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Gay & Bisex

CREMA E PIOGGIA DORATA DA CINQUE CAZZI TUTTA PER ME.


di RedTales
09.11.2022    |    12.322    |    26 9.6
"Per un incontro con uno sconosciuto era andata bene e mi ritenni soddisfatto..."
Ero andato lungo il fiume con la speranza di trovare qualche cazzo e fui subito accontentato perché ne trovai uno già nel parcheggio. Gli feci subito un pompino e fui contento anche perché quell’uomo mi regalò gli ultimi schizzi proprio sulla faccia.
Per un incontro con uno sconosciuto era andata bene e mi ritenni soddisfatto. Ero arrivato da meno di un quarto d’ora ed avevo avuto già quanto cercavo. Finii di leccare il pene dell’uomo che avevo davanti raccogliendo le ultime gocce rimaste e, visto che mi lasciava fare, lo succhiai ancora un pochino sentendolo lentamente… sgonfiarsi quando mi disse: “la vuoi una pisciata?”
Ancora con il cazzo in bocca alzai gli occhi per incrociare i suoi e, guardandolo, accennai ad un sì con un movimento della testa.
“Preparati, apri bene la bocca.”
Lasciai uscire quel molliccio salsicciotto e appoggiai il sedere e le mani per terra allungandomi all’indietro e spalancai le labbra.
Il tempo di farlo e un caldo e lunghissimo getto di pioggia dorata iniziò a spargersi tra il viso, la bocca e il petto. Ne fece davvero tanta e, quando finì, concluse con un: “ti è piaciuta?”
Mi tirai in avanti e mi pulii gli occhi con un braccio prima di rispondere con un sorriso: “tanto.”
Lo sconosciuto mi guardò e fece una proposta: “beh! Se ti piace ho alcuni amici che si divertirebbero a svuotarsi. Ti andrebbe di farti pisciare addosso? Che dici?”
Per un attimo rimasi sorpreso da quella richiesta ma replicai subito: “qui? Quanti sono?”
“No, meglio in un posto tranquillo. Qui non sai mai chi potrebbe esserci. Magari fanno delle foto, un video… A casa. Sono quattro, anche cinque.”
“Solo pioggia o anche…” e, maliziosamente, non finii la frase.
“Dipende… da quello che vuoi. Sicuramente se ti piace fare dei pompini sono sicuro che non te li negano. Se poi ci vuoi dare di più… meglio!”
“Mh! E dove sarebbe?”
“A casa mia o da un amico. Sempre qui in zona. Di dove sei?”
Gli disse dove abitavo e fu contento perché eravamo abbastanza vicini. Gli diedi il numero di telefono e lui se ne andò dicendo che mi avrebbe chiamato nei prossimi giorni: “il tempo di organizzare. Sicuramente sarà di sera o un sabato pomeriggio. Forse una domenica mattina. Quando ti va meglio?”
“Riesco a liberarmi facilmente. Mi va bene quasi sempre, basta saperlo un giorno prima, anche due…”
Pensai di non sentirlo più, invece mi chiamò alcuni giorni dopo per propormi una data: “sabato pomeriggio.” Accettai subito.
“Crema e pioggia da tutti, ti va?”
“Certo.”
Un minuto e concordammo. Nei tre giorni prima dell’incontro pensai spesso a cosa avrei trovato e feci tanti sogni erotici su come sarebbe andato l’incontro, sulle “misure” dei partecipanti, sul dove mi avrebbero innaffiato e così via.
Arrivai con un leggero anticipo sull’orario perché trovai facilmente la casa: una villetta singola con un bel giardino. Fui il primo ad arrivare e Giordano mi accolse calorosamente: “gli altri stanno arrivando. Ne viene anche un altro. Siamo in cinque.”
Mi scappò un “wow! Cinque cazzi…”
Rise e mi portò nel giardino dietro la casa: “giochiamo qui. Tranquillo, riservato e si può pisciare dappertutto…” rise.
Effettivamente lo spazio era tanto ed era perfetto. L’erba era stata tagliata da poco e un gazebo riparava anche dal sole.
Mentre mi stava dicendo che c’era anche la doccia: “così dopo ti dai anche una risciacquata…” suonò il campanello ed andò ad aprire. Ritornò con due signori di mezz’età che mi guardarono con interesse. Ci presentò e ci offrì da bere. Nel giro di una decina di minuti arrivarono anche gli atri due e, come spesso capita, a conferma di quanto sia piccolo il mondo, scoprii che uno lo conoscevo: eravamo stati insieme qualche volta ma diversi anni prima. A quel punto scherzammo un poco e quindi, su invito del padrone di casa: “bene, adesso che ci siamo tutti possiamo anche cominciare”,
iniziai a spogliarmi. I miei cinque amanti smisero di parlare e mi ritrovai tutti gli occhi addosso e la cosa mi fece davvero piacere. Sbottonai la camicia lasciandola cadere, tolsi le scarpe scalzandole, abbassai i pantaloni appoggiandoli vicino alla camicia e: “il fisico è quello che è… gli anni passano. Ma per la pioggia potete anche chiudere gli occhi. Però credo di saper fare ancora dei buoni pompini. Che dici?” dissi rivolgendomi al padrone di casa.
E mentre tutti risero mi tolsi gli slip, offrendomi completamente nudo, ai loro sguardi e pronto per soddisfare le loro voglie. Ero totalmente depilato e con la pelle liscia, morbida e ancora profumata per la crema che mi ero spalmata prima di uscire di casa.
Anche loro iniziarono a spogliarsi e, sorprendendomi, non si limitarono ad abbassarsi i pantaloni ma si tolsero tutto lasciandomi la possibilità di ammirare quel ben di Dio che sarebbe stato tutto mio.
Dopo una prima rapida carrellata li osservai con attenzione e fui davvero felice di notare come tutti fossero assai ben messi a dotazione e che uno sfoggiava già un’erezione completa.
A quel punto mi inginocchiai proprio davanti a lui iniziando a leccarlo mentre gli altri si misero vicini per vedere o semplicemente per… aspettare il loro turno.
Una gioia profonda e un piacere estremo ritrovarsi tra le labbra e poter leccare tutta quella “mercanzia”. Mi lasciarono fare a lungo e riuscii a destreggiarmi passando da un cazzo all’altro, cercando di fare del mio meglio.
Ovviamente in quei momenti non ebbi il tempo di pensare, cercando solo di assaporare e toccare tutto quello che ebbi davanti, lasciandomi spingere in gola il cazzo di turno e afferrando con le mani i due più vicini e fu quello che feci fin quando uno iniziò ad accarezzarmi il culo e, poco dopo, mi fece alzare. Mi piegai in avanti per non perdere il bastone che avevo infilato tra le labbra e continuai a restare aggrappato con le mani agli altri due e, quasi subito, ne sentii entrare uno nel culo.
Fu davvero un momento magico perché continuarono a scambiarsi i posti in continuazione, non lasciandomi che per pochi secondi con la bocca o il buchetto vuoto.
Continuarono a lungo a giocare con il mio corpo facendomi provare delle fortissime emozioni e un piacere profondo che culminò in lunghissimo orgasmo. Di quelli nei quali godi con tutto il corpo e che ti fanno sentire quasi staccato dalla realtà. Di quelli che ti fanno tremare la pancia da dentro ma anche le gambe che sembrano incapaci di sorreggerti. Di quelli che vorresti non finissero mai ma che non riesci a sopportare per la troppa intensità. Di quelli che vorresti provare sempre ma che non riesci quasi mai ad avere. Di quelli che sogni spesso ma che non realizzi quasi mai. Insomma ero al centro delle voglie di cinque uomini niente male che mi stavano scopando a ripetizione lasciandosi masturbare e succhiare e… ed erano tutti lì solo per me.
Lo so che è difficile da capire ed ancor più impossibile da provare, ma quel giorno stavo toccando il cielo con le dita e, quando iniziai a sentire il profumo della crema che qualcuno aveva cominciato a regalarmi, probabilmente il cielo lo abbracciai proprio.
Infatti, arrivati ad un certo punto, chi prima e chi dopo iniziarono a schizzare. Dappertutto: in bocca, sulla faccia e sicuramente nel culo, anche se non me ne accorsi. Il sapore che mi ritrovai in bocca cambiò e continuò a restare quello dolciastro con sfumature di acido per tutto il tempo.
Immagino che mi comportai da vera porca, anche se i ricordi sono assai sfumati per l’eccesso di piacere che mi avvolse e isolò dalla realtà, trasformandomi in una specie di burattino nelle mani di cinque vogliosi maschi cazzuti di mezz’età.
Sicuramente non diedi loro il corpo statuario di un giovane porcellino pecche il peso degli anni era evidente. Non gli offrii nemmeno la gioia di varcare vergini aperture perché questo lo avevo già provato e, sia la bocca che il culo, erano ormai già stati usati ed abusati da tanti.
Però regalai loro la possibilità di soddisfarsi, assolutamente liberi, in quella gang bang senza limiti o inibizioni e con la leggerezza di chi sa di giocare con la certezza che oltre al proprio piacere si sazierà anche quella degli altri.
Andò avanti ancora un poco fin quando, non so come, mi ritrovai seduto sul prato. Per la prima volta, da quando quella ammucchiata era cominciata, avevo il culo vuoto anche se continuava a pulsare ed ero sicuro di sentirci dentro un cazzo ben piantato fino in fondo. Ma non era possibile perché ero appoggiato sul terreno e sentivo l’erba solleticarmi proprio lì.
All’improvviso ricominciai a sentire le loro voci distintamente: “Dio che scopata! Che porca! Ma hai visto come li ha presi tutti? Che sborrata! Lo hai riempito in bocca? Che dicevo… un culo navigato sa come fare…”
Ne dissero di tutti i colori e me le gustai tutte perché quelle frasi non facevano che confermare quanto fossi troia e come lo sapessi fare bene.
Infine, quasi magicamente, Giordano ricordò loro di preparasi per il gran finale: la pisciata.
Stanco ma felice decisi di stendermi sulla schiena per godermi lo spettacolo che quei cinque piselli stavano per offrirmi.
Ma vi rendete conto di cosa stavo per ricevere? Solo l’idea mi eccitava tantissimo e, quando cominciò, cercai di seguire gli zampilli anche se quasi subito dovetti chiudere gli occhi, centrati in pieno dagli zampilli. Il resto arrivò in bocca, sui capelli, in faccia, sui genitali e un po’ dappertutto. Appena possibile, oltre a percepire i caldi scrosci, ricominciai a vedere le magiche scie dorate che dalla punta del pene giungevano fino a me. Dovetti chiudere nuovamente gli occhi e sputare per poter respirare. Anche se durò parecchio mi sembrò un attimo e fui felice quando, completamente inzuppato e sgocciolante, li vidi tutti e cinque sopra di me e Giordano mi disse: “se ti tiri su ti faccio bere l’ultimo sorso. Ne ho tenuto ancora un poco.”
Gli altri risero ma i miei occhi brillarono di gioia. Mi inginocchiai davanti a lui e strinsi le labbra su quel pene ormai completamente spompato che iniziò a versare il suo contenuto.
“Viene, viene. Sta venendo…” disse lui per informare gli altri che mi stava pisciando in bocca.
Uno, due, tre sorsi fecero scendere dentro di me tutto quello che riuscì a far uscire e, quando ebbe finito, spalancai la bocca perché tutti potessero vedere che era completamente vuota.
Avrei voluto che qualcuno, magari eccitato da quella conclusione, decidesse di farmi o di farsi fare ancora qualcosa ma mi resi conto subito che la festa era finita.
Gli uomini si spostarono dentro la casa e Giordano mi indicò nuovamente dove avrei potuto farmi una doccia.
Una decina di minuti dopo li raggiunsi, ancora intento ad asciugarmi. Stavano bevendo e mi offrirono un bicchiere di qualcosa. Sorseggiai continuando ad ammirare i loro sessi, ormai afflosciati, soffermandomi sulle cosce pelose, sulle pance non proprio piatte o sui grossi testicoli. Indugiai su tutto, come per fissare nella memoria gli ultimi ritratti di quegli uomini che mi avevano dato i loro sessi.
Uno mi accarezzò partendo dal petto per giungere ai glutei: “sei liscio come mia moglie…”
Un altro mi afferrò il pacco stringendolo leggermente per poi soppesarlo e quindi “coccolarlo” e: “anche qui è levigato… anche più della mia…”
“E poi la tua, se è come la mia, il culo non te lo ha mai dato…”
Risero.
“Sì e che culo…”
“Perché? La bocca?”
Mi fece davvero piacere sentirli.
Ripresero a commentare il mio corpo e come lo avessi usato o lasciato usare e, benché mi ritrovassi stanchissimo, mi fecero rinascere la voglia. Purtroppo nessun altro ne aveva e così quel pomeriggio volse al termine e mi resi conto che era ormai sera. Si rivestirono lasciando che l’unico nudo restassi io, mi salutarono e, Federico, quello che avevo frequentato molto tempo prima, mi chiese il numero del telefonino e se avessi voglia di andare a trovarlo: “per divertirci un po’. Sai che non mi ricordavo che eri così porco…”
Alla fine mi preparai pure io e, dopo calorosi saluti, Giordano mi disse che, se mi andava di farlo ancora, ci saremmo sicuramente rivisti.
Ovviamente accettai immediatamente la proposta e ritornai a casa ben contento di come era andata quella splendida giornata.

Così, come curiosità finale, quel pomeriggio mi “pomparono” talmente tanto che sentii pulsare il culo a lungo ed ebbi la sensazione che ci fosse ancora un cazzo dentro a riempirlo per tutta la sera e questa impressione durò fino alla mattina successiva.
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