Algida

Algida.
Era algida.
Da quando era a scuola, la vedeva, la curava, la ascoltava.
Sempre in mezzo alle altre, sempre presente, acuta, con le idee chiare: io farò, io dirò, lei ha sbagliato, no, non cambio idea, no, io domani gli dico di no a quello!
Algida
Però..
Non la sopporto, perché fa così? Chi si crede di essere? Solo perché ha gli occhi azzurri? Solo perché è bionda? Solo perché è bellissima?
Solo perché è bellissima..
E poi andava a casa a piedi con il suo zaino sulle spalle sempre sbilanciato a sinistra, che cosa ho messo di pesante in quella tasca?
Ogni tanto si voltava a guardare le sue orme sulla neve e pensava che per un po’ la sua presenza restava lì, dove chi passava sapeva che era passato lui. Il suo momento di gloria, perché di li a poco sarebbe entrato in casa e sarebbe passato inosservato fino a che si fosse buttato sul letto della sua camera.
Quante volte ha dipinto la sua immagine sul soffitto.
Non usava pennelli, niente colori, solo la fantasia.
Un giorno le aveva fatto un nuovo taglio di capelli. Bhe.. non male pensava. Perché non si fa riccia sta stronza?
E poi quella mattina che si era deciso: oggi la fermo e le dico se vuole essere la mia fidanzata!
Basta! Ho deciso!
Ehi ragazzo! Dormi?! L’abbonamento!
Ah scusi, ok, è qui, ecco..
Seduto sul seggiolino della corriera, solo, in mezzo a 200 persone, sole.
Lei, bellissima, l’unica colorata in mezzo a quelle in bianco e nero. Ma come fa?
Adesso scendiamo e nel tragitto tra la corriera e la scuola la fermo, tanto lo so, ci sono 333 passi, dovrei farcela!
Ecco, era li, dietro, dietro i suoi passi decisi, dietro i suoi capelli ancora lisci, dietro, molto dietro i suoi pensieri.
E poi ovviamente arrivavano le sue amiche, i suoi amici, e cominciavano a ridere, scherzare.
Domani!
Domani la fermo! Prima di arrivare a 147 passi le sue amiche non la raggiungono!
Domani la fermo! Giuro
E poi erano passati 30 anni.
Lui era passato da una adolescenza anonima a una fase adulta piena di soddisfazioni. Era dimagrito, aveva studiato, non era più il tappo, il brocco che lo mettevano sempre in porta, tanto non sa giocare quello!
Denti così bianchi e un sorriso che ogni volta gli si aprivano tutte le porte.
Si. Tutte.
Non c’erano più i silenzi nella sua vita, non c’erano più i soffitti da dipingere, acconciature da inventare, passi da contare.
E poi un giorno una telefonata
Ehi!!?? Non ti ricordi di me? Sono Gianluca! Ciao Luca! Come va? Che fai? Ci siamo persi di vista!
Si! Sai mi sono sposato, ho 2 figli piccoli! Ma va? Fantastico! Grandioso, sono felice per te..
Lo sai che i compagni della H hanno organizzato una cena con i vecchi compagni di classe?
Fantastico! Dove? Come? Quando? Ci siamo tutti?
Si si, figata! Dai vieni!
Si si certo! Ci sarò

La giacca era stirata, la camicia, quale? Quella azzurra con le righine fini fini, ok, no! Quella verde militare, no, meglio quella a righine fini fini.
Un po’ di gel e un goccio di profumo e si esce. Andiamo a vedere come si sono ridotti quelli.
Un messaggio di Gianluca con gli ultimi accordi, ci troviamo li al parcheggio.
In macchina la sua ultima canzone incisa con gli amici la settimana prima. Qui devo aggiungere l’accordo in 9^, qui ci sta il violino.
Ciaoooooooo!!! Come stai? Wow ! quanti anni! Ti ricordi? Sei bellissimo! Anche tu! Non invecchi mai! Come fai? Che lavoro fai? Dove abiti? Guarda i miei figli! Identici. Che meraviglia! Come quando eri piccolo tu!
Ci siamo tutti? No mancano ancora le ragazze, sai, le donne sempre ultime..
E poi lei
L’unica colorata
Ciao
Ciao
Ma tu sei.. si. Sono io
Come sei cambiato!
Tu sei rimasta sempre uguale, sempre bellissima..

Fine prima puntata