tenendo le mani appoggiate alla carrozzeria. Purtroppo durò pochi minuti perché raggiunse l’orgasmo in un baleno e, una volta goduto per alcuni istanti: “scusa. Avevo proprio voglia. Mia moglie mi fa scopare così poco… Non lo avevo mai fatto in culo. È bellissimo. Troppo bello. Non ho resistito…”
Ovviamente gli dissi che andava bene così e che mi sarebbe piaciuto pulirglielo con la bocca. Mi sembrò stupito perché riprese le mie parole: “vuoi metterlo in bocca adesso che ho sborrato?”
Gli sorrisi sollevando la testa e vidi la sua espressione stupefatta ma felice. Uscì con grande attenzione, tenendo in modo esagerato il bordo del preservativo, come se non lo avesse mai usato…
Io mi lasciai scivolare con il sedere sul pavimento del SUV e gli tolsi il “gommino” che era proprio ben pieno di crema e, in un sol boccone, mi sparai il suo cazzo fino in fondo alla gola. Lo strinsi tra le labbra e, spostandomi indietro, lo feci uscire fino a metà cappella per poi farlo rientrare un po’. A quel punto iniziai a succhiarlo mentre lui cominciò a tremare al punto da fare alcuni passi indietro.
“Dio! Ma cosa mi fai? Mi stai facendo morire. Dio che bello! Troppo bello!”
Fece un respiro profondo e si avvicinò di nuovo per farmi continuare. Cercai di essere più delicato e proseguii fin quando non mi ritrovai a gustarmi un modesto pisellino. A quel punto lo feci uscire per leccare le palle ma lui indietreggiò nuovamente tremando per il piacere.
“Ma cosa mi fai? Mh!”
Non disse altro ma ritornò ad avvicinarsi e mi lasciò giocare ancora un po’ con il suo corpo continuando a fremere fin quando notai un certo rinvigorimento dell’attrezzo sul quale mi concentrai nuovamente. Dopo averlo riportato alle giuste misure di una bella erezione gli chiesi se voleva scoparmi di nuovo.
Se prima fu sorpreso adesso mi apparve esterrefatto, quasi incapace di prendere una decisione e, a quel punto, prese il sopravvento la voglia del mio culo e, senza dire altro, afferrato un nuovo condom, glielo infilai e scesi dalla macchina. Appoggiai le mani sul sedile e mi piegai in avanti offrendogli nuovamente il culo. Lui esitò parecchio ma poi provò ad entrare. Fece diversi tentativi non riuscendo a trovare il posto giusto, costringendomi a guidarlo con la mano. Appena fu dentro si mise a martellare e, questa volta durò parecchio di più. Non mi fece godere ma mi procurò una piacevole sensazione. Eiaculò nell’assoluto silenzio, come aveva fatto la prima volta ma uscì quasi subito.
Ovviamente mi accucciai e, tolto ancora il preservativo, lo feci nuovamente mio prendendolo in bocca. Quando ebbi finito di ripulirlo mi sembrò stanco, tanto che mi propose subito di andar via. Ci ricomponemmo in silenzio e, senza dire nulla, arrivammo al parcheggio dove c’era la mia macchina.
Prima di scendere mi disse che non aveva mai scopato così e che era una delle pochissime volte che era venuto due volte di seguito: “forse quando ero ragazzo ne facevo due…” Poi continuò a dire che era stato bellissimo e che gli era piaciuto tanto,. Che ero stato bravissimo, che farlo nel culo è tutta un’altra cosa, che…” Insomma, si dimostrò entusiasta.
Ci lasciammo promettendoci di risentirci. Purtroppo non rispose più né ai miei messaggi né alle chiamate, almeno finora.

Considerazione finale. Mentre rileggo e rivedo questo racconto, anche ora, dopo tanti mesi, ripenso a quell’uomo impacciato e timido con nostalgia e tenerezza. È stato davvero un peccato non averlo più rivisto perché quell’esperienza così “dolce” è stata davvero speciale ed insolita con il sapore di qualcosa di già vissuto ma dimenticato da tantissimi anni.
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