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Il contadino - parte 1


di Membro VIP di Annunci69.it Lupo_di_mare
11.03.2020    |    6.282    |    23 9.6
"Parcheggio l’auto, esco e lo seguo..."
Ad agosto si sa, il caldo non dà pace. Se poi ti trovi in una città del Sud, la situazione è quasi insostenibile. Quel giorno faceva così caldo che anche andare in spiaggia sembrava una cattiva idea. Decisi così di mettermi in macchina e con l’aria condizionata a palla optai per una passeggiata fuori città. La campagna ad agosto ha sempre il suo fascino: i muretti a secco, gli ulivi, il suono delle cicale ma soprattutto i contadini a lavoro! La mia speranza era proprio quella di avvistare un bel contadino e magari allietarlo dalle fatiche dei campi.
Sarà merito del culo aperto, ma l’incontro fortunoso ci fu.
Mentre percorro la provinciale deserta, in lontananza scorgo questa figura massiccia. Un uomo sulla cinquantina, non altissimo, ma ben messo. Decido di infilarmi nella stradina che conduce al suo campo per guardarlo più da vicino, e man mano che lo raggiungo lo osservo meglio. È davvero un bell’esemplare di maschio. Peloso nei punti giusti, con braccia forti, un viso cotto dal sole e una panza grossa ma soda che si intravede dalla canotta aderente che indossa. Se non fossi stato in macchina con l’aria condizionata avrei pensato a un miraggio.
È all’esterno della sua villetta, non capisco se stia lavorando o facendo altro, ma lo vedo armeggiare vicino a un muretto a secco, probabilmente intento a sistemarlo.
Accosto la macchina di fronte alla sua abitazione, e mentre fingo di cazzeggiare al telefono lo guardo. Dapprima di sfuggita, poi sempre più insistentemente. Lui se ne accorge e inizia a fissarmi. Ha uno sguardo truce, da maschio, mi incute un po’ di timore. Faccio finta di niente; guardo il cellulare e con la coda dell’occhio osservo questo bell’esemplare di maschio. Lo faccio per due, tre volte, ma all’improvviso mi accorgo che è a ridosso della mia macchina. Bussa sul finestrino. Io, con fare un po’ impacciato, abbasso timidamente il vetro. In maniera decisa e in dialetto mi chiede se mi sono perso. Gli rispondo che la macchina aveva iniziato a fare un rumore strano e per precauzione mi ero fermato. “Forse si è surriscaldata troppo!” – gli dico, cercando di essere convincente. I suoi modi decisi e lo sguardo torvo mi mettono un po’ a disagio. Dà un’occhiata alla macchina, poi torna a fissarmi e mi dice “Vieni da me, ti offro un po’ d’acqua. Parcheggia la macchina sotto quell’albero; all’ombra dovrebbe raffreddarsi”. Stupito dall’invito, eseguo le sue direttive. Parcheggio l’auto, esco e lo seguo.
Arrivati in casa mi offre un bicchiere d’acqua e mentre lo fa, si toglie la canotta sudata che indossava. Davanti a me si presenta un torace ampio, peloso e impreziosito da gocce di sudore. Sudore di maschio vero!
Deglutisco, questa visione mi sta quasi facendo svenire. Prima di bere gli chiedo se posso utilizzare il bagno. Mi indica la strada, entro e chiudo la porta. Sono un po’ confuso, accaldato, non solo per la temperatura ma per la situazione. Rimane in me ancora un po’ di timore, ma l’eccitazione inizia a prendere il sopravvento. Mi lavo la faccia, mi do una rinfrescata e lo raggiungo. Non credo ai miei occhi, quel contadino nerboruto si è spogliato del tutto e mi fissa con le mani sui fianchi e un uccellone penzolante, accompagnato da un paio di coglioni che farebbero invidia a un toro.
“Era quello che volevi, vero?”
Aveva capito già tutto. In quattro e quattro otto sono in ginocchio e mi fiondo sul quel bel cazzone già barzotto. Lo prendo in bocca dopo averlo soppesato con le mani e inizio a succhiarlo con foga. E’ davvero un bel cazzone, mi riempie la bocca. Lo succhio avidamente, cospargendolo di saliva. Lo imbocco tutto, poi lo faccio uscire, lo ammiro bello lucente grazie al velo di saliva che lo avvolge, e poi lo infilo nuovamente in gola. È durissimo, è diventato un cazzone di marmo. Lui non dice più niente, ma emette solo versi. Grugnisce mentre continuo a ciucciarlo senza sosta. All’improvviso mi prende per i capelli, non ho più il controllo della succhiata. E’ lui a guidarmi la testa e a scoparmi la gola con colpi duri e profondi. Tenendomi per i capelli, mi fa male, e muove la mia testa come se fosse quella di una marionetta. Stringe i capelli ancora più forte; premendomi la nuca mi schiaccia sul suo cazzone e all’improvviso vengo inondato da un fiume di sborra. Non lascia la presa, anzi, se possibile stringe ancora più forte. Non riesco a divincolarmi e sono costretto a buttare giù tutta quella sborra bollente. È un fiume in piena, continua a muoversi e a scaricarmi sborra calda direttamente in gola.
Io sono super eccitato ma allo stesso tempo deluso. È accaduto tutto troppo in fretta, volevo gustarmelo ancora per un bel po’ e, soprattutto, volevo quel cazzone in culo. Volevo mi aprisse il buco e me lo riempisse come aveva fatto con la gola.
Una volta ridestato da questi pensieri decido di staccare la bocca dal cazzo che ha appena sborrato e di rialzarmi, ma il contadino non è dello stesso avviso. Continua a tenermi la testa premuta sul cazzo, nonostante quest’ultimo abbia perso il suo turgore e sia ormai mezzo barzotto. Sono, quindi, ancora in ginocchio, con la testa bloccata sul suo pube che profuma di maschio e la bocca piena di un cazzo che ha appena sborrato. Alzo lo sguardo come a comunicargli “ma che devo fare ancora così? Perché non mi lasci?”. Ma non risponde, non emette una parola ma ricambia lo sguardo, sorridendo. E’ un sorriso un po’ beffardo, di chi sa che sta per combinare qualcosa e attende di svelare la sua sorpresa.
Io sono interdetto, cerco di interpretare quel sorriso ma all’improvviso devo concentrarmi su tutt’altro. Sento qualcosa uscire dal cazzo del contadino. Lo stronzo ha iniziato a pisciare e mi sta riempiendo la bocca. Non voglio assolutamente ingoiare il piscio, ma lui continua a premermi la testa sul suo idrante. Ho i conati di vomito, gli occhi mi stanno diventando rossi e si stanno riempiendo di lacrime per lo sforzo. Alla fine, per non affogare, sono costretto a buttare giù tutto quel piscio. Non so quanto piscio mi stia scaricando in gola e nello stomaco, so solo che non sembra voler finire. Il gusto è acre, l’odore forte. Sono estremamente contrariato, ma evidentemente una parte di me la pensa diversamente, ha gradito. Solo adesso mi sono reso conto che Il mio cazzo è più duro del marmo e dalla cappella penzola ancora qualche fiotto di sborra mentre il pavimento ne è pieno. Cazzo, ho sborrato senza essermi neanche sfiorato!

Continua…

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