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Vittorio, Simone e il Prof di matematica. Parte 2 - I Preliminari


di Oduardo
11.11.2020    |    6.403    |    4 7.9
""Su, prof, non sto mica facendo nulla di male alla fine" "Ok" si arrese quello..."
Non so bene come, ma alla fine ci riuscimmo. Era ormai aprile quando la classe andò in gita. Io e Simone avevamo deciso di non prenderne parte nel momento in cui avevamo saputo che il prof Carnavale aveva declinato la possibilità di accompagnare. In caso contrario avremmo fatto di tutto pur di scopacelo in albergo. In più scoprimmo che per una serie di coincidenze avremmo passato un'intera giornata col lui soltanto. Ed essendo anche un professore di scienze, ci disse che avremmo affrontato proprio quel giorno una lezione sull'anatomia umana. Fu allora che ebbi l'idea su come procedere.
Fu davvero difficile cercare di resistere dal fare qualsiasi cosa nei primi giorni. A maggior ragione che la scuola era praticamente deserta, visto che quasi tutte le classi erano impegnate in una qualche gita.
Simone mi propose un giorno addirittura di girare nudi e vedere che cosa capitasse. Mi sembrava un po' troppo rischioso, e proposi di farlo eventualmente l'ultimo giorno. Tuttavia qualche volta ci spogliavamo in classe e ci facevamo qualche foto. Lui diceva in attesa di iscriversi a qualche chat di incontri. Credo però che già fosse iscritto. Come me d'altro canto.
Arrivò il fatidico giorno. Persino Simone si era messo in tiro per l'occasione: camicia bianca, pantaloni e scarpe nere. Anch'io avevo una camicia bianca, ma pantaloni beige e scarpe rosse. Nel momento in cui ci vide il prof sembrò sorpreso, soprattutto del mio amico, chiedendogli se ci fosse un'occasione speciale.
"E sa, prof, forse oggi combino qualcosa. Non so se mi spiego" gli rispose con tutta la malizia che conosceva.
L'insegnante sembrò divertito ed imbarazzato allo stesso tempo.
Nelle prime ore non facemmo altro che toccarci, ogni tanto anche a vicenda.
Quando arrivò il momento di anatomia mettemmo in pratica il mio piano. Ogni volta che avrebbe detto le parole pene, glande, testicoli, asta, saremmo saltati su come presi da una scossa. Il che sarebbe capitato molto frequentemente.
Avevamo messo inoltre i banchi uno di fronte all'altro, in modo tale che potevamo guardarci a vicenda toccarci, ed ogni volta che il prof si sarebbe messo in mezzo avrebbe dato le spalle, e quindi il culo, ad uno dei due.
Faceva anche molto caldo per essere aprile. E per questo motivo ci slacciavamo piano piano la camicia.
Simone fu il primo a trovarsi con la camicia completamente aperta.
"Ma ti sembra il caso?" lo rimproverò il prof.
"Ma prof, fa caldo"
"Vero. Guardi, pure io me la sto slacciando" aggiunsi.
"Ma apriamo le finestre"
Peccato che non appena queste furono aperte subito si dovettero richiudere. Oltre al rumore della strada, entrava anche una puzza di catrame incredibile.
"Su, prof, non sto mica facendo nulla di male alla fine"
"Ok" si arrese quello. Nonostante la sua voce cercasse di essere dura e severa, tradiva qualcos'altro. In più non riusciva a staccare gli occhi dal petto del mio compagno.
Ad un certo punto Carnavale si trovo davanti a me, con la schiena rivolta verso Simone, il quale si alzò dal banco senza fare rumore, si avvicinò a lui e se lo tirò fuori. Era già bello duro. A pochi millimetri dal culo di lui. Fece un movimento del bacino come se lo stesse inculando.
Mi dovetti trattenere dal ridere. Non appena il prof si mosse lui volò al suo banco.
"Simone! Ma che succede?"
"Niente prof"
Carnavale stava cominciando ad innervosirsi, ma non era un nervoso negativo. Era come se avesse capito qualcosa.
Il prof si trovò ad un certo punto alla lavagna, girato dandoci la schiena. Mi fiondai su Simone, glielo presi in mano, e mentre lo segavo con foga gli leccavo un capezzolo. Me ne tornai al posto prima ancora che il docente se ne accorgesse.
Simone si tolse la camicia.
"Simone! Ma ti sembra il caso?" fu rimproverato.
"Fa caldo, prof! Ma che gli cambia se me ne sto a petto nudo?"
"Semplicemente non è consono"
L'uomo lasciò la cosa in sospeso. "Cinque minuti di pausa"
Non appena se ne uscì dalla classe io e Simone ci abbassammo completamente i pantaloni. Notai che si era tolto scarpe e calze. CI avvicinammo per farci una sega a vicenda. Si abbassò per leccarmi il petto, mentre io cercavo di accarezzargli il culo. Con la bocca scese sempre di più fino al basso ventre, aprì la bocca cominciò a pomparmelo. Mi prese un po' alla sprovvista, non credevo che fossimo intimi fino a questo punto. Ma di certo non avrei detto di no.
Dopo qualche secondo ci ritrovammo faccia a faccia. Ebbi la strana sensazione che fosse sul punto di baciarmi. E la cosa mi metteva un poco a disagio. Lo spinsi sulla sua sedia e gli tolsi i pantaloni, che opportunamente nascosi nell'armadio.
Quando il prof rientrò in classe e lo vide in mutande rimase di sasso. "Simone. Dove sono i tuoi pantaloni?" La sua voce non era né ferma, né severa. Era come spaventato da qualcosa. Forse dal rigonfiamento evidentissimo nelle mutande del ragazzo.
"Quali pantaloni, prof?" disse ridendo lui "Io sono venuto così a scuola"
L'uomo scosse la testa. Era come se stesse cercando di convincersi che quello che stava capitando non fosse reale ma solo frutto della sua immaginazione. Si mise a sedere in cattedra e riprese a spiegare come se nulla fosse.
Dopo qualche minuto arrivò finalmente l'argomento che stavamo aspettando: il pene.
Non appena disse queste parole balzai in piedi, mi tirai giù pantaloni e mutande e dissi: "Un pene come questo prof?"
Simone scoppiò a ridere. Il prof era pietrificato. Io me ne stavo lì a saltellare menandomelo un poco. Non era durissimo ma poco ci mancava.
Simone si alzò, si abbassò le mutande ed avvicinandosi a me disse: "Prof, secondo lei, chi ce l'ha più bello? Sia onesto"
Quello non rispondeva, se ne stava lì a guardarci con uno sguardo scandalizzato manco avesse visto Medusa che l'avesse tramutato in pietra.
Presi in mano il cazzo di Simone e glielo segai velocemente. Mentre lui emetteva suoni di godimento io guardai l'insegnante e gli chiesi: "Le eccita l'idea di due suoi alunni che scopano? Vorrebbe unirsi anche lei?"
Continuava a non rispondere. Spinsi Simone verso il suo banco, lo feci sedere, gli tolsi le mutande e cominciai a succhiarglielo. Sono sempre stato uno che preferisce farsi succhiare che metterselo in bocca, ma in quel momento non mi dispiacque. Il mio amico aveva un bel cazzo, ed era quasi necessario se volevamo che il piano funzionasse. Ero più tentato di girare il mio compagno e leccargli il buco del culo, ma non ero sicuro che avrebbe gradito.
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