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Scambio di Coppia

Algida - 2 puntata


di 2ofquattrok
29.01.2021    |    1.078    |    2 9.6
"Ogni tanto lei, guardava, come sempre senza guardare negli occhi, solo uno sguardo fugace e poi distoglieva lo sguardo..."
Era stato bene tutta la sera, a cena con i vecchi compagni di classe, a ricordare quella volta, quella situazione, quell’interrogazione, quella gita a Barcellona..
Ogni tanto lei, guardava, come sempre senza guardare negli occhi, solo uno sguardo fugace e poi distoglieva lo sguardo. Non aveva perso la sua freddezza nei modi, sempre poco accogliente.
Era come allora, ma più donna. La pelle meno tesa ma con un corpo morbido e un seno che metteva agitazione.
Una sola volta, pensava, una sola volta vorrei sentirla, vorrei vederla godere, vorrei essere dentro di lei.
Una sola volta vorrei sentire i suoi gemiti e avere il controllo su di lei.
Erano finiti in discoteca, dopo la cena. La compagnia si era disintegrata in mezzo a tutti gli altri. Lui non ballava mai. Si era seduto su un divanetto e ogni tanto un vecchio compagno di classe gli diceva qualcosa ma non sentiva, annuiva e rideva, faceva gesti.
“Cosa fai nella vita?” Le aveva chiesto.
“Dipingo, ho una piccola casetta dove lavoro e espongo” ti lascio il mio biglietto da visita, se un giorno passi di li..
Quel lavoro artistico, pensava, strideva con la sua personalità così fredda, eterea. Come poteva una donna Algida fare un lavoro artistico? Cosa la spingeva a manifestare una parte del carattere così in contrasto con l’immagine che dava di se.
Era intrigante. Meritava un approfondimento.
In macchina, tornando a casa, non poteva fare a meno di immaginarla intenta a dipingere nel suo laboratorio, con un vestito da lavoro sporco e la luce che filtrava dalla finestra. Un immagine bucolica, rubata da qualche film o libro che aveva dimenticato.
La mattina seguente si era svegliato con un’erezione insistente, con la sua immagine negli occhi, il suo profumo. L’aveva sognata, a tratti ricordava qualcosa, niente di preciso, solo immagini sbiadite del sogno che lo aveva turbato.
Da sempre nei suoi sogni erotici non c’era mai la penetrazione. Ogni volta tutto finiva nel momento migliore. Inspiegabilmente. Non per questo erano meno intensi, anzi, spesso si destava nel pieno della notte sudato, teso, eccitato, ansimante.
Fuori dalla finestra un sole vivo, l’aria frizzante, gli uccellini veloci nel cielo azzurro. “Finalmente! Primavera!” pensava.
Sul tavolo mentre faceva colazione il suo biglietto da visita, anche lui freddo, sembrava quello di un avvocato. I caratteri piccoli, stilizzati, nessun disegno.
Strano.
Aveva deciso di andarla a trovare.
La bottega era in una piccola piazza nel centro storico, si respirava una sensazione antica camminando per quei vicoli, nessuna insegna luminosa, nessuna macchina rumorosa, poca gente tranquilla a passeggio.
E poi la bottega, piccola, una piccola casetta in pietra con i fiori alle finestre, una piccola apertura era stata adibita a vetrina con pochi quadri.
Dentro lei, vestita elegante, non era sporca, non aveva le mani sporche di colore.
Bellissima, con una camicetta scollata che lasciava vivere il suo seno sodo e pesante, una minigonna nera e tacco 12. I suoi capelli biondi, lisci, acconciati in modo dal lasciare cadere qualche ciocca che le disegnava un volto più allungato.
“Sei bravissima!” i quadri erano generalmente molto piccoli, con una cornice semplice in legno chiaro e piccole macchie ad acquarello con colori molto tenui, generalmente di colore rosa antico. In un angolo un cavalletto con un quadro in lavorazione, sul tavolo un candelabro antico e un divanetto di velluto sulla parete principale.
“Guarda, cosa ci vedi?”
“In realtà, niente..cioè, sembrano delle colline al tramonto, anzi no, una donna nuda sdraiata”
Erano quadri astratti ma con richiami al mondo reale, ci potevi vedere qualsiasi cosa.
“Guarda, ti faccio vedere questo qui, deve essere qui dietro “
Si era piegata per prendere il quadro, la gonna aveva lasciato un po’ scoperto il suo culo, si vedeva il perizoma e il pizzo delle autoreggenti.

Fine seconda puntata

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