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L' AMANTE SI-CULO (Seconda Parte)


di Fidanzati30
13.09.2023    |    919    |    8 9.8
"GIORNO 4 : Il bello di essere in vacanza con la propria stupenda famiglia è che i brutti pensieri scivolano via veloci..."
Scusate per l’attesa cari lettori, ci ho messo un po' per finire la seconda parte.. Ma d’altronde...l’attesa della trasgressione è essa stessa trasgressione no? 😉
Promesso, mi farò perdonare in un modo o nell’altro.
Vi avevo lasciati in sospeso con il racconto di quella che è stata sicuramente una delle vacanze più trasgressive a cui abbia mai preso parte (anche se in effetti pure in Sardegna non fu niente male).
Il giorno 2 ovviamente non terminò con la graditissima e potente sborrata di Koleman tra le mie labbra imboscaati in quella splendida cornice nivea, né tantomeno con il ritorno alla battigia dove avevo lasciato la mia bellissima bimba e il mio splendido quanto ingenuo marito che incredibilmente non si era accorto di nulla, ma proseguì con una classica giornata al mare, tra bagni e relax senza altri particolari scossoni (d’altronde non volevo passare per...”la scatenata di turno”).
P.s. So che in molti ve lo state chiedendo : sì.. una volta tornata baciai Marco con ancora in bocca il sapore dello sperma del mio amante.
Non troppo a lungo però, volevo provare quell’eccitazione che solo il brivido del rischio sa dare, ma non certo arrivare a farmi beccare.
Volevo rivivere quell’ estrema sensazione di piacere che dà il fare qualcosa di proibito arrivando quasi al limite dell’essere scoperti.
Più ci si avvicina quel limite, più quel piacere diventa intenso.
Provai un caldo piacere nell’appoggiare le mie labbra alle sue con ancora il sapore di un altro in bocca, nel muovere la mia lingua sulla sua ; mentre lo facevo la mia mente era combattuta ; da un lato speravo che Marco capisse cos’avevo appena fatto, non per ferirlo ovviamente, ma per avere la “certificazione” di
quanto fossi stata zoccola ; dall’altro invece speravo non mi scoprisse, in modo da poter continuare il gioco, e spostare questo limite sempre più in là.
Sbirciando poi, incrociai lo sguardo compiaciuto di Koleman che mi sorrise nel vedermi baciare Marco.
Decisi quindi di troncare immediatamente : mi stavo eccitando di nuovo. Meglio tornare a rilassarsi e...pensare alle prossime giornate.

GIORNO 3 :
Penserete che Koleman abbia avuto tutte queste attenzioni per noi perché era interessato.
La realtà è molto più complessa di ciò che sembra ; ovviamente per non dilungarmi troppo in dettagli che esulano dalla parte hot del racconto, non posso dirvi tutto ciò che fece per noi e per la bimba. Ma sappiate che si tratta di una persona con un cuore così! (e non solo quello :-P).
Il terzo giorno venne a prenderci e ci portò in una spiaggia appartata. Il posto era decisamente incantevole ; acqua bassa e limpida, sabbia morbida e un fitto panorama mozzafiato composto da scogli e spuma di onde in lontananza.
Confinava, divisa da alcune rocce, con una spiaggia organizzata anch’essa poco frequentata, dietro la quale si ergeva, quasi coperto da rocce e alberi, un piccolo ristorante.
Koleman pensò bene di levarsi il costume, informandoci che quella spiaggia era abituale ritrovo di naturisti. Marco invece lo mantenne; io rimasi nel mezzo decidendo di sfoggiare il topless.
La piccola si divertiva un mondo sulla battigia, ben sorvegliata, e il nostro pomeriggio trascorse spensierato, come quello di una classica famiglia in vacanza, con l’eccezione che c’era un amico in più.
Quando la piccola si addormentò ci sdraiammo tutti e 3 sui nostri teli, io in mezzo ai miei 2 uomini.
Io e Marco ci appisolammo subito abbracciati su un lato ; Koleman a occhio no...dato poco dopo mi sentii sfiorare la schiena dalle sue mani. Provai da subito un’esplosione di brividi, tra i sapienti sfioramenti delle
sue dita sui miei fianchi e il vento caldo che spirava da ovest queato bel siciliano mi stava di nuovo portando in Paradiso.
Marco russava stretto nel mio abbraccio e io offrivo la mia schiena al mio stallone siculo che sapeva esattamente cosa fare. E non si limitò solo alla schiena ; il mio respiro si fece affannoso quando mi sentii
sfiorare il pezzo sotto del costume da quello che evidentemente non poteva essere una mano...Era così come immaginavo.
Mi stava sfiorando il sedere con la sua bella cappella! I brividi aumentarono a dismisura, così come il mio battito e il mio respiro, nonostante cercassi di trattenerlo il più possibile.
Proseguì baciandomi le spalle e il collo da dietro, iniziai a non capire più nulla ; o meglio l’unica cosa che capivo è che di questo passo non avrei saputo trattenermi e Marco si sarebbe svegliato. Come l’avrebbe
presa? Si sarebbe eccitato? Oppure dato che ancora non mi ero concessa a lui dall’inizio della vacanza se la
sarebbe presa? Per il momento russava ancora, ma non so quanto la cosa sarebbe durata. Mi girai per chiedere a Koleman se fosse pazzo e in quella posizione mi baciò improvvisamente senza lasciarmi parlare.
A quel punto iniziai senza rendermene conto ad ondeggiare il bacino. Koleman era durissimo e il suo cazzo spingeva attraverso il costume. C’era solo un po' di stoffa a dividere quel bestione affamato dalla mia
signorina sempre più fuori controllo. Glielo presi in mano: incredibile sentire come pulsasse di desiderio ; in fondo non è che in questi due giorni ci fossimo risparmiati.
Mentre lo baciavo in bocca glielo scappellavo completamente, passandogli il mio pollice sulla cappella tutta bagnata. Stavo impazzendo. E lui con me. Scese con la mano a scostarmi il costume e sentivo le sue dita farsi strada tra il bagnato delle mie labbra. Entrarono ed iniziarono lentamente a fare su e giù..su e giù..su e giù.. in senso circolare. Ebbi subito un piccolo ma significativo orgasmo con Koleman che mi spinse la sua lingua in bocca con forza per impedirmi di gemere e fare rumore.
Non si fermò. Pensai che dopo le dita sarebbe toccato al suo bestione, e già mi preparavo al dilemma morale per decidere se fermarlo o meno, in quanto mi avrebbe presa lì sotto senza protezioni, quando
ancora una volta mi sorprese e con uno strano movimento della mano sentì il suo pollice puntare...l’altro buchino..mentre le altre 2 dita continuavano il loro splendido lavoro là dove mi piaceva di più.
Feci per girarmi e dirgli di no,ma in un attimo, mi era già entrato. Provai un piacere strano, diverso. Un piacere che non provavo da molto. In fondo a Marco, non l’avevo mai concesso ( e questa cosa lo fa
impazzire 😉 ).
Anch’io mi sorpresi nel vedere con quanta facilità mi fosse entrato, seppur anche solo con un dito. Evidentemente oltre a saperci fare, l’eccitazione estrema e il relax di quei giorni avevano influito
molto. Una volta dentro non riuscii più a fermarlo. O meglio non volli. Lui giocava con 3 dita dentro il mio corpo, due nella patatina e una nel secondo buchino, e mi faceva impazzire quando le avvicinava tra di loro come per farle toccare dentro di me. Ebbi un secondo orgasmo quando ripetè all’impazzata questo nuovo giochino.
Trattenersi era sempre più difficile, anche perché Koleman, ingolosito, col passare del tempo sembrava dedicare sempre più attenzioni a..questo nuovo pertugio.
Marco ogni tanto sussultava, sbuffava, si muoveva e tornava a russare, mentre io mi sentivo sempre più ostaggio dei giochi perversi di Koleman, il quale ad un certo punto, quasi senza farmene rendere conto tolse il pollice per appoggiarci quel bel cappellone.
E spinse....spinse...spinse..piano ma risoluto. Spinse ancora e sempre di più. Ora che aveva le mani libere, neusò una per tenermi aperte le natiche, e l’altra per tapparmi la bocca.
Infine entrò, e io devo ammettere che se da un lato cercavo di essere un po' renitente, almeno di facciata, dall’altro non vedevo l’ora di sentirlo tutto dentro. Travolta dal piacere solo a sprazzi mi rendevo conto di cosa stessi facendo. Ero distesa in una
spiaggia (deserta sì, ma comunque un luogo pubblico) a concedere ad un singolo ciò che a Marco non avevo mai concesso, perdipiù abbracciata a lui che nel mentre dormiva.
Poveraccio non si meritava una cosa così..Ma non potevo farci niente..ero come bloccata. In sua completa balìa. Godevo, godevo continuamente.
Ovviamente mi prese piano e lentamente, ma la situazione era già di per sé eccitantissima e in ogni caso, riuscì a penetrarmi molto più di quanto immaginassi. Mi sentivo aprire..posseduta in suo completo potere.
Pian piano era riuscito ad entrare del tutto e lo sentivo pulsare dentro di me. Anche Koleman credo stesse impazzendo lo sentivo ansimare sottovoce a pochi centimetri dalla mia nuca.
Mi prese una caviglia e me la sollevò, spalancandomi la gamba da dietro, facendomi sentire ancora più aperta e troia. Oltretutto messa così riusciva a penetrarmi ancora più a fondo : sentii per la prima volta le sue palle sfiorarmi il sedere...Oddio!!Che momenti! Che situazione..che brividi..avrei voluto continuare per chissà quanto.
Non mi faceva neppure male...era solamente un diverso tipo di piacere : molto più intenso.. che non provavo da molto.
Nel mentre mi sussurrava cose eccitanti; mi diceva che ero una porcellina e cose simili, ma purtroppo non sempre riuscivo a capire bene cosa mi stesse dicendo, presa com’ero dall’eccitazione del momento e dalla paura di svegliare Marco ; solo dopo un po' compresi cosa mi stava sussurrando all’orecchio : “Porca...Ti sborro dentro”.
Era troppo..non potevo esagerare. Non potevo permettergli di...."marchiarmi" anche lì, dopo che il giorno prima aveva mi aveva violata in bocca con la sua schizzata, contravvenendo in modo inequivocabile alle regole che io e Marco c’eravamo fissati all’inizio di questa nostra avventura.
Pur combattendo con me stessa trovai la forza di girarmi e di sussurargli : “ No..ti prego esci.”
A malincuore obbedì ; mi rifilò gli ultimi colpi per arrivare ai limiti della sborrata e poi uscì.
Senza voltarmi lo aiutai con la mano per non lasciarlo godere da solo e pochi secondi dopo avvertii distintamente i suoi potenti getti di piacere colpirmi schiena e sedere e la sua sborra calda scivolarmi tra le dita.
Fu come risvegliarsi da un sogno..Ero intorpidita. I muscoli mi facevano male...sia per..lo sforzo dell’azione, sia per aver fatto il tutto in una posizione scomoda e senza possibilità di muoversi. Marco incredibilmente dormiva ancora. Arrivai persino a dubitare che stesse fingendo per vivere appieno una nuova esperienza da cornuto ma,...dovetti ricredermi : russava veramente.
Vivevo un misto di eccitazione e senso di colpa. Se mi avesse presa nella fighetta forse non mi sarei sentita così ; in fondo l’avevamo fatto decine di volte, con decine di singoli e situazioni diverse. Ma dietro era un argomento un po' tabù tra noi. E il concederlo ad un altro, proprio alle sue spalle (letteralmente) sembrava troppo perfino per un rapporto come il nostro.
A questo pensavo mentre ancora sentivo le gocce dello sperma di Koleman scendermi dalla schiena e dal sedere verso il fianco.Lui mi fece provare un ultimo piccolo brivido, spalmandomela tutta finchè non si fu asciugata : “Fa bene alla pelle!” sussurrò.
Tornai con la mente ai miei pensieri...Era solo il terzo giorno. Chissà cos’altro mi attendeva nei prossimi.

GIORNO 4 :
Il bello di essere in vacanza con la propria stupenda famiglia è che i brutti pensieri scivolano via veloci. I momenti passati con loro danno valore a tutto ciò che fai.
Certo, un amante di quel calibro che continua a ronzarti intorno, dà quel pizzico di pepe in più alla situazione. Se poi ogni giorno ti porta in una spiaggia diversa e sempre più bella...
Quella di oggi era molto lunga e si apriva in una piccola baia che terminava infine con alcuni scogli, laddove l’acqua si colorava di blu.
Proprio lì, sul finire della spiaggia, dove la collina scendeva a strapiombo sul mare, si trovava la parte più bella e selvaggia : rocce, arbusti, tronchi, e le onde che seppur non altissime si infrangevano
sugli scogli creando spettacolari disegni di spuma.
Nell’acqua nonostante il mare non piatto, si trovavano ancorate diverse barche da diporto e vari motoscafi piccoli e grandi.
La cosa incredibile era che questo paradiso si trovava a poche centinaia di metri dalla casa dove temporaneamente risiedevamo; d’altronde la giornata ventosa sconsigliava di avventurarsi troppo lontano.
Koleman si sistemò sulle rocce togliendosi nuovamente il costume : in effetti mostrava una gran bella abbronzatura integrale 😉 specialmente su quel bel culetto.
Io e Marco rimanemmo con la piccola sulla sabbia a pochi metri da lui. Oggi avevo deciso : niente topless e niente cazzo extra : avrei fatto la brava mamma e moglie.
Passammo un’altra bella giornata di famiglia, specialmente in acqua dove Koleman si aggiungeva a noi, mantenendo comunque un atteggiamento rispettoso nonostante quel grosso e pericoloso pisello che gli penzolava ovunque. Dev’essere stato proprio un bel quadretto famigliare da vedere, eppure forse c’era qualcosa di sospetto ;
forse quel fustaccio tutto nudo che mi ronzava intorno lanciò qualche segnale a chi li sapeva cogliere.
Dico questo in quanto mi accorsi di un uomo di mezz’età, anch’egli completamente nudo, che dal suo motoscafo ancorato vicino agli scogli, non mi staccava gli occhi di dosso.
Eppure oggi il costume lo avevo, e non stavo ammiccando per nulla al mio amante siciliano.
Vero è che tra sole e mare non ci fosse molto altro da fare ma, quegli sguardi prolungati attirarono la mia attenzione. Quel giorno però avevo deciso di fare la brava, anche perché lui non era il mio tipo, per cui non
persi occasione per baciare e coccolare mio marito sia in acqua che sulla spiaggia, dimostrandogli così che in quella situazione non ci fosse alcunchè di “subliminale”.
Anche Koleman lo notò e me lo fece presente dicendomi che probabilmente avevo fatto colpo su quel tipo.
Scrollai le spalle e tornai alle mie cose, lanciando ogni tanto uno sguardo per capire se quel tipo mi fissasse ancora.
Ed era così. Non mi mollava.
Ma avevo altro a cui pensare ; tra relax, bagni e giochi, d'un tratto mi accorsi di aver finito i pannolini per la piccola.
Koleman si offrì di fare un salto in casa al mio posto, ma Marco, da gran gentiluomo insistette per andarci lui stesso : “ Così cambio la bambina.” Aggiunse.
Partì attraversando con la piccola in braccio tutta la spiaggia lasciandomi nuovamente sola con quel lupo affamato. Lo fece apposta per lasciarmi libera? Oppure se ne andò in buona fede contando sulla nostra fiducia, sul fatto che la casa era lontana solo poche centinaia di metri e sul fatto che comunque la spiaggia non fosse deserta e non avrei potuto nulla in quel posto?
Non credo fosse molto convinto della cosa, in quanto da lontano lo scorsi più di una volta voltarsi verso di noi, ma non appena fummo fuori dalla sua visuale Koleman non perse tempo, e dopo avermi preso la mano appoggiandosela con discrezione sul suo cazzo nuovamente duro e scappellato, mi indusse a fargli una sega con lenti movimenti di mano e polso. Cosa che dopo un’iniziale imbarazzo continuai da sola, anche perché incredibilmente il nostro guardone sul motoscafo si era finalmente girato a dormire dall’ altra parte.
Che ci posso fare? Mi ero ripromessa di fare la brava, ma non riesco a resistere con un cazzo del genere in
mano ..
- “ Ok gli dissi, ma solo una cosa veloce con la mano. Non voglio che ci vedano.”
-“Sì sì “ disse lui. –“Ma mettiamoci qualche metro più in la tra gli scogli così non rischiamo.”
Ci spostammo senza dare nell’occhio ; in quella spiaggia libera i bagnanti più vicini a noi erano in realtà a
diverse decine di metri, ma non mi andava comunque di rischiare.
Ci infrattammo tra gli scogli e come potete immaginare dopo poco mi ritrovai quasi senza accorgermene a succhiare nuovamente il cazzo del mio stallone. Fu tutto così veloce in realtà, mi ero inginocchiata per stare più comoda nel segarlo per non forzare sulle ginocchia, ma quel volpone non aspettò altro per prendermi la testa con una mano e spingermelo in gola. Volevo protestare ma....non è educato parlare con la bocca piena😉 .
Inoltre...lo dico sottovoce ma mi piaceva come mi aveva presa. Con decisione, vigore. Mi stavo eccitando ma sapevo di non avere molto tempo per cui mi adoperai per farlo schizzare quanto prima.
Lo sentivo indurirsi ben bene, mentre mi impegnavo al massimo con i miei trucchetti di bocca per farlo godere , eppure mi sorprese ancora una volta.
Tirò fuori un preservativo.
-“ Ma da dove li tiri fuori che sei sempre nudo??” Obiettai.
Sorrise e mi alzò, mi girò facendomi appoggiare le mani sugli scogli.
-“Una cosa veloce.” Dissi. “ Marco tra poco torna.”
Non disse nulla e per tutta risposta mi prese a pecorina in piedi appoggiata a quegli scogli.
Dopo i primi colpi morbidi di assestamento mi mise una mano sulla bocca, e iniziò a sbattermi con colpi forti come fece la
prima sera. I miei gemiti venivano in parte soffocati dalla sua mano, ma iniziai a godere ripetutamente, con orgasmi bagnati ravvicinati uno dopo l’altro mentre lui proseguiva imperterrito col suo ritmo.
E’ vero, il giorno precedente mi aveva fatto il culetto, oltretutto in quella eccitantissima situazione, ma proprio per quello ( e per la delicatezza del posto presumo) non aveva potuto forzare.
Quanto mi erano mancati i suoi colpi!
Ora me ne rendevo conto più che mai. Mi lasciai andare completamente al piacere, dimenticandomi di tutto ciò che c’era intorno, pregando che quello scatenato stallone siculo non si
fermasse.
Lui dal canto suo oltre a sbattermi senza sosta alternava tutte piccole cose che in certi momenti mi fanno impazzire ; mi tirava qualche schiaffo sul sedere, passava poi a tirarmi verso sé e il suo cazzo da spalle e fianchi, mi metteva in bocca un dito che puntualmente succhiavo avidamente fino a tirarmi per i capelli aumentando a dismisura il ritmo e facendomi gemere ancora più forte.
E fu tirandomi i capelli, che, costretta dalla sua presa ad alzare lo sguardo, feci quella clamorosa scoperta : a qualche decina di metri da noi seminascosto dalla parete rocciosa che dava sul mare, c’era il guardone di prima, in piedi sul suo motoscafo che ci stava spiando mentre si toccava visibilmente il cazzo notevolmente eccitato.
E chissà da quanto era lì.
Mi girai verso Koleman e lo vidi scambiarsi ampi cenni di approvazione con quello sconosciuto.
Oddio che vergogna! mi ero tanto esposta prima, baciando ripetutamente Marco con l’intento di dimostrare a quel guardone che non ero una troia (almeno quel giorno), e ora mi vedeva sbattuta sugli scogli da quello che doveva essere il nostro amico comune, mentre lui era via con la bambina.
Avevo ottenuto esattamente l’effetto contrario. Sembravo proprio la peggiore delle zoccole. Abbassai gli occhi per la vergogna, non volevo
incrociare il suo sguardo, ma Koleman non mi dava tregua.
Continuava a tenermi tappata la bocca e a spingere come un forsennato. Con l’altra mano mi girò la testa e mi costrinse a guardare quello sconosciuto segarsi per me. Il suo sguardo diceva tutto ; involontariamente gli avevo dimostrato quanto troia potessi
essere...O forse lo ero davvero.
Una nuova sensazione si sommò alla vergogna di essere vista così: questo sconosciuto, anche senza aprir bocca, mi riteneva davvero una gran Troia, e dovevo riconoscere che la cosa mi piaceva ; inoltre nonostante il suo sguardo fosse più penetrante di uno spillo, devo ammettere che mantenne una riguardosa distanza da noi. In effetti avrebbe potuto scendere e raggiungerci, (cosa che non
avrei voluto), invece rimase a masturbarsi a distanza senza mancare di farci capire il suo apprezzamento.
Tornai a godermi appieno la situazione e..iniziai a fissarlo a mia volta senza parlare come a dire “Guardami
porco. Ti piaccio?Ti piace vedere quanto sono troia?” Lui si accorse di questo mio cambiamento e fece il gesto del pollice in alto. Questo eccitò ancor di più Koleman che in uno slancio di eccitazione mi sbattè
velocissimo per una decina di secondi provocandomi uno scroscio e un orgasmo enormi.
Si fermò per rifiatare e uscì. Io ansimavo e cercavo di riprendermi da quell’intensissimo piacere. Pensavo fosse finita e che mi aspettasse l’ultimo assaggio in bocca prima della sborrata.
Stavo quindi per inginocchiarmi ma lui mi prese il braccio e mi posizionò come prima.
-“Dai andiamo..è ora ormai....”
Non feci in tempo a finire la frase che mi sentii aprire tutta dietro.
-“No..non lì...” obiettai
-“Dai porcellina. Fagli vedere fino in fondo quanto sei troia!”
A queste parole non potei resistere. Oltretutto in poco tempo mi fu dentro quasi per metà, anche se devo ammettere che mi
faceva più male rispetto al giorno precedente.
-“ Sei ancora aperta da ieri.” Disse Koleman spingendo.
In effetti era vero. Entrò più facilmente, anche se con qualche fastidio in più.
Prese a scoparmi con sempre maggiore ritmo.
-“Lasciati andare” gli dissi.
Koleman annuì e fece per tapparmi nuovamente la bocca con la mano.
Stavolta rifiutai. Volevo fissare nuovamente quel guardone negli occhi, mentre il mio stallone mi stava facendo il culetto. E volevo che vedesse tutto il mio piacere. Lo guardai tirando fuori la lingua da vera
porcella e passandomela sulle labbra. Lo volevo provocare : ormai la maschera era saltata, non c’era più ragione per trattenersi.
Lui dapprima fece il gesto delle corna, tanto per ricordarmi cosa stesse pensando di me ( e indirettamente di Marco) poi iniziò a masturbarsi velocemente mentre io seguitavo a non staccargli gli occhi di dosso come lui aveva fatto prima con me ; solo che il pallino del gioco ora ce l’avevo in mano io.
Koleman iniziò ad ansimare e a prendermi per i capelli, io nonostante la presa non cessai di guardare il mio
ammiratore, anzi presi a succhiarmi il dito come a voler dire “Non mi basta, ne voglio un altro.”
Fu l’epilogo : lo sconosciuto sembrò sorpreso dalla sua stessa sborrata.
Koleman vide la scena e non resistette scaricando la sua schizzata tutta dentro di me (nel preservativo) ed io
mi godei il mio ultimo e potente orgasmo bagnato.
Mi ripresi e mi fiondai a controllare la spiaggia attraverso le rocce. Fortunatamente nessuno ci aveva sentiti.
Marco ancora non si vedeva.
Tornai da Koleman che sembrava finalmente provato. Gli sfilai il preservativo e gli passai il mio dito sulla
cappella bagnata e intrisa di sperma.
-“ Non ora” disse : -“E’ troppo sensibile.”
-“Lo so.” Dissi, guardandolo con aria di sfida e seguitando a sfregargli dolcemente le parti più sensibili del glande.
-“ E allora perché questa dolce tortura?” disse sorridendo in un misto tra piacere e dolore.
-“ Per farti capire che non comandi tu. D’ora in poi si fa a modo mio ok?Dobbiamo fare i bravi..altrimenti non mi fermo.” Gli dissi insistendo appositamente sul frenulo.
-“ Ok ok. D’ora in poi faremo i bravi” disse con voce contratta.
-“Ok. Mi raccomando.” Dissi con aria trionfante. Poi chinandomi gli baciai dolcemente per qualche secondo la cappella e aggiunsi : “ Questo perché mi fai sempre godere un sacco.” 😉
Salutammo con un cenno il guardone che nel frattempo non mancò di mandarci l’ennesima espressione di approvazione accompagnata da un nuovo gesto delle corna, e riapparimmo tra le rocce nella spiaggia libera giusto in tempo per vedere in lontananza il povero Marco uscire dal bar con im braccio la piccola.
Nonostante le mie promesse non ero riuscita a resistere a fare la brava. Questa vacanza si stava riivelando sempre più bifronte : trasgressiva da un lato, tentacolare dall 'altro. Mi stavo spingendo pericolosamente sempre più in là con i nostri limiti. Che sarebbe successo se fossi arrivata a valicarli completamente? O cosa sarebbe successo se Marco ci avesse scoperti? Rimanevano ancora 3 giorni..e la cosa se da un lato mi eccitava dall'altro mi preoccupava. Quanto mi sarei spinta oltre?
Dovrete aspettare il prossimi racconto per saperlo, non vorrei dilungarmi troppo e togliervi energie 😋.
Sì lo so, non ho rispettato la promessa e sono arrivata solo al giorno 4. Però mi sembrava doveroso raccontarvi per bene le 2-3 cosine che ho combinato in questa “innocente” vacanza.
Un altro po' di pazienza e avrete l’epilogo degli ultimi giorni.
A presto porcellini. Kiss ;-*
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