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Gay & Bisex

Vittorio, Simone e il Prof di matematica. Parte 1


di Oduardo
07.11.2020    |    7.528    |    3 8.8
""Cerchiamo di fare in modo che ci mettano in un corso di recupero solo noi due con lui" "E se non succede?" "Cerchiamo di farlo..."
Simone era il mio migliore amico. Insieme facevamo tutto. Letteralmente. Anche i nostri coming out sono stati simultanei.
Eravamo tuttavia molto diversi. Io alto, biondo, snello, mi vestivo cercando di essere elegante il più possibile, senza passare per quello strano. Simone invece era di statura media, dalla corporatura più robusta visti gli anni di calcio e sport vari, i suoi modi di fare erano decisamente più rozzi rispetto ai miei. Si vestiva sempre con felpe, pantaloni strappati, sneakers. Casual.
Eppure, nonostante queste differenze ci ritrovavamo su molti punti.
Ovviamente prima abbiamo fatto coming out a noi due. Anche se a dir la verità non era un coming out sincero al cento per cento. Almeno per quanto mi riguarda. Gli dissi di essere bisessuale. Mi inventai persino una tipa con cui mi stavo sentendo. Lui invece dichiarò di essere pansessuale. E quando gli feci notare che essere pansessuale non era molto diverso dall'essere bisessuale, quasi mi aggredì, dicendo che io non capivo di che cosa stessi parlando.
Tutto era cominciato quando il terzo giorno del quarto anno di scuola entrò in classe il nuovo professore di matematica. Carnavale era il cognome.
Non era molto alto, e di fisico era molto nella media. Sotto certi aspetti era molto simile a Simone. Però era sempre vestito elegante, con i capelli cerati come un divo del cinema muto. Aveva una bella barba folta ma curata, che tuttavia non faceva altro che risaltare la bellezza del suo viso. Tutte le ragazze subito si innamorarono di lui. Mentre io notai il suo culo perfetto.
Nei giorni successivi, ogni qualvolta che si trovava girato, io mi trovavo a fissare il suo sedere. E mi immaginavo di poter abbassargli i pantaloni, baciare le quelle natiche muscolose, perdermi con la lingua nel suo ano. E poi ovviamente far perdere il mio cazzo dentro di lui.
Durante queste fantasie la mia mano inevitabilmente scendeva verso il mio inguine.
"Che fai? Ti tocchi?" mi sussurrò un giorno Simone. Il suo sguardo era pieno di malizia, ma di stupore allo stesso tempo. Notai che anche lui si stava toccando.
Per quel giorno finì lì, con noi due che ti toccavamo e ci sbirciavamo a vicenda, fingendo nulla.
Poi un giorno Simone mi scrisse un biglietto nonostante fossi vicini di banco. "Ammettiamolo il prof ha un bel culo!" Già, mi limitai a rispondere a voce. E in quel momento, scambiandoci uno sguardo fu chiaro ad entrambi.
Passò qualche altro giorno, e nel bel mezzo della lezione Simone mi chiamò. "Hey". Mi girai verso di lui. Dapprima non capì che cosa volesse, lo sguardo era rivolto verso il prof, ma notai qualcosa di strano con la coda dell'occhio, e scendendo vidi che l'aveva tirato fuori. Era un bel cazzo, anche se di dimensioni non era nulla di che. La lunghezza sarà stata attorno ai 15 cm, ma la larghezza era abbastanza notevole.
Avvicinai la mano, e lo presi delicatamente, più come se lo stessi accarezzando. Avevo paura che se avessi fatto più forte sarebbe successo qualcosa di brutto.
"Pace!" mi chiamò il prof "Che fai? Che guardi?"
"Niente. Scusi, mi sono incantato"
"Sui pantaloni del tuo compagno?"
Risero tutti.
Dopo qualche minuto mi chiamò ancora Simone. Aveva ancora il cazzo fuori. Avevo la sensazione che non se lo fosse rimesso dentro neanche quando il prof mi aveva rimproverato.
"Dai, tiratelo fuori" mi disse.
Avevo paura. Ma la cosa mi eccitava. Mi girai un poco verso di lui, giusto per evitare che gli altri compagni vedessero qualcosa. Fortunatamente eravamo nell'ultima fila, e si sa che chi sta all'ultima fila, tende a farsi molto i cazzi propri. Nel nostro caso letteralmente.
Mi aprì la patta dei pantaloni, e con un po' di difficoltà mi tirai fuori il cazzo duro.
"Wow! Questo sì che è bello! Lungo. Non tanto grosso. Ed ora è anche bagnato"
Avevo molto precum sul glande.
Simone allungò la mano senza problemi, e lo prese in mano in maniera più decisa di come avevo fatto io. Cominciò a segarmi piano, fermandosi di tanto in tanto per raccogliere il liquido seminale con il pollice e spargerlo per il resto del corpo. Non so nemmeno io come feci a mantenere il controllo.
"Andiamo in bagno" proposi.
Mi avviai io per primo, e non dovetti aspettare tanto che mi raggiunse il mio compagno.
CI chiudemmo in una delle cabine, e fu lì che ci dicemmo l'orientamento.
Non facemmo tuttavia niente di che. Semplicemente ci segavamo a vicenda facendoci toccare i nostri cazzi con i rispettivi glandi. Facemmo anche una sorta di battaglia tra di noi, cosa che ci portò prima a sorridere e poi ci fece pensierosi.
"Secondo te, quale dei due cazzi prenderebbe il prof?" chiesi.
Simone li guardò entrambi pensierosi. "Il tuo sicuramente è più bello. Ma io ti batto per grossezza. Io credo che li prenderebbe tutti e due.
"Cosa? Una doppia inculata? Credi che ne sia capace?"
"Col culo che si ritrova credo di sì. E poi che ce ne frega: siamo noi che dobbiamo godere mica lui"
Improvvisamente ci guardammo entrambi folgorati dalla stessa idea.
"Ma come facciamo?" domandai io.
"Cerchiamo di fare in modo che ci mettano in un corso di recupero solo noi due con lui"
"E se non succede?"
"Cerchiamo di farlo accadere. In un modo o nell'altro dobbiamo farcela, Vit. Dobbiamo scoparci il prof di matematica!"
Quella frase detta con convinzione era eccitante.
"Una doppia penetrazione? I nostri cazzi che strusciano dentro il suo culo?"
"Esatto"
Quelle parole risvegliarono il motivo vero per cui eravamo andati in bagno. Ci strusciammo i cazzi l'uno sull'altro fino a sborrare.
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